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Autore: moira78    29/11/2020    6 recensioni
Ormai alle soglie del nuovo millennio, Candy racconta a sua figlia e sua nipote la storia della sua vita. Ho cercato di riempire il vuoto lasciato dal finale sibillino dei romanzi dell'autrice originale, tentando di cogliere lo spirito dei personaggi e scrivendo in modo più dettagliato ciò che è accaduto dalla scoperta dell'identità del Principe della Collina in poi.
Genere: Commedia, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester, William Albert Andrew
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Furono giorni bui, nei quali ero come immersa in una nebbia scura dalla quale riemergevo automaticamente solo per accertarmi che i miei bambini stessero bene. Eleanor smise di ricevere le lezioni private per circa un mese, dopo la morte di Albert, finché Terry mi fece notare con gentilezza che, per il suo stesso bene, forse era il caso che tornasse a una parvenza di normalità.

Di Anthony si occupava lui, ci giocava e cercava di tenere alto il morale a quel bambino che aveva perso il padre prematuramente.

Per un po' fu lui l'uomo della casa, mentre io mi rintanavo nel mio dolore a rileggere le lettere nel portagioie, accarezzandone gli intarsi e perdendomi nel paesaggio di quel quadro che il mio Albert aveva scovato in un mercatino londinese tanti anni prima.

La nostra collina di Pony, disegnata da Slim, il bambino timido e dolce che era cresciuto con me all'orfanotrofio.

"Chiudi gli occhi", esclamò trasportando un grosso pacco avvolto nella carta bianca.

"Albert, ma cos'è?!".

"Non crederai mai a cosa ho trovato nel mio ultimo viaggio a Londra...".

E in effetti non ci avevo creduto subito, per un attimo mi passò nella testa la balzana idea che lo avesse dipinto lui per me. Poi vidi la firma e spalancai gli occhi per la sorpresa.

Gli gettai le braccia al collo e scrissi subito a Miss Pony e Suor Lane, pensando che fosse un vero miracolo. Purtroppo non riuscii mai a rintracciare Slim per chiedergli quando l'avesse fatto e come fosse finito in Europa quel quadro meraviglioso.

"Candy, i bambini hanno bisogno di te", mi disse Terence in una fredda mattina d'inverno.

Alzai lo sguardo verso il mio ex marito, con gli occhi gonfi di lacrime e capii che dovevo uscirne e andare avanti. Mi rimboccai le maniche e cercai di essere più presente nelle loro vite, aiutando Eleanor con i compiti e cominciando a coinvolgere anche Anthony nello studio.

Da infermiera mi trasformai in insegnante, anche se il professor Anderson era sempre quello principale. Avrei voluto mandarli a scuola in paese ma ormai si erano abituati a lui, che era piuttosto bravo e paziente, così lasciai le cose come stavano. Una parte di me non voleva ammetterlo, ma gridava a gran voce che la loro futura scuola sarebbe stata in America. Dovevo solo aspettare la fine della guerra.

Che arrivò, dolorosamente e tra mille preghiere. Attendemmo che le cose si stabilizzassero ancora per un anno prima di parlare del ritorno.

"Terence, mi hai sempre detto che hai lasciato il lavoro per prenderti cura di noi, come avevi promesso ad Albert in punto di morte. So anche che con la guerra la compagnia Stratford si è fermata. Ma ora potresti ricominciare".

Lui si riavviò i capelli, che continuava a portare lunghi come una volta e che non avevano ancora un filo grigio: "Non voglio lasciarvi da soli, Candy".

Scossi la testa: "Terence, tu mi conosci: la morte di Albert mi ha devastata e non sono stata in me per molto tempo. Ma ora ho ripreso il controllo e non ho bisogno di un guardiano. Ti saremo sempre immensamente grati per quello che hai fatto per noi, sei stato un amico e un padre prezioso. Ma è ora che tu torni alla tua vita, che trovi una donna che ti ami e che riprenda in mano la tua carriera d'attore".

Mentre parlavo vidi la sua espressione cambiare e incupirsi. Andò alla finestra, come se fosse incapace di guardarmi negli occhi: "Prima di morire", cominciò, "Albert mi ha detto di prendermi cura di voi. E mi ha chiesto anche un'altra cosa".

