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Autore: RedelNord    01/12/2020    1 recensioni
La storia riprende gli eventi accaduti in The North Remembers. Si svolge a partire dalla settima stagione della serie. I personaggi sono gli stessi. Ma la storia è destinata a cambiare.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte era buia, e gelida... Il vento, soffiava sfregando sugli stracci, la carne consunta, le armi e le ossa.

 

Un tintinnio, le redini di un cavallo... La neve, occhi azzurri, occhi di ghiaccio nella notte, mentre un lungo, scarno braccio, indica la strada in avanti, per incitare la lugubre armata della morte, ad avanzare... A prolungare la notte...

 

 

La danza di guerra proseguiva nel campo d'addestramento, il Lord Comandante e l'altro duellante, si scambiavano colpi vivaci e rapidi. Il meta lupo bianco restava sdraiato con la testa alta, per non perdersi nulla dello scontro.

 

Gli altri guardiani della notte, avevano interrotto la loro attività, per concentrare lo sguardo sui duellanti, senza ombra di dubbio i migliori spadaccini lì presenti, probabilmente tra i migliori mai visti...

 

 

Il Lord Comandante era rapido nei movimenti di gambe, mentre lo sfidante roteava la spada con innata maestria.

 

Ad un certo punto, questi si abbassò, schivando il colpo del bastardo, si portò sotto la sua guardia, e con un rapido movimento puntò la spada al suo petto...

 

Jon Snow alzò le braccia, il duello era concluso. “Sei migliorato Mik” disse poi, stringendo la mano allo sfidante. “E ti avrei battuto anche in meno tempo, ma mi volevo divertire.” Rispose l'altro con un sorriso sarcastico, anche Jon sorrise.

 

“Be, cosa state ancora a guardare? Tornate al lavoro!” Ricordò il Lord Comandante ai suoi uomini.

 

 

 

“Abbiamo fatto un buon lavoro qui, Jon. Siamo riusciti ad edificare delle difese supplementari, abbiamo reclutato altri uomini, e abbiamo la spada migliore di Westeros proprio qui.” Concluse Mik indicandosi, tronfio.

 

Jon si rimise il nero mantello sulle spalle, e si diresse verso i suoi alloggi, sempre seguito dal giovane Karstark.

 

“Lo so ma non basta. Il re della notte si avvicina, e non siamo in condizioni di batterlo.” Entrarono nella stanza. Jon si sedette alla scrivania, mentre Mik si sedeva sul letto e si sistemava le pellicce che gli facevano da casacca.

 

“Jon, ho riordinato la corrispondenza, ho messo davanti le lettere più importanti, sono due.” Davos accolse i due nuovi arrivati. E Mik fu felice di vedere quanto il cavaliere delle cipolle collaborava con loro. Aveva trovato una causa da servire, e in cui credere.

 

Il cielo fuori era pallido, e i rumori del castello arrivavano agli alloggi del Lord Comandante, smorzati e inconsistenti. Jon osservava la corrispondenza, aveva concentrato la sua attenzione ad una piccola lettera... La prima che Davos gli aveva indicato.

Mik non riusciva a vedere nulla a parte il bianco retro della lettera.

 

“Che succede?” Chiese il giovane Karstark accarezzando Spettro, che gli si era accoccolato sui piedi. “Viene da Grande Inverno...” Introdusse Jon, guardato Mik solo per un'istante.

 

“Arya?” Chiese lui, la cui attenzione si era riattizzata, Jon annuì: “E Sansa... Sono riuscite a sistemare le questioni ereditarie dei lord traditori, hanno ignorato la richiesta del Trono di Spade, di giurare fedeltà. Ma ora c'è un altro problema...”

 

“Jon, se vuoi che me ne vada...” “No, rimani Davos.” Il vecchio marinaio annuì e rimase in piedi a raso della parete alla destra di Jon.

 

Detto questo, il Lord Comandante si interruppe, e continuò a leggere... “Quale problema?” Chiese Mik impaziente, che ormai non concedeva più attenzioni al meta lupo albino. Jon allargò piano le mani, come per indicare a Mik che stava ancora leggendo, e che aveva bisogno di tempo. Questi annuì e distolse lo sguardo, aspettando...

