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Autore: SweetPaperella    28/11/2020    3 recensioni
Raccolta di One shots dedicate alle mie storie precedentemente pubblicate “There's no storm we can't out run, we will always find the sun” e “Take my hand, past the clouds we'll find the stars” per continuare questa avventura con la mia famiglia Jones/Swan.
Abbiamo lasciato Emma e Killian con la loro famiglia in procinto di allargarsi ancora. Dopo Henry, Hope e Hailey, un nuovo baby Jones sta per entrare nelle loro vite, ma quante ne dovranno affrontare i due coniugi Jones? Penso ancora tante, soprattutto con due figlie adolescenti...
{Ogni storia pubblicata, é legata a quella precedente e seguono un ordine cronologico}
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Hope Jones, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mio nuovo inizio sei tu? (Prima parte)

Non riesce veramente ad accettare che la sua vita sia così cambiata in poco tempo. Si è lasciata con Logan, sua sorella é ad Harvard, non l’ha più costantemente tra i piedi e la cosa la fa sentire sola. Solo il suo lavoro ultimamente la rende veramente felice. Ed é contenta di avere almeno quello, in ufficio si distrae, non pensa al suo cuore spezzato, al fatto che è stata tradita, perché si, non è ancora riuscita a superarlo e ora, ora si sente maledettamente insicura. Ha paura a lasciarsi andare di nuovo, ha paura di non essere più la ragazza popolare. A scuola era facile, è sempre bastato mettersi al centro dell’attenzione, fare qualche battuta, giocare con la sua bellezza, ma ora? Ora non è più una studentessa e il mondo reale non è la scuola. E lei forse non è più la ragazza più popolare, é solo Hope. 
Si è buttata a capofitto nel lavoro e ha cercato così di dimenticarsi di Logan e delle sue sofferenze, ma non ci riesce molto, specie quando è sola in camera e i pensieri tornano a tormentarla. É circondata da amici, quelli di sempre, quelli che le sono rimasti accanto e che sempre lo faranno, ma a volte si sente comunque sola. Se pur non lo sia. Ed é una sensazione bruttissima.
Ed é così che ha iniziato a chattare con gli sconosciuti online, si è scaricata un’applicazione che permette di conoscere persone online e quella sera, ha deciso di uscire con uno di loro. Hanno parlato per due giorni insistentemente, in ogni momento libero e le sembra un bravo ragazzo, sa benissimo che non si dovrebbe fidare, ma lei è una impulsiva, le piace anche il pericolo a dire il vero, é sempre stata una ribelle e quindi ha accettato di uscire con questo sconosciuto, magari vuole veramente solo portarla a cena fuori e non ha cattive intenzioni.
Ha detto ai suoi genitori che esce con degli amici per cena e poi andrà in un pub, il che non è una bugia, ha solo omesso che sta in compagnia di uno che non conosce. Ha diciannove anni ormai e per fortuna i suoi non voglio più che i suoi amici vengano a casa a salutare prima di uscire e come pretendeva che facessero quando era ancora minorenne.
Con il ragazzo che ha conosciuto online si vedranno lontano da casa sua, infatti, Hope esce molto prima dell’orario, perché deve andare a piedi, lui le ha detto che useranno la sua macchina e che la passa a prendere nel punto da lei indicato. 
Arriva puntuale e per Hope questo è già un punto a suo favore e non appena entra in macchina la saluta con un bacio sulla guancia, non ci vede nulla di male in ciò, e forse solo espansivo e lo è anche lei, perciò... Non è nemmeno brutto, al contrario é molto bello e non le dispiace affatto... Sembra anche piacevole come persona, visto che lui le racconta della sua giornata e le chiede della sua, informandosi sul suo lavoro. Ed é parlando di queste piccole cose che arrivano in un parcheggio, ma Hope nota immediatamente che vicino non c’è un ristorante o cose simili.
«Non andiamo a cena? Non vedo ristoranti qui...» chiede guardandolo negli occhi. 
«No, ho pensato di passare direttamente alla seconda parte della serata, in fondo non venire a dirmi che non lo vuoi anche tu o non avresti accettato di incontrare uno sconosciuto... Gli incontri online si fanno per fare sesso, quindi che ne dici di andare a casa mia? Abito qui dietro» gli dice andando a mettere una mano sulla sua coscia, guardandola allusivo e andando subito al sodo. Non gli interessa niente della cena, vuole farsi una serata di sesso con una bella ragazza e lei lo è. 
Hope allontana la sua mano e scuote la testa. Non è una da una notte e basta, non lo è mai stata e non inizierà di certo a farlo adesso.
«No, hai sbagliato persona, io... Io non cerco solo sesso.»
«Dai, vieni qui! Non fare la santarellina che lo so che non lo sei o non avresti accettato di uscire con me... Mi piace comunque che ti fai desiderare» avventandosi sul suo collo e mettendo già le sue mani ovunque. Hope riesce a liberarsi nuovamente, spingendolo via e uscendo dalla macchina, ma nota che nel parcheggio non c’è nessuno e che deve uscire da quella situazione da sola. Il ragazzo esce anche lui a sua volta e la blocca contro la macchina.
«Eh no... Non te ne vai adesso, io ti voglio» le dice forte, facendo capire chi comandi. Non può lasciarlo così, prima lo illude e poi scappa e lui non ci sta, non è il tipo che accetta un rifiuto, specie da una bella ragazza. Nessuna l’ha mai rifiutato e non lo farà nemmeno lei è pensa che se la bacia, forse lei cede e ottiene quello che vuole. La blocca contro la macchina e preme le sue labbra contro quelle di Hope, ma lei si sposta subito, cercando di liberarsi dalla sua presa, stavolta con scarso successo però, lui è molto più forte di lei.
«Lasciati andare, su. Non credo che ti sei vestita così per andare al ristorante» ammicca guardando la sua scollatura, non ha messo un vestito troppo vistoso, ma comunque è abbastanza elegante e si può notare la sua scollatura. 
«Lasciami, ti prego, non voglio venire a letto con te» dice decisa, cercando di non far trasparire la sua paura, ma si pente di aver accettato di uscire con uno sconosciuto, ma che cosa le é venuto in mente? Non riesce veramente a capirlo, si è messa in un guaio più grande di lei e non sa come uscirne, lui potrebbe anche decidere di averla con la forza e questa idea la terrorizza, se pur cerca di mantenersi calma, ma sa benissimo che non è facile.
Ma lui non dice altro, al contrario, insinua una mano sotto al suo vestito, per farle capire che non accetta un no come risposta e Hope inizia a urlare. Spera che ci possa essere qualcuno che possa aiutarla, lui è alto, muscoloso e la sta spingendo con forza contro la macchina, non riesce a muoversi ed é spaventata, ed é anche per questo che la forza le viene meno... Per fortuna urla con tutta la forza che possiede, riesce a gridare a sufficienza prima che lui le tappi la bocca con l’altra sua mano per impedire di attirare l’attenzione. 
«Vieni, ti divertirai con me, vedrai» prendendola per un polso e spingendola di nuovo verso l’interno della sua macchina, non ha voglia di andare a casa, visto che la ragazza non glielo permetterebbe e quindi, decide di fare ciò che si e prefissato nella sua auto. Hope cerca di divincolarsi ancora, ma la sua presa é forte intorno al suo polso e non ci riesce. É disgustata, ha paura e cerca di gridare ancora, visto che ora ha la bocca libera, ma non ci riesce più. 
