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Autore: Anphitrite    02/12/2020    0 recensioni
« Now I'm not looking for absolution
Forgiveness for the things I do
But before you come to any conclusions
Try walking in my shoes....»

Quattro anni dopo l’abbandono del Settore Z e dei suoi amici dopo aver compiuto 13 anni - nel cuore di David c’era sempre stato posto solo per una persona: Ashley. Per lui non era stata semplicemente una compagna di squadra.
Lei, Ashley, non era solo un’amica, no, per lui era molto di più. Ora, a distanza di anni, David era deciso a confessarle ciò che provava per lei ma al contempo non sapeva se quel gesto gli avrebbe offerto un destino roseo oppure sarebbe stato circondato da spine.
Personaggi:[Delightful Children From Down the Lane/Sector Z (David - Numbuh 0.2/ Ashley Numbuh 0.3) & OC]
CAPITOLO 6 INSERITO - AGGIORNATO IL 25/03/2021
Genere: Sentimentale, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Salve a tutti/e! Torno di nuovo qua, dopo un lungo letargo con questa fanfiction dedicata a questa serie che ha segnato la mia infanzia ovvero Codename: Kids Next Door, di cui conservo sempre un bellissimo ricordo della mia fanciullezza Trovo sia un vero peccato che sia passata molto sottobanco qui in Italia. Per questa storia, come sempre la mia ispirazione è la musica e questa volta i Depeche Mode (band britannica che ho sempre amato) faranno da cornice ai capitoli che si susseguiranno.

SPOILER! 
 
Per chi ha visto il film Operazione Z.E.R.O: nel film si scopre che i Signorini Perfettini, non erano altri che il mancante Settore Z che, su confessione di Padre (Benedict Uno), furono rapiti per poi essere imprigionati nella Camera del Perfezionamento. Purtroppo gli effetti del Perfezionamento sugli sventurati ragazzi furono irreversibili, se non permanenti.  
 
NdA: David è sempre stato il mio preferito della cerchia dei Perfettini e dopo che ho scoperto che erano i membri del mancante Settore Z lo è diventato ancora di più, tant’è che poi sono diventata amante della coppia David/Ashley (Numbuh 0.2 / Numbuh 0.3). 
 
Chi ha seguito interamente questa serie animata, capirà senz’altro a cosa mi riferisco...! 

Detto questo... Vi auguro una Buona lettura!
 

 
Capitolo I - Precious
 
Quando fu costretto ad abbandonare il Settore Z aveva appena compiuto tredici anni. E chi raggiungeva quell’età, la regola base del Kommando stabiliva che chi raggiungeva tale età doveva abbandonare il proprio in quanto solo i bambini fino ai dodici anni potevano farne parte. Ancora adesso David ricorda tutto quello che era successo quella notte, quando il gruppo di ragazzi decise si riunirsi in un parco poco distante dalla casa di Lenny.
 
David Garrison non voleva lasciare quella che per lui era stata come una seconda famiglia. Non voleva lasciare Bruce - il piccolo ma tosto Leader del Team - Lenny, Constance e Ashley. Insieme, tutti e cinque avevano affrontato vittorie, sconfitte ma anche risate, momenti di spensieratezza ma anche momenti tristi. Quattro dei cinque ragazzi si trovavano lì, seduti su una panchina di legno mentre il loro piccolo grande Capo, Bruce, era in piedi su uno scivolo proprio di fronte a loro.

«Perchè bisogna arrivare a questo?» chiese David, osservando per un istante il cielo stellato.

«Le regole parlano chiaro, mio caro compagno.» disse Bruce, percorrendo il bordo dello scivolo con una sicurezza tagliente.


«Ormai hai compiuto 13 anni, David... e il codice del Kommando lo conosci.» 
 
David si portò le braccia al petto. Una grande sensazione di angoscia lo pervase. 
 
Non voleva farlo, ma doveva. 
 
Sentendo il forte disagio che il suo amico provava, Lenny decise di mettersi accanto a lui porgendogli una mano sulla spalla per confortarlo. L’esile e alto ragazzo sorrise a quel suo gesto. 
 
«Grazie, amico mio...»
 
«Non devi ringraziarmi. Dopotutto, a che servono gli amici?»
 