 

“La nostra donna rossa se n'è andata.” Asserì Mikarion, deciso ad affrontare quell'argomento, argomento che lo incuriosiva, dopotutto Melisandre, aveva sempre insistito su come, Jon fosse il principe promesso. Su come lui solo, avrebbe potuto portare la luce, e salvarli dal re della notte... “Jon scambiò un veloce sguardo con sir Davos, prima che questi rispose: “Melisandre doveva andarsene, era giunta la fine del suo periodo qui, ci sono state... Alcune divergenze.” Questa spiegazione non rassicurava affatto Mik, che non aveva ottenuto una risposta, ma solo altre domande...

A lui era sempre sembrato che lei, ci tenesse a mantenere in salvo Jon, a divulgargli ciò che vedeva nelle fiamme...

Ora alla prima occasione era andata via, per non era dato sapere dove... Non dava idea di affidabilità, ma del resto non ne aveva mai data, non a Mik comunque.

 

Jon posò la lettera... “Allora?” Lo incalzò Mik... “Brutte notizie?” Il Lord Comandante restò in silenzio per alcuni istanti, che parvero mesi al figlio di Arthor Karstark, scambiò un rapido sguardo con sir Davos, poi si concentrò di nuovo su un punto non definito della scrivania...

 

“Allora!?” Chiese con maggior decisione Mik, ormai stanco di aspettare sempre i tempi degli altri.

 

“Ci sono due messaggi importanti: Arya, dice che ha ricevuto un corvo da Roccia del Drago: Daenerys Targaryen è sbarcata lì qualche tempo fa, Tyrion Lannister è il suo primo cavaliere... Porta tre draghi con lei...” Quest'ultima frase, Jon la pronunciò come se ancora stesse cercando di capire se quanto aveva letto e detto, fosse vero...

 

Mik sgranò gli occhi per qualche istante, ma gli passò presto. Aveva visto i non morti, non si stupiva più di niente...

 

“Arya richiede la mia presenza, sembra che la regina dei draghi voglia un giuramento di fedeltà, mia sorella vorrebbe esporle il problema dei non morti, desidererebbe inoltre che io andassi con lei per testimoniare a suo favore...” Jon spiegava mentre i due interlocutori, rimanevano silenziosi, a pensare a come dire la loro. Fu Davos il primo a parlare: “lady Sansa cosa ne pensa?” Si espose, interessato ad ascoltare altre versioni, per sua fortuna la lettera possedeva una risposta alla sua domanda.

“Anche di questo Arya è preoccupata, da quando Sansa è tornata a Grande Inverno, sembra che passi molto tempo con Ditocorto, e di lui non mi fido, potrebbe causare non pochi danni con la sua influenza. Ad ogni modo Sansa non è d'accordo, preferirebbe evitare un confronto con la Targaryen.”

 

“È una scelta sensata, nemmeno io mi fiderei...” Introdusse Davos, “ma?” Completò Jon. “Il fuoco uccide i non morti, me lo hai detto tu stesso... Cos'è che respira fuoco?”

 

Questa domanda retorica, portò il silenzio, e la tacita riflessione, nella stanza e nelle menti dei presenti.

 

Mik dubitava, era ovvio, e preferiva avere completa conoscenza di qualsiasi cosa Arya dovesse affrontare, ma era vero che in quel momento al nord non servivano altri nemici.

 

 

 

“E l'altro messaggio?” Chiese Mik...

 

 

 

 

“Questo messaggio... Proviene dalla Cittadella... Samwell Tarly, amico stretto e fidato di mio fratello ha fatto presente, che sotto Roccia del Drago, si trova un intero giacimento di vetro di drago...” Arya esponeva in alto il piccolo messaggio arrotolato.

Sansa rimaneva seduta ed ascoltava il resoconto della sorella. Ditocorto era in disparte, in piedi... Silenzioso ed attento...

