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Autore: Ste_exLagu    23/11/2020    3 recensioni
Non pensi mai a qualcosa, ma poi diventa il tuo chiodo fisso. Akira Sendo non ha mai pensato all'amore o a qualcuno di particolare, ma da un momento all'altro i suoi pensieri si catalizzano su Kaede Rukawa. Le voci sul suo conto lo proteggono da persone che indaghino sulla sua situazione sentimentale. Le voci lo vorrebbero un don Giovanni di prima categoria, invece è un normale adolescente, romantico come il giorno in cui è nato, alle prese con i pensieri sul figlio dell'inverno Rukawa.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It seemd like such a good idea at the time

It seemd like such a good idea at the time


07 11*1

Tutto è cominciato con un: “Ragazzino impertinente” detto con quella voce sensuale che si ritrova il mio amico? Ragazzo? Fidanzato? Non ho capito cosa cazzo sia lui per me e cosa sia io per lui. Ci sono giorni in cui stiamo insieme solo fianco a fianco, lui mi porta a pescare e io solitamente mi addormento con la testa sulle sue gambe, mentre lui armeggia con la sua attrezzatura da pesca. Mi rilassa stare con lui, non sento la pressione che solitamente ho sulle spalle, i miei genitori mi spingono ad essere il migliore a basket fin da quando un allenatore, quando ero alle elementari, disse loro di come fossi un campione e che avrei potuto diventare un grande nome, e loro si sono riversati su di me, soprattutto papà che è stato un giocatore della nazionale giapponese. Io non porto il cognome di mio padre perché lui è entrato nell’antica famiglia di mamma, una famiglia in declino, povera ma con un cognome importante, mentre lui ha portato i soldi ed il prestigio di chi si è fatto da solo, di chi si è inventato un lavoro. Adesso loro due hanno un sogno, che condivido con loro, ma che mi mette sotto pressione ogni giorno, sfondare in NBA, diventare uno di quei nomi scolpiti nella memoria cestistica del mondo. La nostra casa è composta da due piani, al piano inferiore c’è una palestra, un campo regolamentare con canestri e tutto il resto, al piano superiore c’è la casa, una grande casa in stile occidentale. Mia madre è attaccata alla tradizione e mio padre è uno di quelli che deve avere l’ultimo gadget tecnologico, l’ultima invenzione e cose del genere, anche perché il suo lavoro è lanciare oggetti all’avanguardia sul mercato. La mattina mio padre mi sveglia alle cinque e dopo una colazione adatta a degli sportivi viene con me in palestra e ci alleniamo fino alle otto, sto vicino alla scuola e in dieci minuti sono a scuola, dopo di che mi ritrovo a lezione e mi addormento, o almeno mi addormentavo prima che Akira stravolgesse la mia vita con un bacio e dicendomi che sono un ragazzino impertinente, ora invece, spesso rispondo ai messaggi, o addirittura rileggo quello che mi scrive, è così immensamente dolce quando ci si mette.

Il mio problema è che non capisco se mi piace in quel senso, non ci ho mai pensato, non ho mai sentito quella pulsione impellente tipica della mia età verso nessuno, nessuno fino a quando quel porcospino, molto porco e poco spino è entrato nella mia vita, ora mi ritrovo a pensare a lui, anche al suo corpo che durante l’estate ho in parte scorto, nei momenti in cui si alzava la maglietta, sembra una di quelle statue che piacciono molto alla mamma, ne ha una proprio vicina al pianoforte, e quegli addominali sembrano quelli di Akira. Non ho mai pensato se fossi etero, gay o cosa, pensavo sarei vissuto solo per il basket, e invece quella che mi è sembrata una buona idea in quel momento mi ha solo creato una confusione assurda nella testa.

Saranno state le troppe testate che ho ricevuto da quel cretino di Sakuragi, sarà che probabilmente nessun uomo è un’isola, so che sto citando qualcosa ma non ho idea di dove abbia sentito questa frase. Forse me l’ha detta Sendo in una delle sessioni di studio post club e post partitella contro di lui, adesso ci incontriamo a casa mia, così, qualsiasi sia il tempo possiamo giocare.

