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Autore: Sakkaku    23/11/2020    11 recensioni
Lydia incontra la sua persona speciale, come le avevano predetto. Purtroppo non è tutto così semplice, deve prendere una decisione: farà la scelta giusta o si lascerà tentare dal suo lato oscuro?
«Partecipa alla sfida “Prompts, our Wires” indetta da Soul Dolmayan su EFP».
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fall down


 

Lydia non credeva nell'oroscopo né tanto meno nella cartomanzia. Eppure, non sapeva bene il perché, si era ritrovata a sedersi davanti a una bancarella per farsi leggere le carte. Stranamente la cartomante utilizzava delle normali carte da gioco, forse era questo che aveva incuriosito la donna. Senza timore girò quattro carte e la signora dall'altra parte del tavolo le spiegò il significato.
«Incontrerai il tuo re di cuori, l'amore della tua vita, ma una regina di picche te lo ruberà se non saprai sfruttare la tua occasione. A quel punto ti vorrai affidare ad un jack di quadri, ma dovrai trovare la tua strada, perché si dividerà in due» disse la cartomante «Quindi, sii preparata e agisci. Se scegli la via sbaglia, la tua vita cambierà totalmente e non potrai mai più tornare indietro. Cadrai in un sentiero oscuro.»
Lydia era confusa, ma annuì.
«La ringrazio. Ecco a lei» dopo aver pagato, si alzò e riprese a camminare verso il luogo di lavoro.
“È stata una perdita di tempo. Pensavo avrebbe detto qualcosa di divertente, invece ha solo sparato a vanvera cose insensate” pensò la donna “Alla fine pareva quasi che mi stesse lanciando una maledizione”.


 

