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Autore: la_pazza_di_fantasy    28/11/2020    0 recensioni
Dangerutis e Normantas sono due mezzivampiri che sono costretti a trasferirsi con la loro famiglia quasi ogni anno da una città all'altra per non farsi trovare dai vampiri che li vogliono morti per via della loro natura.
Sarà nella loro nuova città che finiranno quasi involontariamente per fare amicizia con dei vampiri. Grazie a ciò riusciranno finalmente a farsi accettare dalla comunità di vampiri?
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Normantis si svegliò disturbato dalla troppa luce che stava entrando in quel momento. Si guardò intorno leggermente spaesato visto che solitamente non si svegliava mai così tardi da avere tutta quella luce in camera. Possibile che fosse in ritardo? Prese il telefono che stava vicino al comodino, ma si accorse subito che era spento e allora cercò di accenderlo, ma il cellulare sembrava non voler collaborare quindi prese il caricabatterie e provò a caricarlo. Inorridì quando vide che il suo cellulare era praticamente scarico. Cosa cavolo era successo?
Si alzò di scatto per iniziare a vestirsi ma un capogiro lo costrinse a ristendersi sul letto e farlo imprecare. Perché si sentiva così debole? Perché sua madre non era andata ad avvertirlo che era tardi? Perché non avvertiva più l’odore di Dan nella sua camera? Al pensiero del fratello la sua mente ricordò tutto. Dangerutis l’aveva morso e lui aveva perso i sensi. Poi buio totale e si era risvegliato li. Era stato Dan a portarlo a casa? E se si cosa aveva raccontato ai genitori? Di sicuro non aveva ammesso di essere stato lui a morderlo.
Stava per riprovare ad alzarsi quando la porta della sua camera si aprì e il ragazzo vide la madre che tirava un sospiro di sollievo.
-ti sei svegliato finalmente- disse la donna correndo dal figlio e stringendolo forte.
-perché finalmente? Quanto tempo sono rimasto incosciente?- chiese il ragazzo preoccupato.
-cinque giorni. Dangerutis a scuola ha detto che avevi la febbre- rispose la donna e Norman rimase un po’ spiazzato. Sua madre raramente li chiamava con il nome per intero e quando lo faceva era perché era incazzata nera.
-mamma io…- tentò di dire il ragazzo non sapendo nemmeno lui da dove iniziare per dire alla madre quello che era successo.
-sappiamo perché sei stato in questo stato per giorni e credimi tuo fratello ha superato il limite- disse la donna acida facendo capire a Norman che sapevano era stato proprio Dan a morderlo.
-come avete scoperto che è stato Dan?- chiese Norman portandosi una mano al collo dove sentiva chiaramente le piccole crosticine che si erano formate dopo il morso da parte del fratello.
-a tuo padre non sfugge niente. Comunque ha dormito nella bara per tutti questi giorni e continuerà a farlo oltre ad essere in punizione a vita-
-non vi sembra un po’ esagerato? Credo che mi abbia morso solo perché non beveva da giorni ed io ero la cosa più umana a portata di mano- lo difese Norman. Si suo fratello lo aveva assalito facendogli anche male ma il moro aveva perfettamente capito che il fratello non era in se quando lo aveva fatto.
-non lo scusare così facilmente. Ci sono stati dei casi di morti dissanguati nel paese qui vicino e il responsabile è Dangerutis, non era a corto di sangue quando ti ha morso- spiegò Elaine facendo sgranare gli occhi a Norman. Se non era perché non beveva da giorni allora perché il fratello lo aveva morso? Non riusciva a spiegarselo.
-non voglio difenderlo visto che credo mi abbia quasi ucciso ma sono sicuro che non fosse tanto in se quando lo ha fatto- sussurrò il moro. No, in quel caso Dan non aveva nessuna scusa ma non credeva che il fratello lo odiasse tanto da volerlo morto.
-il problema Norman è che non sappiamo cosa gli sia passato per la testa e lui non vuole collaborare. In questi giorni non ha fatto sgarri nonostante sia andato a ballare tutte le sere. Ma sono sicura che ci sia altro sotto che non riesco a capire-
-quindi da quando non beve sangue Dan?- chiese confuso Norman.
-da quando ti ha morso e stai tranquillo non metterà piede in questa camera per molto tempo- disse la donna lasciandogli poi un bacio sulla fronte e porgendo una sacca di sangue al figlio. -so che non ti piace berlo in questo modo ma devi rimetterti in forza- e così dicendo lasciò da solo il figlio che osservava la sacca di sangue sospirando.
Si, non gli piaceva per niente bere il sangue direttamente dalla sacca, come anche dal collo delle persone, e sua madre riusciva sempre a farglielo bere mischiandolo con altro. Ma in quel momento sua madre aveva ragione e non poteva fare storie.
Aprì la sacca e iniziò a bere il sangue velocemente, prima lo finiva meglio era per lui. Sentì i canini iniziare a farsi più lunghi per via della presenza di sangue puro nella sua bocca ma non ci badò più di tanto. Per sua fortuna i suoi canini tornarono velocemente normali una volta finito di bere ma, quando prese il telefono, nel riflesso vide ancora i suoi occhi rosso sangue. Odiava quando diventavano di quel colore bruttissimo. A Dan stavano bene, lo rendevano più pericoloso e bello di quanto non fosse, ma su di lui facevano proprio schifo.
Il ragazzo accese il telefono e sgranò gli occhi notando ben cinque chiamate da parte di Xarita, tre da parte di Silverus e una valanga di messaggi da parte di Egan. Silverus gli aveva mandato un messaggio qualche giorno prima, poi aveva iniziato a telefonarlo. Di Owen c’era un solo messaggio.
Il ragazzo si sorprese di tutto ciò perché non gli era mai capitato che qualcuno si preoccupasse così tanto per lui. Quando capitava che non andava a scuola nella sua città precedente tutti i suoi amici chiedevano a Dan e non si facevano minimamente sentire per tutto il tempo. Mentre li era diverso. Non sapeva se i ragazzi avessero chiesto a Dan oppure no, ma era davvero bello potersi sentire davvero importante per una volta.
Sorrise mentre scorreva tutti i messaggi che gli aveva inviato Egan, gli aveva inviato praticamente tutto quello che avevano fatto in quei giorni e gli aveva anche chiesto come si era preso la febbre (quindi Dan aveva dato quella versione anche a loro).
Mentre scorreva i messaggi uno però attirò completamente la sua attenzione facendolo gelare sul posto: “ho litigato con gli altri”

 
   
 
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