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Autore: CrisNialler    28/11/2020    0 recensioni
"Così come aveva inserito dei bagni, le amache, gli arazzi, la balconata e la libreria, la Stanza delle Necessità stava di nuovo plasmando la sua forma, allargandosi e tra lo stendardo dei Corvonero e il muro roccioso si inserirono due nuovi colori: il verde e l'argento.
Con gli occhi ancora chiusi Phoebe immaginava la terribile punizione che l'aspettava: non voleva il viso tumefatto come quello di Seamus Finnigan e non voleva finire ad Azkaban, non per aver aiutato un compagno di scuola. Si sentì sopraffatta dalla rabbia: se questa era la scuola e la vita che l'aspettava da ora in avanti si sarebbe battuta per sconfiggere il Signore Oscuro. Non era il mondo che le piaceva e non era il mondo che meritava."
E se la Stanza delle necessità si aprisse ad una ragazza Serpeverde?
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Esercito di Silente, Fred Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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"Dove pensi di scappare, King!"
Phoebe a quelle parole corse solo più velocemente. Come diavolo le era saltato in mente di provare a Schiantare un professore.
Perché quello che ti stava chiedendo di fare era impossibile, per Merlino!
Il regime dei Carrow era troppo severo, persino per una Serpeverde Purosangue come lei. Compiere la maledizione Cruciatus su un ragazzo, su un suo compagno, solo perché era in punizione? I suoi genitori le avevano insegnato meglio di così e non si sarebbe piegata a quelle atrocità senza senso.
Mentre correva via però si rese conto del casino nella quale si cacciata: dove ci si nasconde in una Hogwarts gestita dai Mangiamorte?
Continuò a salire, senza meta, scappando dai passi che la stavano inseguendo.
 
***
 
Le ultime settimane erano state le peggiori per Neville e per tutti i ragazzi rifugiati all'interno della Stanza delle Necessità: il cibo scarseggiava mentre loro aumentavano, i Carrow erano sempre più determinati nello scovarli e le loro punizioni si facevano più severe. Ritrovare Micheal Corner completamente tumefatto e tremante per le torture subite fece perdere un po' di coraggio anche a Neville stesso, ma la speranza negli occhi dei suoi compagni lo faceva continuare a combattere e ad essere sempre positivo: ce l'avrebbero fatta solo così.
Ma aspettava; aspettava il ritorno di Harry, del trio d'oro. Loro sarebbero stati i veri portatori di luce.
Uno strano rumore lo costrinse a tornare con i pensieri al presente. Qualcosa si stava spostando, qualcosa di grosso, pensò.
Degli strilli di sorpresa lo costrinsero a muoversi dalla sua comoda postazione accanto al quadro-porta che conduceva alla Testa di Porco e una volta in piedi riuscì a scorgere la fonte del vociare agitato che si era creato. Un gruppo di studenti (vedeva Lavanda, Ernie e le gemelle Patil) stava osservando un angolo vuoto della Stanza prendere vita; così come aveva inserito dei bagni, le amache, gli arazzi, la balconata e la libreria, la Stanza delle Necessità stava di nuovo plasmando la sua forma, allargandosi e tra lo stendardo dei Corvonero e il muro roccioso si inserirono due nuovi colori: il verde e l'argento.
 
