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Autore: Roxanne Potter    01/12/2020    1 recensioni
La fine dell'ultima guerra magica ha lasciato dietro di sé perdite, ferite e traumi che peseranno per sempre sulle spalle dei sopravvissuti. Anche i loro figli, che vivono un presente libero e felice, si ritroveranno ben presto a prendere consapevolezza di come la guerra abbia sconvolto per sempre le vite dei loro familiari e di come i fantasmi di un passato apparentemente lontano facciano inevitabilmente parte anche della loro storia.
[Ogni capitolo della raccolta è dedicato a un diverso personaggio della Nuova Generazione]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Louis Weasley - Beauty in peace

Una lieve brezza autunnale scompiglia i capelli biondi di Louis, accompagnata dal profumo di salsedine e dal leggero scroscio delle onde che si infrangono sulla spiaggia.

È una bella giornata di fine settembre, con un cielo luminoso e un sole pallido che gli accarezza la pelle. Louis ha deciso di portare i suoi libri sulla cima della collinetta che sovrasta Villa Conchiglia e di starsene lì a leggere, lanciando di tanto in tanto delle occhiate alla spiagga, al mare che si distende davanti a lui, alla strada che da casa sua si inoltra tra una coltre di alberi e conduce al villaggio di Tinworth.
Nonostante cerchi di concentrarsi sulla lettura, ogni tanto Louis si sente stringere il cuore da un quieto senso di malinconia. Da quando anche Dominique è partita per Hogwarts la vita è diventata molto più noiosa; è strano cenare senza le chiacchiere incessanti della sorella nelle orecchie o passeggiare in spiaggia senza lei che insiste per farsi un bagno nonostante l'acqua sia gelida. Gli mancano persino la musica a tutto volume sparata dalla stanza di Dominique e le urla di Fleur che minaccia di buttarle lo stereo giù dalla finestra.
Non che a Louis piaccia così tanto il caos. Lui è un tipo troppo sulle sue per prenderne parte, a meno che non si tratti di lanciarsi in un monologo sulle cose che ha appreso dai suoi libri – pur essendo consapevole che alla maggior parte della gente non interessa poi così tanto sapere come vengono lavorati i legni delle bacchette o come funzionano i sistemi di luce elettrica sviluppati dai Babbani.
Ma il caos è sempre stata una parte integrante della sua vita e solo adesso inizia a rendersi conto di quanto gli manchi esserne circondato.
Louis chiude il libro e incrocia le gambe, spostando lo sguardo sulla piccola lapide di pietra che si erge a pochi passi da lui. Ancora una volta si ritrova a leggere la scritta “Qui giace Dobby – un elfo libero” e a chiedersi quale storia vi si celi dietro.
Un'altra folata di vento gli scompiglia i capelli, stavolta fredda e pungente sulla nuca. Louis alza lo sguardo e rimane stupito nel vedere che il sole è sparito dietro una coltre di nubi grigiastre che si ammassano nel cielo.
Recupera i suoi libri, si alza e, dopo un'ultima occhiata alla lapide di Dobby, si incammina svelto verso casa.
La pioggia inizia a cadere proprio nel momento in cui Louis imbocca il vialetto che conduce alla porta d'ingresso, già spalancata; sua madre lo sta aspettando sulla soglia, le sopracciglia contratte in un cipiglio severo.
-Entra, Lou, altrimenti ti prenderai un accidente!
-Sì, ma'.
Louis si stringe i libri al petto e segue sua madre dentro casa, sospirando di sollievo quando si ritrova davanti al caminetto già acceso del salottino. Fleur ha già ripreso posto sul divano accanto a Bill, che sta sfogliando la Gazzetta del Profeta.
Mentre si siede sul divanetto dirimpetto a quello dei genitori, Louis pensa tristemente che tra qualche settimana anche suo padre partirà per tornare a lavorare in Egitto e probabilmente starà via fino a Natale. In casa rimarranno solo lui e sua madre – senza contare Andromeda, che gli fa da babysitter quando Fleur ha i turni alla bottega di Madama McLan.
Louis sistema i libri sul bracciolo del divano mentre Fleur parla tenendo una mano poggiata sulla spalla di Bill, che ha appena messo via il giornale.
-Ti rendi conto che Archer...
-Chi sarebbe Archer?
-Il prozio di Madama McLan! Quel poverino ha quasi centoquarant'anni, ormai sta andando fuori di testa. Ha preso la febbre ed è convinto di essersi beccato il vaiolo di drago...