Ha gli occhi lucidi e teme ormai il peggio, quando il suo aggressore, nonostante sta facendo di tutto per allontanarlo, con una grinta che non pensava di possedere e che è tornata improvvisamente. Deve scappare da lì, deve colpirlo e scappare, non fa in tempo a pensare a una soluzione, che lo sconosciuto cade a terra e lei si sente il polso finalmente libero. Si gira a guardare chi l’ha salvata e nota un ragazzo, il quale sta prendendo a pugni l’altro, con forza e lo sta minacciando di sparire prima che faccia una brutta fine.
Lo sconosciuto conosciuto online sparisce dentro la sua macchina, con il labbro spaccato e forse anche il naso, Hope non lo sa, si sente così stupida in quel momento, se non fosse intervenuto questo ragazzo sarebbe finita davvero malissimo o forse no, non lo sa, ma non riesce nemmeno a ringraziarlo, talmente è sotto shock. 
Ma cerca di reagire e facendo un respiro profondo e ricacciando dentro le lacrime si volta verso di lui.
«Grazie... Se non ci fossi stato tu... Grazie, davvero.» dice semplicemente incrociando finalmente il suo sguardo, due occhi celesti si insinuano nei suoi, facendola sussultare. Ha lo sguardo intenso, misterioso e tenebroso, ma anche rassicurante. 
«Figurati, odio chi fa male alle donne. Stai bene piuttosto?» le chiede preoccupato. 
Hope annuisce, sta bene, le fa un po’ male il polso, ma sta bene e solo grazie a lui.
«Sicura? Vuoi che ti accompagni in ospedale?» Chiede non convinto della affermazione.
«No, niente ospedale... Non sia mai che i miei vengono a sapere tutto ciò.» dice spontaneamente allontanando subito quel pensiero, suo padre entrerebbe nel panico e non la farebbe più uscire come minimo. É stato solo un incidente e per fortuna si è risolto senza risvolti spiacevoli e adesso vuole solo dimenticare la sua incoscienza. 
«Come vuoi, comunque dovresti stare più attenta a chi frequenti, ragazzina» gli dice deciso lui, quasi a rimproverarla, ha come la sensazione che quello non fosse il suo ragazzo. 
«Già, io... L’ho capito e non uscirò più con nessuno conosciuto online, ho fatto una cazzata.» ammette apertamente e non sa nemmeno perché sta parlando con quel ragazzo di ciò che ha fatto, ma le viene naturale. Lui sembra un tipo a posto, ma dopo la sua esperienza non sa se si può fidare, anche se l’ha salvata, eppure sente di poterlo fare o non avrebbe rischiato di farsi spaccare la faccia a sua volta per salvarla, avrebbe semplicemente tirato avanti e lasciato che quel porco le facesse ciò che voleva.
«Ecco, brava! Non lo sai che su internet si cerca solo una cosa? Te lo devo dire io? Quanti anni hai dodici che non sai queste cose?» 
«Ehi! Ma come osi giudicarmi eh? Tu non sai niente di me... E... non ho dodici anni, ne ho diciannove, idiota e non è perché adesso mi hai salvato devi farmi la predica, sai? Non sei mio padre.» si mette sulla difensiva per le sue insinuazioni, non ne ha alcuni diritto.
«Scusa se mi sono preoccupato, ragazzina. Per me puoi fare ciò che vuoi, figurati.» fa per allontanarsi, ma si rende conto che non conosce quella parte della città, anche perché sono fuori da Storybrooke e non sa come tornare a casa senza macchina. Così è costretta a chiedere ancora aiuto a quel ragazzo, se pur le scocci farlo. Non hanno iniziato nel migliore dei modi.
«Senti, scusa... é che... Non mi piace essere giudicata e di solito non sono così superficiale. Davvero. Non esco con gli sconosciuti di solito, é che... Volevo solo conoscere persone nuove e ho sbagliato, scusami anche se ti ho aggredito. Mi hai aiutata e io ti ripago così. Scusa.» dice cercando di rimediare, e poi effettivamente lei non è così superficiale e non si è mai fidata degli incontri online, non sa che cosa le sia preso, ha fatto tante stupidaggine da adolescente, scappando dalla finestra o mentendo ai suoi per non andare a scuola o andando con le sue amiche o con Logan, senza nemmeno dirlo ai suoi che non fosse entrata in classe... Ma questa senza dubbio é la stronzata più grande che avesse mai fatto ed é stata veramente irresponsabile. 
Il ragazzo misterioso le fa segno che non fa niente, mentre continua a guardarla.
«Non so come tornare a casa, potresti indicarmi la fermata più vicina per Storybrooke?» chiede a quel punto. Ha una fame pazzesca e sente anche il suo stomaco che brontola, sempre nei momenti sbagliati le viene fame e arrossisce perché il ragazzo ride, nel sentite il suo stomaco brontolare per la fame. 
«Ho una contro proposta... Qui vicino c’è un posto che fa dei panini da sballo, noto che hai parecchia fame, quindi se ti va possiamo andare insieme a mangiare qualcosa e poi ti riaccompagno a casa con la mia macchina, conosco Storybrooke, lavoro lì vicino.» propone gentile stavolta, vedendo che la giovane é in difficoltà e non può certo lasciarla sola e farla tornare altrettanto sola a casa. Non è da lui.
«E dovrei fidarmi? Non so nemmeno come ti chiami» chiede Hope scherzosamente 
«Perché di quello là sapevi qualcosa?» chiede di rimando con lo stesso tono, ha capito che la ragazza sta cercando di sdrammatizzare la situazione e che ha accettato la sua offerta, tanto che si avviano inconsapevoli insieme verso questo posto che lui ha proposto.
«Bé, si, il suo nome lo sapevo... Non so se sia quello però.» sorride stavolta e lo guarda.
«Mi chiamo Jess» dice dandole la mano per presentarsi
Hope la stringe nella sua.
«Hope. Ora penso che possiamo andare a cena, sto morendo di fame» 
«L’avevo capito che avessi fame, Hope.» ribatte lui ridendo ancora per il suo stomaco che ha brontolato poco prima.
La compagnia di Jess si rivela molto piacevole, é simpatico, nonostante continua a non parlare molto di sé, in realtà per tutta la sera é Hope che monopolizza la conversazione, cercando di raccontare qualcosa al ragazzo di sé, gli dice che lavora con i suoi genitori e gli parla dei suoi fratelli, della sua famiglia numerosa e del suo ex, spiegandogli il motivo per cui si è andata a cercare un incontro online, pensava che conoscendo nuove persone riuscisse a dimenticare la delusione, ma non è certo così che può lasciarsi il passato alle spalle. Spera solo che i suoi non lo vengano mai a sapere.
«I miei genitori sono abituati ai miei colpi di testa, ma questo penso che li ucciderebbe... Mio padre come minimo non mi farebbe più uscire di casa, conoscendolo.» 
