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Autore: Vicarious10    23/11/2020    0 recensioni
Una nuova minaccia incombe sul mondo. Tocca al Team Dark combattere per portare la pace, nel loro primo anno di attività per conto della G.U.N.
Riuscirà Shadow the Hedgehog a fermare i peggiori criminali del pianeta?
Genere: Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: OC, Shadow the Hedgehog
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Talk about her like a Queen
Dancing in a Eastern Dream
Yeah, she makes me feel like a river
That carries me away
My woman from Tokyo
She makes me see
My woman from Tokyo
She's so good to me
Deep Purple - Woman From Tokyo
 
 
 
 
Team Dark
Anno Uno

 
5.
La nuova arrivata
 
 
Quella mattina, tutto a Central City era nella norma.
Il via vai di mobiani e umani animava le strade dell’immensa città, dandogli quel tocco che si addice a ogni grande metropoli. La cosa bella di quella città era che i suoi cittadini, almeno quelli buoni, erano sempre pronti ad aiutarsi l’un l’altro senza pretendere di ricevere qualcosa in cambio. E questo Vector the Chrocodile lo odiava più di ogni altra cosa.
- Che vuol dire che non ci paghi!? - sbraitò alla cornetta del telefono - Abbiamo trovato il tuo stupido gatto! I patti erano questi! -
Charmy svolazzava nel loro ufficio/abitazione, gustandosi qualche merendina, ridacchiando per la rabbia del suo amico coccodrillo e contento che questa volta non fosse lui la causa di quella scenata.
- Beh, ti conviene cacciare la grana il prima possibile! - disse Vector prima di riattaccare il telefono - Questa giornata è appena cominciata ed è già finita male! -
Charmy si diresse poi nel soggiorno, accendendo la televisione e sintonizzandosi sui suoi canali preferiti. Purtroppo per lui, c’erano solo notiziari a quell’ora.
- Alza il volume - ordinò Vector - Vediamo se c’è qualche caso interessante da seguire -
Mentre i due guardavano la televisione, Espio the Chameleon era nella sua stanza, in quella che sembrava una profonda meditazione. Ogni mattina era il primo a svegliarsi, per poter trovare la concentrazione necessaria al suo allenamento di tre ore. Questa volta, però, non stava meditando per prepararsi fisicamente e psicologicamente ai suoi esercizi. Durante la notte, aveva percepito qualcosa di strano in sogno. Qualcosa lo aveva messo in allarme, agitandogli il sonno.. ma non riusciva a capire cosa fosse e perché. Rimaneva seduto a gambe incrociate, gli occhi chiusi e il corpo in totale scioltezza e si concentrava per capire cosa lo aveva messo in allarme. Quando tutto sembrava non portare a niente, Espio si chiuse ancora di più nella sua mente. C’era una traccia, un immagine che gli sembrava di aver già visto. Cercò di isolarla nella sua testa, cercando di renderla più nitida.
La rivelazione gli arrivò come un fulmine a ciel sereno. Di colpo, il camaleonte aprì gli occhi. Qualcuno era appena arrivato in città, qualcuno che non doveva essere lì. Una persona che conosceva bene e che, quasi sicuramente, non aveva buone intenzioni.
Espio si alzò, uscì dalla sua stanza e raggiunse i suoi amici, con cui formava il famoso Team Chaotix. Forse non erano davvero così famosi, ma quel poco di riconoscimenti che avevano avuto nel corso del tempo li avevano portati ad avere più clienti in quel momento, il che bastava a pagare l’affitto.
- Finalmente! - disse Vector notando la sua presenza - Ti avevamo dato per disperso! -
Espio non rispose. Era troppo concentrato su quello che aveva appena scoperto.
- Shh, ragazzi, parlano di Shadow alla TV! - disse Charmy.
I tre diedero attenzione al notiziario.
- Pare che, ieri sera, un criminale sia stato arrestato dal nuovo team d’elité della G.U.N. . Al momento non ci sono ulteriori dettagli, se non questi filmati ripresi dai passanti -
Il notiziario mandò dei video ripresi con dei cellulari, in cui si vedeva chiaramente Shadow in un vicolo mentre storceva il braccio ad un uomo, con Rouge al suo fianco.
- Nel filmato, si può riconoscre chiaramente il noto Shadow the Hedgehog, mentre il criminale è stato identificato come Jack Dempsey, sospettato di molti crimini, tra cui reciclaggio, estorsione e traffico d’armi. Un duro colpo per il mondo del crimine, tutto grazie a Shadow the Hedgehog -
La giornalista annunciò poi le notizie successive, mentre Vector e Charmy commentarono quello che avevano appena visto.
- Ne ha fatta di strada, quel riccio! - commentò Vector divertito.
- Già! Sta ripulendo la città da quei farabutti! -
Espio non seppe dire con precisione se quello che stava vivendo fosse una semplice coincidenza o il frutto del destino, ma sentì qualcosa dentro di sé. Una specie di collegamento tra quello che aveva percepito e la guerra al crimine di Shadow.
- Ehi, Espio! Che ti prende? - gli chiese Vector notandolo con la testa chissà dove.
- Niente - rispose il camaleonte.
Questo si diresse verso la porta principale, lasciando i suoi amici confusi.
- Dove vai? - gli chiese Charmy preoccupato.
- Oggi ho bisogno della giornata libera - fu la risposta del mobiano fucsia.
Espio uscì dall’abitazione, mentre Vector e Charmy fecero spallucce, convincendosi che non fosse successo nulla.
 
