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Autore: artemide88    26/11/2020    2 recensioni
Isabella Black frequenta la più importante scuola della Virginia e non solo ha ottimi voti, ma sta per diplomarsi con un anno di anticipo. Vuole andarsene, da quella scuola e quella città, il prima possibile perché odia i bulli che la perseguitano. Potrebbe però avere vita più facile se rivelasse un piccolo dettaglio sulla sua vita...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buona lettura


CAPITOLO 2

Il primo giorno di scuola caddi nella pozzanghera.
Il secondo trovai dei reggiseni osceni nell’armadietto.
Il terzo giorno delle alette di silicone per sostenere il seno. Sembravano pezzi di carne viscidi.
Il quarto giorno una cartelletta piena di compiti da fare per il lunedì successivo. Jessica Stanley proprio non si arrendeva. Diedi una sbirciata ai fogli. Io frequentavo tutti i corsi avanzati, ma lei era proprio idiota se quelli erano i suoi compiti. Forse sarebbe stato meglio se i genitori le avessero pagato qualche lezione privata, oltre al botox. Beh, con il patrimonio che avevano gli Stanley...
Una spallata mi fece volare tutti i fogli per terra. Il rumore metallico mi informò, invece, che la mia testa aveva sbattuto contro l’armadietto. 
“Oh, Brutto Anatroccolo, hai battuto il becco?” Le risate si propagarono velocemente nel corridoio. Anche chi non aveva assistito alla scena si stava preparando a sbellicarsi. Tutti volevano ingraziarselo.
Edward Cullen mi era arrivato alle spalle senza che me ne accorgessi con il suo circolo di amici psicopatici del football. Se Jessica era l’ape regina, Cullen era proprio un bastardo. Gli stavo lontana e lui puntualmente mi prendeva alla sprovvista con qualche dispetto. 
Un anno avanti a me, era bello, ma proprio bello, con il suo viso assolutamente perfetto, gli occhi di un profondissimo verde e capelli ramati e ribelli. Ma oltre all’aspetto fisico non c’era nient’altro di bello in lui. 
Mi chinai a prendere i fogli sparsi a terra. Non potevo permettere che andassero persi o che si...
“Cullen, togli il piede. Stai sporcando...” 
“Cosa? Questo?” Impresse con forza l’impronta della suola sul foglio bianco. E adesso come lo spiegavo alla strega?
Mio fratello aveva lasciato lo scettro e il potere a questo essere abbietto, designandolo come suo successore sul campo da football e nei corridoi della scuola. Ma Jake, per quanto preso da sé, non era mai stato cattivo con nessuno. Forse essere il figlio del preside lo doveva in qualche modo trattenere dal fare il bullo.
Cullen voleva che mi umiliassi, che implorassi la sua pietà per fargli togliere il piede. Ero sì disperata, ma non fino a quel punto. Le lacrime stavano affiorando, ma le trattenni, abituata come ero a non mostrare nessuna emozione davanti ai bulli. Se ne sarebbero approfittati e mi avrebbero fatto mangiare ancora più polvere. 
“Cullen!” Il grido arrivò dal nuovo professore di biologia. Era in fondo al corridoio e il suo ingresso fece riprendere a scorrere la vita studentesca. Come se a un lavandino pieno d’acqua fosse stato tolto il tappo, gli studenti defluirono silenziosamente dal corridoio, non prima di essersi goduti Edward Cullen che faceva gli occhi dolci a quello di biologia, dicendo che era tutto un clamoroso equivoco.
“Sta bene, signorina Back?” Sentivo la testa pulsare, probabilmente per un incipiente bernoccolo, ma annuii. Presi il manuale di storia e mi fiondai verso la classe.
“Ehi, Black.” Lo stronzo non voleva ancora lasciarmi andare. Mi aveva rincorso con il compito di Jessica tra le mani. “Attenta, potrebbero essere troppo difficili per te.” Rise beffardo lanciandomi quel maledetto foglio e se ne andò. Voleva umiliarmi un’ultima volta, l’intervento del professore gli aveva tolto l’ultima parola, sua di diritto.
Corsi per i corridoi fino al bagno femminile e ci sprofondai dentro, dimenticandomi che storia mi attendeva. 
Edward Cullen si divertiva a tormentarmi dal mio primissimo giorno al liceo. Mi aveva sorpreso a guardarlo con gli occhi a cuoricino e da allora mi prendeva in giro, ma finché il regno era stato di Jake si era contenuto, limitandosi ad affibbiarmi il soprannome di Brutto Anatroccolo, forse pensando che fosse qualcosa di arguto, dato il nome della scuola. Di sicuro agli altri era piaciuto molto, così in contrasto con il titolo per il re del ballo, il Cigno Bianco.
Da quando era lui il Cigno Bianco...beh, era diventato più perfido di Jessica. Lei era stupida, lui era solo cattivo.
Strinsi il bordo del lavandino e mi chiesi se non dovessi ingoiare un po’ di orgoglio e dire a tutti che il mio cognome non era Black, ma Swan, così almeno avrebbero avuto un po’ di remore a prendersela con la figlia del preside. 
Ma avrei perso la stima per me stessa rifugiandomi nel mio cognome. Inoltre, avrei solo fatto arrabbiare le api dell’alveare, che mi avrebbero di certo punto come punizione.
Passai il resto della giornata nel bagno femminile del secondo piano, ala nord, vicino all’aula di informatica. Avevo sempre nello zaino un cartello con scritto fuori servizio proprio per occasioni come questa.