***
 
Dove vado? Dove vado? Dove vado?
Phoebe sapeva benissimo che dopo quella rampa di scale l'unica sua opzione era scendere. Come a ricordarle del pericolo dalle grandi finestre alla sua sinistra i Dissennatori scrutavano scuri i dintorni del castello. Non poteva uscire e di sicuro non poteva restare all'interno senza subire una severa punizione.
Ho bisogno di un posto in cui nascondermi, almeno per un po' senza essere trovata dai Carrow e il preside Piton.
Le scale finirono e con i polmoni in fiamme Phoebe si fermò per qualche istante. Il corridoio del settimo piano era leggermente illuminato e una delle due pareti era abbellita da un arazzo estremamente buffo. Phoebe non lo aveva mai riflettuto: si appuntò mentalmente che insegnare la danza classica ai Troll era estremamente inutile.
Attraversò il corridoio camminando in quanto era troppo stanca e non sentiva nessuno inseguirla, dietro di sé regnava solo il silenzio.
Non poteva credere a ciò che era successo pochi minuti prima nell'aula di Arti Oscure: Seamus Finnigan, un ragazzo della casata Grifondoro, era stato fatto entrare nel mezzo della lezione e in un primo momento il viso tumefatto aveva reso difficile a Phoebe riconoscerlo. Non poteva credere ai suoi occhi, anzi non voleva.
Avanzò lentamente fino all'altro capo del corridoio ma prima di riuscire a mettere piede sul primo gradino sentì sotto di lei l'avanzare di passi frettolosi seguiti subito da una minaccia rivolta a lei. Le si gelò il sangue, ma il suo corpo reagì girandosi e tornando sui passi appena compiuti con Amycus Carrow che, alle sue spalle, continuava la sua salita vomitando cattiverie verso Phoebe e la sua famiglia. La ragazza attraversò il corridoio osservando di nuovo lo strano arazzo che la costeggiava.
Ho davvero bisogno di un posto che mi protegga dai Carrow.
Ancora una volta però il sangue nelle sue vene smise di scorrere: così come il fratello stava facendo sulla rampa ovest, anche Alecto stava per raggiungerla dalla scala est. Indietreggiò fino a fermarsi nel mezzo del corridoio, di fronte all'arazzo di "Barnaba il Babbeo bastonato dai Troll".
La mia corsa finisce qui. Aveva accettato la sconfitta tanto che sentiva la stretta sulla bacchetta allentarsi, arresa. Chiuse gli occhi e tra il rumore di passi e di insulti che stava ricevendo, Phoebe non si rese conto che non erano il cuore o le gambe che le tremavano per la paura, bensì era il muro alle sue spalle.
 
***
 
"Questo sì che è interessante, ragazzi!" Esclamò Lavanda Brown eccitata. Fu l'unica entusiasta mentre tutti gli altri si girarono preoccupati verso Neville.
"Non guardate me!" si difese dagli sguardi accusatori degli altri. "Ne so quanto voi su come funziona davvero questo posto."
"Dovremo preoccuparci?" chiese piano Ernie mentre stringeva tra le mani la sua bacchetta dalla media flessibilità. Seguì un lungo silenzio, spezzato solo da una leggera risata di Neville.
"Per me no." iniziò. "Questa Stanza sa cosa fa. A breve avremo un compagno Serpeverde che come noi ha bisogno di un riparo."
Neville era sicuro delle sue parole e sorridendo osservò il serpente verde e argento che finalmente era apparso nell'angolo, seguito da un borbottio generale di tutti i presenti.
Ma Neville aveva ragione: alla sua sinistra il muro della Stanza stava formando l'impronta di una porta di medie dimensioni, facendo tremare tutto intorno ai presenti. Con un sorriso vispo il ragazzo corse alla porta aprendola leggermente, accompagnato dalle lamentele impaurite degli altri studenti. Si fidava ciecamente e avrebbe rischiato per salvare chiunque ci fosse stato dietro la soglia che si era appena creata. Non aveva esitato quando apparirono gli stendardi di Corvonero e Tassorosso, perché farlo adesso?
 