David e Lenny avevano sempre condiviso un rapporto di amicizia molto speciale: insieme si sono sempre divertiti combinando scherzi di ogni genere, cacciandosi anche nei guai più disparati e quando David era giù di morale Lenny era sempre lì, pronto a farlo ridere e a sollevargli l'umore. Era proprio questo il bello dell'amicizia: la  condivisione di gioie, risate, pianti, dolori e sostenersi a vicenda nel momento del bisogno.
 
“Questa cosa mi distrugge...” pensava David, mentre i suoi intensi occhi verdi stavano per colmarsi di lacrime. Si voltò per un istante: non voleva farsi vedere vulnerabile davanti agli altri. Non avrebbe potuto sopportarlo.
 
«Quanto detesto piangere davanti a qualcuno...» bisbigliò tra i denti, con la voce rotta dal pianto e i pugni serrati, tremanti per l'emozione. 
 
«Non devi vergognarti di quello che sei. - disse Bruce, osservandolo con fare comprensivo - Non vergognarti delle tue lacrime. So che è doloroso quello che sta succedendo: prima o poi accadrà a ognuno di noi e sarà spiacevole. Per noi sei stata la voce della ragione e come un fratello maggiore, e sappi...»
 
Fu allora che Bruce fece un balzo e saltò sulle spalle di David, mettendosi a cavalcioni sopra di lui.
 
«... che non ci sarà mai nessun altro come te. Tu sei unico e avrai sempre come dei fratelli su cui contare, ovvero... noi!» disse il piccolo ma tenace Leader, abbracciandolo forte.
 
«Già, anche se non saremo più parte della squadra in futuro, non dimenticare che tu potrai fare sempre affidamento anche su di me!» esclamò Lenny, sferrandogli prima una pacca poderosa sulla spalla e poi tirandogli forte un orecchio.

«Ouch!» disse David, ridendo. «Su questo puoi contarci!»
 
«E me.» disse timidamente Costance. Essendo bassa di statura, ella si limitò ad abbracciare forte le sue lunghe ed esili gambe.
 
«E anche me.»
 
All'improvviso David sentì una mano sulla spalla. Si voltò a fatica poichè aveva Bruce ancora sulle sue spalle e Costance abbracciata alle sue gambe. Quella mano sulla spalla e quella voce fiera e sicura appartenevano ad Ashley. 
 
"Ashley..." 

David avvertì un intenso palpitare nel petto martellargli con insistenza non appena incrociò lo sguardo della bionda ragazza: c'era un segreto che infatti il ragazzo aveva sempre tenuto ben custodito per tutti questi anni. Egli aveva imparato a conoscere bene quella ragazza dai lunghi capelli dorati e lo spirito fiero e inizialmente, anche se pensava che sarebbe nata soltanto una buona amicizia, con l'andare del tempo scoprì che quell’amicizia si sviluppò in qualcosa di molto più intenso per lui: David si era innamorato di lei e aveva iniziato a considerare Ashley uno spirito molto affine su certi aspetti mentre per altri erano totalmente diversi. Eppure si meravigliava sempre come l'immensa fierezza di lei e la calma e la timidezza di lui riuscivano ad intrecciarsi armoniosamente.  

Ashley era tosta, leale e orgogliosa a tal punto da non osare mai mostrare le sue debolezze davanti a chiunque, nemmeno davanti ai suoi compagni di squadra. Lui riflessivo, timido, calmo e assai protettivo e generoso nei confronti delle persone che gli volevano bene ma al contempo competitivo e determinato. 
 
Agli altri membri del Team sarebbe piaciuto vederla mettere in mostra anche il suo lato femminile ma, testarda com'era, non osò mai farlo. Ashley odiava mettersi in ghingheri: non faceva parte del suo modo di essere. 

«La femminilità è nascosta nell’anima di ogni persona.» così diceva sempre lei, incrociando le braccia al petto. E a David, Ashley piaceva così come era. Era proprio la sua forte personalità a fargli battere il cuore ogni volta. Per lui era diventata non solo un’amica e una fedele compagna di squadra. 
 
Ashley era speciale, in ogni verso.

Appena Bruce scese lentamente dalle spalle di David, quest'ultimo si chinò per per poi abbracciare forte coloro che lo hanno accompagnato in questa lunga serie di avventure. 

«Vi voglio bene... Non smetterò mai di ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per me, per le emozioni che mi avete donato... mi avete regalato molto di più... è qualcosa che va oltre le parole, credetemi... e sappiate che non dimenticherò mai nessuno di voi.» sussurrò lui. 