 

 

 

“Ho ricevuto questo alcuni giorni fa... Da Roccia del Drago.” Detto questo, la regina del nord, mostrò un altro foglietto, che teneva nell'altra mano.

 

“Scritto da Tyrion Lannister, di suo pugno...” Il mormorio nella sala grande del castello si fece consistente. Il nome Lannister pronunciato al nord, ha lo stesso effetto che lasciar cadere del pane in un prato... Tutte le formiche si innervosiscono e si gettano su quel pane, azzannandolo da ogni parte...

 

 

“Ora, è il primo cavaliere della regina Daenerys Targaryen.” Il mormorio riprese, ma fu più sommesso, fu comunque abbastanza lungo da permettere ad Arya di scambiare un veloce sguardo con la sorella...

 

 

Sansa era seduta in disparte, sulla piattaforma principale, ascoltava con attenzione la regina.

 

“Se vogliamo credere a questo messaggio, oltre che a legioni di soldati possiede anche... Tre draghi...” Di nuovo la sala esplose di centinaia di commenti. Sansa notò che alcuni scuotevano la testa. Non ci credevano? Era strano, dopotutto sapendo degli Estranei, perché non credere ai draghi?

 

“Draghi? I draghi sono estinti maestà...” Lord Glover non tardò a dire la sua, e di nuovo Sansa si chiese come fosse possibile che non ci credesse. E lei ci credeva? Non ne era sicura, sinceramente non sapeva nemmeno se fosse una cosa positiva...

 

 

“Con tutto il rispetto lord Glover... Se io fossi in Daenerys Targaryen non spedirei corvi con messaggi contenenti vuote minacce... Abbiamo visto gli Estranei...” Quella parola fece sprofondare tutti nel silenzio più sconfortante mai sentito.

 

“Perché i draghi non dovrebbero esistere!?” Nessuno rispose, in effetti si trattava di una domanda retorica. Lord Glover si ricompose.

 

“La regina dei draghi, vuole detronizzare Cersei Lannister, e richiede il nostro appoggio...” “Il nostro appoggio?” La regina del nord, fu interrotta da sua sorella, che non aveva visto di buon occhio la parola 'appoggio' e preferiva un termine più specifico, sapeva in cuor suo, di parlare a nome di tutti i lord e le lady presenti.

 

Arya fissò per qualche istante la sorella, poi si voltò e rivolse il suo sguardo verso il pavimento.

 

Avviluppata in quella nuova cappa di pelliccia, sembrava ancora più piccola... Un piccolo essere, sulle cui spalle gravavano il peso di un regno, di un'armata inarrestabile e ora di tre draghi...

 

“Alla luce del suo desiderio di rivendicazione del Trono di Spade, è naturale aspettarsi che pretenda la nostra fedeltà.”

 

La voce tornò a tutti i presenti, sembrava che non ci tenessero a trattare con i Targaryen, d'altra parte, nessuno voleva affrontare i draghi, nessuno voleva altri nemici.

 

Sansa non parlava, ascoltava. Era presa e persa nei discorsi della regina. Arya era cresciuta, maturata, lo riconosceva. Somigliava a loro padre più di quanto non era mai stato. Ma Sansa rimaneva la sorella maggiore, e in un certo senso si sentiva sempre in dovere, di proteggere la sorella. Di ostacolarla se necessario, se le decisioni da lei prese, non erano viste di buon occhio da Sansa, la quale, aveva imparato molto dalla sua esperienza prima del ritorno a Grande Inverno.

 

Si dava della stupida per tutte le volte che aveva litigato con Arya, mettendola al secondo posto rispetto ad altre inutili persone, di cui ormai aveva quasi perso la memoria.

 

La famiglia era l'unica cosa importante, e spettava a lei proteggerla: Robb, Bran e Rickon erano tutti morti, Jon era lontano. Ora solo loro potevano mandare avanti quanto costruito in precedenza dalla loro famiglia. E Sansa si sentiva in dovere, di supervisionare ogni cosa ogni movimento, ogni piano della sorella. A volte pensava di star esagerando, ma poi si ripeteva che il fine giustifica i mezzi.

