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Autore: Animer_otaku    23/11/2020    1 recensioni
Ora avrebbe dovuto cominciare a fargli le solite domande di rito. “Dove siete stato? Avete affrontato o incontrato altri demoni? Quanto resterete?” Lui avrebbe risposto con frasi brevi e concise, poi le avrebbe consegnato il suo nuovo kimono per lei. Sarebbe rimasto qualche giorno, e poi sarebbe ripartito con i saluti velati di tristezza e l’impazienza di Rin per la prossima volta in cui sarebbe tornato. Non andò così. Rin aveva già deciso cosa fare ormai da tempo.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I. Anime



- Rin non sembra anche a te un po’ strana ultimamente? -
- Rin? -
- Ma sì, non hai anche tu l’impressione che sia più sbadata o trasognata del solito? O che mangi di meno…? Ieri le ho chiesto di accompagnarmi a raccogliere erbe e quando è uscita dalla capanna non si è nemmeno ricordata di portarsi dietro un cesto, gliel’ho dovuto ricordare io… E anche quando gliel’ho fatto notare ha impiegato qualche secondo per rendersi veramente conto di cosa le avevo detto. -
- A me sembra la stessa di sempre. -
- Non ci posso credere… -
- E ora che c’è? -
- Ma Miroku e Sango non ti hanno insegnato proprio niente? -
- Tutto ciò che Miroku potrebbe insegnarmi sarebbe truffare la gente e andare dietro ad ogni ragazza che incrocio, ti lamentavi tanto per Kikyo e ora mi dici che devo mettermi a sbavare dietro a tutte?! -
- Io ho sempre sofferto in silenzio! -
- Davvero? E che mi dici della volta in cui… -
- A cuccia! -

§

La ragazza alzò lo sguardo sulla coltre del cielo. Non vi erano nuvole e le stelle splendevano nel silenzio. Quando lo sguardo le cadde sulla luna crescente di quella notte sorrise di tenerezza. Al di là della luna aveva creduto di vedere anche qualcun altro… «Ciao, Rin.»

Il cuore le partì nel petto. Rin si voltò di scatto e corse incontro a Sesshomaru. Sorrideva come non aveva mai fatto in vita sua. «Signor Sesshomaru!» Ormai era passato un mese in cui le era mancato da morire. Per la prima volta da quando aveva realizzato ogni cosa lo incontrava di nuovo. Non riuscì a trattenere la felicità nel vederlo ancora una volta e chiuse gli occhi nell’abbracciarlo come faceva ormai da anni. La spalliera e l’armatura del demone non le avevano mai fatto paura.
Rin sentì una mano posarsi piano sulla sua schiena e intensificò il sorriso contro il petto di Sesshomaru. Si era sempre sentita protetta vicino a lui.

«Mi siete mancato.»


«Non mi aspettavo di trovarti ancora sveglia.»

«Non riuscivo a dormire… E poi anche voi generalmente arrivate in mattinata.»

«Questa notte no.»

Ora avrebbe dovuto cominciare a fargli le solite domande di rito. “Dove siete stato? Avete affrontato o incontrato altri demoni? Quanto resterete?”
Lui avrebbe risposto con frasi brevi e concise, poi le avrebbe consegnato il suo nuovo kimono per lei. Sarebbe rimasto qualche giorno, e poi sarebbe ripartito con i saluti velati di tristezza e l’impazienza di Rin per la prossima volta in cui sarebbe tornato.

Non andò così.
Rin aveva già deciso cosa fare ormai da tempo.


«Otto anni fa mi avete lasciata in questo villaggio.» Avvertì Sesshomaru sussultare leggermente contro di lei, come se avesse già capito. Rin richiuse gli occhi e lo strinse ancora più forte, affondando il volto nel suo petto. Non si era mai sentita più sicura di sé nella sua vita. «Ho fatto la mia scelta. Voglio venire con voi.»

