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Autore: Flappergiuly    25/11/2020    0 recensioni
Racconti Fantastici Di Trincea
"In una gelida uggiosa burrascosa giornata pienamente autunnale, si ritrova nel bel mezzo di una stazione di treni, tutto pronto per entrare in uno dei tanti vagoni che appaiono dal nulla. Una volta arrivato, il treno si ferma aspettando la salita dei passeggeri prima di ripartire per un altro nuovo lungo viaggio. Una volta salito, Sam corre subito a prendere posto a sedere alla fine della lunga e quasi interminabile cabina. Sembra a un vero e proprio treno di guerra, Sam continua ad avere il fiato sospeso, quasi come se quest'ultimo gareggiasse con le rotaie di quel treno, tra i binari e l'amianto". 
Buona lettura.
Genere: Sovrannaturale, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter
Note: Cross-over, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Incompiuta, PWP, Spoiler! | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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CANTO DI NATALE 

Regno Unito, ore 8 postmeridiane. Un altro giorno quasi agli sgoccioli, essendo ormai giunta sera. Samuel rincasa dal Collegio, dopo un'ennesima giornata di ore intere trascorse tra lezioni e sport, come ogni santo giorno per 5-6 giorni la settimana. Ormai stanco e anche particolarmente irritato. Maledetta insufficienza. Brutta bestia, come sempre, il solito compito di matematica andato male per lui. Sa benissimo che quella materia non è il suo forte, per niente. Nonostante sapesse anche di essere stato abbastanza scaltro nel copiare dal foglio del suo migliore amico, Anthony, il suo vicino di banco. Avendo paura di qualche eventuale scena brusca nei suoi confronti, non spreca tempo nel prendere al volo la migliore opportunità di andare a letto sfuggendo agli sguardi altrui.


