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Autore: _ Arya _    01/12/2020    3 recensioni
Dublino.
Killian Jones, 28 anni, consulente investigativo e assistente alla scientifica. Dopo un incidente che ha causato danni permanenti alla sua mano, ha dovuto rinunciare alla carriera di agente di polizia.
Emma Swan, 23 anni, da aspirante campionessa olimpionica a genio informatico. A 18 anni ha dovuto rinunciare alla sua carriera di pattinatrice artistica sul ghiaccio, proprio quando il sogno delle olimpiadi era vicino, a causa di un incidente che l'ha costretta su sedia a rotelle.
; Dal capitolo 3:
-Tu non sai niente di me, Jones.
-E tu di me, Swan.
-So che pecchi eccessivamente di modestia, ad esempio.
-La modestia non mi avrebbe fatto arrivare dove sono oggi.
Ci guardammo con intensità. Sapevo di non essere la persona più umile al mondo, ma era stata la vita a rendermi così, e ne andavo fiero. Avevo imparato a smettere di mettermi in discussione ogni volta, diventare forte per fare in modo che quell'incidente, diventasse solo un minuscolo incidente di percorso. Avevo lavorato molto su me stesso e completamente da solo. Perché sapevo di potermela cavare: ne ero uscito vittorioso.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Jefferson/Cappellaio Matto, Killian Jones/Capitan Uncino, Tilly/Alice, Trilli
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Unexpected turn




KILLIAN POV
 
-Va bene Killian, confermo di poterti dimettere domani.
Dopo ben due ore di analisi ed esami vari, fu bello ricevere finalmente quella notizia! Avevo quasi iniziato a preoccuparmi, dopo tutta quest’attesa.
-Fantastico. Grazie dottoressa Grey!
-Mi raccomando, non significa che non devi riguardarti! Continuerai ad assumere gli antinfiammatori per altre due settimane, poi valuteremo. Sotto consiglio del dottor Hopper ti ho prescritto un sedativo leggero da prendere qualora avessi problemi a conciliare il sonno. Per i dolori, puoi prendere l’ibuprofene ma non più di quattro volte al giorno.
-Quindi solo gli antinfiammatori sarebbero obbligatori.
-Sì, quello è importante. Ma devi darti il tempo di guarire per bene, quindi almeno le prossime due settimane niente lavoro. Devi fare movimento, le passeggiate vanno bene, così come le normali attività quotidiane. Però niente jogging, niente sollevamento di pesi, in poche parole nulla che ti affatichi. Non prenderla sottogamba, stai guarendo molto bene e non vuoi rovinare tutto, suppongo.
-No, no, cercherò di fare il bravo.
-Ottimo. E sarebbe meglio che tu non sia da solo, per sicurezza. Puoi stare dai tuoi genitori, magari?
Strinsi le labbra: amavo i miei genitori, ovvio, ma avevo paura che la situazione sarebbe diventata pesante se fossi andato a stare con loro. Non avevo voglia di essere trattato da malato, cosa che non sarebbe stata semplice da spiegar loro, soprattutto a mia madre. Ma Rose e Jeff avevano orari lunghi, e non potevo chiedere ad Emma di passare 24 ore su 24 con me, già faceva abbastanza.
-Suppongo di poter... valutare.
-Ok. Ascoltami, non posso dimetterti se non hai qualcuno che possa prendersi cura di te.
-Non ho bisogno....
-Jones. Ora sei perlopiù a letto, quindi non ti rendi conto. Ma potresti avere capogiri, cadere e farti male, e ti stancherai più velocemente fino a che non ti riabituerai alla tua routine... Non sto dicendo che ti devono monitorare costantemente, ma devi poter contare su qualcuno.
-Va bene, ma lei come sa che non le mentirò?
-Io posso solo fidarmi della tua parola, è a tuo rischio e pericolo.
Alzai gli occhi al cielo, un po' infastidito... soprattutto perché aveva ragione. Non avevo particolarmente voglia di finire giù per le scale e rompermi l'osso del collo, e forse non ero abbastanza in forze da cavarmela da solo fin da subito.
