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Autore: Meramadia94    28/11/2020    0 recensioni
Post 18x07 '' Next Chapter'' ( Barisi)
Sonny, dopo essere stato preso in ostaggio da Cole, fa i conti con il suo trauma e reagisce nel modo sbagliato. Rafaèl, venuto a conoscenza che l'amore della sua vita si sta auto distruggendo, per sopravvivere al trauma prende in mano la situazione
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Amanda Rollins, Melinda Warner, Nuovo personaggio, Odafin Tutuola, Rafael Barba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quinn cercò di dirgli qualcosa, ma il poliziotto non riuscì a capire. Solo '' Attento!''.
Si voltò... e il minuto dopo aveva la canna di una pistola alla fronte. Con gli occhi del sergente Cole a fissarlo... erano occhi che avevano visto le peggiori schifezze di quel mondo, privi di ogni speranza, e sentimento umano, ma che allo stesso tempo sembravano dispiaciuti.
Il suo cuore aveva perso un battito. Anzi, era certo che si fosse fermato.
- Getta la pistola, subito.- gli ordinò.
Il suo cervello avrebbe voluto gridare '' NO'', come poliziotto sapeva benissimo che quando un criminale chiedeva informazioni o denaro in cambio della liberazione di un ostaggio la cosa migliore da fare era contrattare, per prendere tempo... in fin dei conti come poteva qualcuno dare informazioni da morto? E perchè una famiglia avrebbe dovuto pagare un riscatto per un congiunto non più in vita?
Il suo cervello gli diceva di ribellarsi, di non cedere, perchè una volta esaudita quella richiesta, Cole non avrebbe più avuto motivi per tenerlo in vita.... ma non controllava più il suo corpo.  Ed anche se avesse potuto, probabilmente sarebbe finita male comunque. Aveva la pistola posata proprio sulla testa. Bastava far scivolare un dito... ed il minuto dopo sarebbe stato a terra, con il cranio aperto in due come un'anguria, sangue e cervello sparsi ovunque.
- Ok....- fece inginocchiandosi lentamente per posare l'arma - Ti prego, no. Sono un poliziotto... proprio come te... non deve finire per forza così.- 
- Mi dispiace tanto... finirà presto, questo te lo prometto.- 
A quel punto non riuscì più a parlare. Sentiva braccia, gambe e volto formicolargli in modo da impedirgli qualunque movimento. 
Il suo cuore batteva all'impazzata per la paura, gli sembrava che glielo avessero strappato dal petto per giocarci a pallavolo, ed era a tanto così dall'andare in iper-ventilazione.
Quando era entrato in polizia... sapeva quello a cui andava incontro... che avrebbe potuto sopravvivere a mille sparatorie con i peggiori delinquenti e finire ammazzato mentre era di pattuglia sulla super-strada.
ma in cuor suo aveva sempre sperato di non essere cosciente quando ciò sarebbe successo.
Per non dover fare i conti con la paura, il dolore, il sentirsi svanire mano a mano che passavano i secondi, la consapevolezza che non avrebbe rivisto mai più le persone che aveva amato... 
Non sapeva se votarsi ad un santo per aver salva la vita o pregarlo di premere quel grilletto in tempi rapidi, per far terminare l'agonia. 
BANG, BANG!
Il minuto dopo la sua faccia era piena di sangue.
...
...
...
Due settimane dopo Carisi era tornato al lavoro. Nel casale, non era stato lui ad uscire con i piedi avanti e in una sacca della polizia mortuaria, ma il sergente Cole. Era stata Olivia a freddarlo con due colpi di pistola alla testa.
'' La situazione mi ha richiesto di scegliere chi doveva vivere e chi doveva morire.''- aveva detto Olivia quando gli Affari Interni le chiesero spiegazioni in merito -'' e ho scelto di salvare il mio subalterno.''
La vittima del sequestro e Carisi confermarono ciò, ovvero che il capo dell'Unità Speciale avesse cercato di farlo ragionare con la diplomazia, ma che poi non aveva avuto scelta se non quella di ricorrere alle armi.
Ed Tucker fece cadere in fretta l'inchiesta, e presto la cosa sembrò venire, se non dimenticata, assimilata e superata.
Anche Carisi sembrava aver superato lo shock, ed aveva ripreso il suo lavoro, il suo ruolo di '' poliziotto buono'' e di collega attento ai bisogni di chiunque gli girasse attorno.
Questo succedeva di giorno. 
La notte... era tutto un altro paio di maniche. 
Una specie di inferno notturno, tutto per lui.