«Colpi di testa? Perché che cosa combini, ragazzina?» le chiede lui ridendo, quella ragazza é interessante e molto logorroica, non ci si può dire certo che ci si annoia in sua compagnia. Lui non è un tipo molto loquace al suo contrario, non è riuscito a dire niente di sè, non gli piace parlare di se stesso e del suo passato, non è un tipo nemmeno molto socievole a dire il vero. Passa la sua intera giornata a lavoro e il restante tempo libero lo passa a casa con sua figlia, ma questo non lo dice di certo a lei, non vuole rivelarle che abbia una bambina, di certo scapperebbe immediatamente e invece lui, trova interessante la sua compagnia, probabilmente non si rivedranno più dopo quella serata, quindi non ha motivo di rivelargli cose della sua vita, tanto meno che ha fatto anche lui qualche stronzata nella vita, come innamorarsi e mettere incinta la sua ex a diciassette anni. 
«Sono scappata più volte da casa senza permesso o non sono andata a scuola, cose così.»
«Accidenti, sei proprio una ribelle, ragazzina» le dice prendendola in giro e aprendosi in una fragorosa risata.
Hope dal canto suo, invece mette il broncio, arrabbiata. Permalosa com’è non le piace quando viene presa in giro, da uno sconosciuto per giunta, carino, anzi molto bello, simpatico e gentile, ma pur sempre uno sconosciuto, se pur abbia offerto lui la cena e non era obbligato a farlo.
 Incrocia le braccia al petto.
«Perché tu quanti anni hai uomo vissuto? Sentiamo» lo provoco a sua volta, vuole proprio saperlo a questo punto, visto che continua a chiamarla ragazzina, sono più o meno coetanei.
«Quanti me ne dai?» Chiede di rimando, cercando di farla indovinare e ride ancora di più alla sua espressione imbronciata, ammette che è veramente carina e così arrabbiata lo è ancora di più.
«Ventidue, ventitré, non di più» studiandolo in volto, non pensa che ne possa avere di più e se invece ne ha di più, se li porta veramente bene.
«Venticinque, ma ci sei andata vicina dai»
E si stupisce che sia abbastanza più grande di lei, ma si vede comunque, doveva capirlo dai suoi modi che fosse più grande. Non è stupido come la maggior parte dei suoi amici maschi, Josh a parte. 
«E cos’altro mi dici di te, uomo vissuto?» lui ha intenzione di chiamarla ragazzina e lei lo chiamerà “uomo vissuto”, lei è la regina dei nomignoli, non si farà certo intimidire adesso. Non si è mai fatta problemi di timidezza e di certo non se li farà con lui, se pur un po’ la mette in soggezione, forse sarà la sua bellezza, perché più lo guarda e più si accorge che è veramente un bellissimo ragazzo e spesso si ritrova a perdersi dentro le sue pozze celesti. Ora capisce sua mamma perché si è innamorata del suo papà, probabilmente per i suoi occhi. Ma si distoglie da quei pensieri, perché lei non è certo lì per flirtare con lui, probabilmente appena l’avrà riaccompagnata a casa nemmeno si rincontreranno più nella vita. Sarà solo una piacevole serata con uno sconosciuto bellissimo.
«Sono un informatico, lavoro con i computer e... per il resto non c’è molto da dire di me.»
«Oh ma dai, non ci credo. Passi tutto il tempo a lavorare quindi? Non hai una ragazza?» chiede più che altro curiosa, non tanto perché veramente gli interessi saperlo.
«Vuoi saperlo perché vuoi chiedermi il numero a fine serata?» chiede tornando a prenderla in giro e Hope si spazientisce nuovamente, di solito è lei che lo fa e adesso che è un altro a farlo, la irrita. Non sa se odiarlo quel Jess o se invece le piace. 
«Certo che no, non ho nessuna intenzione di chiederti il numero, non sei per niente il mio tipo» dice seria in volto e lui invece scoppia nuovamente a ridere.
«Non si direbbe dal modo in cui fissi i miei occhi, sai?»
Hope arrossisce, lui se n’è accorto e la cosa la imbarazza, pensava di essere stata discreta e invece la discrezione non è proprio il suo punto di forza e lo sa benissimo.
«Il fatto che mi piacciono i tuoi occhi non significa che io voglia continuare a uscire con te»
«Giusto, tu sei da incontri online» 
«Mi stai sulle palle, Jess, lo sai vero?» 
Lui ride ancora e Hope nota che ha anche una bella risata per giunta. Ma lo trova irritante e quindi scaccia subito quei pensieri dalla sua mente.
«Non sono fidanzato. Sono un tipo anche piuttosto solitario, non amo troppo la compagnia e il rumore.» Ammette finalmente, aprendosi un po’ sul suo conto.
«Ma dai, seriamente? Non l’avrei mai detto, si vede che sei un musone di prima categoria» lo rimbecca lei stavolta, avendo inquadrato il tipo.
«Ha parlato la piccola ribelle che scappa per andare alle feste, senza il permesso dei suoi.» 
«Confermo ciò che ho detto prima, tu mi stai proprio antipatico, Jess» dice ancora, ma in realtà gli piace quel tipo, è irritante, un po’ burbero forse, ma è simpatico e gentile. E bello. Si maledice ancora una volta per continuarlo a pensare in quel senso e cerca ancora una volta di scacciare quei pensieri, tanto non lo rivedrà più, quindi è inutile pensarci.
«Vieni, ti riaccompagno a casa, ragazzina.»
«Vai anche a letto come le galline? Sono le undici di sera» attacca lei stavolta.
«Domani é lunedì e lavoro» risponde subito. 
«Anch’io, ma non vado comunque a letto come le galline, riesco ugualmente ad alzarmi presto, anche se faccio tardi la sera» 
«Vuoi fatto l’applauso?» chiede divertito da quel suo modo di arrabbiarsi, ma anche di difendersi, di punzecchiarlo e provocarlo. La trova veramente una ragazza piacevole e poi è rimasto incantato dai suoi occhi, ha davvero due occhi meravigliosi, i più belli che abbia mai visto.
«Portami a casa, prima che seriamente mi fai irritare»
Si ritrova dentro alla sua macchina poco dopo, il viaggio è piuttosto silenzioso. Hope guarda fuori dal finestrino e Jess è concentrato alla guida, ma ogni tanto con la coda nell’occhio si guardano, se pur continuano a rimanere in silenzio. Una volta che arrivano a Storybrooke, Hope gli dice dove fermarsi, non vuole certo che sì fermi proprio davanti alla sua villetta, quindi gli dice una via laterale per fermarsi.
«Casa mia è quella celeste, però è meglio che ti fermi qui, non vorrei che mio padre non riconoscesse la macchina e mi facesse troppe domande, ovviamente pensa che sono uscita con una mia amica e conosce la sua macchina» dice spiegando la situazione.
Jess annuisce senza fare domande ulteriori, ha capito probabilmente il padre della ragazza é molto apprensivo. La saluta con un semplice “ciao, a presto” e Hope rimane un po’ delusa da quel freddo saluto, certo non si aspettava di certo il bacio della buonanotte, non stanno insieme, ma sperava che almeno fosse un po’ più loquace e simpatico come il resto della serata, ma probabilmente é giusto così, non si rivedranno più. 
Scende dalla macchina e si reca verso casa, prima di spingere la porta per entrare guarda se lui è ancora lì e si, lo è. Ha messo in moto quando ha visto che lei ha aperto la porta di casa e ciò la fa sorridere.
Una volta a casa c’è solo il suo papà, suo mamma é andata a lavoro per una emergenza e infatti suo papà le comunica che l’indomani si alzeranno presto per andare a lavoro, che è scomparsa una bambina e devono estendere le ricerche in tutta la zona e oltre, perché probabilmente é stata rapita da suo padre.
