Anime & Manga > Inuyasha
Ricorda la storia  |      
Autore: Vallyrock87    27/11/2020    11 recensioni
Con questa one shot ho voluto guardare dal mio punto di vista il rapporto tra i due fratelli Sesshomaru e Inuyasha, che personalmente adoro, e ho deciso di far scrivere una lettera a Sesshomaru da Inuyasha. in questa lettera il minore riverserà le proprie emozioni nei confronti del maggiore, ma chissà se avrà mai il coraggio di consegnargliela!
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un bimbo dalle strane vesti rosse, capelli argentei e orecchie da cane, stava giocando da solo con la sua palla, in un piccolo spiazzo nel folto della foresta, quello era il suo angolo di felicità, il meglio che un bambino come lui potesse chiedere. A palazzo della madre i sudditi non volevano mai giocare con lui, “mezzo demone” gli avevano detto quella volta, e il piccolo Inuyasha era corso tra le braccia della madre, chiedendole che cosa significasse quel termine, che cos’era un mezzo demone? Lui che era solo un bambino non capiva che cosa volesse dire, non sapeva perché venisse così emarginato dagli altri, lui voleva soltanto giocare come tutti gli altri bambini della sua età.

La madre a quella domanda non aveva risposto, si era limitata a versare calde lacrime, soffriva Izayoi, per quel figlio che non veniva accettato ne dagli uomini ne dai demoni, soffriva perché soffriva lui è perché Toga, suo padre, non c’era, non era lì con loro, non li poteva proteggere, non più, lei sapeva che presto quel suo sfortunato figlio avrebbe compreso che cosa volesse dire essere un mezzo sangue, lo avrebbe compreso a proprie spese.

Inuyasha, non poteva essere un bimbo felice, non poteva crescere serenamente come tutti gli altri, le persone sono troppo crudeli con il diverso, così nessuno voleva giocare con quel bimbo tanto strano, tanto diverso.

Allora era andato alla ricerca di un angolo tutto suo dove poter svagarsi senza essere chiamato “mezzo demone” e, lo aveva trovato, in  quel piccolo spazio tra gli alberi. Ma i pericoli per un piccolo bimbo indifeso erano dietro l’angolo.

Quel giorno mentre giocava con la sua adorata palla in mezzo alla foresta, ad un certo punto sentì una voce, provenire da dietro le sue spalle.

-Ma bene! Cos’abbiamo qui, un cucciolo di mezzo demone, quale prelibatezza!-

Il bimbo a quel punto si voltò e vide un demone toro che si stava leccando i baffi, pregustando il lauto pasto che, di lì a poco avrebbe pensato di consumare, il demone era affiancato da due enormi Oni, il piccolo alla vista di quei mostri, spalancò i suoi enormi occhi dorati e, stringendo la sua adorata palla tra le braccia corse in una direzione imprecisa, con tutto il fiato che aveva in corpo, improvvisamente la distesa di alberi finì e si ritrovò sul bordo di uno strapiombo e, sapendo che presto i suoi inseguitori l’avrebbero raggiunto, si rannicchio a terra, stringendo sempre più forte a se la palla e chiuse gli occhi aspettando l’imminente fine, d’improvviso però sentì un frastuono di carni che venivano lacerate e grida di dolore proveniente dalle gole dei suoi inseguitori e, poi il silenzio, il bimbo non sapendo cosa fosse successo intorno a se, non ebbe il coraggio di riaprire gli occhi, era troppo impaurito, finché non sentì una voce, diversa da quella che gli aveva parlato nella foresta, una voce monocorde, ma calda, che non lasciava  trasparire alcuna emozione, anche se al piccolo sembrò gentile.