All’aereoporto, la lince di colore marrone chiaro prese la sua valigia dal nastro trasportatore. Si avviò verso l’uscita, al fianco di numerosi viaggiatori che si trovavano lì ognuno per motivi differenti. Riusciva benissimo a confondersi tra quel via vai di persone, umani e mobiani, senza dare assolutamente nell’occhio. Dopotutto, lei era sempre stata brava in questo.
All’esterno, la ragazza si avvicinò ad un taxi parcheggiato di fronte ad una piccola piazza. Il tassista, che si stava godendo una meritata pausa addentando un cornetto al cioccolato, rimase sopreso quando la vide entrare nella macchina.
- Signorina, sono in pausa - le disse cercando di essere il più gentile possibile - Deve prendere un altro taxi -
La lince non proferì parola. Tirò fuori qualcosa dalla tasca laterale della valigia e la diede al tassista. Quando l’uomo capì che erano soldi, tanti soldi, mise via il cornetto e mise in moto la macchina.
- Dove la porto, signorina? -
Neanche questa volta la lince proferì parola. Gli diede un bigliettino con su scritto un indirizzo. L’uomo conosceva bene la zona e sapeva che strada prendere per arrivarci. Durante il tragitto, il tassista cercò di scambiare quattro chiacchere con la mobiana.
- Allora.. viene dalla Cina, giusto? -
- Giappone - lo corresse la lince.
- Ah.. giusto, mi scusi.. -
Passò qualche minuto di silenzio. Dopodiché, l’uomo ci riprovò.
- Ed è qui per.. lavoro? -
- Più o meno - rispose la ragazza guardando fuori dal finestrino.
Arrivati a destinazione dopo venti minuti, la lince prese la valigia e uscì dall’auto.
- Tenga il resto - disse prima di mettere piede sul marciapiede.
Il tassista non protestò. Felice più che mai, ripartì perdendosi nel traffico.
 
Rouge the Bat era una persona che si annoiava facilmente.
Quella mattina, non aveva fatto altro che rimanere nella sua residenza all’interno del quartier generale della G.U.N. a guardare la televisione. Ovunque si sintonizzasse, trovava solo programmi di cucina e cartoni animati, cose che detestava.
Decisa a dare una svolta a quella giornata, uscì dalle sue stanze e si diresse dall’unica persona che amava infastidire più di tutte. La porta della sua stanza era aperta, fortunatamente per lei. La ladra trovò Shadow seduto di fronte ad una moltitudine di schermi, ognuno che riproduceva cose differenti. Mappe, immagini, filmati.. tutto collegato da un unica cosa: Mammoth Mogul.
Il riccio nero l’aveva presa sul personale, molto più di quanto Rouge potesse mai immaginare. Stava lì tutto il giorno a meditare sul prossimo passo, sui nemici da acchiappare e sulle informazioni che poteva ottenere. Se non lo conoscesse bene, direbbe che aveva passato tutta la notte su quegli schermi.
- Tesoro, è ora di colazione! - disse Rouge annunciando la sua presenza.
Il riccio non rispose, come suo solito.
A quel punto, la ladra si avvicinò alla sedia, tentando un grosso azzardo.
- Avanti tesoro! Oggi è il nostro giorno libero! - disse abbracciando il riccio.
Era sicura che si sarebbe beccata una sonora sgridata, ma così non fu. Shadow era troppo perso nelle sue macchinazioni per darle importanza, il che diede fastidio alla sua amica.
- Dai, usciamo fuori. Facciamo un giro in città! -
- Non ho tempo - fu la secca risposta di Shadow.
- Sei una delusione. Trovi mai del tempo per svagare un po’? -
Prima che il riccio nero potesse rispondere, uno squillo attirò la sua attenzione. La Forma di Vita Definitiva inarcò il sopracciglio, visibilmente incuriosito. Si alzò dalla sedia e si diresse sul suo letto, controllando cosa ci fosse sotto di esso. Tirato fuori un vecchio baule, Shadow lo aprì e, tra i vari oggetti, trovò un cercapersone, la fonte di quello squillo.
- Cos’è? - chiese Rouge incuriosita.
Shadow attivò il congegno, per poi leggere il messaggio. Quando Rouge fece per leggere anche lei, il riccio nascose il dispositivo e si diresse verso la porta.
- Ho delle cose da fare in città. Tornerò tra un’ora - spiegò il riccio.
- Che devi fare? - chiese Rouge insospettita.
- Niente che ti riguardi - rispose Shadow - Tu rimani qui e aspettami. Se succede qualcosa, contattami -
 
