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Autore: Talitha_    29/11/2020    1 recensioni
In un’ipotetico futuro in cui Marinette e Adrien sono una coppia a tutti gli effetti, ecco a voi una serie What if? alla stregua del romanticismo e del fluff più assoluto.⁣

"Era tutta colpa di Marinette se adesso Adrien moriva dalla voglia di mettere le mani in posti dove non avrebbe dovuto, e di baciarla come mai aveva fatto prima.”⁣
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.

 

Din-don. 

Lo squillo del campanello colse di sorpresa Sabine, che si affrettò subito ad aprire la porta. 

Sorrise guardando dallo spioncino, quel ragazzo era davvero incredibile. 

“Buongiorno, signora” un sorridente Adrien fece capolino nel soggiorno luminoso della piccola casa di Marinette. 

Sabine scosse la testa serena: “Ti prego, chiamami Sabine” lo corresse per l’ennesima volta. “Sei come uno di famiglia, ormai.”

Adrien la guardò sorpreso. Non perché la madre di Marinette gli avesse chiesto di chiamarla per nome - ogni volta glielo ricordava nonostante lui finisse puntualmente col chiamarla ‘signora’. Era la frase successiva ‘sei come uno di famiglia’ che gli smosse qualcosa nel petto. 

Famiglia. 

Effettivamente, si sentiva parte di una famiglia più a casa di Marinette che nella sua magione. O gabbia dorata, come si divertiva a chiamarla.

Sorrise imbarazzato. “Grazie… ehm, Sabine.”

Sabine richiuse la porta alle sue spalle. 

“Prego, accomodati. Hai già fatto colazione?”

“Non ancora, in realtà ero venuto a prendere Marinette per andare insieme.”

Sabine sorrise. “Non è ancora scesa, conoscendola starà ancora dormendo. Perché non vai a controllare? Nel frattempo finisco questi biscotti alle gocce di cioccolato di cui Marinette va pazza. Mi domando come non sia già diventata una botte a furia di mangiarne a tegliate.”

Adrien sorrise, pensando a chi in realtà mangiasse tutti quei biscotti. 

“Allora vado a vedere” disse, mentre faceva per salire gli scalini che portavano alla camera della sua ragazza. 

Sabine lo guardò salire con un sorriso dipinto sulle labbra, poi riprese a maneggiare l’impasto dei biscotti. 

 

 

2.

 

Una volta sollevata la piccola botola, Adrien entrò nella camera di Marinette. Tutto era in disordine e il silenzio regnava sovrano. Individuò subito la figura di Marinette accoccolata sul divanetto in pelle rosa sotto la finestra. 

‘Incredibile, dorme ancora’ pensò, gli occhi verdi che esprimevano infinita dolcezza. 

Si sedette sul bordo del divano per osservarla meglio. Doveva svegliarla, ma non ne aveva il coraggio. Aveva il volto incassato tra le braccia e coperto da una ciocca scura di capelli. Con una carezza, Adrien l’accostò dietro l’orecchio, scoprendo due grandi e vispi occhi azzurri. 

“Sei sveglia” mormorò, piuttosto sorpreso. Perché non era ancora pronta? Non aveva neanche risposto ai suoi messaggi. 

“Mmh” mugolò Marinette, girandosi col corpo verso la parete. Ora dava la schiena ad Adrien, che si sporse un poco per capire cosa fosse successo. 

“Tutto bene?” chiese, una nota di preoccupazione nella voce. 

Lei scosse la testa e si portò le ginocchia al petto. 

“Hai la febbre?” 

Fece per portarle la mano sulla fronte, ma lei scosse di nuovo la testa. 

“Ehi” le accarezzò il braccio destro con la mano, sistemandosi meglio sul divano. “Mari” la chiamò dolcemente. 

Si chinò per avvicinarsi al suo volto, le braccia tese che si reggevano sui palmi. Le diede un bacio sulla tempia, e le sussurrò: “Perché non mi dici che cos’hai? Altrimenti non posso aiutarti.”

Marinette scostò di poco il volto dalle braccia. Lo guardò così dolce e apprensivo, e il cuore le si strinse in petto. 

Si morse il labbro e voltò di poco la schiena verso di lui, che teneva ancora le braccia poggiate ai lati del suo corpo. 

“Ho il ciclo” borbottò. 

Lui distese le sopracciglia e si abbassò dandole un bacio sulla guancia. 

“Ti serve qualcosa?” mormorò dolcemente. Lei scosse debole la testa. 

“Ti… ti fa tanto male?”

Marinette annuì. 

“Più delle altre volte?”

Annuì di nuovo. 

“E… e come mai?”

Marinette sbuffò spazientita e gli volse di nuovo la schiena. 

Adrien disse mortificato: “Milady, mi dispiace. Io… hai fame? Ti prendo qualcosa da mangiare?”