Tutti e cinque i ragazzi rimasero abbracciati per qualche secondo e una volta alzatosi, lo
 sguardo di David andò a posarsi su ciascuno dei suoi compagni ma lo sguardo che posò su Ashley fu leggermente più duraturo e più intenso: voleva ricordarsi ogni cosa di lei. Il suo volto, il suo sorriso, la sua incredibile forza, ogni sua risata... ogni cosa. Una rapida scintilla attraversò i suoi occhi verde smeraldo, già lucidi per l'emozione.

"Diglielo, David... diglielo, ora! Sei ancora in tempo!" pensò. Ma ogni suo timido sentimento che, fino a quel momento, aveva provato per lei veniva istantaneamente soffocato dalla paura. 
 
La paura.
 
Paura di essere rifiutato, di essere visto con occhi diversi non soltanto da Ashley ma anche dai suoi amici. 
Restò in silenzio per un breve momento, cercando di non piangere finchè David scelse di percorrere la via più facile: preferì tacere, lasciando che quel forte sentimento  scuotesse il suo animo come un mare in tempesta.
 
"Perdonami..." disse nella sua mente, completamente affranto. Strinse la sua coppola grigia tra le mani con la "Z" cucita, giurando a se stesso e ai suoi cari compagni che l’avrebbe conservata come ricordo dei bei vecchi tempi. 

«Ci rivedremo e resteremo sempre uniti, è una promessa!» disse per poi alzare in alto il berretto e scuoterlo. Anche gli altri suoi compagni fecero lo stesso, sollevando in aria i loro copricapi al grido di "Settore Z per sempre!". 
 

Dopo quel commosso congedo, il giovane si avviò verso casa e una volta arrivatoentrò dalla finestra della sua camera, arrampicandosi sui tronchi robusti dell'enorme quercia che stava in giardino. Agile com'era non ebbe alcuna difficoltà a entrare ma al contempo sapeva benissimo che le sue due sorelle, Rosalind e Diane, lo avevano sentito arrivare. 

"Sono certo che Diane sarà ancora sveglia: lei senza di me, fa sempre una gran fatica ad addormentarsi." pensò il ragazzo, con un dolce sorriso sulle labbra. 

Appena entrò nella stanza, chi trovò ad attenderlo? Proprio lei, la piccola Diane, la sua sorellina di 6 anni. Era seduta sul suo letto con indosso una camicetta da notte color ciclamino. 


«Immaginavo fossi ancora sveglia, lo sai? - sussurrò David, senza farsi sentire - Quante volte ti ho detto che non devi andare a nanna tardi? E poi non devi preoccuparti per il tuo fratellone grande e grosso.» 
Da bravo fratello maggiore cercò di consolare la piccola, dandole un bacino sulla fronte e accarezzando la sua testolina. La bimba osservò il fratello con occhi lucidi, era incredibile quanto gli somigliasse: entrambi avevano gli stessi intensi occhi verdi, gli stessi capelli bruni ma con una piccola differenza: Diane infatti aveva le lentiggini. La loro sorella maggiore Rosalind, di sedici anni, anche lei fisicamente era magra, alta e con occhi verdi intenso ma i capelli color castano dorato e la carnagione chiara e lentigginosa li aveva ereditati dal loro papà. 

«Su, vieni qui piccola scricciola.» disse David, sedendosi sul letto e prendendo in braccio la sua amata sorella. Diane cambiò subito espressione non appena si trovò tra le braccia del suo fratellone. 

«Sai che non riesco a dormire quando tu non ci sei. Se ti voglio così tanto bene non è colpa mia.» disse timidamente Diane.

«Voler troppo bene a qualcuno non è una colpa, anzi, è una cosa molto bella. Mi preoccuperei del contrario!»
 
Improvvisamente, gli occhi della bambina si posarono proprio sul berretto che il fratello teneva ancora tra le mani.

«Cos'è quel berretto?» chiese perplessa la piccola, guardando molto incuriosita la coppola. David sospirò: sapeva che a Diane non le si poteva nascondere nulla, neanche la più piccola delle bugie.
 
“Farò bene a raccontarglielo?” pensò, perplesso.

«E' una lunga storia...»

«Davvero? E di che cosa parla questa storia? È bella almeno?»
 
«Sí, certo che è bella... ma è meglio che te la racconti un’altra volta, ok? Adesso cerchiamo di andare a letto.»

«Ma io voglio saperlo!» esclamò lei, mettendosi in piedi sul letto.