§

- Ehi, ma questo…! -
- Uh? Che succede? -
- …è l’odore di Sesshomaru! È tornato quel maledetto bastardo! -
- Ah, il cognatino! -
- Ma nella sua inutile vita non ha nulla di meglio da fare che tornare sempre qui?! -
- Ed ecco che ci ricolleghiamo a quello che ti ho detto stamattina… -
- Eh? -
- Secondo te, perché Sesshomaru finisce sempre per tornare qui al villaggio? -
- …? -
- Non ci posso credere… -
- Ehi, aspetta un attimo…! -
- Cosa? -
- …Sesshomaru non è da solo! È giù al fiume e… c’è anche Rin! -
- Rin?! Ma allora è perfetto! Forza, andiamo al fiume e vedrai con i tuoi occhi! -
- Stai scherzando?! È fuori questione! Lascia perdere quell’idiota di mio fratello, meno ci abbiamo a che fare meglio è! -
- Ah no, un’occasione come questa non me la perdo nemmeno se mi pagano, tutti al fiume! -
- Tu vai, non aspettarti che io venga a salvarti quando Sesshomaru vorrà ucciderti. -
- Vuoi un A CUCCIA?! –                         

...un A cuccia dopo...

- Vengo! –

§

Rin si sciolse dall’abbraccio e si allontanò leggermente, sollevando il volto verso Sesshomaru. Incrociò due occhi dorati che la fissavano senza la solita indifferenza e non riuscì a trattenere un sorriso. Non aveva dubitato un solo istante fin da quando aveva capito perché finisse sempre per pensare a lui e aveva ricordato la decisione che le era stata affidata. «Sono stata bene al villaggio in questi otto anni, ho trovato degli amici e delle persone a cui vorrò per sempre bene. Ma non potrò mai lasciarvi.» Involontariamente, Rin si portò una mano al cuore. Era stato più forte di lei. «Siete stato il primo ad interessarvi di me dopo la morte della mia famiglia. Mi avete riportata in vita due volte, siete sempre venuto in mio soccorso quando mi trovavo in pericolo.»

Quando le aveva chiesto come avesse fatto a procurarsi quei graffi, quando l’aveva salvata dalla caduta nel canyon, quando era accorso per impedire che lei venisse portata via dai monaci, quando aveva rischiato di restare nell’aldilà pur di riportarla indietro… Rin rivisse in un istante tutti i ricordi del tempo che aveva trascorso con lui da bambina e dovette sforzarsi per non commuoversi. «Vengo con voi.»

C
alò il silenzio. Trasportata fin nelle viscere dalle sue parole, Rin rimase perfettamente immobile, in attesa.
Sesshomaru batté una volta le palpebre e poi tornò a fissarla con il suo solito sguardo ermetico. «Va bene.»

Né la voce né il volto avevano tradito alcuna emozione per la sua scelta. Ma Rin non si era mai aspettata un particolare salto emotivo quando aveva stabilito che gli avrebbe annunciato la sua decisione.

La ragazza sorrise leggermente e tornò a muoversi. “Mi basta restare con lui.”

Preferiva non parlargliene ancora. 
Non era una situazione facile. "Resto pur sempre un’umana. La consapevolezza dei miei sentimenti non è sufficiente.”
Per quanto fosse innegabile che Sesshomaru tenesse davvero molto a lei, fondamentalmente le sue idee sugli umani non erano cambiate. Forse si era un po’ ammorbidito nei loro confronti, ma per il resto... L'ultima cosa che voleva era scoprire cos'avrebbe fatto Sesshomaru se lei gli si fosse dichiarata e lui non l'avesse accettata. “...mi basta restare con lui. Non chiedo altro.”


«Di fronte alla tua scelta si apre un nuovo bivio.»

Rin dimenticò le sue elucubrazioni e assunse un’espressione perplessa. Sesshomaru le diede le spalle e fissò il cielo notturno come aveva fatto anche lei, alzando lo sguardo sulla luna. «Puoi tornare a viaggiare con me come la bambina di otto anni fa. Oppure puoi farlo al mio fianco, come mia sposa.»


Un cuore perse un battito. La voce di Sesshomaru non aveva tradito la minima emozione. «La scelta è tua.»

All’improvviso Rin si ritrovò a terra. Le gambe non l’avevano sorretta.

