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Autore: Aagainst    01/12/2020    2 recensioni
Dal sesto capitolo:
“ La mia testa mi ordina di restare con lei, ma io voglio uscire. Voglio liberarmi di queste catene. Voglio seguire questa melodia. Eliza mi sta chiedendo di lottare per la mia libertà. Io non ne sono in grado. Io sono una schiava e non so come si combatte per riconquistare la propria vita. Eppure, voglio seguire questa promessa. Per la prima volta in due mesi, voglio fidarmi.”
Sono due mesi che Alycia non esce di casa. Due mesi che lotta contro qualcosa di traumatico che le ha devastato la vita. Riuscirà Eliza a riportarla in vita e ad aiutarla ad affrontare il dolore che la trascina, ogni giorno, sempre più a fondo?
[Eliza Taylor x Alycia Debnam-Carey]
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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11.

 

I wonder
If maybe, maybe I could be all you ever dreamed, cause you are
Beautiful inside, so lovely and I can't see why I'd do anything without you
(SafetySuit-Anywhere But Here)

 

Eliza POV

 

«Sei sicura?» domanda Lindsey, incerta. Annuisco.
«Sarà bello. E poi non può continuare a stare tappata in casa.» affermo.
«Eli, lei...»
«Sì, lo so, ma non la vogliamo portare al parco, Linz. Si tratta del suo giardino.» insisto. Lindsey si gratta il naso, per niente sicura del mio piano.
«Giardino?» squittisce una voce alle nostre spalle. Sobbalzo. Mi volto lentamente. Alycia ci fissa, confusa. I suoi bellissimi occhi verdi vogliono scoprire cosa stiamo architettando. Mi perdo per qualche secondo nelle sue iridi smeraldine. Dio, Eli, datti un contegno. Un calcio negli stinchi tiratomi da Lindsey mi risveglia dalla trance.
«Oh, sì, ehm... Pensavamo di fare un pic nic qui fuori.
«Pensava.» mi corregge Linz, facendo emergere tutto il suo disaccordo. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, scocciata.
«Un... Un pic nic? Ma dovrei...» comincia ad agitarsi Alycia. Avanzo verso di lei, prendendole dolcemente le mani.
«Ehi, ehi, tranquilla. Non andremo da nessuna parte. Pensavo di mangiare qui, in giardino. C’è un bel sole, non è eccessivamente caldo e uscire all’aria aperta ti farebbe bene.». Alycia distoglie lo sguardo. Punta gli occhi al pavimento. Sta vagliando la proposta, cercando di capire cosa potrebbe andare storto e perché.
«Visto? Lo sapevo che sarebbe stata un’idea stupida.» sbotta Lindsey. Le faccio segno di tacere. Alycia non ha ancora detto no. Nei suoi occhi leggo la voglia di dire sì e la paura di farlo. Inseguo il suo sguardo, costringendola a rialzarlo. Incateno le mie iridi alle sue. Sembra una bambina, nel senso più tenero e puro possibile. Non so per quanto tempo rimaniamo così, l’una di fronte all’altra. So solo che il mondo è scomparso. Lindsey, il soggiorno, le pareti, questa casa, non esiste più nulla se non Alycia e i suoi occhi verdi. Sono così tristi, eppure non più spenti. Mi piace pensare che un po’ sia merito mio, ma la verità è che Alycia ce la sta facendo con le proprie forze. Forse è per quello che io... No, non posso dirlo. Non posso ammettere a me stessa una verità di tale portata. Non posso permettermelo. Rischierei di distruggere il rapporto con lei. Rischierei di annientarla e non voglio. Sospiro e distolgo lo sguardo. Poco a poco, il mondo compare nuovamente intorno a me. Lindsey mi sta squadrando, sospettosa. Odio la sua capacità di leggermi dentro. Alycia è ancora di fronte a me. Prende un bel respiro. Sembra una nuotatrice sul blocchetto di partenza la frazione prima di entrare in acqua. È buffa nella sua tenerezza.
«Va bene, ci provo.» sussurra. Un ampio sorriso si stampa sul mio volto. Ho gli occhi lucidi. La vedo mentre si avvicina alla porta d’ingresso, con titubanza. Posa la mano sulla maniglia e l’abbassa con una lentezza disarmante. Tira la porta verso di sé e si lascia travolgere dal leggero venticello estivo proveniente da fuori. Si ferma, lo sguardo fisso davanti a sé.