Lydia aveva avuto una giornata pesante.
Al lavoro erano successe molte cose: due colleghi si erano azzuffati per un motivo futile; la corrente era sparita per ore, facendo accumulare un sacco di lavoro urgente da terminare, quindi aveva finito più tardi del solito; era scattato l'allarme antincendio a causa di una candela e l'impianto a diluvio aveva attivato gli erogatori, facendo una doccia a tutti i dipendenti che si preoccupavano solo di mettere in salvo le pratiche cartacee prima che fossero rovinate dall'acqua.
Praticamente Lydia aveva la necessità di bere qualcosa, sentiva di averne bisogno per lasciarsi alle spalle quella giornata da incubo. Sulla strada verso casa, si fermò in un bar dove una lavagnetta nera, informava con una scritta colorata che era la serata karaoke.
“Almeno l'ambiente sarà sicuramente migliore rispetto ad altri locali con musica assordante” pensò la donna entrando nel locale.
Lydia si avvicinò al bancone per ordinare, una cameriera l'accolse con un sorriso cordiale.
«Salve, cosa posso servirle?»
«Un Pink Gin Tonic, grazie» rispose la donna sedendosi sullo sgabello.
Era da sola, per cui era inutile occupare un tavolo. Si voltò verso il piccolo palco rialzato dove stava cantando una coppia di anziane signore. Era una canzone d'altri tempi, le pareva malinconica, cosa che coincideva con il suo umore.
«Sono amiche fin da quando avevano cinque anni» le raccontò la cameriera posando la sua ordinazione «Ogni settimana vengono qui e cantano Fly me to the moon. Hanno dei ricordi molto forti legati a quella canzone.»
«Sono fortunate» commentò Lydia «È raro avere un'amicizia così duratura.»
«Lo penso anch'io» sorrise la cameriera «Se vuole ordinare altro, mi chiami.»
Nel giro di mezz'ora il bar si riempì.
«Oh, sei arrivato Scott» la cameriera salutò allegramente l'uomo che si era appoggiato al bancone, sulla destra di Lydia.
«Thea, portami il solito grazie. Hai già prenotato il mio turno?»
La donna si voltò per guardare il nuovo arrivato. Il suo tono di voce era caldo e cordiale.
«Assolutamente. Hai tre canzoni a disposizione, come sempre» rispose la cameriera allungando il bicchiere con l'ordinazione.
Gli occhi azzurri di Scott incontrarono quelli marroni di Lydia che si ritrovò a sorridere a labbra serrate, più per educazione, considerando che non aveva idea di come iniziare una discussione con uno sconosciuto. Quasi senza accorgersene ordinò un secondo drink e iniziò a mangiare dei salatini, giusto per fare fondo e non essere a stomaco vuoto.
«È la prima volta che ti vedo» disse Scott «Dovresti rimanere ed ascoltare la mia esibizione.»
«Che cosa ti fa credere che le canzoni che canterai mi piaceranno?»
Per tutta risposta l'uomo le fece l'occhiolino, prima di prendere in mano il suo bicchiere e raggiungere un gruppo di amici ad un tavolo.
Lydia non sopportava i comportamenti troppo arroganti e pieni di sé, ma doveva ammettere che era curiosa. Thea le aveva raccontato che Scott era l'unico cliente che frequentava abitualmente il bar, anche nei giorni in cui non c'era karaoke. Era in grado di andare d'accordo con tutti e la sua voce era bella quando cantava, quindi doveva restare ed ascoltare almeno una canzone. Effettivamente la voce calda risuonava armoniosa e coinvolgeva i presenti, creando un coro di voci unico. Suo malgrado si ritrovò a cantare, trasportata dall'armonia e calore quasi famigliare. Oltretutto lei adorava What's up. Scott sorrise e con un saltello scese dal palco, senza lasciare il microfono si avvicinò a Lydia e prendendola per mano e trascinandola la portò al suo fianco sul palco. Lei era intimidita, ma si lasciò coinvolgere dalla canzone e si rilassò. Senza rendersene conto cantò senza timore o vergogna. Era la prima volta che succedeva e si divertì molto, oltre ad aver scaricato la tensione accumulata nell'arco della giornata. Lydia si sentiva alleggerita e tutto pareva merito di Scott. Quanto tornò a sedersi al suo posto al bancone, Thea le sorrise.
«Complimenti. Di solito è molto geloso del suo palco e non lo divide con nessuno. Deve aver capito che ne avevi bisogno.»
La donna annuì distrattamente, perché si ritrovò a sobbalzare quando avvertì un tocco sulla sua spalla.
«Visto che avevo ragione?»
«Come?» chiese Lydia confusa.
«Sapevo che avresti cantato la canzone che avevo in programma di cantare» il suo sorriso sghembo pareva quasi prenderla in giro e la donna si accorse di avere le guance calde e arrossate.
Lydia non sapeva perché si sentisse in quel modo, generalmente era molto riservata, eppure si ritrovò a raccontare a Scott della sua giornata. Lui l'ascoltò attento e ogni tanto scoppiava a ridere e lei ne era contagiata. Uscì dal bar completamente di umore diverso da quando era entrata. Una volta tornata a casa decise di farsi un bagno con dei sali. Mentre si rilassava avvolta dalla schiuma, si rese conto che Scott poteva essere quel re di cuori di cui parlava la cartomante: l'uomo della sua vita. Il motivo era semplice: l'aveva trascinata con facilità ed era riuscito ad alleviare il suo malessere semplicemente con poche parole.
“Accidenti a me! Non gli ho chiesto il numero di cellulare!” si maledisse Lydia “La cameriera ha detto che è un cliente abituale, quindi potrei rimediare domani, però se ci torno da sola, potrebbe pensare che sono disperata e voglio cercarlo a tutti i costi. Posso chiedere a Chantal di accompagnarmi.”
Uscita dal bagno la donna scrisse un messaggio alla sua migliore amica, di incontrarsi il giorno seguente in un bar molto carino che aveva trovato per caso.
Fortunatamente gli impegni lavorativi, non diedero il tempo a Lydia di pensare troppo. Prima di uscire dall'ufficio la donna si recò in bagno. Generalmente non si truccava, ma per fare un impressione migliore della sera precedente, si mise del mascara e del rossetto color albicocca.
Quando entrò nel bar Lydia rimase imbambolata sulla soglia, perché riconobbe la risata della sua amica. Chantal era seduta ad un tavolo a fianco a Scott, con cui stava scherzando, mentre lui giocherellava con i suoi boccoli. La donna rimase sorpresa, perché pareva come se si conoscessero da tempo. Chantal era sempre stata più estroversa di Lydia, riusciva a dialogare con chiunque con facilità e riusciva a fare amicizia facilmente. Lydia invidiava l'amica, perché lei era l'esatto opposto: faticava a parlare con chi non conosceva bene. Da una parte era bloccata dal imbarazzo, dall'altra perché non sapeva quali argomenti utilizzare per avviare un discorso senza conoscere cosa piacesse all'altra persona. Chantal alzò il braccio per salutare l'amica e indicarle dove si fosse seduta. Lydia ricambiò il saluto con un sorriso, ma prima di arrivare al tavolo dell'amica, si fermò in quello sulla destra. Aveva riconosciuto una persona che anni prima frequentava la sua stessa scuola, lo salutò e gli chiese come se la stava passando, lui rispose guardandola come se non la conoscesse e lanciando uno sguardo al suo amico.