Di cui però non riusciva e soprattutto di cui non voleva parlare.
Nemmeno con il suo fidanzato, che lo riempiva di premure ed attenzioni. Rafaèl era gentile, premuroso, attento... ma solo le persone che avevano subito un trauma simile al suo poteva davvero capire il suo stato d'animo.
Ed essendo abituato a gestirsi da solo, da quando aveva quattoridici anni, si era convinto che con qualche anelgesico sarebbe riuscito a farcela anche a quel giro. 
...
...
...
- Vado a prendere un panino.- fece Amanda un giorno mentre lavoravano ad un caso. Caso già risolto, ma dovevano ancora controllare le ultime informazioni prima di consegnare l'imputato a Barba in modo che ne facesse polpette - mi fai compagnia?- 
- Non ho fame.- fece Carisi continuando a lavorare alacremente. 
Amanda lo guardò preoccupata.
- Ultimamente ti capita spesso.- fece la bionda - di non avere fame intendo. Stai bene?- 
- Si. Benissimo.- fece Sonny - ho meno appetito in questo periodo, non c'è nulla di cui doversi stupire o preoccupare.- 
Amanda annuì, poi notò le mani  del collega, che di solito erano ben curate.
In corrispondenza delle nocche, specie di quelle della sua mano dominante, erano presenti piccole ferite ed abrasioni. 
- Che hai fatto alle mani?- 
Sonny cercò di salvarsi in corner.
- Niente... mi sono fatto male mentre cucinavo.- fece il poliziotto - tutto qui.- 
- Sei sicuro?- 
- Sicurissimo.- 
Amanda si allontanò poco convinta da quello che il collega le aveva detto. 
Sonny sperò con tutto il cuore che la collega gli avesse creduto.
...
...
...
Intanto Barba, ignaro della situazione, era andato in tribunale come suo solito.
Vi era la contestazione delle accuse di un caso di violenza sessuale.
La vittima si era rivolta all'Unità Vittime Speciali quasi una settimana prima, il giorno dopo lo stupro, dichiarando che aveva acconsentito a fare sesso con il suo fidanzato... ma solo DOPO che questi l'aveva picchiata e minacciato di strangolarla quando aveva cercato di sottrarsi alle sue attenzioni.
Il referto medico ed il kit stupro attestavano la veridicità di quanto aveva detto, ed in corso d'indagine avevano appurato che l'imputato, Andrew Kallagher abusava sia fisicamente che verbalmente della sua fidanzata, anche in pubblico. 
- Caso numero 9581.- fece l'addetto del tribunale - Lo stato contro Andrew Kallagher. Un caso d'imputazione per stupro.- 
- Come si dichiara l'imputato?- chiese il giudice Barth. 
- Non colpevole, Vostro Onore.- fece l'avvocato Buchanan - E chiediamo il proscioglimento in quanto il fatto non sussiste.- 
- Le ho chiesto '' Ti va bene, vero?'', e lei ha detto '' Certo che si''.- fece l'imputato - Non l'ho stuprata, era consenziente.-
- Vostro Onore, secondo la legge...- fece Barba - Lo stupro ha luogo quando un individuo, sia esso di sesso maschile o femminile, usa la forza, atti di prevaricazione o minacce al fine di ottenere un rapporto sessuale.
E questo, è esattamente ciò che il signor Andrew Kallagher ha commesso nei confronti della sua fidanzata.- 
L'avvocato Buchanan lo contraddì - Vostro Onore, lo stupro si verifica quando la vittima dice No. Ma la signorina Shirley Davidson non ha detto di no al rapporto. Questo caso non sussiste.- 
- Avvocato Barba?- fece il giudice Barth. 
- Vostro Onore. 
Lo scorso venerdì sera, durante quella che sembrava a tutti gli effetti una serata romantica tra innamorati, l'imputato ha fatto palesemente capire alla vittima la sua intenzione di fare sesso con lei. E lei gli dice che quella sera non ne ha voglia perchè vuole solo rilassarsi con lui davanti alla tv. 