Hope annuisce e va a letto, ripensando a Jess e alla serata, ed è con il pensiero a lui che si addormenta, è sfinita, é stata una serata davvero complicata e bizzarra.

 Il giorno seguente, nota che sua mamma ha decisamente le occhiaie sotto gli occhi, forse dalla sua espressione del volto pensa che avrà dormito forse due ore e che sia stata tutta la notte a fare le ricerche e a trarre informazioni sul rapitore della bambina, che a quanto pare sembra essere il padre della piccina, visto i conflitti con la donna. 
Si prepara velocemente e si offre di accompagnare lei Liam a scuola, in modo che loro possano andare subito in ufficio e lei li raggiunge appena ha fatto. Accettano di buon grado la sua proposta e così rimane lei a casa finire di preparare il fratellino per la sua giornata.
Una volta arrivata in ufficio, i suoi hanno già scoperto chi sia il padre della bambina e lo hanno convocato per parlare con lui. La figlia non è andata a scuola quel giorno e temono seriamente che lui l’abbia rapita, il fatto che vada a parlare con loro, non significa che sia innocente.
Hope si fa spiegare ciò che hanno scoperto e poco dopo che è stata aggiornata, eccolo entrare. Lei è impegnata a guardare la foto della bambina, quindi non si accorge subito di lui, ma quando è proprio davanti a lei, alza lo sguardo e rimane completamente sotto shock. Jess, Jess è lì ed é il padre della bambina scomparsa... Non riesce a dire una sola parola e rimane bloccata per un attimo ad osservarlo. Lui fa lo stesso, rimanendo sorpreso di trovarla lì. Gli ha detto che lavorasse con i suoi, ma non ha detto che i suoi genitori fossero lo sceriffo e io vice sceriffo della città. 
Conosce Storybrooke, non solo perché lavora lì vicino, ovviamente, ma perché ci vive la sua ex fidanzata, con sua figlia. Ma a Hope ciò non l’ha detto, come ha taciuto sulla figlia e adesso dal suo sguardo immagina che sia sconvolta perché sa della bambina rapita e dell’accusa a suo carico e penserà anche che rivelerà ciò che è successo ai suoi probabilmente.
A dirla tutta nemmeno lui si aspettava di rivederla, pensava che dopo la sera precedente non l’avrebbe mai più rivista, invece... 
La ragazza non dice nulla, si limita semplicemente a presentarsi come se non si conoscessero e rimane al suo posto ad ascoltare.
Emma chiede al giovane di dirgli ciò che ha fatto la sera precedente e Hope si muove sulla sedia agitata. Spera solo che i suoi non se ne accorgono.
«Non ho rapito mia figlia. Ieri sono uscito da lavoro e sono andato a mangiarmi un panino in un chiosco vicino casa e poi quando sono rientrato, Alice era davanti alla mia porta di casa, addormentata sul pianerottolo. Stamattina ho chiamato subito la mia ex per dirle che fosse da me... Che motivo avrei di chiamarla se l’avessi rapita eh? Sarei stupido non trovate?» racconta, omettendo che fosse in compagnia.
«Penserai che è un po’ strano che una bambina di otto anni attraversi la città da sola per arrivare da lei, no? Probabilmente la bambina piangendo ha chiesto della madre e lei è stato costretto a chiamarla... La sua ex ci ha detto che tra voi non scorre buon sangue e che spesso avete litigato per la custodia della bambina e che lei l’ha minacciata più volte di portargliela via. Potrebbe benissimo averlo fatto per spaventare la sua ex.» Emma fa le sue deduzioni logiche, cercando di far cedere il ragazzo mettendolo di fronte a una possibile verità, la più probabile.
«Non è così, è venuta lei da me. Io l’ho minacciata, è vero, ma non le avrei mai tolto Alice così meschinamente.» ribatte ancora, cercando di fare capire ai due agenti che è innocente. E la persona che può scagionarlo, se ne sta zitta senza dire nulla.
«Era da solo ieri a questo chiosco? Qualcuno può testimoniare per lei?»
Hope a quel punto alza lo sguardo verso di lui per la prima volta e lo guarda a sua volta.
Non è così che vuole che i suoi lo vengano a sapere, ma di certo non vuole nemmeno che si prenda colpe che non ha, non sa davvero che cosa fare e poi nessuno può dirgli che non era sua intenzione far del male alla bambina, nemmeno lo conosce. Lui non gli ha detto niente di lui.
«Si, ero solo. Può testimoniare solo il proprietario, ma per mangiare il panino mi sono allontanato lungo lago.» ammette, ma non dice nulla, non dice che fosse con Hope, anche se avrebbe potuto farlo per scagionarsi e non sa nemmeno lui perché è rimasto zitto. 
«Lo sai che potrebbe avere benissimo preso il panino e poi essersi recato a rapire la bambina in tutta libertà? La piccola è sparita intorno alle dieci di sera, la sua tata si è assentata mezzo secondo per parlare con il suo ragazzo al telefono, mentre la bambina dormiva e lei è entrato in casa senza farsi sentire, visto che magari sapeva che la ragazza stesse al telefono, magari lo faceva spesso, lei lo sapeva...» continua Emma con le sue ipotesi, continuando a incalzarlo per farlo confessare. È certa che sia stato lui.
Jess scuote ancora una volta la testa.
«Allora come se lo spiega che la sua macchina é stata avvistata da una telecamera di sicurezza qui a Storybrooke intorno alle 23:30 più o meno?» chiede ancora lo sceriffo. E Jess stavolta non sa davvero che cosa dire, non vuole, tradire Hope, anche se potrebbe farlo, è semplicemente una sconosciuta, ma non lo fa. 
«Magari una giornata in cella ti schiarirà la mente» dice ancora Emma e fa segno a sua figlia di portarlo dentro alla cella che hanno lì in centrale. Vuole farlo confessare e poi prendere provvedimenti a riguardo, ha pur sempre rapito una bambina, se pur il giorno dopo abbia chiamato per dire che fosse da lui. É reato lo stesso. 
Hope si sente maledettamente in colpa, non immaginava che sua mamma fosse a conoscenza anche di quell’elemento della macchina e se lui è stato avvistato a Storybrooke, é solo per colpa sua... Non sa che deve fare, sa bene in realtà che cosa deve fare, aiutarlo, scagionarlo, ma non vuole che i suoi genitori sappiano della scorsa notte, non la farebbero più uscire per il resto della vita... Ma lui è innocente e se pur non lo conosce, ha passato una serata piacevole in sua compagnia... Jess prima che possa raggiungere la cella in cui dovrà essere chiuso dentro, la guarda e le sussurra: «Sei tu il mio abili, seriamente vuoi chiudermi dentro una cella, sapendo che sono innocente, piuttosto che aiutarmi?» le chiede e Hope si sente mancare il respiro incrociando i suoi occhi celesti e avendolo così vicino al suo volto. 
Sospira, sa benissimo quale sia la cosa giusta da fare e con decisione, lo spinge di nuovo verso i suoi genitori per lasciarlo libero. Loro la guardando non capendo il motivo di quel gesto.
«Lui è innocente» dice decisa, rivolta ai suoi, ma sa che non si accontenteranno di quella semplice affermazione. Sa benissimo che dovrà dire loro la verità. 