 

 

“Io ho deciso di accettare, di incontrarla...” Arya, si volgeva spesso da una parte e dall'altra della sala, per assicurarsi che tutti capissero quello che lei voleva far capire, e Sansa in quel caso, capì al volo, e non riusciva a crederci. Non solo lei, fu negativamente sorpresa da quanto detto dalla regina, e tutti lo fecero capire, mormorando con disappunto.

 

“Abbiamo bisogno del vetro di drago, miei lord. Mio fratello Jon, sa tutto sugli Estranei, sa che con il vetro di drago li possiamo uccidere. E soprattutto ci servono alleati! Non siamo abbastanza per fronteggiare i morti, e lo sapete tutti benissimo... Abbiamo condotto una lunga guerra estenuate per riconquistare il nord, a migliaia sono morti. Daenerys ha il suo esercito, e possiede il fuoco di drago!”

 

“Devo incontrarla, e persuaderla a combattere il re della notte al nostro fianco. Ho mandato un corvo al Castello Nero poco tempo fa, quando Jon arriverà, andremo insieme a Porto Bianco, e poi, navigheremo verso Roccia del Drago... Voglio che venga con me, perché lui conosce meglio quello che stiamo affrontando, e potrà aiutarmi a convincerla...”

 

 

Sansa rifletteva da un po' su cosa dire, e ora lo sapeva: “non ricordi cosa accadde a nostro nonno? Fu invitato a trattare dal re folle, e poi fu assassinato. Ora Daenerys è la figlia di quell'uomo, e gli Stark non fanno mai una bella fine al sud, questa è una trappola.” La voce di lady Sansa era decisa, convinta e non ammetteva repliche, la cosa che più lasciava stupita la ragazza, era che Arya era cambiata parecchio da quando era diventata regina del nord, non era più impulsiva ed istintiva, ed era comprensibile, non poteva più permetterselo, era la responsabilità...

 

 

“Potrebbe esserlo, ma non partirò sola, e poi sono convinta che se avesse voluto uccidermi avrebbe già sguinzagliato i draghi.” Il ragionamento della regina non faceva troppe pieghe, cionondimeno ai lord non andava giù la sua decisione.

 

E lord Glover non tardò di farlo sapere: “tuo fratello era il re del nord, tutti qui lo consideravamo la nostra guida, a sud ha trovato la sua sconfitta, e la sua morte... Non commettere il suo stesso errore...”

 

Lady Lyanna si aggregò alla protesta comune: “l'inverno è arrivato maestà... Tu sei la nostra regina, lo sei perché noi ci siamo fidati di te. Mikarion Karstark era solo un vigliacco, abbiamo trovato qualcuno che vale dieci volte lui, qualcuno che può condurci fuori dalla lunga notte. Abbiamo bisogno della regina del nord, al nord!”

 

Tutti annuirono, confermando quanto detto da lady Mormont...

 

Arya incassò il colpo ed annuì. Non era solo il mancato consenso, dopo parecchio tempo avevo sentito di nuovo il nome di Mik. Non sapeva cosa provare, una forte rabbia, certo ma non solo... Scacciò quel pensiero, quel pensiero che comunque, non l'aveva mai lasciata del tutto...

 

“Mi avete scelto come vostra regina... Non avrei dovuto esserlo, ma lo sono. E come obbiettivo principale avrò sempre quello di proteggere il nord. E farò sempre quanto necessario...”

 

Tutti attendevano il momento in cui avrebbe riconfermato la sua decisione. Sansa sperava che ci avesse ripensato. La giovane Stark rifletteva anche di come fosse possibile arrivare comunque ad un alleanza con la regina dei draghi, perché riconosceva come da soli non potevano nulla contro i morti e i vivi... Già perché Cersei Lannister, non aveva mancato di ricordare al nord di giurare fedeltà al Trono di Spade...

 

“E ora... È necessario che incontri Daenerys. Non possiamo farcela da soli! Abbiamo bisogno di quel vetro di drago, e di soldati... Come devo dirvelo, ci servono alleati! Potenti alleati!”