***
 
Con gli occhi ancora chiusi Phoebe immaginava la terribile punizione che l'aspettava: non voleva il viso tumefatto come quello di Seamus Finnigan e non voleva finire ad Azkaban, non per aver aiutato un compagno di scuola. Si sentì sopraffatta dalla rabbia: se questa era la scuola e la vita che l'aspettava da ora in avanti si sarebbe battuta per sconfiggere il Signore Oscuro. Non era il mondo che le piaceva e non era il mondo che meritava.
Non ho nulla da perdere.
Impugnò tra le dita pallide la bacchetta di ciliegio che pochi secondi prima rischiava di sfuggirle dalla presa, pronta ad attaccare i fratelli Carrow, ma appena si staccò dal muro che la stava sorreggendo fino a quel momento due mani le agganciarono le spalle da dietro e la trasportarono attraverso una porta che aveva sostituito la parete rocciosa.
Si dimenò spaventata da quelle braccia sicure e dalla mano che prontamente le coprì la bocca, impedendole di urlare. Cercò di catturare con gli occhi il numero maggiore di informazioni ma la stanza che la accoglieva le era sconosciuta.
"Non urlare, ci scopriranno." Phoebe non gridò, fidandosi di quella voce e si lasciò trascinare all'interno della bizzarra struttura. Una balconata circondava le pareti senza finestre e ben presto notò le amache che la riempivano. Un rumore già noto la costrinse a guardare davanti a lei: la porta era sparita.
La mano che le copriva la bocca scivolò via e finalmente Phoebe si girò a guardare il suo rapitore e salvatore.
Era Neville Longbottom. Lo conosceva per essere il portavoce della ribellione che era in atto all'interno delle mura di Hogwarts e anche lui, come il suo amico Seamus Finnigan, aveva il viso pieno di graffi che portava con fierezza.
"Ciao, ti stavamo aspettando." sorrise sincero Neville.
Dietro di lui gli sguardi erano più preoccupati. Phoebe riconobbe alcuni visi come quelli delle gemelle Patil e di vari ragazzi Corvonero.
"Co-cosa intendi?"
Senza rispondere la trasportò sempre sorridendo davanti a quello che era stato creato dalla Stanza delle Necessità. Lo stemma della sua casata si erigeva fiero nel mezzo tra l'arazzo blu e bronzo e una colonna che segnava la fine del muro: sotto il serpente argento c'era una singola brandina sommersa da cuscini e coperte, circondata da oggetti vari e alcuni tra i suoi romanzi preferiti per questo la riconobbe subito come propria, ma ancora non riusciva a comprendere.
"E' apparso pochissimi secondi fa, poco prima che tu entrassi… O meglio che io ti trascinassi dentro." iniziò Neville quasi a leggerle nel pensiero. "Questa è la Stanza delle Necessità e si plasma in base a ciò che stai cercando."
"Avevo bisogno di un rifugio dai Carrow."
"Lo hai trovato."
"Sei una Serpeverde, King!" sputò Cormac McLaggen alle spalle di Phoebe. "E anche Purosangue. Sei sulla lista dei preferiti."
"Cormac! Se è qui probabilmente non è così, non più!" intervenne Susan Bones, una Tassorosso poco più grande di lei.
"Sei Phoebe vero?" le chiese una ragazza alle sue spalle. La nuova arrivata annuì.
"Allora Phoebe, raccontaci cosa ti è successo."
La ragazza sorrise raggiante sentendosi accettata dai volti che la circondavano, ma non riuscì ad iniziare il suo racconto che una voce lontana urlò.
"TU!" Per un attimo Phoebe pensò di essere stata scoperta da Amycus Carrow, ma la persona che si stava avvicinando era Seamus Finnigan. "TU! Grazie." Inaspettatamente il ragazzo abbracciò Phoebe, stringendola e sollevandola ridendo. Con dispiacere, Phoebe notò che il Grifondoro aveva un nuovo taglio sanguinante sulla guancia destra che però non fermava il sorriso che si stava creando sul suo volto.
"Ragazzi, non immaginerete mai cosa ha appena fatto." iniziò Seamus, ma fu bruscamente interrotto.
"Ci stava raccontando, Finnigan. Sta zitto e falla parlare!"
 