“Fantastico” pensò Lydia “Avrà pensato che stavo cercando di rimorchiarlo. Cretino.”
In realtà era lei ad essersi comportata da idiota. Aveva salutato quella persona solo per vedere se Scott avrebbe avuto una reazione. Ma cosa si aspettava? Era lei ad essere una persona patetica.
In quel momento le tornarono in mente le parole della cartomante: incontrerai il tuo re di cuori, l'amore della tua vita, ma una regina di picche te lo ruberà se non saprai sfruttare la tua occasione. A quel punto ti vorrai affidare ad un jack di quadri, ma dovrai trovare la tua strada, perché si dividerà in due.
“Vuoi dire che non erano fesserie?” rifletté Lydia mentre prendeva posto al tavolo, sedendosi a fianco dell'amica, come se non conoscesse l'uomo in sua compagnia.
«Lydia, come stai?» la salutò Chantal con un enorme sorriso.
«Tutto bene, tu?» le chiese di rimando educatamente l'amica.
«Alla grande, come sempre!» fece una pausa «Lascia che ti presenti Scott. Forse lo riconosci, sicuramente ieri l'hai sentito cantare.»
«Non mi ricordo, ho bevuto molto ieri» disse Lydia.
“Di certo non voglio sembrare una cretina a dire che lo riconosco, quando lui non ha nemmeno battuto ciglio e affermare che ieri abbiamo parlato. Neanche un gesto di saluto.”
La donna si ritrovò ad accettare sconsolata la proposta dell'amica di far unire alla loro serata Scott. D'altra parte Lydia era abituata al fatto che Chantal invitasse altre persone quando programmavano d'incontrarsi. Mai le chiedeva se per lei andasse bene o se colui o colei che invitava, le andasse a genio, semplicemente dava per scontato che Lydia accettasse senza lamentele.
«A proposito, di cosa volevi parlare?» le domandò Chantal.
«Nulla di particolare. È solo che era da tempo che non facevamo due chiacchiere davanti a un drink.»
«Hai assolutamente ragione» concordò l'amica.
Dopodiché prese a parlare come un fiume in piena, rimanendo al centro dell'attenzione per tutto il tempo. Lydia di tanto in tanto, lanciava uno sguardo furtivo a Scott, ma lui pareva aver dimenticato la loro chiacchierata del giorno precedente.
“Forse sono l'unica ad aver provato questa sensazione. Per lui era un gesto gentilezza verso una persona che aveva necessità di parlare” rifletté la donna, scolando d'un fiato il quarto bicchiere della serata.
Aveva deciso che non valeva la pena discutere o lottare per una persona che non aveva dimostrato un briciolo d'interesse nei suoi confronti, nemmeno un segno che l'avesse già vista. Lydia decise di uscire a fumare una sigaretta, anche perché Chantal stava parlando solo con Scott e lei era diventata la persona indesiderata. Prima di uscire dal locale, pagò la sua consumazione.
“Almeno se voglio posso andarmene in qualsiasi momento. Anche se tornassi a casa ora, di certo non se ne accorgerebbe” pensò la donna esalando una nuvola di fumo fuori dalla bocca.
«Hai bisogno di qualcosa?» le domandò una voce maschile.
Senza rendersene conto, aveva iniziato a camminare e aveva raggiunto un gruppetto di uomini poco raccomandabili.
«Scusate, non volevo disturbarvi ero persa nei miei pensieri» rispose Lydia, fece per allontanarsi, ma le venne bloccato il passaggio.
«Hey, nessuno viene da noi senza una richiesta.»
«Potete uccidere qualcuno?» scherzò la donna alzando gli occhi al cielo «Altrimenti non potete essermi d'aiuto.»
«Tutto ha un prezzo, tesoro» le rispose l'uomo che aveva parlato prima.
Risultava difficile vederlo in volto, perché stava lontano dalla luce del lampione, la sua faccia era un'ombra completa. «Spiega al mio amico dove trovare i soggetti e il loro aspetto, al resto ci pensiamo noi. Il pagamento verremo a riscuoterlo una volta terminato il lavoro.»
Forse a causa dell'alcool o della rabbia che si era risvegliata dentro di lei, Lydia diede le indicazioni senza pensarci troppo. Dopotutto pensava che la sceneggiata fosse tutto uno scherzo.
Si sbagliava.
Una volta tornata a casa, si lasciò cadere sul divano e si addormentò. Il mattino successivo venne svegliata dal suono insistente del cellulare.
La madre di Chantal era in pensiero per la figlia, perché non era rientrata a casa e non l'aveva avvisata.
Nella mente di Lydia era tutto confuso e annebbiato, si salvò da quella discussione quando udì un bussare alla porta. Guardando dallo spioncino, vide tre uomini, vestiti in tuta e il cappuccio sulla testa.
«Sì?» chiede Lydia aprendo la porta.
Senza dire niente entrarono nel suo appartamento e chiusero la porta alle loro spalle.
«Ecco che le prove che abbiamo portato a termine il lavoro che ci hai assegnato ieri sera» disse uno dei tre, porgendole un telefonino.
La donna faticò a mettere a fuoco ciò che stava guardando. Dopo aver sbattuto più volte le palpebre, riconobbe Chantal e Scott. Entrambi erano ricoperti di sangue, gambe e braccia erano in una posizione innaturale ed erano all'interno di un cassonetto della spazzatura.
«È il momento del tuo pagamento» parlò il secondo uomo, porgendole una busta. «Noi abbiamo ucciso per te. Adesso è il tuo turno. Hai un giorno di tempo.»
Lydia la prese, restituendo il cellulare e annuì. Lei pensava era tutto uno scherzo, invece aveva fatto uccidere due persone. Ora doveva fare lo stesso, perché altrimenti avrebbe fatto la stessa fine della sua amica. Stranamente non avvertiva nessun tipo di rimorso, anzi, sentiva quasi di essere più leggera.
“Sono finita per cadere nel sentiero oscuro” pensò la donna “Devo prenderla come una rinascita e non essere più la persona di prima.”
Lydia studiò le fotografie e i dettagli su dove trovare quella donna. Decise di indossare dei vestiti e scarpe sportive, in uno zainetto mise una felpa e un paia di pantaloni di ricambio. Il soggetto era una dottoressa che rientrava sempre a tarda notte a casa. Lydia decise di fingersi bisognosa di cure mediche, in un angolo più buio della via.
«Mi parli. Sono un medico, posso esserle d'aiuto se mi dice quali sono i suoi sintomi» disse la signora, inginocchiandosi per girare Lydia che era piegata su se stessa.
Appena il viso della donna fu vicino al suo, senza esitazione Lydia colpì ripetutamente il collo con un punteruolo, per essere certa di colpire la giugulare. Il suo viso fu schizzato dal sangue, con una spinta, allontanò da sé il soggetto che aveva il compito di uccidere, si pulì il viso con la maglia e indossò la felpa. Camminando come se niente fosse verso casa, chiamò il numero che le avevano lasciato da contattare a compito terminato.
«Il pagamento è stato effettuato.»
«Ottimo.»
«Se avrete bisogno, sono a disposizione» disse Lydia prima di chiudere la chiamata.
Quella nuova vita le piaceva. Oltre all'adrenalina, sentiva di essere forte, cosa che prima di quel momento non aveva mai pensato.






