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Autore: rocchi68    22/11/2020    1 recensioni
Il Purgatorio è la condizione, il processo o il luogo di purificazione o di pena temporanea in cui, secondo le credenze popolari, le anime di coloro che muoiono sono preparate per il Paradiso.
In questo Purgatorio, tuttavia, il suo Giudice può prendersi la Responsabilità di spedire l'anima macchiata e pentita, verso la Purificazione oppure verso la Reincarnazione.
Dove andrà l'anima di una persona che questo Giudice conosce bene, poichè responsabile della sua morte 40 anni prima?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chris McLean, Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Aveva provato più volte a chiedere un trattamento di favore o una qualche distrazione che gli permettesse di passare quegli anni senza annoiarsi troppo e senza avere intenti vendicativi sugli eventuali ospiti futuri.
Non pretendeva chissà cosa, ma magari un animaletto come quelli della fattoria oppure una qualche anima che non era né arte né parte. Magari una figura che era troppo per la Purificazione, ma che non meritava nemmeno la Reincarnazione.
Era chiedere troppo un qualcuno come lui? Che diritto aveva di pensare…di presumere che sarebbe rimasto solo per sempre e che gli altri Giudici l’avrebbero denigrato per questo.
 
Perché potevano anche giurare che alla fine avrebbero esaudito una sua richiesta, ma a quanto gli pareva di comprendere era andato lungo e fuoristrada. Era sempre più facile badare al proprio orticello e non curarsi minimamente del malessere altrui.
In passato era stato un egoista, senza principi, abile di rovinare anche l’immagine più limpida e pura, ma come consigliava alle poche anime tormentate del limbo, ecco che lui stesso sperava in una seconda chance in cui brillare. Non avrebbe più riempito la sua vita d’inganni, di bugie e tradimenti, ma si sarebbe calato nella parte migliore, sfoggiando un sorriso sincero.
Un sorriso che aveva abbandonato non appena si era seduto su quella poltroncina.
 
“Volevo soltanto che qualcuno mi prendesse in disparte e mi chiedesse di cosa avevo bisogno.” Borbottò, inspirando profondamente, fissando il nulla che aveva davanti.
 
“Non avrei mai mentito se quella domanda fosse giunta da una persona che aveva la mia completa fiducia e che non avrebbe mai stravolto la mia vita, sfruttando tutto a suo vantaggio.”
 
In quella posizione scomoda non poteva usare nessun sotterfugio degno di nota. Mal aveva sempre avuto ragione e detestava ammetterlo.
Ryuk era sempre preso dalle anime da frustare, questa era la prima punizione esemplare anticipatrice di ogni futuro lavaggio nella Purificazione. Perché c’erano vari step da seguire.
Chi era solo leggermente malvagio veniva appena immerso e poi subito ributtato in giro, libero di entrare in un nuovo ignaro contenitore. Chi era stato a metà subiva un trattamento peggiore e chi, invece, peggio della peste aveva rovinato la sua vita e quella degli altri, tipo Chris McLean, ecco che veniva quasi annegato e doveva rimanere nella lavatrice per almeno un decennio.
Una punizione esemplare spesso fa correggere il tiro ai più, anche se alcuni erano diabolici e perseveravano senza sosta, cosa che aveva spinto Scott a chiedersi il perché vi fosse un limite di 5 Purificazioni.
Non avrebbe tagliato corto, ma non sarebbe mai stato nemmeno di così manica larga.
3 Purificazioni e, se non impari la lezione, il Giudice del piano superiore, quello dai poteri di Creazione, ti prende, ti distrugge e forgia una nuova anima da lasciare libera.
A volte creava anime perfette, altre solamente maldestre, con pregi e difetti, ma erano loro stesse a scegliere la propria strada. Sarebbe stato troppo semplice creare tutti con lo stesso stampo e dare per scontato che tutti dovessero risalire verso la Reincarnazione.
 
“Per loro è sempre così semplice.” Aveva mugugnato, afferrando un fascicolo verde di quelli che sfogliava abitualmente.
 
“È così semplice solo perché non ti sei mai messo nei nostri panni.” Sussurrò Ryuk, apparendo alle sue spalle.
 
“E voi avete mai ascoltato il mio desiderio?” Domandò, aspettando che il Giudice della Purificazione gli si sedesse davanti.
 