***
 
Vedere arrivare Harry Potter da dietro quel quadro poteva significare solo una cosa per Phoebe: la battaglia stava per iniziare, ma perché lui era così restio nel parlare? Cosa nascondeva il viaggio intrapreso dal trio più famoso del modo magico?
Poteva vedere negli sguardi dei nuovi arrivati un certo scetticismo dopo aver notato lo stendardo Serpeverde, ma accanto ai suoi nuovi amici Phoebe si sentiva esattamente come loro: una combattente, una sopravvissuta facente ormai parte dell'Esercito di Silente.
Quello che la ragazza riconobbe come Ron Weasley non smetteva di lanciarle sguardi di traverso, quasi spaventato nel parlare alla presenza di una Serpeverde. Quel modo di guardarla la faceva sentire una traditrice e non le piaceva in quanto era molto sicura di ciò che stava facendo e della posizione che occupava stando lì. L'arrivo di Luna, Dean Thomas, Ginny e dei gemelli Weasley caricò l'atmosfera di adrenalina pura, tra schiamazzi e battutine. Phoebe osservava tutti da una distanza di sicurezza: così tante nuove persone che non conoscevano la sua storia potevano portare problemi.
Le si avvicinò un sorridente Seamus trasportando per un braccio Dean Thomas che appena la vide, o appena vide lo stemma verde e argento che portava sul cuore, si accigliò cercando delle risposte nello sguardo estasiato del migliore amico. Lui come Ron si chiedeva come fosse possibile la presenza di Phoebe in quella stanza ma dovette ricredersi quando brevemente Seamus gli raccontò cosa fosse successo pochi giorni prima.
"Mi ha praticamente salvato la vita!" Esultò Seamus senza riuscire a contenersi nel tono della voce.
"Non esagerare, non credo ti avrebbero ucciso." farfugliò Phoebe imbarazzata dai diversi sguardi che si erano spostati dalle battute dei gemelli Weasley alla sua conversazione con il ragazzo Grifondoro e furono proprio i due famosi burloni ad avvicinarsi a Phoebe, curiosi e con lo sguardo di chi voleva saperne di più.
"Bene, bene. Chi abbiamo qui?" iniziò uno dei due rossi che Phoebe non riuscì a riconoscere subito.
"Hai sbagliato strada? L'ultima volta che ho controllato il tuo dormitorio era nei sotterranei." Questa volta sapeva che era George a parlare, la sua voce risultava leggermente più acuta del fratello e le fece riaffiorare un lontano ricordo che credeva di non avere più; o meglio, lo nascondeva. Al solo pensiero di quei pochi attimi che l'avevano avvicinata a quel ragazzo rischiò di arrossire.
"So benissimo dov'è il mio dormitorio. Voi invece? Il vostro negozio è stato finalmente distrutto dai genitori Mangiamorte dei miei amici?" Stette al gioco Phoebe ricevendo due sorrisi vispi da parte dei Weasley.
"Noi tutto bene, grazie. Siamo qui giusto per indicare la strada ai genitori dei tuoi amichetti. Sembra che non abbiano idea di dove sia il nostro negozio… Eppure è ben illuminato, tu non credi, King?" Chiese tagliente George, senza riuscire a controllare le labbra dalle quali sfuggì un sorriso che cercava di restare più serio possibile.
"Sì ci sono stata, Weasley. L'ho trovato talmente patetico che stavo per chiedere al Signore Oscuro di entrare nelle sue grazie solo per andare a distruggerlo personalmente."
Phoebe non poté sentirlo ma le parole che successivamente Fred sussurrò nelle orecchie del gemello furono "Mi piace questa qui."
Guardandoli allontanarsi la mente di Phoebe tornò a quella partita di un anno che ora sembrava lontanissimo, e si rivide piccola sotto le minacce di Graham Montague, capitano della squadra Serpeverde di Quidditch.
 
***
 
Harry cercava qualcosa, un oggetto appartenente a Corvonero. Phoebe non capiva come questo potesse aiutare nel vincere la battaglia, ma sentiva che poteva essere il tassello mancante. Si ritrovò velocemente con molti volti noti all'interno della Stanza delle Necessità, circondata da persone che si salutavano cariche in attesa di ordini. C'era il suo vecchio professore di Difesa Contro le Arti Oscure e molti Grifondoro che aveva ammirato durante le partite soprattutto nel suo terzo anno quando aveva giocato come Cacciatrice nei Serpeverde. Li aveva odiati e stimati allo stesso tempo ed era invidiosa dell'unione che avevano come gruppo, cosa che mancava nella sua squadra che puntava alla vittoria cruda e quasi disinteressata: l'importante era sconfiggere gli avversari.
Vide tornare Harry Potter e Luna Lovegood, ma si mosse insieme a Neville all'interno del castello dove i primi incantesimi protettivi da parte degli insegnanti iniziavano a prendere forma. Doveva incontrarsi con tutta la sua Casata per raggiungere la Sala Grande, ma era terrorizzata all'idea degli sguardi che l'aspettavano. Era una traditrice? Lei era sicura di no, ma non poteva di certo parlare per Malfoy, Goyle, Crabbe o Parkinson.
Si scontrò con i suoi compagni mentre percorreva il corridoio e, sforzandosi di non concentrarsi sul vociare che aveva accompagnato il suo arrivo, fermò il Professor Lumacorno: l'uomo era agitato e sembrò non notarla, preoccupato solamente di condurre in sicurezza i suoi studenti verso la Sala Grande, luogo d'incontro per tutti i ragazzi e i combattenti.
"Ah, signorina King…" iniziò distratto borbottando numeri sotto i baffi folti. "… non era nel suo dormitorio, per fortuna si è aggiunta a noi."
Phoebe rimase parecchio incerta. Sono due giorni che non ci sono.
"Tutti i minorenni andranno via attraverso un'uscita di sicurezza." Lumacorno aggiornò la ragazza parlando più a sé stesso che a Phoebe o agli altri studenti spaventati. "Dai, dai… ragazzi svelti!"
"Professore io resto a combattere!" Esclamò Phoebe seguendo il professore che si avviava verso la Sala Grande con la bacchetta puntata avanti a sé.
"Non è possibile signorina," disse girandosi sconvolto. "Come ho già detto i minore-"
"Ho compiuto diciassette anni il mese scorso Professor Lumacorno. Io resto." Ripeté seria Phoebe, anche se sapeva di star dicendo una bugia.
"Signorina, per la barba di Merlino…" tartagliò l'uomo che con il vociare degli studenti ammassati nei corridoi risultava impossibile da capire per la ragazza che cercava di tenere il suo passo. "Pensi alla tua famiglia…"
"Ci ho pensato Professore!" e qui diceva la verità. I suoi genitori avrebbero voluto questo.
Lumacorno rispose con un sospiro stanco e affaticato, arrivando insieme ai Corvonero all'interno della Sala Gande.
 
