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Autore: blueheavenal    29/11/2020    0 recensioni
Fleur è bloccata nel 2013, da così tanto tempo che le è impossibile decifrarlo. Appena si addormenta, all'alba del nuovo anno, tutto si azzera e si risveglia nella sua stanza, il primo gennaio 2013. Ad ogni risveglio tutto sembra uguale, ma in realtà cambia sempre tutto.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Vuoi andare di sopra? - le domanda Nathan all'orecchio. Fleur si sente precipitare da una nuvola. - No, grazie. Come no, una parte di lei la ammonisce allibita. È tutto ciò che vuoi da tutta la vita! Quella vocina la insegue mentre liquida Nathan per andare chissà dove. Le fa terribilmente male la testa. Farsi spazio tra la gente è praticamente impossibile. Inizia a spingere bruscamente chiunque le finisca addosso, sorbendosi parecchi insulti. Doveva uscire da quella massa di pesi morti. Una mano afferra il polso di Fleur, trascinandola fuori da quel caos. Fleur riconosce i lunghi capelli biondi di Charlie. Una volta fuori, Fleur inspira a pieni polmoni. - Grazie al cielo, Charlie, - sospira. - Mi stavo per sentire male, - ammette, asciugandosi il sudore dalla fronte. Charlie sembra particolarmente sbronza. - L'ho notato dalla tua faccia, - annuisce. - Ora stai bene? - Molto, decisamente, - afferma con convinzione. - Ho bisogno di trovare una persona, - aggiunge poi. - Come, chi? - chiede Charlie confusa. - Nathan? - No no, - Fleur scuote la testa. - Un ragazzo mi stava fissando prima. Voglio parlarci. - Cosa? - Charlie guarda l'amica perplessa. - Fleur, sei la festeggiata. È normale che le persone ti fissino. - No, non è questo... - Fleur cerca di spiegarsi meglio quando lo intravede in fondo al salone, sulla soglia della cucina. - Scusa Charlie, dopo ti spiego, - promette per poi allontanarsi. Procede verso di lui con convinzione. Charlie ha ragione; volerci parlare non ha senso. Ma ora che Fleur è davanti a lui, che abbia senso o no non ha importanza. Fleur e lo sconosciuto si fissano per un secondo. Fleur lo guarda dal basso con un cipiglio; lui la guarda senza espressione. Fleur apre la bocca e alza un dito, sul punto di parlare. Prima che inizi, lo sconosciuto le fa cenno di seguirlo in cucina. Non è inquietante, vero? si chiede, rabbrividendo per un attimo. Fleur si chiude la porta alle spalle. - Ora che farai? Mi ucciderai? - domanda sarcastica, ridendo dal nervosismo. Qualcosa nei suoi occhi scintilla. La guarda con un sorriso perverso, la sua mano scivola su uno dei coltelli da cucina poggiati sul bancone in bella vista. Fleur non esita a strillare disperatamente, perdendo due secondi prima di scagliarsi contro la porta che aveva stupidamente chiuso. Prima di riuscire ad aprirla, sente due braccia avvolgerle la vita e una risata secca risuonarle nelle orecchie. - Calmati Fleur, - continua a ridere, rimanendo senza fiato. - Me l'hai servita su un piatto d'argento, - si giustifica, facendo scalciare la ragazza ancora più violentemente. - È così che si scherza?! Tu sei malato! Nemmeno ti conosco! - si dimena, sentendo il cuore battere forte. È stata la sensazione peggiore di tutta la sua vita. Lo sconosciuto allenta la presa e Fleur si volta, pronta a urlargli ancora contro ma resta interdetta. Non sembra più divertito. - Ho detto qualcosa di sbagliato? - Fleur in un primo tempo si preoccupa, ma poi scuote la testa. - Sai una cosa? Non mi importa. Mi hai fatto cagare addosso, - gli da un pugno sulla spalla e cerca di andarsene. Apre la porta, ma lo sconosciuto subito la richiude. Fleur si gira con uno sbuffo. - Che c'è ancora? - Come "che c'è?", sei tu che sei venuta da me, - le ricorda. - Ah giusto, - ammette con una smorfia. - Mi stavi fissando prima. Perché? - Quando in particolare? Alza gli occhi al cielo. - Mentre ero con Nathan. - Ah, il coglione, - borbotta al fine di non farsi sentire. - Cosa? - Niente... comunque, qual è il problema? Mai stata guardata? - ironizza. Fleur lo guarda storto. - Okay, questa conversazione non ha senso, - lo liquida, riprovando ad aprire la porta, ottenendo la stessa reazione di prima. - No, aspetta. Tu non sai chi sono io, vero? - chiede. Lei scuote la testa. - Ma non ti preoccupare. Anch'io mi imbuco sempre alle feste, - gli intima per rassicurarlo. - Se mi presentassi, non sarei più un imbucato, - osserva con sorriso sghembo. - Tecnicamente, - Fleur si ritrova a balbettare. - Sono Evan. I miei amici sono stati invitati e sono venuto con loro, - spiega, avvicinandosi impercettibilmente a lei. Fleur si sente avvampare. Sembra incantata, non riesce nemmeno a muoversi. - Strano... - balbetta ancora. - che non abbia invitato anche te, - sussurra sul punto di lasciarsi andare. Qualcuno bussa bruscamente alla porta della cucina, facendo sobbalzare Fleur che vi era poggiata. - Fleur? Sei lì? - è Chanel. - Sì! - risponde, sentendosi a disagio quando l'aria attorno a lei ed Evan si raffredda, rendendo tutto più strano. - Ti cerchiamo da un'eternità! Apri la porta. - Nel ripostiglio, - Fleur gli indica una porta socchiusa. - Perdi pochi minuti ed esci, okay? Evan sembra voler ribattere, ma si sforza di seguire le indicazioni. Quando Evan chiude la porta del ripostiglio, Fleur apre quella della cucina, trovando tutte le sue amiche a fissarla stupite. Chanel e Mary tengono una torta gigante con delle candeline fumanti ormai spente. "Tanti auguri Fleur" è scritto con la glassa sulla panna. - Dovevi esprimere il desiderio prima della mezzanotte, - dice Mary delusa. - Lo facciamo ogni anno. Fleur si sente spaesata e le viene un colpo nel ricordarlo. Aveva completamente dimenticato quella tradizione e anche di tenere d'occhio l'orario. Nel vedere le loro facce, si sente tremendamente in colpa - Tranquille, ragazze! È solo passato qualche minuto, - cerca di ravvivare la situazione, lanciando un'occhiata all'orologio attaccato al muro. - È ancora il mio compleanno, - esce dalla cucina, guidandole verso il tavolo del buffet quasi vuoto. Dopo essere stato avvisato, il dj ferma la musica e, con estrema lentezza, il resto degli invitati finisce per circondare Fleur e la sua torta. Le amiche di Fleur sorridono, ma lei sa che per loro non è più la stessa cosa. Le luci ora sono accese, come la fiamma della piccola candelina. Quando parte la famosa canzone, Fleur vorrebbe sotterrarsi. Troppe persone... Si sente così goffa. Quando finalmente tutti si zittiscono, Billie sussurra: - Il desiderio, - come per ricordarglielo. Fleur le sorride, abbassandosi sulla candela.
   
 
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