-Ora puoi riaprire gli occhi-

Sembrava quasi un ordine, così il piccolo obbedì e, quello che vide lo lasciò strabiliato, un uomo dalle bianche vesti con qualcosa di soffice sulla spalla destra, lo stava guardando con occhi di ghiaccio, occhi dorati, come i suoi, intorno a lui i resti di quelli che dovevano essere coloro che lo stavano inseguendo poco prima, lo sconosciuto portava lunghi capelli argentei che gli ricoprivano completamente la schiena e, sulle guance dei segni demoniaci violacei e una mezzaluna al centro della fronte, un altro demone, che però al bimbo quell’individuo non fece paura, nonostante non stesse sorridendo, in fondo poteva uccidere anche lui, cosa che non fece, così gli rivolse un grosso sorriso di ringraziamento.

Il demone senza aggiungere altro  fece per andarsene, ma il piccolo gli si incollò alla coda.

-Vi prego rimanete con me a giocare- disse con gli occhioni colmi di lacrime.

Era il primo essere che non lo avesse guardato come un diverso, qualcosa da evitare, anzi lo aveva addirittura salvato. Il demone, nuovamente non disse nulla, ma si mise a sedere su di un masso che era posizionato in quel piccolo spiazzo che divideva il limitare della foresta con l’orlo del burrone, il piccolo lo guardò con attenzione, e quando si mise a sedere capì che sarebbe rimasto lì con lui, per il resto della giornata rimasero in silenzio, mentre il bambino calciava spensierato il suo pallone l’altro lo osservava, riconsegnandoglielo quando questo cadeva vicino ai suoi piedi, finché non iniziò ad imbrunire e, lo sconosciuto sempre con il suo tono impassibile disse al cucciolo.

-Dovresti rientrare, si sta facendo buio- nonostante quel tono, al piccolo sembrò nuovamente gentile.

Fece un passo per addentrarsi nella foresta e ritornare a casa, ma nel fitto degli alberi gli sembrò troppo buio, quell’oscurità gli faceva paura tanto che gli venne spontaneo deglutire un po' di saliva, così si girò verso lo sconosciuto che era ancora lì, stava aspettando che il bimbo se ne andasse.

-Mi…mi potete riaccompagnare voi?- gli chiese, il demone aveva sentito il timore del bambino, allora gli rivolse un'unica parola

-Andiamo!-

Il piccolo seguì lo sconosciuto, guardandolo dal basso verso l’alto, e ai suoi occhi di bambino sembrò talmente maestoso da sembrare qualcosa di più celestiale invece che demoniaco, come un angelo che lo avesse salvato.

In quel momento il bimbo fece qualcosa che il demone non si sarebbe mai aspettato, allungò la sua piccola manina e la strinse al mignolo della grande mano artigliata dello sconosciuto che, a quel contatto ebbe un sussulto, ma per non spaventare ulteriormente il bambino non disse nulla e lo lasciò fare, il piccolo non gli lasciò la mano finché non  furono nei pressi del palazzo, il bimbo prima di rientrare, si voltò per chiedere al suo salvatore.

-Posso sapere come vi chiamate?- il demone lo guardò per un attimo poi rispose.

-Sesshomaru! Il mio nome è Sesshomaru-

Il piccolo si portò la piccola manina al cuore, serrata in un piccolo pugno  chiudendo gli occhi, poi gli disse

-Non lo dimenticherò- e gli rivolse un grosso sorriso, per poi sparire dietro le mura del palazzo.

Sesshomaru invece sperava che quel bambino fosse ancora troppo piccolo per potersi ricordare un giorno di lui, di quella giornata.

Da quel giorno i demoni non andarono più a disturbare i giochi del piccolo Inuyasha, ma lui sapeva che qualcuno era sempre lì nei paraggi vicino a lui pronto a proteggerlo, lo sentiva, suo fratello, lo sapeva perché aveva chiesto alla madre come si chiamasse il primo genito di suo padre, infatti quando lo sconosciuto gli aveva rivelato il suo nome, gli sembro famigliare, il bambino di allora fu felice di sapere che a salvarlo fosse stato proprio il fratello maggiore.