***
 
Il vociare confuso fu zittito bruscamente dalla professoressa Minerva McGonagall e da un rappresentante del Ministero. Si combatteva, ma i minorenni dovevano evacuare il castello. Ad alzarsi per intero fu, senza sorprese, proprio la tavolata dei Serpeverde, mentre Phoebe sotto le occhiate sconvolte e schifate dei suoi compagni restava seduta sentendosi nuda e vulnerabile. Sono sicura di ciò che sto facendo, lo sono. Ma la voce di Voldemort ancora le rimbombava nelle orecchie e le faceva tremare le gambe.
Si divisero delle squadre: alcuni avevano le torri, altri i confini e chi i passaggi per entrare nella scuola. Anche lei aspettava, cercando lo sguardo di Neville, Seamus o Lumacorno, ma nessuno sembrava notarla. Sono sicura di ciò che sto facendo, lo sono.
Quasi a risvegliarla dai suoi pensieri fu George Weasley che avanzava correndo seguito dal gemello e da diversi ex giocatori di Quiddich, ma si fermò bruscamente a pochi passi da Phoebe: solo in quel momento la ragazza notò che il rosso non aveva un orecchio, ma fu catturata dal suo sguardo sincero e determinato.
"Allora King, sei dei nostri o stai aspettando i tuoi amici Mangiamorte?"
Phoebe non se lo fece ripetere due volte, era tutto ciò che aveva bisogno di sentire: si alzò con una spinta di adrenalina e corse con George all'esterno della Sala Grande.
"Ah, Weasley prima che moriamo oggi devo dirti ben due cose." Esordì Phoebe cogliendo George impreparato. Ai due si avvicinò anche Fred, curioso mentre tutto intorno a loro iniziava a tremare. "Prima cosa, George ti ringrazio per avermi difeso contro Montague qualche anno fa." Dallo sguardo del ragazzo Phoebe capì che George ricordava benissimo di cosa parlava. Non rispose e non serviva. "Per seconda cosa invece dico che non è vero ciò che ho affermato prima: il vostro negozio è fantastico." ammise contro voglia. I gemelli scoppiarono a ridere all'unisono, trasportando anche Phoebe.
***
 