«Hope, come fai a dirlo? Sai benissimo che nel nostro lavoro non possiamo farci influenzare dalle supposizioni o dalle sensazioni... Sono la prima che spesso agisce guidata dal sesto senso, ma dobbiamo prima analizzare le prove.» le fa notare sua madre, prontamente. 
«Non è sesto senso. Io so che è innocente. Ha detto la verità su ciò che ha fatto ieri.» insite la ragazza, ma ancora non ha accennato alla serata. 
«E come lo sai?» interviene Killian nella discussione.
«Perché lui era con me ieri sera, sono io il suo alibi.» ammette a quel punto di getto, ora o mai più. 
«Ma che stai dicendo? Stai con lui? Ha una figlia, tu stai con uno che ha una figlia e che probabilmente l’ha rapita, te ne rendi conto?» Killian, è già partito in quarta, facendo le sue deduzioni, è chiaro per lui che Hope sia fidanzata con quello, si sente male al pensiero di sua figlia con un delinquente. Ha bisogno di sedersi. 
«Non sto insieme a lui. Nemmeno lo conosco... C’è un po’. Ieri mi ha salvata e poi abbiamo cenato insieme e mi ha riaccompagnato a casa, ecco perché la sua macchina è stata avvistata dalle telecamere in città, era qui per me.» sbuffa al pensiero che suo padre avesse già pensato che i due fossero fidanzati, ma non ci pensa proprio a mettersi con Jess, non sia mai.  
«Salvata?» chiede Emma, pretende una spiegazione più chiara, dettagliata, vuole capire che cosa sia realmente successo, per filo e per segno.
Ed è a quel punto che Hope confessa tutto, raccontando ai suoi genitori del suo incontro online, del ragazzo che ha provato ad abusare di lei, di Jess che è intervenuto per salvarla, di come poi siano andati a prendersi il panino al chiosco e lo abbiano mangiato sul lago e poi, lui l’abbia riaccompagnata a casa intorno alle 23:30.
«Tu sei andata a un incontro con uno sconosciuto? Hope ma ti ha dato di volta il cervello dico io? Ma non lo sai che su internet si incontrano solo pazzi e persone che vogliono solo una cosa da te? Ne hai fatte tante di bravate, ma questa è la peggiore che tu potessi fare. Sei stata un’irresponsabile, tu lo sai che cosa poteva accadere se non arrivava lui a salvarti?» si sfoga Emma, arrabbiata con sua figlia. Per la sua irresponsabilità, la sua incoscienza, stavolta ha veramente esagerato. Non si tratta di una bravata, stavolta è stata davvero sprovveduta, immatura, ingenua.
«TU NON ESCI PIÙ DI CASA, SAPPILO» le urla Killian.
«Ok, ho sbagliato! Ma possiamo non parlarne adesso, per favore...» chiede sentendosi terribilmente in imbarazzo, Jess è ancora lì e si sta guardando la scena, senza sapere che cosa fare o che cosa dire. E lei non vuole che i suoi genitori le facciano la predica proprio davanti a lui. 
«Hai sbagliato sai dire solo questo?»
«No... Io volevo solo distrarmi, pensavo che... che non mi sarebbe successo niente. La verità è che mi sento sola. Sono circonda da amici, è vero. Ma Hailey è ad Harvard e Josh è sempre da lei... io ho bisogno di loro, io voglio che loro siano qui. Mi mancano e mi sento sola senza di loro, e mi manca Logan. Ho sbagliato, ma l’ho fatto solo perché mi sento sola e triste.» ed eccola tutta la verità, la verità è che lo sa anche lei di aver sbagliato, di essere stata irresponsabile, ma la nostalgia del suo amico le ha fatto commettere questa stronzata e se tornasse indietro probabilmente non la ricommetterebbe mai.
«E tu sembra una giustificazione, Hope? Ti senti sola ed esci con gli sconosciuti? Questa è bella. Se vuoi sentire il tuo amico, chiamalo, digli di venire da te, invece di uscire con chi non conosci, mettendoti in pericolo come se avessi dodici anni.» le dice ancora Killian, arrabbiato più che mai, su questo non riesce proprio a passare sopra. 
Jess in tutto questo sorride all’ultima affermazione del padre della ragazza, perché è quello che le ha detto anche lui, ma poi si toglie prontamente il sorriso dalle labbra quando lo sceriffo torna a rivolgersi a lui.
«Comunque, ne parliamo a casa. Ora torniamo a lei...» dice rivolta al ragazzo e lui la guarda, immaginava che prima o poi avrebbe rivolto di nuovo la parola a lui, non è così facile la sua posizione, anche se Hope ha confessato la verità.
«Mia figlia era con te, quindi non ha rapito la bambina, ma perché quando l’ha trovata sul suo pianerottolo non ha chiamato subito la sua ex fidanzata?» chiede Emma, è meglio chiudere qui per il momento il loro siparietto famigliare, continueranno a casa a inveire contro Hope, ma ora lei lì non è solo la loro figlia, è una dipendente e devono pensare a lavoro.
Killian annuisce, cercando di concentrarsi sul lavoro, ma prima di dedicarsi nuovamente all’indagine, guarda malissimo sua figlia, la quale abbassa il capo dispiaciuta, non riuscendo a sostenere il suo sguardo.
«Era tardi, ma è la prima cosa che ho fatto il giorno dopo.»
«Può andare, ma c’è una denuncia a suo carico, la sua ex può decidere anche di non ritirarla visto il procurato allarme che ha causato... Perciò si tenga a disposizione.» gli dice prima di congedarlo.
La giornata di lavoro passa abbastanza velocemente, in realtà per Hope sembra un’eternità perché ogni volta che i suoi sono in ufficio, si respira un’aria troppo pesante, cosa che non è da loro tre, anzi lei si diverte molto in ufficio con i suoi genitori, ma stavolta sono arrabbiati con lei entrambi e le parlano solo ed esclusivamente per cose di lavoro. Hope almeno quello vuole cercare di farlo bene, come ha sempre fatto e quindi si impegna più del solito, tanto che una volta giunta a casa, è veramente sfinita.
Ma sa benissimo che le spetta un altro round con i suoi genitori.
«Non scherzavo stamattina, tu non esci più di casa, Hope» le dice Killian, una volta che hanno messo piede in casa, per farle capire che non stesse scherzando.
«Non puoi impedirmi di uscire, sono maggiorenne» risponde subito a tono Hope, non è certo come sua sorella lei, al contrario, se deve dire la sua lei è sempre in prima linea.
«Si che posso, finché vivi sotto questo tetto comando io, anzi comandiamo io e tua madre. Non meriti la nostra fiducia. Hai diciannove anni, ma ne dimostri dodici, seriamente, anzi nemmeno perché pure tuo fratello che ne ha tre sa che non deve parlare con gli sconosciuti. Bell’esempio che sei pure per lui.» Killian è arrabbiato, furioso, non ci vede proprio dalla rabbia, stavolta sua figlia ha veramente superato il limite e non riesce a passarci sopra, ha rischiato di essere violentata e là preoccupazione, se pur non è accaduto nulla, lo fa infuriare così tanto. La vorrebbe prendere a schiaffi sua figlia, anche se non ha mai alzato le mani sulle loro figlie e probabilmente mai lo farà, ma stavolta Hope si merita veramente un sonoro schiaffo.