Il viaggio era stato lungo.
Non snervante, non rilassante. Semplicemente, lungo. Per lei, nove ore su un aereo erano sufficienti per meditare su quello che avrebbe dovuto fare. Nei giorni precedenti, dopo quella chiamata, gli erano arrivati tutti i file che le occorrevano sull’obiettivo. Li aveva visti più volte, come suo solito, in modo tale da non tralasciare nessun particolare. La sfida era intrigante, doveva ammetterlo.
Arrivata nel motel, la lince aveva preso la stanza prenotata come d’accordo, non trovando nessuno che potesse disturbarla in alcun modo. Chiuse la porta della stanza a chiave, per poi guardarsi attorno. Era modesto, come piaceva a lei.
Poggiò la valigia sul tavolo e la aprì, tirando fuori tutto l’occorrente. Prese la cintura in fibra di carbonio e la allacciò alla sua vita, per poi agganciarvi i suoi sai e una moltitudine di shuriken. Non aveva tempo per fare altro, nemmeno una doccia, visto che sarebbero venuti a prenderla di lì a breve.
La lince si prese un attimo di tempo per guardarsi allo specchio accanto a lei. Non era agitata, sentimento che non aveva mai provato in vita sua. Quando qualcuno bussò alla porta, la ragazza chiuse gli occhi e fece un respiro profondo.
 
Espio rimase sul tetto di quel palazzo di sette piani per dieci minuti prima di trovarselo di fronte.
- Non ero sicuro che saresti venuto - disse il camaleonte - Il comunicatore che mi hai dato all’epoca, speravo che ce l’avessi ancora -
Come suo solito, Shadow squadrò il detective con fastidio. Rispettava Espio, per quello che faceva e che aveva passato. Poteva quasi definirlo come un amico, tutto sommato, ma lo aveva interrotto in un momento importante.
- Cosa vuoi, Espio? - chiese il riccio cercando di arrivare dritto al punto.
Non gli piaceva stare lì, al sole. Fortunatamente, il palazzo era abbastanza alto da non permettere a nessuno di poterli vedere o sentire, nessuno che intendesse farlo ovviamente.
- Ti devo parlare, è importante -
- Questo lo so - disse Shadow - Di che si tratta? -
- Qualcuno è arrivato in città - rispose il camaleonte - E credo che la cosa riguardi te più di chiunque altro -
- Chi? - chiese il riccio.
Espio prese un attimo per prendere fiato. Si sedette sul cornicione del palazzo, facendo aumentare il fastidio nel suo alleato.
- Un’assassina. Una ninja, per la precisione -
Shadow inarcò il sopracciglio, incuriosito.
- Lei.. si fa chiamare La Sposa - aggiunse Espio.
 