"Smettila, ragazzina! Quei Weasley non valgono neanche questa litigata. Ora," cercò di calmarsi Montague, "vedi di seguire queste dannate regole."
"Regole? Graham hai appena descritto un fallo! Io non lo farò."
"Bene!" sbottò il più grande, "Allora sei fuori dalla squadra, King! Warrington non si farà tutti questi problemi."
Senza degnarlo di una risposta Phoebe inclinò il manico di scopa e ben presto toccò con i piedi il campo che stavano usando per gli allenamenti in vista della partita contro Grifondoro.
Delle grida spaventate la costrinsero però a tornare con lo sguardo verso il suo oramai ex capitano: Graham Montague volteggiava senza controllo tra i compagni che cercavano di fermarlo rimanendo invece colpiti dal corpo e dal manico di scopa del ragazzo. Phoebe a stento soffocò delle risate ma cercò di scovare la fonte di tale stregoneria e la trovò proprio di fronte a lei. Nascosto dietro gli spalti c'era uno dei battitori Grifondoro, ma Phoebe non li distingueva bene.
"Ehy!" La ragazza corse verso il rosso ma poteva vedere dal suo sguardo vispo che non era affatto preoccupato di essere stato scoperto. "Questi sono allenamenti privati, Weasley."
"Non se lasciate i cancelli aperti, King. E poi sei appena stata espulsa."
"Divertente." Sbuffò la ragazza, poggiando la sua scopa nel ripostiglio vicino.
"Non sbruffare, dovresti ringraziami invece."
"Ah sì? E perché mai?"
"Stava per lanciarti un incantesimo alle spalle. Tipico dei Serpeverde." Accigliata Phoebe osservò che la bacchetta di Graham Montague giaceva a terra, proprio come se fosse sfuggita dal padrone mentre la impugnava.
"Sai sei tu quello che dovrebbe ringraziarmi visto che sono stata cacciata per non volerti fare del male durante la prossima partita. Tipico dei Serpeverde, vero?" Soffiò la ragazza andando via.
"GRAZIE KING PER LASCIARCI NELLE MANI DI WARRINGTON!"
Questa volta Phoebe sorrise. Avrebbe voluto litigare più spesso con quel ragazzo.
"Non ti devo nulla, George Weasley." disse sorridendo e girandosi verso il Grifondoro. "Ora vai via perché Graham si è accorto di quello che hai fatto e sta per raggiungerti." sussurrò indicando con lo sguardo il capitano della squadra Serpeverde. Spostandosi verso gli spogliatoi Phoebe osservò George allontanarsi con il sorriso sulle labbra.
***
Era sola.
Da diverso tempo si era ritrovata a vagare per i corridoi del castello dopo aver perduto George e il suo gruppo davanti al passaggio segreto in corrispondenza della statua di Gregory il Vecchio: in pochi minuti combattevano tre Mangiamorte, ma insieme agli altri Grifondoro era riuscita a tenergli testa se non fosse stato per un Incantesimo Esplosivo sfuggito dalla bacchetta di un Mangiamorte Schiantato che aveva fatto crollare il soffitto del corridoio. Phoebe aveva dovuto necessariamente indietreggiare verso la scala est per non essere travolta, ma questo l'aveva portata a dividersi dal resto del gruppo che sentiva ancora combattere; poteva solo sperare che stessero bene e che vincessero anche per lei.
Un'altra esplosione fece tremare le pareti rocciose e si ritrovò a tossire molto forte per colpa dei detriti che le avevano occupato le vie respiratorie e per poco non finì addosso a Draco Malfoy che come lei stava girando l'angolo. Subito le bacchette di Phoebe e Draco furono alte davanti ai loro volti impauriti.
"Cosa diavolo stai facendo qui, King?" ringhiò a denti stretti il biondo, guardandosi intorno. Fu subito raggiunto da Goyle ed erano entrambi pieni di fuliggine.
"Co-combatto!"
"Va via da qui!" urlò Malfoy, strattonando la bacchetta della Serpeverde. "Ti ammazzerà, ammazzerà tutti. Stupida ragazzina." Sibilò ad un centimetro dal volto della ragazza con gli occhi lucidi di chi ha appena capito di aver perso tutto. Phoebe non poteva saperlo ma Draco Malfoy aveva appena assistito alla morte di uno dei suoi migliori amici e si stava chiedendo se ne valeva la pena, se tutto quello che stava vivendo era necessario. Non è la mia battaglia, si ripeteva il ragazzo, voglio solo tornare a casa. Senza aspettare una risposta i due ragazzi sparirono dalla vista di Phoebe che continuava a tremare.
Davanti a lei si aprì una nuova situazione: vide il trio formato da Harry Potter, Hermione Granger e Ron Weasley che discuteva, tutti e tre impolverati e bagnati di lacrime e sangue. Li osservò correre via poco dopo aver agilmente abbattuto due Mangiamorte che avanzavano dalle scale.
Cosa è successo? Chi è morto?
Avanzò più carica verso i rumori vicini che sentiva: grida di lotta e dolore sembravano provenire dalla fine del corridoio davanti a sé, ma fu distratta da una voce familiare che la chiamava da lontano. Alla sua sinistra vide varie figure avvicinarsi e riuscì a distinguere George solo per il rosso dei suoi capelli; accanto a lui fu felice di notare Oliver Wood, Angelina Johnson e Katie Bell, cioè tutti i componenti della squadra di guardia con la quale Phoebe aveva combattuto fino a poco prima. Guardandosi alle spalle per accertarsi di non essere in pericolo si avviò verso George, fin troppo felice di vedere lui e tutti gli altri.
Poi tutto accadde troppo velocemente e Phoebe non riuscì a fare nulla per impedire l'invitabile distruzione di George Weasley. La ragazza aveva compiuto esattamente sette passi quando un corpo senza vita catturò la sua attenzione: abbandonato con cura in una nicchia coperta giaceva Fred, insanguinato ed immobile; Phoebe capì immediatamente che era lui il motivo delle lacrime e della rabbia di Ron, ma non fu abbastanza svelta nel connettere che a passi veloci, proprio davanti a lei, si stava avvicinando l'altra metà di Fred.
 
