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Autore: Asmodeus    23/11/2020    2 recensioni
Una piccola kidfic per celebrare il rapporto speciale tra Martino e Giovanni, che dura ormai da tanto, tanto tempo.
[Dal testo]: «Adesso ti metti comodo e mi racconti tutto!»
Marti lo fissa impaurito, mentre le orecchie gli si infiammano come due pomodori e si confondono con i capelli.
Deglutisce nervoso, ma si siede sul grande divano e pare scomparirci dentro.
Gio prende il pacchetto di patatine dalla tavola e glielo allunga: «Tieni: ce n’è abbastanza per tutti e due!»
Il rosso allunga le manine per prendere timidamente una singola patatina, ma Gio non ci sta.
«Solo una? Dai prendile, lo so che hai fame!» ride, prima di fargli vedere come si fa. Gio infila la mano intera nel sacchetto, tirando fuori una montagna di patatine e facendole cadere un po’ ovunque sul divano. Marti abbozza un sorriso, poi infila la mano dentro il sacchetto e la tira fuori anche lui piena di patatine.
«Bravo!» si congratula Gio [...] Lascia che Marti mangi qualche patatina, imitandolo, poi torna all’attacco: «Allora? Perché non volevi più venire a giocare qui da me?»

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Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Giovanni Garau, Martino Rametta
Note: Kidfic | Avvertimenti: nessuno
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Confessioni


«Adesso ti metti comodo e mi racconti tutto!»
Marti lo fissa impaurito, mentre le orecchie gli si infiammano come due pomodori e si confondono con i capelli.
Deglutisce nervoso, ma si siede sul grande divano e pare scomparirci dentro.
Gio prende il pacchetto di patatine dalla tavola e glielo allunga: «Tieni: ce n’è abbastanza per tutti e due!»
Magari così Marti si calma un po’, pensa, mentre si siede di fianco a lui a gambe incrociate.
Il rosso allunga le manine per prendere timidamente una singola patatina, ma Gio non ci sta.
«Solo una? Dai prendile, lo so che hai fame!» ride, prima di fargli vedere come si fa. Gio infila la mano intera nel sacchetto, tirando fuori una montagna di patatine e facendole cadere un po’ ovunque sul divano. Continua poi a ridere, mentre raccoglie il disastro fatto e gli spinge tutto il pacchetto in mano.
Marti abbozza un sorriso, poi infila la mano dentro il sacchetto e la tira fuori anche lui piena di patatine.
«Bravo!» si congratula Gio, gli occhioni azzurri che scintillano felici.
Lascia che Marti mangi qualche patatina, imitandolo, poi torna all’attacco: «Allora? Perché non volevi più venire a giocare qui da me?»
Marti scatta indietro, allontanandosi da lui.
«Non è vero! Chi te l’ha detto?» piagnucola, la faccia e le orecchie sempre più rosse e colpevoli.
«Beh, non vieni più qui dopo la scuola da taaaaaanto tempo!»
«Ma oggi sono qui!»
«Solo perché tua mamma è al lavoro! Eddai, cosa è successo che non vuoi giocare con me?»
Gio mette il broncio triste, la tattica che funziona sempre con la mamma quando vuole ottenere qualcosa. Con la maestra Lucia funziona un po’ meno, perché lei lo sgrida lo stesso quando non fa i compiti – ma scrivere tutte quelle frasi taaaaante volte è taaaaaanto noioso! – però… magari con Marti ha effetto!
Il rosso si guarda le punte dei piedi incrociate sul divano come se volesse scomparire, ma lui non stacca i suoi occhi azzurri dalla sua testa, e alla fine Marti cede.
«Hai ragione, non volevo più venire perché… mi vergogno!» quasi gli urla addosso, sbottando tutto d’un colpo.
Gio ci rimane un po’ male. «Ti vergogni? Perché?»
Sono migliori amici, e i migliori amici non si vergognano l’uno dell’altro.
Marti è paonazzo, e sembra quasi soffocare ora – anzi, forse sta per scoppiare a piangere anche.
«Perché… ho fatto una cosa sbagliata, e… ti ho raccontato una bugia!»
A Giovanni non piacciono le bugie, ma nemmeno che il suo migliore amico sia così agitato da non respirare nemmeno.
«Calmati Marti! Ok, le bugie non si dicono ma…» e si allunga verso l’amichetto, per poggiargli una mano sulla spalla «lo sai che a me puoi dire tutto, vero?»
Gli fa una specie di occhiolino – non ha ancora imparato a farlo proprio bene – e si gonfia il petto, cercando di sembrare molto più saggio dei suoi quasi otto anni.
Marti annuisce, lievemente rassicurato dal sentire le sue mani sulle spalle.
«Lo so, ma… ho fatto un disastro. E lo so che tu non mi perdoni». È ancora sull’orlo del pianto, ma almeno è un po’ meno paonazzo e ha ripreso a respirare.
«Ma vuoi dirmi cosa hai fatto, sì o no?» Gio lo scuote per le spalle, sorridendogli per fargli capire che è comunque tutto ok.
«Ti ho rotto il joystick della Play!» sbotta Marti, le lacrime che cominciano a scendergli dagli occhietti da cerbiatto mentre si sfoga.
«Mi hai detto di aspettarti a giocare mentre finivi i compiti, e io la volevo solo accendere mentre eri ancora di là. Però mi è caduto il joystick, e poi non funzionava più, e allora l’ho cambiato con l’altro e ti ho detto la bugia che non volevo giocare più alla Play così non scoprivi che l’avevo rotto, e non volevo tornare da te perché poi vuoi sempre giocare a Fifa e se me lo chiedevi poi lo scoprivi e ti arrabbiavi con me e non eravamo più amici e …»
Marti è ormai un fiume di lacrime e singhiozzi e parole a macchinetta, mentre Gio lo guarda esterrefatto, prima di scoppiare a ridere.
Il rosso si blocca a fissarlo e smette di piangere, man mano sempre più confuso e forse un po’ indispettito.
Gio non ci fa troppo caso: gli importa solo che Marti non pianga più.
«Lo sai che sei proprio sciocco?» gli chiede, con un sorrisone che rivela lo spazio vuoto tra i denti, lì dove dovrebbero esserci gli incisivi.
«Non hai rotto niente! Hai attaccato il joystick vecchio, che ha rotto mamma pulendo due settimane fa» gli rivela, continuando a sorridere. «E poi anche se lo rompevi, succede! Resti sempre mio amico anche così, sai?»
Gio gli si getta al collo, abbracciandolo forte per fargli capire che è tutto ok.
Marti per un attimo sembra irrigidirsi ancora di più, ma poi si scioglie in quell’abbraccio e lo stringe a sua volta.
Gio sente le lacrime del suo migliore amico bagnargli la maglietta, ma non importa: vuole solo che Marti stia bene, e che capisca che di lui può fidarsi.
«Quindi… mi sono preoccupato per niente?» mormora il rosso, stringendolo forte ma con la voce più tranquilla.
Gio gli dà un ultimo abbracciatone, poi si separano e lo guarda dritto negli occhi, prima di rispondergli.
«Sì, direi proprio di sì» afferma convinto, per poi chiedere: «Tutto a posto allora? Torniamo a giocare insieme?»
«Se a te va, sì! Mi piace tanto giocare con te!» annuisce Marti convinto, tornando a sorridere anche lui.
«Certo che mi va! Mamma ha anche preso il joystick nuovo!»
«Allora possiamo giocare tutti e due?»
«Certo che sì! Sei pronto a perdere?»
Gio gli fa una linguaccia, e Marti finge di tirargli un pugno per punirlo; poi si fionda sulla sua pila di giochi, per scegliere insieme a che gioco giocare.
Dopo una breve ricerca, tra Crash Bandicoot (che è il gioco preferito di Marti, e secondo Gio gli assomiglia pure un pochino) e Fifa (che invece è il suo gioco preferito), scelgono ovviamente il secondo.
Il rosso aiuta Gio a inserire il disco nella Play, mentre lui attacca i due joystick e si accomoda sul divano. Anche Marti lo imita, sedendosi al suo fianco e ripescando il sacchetto di patatine mezzo rovesciato un po’ ovunque.
Mentre il gioco si carica, Gio si volta a guardarlo un’ultima volta.
«Marti?»
«Sì?»
«Mi prometti che mi dirai sempre tutto, senza avere più paura di me?»
«Ma poi dobbiamo per forza giocare sempre a Fifa?»
«Eccerto! Casa mia, scelgo io no? E prendo io il Real»
  «Va bene. Allora io prendo il Manchester City. Tanto ti straccio lo stesso!»
Marti scoppia a ridere, e lui lo imita immediatamente.
È proprio bello essere migliori amici e potersi dire tutto.
Oggi e, ne è certo, per sempre.