Rimasi a guardarlo, con il cuore che mi batteva forte nel ripensare a quella tragica sera: "Cosa? Che ti ha chiesto Albert?".

"Di farti innamorare di nuovo".

Calò il silenzio, rotto solo dal rumore del vento che sussurrava tra le foglie degli alberi. Mi parve di sentire la voce del mio povero marito e mi si strinse il cuore. Ero sull'orlo delle lacrime ed ero anche molto arrabbiata.

"Come se il cuore di una donna potesse passare così velocemente da un uomo all'altro, vero? Andato uno basta cambiare direzione, premere un bottone, attivare un meccanismo. È questo che pensate, voi uomini?". Avrei voluto che Albert fosse ancora vivo per fargli sapere come la pensavo, mi avrebbe sentita!

Terence mi stupì con una reazione furiosa: "Perché, non è quello che hai fatto dopo che hai divorziato da me?!", gridò.

Non ci vidi più e lo schiaffeggiai: "Ma come ti permetti di dirmi una cosa del genere dopo che ti sei comportato come un pazzo geloso mentre ero ancora incinta di Eleanor? Ti ricordo che abbiamo cercato di avvisarti, io e Albert e che lui mi ha sposata per dare un nome a nostra figlia! Questa è la tua riconoscenza per esserci trasferiti qui, poi?".

Lui mi prese per le spalle: "Non mi riferisco a questo e lo sai! Tu... tu ti sei innamorata di lui e sospetto che sia accaduto molto prima che ti chiedesse di sposarlo!".

Aprii la bocca ma scoprii che non sapevo assolutamente cosa rispondere. Quando mi ero innamorata di Albert? Chiusi gli occhi e respirai profondamente, cercando di riordinare le idee.

"Non ti meriti una mia risposta, razza d'ingrato!". Cercai di uscire dalla stanza ma lui mi trattenne. I suoi occhi lanciavano lampi d'ira.

"Pensavi a lui mentre eri a letto con me e cercavamo di avere un figlio?! Oppure ti vedevi con lui di nascosto? Dimmelo, Candy!". Non trovai di meglio da fare che colpirlo di nuovo, ancora più forte. Il labbro gli sanguinava: ci avevo messo tutta la forza e ne ero contenta.

Tremavo come una foglia per la rabbia repressa quando gli dissi: "Non osare! Non osare mai più infangare il ricordo di mio marito! Io non ho mancato mai di rispetto a nessuno di voi due! Vergognati Terence Graham, vergognati per le cose orribili che hai insinuato!".

Scappai dalla stanza, non potendo sopportare oltre.

Ero confusa, i miei sentimenti lo erano sempre stati. Sapevo di aver amato entrambi di un amore ardente e non capivo, ancora allora, il confine tra la fine dell'uno e l'inizio dell'altro. Ma ero sempre stata sincera con me stessa e con loro.

Quella notte ci riflettei ancora, mentre piangevo altre amare lacrime sul mio amore perduto. Probabilmente avevo amato Albert sin dal primo giorno, quando ero appena una bambina e lui un ragazzo ribelle che suonava la cornamusa. Anthony e Terence erano stati due parentesi fondamentali della mia vita, una brevissima e platonica, l'altra lunga e tormentata. Poi il mio cuore era semplicemente tornato a casa, su quella collina.

Erano state due storie d'amore che mi avevano segnata per sempre, ognuna a modo suo. Gli anni con Terence sarebbero durati tutta la vita se non ci fosse stata l'incomprensione alla base della nostra storia, forse i miei sentimenti verso Albert sarebbero rimasti silenti e lui sarebbe restato il mio amico più caro per sempre. Ma il destino aveva cambiato le carte in tavola e quel sentimento era divenuto un amore forte e importante, trasformandosi da quello principesco di una ragazzina a quello solido di una donna.

E ora lo avevo perso.

Come aveva potuto pensare, Albert, che sarei tornata sui miei passi ancora una volta? Forse non desiderava che rimanessi sola ancora così giovane, ma non potevo certo comandare al mio cuore in quella maniera.

Col tempo, però, quella richiesta fatta a Terence sul letto di morte si sarebbe avverata, almeno in parte.
   
 
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