«Non dobbiamo farlo per forza.» sussurro al suo orecchio.
«No, voglio.» dichiara, dura. Il suo petto si gonfia e si sgonfia, sembra un palloncino. Si toglie le ciabatte, rimanendo a piedi scalzi.
«Ma cos-...»
«Shhh, non ora Linz.» zittisco la mia amica. Mi soffermo su Alycia. Si morde il labbro e stringe i pugni. Allunga la gamba, fino a posare il piede sull’erba verde. A quel contatto, rabbrividisce. Sta imparando tutto da capo. Ricomincia solo ora a conoscere di nuovo la sua casa, l’aria fresca, l’erba, il sole. Si volta verso di noi con fare orgoglioso. Vorrei abbracciarla e poterle dire quanto sono fiera di lei, invece non faccio altro che restare impalata e osservarla, ammirarla mentre muove timidi passi sul suo giardino. I suoi occhi verdi risplendono. Non sono più tristi come qualche minuto fa.
«Eli, stai bene?»
«Oh, io... Sì Linz, non sono mai stata meglio.» rispondo. Non so se sto mentendo o se sto dicendo la verità. Ogni volta che incrocio il suo sguardo il mio cuore trabocca di gioia, ma se poi penso che non potrò mai rivelarle ciò che provo per lei mi sento morire. Mi mordo il labbro e chino il capo. Mi giro e mi dirigo verso la cucina. Lindsey fa per seguirmi, ma le faccio cenno che è tutto a posto. Torno poco dopo con il cibo che io e lei abbiamo preparato. Stendo due stuoie e invito le altre a sedersi.
«Spero che i nostri tramezzini ti piacciano.» dico, passando un panino ad Alycia. Quando i miei occhi azzurri incontrano i suoi verdi sono costretta a distogliere lo sguardo. Il cuore sembra volermi uscire dal petto.
«Scusate.» mormoro, mentre mi alzo e corro dentro. Mi precipito in bagno e mi sciacquo la faccia con l’acqua fredda. Sento la porta aprirsi e sobbalzo.
«Linz, torna da A-...». Mi interrompo. Alycia è davanti a me, preoccupata. Sospiro e mi passo una mano in fronte.
«Eli, stai bene? Ho fatto qualcosa di male?». No Aly, ti prego, non darti la colpa per la mia stupidità. Deglutisco, gli occhi fissi al muro. Non ho il coraggio di guardarla in faccia.
«Aly, non hai fatto nulla di male. Sono solo un po’ stanca.» mento. E lo faccio anche male. Lei avanza verso di me.
«Eli, ti prego. Ho dei problemi di ansia e depressione, ma non sono stupida. Dimmi solo se ho fatto qualcosa di sbagliato.». Sta singhiozzando. È davvero convinta di avermi ferita in qualche modo. Le sorrido con dolcezza, cercando di mettere da parte ciò che ho appena realizzato di provare per lei. Tentativo inutile, non appena mi ritrovo il suo volto a pochi centimetri dal mio sento il cervello andare beatamente a quel paese. Forse dovrei dirle la verità. Forse potrebbe farle bene sapere che c’è qualcuno che la considera in modo speciale.
«Io... Tu...»
«Alyyyyy!». Io e Alycia ci voltiamo di scatto. Tiro un sospiro di sollievo, anche se non totale. Mi sembra di aver perso un’occasione. Osservo Alycia correre fuori dal bagno e gettarsi tra le braccia di Maia.  Dietro di loro, Marny sorride, a metà tra il felice e l’incredulo.
«Quando sei tornata?» chiede Alycia a Maia.
«Marny è appena venuta a prendermi all’aeroporto. Resto un paio di giorni e pensavo di fermarmi da te stasera.». Alycia annuisce, contenta. Sembra un bimbo il giorno di Natale.
«Beh, allora noi andiamo.» dico, trascinando Lindsey verso il cancello. Marny mi si para davanti. Sembra commossa.
«Taylor, Morgan, ma come diamine ci siete riuscite?» chiede. Faccio spallucce.
«L’abbiamo solo spinta un po’, nulla di che. Ha fatto tutto lei.» spiego. Marny mi abbraccia, lasciandomi di stucco.
«Grazie.» mi sussurra all’orecchio. «Da quando ci siete voi, è più serena. Le fate bene.» continua. Sorrido con amarezza. Annullarsi per la felicità di qualcun altro, è forse questo il significato della parola sacrificio?
«Vogliamo solo che stia bene.» spiega Lindsey. La ringrazio mentalmente per aver preso l’iniziativa. Sento le lacrime fare capolino e arriccio il naso per trattenermi.
