Anime & Manga > Twin Princess
Segui la storia  |       
Autore: Dreamer In Love    26/11/2020    0 recensioni
"Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?"
(Shallow - Lady Gaga & Bradley Cooper)
Shade si è appena trasferito in una nuova città, in una nuova scuola dove, volente o nolente, è costretto a entrare in contatto con un gruppo di scalmanati. E lui che pensava di passare un anno tranquillo… Tra lezioni, amicizie e amori, scoprirà che a volte non tutto ciò che si vede è la verità. Dovrà scontrarsi con un mondo a volte troppo crudele e inoltrarsi in strade buie e tormentate per riuscire a scorgere la luce dell'amore nell'oscurità.
La RedMoon è vita, ma in un certo senso c'è anche qualche cenno di RXS e RXB e FxB.
Genere: Azione, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cattive ragazze '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
34.
Orizzonte

- Orchi, proposte di matrimonio, miracoli e apparizioni -
 
Shade sorseggiò avidamente dal bicchiere, svuotandolo velocemente. Auler, invece, era direttamente attaccato alla bottiglia. Perché stare dietro a quelle due adorabili bestiole, era peggio di un allenamento intensivo di basket.
Appoggiò il vetro al ripiano che produsse un tonfo sordo e sospirò, sollevato. Poi, lanciò uno sguardo torvo a Bright che correva da una parte all'altra del salotto cercando di non farsi prendere da Milky.
 
Come diavolo faceva ad avere ancora energia?
 
Rein, invece, aveva trovato un nascondiglio dietro al divano e stava smanettando con la macchina fotografica. Shade la vide scattare qualche foto.
- Se avessi saputo che fosse stato così impegnativo fare i babysitter, ti avrei dato buca. -, lo apostrofò Auler richiamando la sua attenzione.
Il cobalto guardò con un sopracciglio alzato l’amico che si stava ora tergendo il sudore dalla fronte con la manica della maglietta.
- Tanto non avevi nulla di meglio da fare. -
- Potevo stare con la mia ragazza. -
- Se sei qui, è perché ti sei reso conto che era più pericolosa del solito. -
All’azzurro sfuggì un’espressione colpevole, colto in fallo.
- È stato un duro colpo per lei scoprire che doveva fare i corsi di recupero. Persino Fine ha passato indenne gli esami di metà trimestre. -
Il tono di Auler era strano e Shade, incuriosito, con un salto si sedette sul ripiano dell’isola per poterlo guardare in volto.
- Come va? -
Capendo l'insinuazione alla loro vita amorosa, Auler si aprì in un lungo sorriso.
- Siamo passati all'ultima base. -, dichiarò fiero.
- Com’è stato? -
- Stiamo provando a capire come incastrarci. Non male, comunque. -
Il cobalto gli lasciò qualche pacca sulla spalla.
- Bene. Sono contento per voi. Bright lo sa? –
Vide l’amico scuotere convulsamente la testa.
Shade rise.
- Hai ragione. Meglio non dirgli nulla. Non lo dà a vedere ma tiene davvero ad Altezza.  –
- E tu invece? -, cambiò argomento l’altro.
- Io cosa? -
- Da quando ti occupi della sorella di Fine? -
Il cobalto diede un’alzata di spalle.
- Lo faccio volentieri. -
- Non sei solo riuscito a fare breccia nel suo cuore: Fine si fida di te e, devo ammettere, di essere davvero impressionato. –
Il ragazzo in questione non potè fare a meno di sorridere, gongolante di quelle parole.
 
Stare insieme a Fine era la cosa migliore che mi fosse capitata nella vita.
 