A quel punto Hope si sente come se glielo avesse dato quello schiaffo, le sue parole anzi fanno più male di uno schiaffo, che forse lo preferirebbe.
«Ti chiedo scusa, papà, so di aver sbagliato.... Ma...»
«Nessun ma, Hope. Nessuno. Qualsiasi sia il tuo problema, non dovevi uscire con uno sconosciuto. Hai capito che hai rischiato di essere violentata o no? Perché qui mi sembra che tu non l’abbia capito ancora, stai continuando a giustificarti come una ragazzina, quando dovresti solo capire che non sempre si è fortunati che si incontrano persone disposte ad aiutarti, o ci sono persone che possono aiutarti...» 
«Io l’ho capito. Ho capito di aver sbagliato e non si ripeterà più. Lo prometto.» ora ha le lacrime agli occhi, le parole di suo padre sono ancora dure, ma ha ragione, maledettamente ragione e forse solo in quel preciso istante se ne rende veramente conto, ma è anche il motivo per cui non voleva dire nulla, perché sapeva che sarebbe andata a finire in quel modo e che loro si sarebbero preoccupati. Non sta sottovalutando ciò che ha fatto, ma per sua fortuna, ha avuto il suo salvatore personale ad aiutarla e vuole solo dimenticare quella brutta faccenda.
«Sai, Hope... Tuo padre ha ragione, non sempre c’è chi può aiutarti in una situazione del genere e credimi, se ti dico che sei stata fortunata che sia andato tutto bene. Se ci arrabbiamo così tanto con te, è perché c’è chi si trova in situazioni di questo genere senza volerlo, per lavoro, perché stanno con persone violente, perché passeggiano sole per strada e c’è qualche pazzo pronto a violentarle e tu che fai? Vai a cercarti lo sconosciuto online, sapendo che in giro c’è gente senza scrupoli? E non si esce da situazioni così drammatiche, nemmeno il tempo ricuce certe ferite, se pur passano tanti anni e...» si ferma prima guarda Killian, poi sua figlia e si accorge di avere le lacrime agli occhi a dire quelle parole, perché improvvisamente le sembra di essere tornata indietro nel tempo, all’età di Hope, a quando era prigioniera di Tremotino e Peter Pan e si sente morire a quel pensiero. E inoltre, al pensiero che qualcuno potesse fare del male a sua figlia e che le potesse provare solo quel dolore, le spezza ancora di più il cuore.
Suo marito, intuendo il suo sguardo, le sta subito accanto e la stringe a sé, Hope non capisce il motivo di quell’abbraccio, del perché sua mamma improvvisamente sia scoppiata in lacrime e perché suo papà la sta consolando, che siano spaventati lo sa bene, ma c’è altro sotto lo sa. Ha paura a chiedere di cosa si tratta.
«Mamma... Che, che cos’hai?» domanda incerta, spaventata negli occhi. 
Emma prontamente si asciuga le lacrime e se pur resta vicino a Killian, trova la forza di confessare a sua figlia che cosa intende e perché sono così arrabbiati con lei. Forse solo così capirà davvero il suo sbaglio.
«Avevo la tua età, tuo nonno Robin era stato rapito da un uomo senza scrupoli e io, per salvarlo sono andata nel covo del nemico senza i miei colleghi, sono stata rapita anch’io e non sono stata fortunata come te. Nonno Robin non è riuscito a salvarmi, nonostante avesse voluto farlo. Sono stata in cura da uno specialista e mi ci è voluto molto tempo per superare quel dolore, se ci sono riuscita è solo grazie a tuo padre e alla mia famiglia. Ma di certo non voglio che tu provi quelle sensazioni orribili, che tu ti senta sbagliata e sporca come mi sono sentita io in quell’istante e nei mesi successivi.» le spiega raccontandole cosa fosse successo quel giorno e si sente mancare il respiro, non lo sapeva, sua mamma ciò non glielo aveva mai detto e ora si sente davvero una cretina a essersi fidata così di una persona conosciuta solo da due giorni, ancora più di prima.
«Io, io... Io non lo sapevo, mi dispiace mamma, scusa...» e corre ad abbracciarla, senza rendersene conto, con il volto ricoperto dalla lacrime ed Emma la stringe a sé per tranquillarla, non gliel’ha detto per spaventarla, lei ha superato quel trauma, l’ha davvero superato grazie a Killian e alla sua famiglia, ma vuole far capire a sua figlia che deve stare più attenta delle persone di cui si fida, farle capire che non tutti sono in buona fede. Non vuole spaventarla, solo metterla in guardia e proteggerla per evitare che lei provi quel dolore atroce. 
 Quel momento di sofferenza viene smorzato dal campanello che suona, deve essere Liam, con sua madre, è stato da lei quel pomeriggio.
Vedendo che sia Emma che Hope hanno le lacrime agli occhi, Liam le guarda entrambe ed esclama: «Ho capito io, voi avete male al pancino?» 
Emma e Hope lo guardano non capendo e a quel punto Liam insiste.
«Se si piange si ha male al pancino, voi piangete perché avete male al pancino?» chiede ancora e sia Emma che Hope, ma anche Killian scoppiano a ridere, quel piccoletto porta sempre il buon umore. E ci vuole in quel momento. 
Ma ho ha capito seriamente, non commetterà mai più lo stesso sbaglio. Mai più. 
Non avrebbe mai creduto che sua mamma avesse subito un dolore così grande, così orribile, tanto che non riesce a mostrarsi felice nemmeno quando chiama sua sorella come al suo solito per parlare con lei in videochiamata. Lo fa ogni sera e Hope si e ripromessa di non mostrarsi triste, ma non ci riesce e prontamente Hailey se ne accorge.
«Sai l’uscita con quello sconosciuto, è andata malissimo, ho rischiato grosso... Ho fatto una cazzata. Ora mamma e papà sono arrabbiati.» dice semplicemente, senza dirle tutto ciò che è accaduto, senza dirle del passato della loro mamma, non vuole far soffrire anche lei. I suoi genitori non le hanno detto nulla in tal proposito, ma immagina che se sua mamma non gliel’ha detto fino a quel momento è perché non volesse farlo e se lei non si fosse cacciata in questo stupido casino, non glielo avrebbe di certo detto. 
«Io te l’avevo detto, Hope di non uscirci» 
La sorella maggiore annuisce e le racconta comunque che grazie a un ragazzo è riuscita a scampare il peggio, ma quella sera non ha molta voglia di parlare e così le passa direttamente sua mamma. 
Hailey si accorge immediatamente che Hope ha qualcosa che non va, non è da lei liquidarla così freddamente, senza un battuta, senza punzecchiamenti di alcun genere, quindi chiede immediatamente a Emma che cosa abbia sua sorella, è preoccupata e sa che non è solo dovuto al fatto che l’hanno rimproverata, di solito non se ne cura del fatto che litiga con i loro genitori, non è come lei che si sente terribilmente in colpa e si divora l’anima fino a che non riesce a far pace con loro.
«Tua sorella si sente sola, ha confessato che sente la tua mancanza e quella di Josh» le dice Emma, immagina che Hope stia male per ciò che le ha detto, ma a sua volta non glielo dice anche alla sua figlia minore, non ce la fa a dirlo anche a lei e parlarne ancora, ma poi non vuole far star male anche lei, quindi tira fuori solo parte del problema di Hope.
