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Autore: Highside    22/11/2020    0 recensioni
Quale è il prezzo che siamo disposti a pagare perché sia esaudito un nostro desiderio?
E se quel prezzo fosse la nostra libertà, cosa saremmo disposti a fare per liberarci della maledizione che ci incatena alla volontà di un demone?
Genere: Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanza era illuminata appena.
Una lampada sulla scrivania, su cui un uomo era al lavoro nonostante l’ora tarda, era l’unica fonte di luce.
Era stata un’altra dura giornata di lavoro che si apprestava alla sua conclusione.

All’improvviso una voce profonda riecheggiò nella stanza vuota.

“Figlio di Adamo…"

Si fece poi quasi un bisbiglio.

"…che cosa desideri?”

L’uomo si alzò in piedi e si guardò intorno stupito. Non poteva aver sentito una voce, dato che lui era l’unico nella stanza. Pensò che probabilmente il troppo lavoro gli avesse procurato le allucinazioni.
Si tolse gli occhiali e con l’indice e il pollice della mano destra si strofinò gli occhi. Era stanco, ed era decisamente il momento di andare al dormire.
Ma il sussurro si fece più vicino.

“Cos’è, che la tua anima brama?”

Fece un passo indietro e ricadde con un tonfo sulla poltrona da cui si era appena alzato.
Cosa stava succedendo? Cos’era quella voce? Stava forse impazzendo?

“Dove sei?"
"…Chi sei?”

La voce riprese alle sue spalle

“Sono qui!”

Si girò con tutta la poltrona e vide che dalla libreria alle spalle della scrivania stava uscendo una cosa scura, dalla forma indefinita.
L’uomo nel tentativo di allontanarsi si impigliò nella poltrona e cadde a terra. Quella cosa nel frattempo stava prendendo la forma di un busto umano che usciva orizzontalmente dalla libreria. Stava tendendo il braccio destro in direzione dell’uomo ancora steso a terra in preda al terrore.

“Non possiedo un nome.”

“Cosa vuoi da me?”

“Posso realizzarei qualsiasi desiderio, ma non i miei, allora, realizzo quelli degli altri, affinché essi, realizzino i miei.”

Si fissarono per qualche secondo in silenzio, ma per l’uomo quel breve lasso di tempo sembrò interminabile.

“Che cosa desideri?”

“Desidero che uccidi una persona!”

“Ti stai sbagliando, tu non vuoi che quella persona venga uccisa, la vuoi uccidere con le tue stesse mani!”

“E come dovrei fare per uccidere quella persona?”

“Domani sera la passerai con tua moglie, dovrai fargli notare l’ora, fate l’amore, che possa ricordarsene a lungo, poi andrete a letto, lei cadrà in un sonno profondo da cui si sveglierà solo l’indomani mattina, quando tu sarai già tornato, nel frattempo ti porterò a compiere la tua missione. Potrai realizzare il tuo desiderio indisturbato, tutti in quella casa dormiranno. Quando avrai finito ti riporterò indietro e potrai sprofondare tra le braccia di Morfeo.”

***

Lentamente riaprì gli occhi, era ancora un po’ addormentato, ma vedeva ormai chiaramente sua moglie che stava accanto a lui nel letto, che gli accarezzava dolcemente i capelli mentre lo osservava.

“Buongiorno. E’ ora di svegliarsi, devi andare al lavoro”

Aveva dormito profondamente e si era risvegliato riposato come non succedeva da parecchio tempo, anche le cervicali che lo torturavano da anni quel giorno avevano deciso di dargli tregua.

“Che giornata magnifica!”

Andò a prepararsi prima di fare colazione e arrivò in cucina tirato a puntino, pronto per andare in ufficio. Sua moglie gli preparava tutti i giorni la colazione, avevano orari di lavoro diversi quindi si preparava per il lavoro dopo che il marito era uscito. Quando lui entrò nella stanza la trovò piantata davanti alla televisione. Non appena lo vide gli disse:

“Non crederai mai a quello che stanno dicendo al telegiornale!”

Nel frattempo lui si era seduto al tavolo della cucina e stava sorseggiando il caffè, rigorosamente nero. Stava cercando di ridurre gli zuccheri, una di quelle cose che ad un certo punto della vita si cerca di fare anche senza un perché.

“Hanno arrestato il tuo capo per aver assassinato la moglie.”

Il caffè gli andò per traverso, causandogli dei forti colpi di tosse.

“Hei, non è il momento di strozzarsi con il caffè proprio ora che sei tu il nuovo AD della società!”

Dopo copiosi colpi di tosse riuscì a riprendersi. Credeva che fosse stato tutto un sogno, invece forse era la realtà. Rispose a sua moglie:

“Non funziona così, verrà indetto un consiglio di amministrazione straordinario dove sceglieranno qualcuno che lo sostituisca almeno temporaneamente, solo in seguito dovrebbero scegliere un nuovo AD”

“ Chi vuoi che scelgano all’infuori di te?”

“ Non lo so, vedremo.”

Le giornate successive erano state lunghe e pesantissime; era stato scelto come nuovo AD e ora le sue responsabilità erano aumentate, nonostante già prima svolgesse diversi incarichi al posto del suo capo, ma era anche in apprensione perché aveva paura che scoprissero che il suo capo in realtà era innocente. Aveva commesso un grave errore che lo aveva portato a commetterne uno ancora più grande. Mesi prima aveva iniziato una relazione con la moglie del suo capo, era una donna molto bella e molto più giovane di entrambi, doveva essere anche dannatamente annoiata per tirarlo dentro a quella storia di tradimenti; quando poi lui aveva espresso la volontà di uscirne lei lo aveva minacciato di rivelare tutto a suo marito e alla moglie di lui.

“Buona sera”

Mentre era distratto da questi pensieri una giovane donna era entrata nel suo ufficio, se non l’avesse salutato non se ne sarebbe neanche accorto.

“Il suo capo desidera parlarle.”

Di cosa stava parlando? Si rendeva conto con chi aveva a che fare? E poi chi era? Non l’aveva mai vista in ufficio.

“Credo si stia sbagliando, il mio unico capo è il consiglio di amministrazione e dubito che si riunisca a quest’ora.”

“Mi riferivo al suo nuovo capo, il nostro capo! Ha contratto un debito, ora lo deve saldare.”

A quelle parole sentì improvvisamente un brivido freddo ghiacciargli tutto il corpo.
   
 
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