NdA:

Buonasera a tutti!^^
Questo testo l'ho scritto per una delle sfide ideate da Soul xD
Il prompt che dovevo sviluppare è il seguente : il/la protagonista incontra in un bar/pub/discoteca ecc. la donna/l'uomo della sua vita, ma se ne rende conto solo dopo aver lasciato il locale. Non ha chiesto il suo numero di telefono ma sa che è una frequentatrice/frequentatore abituale del locale, quindi la sera dopo torna ma la/lo scopre a flirtare con il suo migliore amico/la sua migliore amica.
Quindi era già presente una parte della trama. Poteva essere facile, ma per me è stato il contrario, avevo una strada già definita da seguire e rispettare, per cui non mi sono potuta affidare al mio fidato nonsense per salvarmi la pellaccia (?). Per di più ho finito per scrivere diversi finali, continuavo a cambiare idea, ecco perché pubblico solo adesso, anche se ho rispettato i termini di consegna!
Il drink che ho nominato nella storia, Pink Gin Tonic è fatto con lamponi, gin, acqua tonica e pepe della Tasmania. Sinceramente non sono pratica di bevande alcoliche, ne ho scelta una a caso xD
​Invece, per quanto riguarda le canzoni che ho citato, la prima “ Fly me to the moon” è di Frank Sinatra, mentre “What's up” è del gruppo 4 Non Blondes.
Spero di aver fatto un buon lavoro e di non aver deluso le aspettative di Evelyn, in questo periodo non sono da storie con lieto fine, scusami ^^''

  
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