“Quello di essere giudicato?”
 
“Sono passati appena 6 mesi dalla visita di Mal e non penso di aver sbagliato.”
“E se invece ti fossi sempre sbagliato? Se Chris si fosse meritato la Reincarnazione, mentre Mal la Cancellazione totale?”
 
“Non puoi mettere in dubbio la mia opinione.”
 
“Che cosa faresti?”
 
“Lo stai chiedendo a un involucro vuoto che ha mantenuto soltanto un pizzico di buonsenso.” Gli fece presente, vedendolo ghignare.
 
“Sfrutta il tuo buonsenso e rispondi.”
 
“Mi scuserei con l’anima di Chris e destinerei quella di Mal alla distruzione…soddisfatto ora?”
 
“Sono solamente deluso: un vero Giudice porta avanti il suo credo anche contro tutte le avversità e anche se è alle prese con uno molto più anziano.”
 
“Perché sei qui, Ryuk?”
 
“Perché voglio la tua opinione su una persona orribile che ha sfruttato la sua squadra e che si è meritato una bella punizione esemplare.” Ghignò, fissandolo eloquente e facendogli intendere che quello studio lo riguardava da molto vicino.
 
“Ho sbagliato, lo so…ma una punizione deve far crescere e non deve portarti alla morte.”
 
“Questo dipende solo da te.”
 
“Io…”
 
“Il Giudice della Creazione che poi è lo stesso della Reincarnazione potrebbe metterti alla prova.”
 
“Perché anche se tornassi indietro e trovassi un nuovo contenitore, potrei poi essere felice?”
 
“Non dovresti?”
 
“Manterrei tutti i miei ricordi e ricordando quella vita che ho vanificato, quando ero lo Scott disgraziato del reality di Chris, mi farebbe star male.”
 
“È questo il nostro intento.”
 
“Come puoi essere così cinico e perfido?”
 
“Non resti in giro per 5 milioni di anni senza immunizzarti a tutte le diavolerie che l’altro Giudice semina in giro senza la minima attenzione.”
 
“Sarei triste per non aver salutato i miei genitori, per non aver abbracciato un’ultima volta mia sorella Alberta e per non aver mai riso liberamente con i miei pochi amici e con quelli del reality.”
 
“Davvero?”
 
“Mi scuserei anche con Zanna.” Soffiò, facendo annuire l’altro Giudice che stava scribacchiando quelle poche risposte su un diario dall’aria sinistra e che sembrava utilizzabile solo per ricattare qualcuno.
 
“Sono qui per affidarti questo caso.”
 
“Quale?”
 
“Per la prima volta avrai da classificare ben due anime in un colpo solo.”
 
“Funziona come il solito o ci sono delle limitazioni?” Chiese incerto, facendo sospirare Ryuk.
 
“Di che parli?”
 
“Devo fare una media delle due anime per poi mandarle alla Purificazione o Reincarnazione o posso trattarle singolarmente?”
 
“Ognuno risponde delle proprie azioni e puoi mandarle entrambe verso la medesima destinazione, così come dividerle senza esitazione.”
 
“Chiaro e conciso come sempre.” Mugugnò, mentre Ryuk gli passava un altro fascicolo.
 
“Ti direi che sono due persone che conoscevi anche al difuori del reality di Chris, che facevano parte della tua ex classe delle medie e che non vedi da un bel po’.”
 
“E sono morte nello stesso istante?”
 
“Litigiose e anormali, nonostante si vantassero di stare tranquille, in realtà non potevano vivere separati e dopo poche ore si sono rincorse.”
 
“Vedrò cosa riesco a fare.” Soffiò, mentre Ryuk ghignava come al suo solito per poi sparire nel nulla, senza accennare nemmeno un saluto.
 
 
 
Scott ricordava bene quel giorno: quando le due anime si erano messe insieme.
E altrettanto bene ricordava il primo litigio atomico, la seguente riappacificazione e altre avventure che spesso lo facevano sorridere.
Perché di una cosa era sicuro: quella coppia funzionava.
Magari non brillantemente come altre, ma reggeva e seguitava a durare. E nessuno doveva intromettersi per dividerli, poiché loro stessi erano destinati a inseguirsi, per poi ridere e crescere.
Potevano sbagliare intervento, potevano scegliere il regalo peggiore, ma erano abili a ricucire senza lasciare troppi strascichi.
E di questo provava solo una leggera invidia: Duncan e Courtney erano ciò che lui non avrebbe mai potuto conquistare.
Ma questa era la storia di quando era ancora in vita e non un semplice Giudice intangibile e che andava oltre il Tempo o lo Spazio.
 