 

Sansa si alzò in piedi, “non sei costretta ad andarci tu! Puoi mandare un messaggero...” “No, lei è una regina, si aspetta che un sovrano parli con lei, devo andarci io, solo io posso convincerla, e Jon deve venire con me.”

 

“Stai abbandonato il nord...” “È un rischio che sono pronta a correre...” “Non io!”

 

Il botta e risposta fra le sorelle concluse lì. Con Sansa che si era ufficialmente rimossa la corazza, aveva sputato fuori, quanta paura effettiva, provava in quel momento. Non poteva sopportare di veder rischiare così la sorella, non dopo che si erano ritrovate...

 

Arya guardava in basso, solo poi, alzò lo sguardo sulla sorella... “Io devo andare... Lascio il nord nelle tue mani... Fino al mio ritorno Grande Inverno è tua...”

 

 

 

La notte era buia, e il viaggiatore cercava di scaldarsi con il piccolo fuocherello che aveva attizzato in mezzo alla prateria.

 

Ancora non ci credeva che lo stava facendo, si ricordò quanto successo poco prima...

 

Jon Snow aveva fatto preparare un cavallo quel pomeriggio. Mik non si era preoccupato più di tanto. Era convinto che di lì a poco se ne sarebbe andato, ma quando gli aveva detto che quel cavallo era per lui, il giovane Karstark non voleva crederci. Jon non aveva sentito ragione alcuna, e sir Davos aveva cercato di far ragionare Mik, dicendogli come in realtà fosse meglio per tutti. Così loro sarebbero rimasti lì dove servivano e lui, che di non morti ne sapeva quanto Jon, avrebbe potuto aiutare la causa della regina del nord.

 

La regina del nord... Io l'ho condannata a questo. Mik mangiava di malavoglia il suo tozzo di pane muffito. Pensava a quella notte, in cui se n'era andato, in cui aveva rinunciato a tutto.

 

Si era sempre ripetuto che aveva fatto la cosa giusta, ma ora si sentiva un fallito, si sentiva un codardo... E non riusciva ad immaginare come avrebbe reagito Arya vedendo lui, aspettandosi il fratello.

 

Probabilmente lei, gli aveva dato del vigliacco chissà quante volte, e si sa, se ti trattano tanto tempo in un modo, e ti chiamano con un nome, finisci per diventare quello che quel nome rappresenta.

 

 

Fu una lunga notte per Mikarion Karstark... Che non vedeva altro che fantasmi: tutti quelli che lui aveva amato erano cenere ora... Le poche persone a cui teneva, che erano ancora vive, ora non erano con lui. Si sentiva come maledetto... Come se fosse la sua presenza a portare la morte, a chi amava...

 

Ricordò la sua famiglia, ricordò Ross, Robb, Lindsay, Harry...

 

Si rigirava nella coperta, vicino al fuoco. Non aveva trovato locande, e non voleva tirare troppo il cavallo.

 

Si disse che quel freddo, quel gelo, quella sofferenza... La meritava. Meritava tutto, aveva maledetto tutti, e abbandonato Arya...

 

Pensò anche di scappare, ma fu solo lo sprazzo di un pensiero fugace e mai veramente preso in considerazione...

 

 

Mik pensò anche a Nymeria... La femmina di meta lupo si era molto affezionata a lui, pensò che sarebbe stata l'unica felice di rivederlo, perché anche per tutti i nobili del nord, lui era un vigliacco... Un traditore...

 

 

 

Improvvisamente Mik sentì un rumore provenire dai cespugli. Si alzò in piedi e sguainò la spada in tutta fretta. “Chi c'è?” Chiese, con la voce tremante per il freddo.

 

Dalle ramaglie, si palesò una figura spettrale, un'inquietante apparizione che fece riaffiorare a Mik ricordi terribili... “Ciao Karstark.” Le parole seguirono una risata breve... Ed agghiacciante nella sua semplicità.

 

 

Ramsay Bolton stava in piedi di fronte al giovane Karstark, non aveva niente di strano, era vestito come l'ultimo giorno...