Quando divenne più grande quella presenza sparì, ormai era in grado di difendersi da solo. Nel corso degli anni però quel fratello che un tempo lo aveva salvato, ora sembrava odiarlo e Inuyasha che avrebbe voluto ricevere delle considerazioni da quel fratello tanto più grande di lui, più austero e nobile dallo sguardo di ghiaccio, si sentiva di averlo deluso diverse volte, quando aveva ottenuto Tessaiga quando gli aveva tagliato un braccio, gli era addirittura apparsa una sua visione quando era convinto di non  essere arrivato in tempo per salvare i suoi compagni, ma le parole di quel miraggio erano state talmente taglienti e vere che gli sembrò di averlo deluso nuovamente.

“Ti sei appena reso conto della tua grande debolezza...sei a mala pena in grado di proteggere te stesso, figuriamoci gli altri”

Eppure, lui avrebbe voluto dire un  sacco di cose a quel demone, quel grande demone tanto orgoglioso che aveva tentato diverse volte di ucciderlo, avrebbe voluto che fosse orgoglioso di lui, suo padre, Toga non lo aveva mai conosciuto, ma quella volta nel bosco, Sesshomaru gli aveva dato quella sensazione, di calore, di famiglia.
Inuyasha, non era bravo con le parole, e non sapeva comunque se Sesshomaru avrebbe mai voluto ascoltarlo, così un giorno che Kagome era tornata al su tempo, si era allontanato dai suoi compagni per potersene stare in solitaria, prese un pennello e un foglio e quando  riuscì a trovare una superficie abbastanza liscia dove appoggiarsi, gli scrisse una lettera, non sapeva se mai avesse avuto il coraggio di darla al fratello, ma l’avrebbe comunque sempre portata con se, sarebbe stata il suo piccolo tesoro:

 
“Caro fratello
Come ti avevo detto quella volta, non mi sono mai dimenticato di te, non ho dimenticato la volta che mi hai salvato la vita, ho saputo dopo un po' di tempo che eri tu, e per questo ti ringrazio perché se sono ancora qui è solo merito tuo, sentivo la tua presenza che vegliava su di me mentre giocavo, ti sentivo vicino.
Quella volta, tu non mi hai trattato come un mezzo demone, come hanno fatto tutti gli altri, ma come un bambino qualunque, e io…io mi sono sentito a casa per la prima volta in vita mia, mi sono sentito protetto, perché tu eri lì, con me.

Ma ti devo chiedere scusa, per tutte le volte che ti ho deluso, per la volta in cui mi sono fatto sigillare e tu avresti avuto bisogno di me, per Tessaiga, per averti tagliato un braccio, per questa mia natura di mezzo demone che tanto odi, forse mi avresti degnato di una maggiore considerazione se fossi stato un demone completo come te, saremo stati più uniti.

Quella considerazione, io l’ho sempre cercata nei tuoi occhi, ma ho sempre fallito, in quegli occhi ho sempre visto odio e rabbia nei miei confronti, e non sai quante volte sarei voluto tornare indietro a quel momento, a quando ero soltanto bambino indifeso, per poter rivedere quel barlume di tenerezza che avevi nello sguardo quando ti chiesi di rimanere insieme a me a giocare, e molte volte ho sperato che scendessi da quell’albero lontano, dove mi osservavi, in modo che rimanessi ancora una volta lì vicino a me.

Ti chiedo scusa perché quella rabbia che provi è solo e soltanto colpa mia, perché forse non sarei mai dovuto nascere, e forse tu avresti ancora un padre, ma per me quella volta fu come se lo fossi, come se fossi stato un padre, ti avevo preso per mano e mi sentivo come se stare vicino a te nessuno potesse farmi del male, ai miei occhi di bambino tu eri diventato un eroe, di quelli che non possono essere mai sconfitti e, forse lo sei ancora oggi, e lo sei anche per qualcun altro, per quella bambina che porti sempre con te Rin, anche io come lei, quella volta non ho avuto paura di te, ma inizialmente mi sono stupito del fatto che, nonostante odiassi gli umani la lasciassi camminare al tuo fianco.

