Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: rekichan    26/11/2020    2 recensioni
«Così questo è Sasuke Uchiha…» mormorò, facendo uno screenshot del volto. Archiviò anche l’immagine della ragazza, un primo piano in cui si distingueva benissimo il cerchio della pupilla cristallina al centro dell’iride candida che la qualificava come “corrotta”. Un elemento in più per considerare Uchiha un simpatizzante dei ProMut.
Fino a che livello, spettava a lui scoprirlo.
[Partecipante al Secret Sancta indetto dal gruppo Naruto Fanfiction Italia]
[Buon Natale Lemon]
Genere: Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke, Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ultima connessione

 

Il sapore amaro del caffè liofilizzato gli graffiò la gola riarsa. Tre settimane, in cui aveva lasciato il pilota automatico al Pet Company 3000, in modo da sviare i sospetti.

Quando accendeva la videocamera, il Pet Comapny inquadrava solo una porta chiusa, qualche detersivo e un’aspirapolvere. Prigioniero in uno sgabuzzino, Naruto evitava di controllare quanto il più possibile gli schermi e quel panorama desolato in cui Sasuke Uchiha l’aveva relegato. Ogni tanto, scorgeva un barlume di luce e riconosceva i piedi del padrone di casa o di Hinata che prelevavano qualcosa dallo stanzino e lo richiudevano dentro. In quella perenne cecità e isolamento, i suoni della casa erano diventati intollerabili.

Urla femminili di dolore, porte che sbattevano, dialoghi privi di senso e di volto. Naruto registrava e sperava di non dover sentire più nulla. Lo stato febbrile in cui imperversava da quando Sasuke lo aveva scoperto – perché era certo che avesse capito tutto. Cazzo, quello sguardo… quello sguardo di consapevolezza lo perseguitava durante il suo sonno frammentato – lo aveva trasformato nell’ombra del brillante Osservatore che era stato. Il suo cubicolo puzzava di stantio, di pasti precotti non consumati e lasciati a marcire, di Art Beer rovesciata e del suo stesso sudore. Faticava a dormire e, quando crollava, l’audio di ciò che succedeva in casa Uchiha lo scuoteva di soprassalto dal suo stato larvale. E allora pigiava tasti, smuoveva il Pet Company per farsi liberare, quasi che il prigioniero fosse lui, Naruto, e non il macchinario di sorveglianza. Poi si rinchiudeva di nuovo in un sonno inquieto, non ristoratore, tormentato da occhi scuri, urla e deformi volti mutanti che lo inseguivano. Lui cercava di scappare, le gambe non lo supportavano. Erano pesanti, inceppate di sabbia e ruggine. E lui non era lui, ma era una volpe meccanica che veniva presa, svitata, smembrata e l’olio per motori si confondeva col sangue, e…

 

Allarme.

Allarme.

 

La voce di Kurama lo fece sobbalzare. Il battito cardiaco accelerò sotto la spinta dell’adrenalina e la scossa fece cadere un po’ di caffè sul pavimento. Imprecò e accese le videocamere, per capire il motivo dell’agitazione dell’I.A. Ai suoi occhi si presentò di nuovo l’oscurità dello sgabuzzino. Attivò la modalità infrarossi e il mondo acquisì dei contorni confusi. Nelle orecchie, rimbombò il suono di passi frettolosi. Con stupore, vide la porta spalancarsi e la sagoma di Sasuke Uchiha stagliarsi in controluce. L’improvviso passaggio gli ferì gli occhi arrossati, ma cercò di far scattare il Pet Company in avanti per riuscirci. Non fu abbastanza rapido. Le ruote girarono a vuoto mentre Uchiha lo sollevava e se lo portava ad altezza del volto. Naruto si stupì di quanto tre settimane lo avessero cambiato: il volto era scarno, scuro di barba non fatta, e gli occhi neri sembravano precipitare furibondi e incassati nelle arcate occipitali, gonfi di sonno mancato e di rabbia.

«Vieni con me». Le parole graffiarono le orecchie di Naruto, mentre con malagrazia Sasuke lo trascinava fuori dallo sgabuzzino, lungo il salotto immerso nella penombra e infine nella sua camera, dentro un armadio, per una scala…

Naruto deglutì. Il cuore batteva a mille mentre scendevano, e scendevano. Sasuke Uchiha stava consapevolmente firmando la sua condanna – e di conseguenza la sua promozione. Ma perché?

Una luce al neon illuminò la fine delle scale. Naruto riuscì a ruotare la telecamera abbastanza in fretta da scorgere una piccola libreria, un frigobar e un fornello per cucinare, prima di essere attorniato da bende sporche, bisturi e disinfettanti.

«Guarda!» ordinò Sasuke, posando il Pet Company su un rialzo adeguato «Volevi guardare? Bene, ora guarda! Guarda cosa cazzo fanno i tuoi amici. Guarda!»

Naruto guardò. La sua visuale incrociò prima la schiena di Hinata, china su un lettino; risalì lungo la colonna vertebrale fino a incrociare lo chignon disordinato in cui erano acconciati i capelli scuri. Le dita sottili stringevano una mano scheletrica che spuntava fuori da un lenzuolo. Sembrava pulito, forse appena cambiato, ma il bordo del materasso presentava macchie di sangue e tintura di iodio.