Ed è a quel punto che l'imputato la prende a schiaffi e le mette le mani alla gola...- nel dir così si avvicinò per consegnare al giudice il referto del pronto soccorso - ed è allora, solo allora, che la vittima si dichiara disposta a fare tutto quello che vuole in cambio della sua vita.-
- Come può dimostrare che il sesso è stato ottenuto tramite coercizione e che i segni sul collo della vittima in realtà non siano dovuti al fatto che la vittima ami praticare il bondage?- 
L'avvocato Barba prese una pila di fogli da una cartellina di colore verde fosforescente - Naturalmente. Le prove che vorrei addurre sono le testimonianze di amici e familiari, sia della vittima che dell'imputato, i quali affermano che Kallagher ha più volte preso a schiaffi ed umiliato verbalmente la sua fidanzata in pubblico. Trovo molto difficile credere che un uomo simile, nel privato sia un uomo attento ai bisogni e ai desideri di una donna.- 
- Vostro Onore, quello che l'avvocato Barba ritiene di sapere non può essere considerato una prova.- 
- Ok, adesso basta.- fece il giudice - Avvocati, avvicinatevi.- 
I due obbedirono. 
- Vostro Onore- fece l'avvocato Buchanan - per la legge lo stupro è quando due persone hanno un rapporto intimo e una delle due non è d'accordo. Tutto quello che c'è dopo il No, chiaro ed inequivocabile è stupro. La presunta vittima ha dato il suo consenso.- 
- Si, dopo essere stata minacciata di morte.- fece Barba - e comunque, dato che la ama così tanto come dice, avrebbe dovuto capire solo guardandola che ciò che le stava facendo la metteva a disagio. Quel Si, non ha alcun valore.- 
- Ok, risparmiatevelo per il processo.- fecei il giudice - è mia opinione che il signor Kallagher abbia il diritto di essere difeso...- 
Buchanan stava già gongolando.
- Ma ritengo anche che la signorina Davidson abbia il diritto di tornare a casa senza il terrore che il fidanzato torni a cercarla... e sappiamo bene che a volte le ordinanze restrittive non servono a granchè... pertanto rigetto la richiesta di cauzione della difesa e dispongo la carcerazione fino al processo.- 
Barba sorrise. 
Un punto per loro. 
...
...
...
Mentre Barba gioiva per quella prima vittoria in quel caso e pensava già a come avrebbe festeggiato quella sera assieme alla sua dolce metà, Sonny aveva avuto un mancamento proprio mentre stava per uscire dall'ufficio della Warner, nel quale si era recato per avere ulteriori accertamenti in merito al caso, per essere sicuro che la difesa non avesse modo di invocare la consensualità in alcun modo.
Melinda lo soccorse subito.
- Non è successo nulla di grave.- fece Sonny una volta che la situazione si fu stabilizzata- Ho solo avuto un calo di pressione. Può capitare a  tutti, non mi pare il caso di chiamare la stampa... non ho nessun problema.- 
- No, certo.- fece Melinda - Nessuno ti sta dicendo che è una cosa insolita... ma sappiamo anche che hai subito un trauma. Vogliamo solo assicurarci che tu non stia pagando il prezzo di quella brutta avventura.- 
Sonny si sistemò la camicia e recuperò la giacca.
- Sto benissimo.- fece Sonny - stavo per morire e mi sono salvato in corner. Fine della storia.- fece andandosene. 
Melinda contattò subito Barba. Era giusto che sapesse.
...
...
...
Barba incontrò la  dottoressa Warner poco dopo le otto, al Lulu's Cafè ad Astoria. 
- Grazie di essere venuto.- fece Melinda.
- Per favore dimmi che hai buone notizie sul caso.- fece Barba. La donna non gli aveva rivelato i motivi della sua convocazione, ma raramente il capo del dipartimento di Medicina Legale di Manatthan contattava un vice procuratore per parlare di qualcosa non inerente ad un caso che seguivano. 
- Non ti ho chiamato per questo.- fece Melinda - So che non sono affari miei, ma prima di essere un medico legale io sono un dottore... e ho il dovere di avvertirti.- 
Barba iniziò a preoccuparsi.
- Non capisco...- 
- Rafaèl, oggi Sonny ha avuto un mancamento.- 
- Cosa?!?!?- scattò Barba - e perchè diavolo nessuno mi ha avvertito?- 
- Sonny non ha voluto.- fece Melinda - non voleva allarmarti per delle sciocchezze.-
- Se mi hai contattato significa che non sono sciocchezze.- fece Barba iniziando a sudare freddo - per favore, dimmi che cos'ha.- 
- Prendila con le pinze, perchè non è la mia specializzazione.- fece Melinda - ma ad occhio e croce, direi che ha avuto un'aritmia. E su un uomo giovane e nel pieno possesso delle forze non è normale. Leggera per fortuna.- 
- Che cosa può averla causata?- 
- Se vuoi la mia opinione è successo perchè sta diventando bulimico.- 
- Bu... bulimico?- fece Barba.
Bulimia. Fame da bue. 