Tremava e respirava a fatica, il cuore in tumulto e gli occhi sbarrati che non riuscivano a vedere il terreno davanti a lei. “No… Non può essere…” La ragazza si prese il volto tra le mani. I palmi erano gelidi ma le guance erano in fiamme. “Non può avermelo chiesto davvero… è un sogno…” Per quanto Sesshomaru e il bosco fossero immobili, Rin vide tutto cominciare a sfocarsi e a ballare davanti ai suoi occhi. Iniziò a venirle mal di testa. “…non può essere…” «P-Può ripetere, per favore? Non… Non ho capito bene…»

«Hai capito benissimo.» Sesshomaru non si era ancora voltato verso di lei. Tantomeno il tono era cambiato. «Ti sto chiedendo di diventare la mia sposa.»

Non fosse stato il glaciale principe dei demoni nessuno avrebbe preso sul serio una dichiarazione fatta a quel modo. Eppure…
Nonostante la confusione di lei e l’ermetismo di lui, Rin percepì qualcosa sotto a quel tono apparentemente disinteressato. Non era soltanto perché Sesshomaru non faceva o diceva nulla senza esserne convinto o senza uno scopo ben preciso. 
“...la sua sposa… lui…”
C’era qualcosa di
diverso. C’era dell’amore sotto quelle parole.
Non la stava prendendo in giro. La amava davvero e le aveva chiesto di sposarlo. “...lui mi ama...”

Per un attimo si vide nel futuro. Un bosco al tramonto… Lei che invece di camminare semplicemente al fianco del demone gli si avvicinava e gli prendeva le mani sorridendo… Sesshomaru che invece di uccidere chiunque azzardasse un gesto simile gliele stringeva di rimando… Lui che poi scioglieva l’intreccio delle loro mani e le sollevava con delicatezza il volto verso l’alto…. Lei che chiudeva gli occhi e si avvicinava lentamente a lui…

Sesshomaru sospirò impercettibilmente. Non era ancora tornato a guardarla. «E’ una decisione difficile. Non voglio farti pressione. Anche se non vorrai non ti impedirò di venire assieme a me. Pensaci per tutto il tempo che ti occorrerà per…»
«…ho già deciso.»

Fece appello a tutte le forze che le restavano e si rialzò. Tentando di reprimere il tremore e il sorriso incontrollato che cominciava a farsi strada sul suo volto, Rin non fece nulla per frenare le due lacrime di emozione che le scesero sulle guance roventi.


Allora non era soltanto una sua fantasia. La amava anche lui. La amava e le aveva chiesto di sposarlo.
Non gli importava che lei fosse un’umana. Sarebbe diventata la sua sposa. Sarebbe rimasta al suo fianco per tutto il tempo che la sua vita di umana le avrebbe concesso.


Sesshomaru si voltò verso di lei. Per una rara volta nella sua vita Rin colse la sorpresa nei suoi occhi e la leggera incertezza nelle sue parole. «È una faccenda seria, Rin. Non puoi aver già deciso.»

«Io vi sposerò. Non mi interessa se me l’avete appena chiesto.» Al poterlo vedere di nuovo in volto il cuore di Rin fece un altro salto. La ragazza si rialzò sulle gambe che ancora tremavano mentre il sorriso si apriva ancora di più. «Vi amo. Vi amo immensamente, signor Sesshomaru. Ormai è qualche giorno che me ne sono resa conto. Non riuscirei a sopportare di starvi lontano o di camminare al vostro fianco come una bambina. Anche se aspettassi qualche giorno la risposta sarebbe sempre questa. Vi sposerò.»

Il silenzio tornò ancora una volta. Sesshomaru la fissava con due occhi indecifrabili. Rin non riuscì a distogliere lo sguardo dal demone immobile a pochi passi da lei mentre i pensieri continuavano a rincorrersi l’uno con l’altro. “Mi ha chiesto di sposarlo… Mi ha chiesto di sposarlo… Mi ha chiesto di…!”

