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Autore: Charlotte Vale    28/11/2020    0 recensioni
Un saluto a tutti gli appasionati di "Downton Abbey". Questa serie mi ha completamente catturato ed in particolare mi sono appasionata alle storie di Elsie Huges e Charles Carson. Tante sono le cose che non ci vengono raccontate di questi due bellissimi e poetici personaggi; così ho provato ad immaginare quali siano stati gli avvenimenti che hanno seguito la dolcissima scena nella quale Elsie e Charles finalmente si chiariscono e la signora Huges conferma la sua intenzione di sposare Carson (episodio 1 della sesta serie). Se il racconto dovesse piacervi vi prego di farmelo sapere e proverò a cimentarmi nella scrittura di qualche altro capitolo. Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Carson, Elsie Hughes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era finalmente tra le sue braccia! Dopo tutti quegli anni, durante i quali avevano lavorato fianco a fianco non trovando il coraggio di esprimere i loro reciproci sentimenti, finalmente si era aperto uno squarcio nella corazza che rivestiva entrambi. Il bacio che si erano appena scambiati non era certo tra i più appassionati ma la dolcezza e al tempo stesso la decisione che lui aveva mostrato, avvicinandosi alla donna che amava così profondamente, avevano fatto comprendere ad Elsie che era stata una sciocca a pensare di potersi privare di una parte così importante della loro relazione. Il modo in cui le aveva sfiorato la guancia e il tocco fremente delle labbra di lui le avevano fatto tremare le gambe e battere il cuore come mai aveva immaginato potesse accaderle; in quel momento tutte le preoccupazioni e gli affanni dei giorni precedenti si erano dissolti lasciando spazio ad una felicità completa. Non sapeva cosa le avrebbe riservato il futuro, ma era certa di una cosa: non sarebbe più stata sola e le gioie e i dolori che la vita riserva li avrebbe affrontati al fianco dell'uomo che amava e che la ricambiava con la stessa intensità. Stettero per qualche istante così, l'uno tra le braccia dell'altra, fino a quando, scostandosi leggermente, lui la guardò con gli occhi pieni di commozione e felicità, dicendole a malincuore: -Sarà meglio raggiungere gli altri.- Lei, sorridendo dolcemente, fece un cenno di assenso e insieme si avviarono verso la sala domestici.

 

Era stata una giornata densa di emozioni ed entrambi si ritrovarono a pensare, nell'intimità delle rispettive camere da letto, al proprio futuro insieme scivolando dolcemente in quel sonno calmo e ristoratore del quale si gode quando ogni cosa, durante la giornata, è andata per il verso giusto.

 

Il mattino venne a bussare alla finestra della signora Huges destandola dai suoi sogni, riportandola alla realtà delle faccende quotidiane. Si vestì velocemente, come sempre, anche se quella mattina indugiò più del solito osservando l'immagine che le restituiva lo specchio. Avrebbe tanto desiderato, in quel momento, che il riflesso non fosse così sincero, ma poi le tornò alla mente lo sguardo che le aveva rivolto il suo Charlie la sera precedente e per un istante le sue insicurezze svanirono. Uscì dalla propria camera per raggiungere la cucina, dove ad attenderla avrebbe certamente trovato la signora Patmore, intenta a preparare la colazione. Ma dalla cucina non si udiva provenire nessun suono e, controllando l'orologio, si rese conto di essersi svegliata molto prima del solito. Decise di avviarsi verso il proprio salottino, quando un rumore, proveniente dal corridoio, la avvertì che non era l'unica persona in piedi a quell'ora. La voce calda e baritonale di Charlie Carson, che cantava un allegro motivetto, si avvicinava sempre di più. E infatti non ci volle molto perché l'imponente figura del maggiordomo comparisse in fondo al corridoio. Appena la vide, la voce gli morì in gola e non poté fare a meno di arrossire. Lei gli andò incontro con un grande e dolce sorriso che rassicurò il vecchio brontolone: non era abituato a mostrare un atteggiamento spontaneo e naturale. La compostezza e la severità che imponevano il suo ruolo di capo della casa erano diventate abitudini difficili da dimenticare. Ed in effetti egli non si era nemmeno reso conto di canticchiare fino a quando non aveva scorto la sua amata Elsie. Ne rimase sorpreso quanto lei. I due si incrociarono a metà del corridoio.

-Buongiorno.-

-Buongiorno signora Huges.- le rispose lui, cercando di riprendere il suo solito contegno.

-Non ti sembra il caso di chiamarmi Elsie?- disse lei con un sorriso dolce.

-Non qui! Non mentre siamo in servizio!-

-Ma siamo soli adesso, non c'è nessun altro qui.- rispose Elsie guardandolo con un certo sconcerto e spalancando i suoi meravigliosi occhi di un azzurro profondo.

Charlie Carson si guardò intorno per verificare se fossero effettivamente soli e poi disse: -In questo caso...- e guardandola negli occhi la prese per la vita e la strinse a sé avvicinando le labbra a quelle di lei fino a toccarle in un bacio intenso e languido. La governante fu colta completamente di sorpresa: per un istante rimase quasi immobile; poi, a poco a poco, si sciolse e senza che se ne rendesse conto le sue braccia erano intorno al collo di lui. Il tocco delle sue labbra, il modo in cui la stingeva a sé, il profumo della colonia di Charlie (più di una volta quel profumo le aveva fatto perdere la concentrazione mentre parlavano dell'organizzazione della casa) le fecero quasi perdere i sensi. Un gesto così impulsivo e spontaneo non era certo da Charles Carson. E perfino lui si stupì della propria audacia; ma il vederla così bella (l'aveva sempre considerata bella, fin dal giorno in cui era arrivata a Downton Abbey come cameriera) con quel meraviglioso sorriso sulle labbra, un sorriso che ora era solo per lui e che era una delle cose che più amava in lei, gli fece abbandonare il rigido contegno che normalmente avrebbe tenuto.

