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Autore: Blyth    24/11/2020    1 recensioni
Sullo sfondo di una guerra che dura da oramai più di sessant'anni si intrecciano le storie dei nostri protagonisti: un giovane cacciatore di mostri dal destino ancora da svelare, un orfano con un segreto da custodire per poter sopravvivere e una guerrera di un ordine composto da mezzi-demoni.
Nessuna grande profezia.
Nessuna impresa eroica da grandi canti epici.
Solo il desiderio di riscatto, la sete di vendetta e una guerra che lacera e distrugge ogni cosa che incontra.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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cap12
12. Orecchini che risplendono nella tormenta.




















Jinko si strinse nel sopra abito dal collo in pellicca, c'era un forte vento sulle montagne del regno di Nobu, ma la bandana stretta sul volto le copriva il collo dall'aria ghiacciata.
Il suo sangue demoniaco le permetteva di reggere bene le temperature invernali, ma il vento era sempre stato qualcosa di estremamente fastidioso per lei.
Continuò ad avanzare sulla piccola strada di montagna, affondando gli stivali nella neve mentre i corpi gambe in lana, avvolti attorno il pantalone lungo e largo che portava fino a sopra il ginocchio si inzuppavano di neve. In quella valle dimorava un demone del ghiaccio, per questo faceva così freddo e per questo si trovava li, inviata dall'ordine per ucciderlo e vendicare le giovani allieve morte per un errore di calcolo della grande maestra del tempio Re Kai.
Per il momento però era meglio cercare riparo, solo un folle avrebbe potuto affrontare un demone del ghiaccio in piena tempesta di neve.
Fu proprio mentre si voltava per guardare con il suo unico occhio il bosco innevato sotto di lei che si accorse di una figura scura che arrancava nella neve e nel vento.
Assottigliò lo sguardo azzurro cercando di capire se si trattasse di un animale, magari un cignhiale ma sentì le prorpie gambe scattare ancora prima di realizzare che si trattava di una figura umana.
Un ragazzo arrancava nella neve ed il suo Kai era sporco, mescolato a quello feroce dei demoni proprio come il suo.
Correndo verso di lui nonostante la neve si accorse con più chiarezza di un altro Kai, flebile, quasi impercettibile.
Il ragazzo cadde nella neve incapace di fare anche un solo altro passo carico del peso dell'esile corpo che stringeva tra le braccia.
-Begli occhi.- mormorò esterrefatta Jinko riconoscendo il ragazzo malconcio e gravemente ferito.
Lui parve non riconoscerla ma lo vide allungare le braccia sanguinanti che reggevano il corpo esile del suo compagno di viaggio -Salvalo...ha...ha la febbre.- stava singhiozzando privo di forze e terrorizzato, Jinko glielo leggeva negli occhi d'orati, la paura di perderlo -...portalo in salvo e lasciami qui.-
Jinko grugnì prendendo l'esile corpo tra le braccia, era bollente per la febbre alta.
-Attaccati alla mia schiena, ce la fai? Dovrai tenerti da solo.- si girò inginocchiandosi.
-Ma cos..- lo sentì mormorare.
-Non abbiamo tempo! Muoviti e aggrappati!- urlò perentoria e lo sentì afferrare la stoffa dei suoi vestiti con tutte le forze che aveva.
La guerriera si alzò trascinando senza sforzo il corpo aggrappato alla propria schiena e tenendo ben saldo quello esile tra le braccia.
Poco lontano c'era un tempio dedicato alla dea dell'amore, glielo aveva indicato uno dei nativi del posto, non era lontano, sarebbero arrivati in tempo per salvarli entrambi.

Li trascinò entrambi sotto la neve, fino alle porte del tempio, qui indicò Shyn di staccarsi e sedersi sui gradini.
-Non ti faranno entrare, gli uomini non sono ammessi. Cerca di rimanere sveglio finché non sarò da te.- comandò assicurandosi lo sguardo stanco e malaticcio del giovane ragazzo.
Lui annuì -Ryo...lo...Ryo lo accetteranno?- domandò, concentrato solo sul salvare il suo piccolo compagno di viaggio.
Jinko sorrise stringendo il corpo tra le braccia ed annuì prima di correre su per gli ultimi gradini e sfondare le porte del tempio.
Alcune sacerdotesse vestite di bianco e completamente avvolte dai loro veli sobbalzarono nel vederla varcare la soglia del loro sacro tempio con un ragazzino tra le  braccia.
Ignorando le proteste delle donne, troppo deboli per fermarla con le loro braccia esili, attraversò la parte pubblica del tempio, tirando giù con un calcio la porta che portava al corridoio degli alloggi e attraversandolo mentre urla di terrore si propagavano per gli ambienti privati del tempio.
La madre superiora, riconoscibile per una collana di perle colorate che portava al collo si frappose tra lei e la strada per il camino dall'altra parte degli alloggi delle sacrdotesse -Cosa pensate di fare! Portare un ragazzo, un uomo nel tempio sacro della dea Ku'uri!- urlò inviperita piazzandosi davanti a lei.
Jinko la guardò, fermandosi, era esattamente con lei che voleva parlare - E' una bambina e sta morendo, vi prego curatela mentre io mi occupo del suo compagno di viaggio.-
La donna rimase attonita da quelle parole -Questo è palesemente un bambino e anche se sta male non può essere accolto qui è un sacrileg...- si interruppe quando senza troppi mezzi termini Jinko alzò la doppia tunica della ragazzina che aveva tra le braccia.
La donna abbassò la testa allungando le braccia per prenderla in custodia -Presto portatemi le erbe medicinali! Dobbiamo abbassare la febbre!- urlò rivolta alle sue sottoposte che si mossero subito per rimediare ogni cosa necessaria.
Nel trambusto, mentre la ragazzina febbricante veniva portata in una stanza interna, calda, e riparata Jinko afferrò per un braccio una delle sacerodotesse spaventandola -Dammi materiale da sutura, acqua calda e panni per pulire delle ferite.- la giovanissima sacerodessa annuì dimettendosi con un inchino.