In una frazione di secondo Sesshomaru annullò la distanza tra di loro e la fissò a pochissimi centimetri dal suo volto, fondendo l’oro e il nocciola dei loro occhi. Rin non ebbe nemmeno il tempo di sussultare che una mano strinse la sua con forza e dolcezza allo stesso tempo, e un’altra le si posò sulla sua guancia sinistra. Gli artigli non le fecero alcun male e le loro fronti aderirono mentre i capelli neri di lei andavano a scontrarsi con quelli candidi di lui. Sesshomaru la fissava ad una distanza quasi nulla dal suo viso. Rin dimenticò i suoi pensieri e rimase senza fiato. Non l’avesse tenuta per la mano sarebbe crollata a terra un’altra volta.


«Non darmi mai più del voi.»

«Sì… Sesshomaru.» Le labbra di Rin si stirarono un’ultima volta in un sorrisetto.

Sesshomaru ghignò leggermente -il suo modo di sorridere- e si chinò su di lei. Rin chiuse gli occhi e alzò il volto verso l’alto mentre dimenticava tutto ciò che succedeva attorno a lei e il cuore le esplodeva nel petto. E poi…

§

- Guardali! -
- E allora? Un’umana e un demone, cosa ci vedi di tanto fantastico? -
- Ma proprio non riesci a capire? Lui si sta dichiarando! -
- Per me a cena hai bevuto troppo sakè. -
- Ma se nemmeno bevo… Ma dai, guardali! Sono semplicemente troppo belli! -
- … -
- Oddio, e ora…! Si stanno per…! Oh non posso farcela, devo avvicinarmi un altro po’…! -
- No! Se ti muovi troppo la barriera ceder…! -
Troppo tardi. La barriera andò in frantumi e rivelò la loro presenza mentre Kagome finiva a faccia in giù tra i cespugli e Inuyasha faceva un salto di lato dalla paura.

§

Sesshomaru si allontanò immediatamente da lei e sfoderò la spada mentre gli occhi diventavano rossi. Bakusaiga risplendette sotto la luce della luna.

Rin batté le palpebre e iniziò a riprendere il contatto con il mondo mentre la sensazione di sogno andava in frantumi, Kagome riemergeva dai cespugli in cui era caduta e Inuyasha faceva schizzare lo sguardo mezzo spiritato dalla moglie a Sesshomaru a lei.

«Andatevene.» ringhiò Sesshomaru, gelido.

Kagome era rossa in volto e agitava le mani a mo’ di scusa. «Scusa, cognatino! Ciao Rin! Forza Inuyasha, andiamo!»

«Sei stata tu a farmi venire!»

«Sciocchezze, Inuyasha!»

«Ad ogni modo, sentiamo, fratellino, chi sarebbe ora il disonore della famiglia…?» sogghignò Inuyasha mentre lo sguardo di Sesshomaru assumeva sfumature sempre più assassine.

«Perché quando parli con tuo fratello capisci ogni cosa su lui e su Rin e quando invece te ne parlo io fai l’insensibile?!» si lamentò Kagome.

«Ma che stai dicendo?»

«Oh andiamocene, Inuyasha!»

Rin riuscì appena in tempo a mettere a fuoco Inuyasha e Kagome che scappavano correndo e inciampando per il sentiero.
Sesshomaru rinfoderò Bakusaiga. Gli occhi tornarono del solito colore mentre il demone sembrava dimenticare il fratellastro e la cognatina e riprendeva a fissarla con il suo solito sguardo che sembrava perforarla. Calò il silenzio.

Ancora una volta non fece in tempo a fare qualsiasi cosa -ad esempio, pensare a quanto fossero elevati i livelli di imbarazzo per l’atmosfera rovinata o di nervoso verso Inuyasha e Kagome- che una mano le si posò fulminea dietro la nuca e un’altra le sollevò piano il mento verso l’alto -proprio come aveva visto nel suo ricordo futuro.

Rin dimenticò tutto e sentì ancora una volta il cuore tornare a batterle più forte. Il volto del demone a pochissima distanza dal suo si aprì ad un piccolo sorriso tanto simile a quello del suo secondo risveglio dalla morte.

«Ti amo.»

Se quella mattina avesse saputo cosa sarebbe successo quella notte... Rin dimenticò il mondo e incrociò le sue labbra con quelle di Sesshomaru.