 

Mik rimase sconvolto, lasciò cadere la spada, e si lasciò cadere. “Tu... Tu... Tu sei morto...” Ramsay alzò le spalle e si sedette accanto a Mik, “eppure sono qui...”

 

“Dev'essere la stanchezza, e quello schifo di birra dei guardiani della notte...” Provò a convincersi Mik.

 

“Non ha importanza perché io sono qui Karstark, ha invece importanza perché tu sei qui...” Lord Bolton, parlava allo stesso modo di sempre, non aveva cambiato nulla, per un'istante Mik, si chiese se fosse lì per aiutarlo...

 

“Lo sai perché sono qui, bastardo.” Disse Mik, che si era ricomposto, e con un legnetto sistemava il fuoco, messo a dura prova dal vento notturno...

 

“Che cosa ti avevo detto!? Nonostante tutto quello che hai fatto per loro, ora ti odiano! Dimmi, avevo torto?” Mik non rispose, non rispose perché sapeva di dovergli dare ragione, e dare ragione al mostro che aveva ucciso la sua famiglia, era l'ultima cosa che voleva...

 

“Dillo...” Mik scosse la testa: “vattene, tu sei morto...” “Dillo Mik, sarà meglio per entrambi...” Mik si copriva le orecchie, e ora gli sembrava che non uno ma cento Ramsay gli gridavano di dirlo... E ora li vedeva, erano tutti attorno a loro due. Il Ramsay principale non parlava ma continuava a fissare Mik, e rimaneva con un ghigno di goduria perversa stampato in faccia.

 

“Dillo!” “Basta! Basta! Avevi ragione! Avevi ragione! Ora vattene! Vattene!” Mik gridava questo mentre rimaneva a terra girandosi sull'erba...

 

 

Aprì gli occhi! Sentiva un caldo terribile, sudava freddo e caldo... La gola secca... Era stato tutto un incubo. Mik si allontanò dal fuoco e si appoggiò ad una roccia. Premette la fronte contro la stessa, e ne avvertì la superficie fredda, quello di cui aveva bisogno: raffreddare quella testa, la stessa testa che sembrava esplodere ad ogni pensiero, la stessa testa che fumava come un comignolo infernale...

 

Rimase lì tutta la notte, con ancora quelle immagini orribili nella testa... Ramsay poteva anche essere morto, ma sarebbe sempre rimasto vivo, nella sua mente...

 

 

 

 

 

 

Il volto austero e pietroso di Eddard Stark era illuminato dalla torcia sul muro. Arya rimaneva lì a fissarlo, a fissare la statua di suo padre.

 

Non sapeva cosa cercava, forse un po' di conforto, forse voleva semplicemente restare sola. Comprendeva l'apprensione di Sansa, e non sopportava il fatto che Ditocorto le stesse sempre appresso...

 

Lei lo aveva detto a Sansa: una sola parola, e gli taglio la gola. Sapeva che anche Brienne era dello stesso avviso. A volte immaginava come poteva essere finalmente sbarazzarsi di lui, ma la verità era che lui aveva portato le truppe della Valle di Arryn.

 

Armati, importanti... Fondamentali... Che lo mettevano nella posizione di non essere toccato. Ma giammai Arya avrebbe permesso, che lui, fosse mai in posizione per toccare sua sorella.

 

 

“Fui io a far riportare qui le sue ossa.” Una voce profonda e sicura di sé, si fece strada tra le oscure cavità delle cripte. Arya la riconobbe... Non si voltò... Non disse nulla...

 

“Le consegnai a Catelyn, come nobile gesto da parte di Tyrion Lannister.” Di nuovo Arya non disse nulla, finché il possessore di quella voce, non si mise di fianco a lei, ad osservare la statua.

 

“Porgi i miei saluti a Tyrion, quando lo vedrai.” Detto questo, Ditocorto tornò a fissare la statua. “Mi ha addolorato la sua morte. Tuo padre e io avevamo le nostre divergenze ma amava Catelyn... E l'amavo anch'io...”