Però il ricordo di un me bambino mi ha fatto pensare che, in fondo quel demone che avevo conosciuto secoli fa, era ancora lì dietro quella coltre di ghiaccio, pronto a salvare un altro bambino indifeso, perché in fondo anche se non lo ammetterai mai tu, sei sempre stato buono, io lo so e l’ho sempre saputo.

Sai Sesshomaru, in tutti questi secoli che ho vissuto ho sempre avuto una certezza, una sola, di volerti bene fratellone, nonostante tutto, nonostante i nostri litigi, e nonostante il tuo odio, e te ne vorrò per sempre.
 
Il tuo fratellino
Inuyasha”

Portò con sé quella lettera durante tutta la durata della battaglia contro Naraku, anche se a volte aveva tentato, senza mai riuscirci, di consegnare quel foglio di carta che conservava all’interno della manica della sua veste di Hinezumi, al fratello. Però poi, quando tutto finì e Sesshomaru lascio che Rin rimanesse al villaggio, e Inuyasha aspettava il ritorno di Kagome dal suo tempo; un giorno quando il demone tornò al villaggio per incontrare la bambina, Inuyasha, che aveva sentito il suo odore, prese finalmente coraggio e andò ad incontrare il fratello, così gli corse incontro e quando lo individuò in lontananza, vide che  il demone era seduto su un enorme masso con il naso puntato verso il cielo, a Inuyasha sembrò di ritornare bambino a quando il fratello era rimasto con lui e lo guardava giocare.

Dato che il mezzo demone se ne stava lì impalato senza proferire parola, a quel punto fu Sesshomaru a parlare per primo.

-Inuyasha! Che cosa ci fai tu qui?- gli chiese nascondendo la sorpresa nel vedere il fratello, anziché Rin.

-Beh…io vorrei darti una cosa, che conservo da molto tempo- disse alquanto imbarazzato il minore.

-E di che cosa si tratta?- chiese il maggiore, non capendo l’atteggiamento del fratello. Poi non sentendo provenire alcuna risposta o movimento dall’altro, lo sollecitò -Allora Inuyasha!?- si stava quasi spazientendo.

Il minore aveva la testa bassa per l’imbarazzo, chissà cosa avrebbe pensato il maggiore a quelle parole, forse lo avrebbe deriso, ma ormai era lì e glielo aveva detto, non poteva semplicemente voltarsi e andarsene come un codardo, così estrasse il piccolo foglio sgualcito e insanguinato dalla manica della sua veste e lo consegnò nelle mani artigliate del demone, che non capendo che cosa significasse lo guardò perplesso, con un sopracciglio alzato.

-Beh, che cosa c’è da guardare, ho scritto una lettera per te, non pensavi che sapessi scrivere?- disse con un tono un po' acido, tipico di quando voleva nascondere un emozione.

Il demone allora aprì la lettera e lesse quelle poche righe che suo fratello gli aveva dedicato, si senti sorpreso da quelle parole e soprattutto dal fatto che quel bambino, non avesse dimenticato quel giorno, quando alzò la testa però, notò che Inuyasha se n’era già andato, così ripiegò il pezzo di carta e lo mise nelle maniche del suo yokata, lo avrebbe conservato per sempre come un tesoro e, guardando all’orizzonte pensò “anche io ti voglio bene fratello”. Poi sentì un profumo che conosceva bene, Rin si stava avvicinando, come sempre per incontrare il suo padron Sesshomaru.
 

 

Salve a tutti in queste poche righe, ho voluto vedere in modo diverso il rapporto tra Inuyasha e Sesshomaru, ho sempre e comuque adorato il loro rapporto, nonostante i litigi, sono entrambi due personaggi che durante la storia dell'anime sono cambiati molto, e che sotto certi aspetti sono simili, spero che questa mia one shot vi piaccia comunque

arrivederci alla prossima storia.


 
 
 
 
   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Vallyrock87