Mia madre adora Akira, è così educato, riesce ad essere perfetto e lei lo adora, ha cominciato a cucinare i suoi piatti preferiti, e io mi becco sempre i piatti preferiti di Sendo, mia mamma adesso è tutta: “Akichan ha detto, ha fatto, mi ha portato” un disco rotto, ma piace anche a papà. A volte mi chiedo se sia stata una buona idea presentare il figlio perfetto ai miei genitori, loro mi avrebbero voluto più affettuoso, più affabile, più Akira e meno Kaede.

Non sono un buon figlio, non distribuisco sorrisi, non capisco quando mamma ha bisogno di aiuto, o quando mio padre ha bisogno di qualcosa, sono egoista, me lo ripetono da sempre, non ho empatia, e spesso mi accusano di non avere sentimenti. Non sono bravo, devo dondolare a volte per riprendere il controllo di me, sono quello strano, quello che non sa se gli stanno facendo una battuta o se stanno dicendo qualcosa sinceramente, e poi dico quello che penso, e da quel che ho capito non bisogna dire sempre quello che si pensa. Non sono abbastanza bravo a scuola, anche se con l’aiuto di Sendo i miei voti sono migliorati. Mio padre, ha deciso di farmi allenare anche dopo cena, le sere che non c’è Akira a casa nostra.

Mamma è casalinga e si occupa della casa, ma non della palestra, quella è il mio compito, deve essere lucente come la casa, e visto che va trattata come un tempio proprio per questo vado ad allenarmi al campetto appena posso.

Mi squilla il telefono: “Moshi Moshi” rispondo e le mie orecchie si riempono della risata di Akira: “Vieni da me domani dopo scuola?” mi chiede ed io tergiverso “Ecco… io…” lui sospira ed io sento l’impulso di spiegarmi “Devo chiedere ai miei, non so se hanno da fare, se devo fare qualcosa, lo sai non sono bravo con queste cose”, la mia risposta viene accolta dal tono gioioso del numero sette del Ryonan: “Bene bel ragazzo, ci vediamo domani” mi saluta ed io ricambio. Finisco di lucidare il pavimento e poi mi dirigo di nuovo al piano di sopra.

Riversare la mia vita nel basket, solo nel basket mi sembrava un’idea fantastica, un impegno preso a dieci anni, il sogno dell’NBA.

Non voglio cambiare il mio sogno o il mio impegno nel basket, ma ora sento il bisogno di avere anche altro nella mia vita. Ho imparato a godere del contatto fisico, se da una parte io sono schivo e poco tattile dall’altra c’è Akira, e lui è uno molto fisico, anche se dopo il bacio al campetto non ci siamo più baciati. Da un paio di mesi non faccio a meno di pensare che vorrei baciarlo di nuovo, che vorrei sapere perché sento sempre una specie di mal di stomaco quando sono con lui.

Per tutto il giorno sono elettrico, ovviamente nei miei limiti, all’esterno sembro identico a quello che ero ieri, a quello che ero a luglio quando questa cosa è iniziata, ma dentro mi sento diverso, nuovo, strano. Agli allenamenti la nuova accoppiata del basket giovanile fa faville, anzi il quartetto di teppisti della scuola, Miyagi, Mitsui, Sakuragi e naturalmente io, riusciamo a trovarci in campo come se giocassimo insieme da sempre. Riuscire a fare squadra con il centro più rumoroso del Giappone è stato difficile ma non impossibile, ma penso si sia convinto quando gli ho detto quanto fosse estenuante la nostra guerra. Quando ho rifiutato la Akagi definitivamente lui è diventato meno ostile, ora stanno insieme, e finalmente possiamo giocare a basket senza menate. Non abbiamo smesso di picchiarci sistematicamente, ma adesso lo facciamo solo in occasioni particolarmente stressanti. Prima di una partita importante ci diamo ad una sessione di rissa propiziatoria.

All’uscita della palestra trovo Sendo appoggiato al muretto che delimita la scuola, le ragazze stanno sbavando su di lui ed adesso avrei voglia di ucciderle tutte in modo che non lo guardino, che non lo pensino e non voglio immaginarmi altro. Indossa ancora la divisa della sua costosa scuola privata e qua sembra proprio fuori posto. Lo saluto con un piccolo inchino e lui ride di gusto, so che mi sta prendendo in giro, ma non capisco cosa stia sbagliando. Il rosso scimmia arriva alle mie spalle e comincia a sbraitare di porcospini hentai che vogliono osservare il genio per capire di non avere chance per il campionato invernale. “Mi hai scoperto Sakuragi, ora se vuoi scusarmi” mi si avvicina e mi fa cenno di seguirlo, cosa che faccio. Mi sono reso conto di avere completa fiducia nel capitano del Ryonan.