-Buongiorno, mia adorata Elsie.- Disse lui continuando a tenerla tra le braccia.

-Oh, Charlie…- la donna aveva gli occhi ancora chiusi, poi lentamente li riaprì fissandoli in quelli di lui che la osservava con un misto di dolcezza e malcelato compiacimento. -Mi manca il respiro.- 

-Mia cara, solo nei miei sogni pensavo di poterti stingere così tra le mie braccia. Sei così bella!- e di nuovo la baciò con ancora più passione. E questa volta Elsie ebbe un leggero cedimento delle gambe. Lui allora la strinse ancora più a sé, felice ed emozionato per l’effetto che i suoi baci avevano sulla donna amata.

Quando le loro labbra si separarono da quel bacio così intenso lei lo guardo esterrefatta -Che cosa hai detto?- chiese quasi senza voce.

E lui teneramente rispose: -Che sei bellissima!-

-Beh… una volta… quando ero più giovane… non ero certo sgradevole… ma ora…- e il suo volto si rivolse verso il basso, imbarazzata per quello che le sembrava un complimento non meritato.

Lui le sollevò il viso prendendolo tra le sue grandi mani e, guardandola dritto negli occhi, le disse, con la stessa decisione che avrebbe usato per un rimprovero a Barrow: -Tu sei bellissima!-

Che cosa vedesse in lei il suo Charlie, proprio non riusciva a capirlo.

Carson lesse lo stupore e l’incredulità nello sguardo di lei. Come poteva Elsie avere dei dubbi in proposito? Possibile che non si rendesse conto dell’effetto che aveva su di lui? Mai in vita sua avrebbe immaginato di potersi comportare in quel modo. Ma ora che aveva la consapevolezza che quella donna meravigliosa lo amava e che aveva deciso di affidarsi a lui anima e corpo, qualcosa era cambiato in lui e, almeno con lei, sentiva di poter far uscire quel lato tenero e passionale che troppo a lungo era rimasto celato dietro un contegno rigido e fermo.

Le disse di nuovo, questa volta con più dolcezza -Sei bellissima!- e stava per baciarla ancora quando riconobbero l’inconfondibile voce della signora Patmore che stava cominciando uno dei suoi soliti battibecchi con Daisy.

Carson allora prese la mano di Elsie e la baciò con devozione, come si legge nelle storie di cavalieri e sorridendole si incamminò verso il proprio ufficio. Lei lo seguì con lo sguardo emettendo un sospiro e subito si volse nella direzione opposta, dalla quale provenivano Daisy e la signora Patmore.

Diede un rapido sguardo nella finestra che divide il corridoio dalla cucina per assicurarsi che la sua acconciatura fosse in ordine e aspettò l’amica. Daisy entrò per prima in cucina, salutò velocemente la signora Huges, si diresse verso la dispensa e subito dopo la cuoca fece il suo ingresso nel proprio regno.

La rubiconda signora, vedendo la governante, mise da parte il pensiero dell’ennesima schermaglia avuta con Daisy, impaziente di sentire le novità che aveva da raccontarle la signora Huges.

-Buongiorno.-

-Buongiorno signora Patmore.-

-Ebbene?-

La governante stava per cominciare a parlare, quando Daisy rientrò con le uova per la colazione.

-Daisy, comincia a preparare il tavolo di là, qui ci penso io.- disse svelta la signora Patmore per guadagnare un po’ di tempo da sola con la signora Huges.

La ragazza uscì con un’espressione perplessa dalla cucina.

Rimaste sole, la cuoca chiese nuovamente: -Ebbene?-

-È tutto chiarito.- disse la signora Huges sorridendo.

-Quindi vi sposerete?-

-Si, ci sposeremo.-

-Sia ringraziato il cielo!- disse la signora Patmore, sinceramente sollevata.

-E le vostre preoccupazioni circa… come dire…- la cuoca si guardò intorno per assicurarsi che nessuno potesse sentire -… i vostri doveri coniugali?-

-Signora Patmore!- disse la signora Hughes, imbarazzata per la domanda così esplicita. -Ma se siete stata voi per prima a parlarmi dell’argomento!- e i vispi occhietti della signora Patmore si spalancarono in un’espressione di stupore come quella che si disegna sul volto di un bambino rimproverato per aver detto una verità sconveniente.

-In fondo avete ragione.- ammise la governante -Beh…- proseguì la signora Huges -…non sono certa di aver completamente cancellato certe preoccupazioni, ma il signor Carson mi ha dato modo di vedere la questione sotto una luce differente.- e non poté trattenere un sorriso pensando a quanto era successo poco prima.

-Ah sì?- disse la signora Patmore con espressione maliziosa.

La signora Huges fece il possibile per mantenete un certo contegno, ma non poté fare a meno di arrossire, cosa che non sfuggì alla signora Patmore. Le due donne si guardarono per un momento e poi esplosero in una risata liberatoria.

-Sono tanto felice per voi, signora Huges. Dico davvero. Vi meritate un po’ di felicità!

Elsie non ebbe alcun dubbio sulla sincerità delle parole della cuoca, e ne fu commossa. -Grazie, signora Patmore!-

-Bene, sarà meglio tornare alle nostre faccende ora. Daisy! Ma dove si è cacciata quella dannata ragazza? Daisy!-

La signora Huges uscì dalla cucina lasciandosi alle spalle il familiare suono dell’ennesima lite tra le due donne.   

 

   
 
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