 

“Non voglio sentirlo...” Bisbigliò Arya, che desiderava immensamente che quell'uomo la lasciasse sola. Sola ad osservare la statua di suo padre, e a pensare che non somigliava per niente a lui.

 

“Non dobbiamo nascondere la verità mia regina... Cionondimeno, dobbiamo ammettere che abbiamo bisogno l'uno dell'altra.”

 

Queste parole, stavano avendo un effetto opposto da quello desiderato. Arya ribolliva di rabbia, e sentiva la voglia di sguainare la spada, impellente e implacabile.

 

“Robb non era pronto per quello che gli era stato preparato. Ed era poco, tu devi essere pronta per quanto sta per arrivare. Tu sei la nostra unica speranza, l'unica difesa contro la tempesta imminente.”

 

Le parole di Baelish stavano risvegliando in Arya, la ragazza selvaggia e impetuosa che era sempre stata, ma ne risvegliavano solo le parti negative. E lei non aveva più voglia di rimanere lì... Non con lui.

 

Infatti fece per andarsene, ma fu bloccata da altre parole: “non hai motivo di dubitare... Hai molti nemici mia regina ma ti assicuro che io non sono tra questi.” Arya sperava che avesse finito, perché sapeva fino a che punto poteva controllarsi...

 

“Amo Sansa, come amavo sua madre... E tu sai che...” Non fece in tempo a finire che la giovane regina si voltò e gli diede una forte gomitata alla bocca dello stomaco. Baelish si piegò, e cadde sulle ginocchia. Così Arya, poteva guardarlo senza alzare lo sguardo...

 

Gli occhi di lei erano di fuoco, la bocca serrata in una smorfia di rabbia, rabbia che cuoceva sotto quello strato di finta calma, che per la giovane Stark era uno sforzo immane mantenere intatto.

 

Gli puntò un piccolo coltello alla gola, e lo prese per il bavero: “non osare mai più parlare della mia famiglia... Non pronunciare il nome dei miei fratelli. Io non voglio niente da te, io non ho niente da dirti! Noi non siamo amici chiaro!? Non credere che perché me ne vada, finisca tutto... Io te lo giuro sulla mia vita e sul nord. Tocca mia sorella... E ti faccio a pezzi con le mie mani...” La voce della giovane regina era un sussurro terrificante, quasi spettrale... Ditocorto era atterrito.

 

Arya gli rivolse un ultimo sguardo, stavolta di disprezzo, prima di uscire dalle cripte senza voltarsi indietro.

 

 

 

I giorni seguenti, le due sorelle Stark discuterono. Sansa non condivideva la decisione della sorella, ma la comprendeva e di questo la regina era grata...

 

Un viaggiatore solitario si appropinquava sempre di più alla roccaforte, dove un tempo, le voci dei lord, lo avevano acclamato come re.

 

I fantasmi vagavano per la sua testa senza dargli tregua, ma lui proseguiva...

 

 

Arrivò a Grande Inverno una mattina fredda e nevosa... Pallida.

 

Il vento agitava il nero mantello, mentre il cappuccio lo proteggeva dalla neve e dal gelo.

 

 

Si presentò con il suo nome, fu fatto entrare e condotto al cospetto della regina, senza essere annunciato...

 

Entrò nella sala grande. Arya stava seduta al tavolo sulla piattaforma, metre Sansa stava al suo fianco.

 

“Jon...” Disse la giovane regina. Ma la sua espressione cambiò, quando il viaggiatore si tolse il cappuccio, rivelando il suo vero volto...

 

 

 

 

Rieccomi amiche ed amici! Non vi libererete di me tanto facilmente! Sono tornato, è tornato il Trono di Spade... Allora come ben sapete questo è il sequel della fanfic che ho scritto in precedenza, se non la conoscete... Cosa fate ancora qui!? Andate a leggerla!

 

Ad ogni modo i nostri protagonisti sono tornati, più carichi che mai, per iniziare con voi una nuova travolgente avventura.

 

Un abbraccio, dal vostro RedelNord.

 

   
 
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