«Devo andare.» taglio corto, dirigendomi il più velocemente possibile alla macchina.  Non mi volto, non voglio guardarla. Non posso. Apro la portiera e mi siedo in auto. Appoggio la testa al volante e comincio a piangere. Nemmeno mi accorgo che Lindsey mi ha raggiunta.
«Eli, che diavolo sta succedendo?» domanda preoccupata.
«Niente, sto benissimo.». Sono patetica.
«Già, lo vedo.»
«Lindsey, ti prego, lasciami stare.» imploro. La mia amica non mi ascolta e mi afferra per il braccio, costringendomi a girarmi verso di lei.
«È tutto il giorno che sei strana. Si può sapere qual è il problema? A pranzo sembrava volessi evitare Alycia. Ti ha fatto o detto qualcosa?». Mi passo le mani sul volto e tra i capelli. Non so nemmeno io cosa dire.
«Eliza, mi sto spaventando.» insiste Lindsey. La ignoro. Esco dalla macchina e mi avvio nuovamente verso casa di Alycia. È ancora fuori con Maia e Marny. Ha un’aria malinconica, in fin dei conti me ne sono andata senza nemmeno salutarla. Quando la vedo, il mio cuore sussulta. Vorrei confessarle cosa provo, urlarlo al mondo. Mi fermo al cancello, circondando le sbarre con le mani. È così bella. Mi guarda con occhi curiosi. Quegli occhi... Non so più perché io sia tornata indietro. La mia unica certezza è che non posso farle del male. Non me lo perdonerei mai. Devo rimanere razionale, ce la posso fare.
«Io... Non ti ho salutata, scusa.» esordisco.
«Ci vediamo dopodomani?» chiede, speranzosa.
«Sì. A lunedì!». Mi volto e scappo via definitivamente. Lindsey mi squadra, confusa.
«Stai benissimo, già.» commenta. Sospiro. Non ce la faccio più, ho un macigno nel petto.
Mi appoggio alla macchina. Da lontano riesco a vedere la casa di Alycia. Me la immagino seduta sull’erba, per la prima volta dopo così tanto tempo, mentre si fa raccontare da Maia del film che quest’ultima sta girando. Mi lascio sfuggire un sorriso, per poi voltarmi verso Lindsey.
«Ho combinato un casino, Linz.» comincio a parlare. La mia amica mi si avvicina, mettendosi di fronte a me. Sembra intuire la natura del problema, ma non dice nulla. Mi stringe a sé, mentre io inizio a singhiozzare, sempre più forte.
«Mi piace, Linz. Mi piace e non so cosa fare. Non voglio che si allontani da me o che stia male. Dio, non so nemmeno se potrebbe mai volermi in quel senso.» mi dispero. Lindsey mi accarezza la schiena.
«Eli, non ho risposte. So solo che quando è con te, Aly sta meglio. Può darsi che uno di questi giorni tu riesca a trovare un modo per farle capire cosa provi, ma non è allontanandola che risolverai il problema.». Annuisco. Mi asciugo le lacrime e alzo lo sguardo al cielo. È così azzurro oggi.
«Solo, vacci piano, okay?» mi ammonisce Lindsey. Sembra rabbuiarsi, come se volesse dirmi qualcosa.
«Aly è... Insomma, non sai cosa può aver vissuto.». Non capisco se mi stia mettendo in guardia o semplicemente invitando a stare attenta. Decido di non farmi trascinare dalle mie paranoie e l’abbraccio.
«Ti voglio bene.»
«Anche io, Taylor. Anche io.». Do un’ultima occhiata al cielo azzurro. Chissà se Alycia sta facendo la stessa cosa da quel suo grande giardino verde.




Angolo dell'autrice

E finalmente Eliza sta venendo a patti con i propri sentimenti. La situazione non è per nulla semplice, sa che confessarli ad Alycia rischierebbe di compromettere tutto il lavoro fatto fino ad ora, contando anche il fatto che Eliza non sa cosa le è capitato e Lindsey, da buona amica qual è, sta mantenendo il segreto.Al contempo, però, come le ricorda quest'ultima, non può assolutamente scappare. Alycia ha bisogno di Eliza e il fatto che sia riuscita finalmente ad andare in giardino ne è la prova assoluta, oltre al fatto che non è stupida e, infatti, ha notato subito che qualcosa non andava. Maia è capitata a fagiolo, ma riuscirà Eliza a non rivelare ciò che prova alla diretta interessata? Lo scoprirete nei prossimi capitoli, non vi preoccupate.
Grazie mille per le recensioni e per leggere e seguire questa storia. Spero che il capitolo vi sia piaciuto!

A venerdì!
   
 
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