Gli riusciva difficile associarla al suo fidanzato... insomma, le persone ossessionate dal peso erano a rischio bulimia, e Sonny non aveva certo bisogno di preoccuparsi del peso, con la sua figura alta e slanciata.
Gli adolescenti complessati o le persone con scarsa autostima avevano problemi con il cibo. gli risultava difficile associare quel problema a Sonny. 
- Io non ci credo... non è possibile... non può essere che ti stia sbagliando?- 
- Si, è possibile in effetti.- fece Melinda - Io non sono il suo medico curante, e fidati nessuno vorrebbe essere mio paziente... ma sulle mani ho notato piccole abrasioni e screpolature sulle nocche, e sono segni tipici di chi si induce il vomito.- 
- Quindi.... è praticamente sicuro che...- fece Barba terreo in volto. 
Melinda annuì. 
- A furia di vomitare si viene a creare uno scompenso tra sali e liquidi.- fece Melinda - e con la vita intensa che ha, se continua a vomitare in questo modo, alla lunga potrebbe avere gravi problemi al cuore.- vedendo lo sguardo di Barba confermò - Sì, potrebbe non essere così fortunato la prossima volta.- 
Barba si alzò con gli occhi vitrei, pallido come un morto.
Aveva bisogno di vedere Sonny.
...
...
...
Quando tornò a casa Sonny era in cucina, che cercava di nascondere nei rifiuti  un cheeseburger a cui aveva dato appena un morso e delle patatine.
L'italo americano cercò di tirar fuori qualche scusa, ma Barba lo tranquillizzò dicendo che sapeva tutto, ma che aveva bisogno di sentirlo dire da lui.
Per alcuni minuti nessuno dei due disse una parola, poi il poliziotto iniziò a parlare.
- E' iniziato qualche giorno dopo che Cole mi ha quasi ucciso.- spiegò Sonny con gli occhi bassi. Inutile spiegare come aveva scoperto cos'era la bulimia e come facevano le persone che ne soffrivano a tenerla nascosta ad amici e parenti o le sue caratteristiche. Non erano certo dei segreti. Almeno fino a quando non saltava fuori che ne avevano uno in casa - Mi sembrava che tutti mi stessero fissando, che mi parlassero dietro, che dicessero '' Come diavolo ha fatto a farsi prendere in ostaggio, in fondo sono anni che fa questo lavoro...'', e avevo bisogno di qualcosa per rilassarmi e che mi facesse sfogare lo stress... e quando mi sembrava di essere al centro dei discorsi della gente, o di vedere in ogni vetro che brillava al riflesso del sole il fucile di un cecchino, iniziavo a mangiare.
Così, poi, nel cesso insieme alle schifezze ci finiscono pure le tensioni che mi porto dietro per tutto il giorno.
Ma posso smettere quando voglio.- 
- No, che non puoi.- fece Barba - e lo sai meglio di me. Credi di essere tu a tirare i fili, di poterlo controllare, ma prima ancora che tu abbia il tempo di rendertene conto, la bulimia ti avrò trasformato nel burattino di te stesso.
Perchè non l'hai detto a nessuno? Perchè non ti sei confidato con me?- 
Sonny alzò gli occhi mostrando che erano gonfi e rossi - Io... sono sempre stato abituato a cavarmela da solo. Pensavo che non ci fosse niente che la vita potesse darmi senza che io non fossi capace di affrontarlo.- 
- Nessuno ha mai detto che sei un debole.- fece Barba - ma non c'è niente di male a dire '' Aiutatemi, da solo non ce la faccio''... quello che stai facendo, lo so, ti sembra che ti stia aiutando, ma è una malattia, una dipendenza. E dalle dipendenze non si torna indietro vivi due volte.- 
- Che devo fare?- 
- Ti sei sempre preso cura di tutti.- fece Barba - Di tua madre, delle tue sorelle, di Tommy, di Amanda...- nel dir così sorrise, carezzandogli i capelli biondi - persino del mio vecchio cuore indurito. Mi hai fatto diventare una persona migliore, ed è solo grazie a te se sono riuscito ad innamorarmi e a pensare di essere felice con qualcuno. Hai sempre pensato al bene di tutti, tranne che al tuo.
Ne puoi uscire. Devi solo lasciare che ti aiutiamo.- 
Fu allora che Carisi scoppiò in un pianto liberatorio sul petto dell'amato, sfogando tutta la paura e la rabbia represse che si era portato dietro da non ricordava nemmeno quanto tempo.
Barba lo cullò proprio come se fosse un bambino bisognoso di cure ed attenzioni e rimase con lui sino a quando non si fu addormentato. 
  
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