-Lo sapete che la cura per il vaiolo di drago è stata inventata nel 1594 da Gunhilda de Gorsemoore?- interviene prontamente Louis, guadagnandosi le occhiate ammirate dei suoi genitori.
-Ma bravo, Lou.- sorride Fleur. -Hai visto quante cose sa nostro figlio, Bill?
-Con tutti i libri che legge, non mi stupirei se venisse su come Hermione.- risponde Bill divertito. -O magari finirà in Corvonero. Ti piacerebbe finire in Corvonero, Lou?
-Perché no?- risponde lui, metitabondo. Entrambe le sue sorelle e sua cugina Molly sono state smistate in Grifondoro, come il resto della famiglia Weasley, ma a lui non dispiacerebbe essere l'eccezione che conferma la regola; a differenza di cosa dicono James e Rose, non pensa affatto che Corvonero sia la casa della gente noiosa.
Ma mancano ancora quattro anni alla sua partenza per Hogwarts e Louis non ha intenzione di pensare adesso allo Smistamento. Adesso ci sono domande più importanti che gli girano nella testa.
-Devo chiedervi una cosa. Perché abbiamo un elfo seppellito in giardino?
Fleur e Bill si scambiano uno sguardo sorpreso e Louis si rende conto che forse avrebbe fatto meglio a porre una domanda meno macabra come “Chi è Dobby?”.
-Beh, Dobby era un elfo domestico morto durante la guerra...- inizia suo padre.
-Quindi era il vostro elfo domestico?- lo interrompe Louis, sgranando gli occhi. Per un attimo immagina un gruppo di maghi incappucciati che fanno esplodere la porta di casa sua con un colpo di bacchetta, irrompono in cucina e uccidono un piccolo elfo intento a lucidare i fornelli. -Per questo poi non ne avete più voluto prenderne un altro? Perché stavate troppo male per Dobby?
-Oh, no, non era il nostro elfo domestico. È una lunga storia, mon chére. Davvero una lunga storia.
-Forse potremmo dirgli qualcosa a riguardo.- dice Bill, guadagnandosi un'occhiataccia da parte della moglie.
-Bill, ha sette anni!
-Quasi otto.- ribatte Louis.
-Hai ragione.- Bill sorride e Louis sa che suo padre sta per svelargli qualcosa di quel periodo lontano e oscuro di cui non si parla mai in famiglia – la guerra.
Non che lui abbia bisogno di farsi raccontare i suoi eventi più salienti; per quello gli è bastato trovare i suoi zii Harry, Ron e Hermione sulle figurine delle Cioccorane, leggere una copia di Storia della magia contemporanea per giovani maghi e streghe (in cui viene citato anche il resto della sua famiglia) e sentirsi additare per le strade di Diagon Alley quando va a fare acquisti con i suoi genitori.
-Devi sapere che Dobby ha salvato la vita dei tuoi zii.- esordisce Bill. -Zio Harry, zio Ron e zia Hermione. Insieme riuscirono a scappare... beh, da una brutta situazione durante la guerra. Vennero qui per trovare rifugio. Ma quando arrivarono Dobby era ammalato ed è morto quasi subito. Tuo zio Harry decise di seppellirlo scavando la fossa senza l'uso della magia.
-È stato un gesto bellissimo da parte sua.- mormora Fleur, i cui occhi si sono velati di un'espressione triste e remota, come se una parte di lei fosse improvvisamente tornata indietro di anni.
-Di cosa si era ammalato?- dice Louis, sempre più curioso. Sa già che suo padre non gli svelerà mai da che tipo di “situazione” i suoi zii sono riusciti a scappare durante la guerra.
Bill esita prima di rispondere; -Era vecchio, molto vecchio, e non stava bene da tempo.
Louis annuisce, sentendosi improvvisamente molto triste per questo elfo che non ha mai conosciuto ma che ha salvato la vita dei suoi zii.
-Perché lo zio Harry ha scritto “elfo libero?”- dice, consapevole di star facendo come sempre troppe domande. Ma dopotutto Louis è sempre stato così; ha iniziato a bombardare gli adulti di domande sul mondo sin dal momento in cui ha imparato ad articolare delle parole semicoerenti.
-Perché anni prima lo zio Harry l'aveva liberato dalla famiglia di maghi per cui lavorava.- risponde Bill. -Vedi, gli elfi domestici non sono sempre stati trattati bene. C'erano delle famiglie che tendevano a vederli come schiavi, esseri inferiori che non meritavano alcun diritto.
-Davvero?
-Già. Devi ringraziare tua zia Hermione se oggi gli elfi domestici lavorano solo sotto contratto e ricevono uno stipendo più che dignitoso. Una volta non era affatto così.