Quando Jinko tornò fuori dal tempio trovò il giovane ragazzo svenuto, ma ancora vivo sui gradini. Lo trascinò fin sotto il tetto spiovente del tempio, un po' più riparato dalla neve che continuava a scendere dal cielo avvolto dalle nuvole.
Era privo di sensi ma il suo battito era ancora udibile, quindi lo voltò in modo che fosse steso sulla pancia e lo spogliò dei vestiti scoprendo la schiena lacerata.
Il giovane riprese i sensi ma senza le forze per opporsi lasciò che lo lavasse con acqua calda, pulendo al meglio delle sue possibilità le ferite nonostante il gielo invernale li avvolgesse.
Poteva sentirlo lamentarsi mentre passava il panno ruvido sui lembi lacerati delle ferite che aveva sulla schiena, non aveva tempo per essere delicata, doveva fermare il sangue e ricoprirlo prima che morisse assiderato per poi portarlo da un vero medico per delle cure adeguate.
Pulì la ferita, poi iniziò a ricucire la carne gonfia e violacea, il freddo aveva iniziato a gelare i bordi dei profondi tagli da artiglio.
Il ragazzo provò a ribellarsi ma lei, seduta sulle sue gambe, era troppo più forte e alla fine si arrese, perdendo un'altra volta i sensi per il dolore dell'ago che impietoso continuava ad entrare ed uscire nella sua carne martoriata.

***


L'ultima cosa che Shyn ricordava con chiarezza erano due orecchini azzurri risplendere nella tormenta, il resto era offuscato e confuso.
Immagini di una donna che prendeva tra le braccia Ryo, un dolore lacerante e il freddo, ecco tutto ciò che conservava la sua memoria prima del buio totale.
Quando si svegliò il sole freddo dell'inverno risplendeva da oltre una finestra e in torno a lui c'era calore.
Girò il viso, si trovava in una stanza piccola e piena di libri, scaffali coperti da barattoli e boccette ed un ripiano da lavoro, la casa di un medico. Eppure non ricordava di essere arrivato li.
-Oh ben svegliato.- disse un uomo dalla barba brizzolata sorridendogli e chinandosi sul suo letto.
Shyn provò a muovere un braccio ma il suo corpo era pesante.
-No no, stai fermo ragazzo o ti riaprirai le ferite.- lo bloccò il medico, affrettandosi ad afferrargli un polso per controllare i battiti, poi si chinò sul suo viso aprendo gli occhi e chiedendogli di seguire il dito.
Shyn obbedì rimanendo in silenzio per tutto il processo di controllo, steso sul proprio ventre.
Quando il medico si allontanò, uscendo dalla sua visuale ristretta lo sentì parlare con qualcuno -Sta bene, affaticato ma perfettamente lucido. Vi lascio soli mentre recupero delle bende pulite.-
Sentì un rumore di passi diversi mescolarsi nella stanza prima di intravedere di nuovo i due orecchini splendendi che incornicavano un viso familiare.
La donna dall'occhio bendato gli sorrise con un'aria canzonatoria -Guarda un po' chi ha deciso di tornare dal regno dei morti...-
- Mi hai portato tu qui? Dov'è Ryo?- sussurrò con un filo di voce Shyn, aveva la gola secca e le labbra incollate.
La donna si sedette a terra, incrociando le gambe -Ryo è al sicuro nel tempio della dea Ku'uri, poco fa è arrivata qui una sacerdotessa per avvisarmi che le convulsioni per la febbre gli sono finalmente passate.- lo infomrò - Sei rimasto privo di sensi per due giorni, hai perso molto sangue.-
-Non mi avevi ricucito tu?- chiese Shyn ricordando qualche frammento di quella notte.
-Sì, ma quando ti ho portato qui il medito che disfatto tutto il mio duro lavoro dandomi del "macellaio"...- sbuffò -...che maleducato.- Shyn la guardò allungarsi per afferrare una brocca d'acqua, che gli porse poco dopo e lui accettò in silenzio.
Dalla sua posizione era difficile bere ma dopo qualche tentativo e dell'acqua rovesciata a terra riuscì a dissetarsi.
-Sei la donna all'accampamento di Shizen, vero?- domandò dopo aver ripreso fiato, la schiena bruciava come se fosse in fiamme.
Lei annuì -Mi chiamo Jinko, all'epoca non credo di essermi mai presentata come si deve....tu sei Shyn se non ricordo male.-
Shyn annuì - Grazie per averci salvati.-

























Note Autrice:


Scusate l'assenza, non ho avuto una bella settimana e la voglia di aggiornare era sotto i piedi, complice anche il fatto che sto lavorando poco a questa storia a causa del NaNoWriMo.
Ringrazio tutti quelli che leggeranno il capitolo, grazie davvero per la pazienza di aspettarmi anche quando sono poco costante, spero che questo piccolo "colpo di scena" vi sia piaciuto ;) adesso finalmente sappiamo perché Ryo non sentiva la divoratrice (visto che si nutrono solo di uomini).

Blyth
  
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