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Autore: Menade Danzante    25/11/2020    1 recensioni
[Mulan, 1998]
Due One-Shot per analizzare i pensieri e le emozioni di Mulan e Shang costretti a confrontarsi con la condanna a morte per alto tradimento nei confronti della giovane guerriera.
§-Senza identità (Mulan): "Ora tutti ti puntano gli occhi addosso come se fossi una cosa oscena da cui tenersi alla larga, di cui diffidare. Neanche per il capitano il tuo gesto eroico sembra contare: ti dà le spalle, scappa dalle tue scuse e dalle tue preghiere. Questo più di ogni altra cosa ti fa perdere la speranza: sapevi fin dall'inizio a cosa saresti andata incontro se ti avessero scoperto, ma ti sembra di capirlo davvero solo adesso che è accaduto."
§-Scomposizione (Shang): "Ti credo, vorresti dirle. Le credi davvero, lo sai che voleva solo rendersi utile e non farti del male. Ti senti suo eguale e per un attimo è come se non fosse successo altro che un piccolo malinteso. Per un attimo pensi che, voltandoti, vedrai Ping e tornerà tutto a posto, come prima. Ma quando davanti a te si mostra la donna che era nella tenda qualcosa si spezza e l'immagine si scompone di nuovo sotto ai tuoi occhi."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Fa Mulan, Li Shang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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shang

Scomposizione





Non sei capace di sostenerne la visione per più di qualche attimo. La tenda diventa subito troppo piccola, troppo soffocante: devi uscire, devi allontanarti, devi mettere la giusta distanza tra te e Ping.
No.
Tra te e lei.
Serri gli occhi e inspiri aria gelida. Per un momento il freddo che ti attraversa ti illude di essere in pace, di non dover affrontare la realtà e le tue responsabilità.
Ma la sua voce sgretola la maschera e crolla la bugia.

«L'ho fatto per salvare mio padre»

Ti colpisce con la precisione di una freccia. È una stilettata al cuore che ti commuove e ti scuote l'anima. Improvvisamente ti sembra che parliate di nuovo lo stesso linguaggio, un linguaggio che narra di famiglia, di sacrificio, di coraggio. Un linguaggio che comprendi e che hai scelto di fare tuo con orgoglio e dedizione.
Ti ha mentito per salvare suo padre.
Che cosa avresti fatto tu per salvare il tuo? Avresti ingannato tutti quanti? Avresti tradito la fiducia dei tuoi compagni? Avresti corso il rischio di morire per lui se te ne fosse stata data l'opportunità?
Ti rendi conto di non avere alcuna certezza riguardo alle risposte che cerchi, ma in qualche modo ora la senti più vicina a te, ne capisci il dramma, ne ammiri l'audacia, persino la follia.

Sei l'uomo più pazzo che io abbia mai conosciuto.

«Era l'unico modo. Ti prego, credimi»

Ti credo, vorresti dirle. Le credi davvero, lo sai che voleva solo rendersi utile e non farti del male. Ti senti suo eguale e per un attimo è come se non fosse successo altro che un piccolo malinteso. Per un attimo pensi che, voltandoti, vedrai Ping e tornerà tutto a posto, come prima.

Ma quando davanti a te si mostra la donna che era nella tenda qualcosa si spezza e l'immagine si scompone di nuovo sotto ai tuoi occhi.
Ti sembra così assurdo. È bastato un momento, un solo istante perché diventaste due estranei.
La vedi e tutto di lei ti è nuovo – indifferente. Non la conosci, non sai chi sia. Il suo nome – Mulan – non le appartiene, le tue orecchie non lo riconoscono. Perfino la sua postura è quella di un'altra persona: Ping, ti dici, non si sarebbe rannicchiato sulla neve così vergognoso, supplice. Ping, così pieno di iniziativa, di vivacità e di intraprendenza non si sarebbe prostrato ai tuoi piedi.
Avvolto in quella coperta non c'è il soldato che ti ha salvato la vita e a cui hai dichiarato fiducia. Al suo posto ci sono forme gentili che ti offendono, che ti riportano alla realtà e infrangono l'illusione.

È con un gesto meccanico e la sollecitazione di Chi Fu che sfoderi la spada per avvicinarti a lei.
Devi ucciderla: la punizione per l'alto tradimento è la morte.
Devi uccidere Mulan.
Ma come puoi sopportare di dover uccidere lui con lei?

Come puoi uccidere lui che non è mai stato vivo?

Eppure noti che gli occhi di Mulan sono così vivi, tanto ardenti da tenerti ancora testa. Chiedono comprensione, perdono, coerenza. Ti chiedono di ricordare ciò che è stato, di rendere giustizia al suo eroismo, alla vittoria guadagnata grazie a lei.
Il suo è uno sguardo così familiare e distante a un tempo da mozzarti il respiro. Un angolo remoto della tua mente li riconosce, quegli occhi: sono gli stessi a cui hai concesso la tua lealtà e che ne hanno data a te – sono gli occhi di Ping, che non è mai esistito. Sono gli occhi di una menzogna coraggiosa e amara che non riesce a lasciarti insensibile.

Lo capisci quando Mulan abbassa il capo alla mercé della tua condanna e senti i polsi tremare; lo capisci quando all'improvviso ammetti a te stesso quello che già sai: non vuoi ucciderla.

D'un tratto non t'importa più della legge e delle conseguenze a cui andrai incontro.
Non t'importa di non riuscire a conciliare Ping e Mulan sotto lo stesso profilo.
Non t'importa di essere stato ingannato, di essere stato deluso.
L'unica cosa che ora ha importanza, l'unica cosa che ora sai con infallibile certezza è che non vuoi spegnere la luce di quegli occhi che ti hanno salvato.

Getti la spada sulla neve e ti sembra di aver appena scagliato via un peso intollerabile dal tuo cuore.

«Una vita per una vita» rispondi con voce debole alla confusione dipinta sul suo viso. «Ho pagato il mio debito»

Il tuo tono torna autoritario e impersonale quando dài l'ordine di andare. Lei non vi seguirà, devi lasciarla lì, ma ti conforta il pensiero che possieda i mezzi per tornare a casa, per tornare dal padre che è ancora vivo solo grazie a lei.
Quanto a te, non hai idea di cosa ti accadrà ora, né di come ti sentirai quando avrai dimenticato il rancore; non ti rimane che montare a cavallo e rimetterti in marcia con rassegnazione verso la Città Imperiale, verso la festa che vi attende. Avete vinto una guerra, dopotutto.

No.
Mulan ha vinto una guerra.

È l'ultimo pensiero che ti concedi prima che la mente ti si svuoti, lasciandoti solo con la tua malinconia nel freddo della notte.





Parole: 855



Angolino di Menade Danzante:

Ringrazio chiunque abbia letto o anche solo aperto la storia! Spero di aver reso giustizia ad entrambi questi personaggi, ma soprattutto spero di avervi intrattenuto almeno un po'!
Un abbraccio,

Menade Danzante

   
 
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