-D'accordo. Suppongo che per un po' si possa fare. Ho solo un'ultima domanda.
-Dimmi pure.
-Posso riprendere l'attività fisica? E non mi riferisco allo sport.- sparai, senza tanti giri di parole. Non sapevo bene come ci saremmo mossi io ed Emma, ma se in ospedale ci eravamo lasciati andare a momenti di fuoco, non era detto che non ci saremmo spinti oltre una volta a casa. Avevo prima intenzione di chiarire la nostra situazione, certo... però...
-Sei risultato negativo a tutte le malattie veneree e le lacerazioni sono guarite. Fisicamente hai ufficialmente il via libera.
Annuii, senza riuscire a contenere un sorriso compiaciuto.
Su una cosa non avevo il minimo dubbio: volevo fare l’amore con Emma. L’accaduto non aveva nulla a che fare con ciò che provavo per lei, quindi, se si fosse presentata presto l’occasione… non mi sarei certo tirato indietro.
 
* * *
 
Fu emozionante poter finalmente vedere le ragazze che avevo portato in salvo. Grazie al cielo stavano molto meglio, e tutte avevano deciso di testimoniare l'indomani. David, a quanto pare, era stato convincente, facendo loro capire che fosse la cosa giusta, senza fare ovviamente pressioni. Ad Alice non aveva neanche dovuto chiedere, invece, si era offerta lei ma non avevo avuto il minimo dubbio! Il giorno prima era passata a trovarmi e l’avevo trovata davvero in splendida forma: lei e Robyn stavano addirittura programmando il loro viaggio on the road verso sud.
Mi avevano abbracciato tutte, una ad una, e portato regali: fiori, cioccolatini e perfino prodotti fatti in casa, tra cui una torta, biscotti e del vino.
Anche i loro genitori furono molto gentili, ringraziandomi infinite volte.
Grace aveva un aspetto notevolmente migliore, cosa di cui fui davvero felice. La poveretta non solo era rimasta lì a soffrire più di tutte, ma aveva anche perso il ragazzo. Mi disse di esser consapevole di non essere ancora vicina allo star bene e che le ci sarebbe voluto parecchio tempo, ma ci stava lavorando su e il suo Peter avrebbe voluto che andasse avanti.
Wendy era invece tornata a scuola da un pezzo: per fortuna, a parte l’enorme spavento, a lei non era accaduto nulla. Le altre sarebbero tornate a scuola la settimana successiva: non mi erano sembrate particolarmente entusiaste all'idea, ma Hopper le aveva convinte spiegando loro che il primo passo per tornare alla normalità, fosse riprendere la vita nelle proprie mani. Ella aveva anche un ragazzo, Henry: mi raccontò quanto fosse stato dolce e paziente, non lasciando il suo fianco pur dandole i propri spazi. Mi raccontò di essere riuscita a riavvicinarsi a lui e la cosa l'aveva fatta stare molto meglio. Rivelai quindi di capirla bene, che avere vicino Emma mi fosse di grande aiuto, ma di prendersi ugualmente tutto il tempo di cui aveva bisogno, perché se il ragazzo teneva a lei avrebbe aspettato.
In poche parole, tutte e cinque stavano tornando a vivere, e ciò mi fece sentire davvero molto bene. Erano in qualche modo la prova che ciò che avevo fatto fosse davvero servito a qualcosa.
Adesso, non vedevo davvero l'ora di ornare a lavoro.

 
La parte dolente arrivò quando parlai coi miei genitori, che furono ovviamente contentissimi del fatto che mi avrebbero avuto a casa per un paio di settimane.
-Sia chiaro però, non voglio che mi trattiate da malato.
-Coccolare il proprio figlio sarebbe trattarlo da malato?- domandò mia madre, baciandomi la fronte.
-Puoi rimanere con noi tutto il tempo che vorrai Killian. Prenditi i tuoi tempi, l'importante è che torni ad essere al tuo 100%.
