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Autore: HHall93    29/11/2020    0 recensioni
Fu durante un'estate della sua adolescenza che la vita di Aria cambiò.
Amore e amicizia uniti a segreti e misteri la condurranno verso qualcosa che mai si sarebbe aspettata.
Genere: Commedia, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cenammo con due bistecche piuttosto crude servite con un'insalata che galleggiava in una quantità allarmante di condimento: scoprii che James non era per niente un bravo cuoco.
Il poco che fu commestibile fu solo grazie al mio intervento, e questo era tutto dire.
-Non ti offendi se ti dico che penso non esista qualcuno con doti culinarie peggiori delle tue?- scherzai mentre provavo ad addentare la carne.
-Tranquilla: ho già previsto che se mai avrò una casa mia la prima cosa con cui l'arrederò sarà uno chef italiano-
Nonostante tutto, a pasto terminato mi potei definire sazia.
Mi alzai per sistemare almeno i piatti nel lavandino ma lui mi fermò: -No lascia stare. Fanno tutto i miei quando tornano-
-E quando tornano?-
-Verso l'una più o meno... hanno fatto il week end via-
Avevo ancora qualche ora per tentare di riuscire a parlargli di Nathan, era un'occasione perfetta.
Tuttavia, avevo un altro tipo di agitazione in quel momento...
-Che film vuoi guardare?- mi chiese tornando a dirigersi verso il mega televisore in sala.
Film? Quando avevamo parlato di vedere un film?
Non so bene cosa mi aspettassi ma un film non era tra le proposte che credevo sarebbero uscite dalla sua bocca.
Ad ogni modo lui non sembrò minimamente accorgersi della mia evidente punta di delusione.
Se quello era il suo meglio per la serata tanto valeva non indugiare oltre.
-James- richiamai la sua attenzione dallo stipite della porta della cucina -Devo dirti una cosa...-
Per un istante si bloccò come se gli avessi tirato uno schiaffo ma si riprese subito continuando a scorrere i film consigliati da Netflix incitandomi apparentemente distrattamente a proseguire.
Gli sparai fuori a tutta a velocità le mie teorie su Nathan e su ciò che era accaduto al Kristal.
Tutto all'opposto della reazione che mi sarei aspettata lui sembrò rilassarsi man mano che proseguivo il racconto.
-E come hai fatto ad arrivare a tutto ciò?- mi chiese semplicemente alla fine.
Gli spiegai anche quello.
-Caspita Aria, sei proprio una piccola Miss Marple! D'altronde sei abbastanza maniaca del controllo, dovevo immaginare che ti saresti impegnata per avere tutto chiaro nella tua testa-
-Nathan te lo aveva già detto, vero?- dedussi dalla sua reazione, cercando di ignorare il suo successivo commento. Stupidamente non avevo preso in considerazione l’idea che Nathan fosse stato così sconsiderato e disperato da raccontarlo a qualcuno, nemmeno se questo qualcuno fosse James.
-Sì esatto. Ma dopo, chiaramente... altrimenti avrei tentato qualcosa. Non hai idea di quanto mi sia incazzato per ciò che ha fatto a Taïsse- si era seduto e sembrava disposto a parlare di questo argomento, tuttavia non ebbi il coraggio di chiedere chiarimenti sul suo rapporto con la ragazza dai capelli rossi. Invece chiesi: -Credi che dovremmo dirlo a Taïsse?-
-Lo sa già. Gliel'ho detto io una settimana fa di comune accordo con Nathan-
-Seriamente? E cosa ha detto?-
-Non hai idea di quanto mi abbia stupito la sua reazione. Ha detto che era parecchio incazzata del fatto che fosse stata così male proprio lei ma che se era per J.C. quasi giustificava Nathan-
Non riuscivo a crederci, doveva detestarlo proprio tanto.
-E il motivo di tanto odio?- chiesi.
-Diciamo che tutto è iniziato direi tre anni fa quando Marina è entrata nel gruppetto di Elliot, Chris, J.C. ed altri in seguito ad una scommessa del cazzo: Chris insistette che J.C. ci provasse con una dell'ultimo anno, convinto che avrebbe ricevuto un due di picche. E invece non solo gli andò bene ma la ragazza che scelse fu proprio quella con cui aveva già un... diciamo mezzo flirt Elliot-
Sgranai gli occhi e lui continuò: -Questo suo comportamento fece incazzare particolarmente Taïsse, che nel frattempo avevo conosciuto ed era diventata molto amica di Marina. Marina tra l'altro per qualche mese sospettiamo se la facesse con entrambi ma poi, come puoi vedere tu stessa, J.C. ha prevalso-
Ero alquanto sconvolta ed interessata da tutto ciò: non solo non me lo sarei mai aspettata ma queste informazioni andavano anche ad aggiungere tasselli importanti nel mio puzzle mentale. Effettivamente non avevo mai domandato perchè Elliot si era trasferito più lontano, da sua zia, se lavorava a Brixton. Voleva, per quello che poteva, allontanarsi da loro.
Taïsse considerava J.C. una specie di “sfascia coppie” ma ero sicura che ciò che la fece più incazzare fu il tradimento verso Oli, che lui considerava suo amico. -E da qui sono nate varie faide interne che a quanto pare hanno portato un po' tutti contro tutti- concluse con non poca amarezza.
-Ma Nathan voleva davvero ucciderlo?- non ero sicura di voler sentire la risposta, sempre ammesso che lui sapesse la verità.
-Non credo... Nathan non lo farebbe mai. Voleva vendicarsi perchè è sicuro sia stato J.C. a scattare la foto e a portarla al padre come prova. Per non parlare di tutti i casini che ha sempre procurato a lui e Chris. Ma credo sia stato sincero e non abbia sbagliato la dose. E ti assicuro che non farà mai più niente del genere-
Annuii.
Non gli chiesi se avessero voluto agire in un qualche modo riguardo questo fatto, la risposta era già chiara ed evidente.
Decisi di fidarmi di James.
-Dai allora che film vuoi vedere?-
-Non voglio vedere nulla se prima non facciamo dei pop corn- scherzai. Però seriamente erano i miei migliori compagni di proiezione, non era lo stesso senza di loro, specialmente quelli al burro.
-Mi spiace non li ho...-
Sbuffai fingendomi molto delusa: -Allora almeno guarderemo un horror!-
-Cosa? No gli horror sono terribili e comunque stanotte vorrei dormire grazie-
-Tranquillo... sono abituata a questa reazione, anche Clover non li sopporta...solo con Noelle potevo guardarli-
Optammo per Shutter Island, per accontentare entrambi sui generi.
Dopo mezz'ora di film passata accanto a lui mi resi conto che non ero nervosa come mi sarei potuta aspettare di essere in una tale situazione, nonostante aihmè non stesse succedendo nulla di troppo eccitante. Mi sembrava così normale essere lì in quel momento... perchè aldilà di tutto James era veramente mio amico.
Decisi di tentare una mossa: molto lentamente mi avvicinai a lui e con estrema lentezza appoggiai la testa sulla sua spalla.
Non appena lo toccai fece uno scatto spostandosi con la schiena in avanti sul divano.
-Cavolo Aria che spavento!- capii che si era addormentato.
Ottimo Aria, potevi anche controllare che almeno fosse sveglio.
-Scusa mi sono solo appoggiata-
-No beh si figurati... è solo che stavo meditando parecchio sulla trama, è così intricata!- scherzò lui.
Risi ma stavolta optai per restare al mio posto, anche perchè pochi minuti dopo lui stesso si appoggiò sulla sua spalla per dormire.
Il film terminò vero la mezza e decisi che per evitare di dare ambigue e alquanto sospette spiegazioni ai suoi genitori era meglio tagliare la corda.
Ancora mezzo sonnolento mi accompagnò alla porta.
-Quando andiamo da Chris?- gli chiesi sulla soglia. Sperai riuscisse a connettere a cosa mi riferivo.
-Quando vuoi-
-Dopodomani va bene?-
-Sì direi di sì, buonanotte Aria-
-Buonanotte -
Feci qualche passo poi mi voltai.
-Aspetta James-
Lui riaprì la porta e mi guardò.
-Secondo te dovrei fare più pazzie?- chiesi di getto.
-Eh?-
-Prima hai detto che sono troppo maniaca del controllo ecc... quindi secondo te... dovrei fare qualcosa sopra le righe?- lui non sapeva che in realtà mi dilettavo nel pedinare gente e a risolvere misteri.
-C'è una pazzia che ti piacerebbe fare?- mi chiese accennando una risata.
Baciarti ora.
-Andare a Los Angeles- risposi.
-Quella non è una pazzia- contestò lui.
-Per me lo è. Non sono mai andata da nessuna parte fin da quando ero piccola. Fare un viaggio in un altro continente così lontano nella città più bella del mondo sarebbe la mia piccola follia, sì-
-Allora ti prometto una cosa Aria Evans: un giorno ti porterò a Los Angeles, nella città degli angeli-