“Benvenuti, amici miei.” Borbottò, mentre questi si fissavano intorno preoccupati, sorridendo mestamente e facendoli trasalire.
 
“Scott?” Chiese Duncan, tremando leggermente, mentre la compagna si era portata le mani alla bocca, faticando a trattenere qualche lacrima.
 
“È da una vita che non ci vediamo.”
 
“Scott…sei davvero tu?”
 
“Non riconosci più quello che ti passava le risposte ai quiz di fisica?” Domandò divertito, avvicinandosi appena.
 
“Sai dove siamo?” Chiese Courtney, facendolo annuire.
 
“Mi spiace darvi questa notizia…ma questo non è un sogno.”
 
“Ma…”
 
“Purtroppo siete morti e dovete rispondere delle vostre azioni con il Giudice del Purgatorio, che poi sarei io.”
 
“E tu cosa faresti?”
 
“Purtroppo devo guardare oltre alla nostra amicizia e devo leggere il vostro fascicolo.” Borbottò, sedendosi sulla poltroncina.
 
“Questo posto non mi piace.” Commentò Courtney, facendo annuire anche Duncan.
 
“Pensa che sono qui da una sessantina d’anni…dopo un po’, anche se da solo e senza troppe emozioni, ti ci abitui a tutto.”
 
“Questo sarebbe il tuo lavoro?”
 
“Vedi Duncan…voi siete qui solo perché avete tenuto un equilibrio preoccupante, ma non temete devo solo capire se meritate la Reincarnazione diretta o una piccola Purificazione: non resterete qui per molto tempo, al massimo un’ora.”
 
“E tu?”
 
“Io sono destinato all’Eternità in questo limbo.” Soffiò, rispondendo a Courtney che si strinse nelle spalle.
 
“E non ti senti mai triste?”
 
“Potrei anche urlarlo da qui fino alla fine dei tempi, ma il nulla non potrebbe mai consolarmi o abbracciarmi per chiedermi se ho bisogno di qualcosa.”
 
“Tutta colpa di McLean.” Ringhiò Duncan.
 
“Ha avuto la sua lezione: è finito a purificarsi per un decennio, il massimo della pena.” Ribatté Scott, notando un lieve sorriso in Courtney che sembrava sollevata d’apprendere che almeno lì poteva essere giudicato senza mettere in campo soldi o promesse di qualche tipo.
 
“Davanti alla morte siamo tutti uguali.”
 
“Vero, anche se alcuni ricevono comunque un trattamento di favore.” Commentò il Giudice, sfogliando un’altra pagina.
 
“Però mi sembri molto giù, Scott.”
 
“Guarda Duncan…vorrei tanto abbracciarti che è una vita che non ti vedo, ma fidati che è impossibile: mi passeresti attraverso e sapere di non essere nemmeno sfiorabile, mi deprimerebbe ancora di più.”
 
“Però…”
 
“Finora sono stato un pessimo padrone di casa…non vi ho offerto nemmeno qualcosa da bere o da sgranocchiare, anche se un’anima non dovrebbe aver bisogno di nulla.” Borbottò, schioccando le dita e facendo comparire un piccolo vassoio con alcune leccornie.
 
“Un’anima? Che cosa significa?”
 
“Al momento della morte ti viene strappata l’anima dal corpo. Voi vi vedete, così come riesco pure io, solo perché è una concessione di un Giudice superiore.”
 
“Ho capito.”
 
“Beh…il vostro caso è abbastanza semplice.” Soffiò Scott.
 
“Davvero?”
 
“Prima che arrivaste, il Giudice dei piani inferiori mi ha fatto visita e mi ha spiegato alcune cose, ma non credo che vi dividerò mai…non io almeno.”
 
“Che ci accadrà?” Domandò Duncan, addentando un piccolo muffin alla stracciatella.
 