-Grazie papà, ma non sarà a lungo. E capite che non ho bisogno della balia, vero? Solo... insomma, di avere qualcuno nei dintorni. In caso. Quindi non prendete ferie e roba del genere.
-Lo so, lo so. Tanto avrai comunque la tua ragazza a farti compagnia la maggior parte del tempo, no?
-Già, infatti.
Un attimo prima avevo avuto modo di parlare con lei e, quando suo fratello fosse ripartito, sarebbe venuta a stare da me per un po'. Per i miei genitori non c'era problema, avevano anche offerto di liberarle una stanza, ma senza tanti giri di parole avevo detto loro che la mia sarebbe bastata per entrambi.
-Sono davvero felice che tu abbia Emma, tesoro. È veramente una ragazza d'oro, non avrei potuto chiedere di meglio per te.
Sorrisi... aveva ragione. Nemmeno io avrei potuto chiedere di meglio, impossibile.
-Sì. A proposito, non mi pare di avervelo detto... sapete che sto cercando casa per lasciare l'appartamento ai neo-fidanzatini, no?
-Ah, sì. Ma non ti daranno fretta ora, sono sicura che...
-Mamma, lasciami finire! Non c'entra nulla questo... volevo solo dire che Emma si trasferirà con me. Vogliamo andare a vivere insieme.
Sembrarono entrambi molto sorpresi da quella novità, ma non potei dar loro torto. Era stato tutto molto veloce in un certo senso, ma in qualche modo giusto. Sia io che Emma eravamo pronti a quel passo, pur avendo saltato quello precedente. Ma avremmo rimediato. Questo venerdì stesso l'avrei portata a cena fuori e avrei fatto le cose per bene.
-Sono contento per te figliolo! Quindi la cosa è seria.
-Si papà, abbiamo iniziato anche a prendere appuntamenti per vedere le case.
-È meraviglioso, caro! Posso aspettarmi solo dei nipotini adesso...
-Mamma!
Per poco non caddi dal bordo del letto dov’ero seduto. Fui contento che Emma non fosse qui, perché avrebbe probabilmente reagito peggio di me. Nipotini?!
-Non ho nemmeno 30 anni, insomma!
-Io e tuo padre eravamo più giovani di te quando sei nato!
-Erano altri tempi. E altre situazioni!
-Oh avanti, non mi pare tua madre abbia detto una cosa tanto scandalosa...
-Non mettertici anche tu, papà. E non provate a farmi fare figure simili davanti a Emma o giuro che vado a stare nel mio appartamento.
Loro risero, ma di divertente c'era davvero poco.
Figli.
Come no!
Ed ero anche abbastanza sicuro che Emma non volesse figli.
Probabilmente.
Almeno per ora. Aveva altre priorità ed io anche.
Se mai, in futuro, ci fosse stata l'opportunità... ne avremmo parlato. Ma per ora era un discorso da non prendere nemmeno in considerazione.
 
***
 
Fu bello indossare finalmente qualcosa di diverso dal pigiama.
I miei mi avevano portato un completo elegante, visto che saremmo andati direttamente in tribunale: per quanto non ne fossi un grande fan, al momento mi sembrò la cosa più comoda del mondo.
Mentre mi vestivo, non riuscii a fare a meno di notare che molte delle cicatrici sul mio petto fossero quasi scompare… fu una bella sensazione. Presto, sarebbero rimaste solo un lontano ricordo… spiacevole, sì, ma non avrebbe influenzato la mia vita. Sarei stato bene.
Uscii quindi dal bagno, ed Emma mi accolse con un gran sorriso.
-Che eleganza... stai… wow, stai benissimo.
-Grazie Swan. Ma tu sei splendida, come sempre.