Per fortuna mia madre abboccò facilmente all'immensa balla che fossi rimasta fino a tardi da Clover: in fondo non aveva motivo di dubitarne, era successo numerose volte. E in tarda mattinata era al lavoro quindi non si accorse nemmeno che uscivo "nuovamente" con lei.
Tuttavia si rese conto che a pranzo ero persa più del solito, immersa nei ricordi di poche ore prima.
Non era successo nulla, proprio niente, nemmeno un bacio, ma era comunque stata tra le serate più belle della mia vita.
Una sola cosa mi aveva lasciato perplessa e quella cosa riguardava strettamente me: non so se l'avrei realmente baciato, a fine serata, sulla soglia di casa. Anche mettendo da parte l'imbarazzo era stata una serata così piacevole e tranquilla che non so se, in un ipotetico universo parallelo, avrei rischiato di rovinare tutto…
Inoltre aveva avuto tutte le opportunità del mondo e non le aveva colte.
Tutto ciò mi dava parecchio da pensare.
Dopo la giornata carica di eventi che avevo appena trascorso mi ero dimenticata di impostare le mie numerose sveglie sul cellulare e infatti aprii gli occhi più tardi di quanto avrei dovuto. Erano le 10:20 ma immediatamente non realizzai, contenta di poter abbracciare ancora il cuscino. Pochi istanti dopo però spalancai gli occhi, saltai giù dal letto e mi preparai il più fretta possibile, mentre Clover continuava a chiedere dove fossi finita.
Non era proprio la giornata ideale per dimenticarsi un appuntamento con lei ma mi ripromisi di non fare più questo genere di pensieri: non li avrei fatti se la giornata precedente non fosse mai esistita.
Salta tutti insieme i gradini della mia villetta e correndo quasi mi schiantai sulla porta a vetro del bar.
Tutto fu normale, nessun accenno a quanto era accaduto il giorno prima.
O era stato tutto un sogno, il che spiegherebbe anche la serata da James, oppure lei aveva davvero capito il mio punto di vista.
A Clover non era mai interessato nessuno e di certo non sarebbe nemmeno mai stata male per me; inoltre avevo riflettuto che non era la prima volta che le capitava una crisi di autostima che le faceva desiderare attenzioni.

   
 
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