-Ma è una cosa terribile.- mormora Louis, aggrottando le sopracciglia in un'espressione costernata. Lui non riuscirebbe mai a immaginare di trattare Ditty – l'elfa domestica di Andromeda e Ted – come se fosse una schiava o una creatura non degna di rispetto.
-Per fortuna oggi le cose sono completamente diverse.- dice Fleur con un sorriso teso. Louis sa bene che a sua madre non piace rimuginare troppo sulle cose tristi del passato, così si limita a ricambiare il sorriso e afferra uno dei suoi libri dal bracciolo del divano, pronto a immergersi nella lettura almeno fino a ora di cena. Lo apre e lo sfoglia fino al capitolo che ha lasciato in sospeso, mentre i suoi genitori riprendono a chiacchierare. Sta per iniziare a leggere, quando un pensiero improvviso lo punge nel profondo; suo padre ha detto che Dobby ha salvato la vita dei suoi zii. Ma se Dobby non ci fosse stato? Forse i suoi zii non sarebbero più in vita. Forse la guerra non sarebbe mai stata vinta.
È la prima volta che Louis pensa concretamente alla morte, che per lui rappresenta ancora una dimensione troppo astratta e troppo distante dalla sua realtà. La tristezza si trasforma di colpo in qualcosa di più pesante e soffocante, e Louis si trova quasi spaventato mentre cerca di scacciarla via, di aggrapparsi alla bellezza e alla semplicità del presente che lo circonda.
Non pensarci. Non pensarci e basta., dice una voce nella sua testa che lui decide di assecondare.
Il calore del fuoco che lo riscalda mentre la pioggia batte dolcemente contro i vetri. Il chiacchiericcio dei suoi genitori. Il profumo dei mazzetti di rose e gelsomini che sua madre ha appeso alle pareti del salotto, la consistenza della carta liscia sotto i suoi polpastrelli e il profumo dell'inchiostro che gli pizzica le narici, un profumo che lo inebria fin da quando ha memoria.
È anche grazie a Dobby se, adesso, questo è tutto ciò a cui il piccolo Louis Weasley può permettersi di pensare.

La primavera è in fiore il giorno in cui Winky viene trovata morta nei suoi alloggi nei sotterranei di Hogwarts. Il parco è pregno del profumo di rose appena sbocciate e il sole illumina i visi rigati dalle lacrime degli elfi domestici che sono stati radunati sulle rive del Lago Nero dalla preside Thorne, pronti a dare l'ultimo saluto a quel corpicino avvolto in un panno bianco, destinato a essere seppellito ai margini della Foresta Proibita.
Il buio è già calato sul castello quando un tredicenne dai lunghi capelli biondi e gli occhi cristallini raggiunge l'angolo del parco dove una croce di legno è stata piantata nel terreno.
Louis Weasley torna con la mente a un pomeriggio piovoso di molti anni prima. Pensa a Dobby, a quel piccolo eroe che da decenni riposa nel giardino della sua casa, a tutto ciò che quella figura dimenticata dalla storia ha significato per la sua famiglia; se non fosse stato per Dobby, forse lui in questo momento non esisterebbe neanche.
Louis tira fuori dalla tasca del mantello un mazzo di primule appena raccolte ai margini di un sentiero e le poggia sul terreno. Le lacrime gli pizzicano gli occhi e lui si sfrega le nocche sulle palpebre per scacciarle via, senza riuscire tuttavia ad allontanare la tristezza viscerale che l'ha invaso.
Pensa alla prima volta che ha visto Winky, quando è entrato nelle cucine di Hogwarts insieme ad Albus e l'elfa è corsa loro incontro, li ha invitati a prendere una cioccolata calda e li ha intrattenuti per ore con le sue storie sul passato, sull'eroismo di Dobby, su quella terribile battaglia che ha cambiato per sempre le sorti del mondo magico.
-Grazie alla vostra famiglia noi non viviamo più come schiavi.- aveva detto Winky, gli occhi ricolmi di lacrime, stringendo le mani di Albus e Louis. -Grazie a Harry Potter e alla ragazza, la Granger. Per tanto tempo non l'ho capito ma adesso so che finalmente siamo trattati come meritiamo, come esseri umani, non come mostri.
Le primule violette sembrano risplendere nella penombra. Louis afferra la sua bacchetta e la scuote finché sul legno chiaro della croce non compare una scritta incisa nel fuoco dorato; A Winky e alla libertà di tutti gli esseri umani.
   
 
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