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Autore: Miryel    26/11/2020    3 recensioni
In una notte come tante, l'equilibrio di Morty viene spezzato da una visita inaspettata che lo porterà a scoprire una verità che non avrebbe mai voluto realizzare davvero. Di fronte a lui c'è la sua copia esatta ma con una vena crudele e spietata che gli brilla nell'unico occhio visibile, lo spezza in due e lo divora in mille pezzi.
L'anello di congiunzione è sempre, inevitabilmente Rick e questo, inevitabilmente, non porterà a nulla di buono.
[ About Evil Morty - Morty Smith&Rick Sanchez - Introspettivo - Minilong ]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Evil Morty, Morty Smith, Rick Sanchez
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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[ About Evil Morty - Morty Smith&Rick Sanchez - Introspettivo - Minilong]




Evil Morty Analysis: R&M Theory | Rick And Morty Amino
HOW BAD
  CAN I
  BE?



«Nobody exists on purpose, nobody belongs anywhere, everyone is gonna die.»
Morty Smith
 

| Capitolo III




 
 
 

                 

          

              Se esiste un dio, in questo istante, sta ignorando il mondo. Ha voltato lo sguardo altrove, su cose meno importanti; cose che hanno di certo più bisogno della sua attenzione e, per quanto Morty non ci creda più, in quell’entità celeste a cui suo nonno si paragona troppo spesso, si ritrova a balbettare il suo nome – ad invocarlo, debolmente, tra le labbra bagnate dalle lacrime e un dolore lancinante ai polsi. Li strattona, vorrebbe liberarsi, solo per fermare Rick e poi prenderlo a pugni fino a fargli perdere i sensi. Vuole fargli del male; tutto il male possibile, che non è nemmeno paragonabile a quello che sta provando lui, in questo momento, mentre il nonno si spinge quella pistola contro la tempia, arrogandosi il diritto di tenere su un’espressione sicura e divertita, come se ci fosse davvero qualcosa da ridere, ora come ora. Come se quel gesto, semmai lo compirà, potesse donare a qualcuno un conforto. No, nemmeno alla sua controparte malvagia arrecherebbe un vantaggio, ma solo la perdita di dati sensibili, di file, di informazioni. Perché per quello stronzo, Rick è solo questo: un recipiente di tutto, di ogni cazzo di cosa che esiste nel mondo. Troppo sapere incanalato nel corpo di un vecchio burbero e volgare, ma che dentro nasconde un pezzo di cuore che ancora pulsa. 

Ed è questo che lo ha spinto a un gesto simile, e Morty lo sa; e, sebbene non dovrebbe sentirsi il motivo per il quale Rick lo sta facendo, lui si sente in questo modo lo stesso, perché è fatto così. Si darebbe la colpa persino della fine del mondo, se arrivasse ora, in questo istante. 

Il Morty malvagio fa un passo indietro, quando Rick ne fa uno in avanti e minaccia di premere il grilletto, stretto intorno ad una mano che non trema nemmeno, anche se dovrebbe. Come cazzo fa a non avere paura di morire? Come cazzo fa a fare una cosa del genere senza sentirsi lontanamente intimorito dalla morte?

«Rick», lo chiama l’altro Morty,  e il nonno sbuffa divertito, prima di piegarsi verso di lui, alla ricerca di uno sguardo, che quello ricambia, ma stavolta è privo di quella luce malvagia che lo ha caratterizzato fino a quel momento, perché aveva la situazione sotto controllo e ora non più. Ora è un Morty come un altro. 

«Che accidenti vuoi? Vuoi il mio cervello, e poi? Mi ucciderai, immagino. Un Rick del mio calibro è potenzialmente pericoloso, per uno come te. Tenermi vivo non ti converrebbe, dico bene?» 

«Supposizione esatta, razza di idiota, dunque perché non fai semplicemente quello che ti dico? Moriresti comunque, in ogni caso», risponde l’altro, tra i denti, nel vistoso e patetico scenario di un ragazzino che sta perdendo la calma. Si mastica per un secondo il labbro inferiore. 

«Non è lo stesso, stronzo! Se il mio destino è quello di crepare, sarò io a decidere come! Ho il controllo su ogni dannata cosa; su di me, su di te, su Morty, sull’universo! Sono Dio, figlio di puttana!»