Hailey a quel punto si sente in colpa, in effetti da quando lei è a Harvard Josh passa tutti i week end da lei è così trascura sua sorella. È stata egoista, perché sa benissimo quanto Hope e Josh siano legati e quanto si vogliano bene e lei sta privando sua sorella del suo migliore amico. Quando era in città loro riuscivano comunque a vedersi e passare del tempo insieme, ora invece ciò non accade.
«Perché non vieni qui questo week end?» le chiede Emma, non solo per Hope naturalmente, ma anche loro hanno voglia di rivederla.
«Non posso mami, sabato pomeriggio ho gli allenamenti di ginnastica, ricordi?» come se non bastasse la mole di studio che ha, Hailey ogni sabato pomeriggio ha preso ad allenarsi per entrare nella squadra nazionale, infatti la macchina che le hanno regalato per il suo compleanno è indispensabile, perché la palestra in cui si allena è vicino al campus, ma le serve comunque la macchina per arrivare. Ma ha avuto un’idea. 
«Ma ho un’idea, Josh ha la partita giovedì, quindi venerdì potrebbe venire a Storybrooke a prendere Hope e poi sabato vengono da me, io avendo gli allenamenti di pomeriggio, non ho tempo da dedicare a Josh, fino a cena, almeno Hope può stare con lui e poi dormono da me e la domenica stiamo tutti e tre insieme.» propone la sua idea, le sembra perfetto, deve solo comunicarlo a Josh, ma è sicura che lui sia d’accordo, perché ama passare il tempo con Hope, sa benissimo che anche lui sente la mancanza della sua amica, anche se non gliel’ha mai detto, infatti spesso la chiamano quando sono insieme per parlarci.
«Mi sembra un’idea perfetta, Hope ne sarà felicissima»
«Si, ma non dirglielo... Voglio che sia una sorpresa, d’accordo?» 
Emma annuisce e poi sposta la conversazione su di lei, per sapere come procede lo studio e come vanno gli esami. Per poi passare il telefono a Killian e a Liam che vuole assolutamente parlare con sua sorella e salutarla.

Il venerdì pomeriggio, Josh arriva a Storybrooke, a sorpresa per passare del tempo con Hope, rendendosi conto che effettivamente l’ha trascurato molto nell’ultimo periodo e che non si è comportato proprio da amico perfetto. Le telefonate non bastano e anche lui vuole passare del tempo con lei, in sua compagnia, uscire con lei, come i vecchi tempi.
Hope quando lo vede, perché va ad aprire lei la porta, rimane a bocca, ma poi prontamente fa la sua solita battuta, non riesce a non farla.
«Mi sa che ti sei sbagliato, ti ricordo che la tua ragazza ora vive a Harvard»
«Sono qui per te, scema» risponde prontamente Josh, scuotendo la testa, si aspettava quella battuta.
«Wow, davvero? Mi sorprende come mai questa scelta? Ti mancavo, idiota?» chiede prontamente, facendolo entrare in casa, felice che lui sia lì, anche se non lo dà a vedere che è felice, é tipico di lei.
«Molto! E sono stato in cretino, o un idiota, come mi chiami tu, per non essere venuto spesso qui da te» esprime quello che Hope non ha detto, ma conoscendola sa benissimo che dietro quelle frecciatine ci sta proprio ciò.
«Meno male che te lo dici da solo che dei idiota, anzi finalmente te ne sei accorto, io da una vita che te lo dico» risponde ancora con quel sarcasmo, tipico suo.
Josh ride di gusto e l’abbraccia poco dopo, per poi spiegarle il programma per il week end.
Hope è entusiasta di quel programma e visto che l’indomani devono partire per andare ad Harvard da Hailey, Hope pensa che lui potrebbe dormire da loro, senza che va a casa sua e poi si debba alzare ancora prima per poter andare a prendere lei. Quindi, va per chiedere il permesso a suo papà per farlo restare a dormire, ma non sa se le dirà di sì.
Ma si stupisce del contrario, suo padre le dà il permesso per far rimanere a dormire lì Josh.
«Veramente?» chiede incredula
«Si Hope, ho detto di sì» ripete lui credendo che lei non abbia sentito, visto che è così stupita che abbia accettato.
«Hai capito chi è lui? Josh... Di solito è bandito da questa casa, figuriamoci a dormire»
«E tu hai capito che tuo padre ha detto di sì, proprio perché non c’è la persona per cui di solito è bandito?» risponde Emma per suo marito, ridendo, ha capito subito il motivo per cui lui abbia detto di sì, infatti dal sorriso sulle labbra che Killian le rivolge capisce subito che ha centrato in pieno. A quel punto Hope scoppia a ridere inevitabilmente, non ci avevo pensato, ma non fa una piega e conoscendo suo padre doveva immaginarselo. Anche Josh scoppia a ridere, come si immagina dal sorriso furbo che sta facendo Hope, che sta già pensando al modo più crudele per farlo sapere ad Hailey. 
Hope e Josh passano tutto il giorno insieme, vanno a cena fuori e in giro per la città, nei posti che hanno sempre frequentato insieme, ma solo loro due, Hope lo vuole tutto per sè, senza dividerlo con gli altri amici, per una volta che sono solo loro due, vuole godersi il suo amico tutto per sè stessa, come i vecchi tempi. 
Tornano a casa non troppo tardi e Hope decide di chiamare Hailey per farle sapere che Josh dorme da lei, ha chiesto al suo amico di non dirglielo questo dettaglio, che avesse un’idea per farglielo sapere e lui ha acconsentito, divertito dalla cosa e dall’idea di punzecchiare la sua ragazza.
Josh dormirà nella camera di Hailey, quindi a Hope viene l’idea di farglielo sapere mandandole una foto di loro in pigiama in camera sua. Manda la foto nella sua chat e sotto alla foto scrive: “Indovina chi è che dorme qui oggi?”
Poco dopo nota che Hailey ha visualizzato il messaggio e si gusta già la sua risposta, ma a sua gran sorpresa, sua sorella fa partire la videochiamata. 
«Josh dorme lì?» chiede subito, senza nemmeno salutare.
«Ciao, Hope, ciao, Josh, come state? Passata bene la serata? Si grazie Hailey, abbiamo passato bene la serata e stiamo bene» la prende in giro Hope per aver esordito in quel modo, come si immaginava, invece di salutare.
«Zitta! Seriamente papà ha accettato di farlo dormire a casa nostra?»
«Direi, non credo che di solito il tuo ragazzo va in giro in pigiama, no? Josh... saluta la tua ragazza...» spostando il telefono in modo che venga inquadrato anche lui nel video.
«Non ci credo! Quando ci sono io a malapena lo fa entrare in casa... Lo sai che non è giusto vero?»
«Ma tu non ci sei! Sei tu il problema, non Josh. Adesso è ben accetto in famiglia, sei tu quella che è di troppo, te l’ho sempre detto, cinese» la provoca ancora Hope, si sta divertendo tantissimo ed é davvero felice. È felice di quella serata, di stare con Josh. 
Hailey le fa una linguaccia e mette il broncio.
«Dai cinese, non fare così... Lui dormirà qui in camera tua, non ti consola ciò?»
«No, per niente, al contrario mi fa arrabbiare ancora di più.»