Alla fine, Emma sarebbe venuta ad assistere: ero stato io stesso a chiederglielo la sera prima. Mi aveva fatto capire che se avessi preferito che non ci fosse, lo avrebbe accettato senza prendersela... ma avevo avuto modo di pensarci su. Aveva ragione, in fondo, non potevamo condividere solo i bei momenti, non potevo tenerla all'oscuro di quelli peggiori. E in fondo, sapevo che non sarebbe cambiato nulla tra di noi, qualunque cosa avesse sentito, perché... beh, era lei. Lei che più di chiunque altro si era vista trattare in maniera completamente diversa da un giorno all'altro. E non avrebbe inflitto la stessa cosa a me.
Mi chinai a baciarla e lei ricambiò subito, fino a che purtroppo non fummo interrotti da qualcuno che si schiarì la voce.
Più di qualcuno.
I suoi genitori, ed i miei.
-Preferirei faceste in privato queste cose... quando ci sarà tempo, magari.
-Scusa David- borbottai, decisamente messo a disagio dalla sua espressione: era chiaro come il sole che non fosse contento di avermi trovato a pomiciare con sua figlia. Per fortuna, almeno Mary Margaret sembrava di opinione diversa.
Emma non proferì parola ma scoccò un'occhiata minacciosa a suo padre, poi mi lasciò spingerla verso l'uscita. Finalmente libero.
-Ok figliolo, gli altri ci aspettano direttamente in tribunale.
Annuii: meglio così, sarebbe stato un po' imbarazzante trovarmi un comitato di accoglienza appena uscito.
Nonostante il traffico, arrivammo sul posto con largo anticipo… solo che ad attendermi ci fu una sorpresa poco gradita.
Giornalisti. Tanti, troppi.
D'accordo, si era parlato di me sui giornali, ma mantenendo sempre il totale anonimato. Grazie anche a Graham il mio nome non era mai uscito da nessuna parte perché era l'ultima cosa che volevo, ma ora come avrei fatto ad evitarli? E ad evitare i fotografi?
Per fortuna fummo subito raggiunti dalla sicurezza come David aveva preannunciato, ma i flash iniziarono a scattare prima ancora che potessi scendere dall'auto.
Per cercare di limitare il problema, fecero mettere me ed Emma in mezzo, i nostri genitori ai lati e loro intorno a noi. Mentre camminavo mantenni lo sguardo basso, in quello di Emma, che stringeva le labbra preoccupata. Cercai quindi di rimanere tranquillo per lei, fino a che non riuscimmo ad entrare, chiudendoci le porte alle spalle.
-É disgustoso... tutto bene caro?
-Sono pagati per questo, Mary Margaret. Tutto a posto, davvero, grazie. Mi è capitato di rilasciare dichiarazioni senza problemi, solo che preferisco mantenere l'anonimato in questo caso.
-Ma certo, e dovrebbero rispettare la tua scelta.
Sorrisi, senza dir niente: purtroppo i giornalisti tutto erano tranne che comprensivi, di solito, ma era il loro lavoro. Quante volte mi era capitato di doverne allontanare a decine da vari luoghi del delitto! Ero abituato, ma davvero non volevo vedere la mia faccia e il mio nome finire sui giornali: volevo solo pace e tranquillità.
-Andiamo a farti sedere da qualche parte...
-Voi andate, mamma. Io vorrei raggiungere Jeff e Graham un attimo.
-Ma...
-A dopo! Scusa Emma, ti spiace aspettare con loro?
-No... no, vai...
Annuii, prendendole la mano per baciarla velocemente, poi mi diressi verso l'aula, davanti alla quale mi aspettavano i miei colleghi. Feci appena in tempo a salutarli che ci raggiunse anche David. Meglio così, avevo bisogno di qualche informazione finale prima di entrare, nonostante avessimo costruito bene tutto con l’aiuto di quest’ultimo.
-Sono contento sia in forma, Killian.
-Grazie Graham. Purtroppo non ho l'ok per rientrare a lavoro per 2 settimane, ma almeno posso dare una mano adesso.
-Te le meriti tutte queste due settimane, tranquillo. Anzi, a tal proposito ti voglio parlare, ma concentriamoci su oggi.