- In realtà, ho conosciuto Rein prima di sapere che fosse la sorella di Fine. Essendo una sua compagna di classe, Milky l’ha invitata spesso a giocare da noi. Ormai ci ho preso gusto a stare insieme a loro. Quando mai ti capita di essere considerato un principe? -
Auler rise di rimando.
- Quindi lei non sa che tu e Fine state insieme? -
Shade scosse la testa, ora dubbioso.
- Pensi che la prenderà bene? -
Il Ragazzo di Tokyo si trovò all’improvviso la diretta interessata avvinghiata alle gambe. Lo implorava di aiutarla e di salvarla dalle grinfie di Bright che stava arrivando di corsa per farle il solletico.
Sua sorella spuntò dai cuscini del divano sotto cui si era nascosta.
- Scappa: quelli sono degli orchi! -, le consigliò con un urlo disumano.
Rein fissò per un attimo il Principe della Luna e scoppiò in un ultrasuono.
- Aiuto! Un orco orribile! -
Nel correre via, le cadde la macchina fotografica che Auler raccolse e appoggiò sul ripiano, ridendo.
- Tu non dovevi essere un principe? -, lo prese in giro anche lui.
L’amico però non gli prestò attenzione: era occupato a osservare l'ultima l'immagine sul display dell'apparecchio elettrico. Sospirò.
- Come sospettavo. -, esordì mostrando anche all’azzurro la sua scoperta. - I miei giorni da principe sono già giunti al termine. Le sue attenzioni si sono spostate su Bright. -
Quest’ultimo comparve tra di loro ammirando soddisfatto il suo ritratto digitale.
- Sono uscito molto bene. -, annunciò soddisfatto.
Shade e Auler trasalirono e lo fissarono: il primo con il volto storto e seccato dall’amara scoperta, il secondo divertito e in attesa della discussione che ne sarebbe nata.
- Non ti montare la testa. Rein cambia velocemente idea. –
- Oh, ma stavolta sarà diverso. -, il tono estasiato e l’espressione trasognata non lasciavano presagire nulla di nuovo.
Infatti, Bright continuò con il suo classico: “Ragazzi vi devo dire una cosa”.
I due amici rimasero in attesa.
- Mi sono innamorato. -, esordì fiero.
Auler sbuffò.
- E di chi stavolta? -
Le iridi chiare si posarono sulla bambina dai capelli azzurri che stava, ora, facendo le capriole sul divano.
- Di Rein, ovviamente. –
- Sai che ha solo sette anni, vero? –
- L’età non conta quando c’è in gioco l’amore. –
Shade si massaggiò le tempie, sfinito.
- L’amore non conta se si tratta di pedofilia. È illegale Bright. -
Mentre Auler seguiva ridendo sotto i baffi il loro botta e risposta, il biondino apriva la bocca offeso.
- Per chi mi hai preso? Ovviamente aspetterò che diventi maggiorenne. –
- E se lei dovesse innamorarsi di un ragazzo della sua età, invece dell’uomo di mezza età che sarai diventato? –
L’altro ci pensò su e fece velocemente i calcoli.
- Ne avrò solo ventotto, dai. Sarò nel fiore degli anni. –
- Quindi abbandonerai tutte le tue amanti? –
Bright lo guardò indignato.
- Non esagerare. Nel frattempo continuerò ad essere uno spirito libero. -
Il cobalto si limitò a scuotere la testa con fare esasperato.
- Però, Shade, non hai tutti i torti. Meglio portarsi avanti. –
Il ragazzo in questione lo fissò con fare interrogativo, non sapendo cosa aspettarsi ma sicuro che sarebbe stata un’altra delle cafonate di Bright.
- Fatemi gli auguri. -, disse loro stringendo a entrambi una spalla, prima di avvicinarsi alle bambine.
- Rein. -, chiamò l’azzurra con tono dolce.
S’inginocchiò davanti a lei e le afferrò con fare galante una manina. La bambina sgranò gli occhi e arrossì vistosamente, già vittima del suo fascino.
- Mia principessa, accetterai di sposarmi quando diventerai grande? –
La fanciulla si aprì in un sorriso luminoso e cominciò ad annuire convulsamente, prima di gettare le braccia al collo del suo amato.
Auler e Shade si fissarono per un attimo. Poi, scoppiarono entrambi a ridere.
- Fine mi ucciderà. -, decretò il cobalto.
L’amico gli lasciò qualche pacca sulla schiena mentre Bright li guardava entusiasta e soddisfatto della risposta positiva di Rein.
 