«D’accordo, fa’ pure! In ogni caso mi prenderò ciò che voglio», ridacchia il Morty malvagio, dopo una pausa passata a osservare qualcosa che non ha trovato: ovvero un motivo per cui Rick stia facendo questo. Solo che Morty ha capito benissimo le sue intenzioni, e forse sono pure peggio di ciò che lo aspetta se seguirà gli altri alla Cittadella dei Rick. Suo nonno non ha scelta, ma sceglie di scegliere e lo fa, in ogni caso, perdendo se stesso… perché prendendosi la responsabilità della propria morte, potrà ancora vincere. Perché Morty ha capito, ha capito fin troppo bene cosa vuole fare. Pensano tutti che sia stupido, ma è l’unico, tra loro, ad aver compreso le vere intenzioni di Rick. 

«Non penso, stronzetto. È una pistola laser, questa. Da una distanza del genere posso distruggere ogni singola molecola del mio cervello e, a te, resterà solo l’ennesimo fantoccio senza vita; un burattino. Spero proprio che esista un oltrevita, perché non mi voglio perdere la tua faccia, quando le tue manine luride si infileranno nella mia scatola cranica e non troveranno un bel niente da sgraffignare.» Come cazzo fa a trovare tutto questo estremamente divertente? Come fa a ridere persino in faccia alla morte, mettendoci di mezzo il cazzo di orgoglio e la sua finta onnipotenza? Come fa a non prendere niente sul serio, nemmeno questo? Rick è un cazzone, ma ha dimostrato spesso una finissima e nascosta sensibilità, e a Morty sembra solo di essere il protagonista di un accidenti di incubo. 

«Rick?!», urla, tra le lacrime – di rabbia, stavolta.

Rick lo fredda sul posto alzando la mano libera verso di lui. «Sta’ zitto, Morty! Ti ho detto di starne fuori!» 

«Che cazzo stai facendo?», chiede, ignorando quel monito, troppo preso dal momento per poter sorvolare. Troppo coinvolto, sebbene Rick pensi che non lo sia. 

«Stanne fuori!», lo ammonisce l’altro Morty, alzando anche lui una mano verso di lui, mentre l’altra si stringe in un pugno di pura impotenza. «Sta cercando di salvarti, per questo fa il gradasso con minacce sterili! Taci, prima che ti faccia fuori.»

«Salvarlo? No, io sto cercando di toglierti il privilegio di prenderti qualcosa che non è tuo e che non sai gestire, Morty: il mio genio.» 

«È la mossa più stupida che io abbia mai visto in vita mia!», ride l’altro, ma c’è un vibro nervoso in quel gesto e, il tremore nelle spalle, tradisce il suo intento di risultare ancora padrone della situazione. Rick ne sembra estremamente soddisfatto, quando piega la bocca in un sorriso orribilmente appagato. 

«Vita? Quattordici anni di vita? Che uomo navigato, sei? Scopare con le tue copie di Jessica e comandare la Cittadella non fa di te un uomo adulto.» 

«Rick, stai perdendo il punto della situazione: ti spari in testa e tutto ciò che farai non sarà di certo risparmiare la vita del tuo finto nipote. Avrò comunque ciò che voglio; ci sono milioni di Rick che sono quasi alla tua altezza.» Il tentativo di farlo ragionare sembra quasi patetico, ora come ora. Morty la vede, la difficoltà nel suo occhio sano, di cercare alla svelta una soluzione che non implichi la soluzione peggiore. Monta scuse, soluzioni che non sono risolutive, ma solo palliativi. Morty lo vede, lo sa, perché in ogni caso, anche se quello che ha davanti non gli assomiglia del tutto, non è esattamente il suo opposto. Il panico annichilisce i Morty, li schiaccia, li rende stupidi, anche se non lo sono. 

«Quasi! Nessun Rick è me, e tu è me che vuoi!»

«E tu, invece, cosa vuoi per non farlo? Quale prezzo chiedi?» 

Trattative. La prova che in ogni caso ognuno di loro ci perderà qualcosa, ma il Morty cattivo è intenzionato a tenersi fuori da quell’equazione. Incrocia le braccia dietro la schiena e attende, alzando fieramente il mente, che però trema. Trema di impazienza. Trema di paura. 