Annuii. Ero curioso a dir la verità, ma dovevo concentrarmi sul presente.
-Ok, abbiamo stabilito che sarai l'ultimo a testimoniare, Killian.- intervenne David -Prima le ragazze, perché abbiamo convenuto che tu possa mettere insieme il puzzle. Ed essendo un poliziotto, adulto e lucido, dovresti risultare convincente al giudice.
-Va bene, vedrò di fare del mio meglio. Anche se dovrebbero davvero prendere sul serio anche loro...
-Oh lo faranno, credimi, non possono ignorare ben 4 testimoni. Ma le ragazze sono ancora scosse, potrebbero avere dei buchi di memoria, o non voler dire alcune cose... mentre tu sei pronto a testimoniare apertamente, in più conosci bene Goldi e questo è importantissimo. È di vitale importanza riuscire a far condannare lui. Ma devo chiedertelo ancora una volta, ne sei sicuro?
-Sicurissimo, non mi tiro indietro adesso. Voglio vederli sbattuti dietro le sbarre a vita, soprattutto Gold. Dio solo sa quanti danni potrebbe ancora causare se venisse rilasciato tra un anno…
Non volevo neanche immaginarlo. Se dalla sua cella era riuscito a organizzare qualcosa del genere, davvero non osavo immaginare cosa avrebbe potuto fare una volta a piede libero.
-Dovremmo farcela. C'è di mezzo un omicidio, diversi tentati omicidi, violenza… più testimoni.
Annuii: ottimo. Non gli omicidi, ovvio, ma che avessimo tutte le carte in regola per rinchiudere Gold una volta per tutte. Non potevano assolutamente tornare in libertà, le strade non sarebbero mai state sicure con loro attorno e speravo che il giudice e la giuria lo capissero.
-Ok, è ora di entrare.- concluse David. Fece cenno agli altri due di andare avanti, per trattenere me.
-Tutto a posto?
-Oh, sì. Volevo solo scambiare due parole con te… o meglio, dirti qualcosa. Insomma. Sono orgoglioso che mia figlia abbia trovato un uomo come te, voglio che tu lo sappia. Come sai, per Emma sono stati anni difficili ma ora la vedo finalmente felice, come non lo era da prima dell’incidente… e solo uno sciocco non ammetterebbe che tutto è iniziato nel momento in cui sei entrato nella sua vita. Quando andate a scegliere la vostra casa, fate in modo che sia quella giusta. Dove potervi effettivamente sentire a casa… non andate necessariamente a risparmio, perché contribuirò anch’io. Non dire niente- mi bloccò mentre già stavo aprendo bocca per controbattere -E’ la mia unica figlia e voglio farlo. Sono orgoglioso di lei e… felice che avrà accanto un uomo che la ami, la rispetti e la sostenga, e che voglia renderla felice. Quindi… ti ringrazio. E per qualsiasi cosa, puoi contare sempre su di me.
Non seppi cosa dire, era riuscito a cogliermi del tutto impreparato. Nonostante avessimo passato del tempo insieme per prepararci in vista dell’udienza, non avevamo parlato molto d’altro… non si esponeva facilmente come sua moglie, e proprio per questo mi sentii ancora più lusingato. Voleva dire tanto per me, avere la stima dei suoi genitori.
-Io davvero… non so che dire, David. Grazie. Per tutto. E non ti deluderò, giuro che farò sempre di tutto pur di vedere Emma felice e realizzata.
-So che lo farai.
Per un attimo ci guardammo, incerti sul da farsi, ma alla fine fu lui per primo a decidersi e mi abbracciò. Come un figlio. E io ricambiai la stretta.
Ci ricomponemmo quasi subito, ma fu un momento che non avrei dimenticato tanto presto.
-Forza, andiamo a finire il nostro lavoro… e poi si potrà festeggiare!
Annuii e lo seguii in aula, dove incrociai lo sguardo di Milah in prima fila, che mi sorrise, poi quello di Emma, poco dietro. Non ebbi dubbi, fu il suo sorriso quello che ora mi faceva battere il cuore come a un adolescente.


