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Autore: Fiore di Giada    23/11/2020    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/I_Beati_Paoli_(romanzo)]
[https://it.wikipedia.org/wiki/I_Beati_Paoli_(romanzo)]– Addio!… Baciami… – sussurro, supplichevole. Per un eterno, breve istante desidero sentire il calore delle labbra del mio splendido cavaliere.
Vorrei l’illusione di un amore troppo presto svanito o mai esistito.
E le sue labbra, leggere, si posano ora sulle mie labbra, ora sulle mie guance.
Ma la sua bocca meravigliosa si muove in una domanda sempre uguale, crudele, straziante.
– Che cosa hai fatto?… Che cosa hai fatto?… Perché? – chiede.
Non accetta l’inderogabilità del mio atto e questo dilania il suo nobile cuore.
Non comprende le ragioni della mia scelta.
– Era necessario!… – gli rispondo, il tono ormai stanco.
Uno spasmo, ad un tratto, percorre le mie membra e la tenebra della morte, implacabile, scende sui miei occhi.
E, finalmente, muoio riscattata da ogni errore.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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Gli occhi di Coriolano, accusatori, penetrano la mia anima.
E, ad un tratto, il senso di colpa, che avevo sepolto in nome di un sentimento ossessivo, riemerge.
Implacabile, sferza il mio cuore e io comprendo l’abisso di abiezione della mia anima.
Che cosa sto per fare? Come posso uccidere Violante?
Lei è una ragazza dall’animo limpido e ha anteposto il rispetto per me all’amore per Blasco.
E non dimentica che, per salvare il mio e il suo onore, mi sono macchiata le mani del sangue di Emanuele.
Ha promesso di rinunciare al suo amore e di diventare suora.
E so che, pur straziata, manterrà la sua parola.
La sua adamantina onestà limiterà e frenerà l’impeto ardente del suo sentimento.
E io, guidata dalla mia ossessione, ho pensato di ucciderla?
Che donna sono? Che persona sono?
Lancio un’occhiata a Violante e vedo che sta bevendo il vino.
Devo rimediare. E ho poco tempo.
Non posso permettere che muoia.
Con un gesto secco, le faccio cadere il bicchiere.
Questo si infrange in centinaia di frammenti con un secco scricchiolio.
No! – urlo. Non posso macchiarmi di una simile infamia.
I miei desideri per Blasco spariscono davanti alla gratitudine e al rispetto della dignità morale.
Vuoto il bicchiere. Presto, il vino si diffonde nel mio corpo.
Disgraziata! – urla Coriolano, rabbioso.
Sono sorpresa dalla sua reazione e lo guardo.
Perché è furioso? Non ho intenzione di creare ulteriori problemi.
Non è giusto.
Non posso imporre a Blasco un sentimento che lui non prova.
Gli occhi di Violante, sgranati, spiccano sul viso pallido, mentre Blasco, stupito, mi fissa.
Mi dispiace condannarlo ad una ulteriore, dolorosa pena.
Ma è necessario.
Ad astra per aspera. Non c’è altra strada per dare loro la felicità meritata.
Solo la mia scomparsa, per quanto dolorosa, potrà donare loro l’empireo a cui aspirano gli innamorati.
Ad un tratto, il dolore mi fulmina e io mi passo le mani sul viso.
Barcollo, poi cado.
I miei occhi, ormai annebbiati, vedono il volto di Blasco scolorirsi.
D’istinto, si precipita verso di me e le sue mani mi sostengono.
Gabriella! Gabriella! Dio mio… Che cosa succede dunque? … – urla.
La sua voce, di solito tanto fiera e risoluta, è percorsa da paura e panico.
Non comprende cosa stia accadendo, eppure ha impedito al mio corpo agonizzante una caduta rovinosa.
Vedo Coriolano precipitarsi nell’anticamera e invocare l’aiuto di un medico.
Sorrido. E’ un uomo razionale e intelligente, ma non ha veduto la realtà nella sua interezza.
Nessun medico può salvare la mia vita.
Blasco, disperato, mi stringe la mano e cerca di scuoterla.
Che cos’hai?… Che cos’hai fatto? Parla!… Mio Dio! Parla! – urla.
Sorrido e volto lo sguardo verso Violante.