Rick sbuffa divertito. «Ora ragioniamo», esordisce, poi Morty sente i suoi occhi addosso per un attimo. Sembrano dirgli tutto e niente, poi smette di guardarlo serra le labbra, prima di proseguire. Sembra stia assaporando il sapore delle parole, prima di proferirle. «Lascerai in pace la famiglia Smith, libererai Morty, non ti avvicinerai mai più a questa famiglia e, qualunque cosa tu voglia fare, lascia stare questa realtà. Per il resto, distruggi quello che vuoi!» 

Scende un silenzio rotto solo dal rumore sottile delle corde che si tendono, quelle che ancora tengono Morty legato a quella sedia. Non sente più le braccia e nemmeno le gambe e i piedi, sotterrati sotto la sedia, legati tra loro, che bloccano ogni proposito di fermare quella pazzia che il nonno sta cercando di commettere: quella trattativa che non vede nessuno di loro vincitore.

Il Morty cattivo alza le sopracciglia, spalanca l’occhio scoperto, poi piega la bocca in sorriso e, poco dopo, reclina la testa e inizia a ridere. La sua risata riecheggia nel garage come l’urlo di un mostro prigioniero del caos. Si posa una mano sulla fronte, come se volesse darsi un contegno; scrolla le spalle e sbuffa via un ultimo frammento di quella risata, che è pura soddisfazione. Torna ad essere meno Morty di quanto lo sarebbe chiunque. 

«Tutto qui? Vuoi che salvi loro e la dimensione in cui vivono? Il controllo dell’universo comprenderebbe ogni cosa ma, ehi, un’eccezione per un vecchio amico posso farla!»

«Io non sono tuo amico, Morty. Sono tuo nonno, e non mi sta bene nemmeno questo. Dunque, abbiamo un accordo?» 

L’altro Morty lo squadra da capo a piedi con una mano sul mento, poi lo indica. 

«Solo se ammetterai, dunque, di tenere a questo… pupazzo», dice, sprezzante, lanciando a Morty un’occhiata che lo trafigge al petto. Lo fa sussultare. Non sa cosa dire – o meglio, non sa come dirlo. Avrebbe così tanto da esternare, ora come ora…

«Non l’ho forse ammesso dicendo che voglio la salvezza di questa dimensione? Sei forse sordo?», asserisce Rick, con uno schiocco della lingua che fa quasi ribrezzo – quasi quanto il suo sguardo fermo, con ancora quella pistola puntata alla testa. 

«Non lo hai detto, stupido vecchio! Voglio che tu lo ammetta, ora, dicendo qualcosa tipo ci tengo, sono un sentimentale e non posso sopportare di perdere il mio adorato nipote! Ecco, una cosa così. Gradirei che ci mettessi del sentimento, e magari un po’ di poesia.» Prese per il culo date da un potere sconfinato incastrato tra uno schiocco di dita, che comanda i suoi Rick, la Cittadella e, presto, l’intero universo.

Un Morty arrogante è un Morty pericoloso. Un Morty arrogante non è un Morty. In nessun mondo. Il Morty meno Morty di tutti. 

Rick lo guarda come se quella sfida non lo avesse scalfito in alcun modo, e forse è così, ma Morty è convinto che la vera motivazione è che suo nonno è sceso a patti con la morte, l’ha accettata e dunque non ha nulla da perdere. Nemmeno la dignità. 

Vorrebbe che non lo dicesse e che, per qualche ragione, non farlo potesse salvarli tutti e due, o almeno solo il nonno. Perché sua madre ha aspettato tanto il suo ritorno, e perderlo ancora la distruggerebbe. Forse molto più di quanto lo farebbe perdere suo figlio. 

Rick gli lancia un’occhiata, come se volesse dirgli che a quelle stronzate non ci deve nemmeno pensare. Come se gli avesse letto la mente facendogli una scansione al carbonio. Rick, questa capacità di capirlo anche solo con uno sguardo, dopotutto l’ha sempre avuta. 

«D’accordo. Ci tengo, lo faccio per lui e la sua famiglia e voglio che siano salvi; è l’unico desiderio che ho. Contento, ora?»