Il cartello non disturbare appeso alla porta della mia stanza, purtroppo, non funzionò così bene. 
“Si può sapere che cosa è successo?”
Papà si sedette sul letto e mi fissò in attesa di spiegazioni.
Feci finta di nulla, ma mi sarei dovuta aspettare che qualche professore si lamentasse della mia assenza o che quello di biologia facesse la spia.
“A che ti riferisci?”
“Isabella...” Charlie si strofinò gli occhi. “Passo tutto il giorno a cercare di non pensare alle stronzate che fanno i miei studenti, ma credi davvero che non sappia quello che succede nei corridoi?” Indicò la mia fronte, dove un brutto livido violaceo stava facendo la sua comparsa. Scostai i capelli per tentare almeno in parte di nasconderlo.
“Stanno iniziando a darti più fastidio del solito, vero?” Alzai le spalle.
“Mi diplomo in anticipo e l’anno prossimo sarò al college, lontano da qui, papà.” Stavo dando il massimo per potermene andare prima, al college nessuno sapeva chi fossi e avrei potuto ricominciare da zero. “Posso resistere. E no.” Fermai la sua mano prima che prendesse i compiti finiti di Jessica. Li avevo terminati in meno di un’ora. “Non puoi fare rapporto alla Stanley, perché lei se la prenderebbe con me.”
“Che schifo essere la figlia segreta del preside.” Papà proprio non accettava la mia scelta di non usare il suo cognome. “Non puoi nemmeno...”
“Cosa papà? Nascondermi? Usare il cognome come un parafulmine? Credi davvero che si fermeranno e non insulteranno anche la famiglia?” Al primo anno di medie avevo deciso di cambiare il mio cognome, così per gioco, perché io volevo essere il Cigno Nero per ripicca nei confronti di Jake che aveva già iniziato il liceo e prometteva di essere il prossimo Cigno Bianco. Ero una bambinetta molto gelosa del suo talentuoso fratello. “Con chi pensi che se la prenderanno poi? In ogni scuola c’è un bullo e quel bullo se la prende con quello che crede che sia il più debole, papà.”
“Non sanno proprio con chi hanno a che fare.” Papà sorrise facendomi arrossire. “Sei così straordinaria e nessuno lo sa.”
“Tu lo sai, papà. Non voglio che se la prendano con chi non sa difendersi. Pensi davvero che la piccola Maggie O’Shea o l’imbranato Erik York possano sopravvivere senza di me che attiro i fulmini più grandi?”
“Vorrei solo poter fare di più, ma sai benissimo che senza una denuncia formale...”
“E davvero pensi che il comitato esecutivo della scuola ti permetterebbe di inimicarti qualcuno come il Dottor Cullen?” Il padre di Edward proveniva da un’antica famiglia coloniale, forse scesa direttamente dalla Mayflower. Tuttavia, sapevano tutti che il patrimonio famigliare si era assottigliato parecchio finché il dottore non aveva infuso nuova linfa, investendo sulla sua carriera di primario e di proprietario di ospedali. Con la vita e la morte si facevano bei soldi, a quanto pare. “Lascia stare papà.”
“Posso almeno fare qualcosa per te?”
Mi morsi il labbro inferiore perché c’era davvero qualcosa che avrebbe potuto fare, ma la tradizione di famiglia era dura a morire. Anche gli Swan sembravano essere arrivati con la Mayflower, ma non avevano navigato sempre nell’oro. Solo con il mio trisavolo che aveva fondato la scuola avevamo avuto fortuna. La mentalità, però, si era proprio arenata alla nave inglese: solo i maschi Swan del ramo principale della famiglia potevano ereditare la casa e la scuola. Non una figlia femmina sarebbe diventata preside della White Swan. Credo fosse per dare una linea di continuità al cognome Swan, anche se il pettegolezzo preferito in famiglia era che il trisavolo fosse arrabbiato a morte con la figlia minore per aver sposato un mercante di stoffe e che per questo avesse giurato che nessuna femmina Swan sarebbe stata mai un Cigno Bianco.
Quindi, anche se il mio desiderio più grande era di sedere oltre la scrivania nello studio del preside, scossi la testa. La nomina ufficiale, ma del tutto superflua, avveniva in una solenne riunione famigliare allargata fino al quarto grado e nessuno avrebbe apprezzato il fatto che la tradizione venisse sovvertita. Jacob sapeva bene quale fosse il suo destino, sposarsi, fare figli maschi e diventare preside.
Queste stupide regole patriarcali mi davano il voltastomaco, anche perché mio fratello non sembrava minimamente interessato a prendere il posto di mio padre. Io invece...
Scossi di nuovo la testa. “No papà, tranquillo. Voglio solo andare al college e dimenticarmi di questi anni. Ho fatto il massimo.”
Papà trattenne un commento che gli stava scivolando sulla lingua. Lo invitai a rendermi partecipe dei suoi pensieri. Essere la figlia prediletta aveva i suoi vantaggi.
“L’anno prossimo, quando te ne andrai, cosa faranno la Maggie O’Shea o l’Erik York di turno?”
Non capivo cosa intendesse. “Li stai proteggendo, senza però ribaltare lo status quo, Isabella. Pensi davvero che l’anno prossimo non ci saranno bulli e che nessuno se la prenderà con i più deboli? Hai davvero fatto il massimo proteggendoli senza combattere?”
Detto ciò se ne andò, lasciandomi l’amaro in bocca.



p.s. dell'autrice: ok, potete picchiare Edward, ma sappiate che mi serve ancora per qualche capitolo e non lo vorrei troppo malconcio. vi giuro che lo farò redimere e che poi farà il bravo, forse. 
A presto
Sara

 
   
 
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