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Autore: Batckas    25/11/2020    0 recensioni
Gli eventi narrati prendono piede dopo la sconfitta di Danzo per mano di Sasuke e dopo che questi ha impiantato in sé gli occhi di Itachi.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Itachi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Hinata riconobbe il mostro davanti a sé: il corpo rianimato del membro dell’Alba Kakuzu. Aveva letto il rapporto del maestro Kakashi: per sconfiggerlo avevano dovuto distruggere i suoi cinque cuori.
Kakuzu sul campo di battaglia faceva incetta di nemici e, ogni qual volta un suo cuore era distrutto, lo rimpiazzava velocemente con un altro strappandolo dai corpi ancora vivi degli sfortunati shinobi che incontravano la sua furia.
Ino raggiunse Hinata, riconobbe il nemico, ricordò il maestro Asuma, la sua espressione mutò. Il suo primo istinto fu quello di attaccare alla cieca, ma ricordava bene la sua inutilità durante la battaglia contro Kakuzu. Quando era rientrata al Villaggio aveva pianto per giorni interi pensando a quanto il suo addestramento sembrasse non aver dato gli stessi risultati di quelli dei suoi compagni. Non era riuscita a vendicare il maestro Asuma e aveva lasciato che il maestro Kakashi e Naruto si occupassero della battaglia che lei, Choji e Shikamaru avevano deciso di affrontare.
Kakuzu vide la ragazza e si ricordò di lei. Un sorriso sinistro gli si affacciò sul volto mentre l’approcciava.
Hinata guardò l’amica.
“So cosa stai pensando in questo momento. Pensi alla tua inutilità, alla tua pochezza dinanzi ai nostri compagni che diventano shinobi sempre più forti ogni secondo che passa. So cosa stai pensando perché impegna i miei pensieri ogni giorno, ogni allenamento, ogni missione. Come posso essere migliore? Come posso essere all’altezza dei miei amici? Come posso proteggere le persone che amo come loro proteggono me? Ti capisco, Ino, e per questo ti chiedo di aiutarmi in questa battaglia. Io non ho una risposta alle tue domande, non ho una formula magica in grado di renderti più potente nel giro di qualche secondo. Ma ho da tempo capito che non posso fermarmi, non posso consumare le mie energie in pensieri inutili e dannosi, non posso più sprecare il mio tempo a domandarmi come posso essere più forte. Devo impiegare quel tempo per rendere reale ciò che immagino, ciò che sogno. Ino, aiutami in questa lotta. Hai già affrontato Kakuzu, conosci i suoi punti deboli, hai visto Naruto e il maestro Kakashi affrontarlo in battaglia. Ti prego, aiutami.”
Ino strinse i pugni.
“Grazie, Hinata. Ti ho sempre considerata la più tranquilla del gruppo, la ragazzina fin troppo timida che non aveva il coraggio di fare nulla. Non ti ho mai riservato la giusta importanza. Ti ho vista rialzarti durante il combattimento con Neji, ti ho vista lottare come una leonessa e non arrenderti mai. Mi dispiace, Hinata, se mi ero fatta un’opinione sbagliata di te.
So che ami Naruto, a dirla tutta non capisco come lui ancora non lo abbia capito. In tutto il Villaggio della Foglia non penso ci sia una compagna più degna di te per lui. Entrambi condividete questa passione per la vita e per gli altri. Non so se sarò mai in grado di eguagliare i miei compagni, ma hai ragione. Il tempo delle lacrime è ormai trascorso.”
Kakuzu era minacciosamente vicino.
“Ormai sono morto e non mi interessa più alcunché del guadagno, ma penso proprio che voi due non attirereste la mia attenzione. Tu, Kunoichi bionda, sai bene che le vostre speranze di vittoria sono poche. Non puoi più contare su Kakashi dello Sharingan e sulla Forza portate del Novecode. Cosa farai per uccidermi? Sei davvero in grado di scatenare una tale potenza da sconfiggermi? Dimostrami che non sei più la cagna che ha bisogno di essere salvata.”
Alcuni Zetsu comparvero al suo fianco.

Kakuzu stava scomparendo.
Non aveva capito come fosse possibile che due shinobi che, forse insieme, potevano ammontare soltanto alla somma di un qualche migliaio di Ryo fossero state in grado di annientarlo. Aveva commesso l’errore che rimproverava a Hidan: aveva sottovalutato i suoi avversari. Vide le Kunoichi che si allontanavano dal suo corpo mentre scompariva nel vento come tanti piccoli fogli di carta. Non avrebbe mai pensato di tornare in vita e tantomeno avrebbe pensato di morire di nuovo. Le due Kunoichi avevano sferrato una serie di attacchi in rapida successione, non avevano mai parlato tra di loro eppure anche la shinobi che non aveva mai visto prima sembrava essere in grado di contrastare tutti i suoi attacchi come se…
“Impossibile.”, disse rivolgendo uno sguardo ad Ino. La shinobi dai capelli biondi solo raramente combatteva in prima linea, era sempre alle spalle dei suoi compagni eppure coloro che la circondavano evitavano gli attacchi dei nemici proprio come se…
Si ricordò del clan Yamanaka del Villaggio della Foglia.
Kakuzu non sapeva quando era caduto nella sua trappola, ma Ino era riuscita a intrufolarsi nella sua mente quel tanto che bastava da poterne leggere i pensieri, ma senza far avvertire la sua presenza. Aveva scisso la sua coscienza in parte con Hinata così da poter collegare i pensieri di Kakuzu e quelli di Hinata che, quindi, era stata in grado di leggere ogni mossa del suo avversario prima ancora che accadesse.
Era rimasto poco di Kakuzu.
Sconfitto da due Chunin della Foglia… la taglia sulla sua testa sarebbe stata notevolmente ridotta.
“Grazie, Hinata. Ho sempre pensato di dover essere ciò che non ero. Prima ho pensato di dover essere la compagna di Sasuke per poter valere qualcosa. Poi ho visto Sakura diventare un ninja medico e ho deciso di seguire le sue orme. La mia sicurezza era solo di facciata, non ho mai saputo quale fosse la mia strada. Il maestro Asuma, Shikamaru e Choji hanno sempre creduto in me, in Ino, ma io mai, ho sempre cercato qualche modello da seguire, qualche persona a cui aggrappare il mio destino per non averne piena responsabilità. Sono Ino Yamanaka e non devo dare conto a nessuno dei miei talenti!”
Hinata sorrise vedendo Ino che caricava un gruppo di Zetsu sbaragliandoli con la sua forza.
Pensò che Naruto doveva sentirsi così quando era di ispirazione per gli altri.
Sorrise.
Decisamente no. Non credo sia consapevole di ciò che fa. Lo fa e basta.
 
 





 



 
   
 
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