«Se vuoi chiamo papà, così protesti con lui»
«No, ovvio che no! Ma sappi che ti odio, so che è stata tua l’idea, domani me la paghi» le dice, fingendosi seria, ma comunque Hope sa benissimo che sta scherzando, anche se ci è rimasta seriamente un po’ male che lui sia lì, a dormire e lei non c’è. Quando di solito, se lei è lì, Josh non può di certo fermarsi a dormire. La prossima volta che è in città, ci proverà a chiederlo a suo padre, vuole vedere che cosa dice.
Parlano ancora un po’ con Hailey, raccontandole cosa hanno fatto quel giorno, ma poi la minore dei tre decide di lasciarli ancora un po’ soli loro due e chiude la conversazione, dopo aver mandato un bacio solo a Josh. 
Di nuovo solo loro due, Josh vuole sapere bene di questo ragazzo con cui la sua amica è stata a cena e l’ha difesa. 
«E ti piace?» chiede avendo capito che la sua amica è interessata a lui, gli ha raccontato che hanno passato tutta la serata a prendersi in giro e Hope ha ribadito più volte che è irritante.
«Certo che no, quale parte di è irritante, non hai compreso? É un musone di prima categoria, odia il rumore, è super riflessivo e... No, non mi potrebbe mai piacere uno così.» ribatte decisa, decisamente sconvolta che il suo amico sia convinto del contrario.
«Da come ne parli sembra che non abbia nemmeno un pregio»
«È bello, molto bello. Penso sia l’unico pregio» ripensa quindi ai suoi occhi, ma scaccia immediatamente quel pensiero. 
«Allora vedi che ti piace»
«Non mi piace! E poi sa di essere bello e si vanta per questo, è odioso» dicendogli la battuta che lui le ha fatto sul fatto che stesse fissando i suoi occhi e sul numero.
«Anche tu ti vanti della tua bellezza, vedi una cosa in comune l’avete»
«Ma che vuol dire... Oh ma perché vuoi farmi per forza fidanzare? Ti vuoi già liberare di me di nuovo?» chiede offesa, incrociando le braccia al petto.
«No, scema! È perché ti conosco e ho visto da come ne parli che questo Jess ti incuriosisce, perché negarlo?» 
«Si forse un po’, ma... Tanto non lo rivedrò più» ammette finalmente, ma tanto è convinta che non lo rivedrà. 
«Lo dicevi anche dopo la vostra serata e te lo sei ritrovato in ufficio» allude Josh, come se tra loro fosse destino. 
Hope a quel punto prende il telefono e decide di vedere se lo trova su internet, ed eccolo. Non pensava di trovarlo suoi social media, non ha nemmeno una foto di se stesso, ma è sicura che è lui, perché c’è una sola foto di se, con la sua bambina, il giorno del compleanno di lei e lo fa vedere prontamente a Josh, il quale le dice di scrivergli e vedere se risponde.
Hope si rifiuta, non vuole scrivergli, non ne ha motivo ed è così che lo fa Josh per conto suo, le prende il cellulare dalle mani e scrive “ciao” a Jess, dall’account Instagram della sua amica.
«Ti sto odiando Josh, sappilo» dice al suo amico, il quale se la ride e non le ha ancora restituito il telefono, lo fa solo quando Jess ha risposto al suo messaggio. 
“Ciao! Che fai mi stalkeri, Hope Jones?” é la sua risposta e Hope nel leggerla si spazientisce, nonostante ci sia una risata dopo il punto interrogativo. Odioso come sempre.
«Vedi che è irritante da morire, dammi qui. Ci penso io a rimetterlo a posto.» dice a Josh, per poi prendere il suo telefono dalle mani del suo amico e rispondere prontamente a quel musone arrogante di Jess.
“Lo sai vero che sei un arrogante?”
“Intanto tu non hai risposto alla mia domanda, é un si?”
“No, la verità è che ti ha scritto quell’idiota del mio migliore amico” 
“Lo sai che la scusa dell’amico che invia i messaggi per te è ormai passata di moda?”

“Ma è la verità, libero di non crederci” ribatte irritandosi ancora di più, non lo sopporta minimamente quel presuntuoso arrogante e immaginava che la sua risposta sarebbe stata questa.
“Anche se fosse stato lui, ciò non toglie che hai parlato di me... Vedi che ti piaccio, ragazzina”
“Non mi piaci, non mi piacciono i musoni, arroganti, saccenti”
“Giusto dimenticavo che tu sei quella che va in discoteca tutte le sere e che si mette nei guai”
“Ti odio”
“Allora perché mi hai scritto e stai ancora qui rispondermi?”
Le risponde ancora lui, ma sorride a quel loro scambio di battute senza rendersene conto, attende impaziente la sua risposta, è veramente curioso, leggendo che gli ha dato ancora del musone, per giunta antipatico, ride ancora più forte, si aspettava quella risposta. È abbastanza prevedibile la ragazzina.
“Infatti non ti rispondo più. Ciao musone antipatico che non sei altro”
“Ciao piccola ragazzina ribelle, dormi bene” con un bacetto finale, il quale non se lo aspettava minimamente e se ne stupisce. Ma finge, vedendo che Josh la sta guardando.
«Lo sai che questo è amore vero?» 
«Piantala, idiota! Ora pensa che mi piace»
«Be, è così! Anche perché sei diventata tutta rossa quando ti ha risposto... Ti conosco meglio di chiunque altro, non mi inganni a me» le dice per farle capire che ha capito tutto anche se lei continua a negare. A lui non può comunque nascondere nulla.
«Meglio andare a dormire, domani ci alziamo presto. Io non ho problemi, ma tu...» lo liquida così, alzandosi dal letto della sorella per recarsi in camera sua e chiudere così l’argomento, forse un po’ Jess le piace, ma non lo ammetterebbe mai, nemmeno al suo migliore amico, ancora non è riuscito ad accettarlo lei stessa. Non può piacergli quel musone, é tutto l’opposto di lei e poi si è ripromessa che non si sarebbe più innamorata, almeno per il momento, perciò... Deve solo dimenticarlo. È la miglior cosa.
Prima di andare a dormire, però si accorge che Jess ha appena iniziato a seguirla su Instagram e il suo cuore ha un sussulto.


Spazio autrice: Ciao a tutti, sono tornata! Mi scuso se ultimamente sono stata parecchio assente, ma è stato un periodo un po' frenetico e nonostante io sia riuscita a scrivere (con queste storie sono parecchio avanti) non ho mai trovato il tempo per mettermi a correggere i capitoli vecchi. Questa storia é stata scritta durante il lockdown, quante cose successe da allora... La mia testolina ha continuato a viaggiare molto e ha sfornato nuove idee, ma non vi dico niente, scoprirete leggendo. Sono affezionatissima a questi miei personaggi e spero che anche a voi piacciono. Che dirvi altro, cosa ne pensate di questo capitolo? Non è finito, come avrete visto c'è scritto "parte uno" perché scrivendo, scrivendo, il capitolo era arrivato alla bellezza di 27 pagine di word e l'ho dovuto per forza di cose dividere in due parti. Settimana prossima arriva la seconda parte (assicurato!)
Ah dimenticavo, il ragazzo nella foto é Jess. Mentre ricordo, che la ragazza é ovviamente Hope.
Detto ciò, fatemi sapere che cosa ne pensate e buon week end a tutti.
   
 
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