«Non urlare, Diane!
» ribatté lui, sussurrando. David sapeva che Diane era incredibilmente curiosa e anche molto testarda quando voleva. Cercava di calmarla ma la bimba cominciò a mugugnare e a supplicare perché il suo adorato fratello gli raccontasse le avventure che aveva vissuto  all’interno dei Kids Next Door. David era molto bravo a raccontare le storie e gli piaceva trasportare nel suo mondo di fantasia di bambina la sua sorellina, e ci riusciva.
 
«Dai, ti prego.....»

David aggrottò la fronte, con fare pensieroso. Rimase in silenzio per qualche secondo finché prese una decisione.

«E va bene, permesso concesso. Salta a bordo!»

Diane fece salti di gioia, come se non avesse aspettato altro in vita sua. Si mise sotto le coperte e si accucciò, in attesa di ascoltare quello che suo fratello aveva da raccontarle. Non vedeva l'ora!

«Ritieniti fortunata ad avere un fratello maggiore dal cuore d'oro.»
 
Fu allora che David iniziò a raccontare alla piccola bimba tutto quello che aveva passato insieme ai suoi compagni di avventura del Settore Z, partendo dal principio. 
Per tutto il tempo, gli occhi di Diane brillarono di curiosità ed euforia mentre nella sua testolina si immaginava suo fratello mentre affrontava missioni incredibili insieme a Bruce, Ashley, Lenny e a Constance. 
Per tutto il tempo, mentre raccontava nel cuore di David si albergò una malinconia devastante. 
 
«Wow! Ma è... fantastico!» - esclamò entusiasta Diane - «Davvero hai affrontato tutto questo? Sapevo che il mio fratellone era coraggioso, ma non così tanto!»
 
«Quello che ti ho raccontato, è tutto vero. - replicò David, accarezzandole la testa - Se non fosse stato vero, non ti avrei raccontato la storia che si cela dietro a questo berretto.»
 
«Credi... che ne farò parte anch’io un giorno?»
 
«Tutto è possibile, chi lo sa?» rispose lui, sorridendo e pizzicandole una delle sue guance morbide.
 
In realtà David sperava che la sua sorellina, un giorno, potesse entrare a far parte della cerchia dei Kids Next Door e intraprendere la stessa vita avventurosa che aveva vissuto lui. Ci sperava davvero ma per scaramanzia, preferì rimanere sul vago.

«Ti voglio tanto bene, fratellone.» sussurrò la sorellina, baciandogli la guancia e avvinghiandosi a lui.
 
«Ma mai quanto te ne voglio io.» rispose David per poi prendere in braccio Diane e riempirla di baci. 

«Ma ora... meno chiacchiere e più nanna: è tardi!» disse improvvisamente, con tono fermo.

«Ok, scusa...» sussurrò Diane, fiondandosi sotto le coperte.
 
Mentre raccontava la storia, David si era messo la sua camicia da notte. Entrambi si misero a letto e il giovane non esitò a stringere la sorellina in un abbraccio caldo in segno di protezione e affetto.

«Diane.»

«Sí, David?»

«Mi prometti che non racconterai a nessuno di tutta questa storia? Questo è un segreto che deve rimanere tra me e te. Nessun altro deve saperlo.» disse David, sperando di poter contare sulla fiducia della sua sorellina.

«Sicuro fratellone, sarà il nostro segreto.»

David sorrise dolcemente e diede un tenero bacio sulla guancia della bambina.
 
«Sogni d’oro, Diane. Cerca di sognare tante cose belle.» disse per poi darle un altro bacino, questa volta sulla fronte. 
La bimba si accoccolò ancora di più sul petto del fratello, cercando il suo calore. A quel gesto, il cuore di David si sciolse.

«Buonanotte fratellone.»

"Beata te, sorellina mia che potrai dormire sonni tranquilli... io dubito che riuscirò a fare lo stesso..." pensò.

E difatti, David non dormì affatto. 
Ciò che lo spaventava di più era la solitudine ora che aveva ufficialmente abbandonato il Settore Z e l'indomani si sarebbe svegliato con una prospettiva del tutto nuova della sua vita. 

Si chiedeva a se stesso come se la sarebbero cavata i suoi amici senza di lui, senza la loro voce della ragione mentre la sua dolce sorellina Diane dormiva beatamente accanto a lui. 



"Precious and fragile things
Need special handling
My God what have we done to you?


We always tried to share
The tenderest of care
Now look what we have put you through"
  
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