Salita sulla lussuosa auto, i due uomini in giacca e cravatta la accompagnarono al luogo designato per l’incontro. Durante il tragitto, la lince guardava in silenzio fuori dal finestrino. Non era fatta per la vita da grande città, la sopportava a malapena nonostante fosse più che brava a non farlo vedere.
Ci misero venti minuti per raggiungere la zona in costruzione della città. Mentre gli umani lavoravano alla costruzione dei palazzi, l’auto percorreva silenziosa le strade libere, per poi svoltare in un parcheggio sotterraneo. Fermatasi, la lince uscì dalla macchina, scortata dai due uomini che, finalmente, poterono tirare fuori le loro mitragliatrici. La ragazza non capiva il perché di quelle armi, ma la cosa non gli diede particolarmente fastidio.
Finalmente, lo vide. Mammoth Mogul si era fatto portare un tavolo ornato da una tovaglia bianca. Seduto comodamente sulla sua sedia rinforzata in acciaio per sostenere il suo peso, Mogul finì di mangiare la sua bistecca mentre osservò con gioia l’arrivo della lince.
- Mia cara, che piacere conoscerti! - disse il mammoth alzandosi - Benvenuta a Central City -
Oltre al mobiano, c’erano altre quattro guardie in giacca e cravatta e armati come gli altri due, che guardavano la scena come fossero statue.
- Dimmi, com’è stato il viaggio? Eri mai stata in questa zona? - chiese il mammoth cercando di fare conversazione.
- Se lei permette - cominciò la lince - Salterei i convenevoli e andrei dritta al punto -
- Ah, sei una tipa che non vuole girarci intorno. Mi piace! - commentò entusista il mammoth - Ma, vedi, i convenevoli fanno parte del mio lavoro e, senza di essi, non si può creare la giusta alchimia tra due persone che devono discutere di affari. Ma hai ragione, arriviamo al punto -
Mogul si pulì la bocca e la proboscite con un fazzoletto, per poi alzarsi e dare le spalle alla sua ospite.
- Come preferisci essere chiamata, mia cara? -
- La Sposa va benissimo - rispose la lince.
 
Shadow rimase lì, in attesa di informazioni. Espio alzò lo sguardo e fissò gli occhi del riccio nero.
- È arrivata qui questa mattina. Mentre parliamo, sento che si sta muovendo per le strade della città -
- Come fai a saperlo? - chiese il riccio nero.
- Non mi crederesti -
- Mettimi alla prova - disse Shadow.
- Io.. l’ho percepita - rispose riluttante Espio.
Quelle parole lasciarono spiazzato il riccio, che prese in conisderazione l’idea di andarsene.
- Per capire tutto, devo raccontarti una storia - cominciò Espio - Una storia che credevo di essermi lasciato per sempre alle spalle -
- Parla - disse Shadow con freddezza.
Espio prese fiato prima di cominciare il racconto.
- È cominciato tutto quindici anni fa, quando la Terra e Mobius erano due pianeti separati. All’epoca, nell’estremo oriente di Mobius, c’era una piccola regione chiamata Rashomon. Era formata da piccoli villaggi, abitati da semplici contadini mobiani indifesi e senza alcuna ricchezza per chi volesse depredarli. Questo però non fermò il clan dei falchi, che attaccarono uno dei piccoli villaggi. Uccisero tutti, con il solo scopo di dimostrare la loro forza. Rimasero lì per giorni, distruggendo il villaggio. Quando se ne andarono, non rimase più nulla. Morirono tutti.. tutti tranne una bambina, una lince -
- Come ha fatto a sopravvivere? - chiese Shadow incuriosito.
- Nessuno lo sa con certezza - rispose Espio proseguendo il racconto - La bambina vagò per giorni in cerca di salvezza, finché non venne trovata.. dal mio maestro -
La Forma di Vita Definitiva era stata catturata da quel racconto, provocandogli ricordi di emozioni familiari come il dolore, la disperazione e la rabbia.
- All’epoca, ero un bambino anche io. Ricordo questa lince silenziosa e impaurita, stanca e sull’orlo della morte. Ma il mio maestro la prese con sé, come aveva fatto con me tempo prima e la salvò. Le diede persino un nome, visto che lei non ha mai voluto rivelare il suo, chiamandola Connie. Crescemmo insieme da quel momento e, per certi aspetti, diventammo come fratello e sorella. Il maestro ci introdusse sulla via dei ninja, addestrandoci duramente per darci uno scopo nel mondo. Passammo giornate intere ad allenarci e a combattere l’un l’altro. Crescendo, entrambi diventammo dei ninja di tutto rispetto.. ma c’era qualcosa di sbagliato in Connie. Il maestro lo sapeva, ma fece di tutto per liberare quella ragazza dal suo demone. Lei però era troppo convinta di quello che provava.. trovando un solo e unico scopo a cui dedicare la sua vita -
- Vendetta - disse Shadow capendo il senso di quella storia.
Espio annuì, per poi riprendere il racconto.
- Una notte, Connie scappò via senza lasciare traccia. Solo dopo venimmo a sapere che si era messa sulle tracce del clan dei falchi, gli stessi che avevano trucidato il suo villaggio. Cercammo di fermarla, viaggiando in lungo e in largo per trovarla.. ma era troppo tardi. Da sola, Connie trovò il clan e sterminò tutti i loro membri, uno dopo l’altro. Dopodiché, scomparve per qualche tempo. Non smettemmo mai di cercarla, nonstante avesse perso la via. Finché un giorno non scoprimmo che era diventata una mercenaria, un’assassina che si faceva pagare a peso d’oro -
- L’hai mai più rivista? - chiese Shadow.
- Si.. qualche anno fa. Il mio maestro morì quando scoprì cosa ne era stato della sua amata allieva. Riuscii a trovarla, con lo scopo di farla ragionare e portarla sulla strada giusta. Le parole però non servirono a nulla, se non a far crescere la sua rabbia. Combattemmo all’ultimo sangue, finché uno dei due non fosse morto.. ma io non avevo il coraggio, non potevo togliere la vita di colei che era stata come una sorella per me. Mi lasciai sopraffare volutamente e lei, capendolo, decise di risparmiarmi la vita -
La storia era conclusa. I due guerrieri rimasero in silenzio per qualche secondo che sembrò un’eternità.
- Perché si fa chiamare “la Sposa”? - chiese il riccio nero.
- Perché si dice che abbia giurato fedeltà a uno shinigami.. un dio della morte - rispose Espio.
Il camaleonte si alzò, avvicinandosi all’estremità del cornicione e dando le spalle a Shadow.
- Perché si trova qui? - chiese il riccio.
- È questo il punto, Shadow - cominciò Espio - Credo sia qui per te -
 