***
Nella Sala Grande i morti erano stati disposti nel centro e i tavoli delle quattro casate erano spariti. Phoebe tremava di freddo o forse stava scaricando tutta l'adrenalina e la paura che aveva accumulato; accettò ben volentieri una coperta dal professor Lumacorno e si strinse nell'abbraccio di Seamus quando finalmente lo rivide.
I morti.
I martiri creati dalla battaglia giacevano in quella sala che li aveva accolti dal primo settembre di svariate annate e la loro casa si era trasformata in una tomba. Phoebe riusciva a scorgere Padma Patil accovacciata accanto al corpo di Lavanda Brown consolata dalla sorella Corvonero; Oliver Wood era lì accanto che poggiava l'esile corpo di Colin Creevey scatenando una nuova ondata di pianto in Padma, questa volta accompagnata dai singhiozzi di sua sorella.
Aveva la mia età.
Phoebe girò lo sguardo, asciugandosi le due lacrime che le solcavano il viso, ma fu costretta ad assistere ad un altro spettacolo macabro appena riuscì ad aprire gli occhi: i Weasley si erano stretti attorno al corpo di Fred. George era lì accanto al fratello con le mani tra i capelli incurante di macchiarle con il sangue del suo gemello.
Phoebe vide arrivare Hermione e Ron che si strinsero insieme agli altri fratelli e solo in quel momento George alzò gli occhi rossi per farli incontrare con quelli della madre sdraiata sul cuore immobile di Fred. Si guardarono con amore e Phoebe vide la consapevolezza che accompagnava quello sguardo. Ginny si avvicinò con Ron alla madre e George si alzò da quel posto maledettamente amato per far spazio ai fratelli, trovando conforto nell'abbraccio del padre. I due uomini andarono a sedersi sui pochi gradini che separavano i corpi dalla grande tavolata dei professori senza parlare, ma ben presto George fu lasciato da solo a pensare al nulla. Non ai ricordi felici con Fred, né al suo futuro senza Fred.
Phoebe voleva andare lì e abbracciarlo. Era così piccolo, con lo sguardo perso nei capelli rossi del fratello, senza la sua metà uguale.
Ma cosa dico?
Non si rese conto di essersi alzata dalla sua sedia, ed essersi avviata verso George Weasley lasciando senza risposta le domande di Seamus. Sorpassò il corpo di Fred non sopportando di guardarlo di nuovo da quella vicinanza e si ritrovò seduta accanto a George. Il ragazzo aveva ricominciato a piangere silenziosamente curvo su se stesso, sfregando le lunghe dita sulle ginocchia quasi a ripulirle dal sangue che si stava seccando.
Che cosa si dice a chi ha perso tutto?
Phoebe allungò la mano verso quella del ragazzo intrecciando le dita con le sue. Non disse nulla.
 
*SPAZIO AUTRICE*
Non è nata come una storia sui gemelli, ma mi hanno conquistata di nuovo.
Alcune precisazioni inutili: 1) ho scelto la nuova traduzione perché più vicina all’inglese, soprattutto per i nomi, ma ho lasciato Tassorosso (Tassofrasso ancora non lo digerisco). 2) Nel libro, nel momento in cui Phoebe incontra Draco lui è senza bacchetta, ma gliel’ho liberamente restituita.
Spero vi piaccia x
  
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