In una gelida uggiosa burrascosa giornata pienamente autunnale, si ritrova nel bel mezzo di una stazione di treni, tutto pronto per entrare in uno dei tanti vagoni che appaiono dal nulla. Una volta arrivato, il treno si ferma aspettando la salita dei passeggeri prima di ripartire per un altro nuovo lungo viaggio. Una volta salito, Sam corre subito a prendere posto a sedere alla fine della lunga e quasi interminabile cabina. Sembra a un vero e proprio treno di guerra, Sam continua ad avere il fiato sospeso, quasi come se quest'ultimo gareggiasse con le rotaie di quel treno, tra i binari e l'amianto. Ad un tratto accade qualcosa di insolito, qualcosa di strano, il mezzo sembra fermarsi, ma non come il suo solito. É come se andasse completamente in tilt. Le sue porte incominciano a spalancarsi ma in modo anch'esso del tutto inusuale, inattivo, passivo. É una presenza superiore ad aprirle, come se fosse di matrice paranormale, atmosferica e come un alito di vento si accanisce con quelle lastre di vetro e di legno. E la stessa cosa avviene al ragazzo che viene assurdamente catapultato al di fuori di lì, in un altro luogo, un luogo ameno, nuovo, strano. Incomincia a camminare per un sentiero pietroso, terroso, impolverato e non ancora asfaltato. Sposta lo sguardo in alto, verso il cielo, per vedere se anch'esso è alquanto diverso da quello che già conosce ed è strano anch'esso, habitat di pipistrelli, covo di corvi e di altre strane creature che vivono quell'angolo di mondo, quell'angolo di giorno, quegli attimi che vanno dal tramonto all'alba, ma inusuali, essendo quello il crepuscolo, ormai notte, anch'essi strani, avulsi. Notte di lunapiena, altrettanto strana. Appare troboscopica, lattea, svampita. Successivamente, gli vola lo sguardo altrove, gli cade in basso, posandosi su un'opaca sagoma indistinta, strana anch'essa. Cerca di decifrare invano, almeno per un po', perde del tempo per poterci alla fine riuscire, a capire almeno un po' di cosa alla fine si trattasse. É un castello e ancora avverte come delle altrettante presenze oscure, come dei massi sopra e davanti a lui, ai suoi occhi, ai suoi passi. É un cappello nero e un lungo mantello nero, un cappello e un mantello da mago, probabilmente anche più grandi di lui, delle sue misure. Ode delle voci, voci vellutate, anch'esse strane. Paragonabili a voci spirituali che lo incalzano: ""É tardi, andiamo, cammina, piccolo mago!" Si dirige sempre più verso la fortezza, come un po' tutti. Li segue come segue la loro scia. C'è un ponte elevato, imponente e massiccio levatoio in roccia madre e un profondissimo fossato pieno d'acqua. Le porte sono già aperte, pronte per riceverli tutti, pronte per essere attraversate da quelle persone che si ammassano all'esterno. Supera la porta e si addentra nella forte dimora. Sembra che l'età dell'oro stia ritornando. Lampadari preziosi ovunque, maestose mura e volte con archi a tutto sesto, lunghi tappeti rossi e drappi persiani, 2 vertiginose scale a chiocciola verso un soppalco a pianta quadrangolare con una vasta libreria che si affaccia sull'entrata, una varietà botanica di piante e fiori. Spinto da un'interminabile curiosità, Sam non riesce a starsene con le mani in mano, non riesce a fermarsi minimamente un secondo e non solo perchè si trova nella sua età ma anche a causa di tutto questo intramontabile splendore senza età. Così lui continua a gironzolare qua e là, e si ritrova in una sala stratosferica, la mensa scolastica. Eleganti sedie e lunghe tavolate di legno pregiato. Verdi aghifogli e candele rosse a decorarle fungendole da centrotavola. Pareti stuccate in elegante verde scuro e 2 altrettante scale a chiocciola che conducono ai piani superiori. Molti gli alberi di natale. Continua la sua avventura non ancora saturo di conoscenze e scoperte e, dopo tante altre stanze, approda alla biblioteca. É biblica, un'Odissea, la parte più ciclopica del viaggio, una vera epopea. Mai viste di simili, eppure lui ne è un esperto di luoghi tali. Ma dopo questa, in confronto, la sua testa è diventata paragonabile ad una tabula rasa. Girando in lungo e in largo in quella valle dell'Eden rigogliosa dei più svariati colossali scaffali e armadi aperti ricchi di un'eterogenea gamma di testi, viene rapito da un immenso libro, un mattone veramente pesante, con una copertina blu dai caratteri e i disegni abbastanza grotteschi, o almeno così appaiono. Uno stile simile al gotico, gregoriano o celtico, forse si o forse no. É difficile decodificarlo, ogni singola parola è un intero pianeta. Alla fine dopo essersi accinto con grande dedizione, tra tutti quei ghirigori, riesce a decifrare tra tante parole, tra tutte quelle parole soprattutto due che lo stuzzicano ancora di più: "Arti Oscure". Gira la copertina e va alla prima pagina e si immerge nella lettura ma, ben presto torna a fare quello che stava facendo prima, torna alla sua spedizione tra i più abbissi di quella galassia. Chiude il libro e lo porta con sè, nascondendolo custodendolo nella sua giacca, come qualcosa di veramente prezioso, più della sua stessa vita. Oltrepassata un'altra porta, viene fermato da qualcuno. Gli viene data una bacchetta da mago, una bacchetta magica e argentata, e viene invitato a scegliere tra 4 opzioni. Lui sceglie Grifondoro essendo proprio quello il suo colore preferito, ma prima di approdarvi deve viversi delle lezioni teoriche e delle prove pratiche. Dopo essere stato nella classe delle Arti Oscure passa, con altri bambini, in un'altra delle dimensioni sublimi per alcune prove. Strada facendo per arrivarvi, mentre è in procinto di prendere una delle tante scale della dimora, inciampa e cade, rotolando giù per tutta l'interminabile rampa di scale dai gradini scoscesi, era la parte più in penombra, più tenebroso di quell'ambiente. Arrivato all'ultimo gradino, fortunatamente è sano e salvo. Illeso, si rialza. Nota una grossa ferita sanguinante in corrispondenza della tempia destra, una cicatrice, un'inescludibile cicatrice, una sospetta cicatrice. Forse una saetta, una potente saetta. Sanguina, sanguina tremendamente.

Si ritrova, come se niente di quello che successo prossimamente prima fosse veramente successo.

Durante la colazione, siede comodamente al tavolo con la sua famiglia. Mentre mangia un toast, dell'uovo, 2 striscette di pancetta, beve una tazza di caldo sidro, essendo una domenica d'inverno. Lo fanno discorrendo, facendo discorsi di vario genere. Parlano, quando sua madre nota qualcosa. Gli chiede lei: "Amore, che ti sei fatto, lì, che ti è successo? Parlane! La tua tempia sanguina!" Indicandola, indicando proprio il punto preciso. Così lui corre subito a guardarsi davanti allo specchio della sua camera: è una saetta, è proprio una ferita a forma di saetta.

"Sono solo sogni o pure realtà?

Sam, non lo sa.

Suspense.

 

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