Morty cattivo lo squadra di nuovo, poi fa un passo avanti, sicuro di sé. Sembra pensarci come se fosse davvero importante, che Rick lo abbia detto, ma la verità è che è solo divertito da quella situazione dove ha tutto nelle sue mani, il controllo di ogni cosa, persino della propria paura. Morty pensa che vorrebbe essere così, ma allo stesso tempo vorrebbe non esserlo, se queste sono le conseguenze di una tale sicurezza in se stessi. 

Un po’ come Rick, ma almeno lui ha ancora dei principi. 

«Non male. Non mi ha totalmente soddisfatto, ma da te non potevo aspettarmi di più.»

«Bene», dice Rick, lapidario. «Dunque abbiamo un accordo?» 

L’altro ride, e quando il nonno gli mostra la mano per stringerla, quello aspetta qualche secondo prima di alzare la sua. Gli lancia un’occhiata scettica, che svanisce poi nella pazzia di un occhio che brama ogni cosa e che ora può averla. «Abbiamo un accordo, Rick.» 

«No! Rick! Rick!», urla Morty, ma è troppo tardi. Si stringono la mano e, mentre la scuotono, Rick ride. Ride di gusto, ma con una freddezza che spiazza. 

Ride, perché Rick ha vinto. 

«Ben fatto, idiota!», esclama, e poi succede. Succede, e Morty spalanca gli occhi. 

Lo sparo infrange il muro del suono, così tanto che forse nemmeno lo ha sentito. Vede solo schizzare via dal lato destro della testa del nonno pezzi di cervello bruciato e sangue, che si schiantano contro la parete e, poco dopo, il tonfo a terra del corpo di Rick è una bomba atomica nella testa. Silenzioso, immobile, morto. 

Rick è morto, lo ha fatto. Si è sparato, e Morty sa il perché. Sa che non c’è dignità in quel gesto e che, se lo ha fatto, è per restare un uomo libero. Nemmeno la pietà lo ha scalfito, ma ha voluto credere in quell’accordo. Morty malvagio gli ha stretto la mano, ha giurato di non torcere un capello alla famiglia Smith e a quella dimensione, solo che quel pezzo di merda non manterrà mai quella promessa, Morty lo sa, e dunque è stato tutto inutile. Tutto dannatamente inutile. 

Piange. Non ha fatto altro da quanto è entrato in quel garage e, se avesse le mani libere, ora come ora, si coprirebbe la bocca e gli occhi, ma questo solo per non guardare, per non vedere quello che è un incubo ricorrente che alla fine si è compiuto, anche se non lo ha mai raccontato e ammesso, persino a Rick. Soprattutto a Rick. 

Rick non doveva mai sapere quanto Morty è sensibile. Fino a che livello. Fino a quel livello, che ora non ha alcun motivo di nascondere o annichilire per dimostrarsi migliore di quello che è. 

L’altro Morty è immobile, con la mano ancora a mezz’aria, sconvolto; fissa il corpo morto di Rick e non proferisce parola, si limita solo a restare gelato in mezzo al fallimento che lo attende, ora che non potrà più avere ciò che voleva. L’ultimo obiettivo, distrutto. Il cervello di Rick carbonizzato, che ancora emette fumo dal buco nella testa. Gli occhi spalancati sul soffitto. 

Lo stesso soffitto che Morty sente crollargli addosso, come un macigno, mentre il cuore gli salta troppi battiti. 

Rick è morto e, con lui, ogni speranza ; per la prima volta Morty si rende conto di quanto qualcosa che sembrava non avesse poi così tanta importanza, invece ne ha.

 
 


Continua...
 



 

Caps from Dimension c-132 — lillayfran: Focus on science
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Note Autore:
______________


 

 Salve a tutti!
Ed eccoci qui, al penultimo capitolo di questa piccolissima Minilong dedicata a Rick&Morty e la teoria di Evil Morty – a cui ho cercato di dare uno spessore.
Dite che sto tergiversando sul finale? Nah, non lo sto facendo e invece sì.
Che posso dirvi, se non che... non vi resta che leggere e scoprire cosa è successo! Morty è qui che sbraita i suoi "Oh, geez! Oh, man! Rick, you stupid asshole!" E altre cose carine verso il nonno che tutti vorremmo ♥
Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e vi do appuntamento alla prossima settimana con l'epilogo 

Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va! 



 


Team Piercey
La vostra amichevole Miryel di quartiere.

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