EMMA POV
 
Osservai Killian per tutto il tempo, seduto in prima fila insieme agli altri testimoni, mentre il processo iniziava. Prima di entrare mi aveva promesso di essere tranquillo e di star bene, e speravo che rivedere quei mostri non avrebbe cambiato le cose. Mancava Gold, ma supponevo lo avrebbero portato più tardi.
Le loro facce fecero disgusto perfino a me: tre omuncoli insulsi, che non ebbero nemmeno la decenza di tenere lo sguardo basso mentre raggiungevano i loro posti. Notai che guardarono sia le ragazze che Killian. Istintivamente strinsi la mano a mio fratello, seduto al mio fianco.
-Emma, se preferisci ti porto via...
Scossi la testa. Sarei rimasta, volevo anch'io provare la soddisfazione di vederli condannare. E volevo sostenere il mio uomo, il quale mi aveva fatto capire di volermi davvero lì.
Fu mio padre ad iniziare con le domande, ma ad ognuna di queste si avvalsero della facoltà di non rispondere. Lo guardavano rimanendo muti, probabilmente troppo spaventati da Gold… magari addirittura il loro avvocato era stato mandato da lui. Tuttavia, sembrò che mio padre se lo aspettasse. In fondo, qualsiasi cosa avessero detto, non avrebbe potuto scagionarli.
Fu quindi il turno dei testimoni, ed iniziarono con le ragazze. Fu dura ascoltare le loro parole, l'aula piombò nel silenzio più totale. Ero certa che tutti, come me, pensarono che fossero incredibilmente coraggiose. Mio padre le incoraggiò a dire soltanto quello che volevano e quando l'ultima iniziò a piangere, propose di finirla lì.
Ma nonostante i tre mostri guardassero, la ragazza sorprese tutti e dopo un bicchiere d'acqua finì la sua testimonianza. Sarebbe stata una grande donna un giorno, anche se forse al momento non se ne rendeva conto, ma aveva fatto ciò che molti adulti non erano in grado.
Era andata fino in fondo, nel raccontare la sua storia dolorosa che aveva scosso tutta l'aula. Aveva visto il suo ragazzo morire, e non le avevano lasciato nemmeno il tempo di piangere o di respirare, prima di torturarla. Non riuscì a parlare dei dettagli, ma fu abbastanza chiaro che avesse vissuto un inferno. Ogni giorno, per 16 giorni. Fino a che non era arrivato Killian.
-Come sei arrivata nella fabbrica in cui vi tenevano chiuse, Alice?
-Mi ha avvicinata un ragazzino, alla festa. Mi ha detto di prendergli la mano e seguirlo e se non lo avessi fatto sarebbe finita male… l’ho fatto, perché sapevo non fosse colpa sua. Mi hanno drogata prima di buttarmi nel loro camioncino, ma sono riuscita a rimanere sveglia. Ho avuto paura, cercavo di pensare ma non riuscivo a trovare una soluzione per uscirne… e quando mi hanno sbattuta in cella, ho trovato le altre ragazze e… poi c’era Killian. Voglio dire, l’agente Jones. Era privo di sensi, sanguinava dalla testa… e nonostante le poche forze, mi ha salvato la vita. Quando sono venuti a prendermi, si è messo in mezzo ed ha fatto in modo che portassero via lui al posto mio. Quando è tornato, era… era ridotto male.- si fermò un attimo, per poi guardare Killian. Come a chiedergli il permesso di andare avanti… e lo vidi annuire.
-Lo avevano picchiato, torturato, faceva male vederlo in quello stato ma… nonostante tutto, era riuscito a sfilare le chiavi a uno di loro e ha elaborato un piano di fuga nel giro di un paio di minuti. Penso che nessuna di noi sarebbe qui se non fosse per lui. E spero che tutti quelli che hanno partecipato a queste atrocità vengano puniti nel migliore dei modi.
-Grazie Alice.