Dopo una bella camminata arriviamo a casa sua, una villetta in stile tradizionale, con tanto di fontana in giardino, entriamo e mi guida in cucina, e mi offre la merenda, un the e una torta con sopra dei ciuffi di cioccolata. Mentre parliamo delle nostre giornate lui si sporca sopra un labbro e non riesco a resistere, mi avvicino a lui e lecco via la cioccolata, e questo mi fa travolgere dal porcospino che comincia a baciarmi, io sono impacciato, non ho mai baciato nessuno Akira è il primo per me.

Non so come mi ritrovo in camera sua, sdraiato su un futon di grandi dimensioni e che ha lo stesso profumo di Sendo. Le mie mani vagano su di lui, le sue si sono insinuate sotto i vestiti, non riesco a trattenere un brivido quando le sue dita calde scivolano sui miei addominali scivolando sotto l’elastico dei pantaloni. Lo tocco a mia volta una mano sulla sua schiena così rassicurante l’altra sul suo fianco. “Sei troppo vestito” la sua voce è diversa, e mi fa venire una sorta di smania, ribalto le posizioni e lo bacio mentre sono a cavalcioni su di lui, che non la smette di giocare con l’elastico dei miei pantaloni e dei miei boxer. Cerco di togliergli la maglietta, e lui mi agevola, e poi anche la mia finisce a terra con la sua. Sento l’urgenza di baciarlo sul collo, mi distraggo e mi ritrovo di nuovo sdraiato con sopra Akira, che mi guarda famelico, sospiro e lui mi abbassa di colpo pantaloni e boxer insieme, cerco di coprirmi mi vergogno, mi sento esposto, ma vengo fermato dalla sua mano grande “Sei una visione, non coprirti” comincia a baciarmi il collo e comincio a sospirare, mi sto eccitando e lui continua con una scia di baci mentre raggiunge la mia eccitazione. Lo prende in bocca e io ho un singulto, mi manca il fiato e sento una sensazione piacevole all’altezza della pancia. Comincia a carezzarmi e a prepararmi, in teoria so come funziona, ma non pensavo potesse essere così bello, dopo un iniziale fastidio comincio ad abituarmi alla sua intrusione, e quando sento di nuovo una bella sensazione comincio a muovermi, Akira mi asseconda e mi sento completo, così bene che mi commuovo. Provo un piacere che non pensavo esistesse.

Dopo aver fatto l’amore rimaniamo abbracciati sul suo letto coperti solo dal suo piumino con i palloni da basket, devo essermi addormentato, mi sveglio “Akira” lo chiamo e lui mi sorride e continua a carezzarmi i capelli, cosa che mi ha svegliato, in modo piacevole. “Mi piaci” gli dico e lui comincia a ridere e mi abbraccia e dopo comincia a baciarmi con entusiasmo, e ricambio perché sento che non sarò più solo. “Ti amo” mi risponde tra i baci, riesco a sdraiarmi su di lui e gli mordo una clavicola “Mio”. Mi da un pizzicotto e poi blocca le mie mani “Mi marchi adesso? Dopo mesi di quasi niente?”. Sospiro rumorosamente, sto pendendo tempo, lui ha bisogno di parole, ma io non sono bravo con quelle. “Non capisco le cose Akira, non conosco il modo di esprimerle, so solo che vorrei stare con te così, che mi fai battere il cuore e avere una sensazione strana alla pancia”. Adesso è lui che si commuove e io non so come comportarmi. Lui mi bacia tra le lacrime “Troveremo un modo, troveremo un modo”.


Note Sparse
Volevo pubblicarla il 7 novembre, ma niente ho trascinato la scrittura e non ce l’ho fatta, era per il SenRu day anche se leggiamo la data alla giapponese sarebbe il RuSen day.
*1 Data all’italiana
Sono pessimo lo so, e non so bene da dove viene questa cosa, non è ancora finita, penso un paio di capitoli, ma doveva essere una one shot quindi non fidatevi, non lo faccio nemmeno io

  
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