 
La ragazza guardava ammirata la propria immagine riflessa, sorpresa nello scoprirsi così elegante e bella. Prese i capelli rossi e li alzò sulla nuca, per capire quale acconciatura sarebbe stato più consono avere.
- Come va? –
La voce pacata di Lione le arrivò dall’altra parte della tenda. Lei e Sophie erano in attesa del verdetto e desiderose di scorgere come le stava l’abito scelto. Fine si fece largo nel piccolo antro dei camerini. Entrambe le amiche si aprirono in un sorriso, girandole attorno per analizzarla meglio.
- Shade ci rimarrà secco. -, decretò infine Sophie con un’espressione trasognata.
Fine si limitò ad annuire.
- Lo penso anch’io. –
- Che fai, lo compri? –
La Tigre Rossa mosse la gonna, ancora impegnata a rimirarsi.
- Lo noleggio. Costa troppo. –
- Eppure Camelot ti paga bene e i tuoi clienti sono generosi con le mance. –
Fine fulminò con lo sguardo Lione che si zittì all’istante. Sophie, comunque, sembrava non aver colto il succo del discorso, distratta, in quel momento, nello scegliere gli accessori per l’amica.
- Sto risparmiando. –
- Per cosa? –
- L’università. –
L’arancio strabuzzò gli occhi.
- Ho capito bene? –
L’altra la liquidò con un gesto della mano, annoiata dalla sua reazione.
- Non rimarrò una studentessa delle superiori per sempre Lione. –
- Certo ma non ti eri mai nemmeno azzardata a pensare davvero al tuo futuro. –
- Camelot mi ha detto che la mia presenza al cafè non è indispensabile. –
- Non lo era fin dall’inizio ma hai sempre voluto fare di testa tua. -, la stoppò l’arancio che, poi, incrociò le braccia al petto, pensierosa.
- È per Shade, vero? -, concluse infine, studiando attenta il viso di Fine in cerca della risposta.
La rossa si ritrovò ad avvampare e cercò, trafelata, rifugio nel camerino. Chiuse con uno strappo secco la tenda e iniziò a togliersi l’abito.
La faccia tonda di Lione spuntò dall’angolo.
- Un po’ di privacy, per favore. –
- Eh no! Ora mi spieghi cosa ti ha fatto cambiare idea. –
- Sembri Altezza a volte. –
Lo schiocco scocciato delle labbra e l’espressione infastidita di Lione fecero ghignare la Tigre rossa.
- Credimi, se ci fosse qui Altezza, non avresti vita facile in questo momento. –
Quelle parole bastarono per far morire il sorriso sulle labbra di Fine. Convenne che aveva ragione e con un sospiro decise di risponderle.
- Ho visto un dépliant sulla sua scrivania. –
- Shade ha già deciso che università vuole fare? –
- No, so solo che gli interessa medicina e ha già cominciato a studiare per riuscire a superare il test. –
- E a te cosa piacerebbe fare? –
- Non lo so ancora, -, ammise cantilenante. - ma lui si sta impegnando per raggiungere il suo sogno e mi è venuto naturale domandarmi come sarà il mio futuro. Intanto, tenermi aperta la possibilità di studiare mi sembra una cosa sensata. –
- Come farai con Rein? -
- Camelot ci ha adottate per un motivo no? Posso contare su di lei. E, poi, anche a Shade piace stare con mia sorella. –
Lione la fissava attraverso lo specchio della cabina.
Fine, che si era velocemente rivestita mentre parlava, cercò sul suo viso una reazione che tardava ad arrivare.
- Lione, stai bene? –
- Avrei dovuto lasciare che mia cugina si buttasse sotto quel treno. –
Gli occhi fermi e il tono freddo stonavano con l’indole dolce di Lione. L’amica si preoccupò sul serio, pensando a una crisi psicotica.
- Che cosa stai blaterando? –
Lione le sorrise come se niente fosse.
- È un episodio che risale a quando eravamo bambine. Sto solo pensando che se non ci fosse stata Mirlo, avresti ritrovato la serenità molto prima. Shade sta facendo miracoli. –
Fine annuì divertita.
- Lo penso anch’io. –
 