-Grazie signorina Liddel. L’accusa ha domande?
-No vostro onore.
-Molto bene. Avvocato Nolan, può chiamare il suo prossimo testimone, signor Nolan.
Prima che Milah potesse alzarsi, l’aria venne squarciata da uno sparo.
-Tutti a terra!- la security gridò per sovrastare le urla, e poi non vedi più nulla. Sentii solo un forte dolore alle gambe mentre mi piegavo, e scatti di pistole.
Mentre cercavo di riprendere fiato, repressi le lacrime di dolore e strinsi la mano di Neal. Cosa diavolo era successo? A chi avevano sparato? Killian e papà stavano bene? Perché c’era silenzio?
E poi, lo sparo sembrava essere provenuto da fuori…
-Emma. Stai bene?
-Sì, sì Neal… le gambe devono abituarsi a non sentire dolore ogni volta che mi muovo. Riesci a vedere qualcosa?
-Rimanete giù- questa volta fu la voce di Graham a parlare -Nessuno entra ed esce da questa sala fino a che non daremo l’ok.
Ci fu qualche borbottio, al che alzai lo sguardo per cercare di capirci qualcosa. Vidi Graham, Killian e Jeff dirigersi verso la porta, tutti e tre armati. Killian si fermò per un istante davanti a me.
-Sta’ attento…
-Tranquilla- accennò un sorriso e mi sfiorò la spalla, poi continuò a seguire gli altri due. Diedero alla security l’ordine di non far assolutamente passare nessuno da quella porta a parte loro, poi uscirono.
Ero confusa, nemmeno riuscivo ad essere spaventata… cosa diavolo era successo? Cosa diavolo era stato quello sparo? Che c’entrasse qualcosa con l’arrivo di Gold?
Per un attimo ebbi l’orribile sensazione che l’uomo che Killian voleva tanto mettere dietro le sbarre, fosse riuscito in qualche modo a fuggire…
I secondi passarono lenti, sembrarono minuti interi. Si sentì una voce dalla radio trasmittente della security, al che ci diedero il permesso di tornare seduti. Quindi andava tutto bene?
I momenti successivi sembrarono attimi da film. Restammo fermi, in silenzio, fino a che non guardammo i tre rientrare insieme ad altri due uomini molto seri, e dirigersi direttamente verso il giudice per dirgli qualcosa.
-L’udienza verrà aggiornata.- disse infine questo -L’imputato, Robert Gold, è deceduto. Gli agenti si occuperanno di evacuare l’edificio.
I due uomini misteriosi, insieme a Jeff, portarono via i tre malviventi, mentre Killian con Graham e gli uomini della sicurezza iniziarono ad organizzare l’evacuazione.
Non riuscii a parlare con Killian, mi disse solo velocemente che mi avrebbe spiegato dopo quando passammo per uscire anche noi. Suo padre ci propose di andare tutti insieme a bere qualcosa nei dintorni, dato che ne avevamo indubbiamente bisogno, e intanto aspettare aggiornamenti.
***
 
-Eccom… oh, wow! Papà, mi hai scritto “siamo un paio di persone ad aspettare”, non… tutti!
L’uomo rise, Killian non aveva tutti i torti! Oltre alla mia e alla sua famiglia, c’erano Ivy, Rose, Alice e Robyn. Eravamo tutti ad un tavolo da quasi due ore, ad aspettare con impazienza che lui o Jeff venissero a spiegarci cosa fosse successo.
-Jack, una Guinness per favore!- fece cenno al barista, per poi venire ad accomodarsi accanto a me.
-Ve la faccio breve, l’FBI ha fatto fuori Gold. Degli agenti stavano portando in aula, due di questi erano corrotti ed hanno accoltellato altri due. Ma l’FBI sospettava qualcosa del genere potesse succedere, erano lì vicino in incognito ed hanno agito subito. Uno degli agenti e Gold sono morti, ma l’altro che è solo rimasto ferito ha cantato.