- Mia cara Sposa. Come sai, ho un nemico che rappresenta per me una spina nel fianco - cominciò Mogul - Immagino che tu sappia già tutto su di lui, visto i file che ti abbiamo fatto recapitare. Ho la più totale fiducia in te e nelle tue capacità. Ti concedo totale carta bianca sul come e quando risolvere il mio problema -
Nel sentire quelle parole, la Sposa rimase con un dubbio.
- Mi hai fatto venire qui solo per dirmi questo? - chiese la lince.
- In realtà, no - disse il mammoth.
Il possente mobiano si girò, allontanandosi di qualche metro, dando le spalle a lei e alle guardie armate.
- Vedi, finora ho solo sentito racconti sulle tue abilità. Tutti assolutamente convincenti.. ma ho bisogno di vedere con i miei occhi di che pasta sei fatta in realtà -
Mogul si girò verso la sua ospite, visibilmente incuriosita.
- Vedi i miei uomini? - chiese il mammoth - Uccidili tutti -
Prima che i sei umani potessero reagire a quell’ordine, la Sposa aveva già cominciato la carneficina. Lanciò gli shuriken contro i due uomini più vicini, colpendoli in volto e sfregiandoli. Accecati dal dolore, i due caddero a terra mentre i restanti quattro cominciarono a sparare. La lince fu veloce, balzando sopra le loro teste per evitare di essere colpita. In volo, prese i sai e colpì il terzo uomo alla testa, uccidendolo. Un altro shuriken partì dalle sue mani, accecando il quarto. Gli ultimi due provarono a sparare, ma lei li raggiunse e affondo le lame nei loro petti, prendendoli al cuore. Caduti a terra, la Sposa si concentrò sugli ultimi, quello accecato e quelli a terra. Si avvicinò senza fretta e affondò il suo pugnale nei loro cuori, uno dopo l’altro.
Quando tutto fu finito, Mammoth Mogul si ritrovò con il suo elegante vestito sporco di schizzi di sangue. Il mobiano applaudì, mentre la lince ripulì le sue armi.
- Mia cara.. sei un fenomeno -
La Sposa si girò verso il suo cliente con espressione fredda.
- Verrà spostata un’ingente somma di denaro sul tuo conto, amica mia - proseguì il mammoth - Consideralo un generoso anticipo e un incentivo affinché tu dia il meglio -
La Sposa gli diede le spalle e se ne andò, lasciando il possente mobiano con il sorriso sulle labbra.
 
- Come fai ad esserne sicuro, Espio? -
- Ho ragione di credere che la Sposa sia stata assunta da Mammoth Mogul per eliminarti - rispose il camaleonte.
Shadow rimase interdetto. Come faceva il ninja a sapere di Mogul e della sua attività criminale?
- E tu come.. -
- Vivo da questa città da prima di te, Shadow - rispose Espio interrompendolo - So tutto di Mogul e dei suoi affari sporchi. Sono anni che indago su di lui, ma tutte le piste non mi hanno portato a nulla -
D’un tratto, il comunicatore nell’orecchio destro di Shadow si accese, interrompendo il dialogo tra i due.
- Shadow, sono Rouge. Mi ricevi? -
- Che succede? - chiese irritato il riccio nero.
- C’è stata una strage in un parcheggio sotterraneo della zona in costruzione della città - rispose la ladra - La polizia ha chiesto di te -
Shadow tornò a guardare Espio. Una strana sensazione si fece strada nella mente del riccio.
- Tu vieni con me - fu l’ordine che diede.
  
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