[
1130 w.]

🐨🎮🦊

[Prompt 17. "Adesso ti metterai comodo e mi racconterai tutto!"]

Ciao a tutti di volata, per poter pubblicare questa storia prima dello scoccare della mezzanotte e non arrivare troppo tardi.
Ci tenevo a celebrare l'amicizia di Martino e Giovanni e festeggiare i due anni dal coming out di Marti con questa piccola kidfic, che mi è venuta in mente grazie a una discussione con Soul.
Ho adorato tutta la scena della discussione tra Marti e Gio davanti alla Play, e come il Mago dell'Amore si sia dimostrato il miglior amico perfetto per un Martino così confuso e senza più una bussola. Il loro rapporto passa proprio a un nuovo livello, grazie a quella discussione così intima e dolce, ma mi piace pensare che tra questi due sia sempre esistita una sorta di chimica speciale che li ha fatti stare insieme per così tanti anni. Per questo, ho immaginato un'altra confessione davanti alla Play: molto più leggera e infantile, ma comunque importante per forgiare il rapporto tra questi due amici fantastici.
La scelta delle due squadre, Manchester City e Real Madrid,  è ovviamente una citazione al titolo di quello splendido episodio della seconda stagione, che mi è rimasto proprio nel cuore.
Prima di salutarvi e andare finalmente a nanna, vorrei ringraziare Soul anche per la sua bellissima challenge, a cui questa kidfic partecipa: la trovate qui, passate a farci un giro, perchè è piena di storie davvero splendide!
Vi ringrazio per essere arrivati fino a qui, buona notte a tutti (e perchè no, anche un Giovanni Garau come migliore amico!) A presto!
   
 
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