§

- Te lo dicevo che non dovevamo andare. -
- Ma li hai visti?! Erano stupendi, piccoli amori miei…! -
- Tu non ci stai con la testa. -
- Ah già, dimenticavo che sei un insensibile… -
- Chi sarebbe un insen…?! -
- A cuccia. -

...Inuyasha va obbedientemente a cuccia...

– Bene, e dopo tutte queste emozioni, tutti a letto! Buonanotte amore! -
- Parla per te… -
- A CUCCIA! –

 ...mentre Inuyasha torna a cuccia...

- …Dici che è presto per cominciare a pensare ai nipotini…? -

§

Perfettamente sveglia, Rin si alzò dalla stuoia che usava per la notte. Restare nella capanna non aveva molto senso.
Da quando aveva realizzato ogni cosa capitava che non riuscisse ad addormentarsi, qualche volta. La ragazza scosse la testa e, come ogni volta che ci ripensava, il cuore riprese a batterle all’impazzata. «Io lo amo.» Sorrise felice e le guance le si tinsero di rosso.
Lo amava. Era lui quello giusto. Lo sapeva.
Rin uscì dalla sua capanna e andò al fiume. Sedette sulla riva e alzò lo sguardo sul cielo. Non sapeva bene quando Sesshomaru sarebbe tornato, ma prima o poi lo avrebbe fatto. Certo, non poteva essere sicura che lui nutrisse gli stessi sentimenti per lei. Però…
«Torna sempre da me. Mi porta un nuovo dono ogni volta. Sono l’unica con cui non si sia mai arrabbiato.»
Anche se non l’avesse mai amata in senso romantico, le bastava restargli vicino. Non chiedeva altro. Rin sorrise e si strinse nelle braccia, semplicemente felice.

Credette di vederla a qualche metro da lui. Era avvolta nel primo kimono che le aveva donato, arancione e bianco con ghirigori verdi. Ma non era più la bambina con cui aveva viaggiato.
Sorrideva e scherzava come quando era piccola, ma ormai aveva quindici anni e i capelli non erano più raccolti nella codina sulla destra. Lo sguardo si era fatto più saggio e maturo.
Non era più la bambina piccola e spensierata che aveva conosciuto. Era diventata una donna.
Sesshomaru batté le palpebre. Per quanto avesse saputo fin da subito che Rin non era davvero lì con lui, la frustrazione e l’impazienza gli fecero digrignare i denti.
Aveva tentato di ignorare tutti i segnali, ma ormai era giunto al limite. Rin non era più soltanto la bambina verso cui provava affetto.
Cominciò a capire perché da qualche tempo non riuscisse a non correre a lei col pensiero ogni minuto, o perché
 la tensione -ben celata- per la decisione a cui Rin non aveva più fatto cenno si fosse accresciutaO anche solo perché desiderasse averla al suo fianco in quell’istante.
Per quanto stessero già dirigendosi verso Musashi non ce la fece più a camminare. Senza badare a Jaken o ad Ah-Un spiccò il volo, il suo modo più veloce di spostarsi, e desiderò essere già arrivato.

 

Angolo autrice:
(Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Rumiko Takahashi; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro)
Breve storiella senza pretese sulla Sesshrin… Non sono affatto ossessionata da questa coppia, NO NO ^^ ...
Diciamo soltanto che mi ci sono voluti due minuti -giusto per riprendermi quando la prima volta ho scoperto che all’inizio Rin ha sette anni ^^”- e poi non ho più fatto a meno di shipparli >.<

Il titolo della storia (con ADDIRITTURA due capitoli in totale… Ebbene sì, vi romperò le scatole ancora un altro po’ >:P) significa “Ti amo/Amare” in giapponese. Da quanto ho letto online si tratterebbe più di un neologismo o comunque di una parola più a che fare con l’occidente, ma le altre espressioni più tradizionali non mi ispiravano, e così ho optato per questa.
Anche se è stato tutto molto semplice e tranquillo spero vi sia piaciuto questo capitolo!! :)

Animer

   
 
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