Le sue mani sottili si sono giunte in preghiera e i suoi occhi, vitrei di terrore, si fissano ora su Coriolano, ora su Blasco, piegato sul mio corpo sofferente.
Sono sempre più stupita. Nelle sue iridi verdi… vedo dolore.
Lei, che pure dovrebbe gioire della mia morte, è pietrificata dall’angoscia?
Non è stato solo il rispetto di un giuramento a spingerla a quella promessa…
Tale consapevolezza rafforza la mia determinazione.
La mia morte è giusta.
Io posso solo liberare lei e Blasco dal mio sentimento ossessivo e torbido.
Posso, con la mia fine, dare loro la chiave per la libertà.
Vedo Coriolano sussurrare parole flebili di conforto.
E’ un uomo solido e deciso, ma, malgrado la fine sempre più vicina, vedo il suo volto contratto in una maschera di scoramento e i suoi occhi grigi velati di tristezza.
Soffre per me? E’ dispiaciuto per Violante?
Ma cosa importa?
Coriolano! … Coriolano!… Ella muore!… – urla ad un tratto Violante.
Poi, le sue ginocchia non la sorreggono più e cade sul pavimento, il viso bagnato di lacrime.
Dio… Dio…! Abbiate pietà di lei! – prega.
La consapevolezza di quanto sta accadendo l’ha colpita, come uno schiaffo in pieno viso.
E ora domanda pietà al Signore per la mia anima, nera di peccati.
Mi sento indegna di morire accanto ad una persona nobile come lei.
Se tu puoi, Dio, esaudisci la sua richiesta.
Io non merito nulla, ma un cuore tanto generoso e puro è degno d’ascolto.
Alzo la testa e fisso ora Blasco, ora Violante. I loro volti non lasciano mai questo viso di peccatrice…
Malgrado il male da me compiuto, mi restano accanto.
I miei occhi, ad un tratto, si velano di lacrime e Blasco, con un debole gesto della mano, le allontana dalle mie guance.
Perdono!… Addio… – mormoro. Finalmente, ho deposto il mio stupido, vacuo orgoglio.
Ho preso coscienza della mia malvagità.
Eppure, loro sembrano quasi non accorgersi delle mie parole amare.
Gabriella!… Gabriella! – urla Blasco.
Signora! Signora! – singhiozza Violante.
Le loro voci, così stravolte dalla disperazione, giungono alle mie orecchie.
Mi fa male sentire la loro pena e spero che sia breve.
Non devono patire il dolore per la scomparsa di una persona abietta come me.
Con uno sforzo enorme, sollevo le braccia e le mani, gelide di morte, si posano sulle teste di Blasco e Violante.
Almeno… ricordatevi di me… – sussurro. Non è certo, ma affido alla loro comprensione questa richiesta.
Sorrido. Come ho potuto dubitare di loro, seppur per un istante? Non mi dimenticheranno.
Mi stanno mostrando la nobiltà e la purezza dei loro cuori, capaci di andare oltre le mie colpe.
E questa certezza mi rende serena.
Uno spasmo di dolore strazia il mio petto e il mio corpo si agita. Ormai, sta finendo il mio tempo.
Poi, allontano la mia mano destra destra da Violante e stringo le mie mani sul viso di Blasco.
Posso sentire l’umido calore delle sue lacrime sui miei palmi.
Addio!… Baciami… – sussurro, supplichevole. Per un eterno, breve istante desidero sentire il calore delle labbra del mio splendido cavaliere.
Vorrei l’illusione di un amore troppo presto svanito o mai esistito.
E le sue labbra, leggere, si posano ora sulle mie labbra, ora sulle mie guance.
Ma la sua bocca meravigliosa si muove in una domanda sempre uguale, crudele, straziante.
Che cosa hai fatto?… Che cosa hai fatto?… Perché? – chiede.
Non accetta l’inderogabilità del mio atto e questo dilania il suo nobile cuore.
Non comprende le ragioni della mia scelta.
Era necessario!… – gli rispondo, il tono ormai stanco.
Uno spasmo, ad un tratto, percorre le mie membra e la tenebra della morte, implacabile, scende sui miei occhi.
E, finalmente, muoio riscattata da ogni errore.


   
 
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