“Non ho fame.”

“Va bene.”

Rimase in silenzio per qualche secondo. “Vuoi che me ne vada?”

Marinette si girò verso di lui. “No, resta.”

Lui la scrutò per capire se potesse avvicinarsi. 

Marinette aveva le ciglia aggrottate e le labbra contratte in una smorfia. Tese le braccia richiedendo il suo abbraccio. Adrien la assecondò volentieri, stringendola dolcemente a sé. Poi si tirò su puntellando il gomito sinistro sul cuscino, e la osservò da vicino. Mentre con l’altra mano la accarezzava su e giù per il fianco, le lasciò una scia di baci sul volto. Prima sulle guance morbide e rosate, poi sulle palpebre, sulla fronte e sulle labbra imbronciate. Gli schiocchi di quei baci risuonavano dolci nella stanza, mentre il tocco delle sue labbra fece rilassare Marinette. 

“Dove ti fa male?” chiese in un sussurro. 

Lei lo guardò in cagnesco. “Dappertutto.”

Lui si morse un labbro, e dal fianco spostò la mano verso la schiena, accarezzandola con gesti lenti e concentrici. 

Marinette sorrise. Nonostante tutto, la stuzzicava un mondo vedere Adrien così apprensivo. Con un sussurro debole chiese indicando la bottiglia sulla scrivania: “Ti dispiace prendermi un po' d’acqua?”

Lui scattò subito. “Certo”.

Si alzò e prese quanto richiesto. “Vuoi anche la coperta?”

Marinette annuì. Mentre lo vide tornare, un’idea le venne in mente. 

Ripensò a quando, prima che si mettessero insieme, si divertiva a torturarsi guardando su YouTube video di coppiette carine e pucciose che si facevano scherzi a vicenda. Si era ripromessa che, qualora Adrien fosse diventato il suo ragazzo (perché non poteva immaginare nessun altro per quel ruolo), avrebbe provato anche lei a divertirsi a stuzzicarlo con qualche scherzo. Nei mesi in cui erano stati insieme non si era ancora presentata l’occasione per metterne in atto qualcuno, ma adesso le sembrava il momento perfetto. 

Quando Adrien tornò a sedersi al suo fianco, le porse dolcemente la coperta, e si occupò personalmente di posargliela sul corpo, coprendo ogni singolo buco per evitare spifferi di ogni sorta. Le porse la bottiglia e la ripose per terra vicino al piede del divano non appena ebbe finito di bere. Poi tornò ad accarezzarle la schiena e sussurrarle parole dolci contro il volto. 

Marinette prese allora a contorcersi leggermente e a respirare più forte. Poi si girò di nuovo sul lato sinistro, dandogli la schiena. Adrien si allarmò subito. “Milady?”

Lei nascose il volto tra le braccia per reprimere un sorriso e cercare di rendere il tutto il più credibile possibile. 

“Sto bene, Chaton. Non” espirò piano “preoccuparti.”

Adrien la guardò dubbioso. “Sicura?”

Marinette annuì. “Sì, sto bene. Davv…AHH”

Strizzò gli occhi e si rannicchiò più stretta tra le gambe. 

“Milady? Mari… che succede?”

Adrien si sporse preoccupato verso di lei. Cercò di liberare il volto di Marinette dalla presa delle sue braccia sottili, ma invano. Marinette continuava a lamentarsi e a contorcersi, e Adrien non sapeva cosa fare. 

“Marinette, ti prego” la supplicava con le parole e con lo sguardo. “Cos’era?” 

Marinette scosse la testa come per sminuire il suo dolore. “Era… era solo un crampo.”

“Solo uno?”

Qualche crampo” concesse. 

 “Posso… posso fare qualcosa?”

Marinette sbuffò, prima di tornare a contorcersi di nuovo. Adrien la guardava senza sapere cosa fare. Si sentiva troppo impotente, e cercava in tutti i modi di rassicurarla e di confortarla, senza però riuscirci.
“Vado a chiamare tua madre? Forse l’ambulanza?”

Marinette cercò il più possibile di trattenersi dallo scoppiare a ridere, continuando, in maniera molto credibile, la sua farsa. 

“No” rispose aggrappandosi al suo braccio. “Resta con me.”

Lui annuì preoccupato. “Certo, va bene”

Marinette emise di nuovo un gemito di dolore, mentre si portava la mano sudaticcia di Adrien sul ventre. Lui rimase immobile, senza sapere cosa fare, mentre lei cercava di regolarizzare il respiro. 

Vedendo che Marinette non si contorceva più, sperò che il peggio fosse passato. 

Si sedette meglio sul divano e con la mano destra poggiata sul ventre di Marinette iniziò ad accarezzarle la pancia. 

“Va… va meglio?” sussurrò cauto. 