 
Aveva salutato Lione e Sophie fuori dal negozio e, trascinandosi la borsina degli acquisti, stava procedendo tranquilla per le vie. L’inverno era ormai alle porte e sulla città aleggiava un’aria di festa: i negozianti avevano addobbato le vetrine con fantasmi, zucche e ragnatele. Per la prima volta da molto tempo, Fine riusciva a godersi quell’atmosfera. Si strinse nel cappottino colta da un’improvvisa folata fredda. Inabissò il collo nella sciarpa di Shade che, nonostante fossero passate tre settimane, non aveva ancora avuto la forza di restituirgli. Ormai aveva perso il suo odore ma ogni tanto tornava una zaffata del profumo del ragazzo che la coglieva impreparata e le faceva salire le farfalle allo stomaco.
Lione aveva ragione: Shade stava facendo dei veri miracoli nella sua vita. Il primo merito era sicuramente il sorriso ebete che non riusciva a togliersi dalle labbra. Il senso di malinconia che dalla morte dei suoi genitori le era sempre appartenuto, era sbiadito in un dolce torpore dato dalla certezza di avere al proprio fianco qualcuno di cui fidarsi davvero, che si prendeva cura di lei e che l’amava. Beh, lui non le aveva ancora detto le due famose parole ma non ce n’era bisogno quando erano i gesti a parlare. L’attenzione ai dettagli, le carezze attente, il tono premuroso della voce erano dei chiari segnali e Fine era contenta così. Shade aveva spalancato il suo orizzonte, era riuscito a farle scoprire altro al di là della semplice sopravvivenza: il futuro e dei sogni da realizzare. Era bastato un ragazzo proveniente da una nuova città, svogliato nel fare amicizia e disinteressato nel conoscerla, a farle credere di avere sempre una possibilità di scelta, di poter avere speranza e che tutto sarebbe andato per il verso giusto. Ci credeva davvero ora e il mondo le sembrava meno oscuro e vile, più colorato e vispo.
Notò oltre un vetro, un oggetto dall’aspetto curioso. Le comparve nel frattempo il viso sorridente di Shade nella mente e senza pensarci troppo entrò nel negozio e lo comprò. Non sapeva quando glielo avrebbe dato, ma se lo fece impacchettare, desiderosa di regalarglielo. Poi, tornò sulla via principale, controllò il telefono e aumentò il passo. Altezza la stava aspettando.
Arrivò a casa Jewel una ventina di minuti dopo, già preoccupata di cosa si sarebbe trovata davanti. Altezza non aveva digerito il suo tradimento: Shade era anche riuscito a far migliorare i suoi voti in matematica e quell’anno, per la prima volta, non aveva dovuto aderire alla settimana delle ripetizioni. Altezza, che era solita condividere con lei quei giorni per colpa delle materie scientifiche, era rimasta indignata nel constatare di essere l’unica a dovervi partecipare e aveva dichiarato guerra alla scuola per aver complottato contro di lei. Aveva giurato che avrebbe recuperato tutte le materie per non essere più esclusa e aveva bandito Auler e ogni svago da casa sua.
Fine era dispiaciuta della situazione ma tra la matematica con Altezza e il pomeriggio di shopping appena passato non aveva più dubbi: avrebbe cercato di tenere alti i suoi voti. Passare a salutare l’amica, comunque, era doveroso.
Le aprì la porta una bionda spettinata e trafelata.
- Finalmente sei arrivata. –
- Mi fermo poco. So che devi studiare. –
Una mano l’afferrò e la trascinò in casa.
- Ma che dici? Sto cominciando a discutere da sola con gli oggetti. Ho bisogno di parlare con qualcuno di reale. –
Fine rise a quelle parole non dubitando che fosse la verità e sentendosi sollevata nel fatto che Sophie e Lione non l’avessero accompagnata. Lei era l’unica a riuscire a gestire le battutine sprezzanti e il nervosismo di Altezza: spesso le altre due erano vittime della sua cattiveria e Sophie, in particolare, riusciva a rendere la bionda ancor più arcigna per colpa dei suoi modi distratti. Rimbambita era l’epiteto più carino che le rivolgeva.
La seguì quindi in corridoio, accennando un saluto ai genitori che guardavano la TV in salotto.
- Bright è ancora da Shade? –
- Sì, ha chiamato prima per avvisare che si fermerà da lui a dormire. –
- Oh! Un pigiama party tra uomini… -
- Si faranno la messa in piega e si metteranno lo smalto sulle unghie. –
Entrarono nella stanza di Altezza e questa si buttò con un verso sfinito sul letto. Fine studiò con fare distratto la tana, dove il tavolo e il pavimento erano ricoperti di fogli e libri.  Lasciò le borse in un angolo e, facendo con attenzione lo slalom, le si sdraiò accanto. Rimasero tutte e due a fissare per un po’ il soffitto in silenzio.
- Io e Auler abbiamo fatto l’amore. –
La rossa sgranò gli occhi, stupita. Poi, si mise di fianco per guardarla in volto.
- Come stai? –
- Pensavo che mi sarei sentirmi diversa. –
L’altra non le disse nulla, aspettando che trovasse il modo giusto di esprimersi.
- Invece no, sono sempre la stessa Altezza. È stato imbarazzante a dirla tutta e per nulla divertente. –
Cercò gli occhi chiari di Fine per capire che ne pensasse. Questa schioccò le labbra e sfoggiò un’espressione maliziosa.
- Beh, quello arriverà con il tempo. Ci vuole un po’ di dimestichezza. –
- Tu e Shade vi date un gran da fare eh? –
L’amica ghignò e si ributtò accanto a lei sul letto.
- Non che abbia chissà che esperienza ma non l’ho mai fatto così con Noche. –
- Com’era? –
- Impacciato e umido. -, si limitò a descrivere con tono schifato.
Dopo un attimo, infatti, scoppiarono entrambe a ridere.
- Shade, invece, -, riprese Fine. - riesce a coinvolgermi davvero e non provo alcuna vergogna. –
- Avete sempre avuto una forte attrazione fisica. –
- È vero ma non si tratta solo di quello. Deve prenderti anche qui… -, s’indicò la testa, - e qui. -, accennò al cuore.
Un sospiro da parte di Altezza.
- Sono sicura che anch’io e Auler riusciremo a fare le cose per bene. –
- Dovrete continuare a provare. –
- Mi sacrificherò per la causa e sicuramente anche lui sarà d’accordo. –
Fine si lasciò a una risata rumorosa e abbracciò Altezza.
- Andrà tutto bene. -, le sussurrò rimanendo accoccolata accanto a lei.
 