Rimasi senza parole, e dalla sua espressione non riuscii a capire come si sentisse a riguardo. Forse avrebbe voluto vederlo condannare per tutto quello che aveva fatto… oppure era lieto che, in qualche modo, non avrebbe più causato alcun danno? Non ne avevo la minima idea.
Quando il cameriere gli portò la birra, ne bevve due grandi sorsi prima di posarla.
-David, chiameranno te per capire cosa succederà. Ma Graham pensa che a questo punto non si continuerà con l’udienza e quei tre verranno condannati all’ergastolo. L’accusa che hai costruito era forte e… beh, forse non ci sarà più bisogno della mia testimonianza e quella di Milah, essendo Gold fuori dai giochi. Grazie a lei verranno trattenuto anche i complici che era riuscita a riconoscere.
-Va… va bene. Aspetterò la telefonata, allora.
-Jeff?- domandò a bruciapelo Rose.
-Jeff è con Graham, stanno finendo le varie scartoffie con l’FBI. È… sicuramente andata diversamente rispetto a quanto ci aspettassimo. Ma, beh, suppongo si possa ugualmente considerare una vittoria, se tutto dovesse filare liscio come sembra sarà.
Restammo tutti in silenzio per un po’, finendo di bere quello che avevamo davanti. A quel punto mi permisi di avvicinarmi a lui e stampargli un leggero bacio sulle labbra, che subito ricambiò.
-Spero non ti sia spaventata troppo, Swan…
Scossi la testa, prendendo la sua mano tra le mie.
-Meno di quanto avrei dovuto, penso. Più che altro ero… curiosa. Sono pazza?
Si fece sfuggire una risata, poi fu il suo turno di baciare me.
-Sei pazza, sì. Davvero, forse dovresti proprio considerarla una carriera in polizia…
Risposi con una leggera risata, non era il primo a dirmelo… forse lo ero stata in una vita passata, chissà! Ma ciò che mi era a cuore al momento era andare a casa con lui e farlo riposare, perché era decisamente pallido ed era evidente quanto stanco fosse.
-Andiamo a casa? È stata una lunga giornata per tutti…- proposi quindi, ricevendo l’assenso generale. E poi, dopo tutte quelle “emozioni”, una dormita me la sarei volentieri fatta anch’io!
Vidi Killian fare solo in tempo ad alzarsi dalla panca, prima di barcollare a terra.


 
Ceeee l'ho fatta! Stavo per arrendermi, ma siccome domani sera non ci sono, ho voluto riuscire ad aggiornare adesso xD
Prima di essere dimesso, Killian ha voluto assicurarsi di avere il via libera con la sua bella... per fare attività fisica, sisi ahahaha
Mi è poi piaciuto scrivere il confronto con David, sentivo ci fosse bisogno di qualcosa del genere... quest'ultimo ha voluto fargli capire chiaramente di essere contento che sia lui l'uomo con cui Emma vuole passare la vita, nonostante non abbia molto gradito il ritrovarseli a pomiciare senza ritegno lol Comunque, vuole anche aiutarli con le spese della casa purché trovino il posto perfetto per loro.
L'udienza... vi aspettavate sarebbe finita così? Ammetti che avevo pensato anche ad altre versioni, ma alla fine ha prevalso questa perché "diversa" da quanto ci si aspettava. Emma ha partecipato, Killian era felice di averla lì e pronto a parlare apertamente... solo che alla fine non ne ha avuto bisogno. Nel prossimo capitolo si scopriranno meglio le dinamiche di cosa è successo, ma intanto sappiamo che l'FBI ha sparato a vista su Gold e sembra sia davvero morto.
Vedremo anche come Killian si sente a riguardo, perché se da una parte sarà rassicurante saperlo non più tra i piedi, dall'altra si era preparato molto con David e gli altri ad avere la soddisfazione di rinchiuderlo una volta per tutte.
Veeeedremo! Non so quando aggiornerò, forse una settimana non mi basterà, ma una e mezza al massimo, ecco. 
Un abbraccio e alla prossima!
   
 
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