Lei annuì forzatamente, mentre riprendeva a gemere sottovoce. Poi, in un crescendo, cercò di fargli capire che i crampi stavano riprendendo più forti di prima. Strinse forte la mano poggiata contro di lei e si morse le labbra come per impedirsi di urlare. Rimanere seria stava diventando sempre più difficile. 

Adrien era disperato, non faceva che consolarla e cercare di ricordarsi il numero dell’ambulanza. In quel momento riusciva a pensare soltanto a Marinette, e nient’altro. Voleva alzarsi e chiedere aiuto, ma al tempo stesso non riusciva a trovare la forza per lasciarla sola. E se nel frattempo fosse peggiorata?

“Amore, per favore. Parlami. Cosa sta succedendo?”

Marinette sentì il cuore sobbalzare sentendosi chiamare amore. Era la prima volta che Adrien lo faceva, nonostante non si risparmiasse mai frasi e nomignoli affettuosi e sdolcinati. 

“Ho…ho capito. Sarà meglio che ti porti all’ospedale. Plagg trasf…”

La mano di Marinette lo bloccò. 

Arrivata a quel punto, nonostante volesse ancora prolungare la sua agonia di qualche minuto, si rese conto che la situazione era andata troppo oltre. 

Non riuscì ad impedirsi di ridere, mentre lo guardava scrutarla confuso. 

“Mi dispiace” furono le uniche due parole che riuscì a pronunciare tra una risata e l’altra. 

Adrien non potè credere a quello che stava vedendo. 

“Milady, ma cos…”

Marinette lo abbracciò cercando di aggraziarselo. “Ti prego” disse ridendo “non ti arrabbiare.”

Lui si scostò dal suo abbraccio. 

“Stai dicendo che era tutta una finta?” 

Lei annuì con sguardo colpevole, in un modo talmente adorabile che ad Adrien si sciolse il cuore. 

“Però” aggiunse poi a sua discolpa “il ciclo ce l’ho veramente.”

Adrien non sapeva che dire. 

“Ed è vero che mi fa più male del solito.”

Lui rimase ancora in silenzio. 

Marinette lo scrutò. “Per favore, non arrabbiarti. Volevi aiutarmi, no? Mettiamola così: avevo bisogno di qualcos’altro a cui pensare che potesse distrarmi. Ci sei riuscito perfettamente.”

Adrien si passò una mano sul volto. “Mi sono preoccupato veramente, sai?”

‘Oopss, è arrabbiato.’ Marinette conosceva abbastanza Adrien per sapere che quando era arrabbiato si costringeva a fare l’offeso. 

“Chaton, mi…mi dispiace. Non volevo…”

“Certo che volevi, mi hai fatto uno scherzo di proposito.” 

Marinette si morse il labbro, poi lo attirò a sé. 

“Non lo farò più, va bene?”

Lui le diede un leggero bacio sul collo. Sentiva ancora il respiro pesante dalla paura. 

“Mmh” mugolò contro la sua pelle profumata. 

Marinette prese ad accarezzargli i capelli, cercando di calmarlo. Sembrava quasi che i ruoli si fossero ribaltati. 

Adrien la strinse forte forte, poi mormorò: “Sono contento che tu stia bene.”

Marinette sentì il cuore mancarle un battito, poi rispose: “In realtà sono ancora una ragazza con il ciclo.”

Lui sorrise. “Che ne dici se vado a comprare un po' di schifezze e quando torno vediamo un film insieme?”

Lo sguardo di Marinette si illuminò. 

Adrien aggiunse: “Moulin rouge o Colazione da Tiffany?”

Marinette scosse la testa: “Questa volta vediamo Tutti insieme appassionatamente.”

Adrien sospirò preparandosi all’idea di doversi sorbire tre ore di film. 

“Ne sei proprio sicura? Perché invece non ved…”

“No, no. Non si discute. Ho deciso per Tutti insieme appassionatamente.”

“Agli ordini, Milady” si rassegnò. Le diede un ultimo, tenerissimo bacio e si avviò a fare le sue commissioni. 

 

Convenevoli finali: 

Lo so, lo so, era tantissimo che non aggiornavo! Purtroppo tra lo studio e le altre centomila cosa che mi hanno tenuta impegnata in queste settimane non sono riuscita a dare libero sfogo ai miei film mentali, che, devo dire, non erano neanche poi così originali. Stamattina, però, mi è venuta questa idea e ho dovuto subito metterla per iscritto, e devo dire di essere abbastanza soddisfatta del risultato finale. Mi dispiace che dopo tutte queste settimane senza nessun aggiornamento questo capitolo non sia molto lungo. Cercherò di impegnarmi il più possibile e di portarne altri, magari avrò più tempo durante le vacanze di Natale, ma non prometto niente ^^’ 

A presto <33

 

Tallita_

   
 
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