Deglutì e fu tentato dallo spegnere la telecamera. Riaccendere il pilota automatico, salvare il video e inviare tutto a chi di dovere. Il suo lavoro era finito. Quella stanza segreta era abbastanza per consentire un blitz. Scoprire altro materiale compromettente era compito delle autorità, non suo. Poteva smettere, intascare la sua gratifica e andare in vacanza fino al prossimo incarico. Pensò alle forme conturbanti dei C-SX-4000, all’alcol prelibato, al cibo vero – vero! – che si sarebbe potuto concedere, prima di ricominciare a spiare un altro detrattore governativo, di entrare di nuovo, giorno e notte, nella vita di qualcun altro… Magari, se lo avessero pagato abbastanza, avrebbe perfino potuto smettere. Forse si sarebbe potuto fare una vita propria, trovarsi una bella donna con cui sistemarsi, avere figli, condurre un’esistenza ordinata e gradevole. Sì, doveva spegnere. Lo avrebbe fatto.

«Guarda».

Come se avesse intuito il suo tentennare, la voce di Sasuke lo spronò. Naruto lasciò la mano sospesa sul pulsante di disattivazione e osservò. Il volto della donna stesa sul lettino era deturpato dalle ferite. Ciuffi di capelli rosa, identificativi della natura mutante, spuntavano da sotto le bende che le circondavano il capo. Solo un occhio smeraldino era visibile da sotto il bendaggio. Guardava il nulla, mentre il corpo sotto il lenzuolo era scosso da spasmi improvvisi, ma a Naruto sembrò consapevole della presenza estranea ed ebbe l’orribile sensazione che quell’iride verdastra fosse puntata verso di lui, contro di lui.

 

Sakura Haruno

29 anni

Professione: pediatra, attualmente disoccupata

Stato sociale: non pervenuto

Precedenti penali: partecipazione a iniziative ProMut, portavoce del movimento ProMut. Arrestata 15 volte e rilasciata su cauzione, pagata da anonimi. Latitante in seguito alla manifestazione ProMut del 14 ottobre, dove è stata accusata di aggressione a pubblico ufficiale.

 

Kurama sciorinò i dati a sua disposizione. Naruto rabbrividì. Sasuke Uchiha nascondeva una terrorista, un elemento pericoloso per la quiete pubblica. Eppure quel corpo esamine non sembrava in grado di nuocere a nessuno. Quasi rispondendo a un ordine non scritto, Hinata scostò la coperta e si allontanò quanto necessario per lasciare libera la visuale al Pet Company.

Naruto vomitò. Caffè, rigurgiti di cibo poco masticato e bile si riversarono sul pavimento, presto coperti dagli spruzzi disinfettanti di Kurama. L’odore gli dette alla nausea e sentì un secondo conato raggiungerlo, assieme alle parole di Sasuke.

«I poliziotti hanno sparato sulla folla e hanno preso la sua compagna. Lei ha reagito per difenderla e hanno preso anche lei. L’hanno picchiata, torturata, stuprata e quando l’hanno creduta morta l’hanno gettata in un angolo. La sua compagna non ce l’ha fatta».

I tubi per il drenaggio che uscivano dal corpo martoriato della donna ondeggiavano a ogni doloroso spasmo. Naruto desiderò con tutto se stesso spegnere la telecamera, spegnere l’audio, spegnere tutto e annegare nell’oblio della Art Beer o di una dose di Felix per endovena. Non ci riuscì e lo scuotersi del corpo di Sakura Haruno sembrò andare a tempo con le parole di Sasuke. Il gesto gentile di Hinata di ricoprire la donna per preservarla dal suo sguardo morboso fu più doloroso e accusatorio di qualsiasi altra cosa.

«Lavorava in oncologia pediatrica, prima della legge contro il MutWork, prima che pensassero che fosse contagiosa. Ha salvato più vite di quante tu ne abbia spezzate e ora sta lottando per la propria» Sasuke afferrò il Pet Company 3000 e lo fissò negli occhi di vetro «Ora puoi finire il tuo lavoro, o decidere di fare qualcosa di giusto».

L’animale meccanico fu posato a terra. L’ultima immagine che la videocamera registrò, fu quella di un martello diretto sulla testa di volpe.

 

***

 

Non aveva mai badato allo sbalzo tra il mondo esterno e il suo cubicolo, ma quella sera sembrava più pungente e fresca del solito. Lo attribuì ai mesi di aria viziata trascorsi, ma qualcosa gliela faceva percepire come più pulita. O forse era solo lui a sentirsi meglio.

Gli mancava solo una cosa da fare.

«Kurama, procedura 0492».

La voce metallica risuonò negli auricolari wireless.

Sicuro?

«Sì».

Attivata procedura di autodistruzione del sistema. Cancellazione definitiva tra quindici secondi

Naruto sorrise, malinconico.

È stato un piacere lavorare con te, Naruto Uzumaki

«Anche per me, Kurama».

Mentre dietro di lui la stanza in cui aveva vissuto esplodeva cancellando dati, informazioni e video duramente raccolti, si rigirò tra le mani l’indirizzo di Sasuke Uchiha.

Niente androidi del sesso, niente vita di lusso, niente. Tutto era stato spazzato via. Il suo passato, il suo presente…

Aveva solo un foglietto con un nome segnato. Forse, avrebbe potuto fare qualcosa. Qualcosa di buono.

 

L’ex Osservatore Naruto Uzumaki, numero di registrazione governativa 0410199, si rincalcò nella giacca e si diresse verso il futuro.

 

 

 

 

N/A: Non pensavo di riuscire ad aggiornare, né di arrivare, finalmente, alla fine della storia. Ma ce l’ho fatta. Spero che sia piaciuta alla destinataria (un anno ci ho messo a finirla), nonostante il finale aperto. Molto aperto. Tanto aperto.

E nulla, finisce così. Addio e grazie per il pesce.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: rekichan