“L’anima giudicata è libera di finire in un nuovo contenitore…un corpo per essere chiari e non è detto che voi vi possiate incontrare ancora.”
 
“Ma…”
 
“Voi avete sbagliato solo con Gwen e Trent, ma eravate giovani e non avete combinato chissà quale disastro per dover finire nella Purificazione. Qualche litigio, qualche piccola vendetta, ma niente di così orribile.”
 
“Però ci stai dicendo che questa potrebbe essere l’ultima volta che io e Duncan ci vediamo.” Soffiò Courtney, iniziando a tremare.
 
“Per quanto ne so è così…la vostra memoria dopo questo incontro verrà cancellata, vi dimenticherete dei vostri amici, di questo incontro e anche di voi stessi.”
 
“Ma non è giusto.”
 
“Io non so come agisca il Giudice Superiore, quello di Creazione e Reincarnazione, ma potrebbe anche farvi rincontrare e chissà…magari potreste innamorarvi nuovamente.” Sussurrò Scott, pregando che i suoi migliori amici potessero incontrarsi ancora e ancora, finché non fosse stato chiaro che senza Courtney non c’era Duncan e che senza Duncan, nessuna Courtney poteva essere realmente felice.
 
“Quindi ci manderai alla Reincarnazione?” Chiese Duncan, stringendo la mano della moglie.
 
“Da quest’ultimo dialogo direi proprio di sì.”
 
“Prima di salutarci vorrei che rispondessi a un’ultima domanda, se non ti spiace.”
 
“Hmm?”
 
“Immagino come tu sappia come reagirebbe la gente se venisse a conoscenza di tutto il tuo passato: non sei che il Giudice di questo posto…importante forse, ma solitario e lugubre.”
 
“Già.”
 
“Verresti rifiutato da tutti come quando eravamo a scuola.”
 
“Basta Duncan, stai esagerando!” Replicò Courtney, temendo di rischiare una contro verifica che bloccasse loro ogni possibile Reincarnazione.
 
“Anche se tornassi indietro, con tutta la disperazione che hai vissuto, quali speranze pensi di avere? Tu stesso hai detto che l’angoscia e la solitudine sono le tue uniche compagne. La tua Esistenza è priva di senso, eppure riesci ad andare avanti e a parlare tranquillamente. Riesci a reggere solo perché speri di avere un ultimo desiderio o si tratta di una qualche promessa che hai sempre tenuto per te?”
 
“Dal primo giorno che sono qui e da quando gli altri due Giudici mi hanno spiegato i vari compiti e valutazioni, ho giurato che sarei tornato indietro…ben sessant’anni fa.”
 
“Scusa ma non credo che dopo 60 anni un giuramento possa valere ancora qualcosa.” Abbozzò Duncan, notando come il suo sguardo si fosse fatto molto più duro.
 
“Chi me ne dà la certezza?”
 
“Ma…”
 
“Ho come la sensazione che fuori di qui ci sia qualcuno che mi sta ancora aspettando e dubito che potrebbe mai perdonarmi se sapesse che mi sto arrendendo all’inevitabile.”
 
“Però…” Sibilò Duncan, interrompendosi dinanzi allo sguardo inflessibile dell’amico.
 
“Non posso cavarmela, urlando al vento…Scusami, ma mi rimangio tutto quello che ho detto in passato…perché quando si fa una promessa, si deve mantenere a ogni costo.”
 
“Scott…”
 
“Beh…alla fine s’impara sempre qualcosa, anche in questo limbo.” Ammise, quasi volesse rendere chiaro che il loro tempo a disposizione era finito.
 
“Ci mancherai, Scott.” Borbottò Courtney.
 
“Non è detto che sia l’ultima volta che ci vediamo: forse potrebbe esserci un nuovo incontro in questo Purgatorio.” Mormorò il Giudice, illuminando i due e facendogli intendere che quello non era un addio, ma era più simile a un arrivederci.








Angolo autore:

Ryuk: Aiuto! Qualcuno si è impadronito del corpo di Rocchi.

Eh?

Ryuk: Due capitoli in due giorni? Ma siamo seri?

Che vuoi?
Sto format mi ispira, anche se non credo che lo sfrutterò ancora a lungo.

Ryuk: Mi fai comunque paura.

Ok...se lo dici tu
 
   
 
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