 
Il cobalto camminava tranquillo per la via. Il rumore di un messaggio lo portò a tirare il cellulare fuori dalla tasca e sorrise nel vedere il nome di Fine sul display. Lo ringraziava per essersi preso cura di Rein. La bambina aveva raccontato di essersi divertita molto. Infine, lo aggiornava sul pomeriggio con le amiche.
Le rispose brevemente che era stato un piacere occuparsi di sua sorella.
Stavolta, però, Maria Moon non era stata dello stesso avviso: quando un’ora prima era rincasata dal lavoro, aveva avuto un senso di mancamento nel vedere le condizioni del salotto e della cucina dopo la giornata di giochi. Shade ghignò tra sé: non aveva potuto fargli una scenata vista la presenza dei suoi amici che, a dirla tutta, erano i veri artefici di quel casino. Invitare a dormire Bright e Auler era stato necessario per evitare in maniera definitiva una punizione.
Avevano poi accompagnato a casa la bambina e si erano momentaneamente divisi: Bright si era fermato a casa per recuperare pigiama e spazzolino mentre Auler lo aveva seguito per salutare velocemente Altezza e farsi portare da sua sorella il necessario per la serata uomini.
Imboccò il vialetto di casa e tirò fuori le chiavi per aprire la porta. Si paralizzò nello scorgere la figura che era seduta sul gradino dell’ingresso. Sbatté diverse volte gli occhi per essere sicuro di chi aveva davanti. 
La ragazza si alzò, pulendosi con la mano i pantaloni e aprendosi in un sorriso imbarazzato.
- Ciao Shade. –
- Che cosa ci fai qui Mirlo? -


Angolo dell'autrice!
Non ho nulla da dire se non che mi diverte immaginarmi le vostre facce mentre leggete l'ultimo nome che è stato scritto. 
Ah Fine non è mai stata così spensierata ma la sua felicità è destinata già ad esaurirsi... o no?
A presto, 
Dreamer In Love
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Twin Princess / Vai alla pagina dell'autore: Dreamer In Love