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Autore: PensieriLeggeri    02/12/2020    1 recensioni
C’erano solo Marco e Isabella, vogliosi finalmente di conoscersi. Lui la vide tutta intera, nel suo cappotto nero lungo fino ai piedi e con quel sorriso travolgente capace di illuminare ogni stanza. Lei, soddisfatta delle risposte ricevute alle sue strane domande, quella sera lo osservò sotto ad una luce diversa, sarà stata la magia del Natale. E desiderarono entrambi di innamorarsi: lui nuovamente e lei per la prima volta. Era forse questa la follia?
[Questa storia partecipa al contest “Voglia di tè (II edizione)” indetto da elli2998 e Inchiostro_nel_Sangue sul forum di EFP]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AMANTES AMENTES
 



 
 

Isabella voleva sentirsi grande, voleva sempre sentirsi grande. Ma quella sera, anziché la solita bevanda alcolica, al cameriere aveva ordinato un infuso. Era dicembre e fuori faceva freddo. E lei aveva solo voglia di sentire calore e bisogno di sciogliersi un po’. Rigirò la tazza tra le mani per scaldare le dita paffute, il rumore metallico degli anelli che sbattevano sulla scodella rimbombava nella sala; scottava troppo e la riposò sul tavolo. Era aromatizzata ai frutti di bosco, quel sapore dolce e deciso che tanto le piaceva. Lo cercava ovunque: nelle tisane, nei bagnodoccia, nei profumi, negli uomini. Dolci e decisi. Qualche tempo prima Isabella aveva letto che gli infusi ai frutti di bosco avevano la proprietà di proteggere il cuore – certo lei sapeva che gli studiosi intendevano il cuore in senso fisico, ma perché non pensarlo anche in senso metaforico? Infondo a lei piacevano i frutti di bosco e voleva anche proteggere il suo cuore, tutto le sembrava cucirsi perfettamente addosso, come fosse un vestito fatto su misura.
In quel momento Isabella si sentiva solo piccola e ingenua per aver invitato Marco a uscire. Si erano seduti nel tavolo più isolato di tutto il bar, cercando di non dare nell’occhio. Lei ormai aveva ventiquattro anni, l’università era quasi finita e si stava affacciando per la prima volta al mondo degli adulti. Davanti a lei era seduto Marco, che di anni ne aveva ben quaranta e, come se questo non bastasse, aveva anche una figlia. Isabella stava forse impazzendo? Certo, le erano sempre piaciuti gli uomini più grandi, ma Marco era un amico di famiglia e ora lei non riusciva più a scrollarsi dalla mente le facce sconvolte dei propri genitori. Prima o poi avrebbe dovuto rivelar loro il suo piccolo segreto, cercava solo di rimandare il più possibile. Sì, stava sicuramente impazzendo. Chissà a cosa aveva pensato quando gli inviò quel messaggio: “Mercoledì ci vediamo?”.
 
Marco era a disagio, lo si poteva notare da come si passasse nervosamente la mano tra i capelli ricci; erano castani e in contrasto con gli occhi verdi. Il maglione color bottiglia che indossava li facevano risaltare bene. Indubbiamente non era una casualità: aveva impiegato una buona mezz’ora solo per decidere come vestirsi, infondo non era più abituato ad un appuntamento. Un conto era scambiarsi qualche messaggio con un’altra persona, un conto invece era uscire assieme.
Da qualche anno sua moglie – ormai ex moglie – lo aveva lasciato, chiedendo il divorzio. E il mondo gli era crollato addosso. Tre giorni a settimana passava a prendere Eva, sua figlia, all’asilo e passavano il resto della giornata assieme. Viveva per quello, in funzione di quello. Una figlia ti stravolge la quotidianità, ora lo sapeva anche lui. Tutti gli amici gli avevano detto di provare a ricostruirsi una vita, infondo aveva solo quarant’anni, era ancora giovane. Ma Marco non aveva ancora trovato nessuna per cui valesse la pena rischiare, si era abituato ad una vita ordinaria. Forse aveva solo paura di sentire di nuovo le farfalle nello stomaco, oppure paura di non riuscire a sentirle mai più.
Quel mercoledì sera non si sentiva per niente giovane, era solo impacciato. Impossibile non sentirsi vecchi quando davanti a sé si ha una ragazza come Isabella. Lei era bionda, i capelli lunghi le ricadevano oltre le spalle, accarezzandole i seni; gli occhi azzurri si nascondevano dietro ad un paio di occhiali dalla montatura leggera. Era disarmante, questo Marco lo aveva notato negli ultimi mesi. Avevano iniziato ritagliandosi sempre più tempo per parlare da soli quando Marco andava a trovare i genitori di Isabella, poi qualche sporadico messaggio inviato con delle scuse banali. E ora si trovavano entrambi lì, nella loro prima vera uscita. Marco stava forse commettendo un follia ad essere seduto sulla sedia di quel bar? Cosa poteva condividere con una donna di quindici anni più piccola di lui? Chissà a cosa aveva pensato quando le rispose a quel messaggio: “Ne sarei felice”.
 
Quella sera offrì Isabella, dopotutto era stata lei a invitarlo. Lasciato il bar sotto gli occhi sorpresi del cameriere, si incamminarono tra le desolate vie della città. Era freddo e non c’era quasi nessuno in giro, solo loro due che, timidi, erano riusciti a conversare del più e del meno. Le luci natalizie illuminavano le vie, gli alberi erano addobbati a festa e nelle vetrine ormai spente dei negozi tutto era pronto per il Natale.
La giovane ragazza ad un certo punto si fermò, trasse un respiro profondo – anche Marco lo aveva sentito – e pose una domanda che lo spiazzò. “Di cosa hai paura?”. Perché Isabella era fatta così, non aveva mezze misure. Quando le interessava qualcuno veramente, voleva sapere tutto di lui: sogni, paure, ambizioni. Voleva scoprirlo giorno dopo giorno, conoscerlo, spogliarlo. Senza avvisare in anticipo, cogliendolo semplicemente di sorpresa. E ci riuscì, perché Marco per la prima volta dopo tanti anni risentì le farfalle nello stomaco. Pensava di essere rimasto senza parole, ma poi come un fiume in piena queste gli uscirono dalla bocca, trasformandosi in suoni. Iniziò a lasciarsi scavare l’anima da una ragazza, una ragazza che ora riusciva finalmente a vedere come una donna. In un batter d’occhio non c’erano più due persone con età differenti, appartenenti a realtà troppo lontane anche solo per sfiorarsi. C’erano solo Marco e Isabella, vogliosi finalmente di conoscersi. Lui la vide tutta intera, nel suo cappotto nero lungo fino ai piedi e con quel sorriso travolgente capace di illuminare ogni stanza. Lei, soddisfatta delle risposte ricevute alle sue strane domande, quella sera lo osservò sotto ad una luce diversa, sarà stata la magia del Natale. E desiderarono entrambi di innamorarsi: lui nuovamente e lei per la prima volta. Era forse questa la follia?
Marco fece un passo in avanti e Isabella subito capì: un bacio a fior di labbra, mentre gli occhi ridevano e i cuori facevano le capriole come mai prima di allora.
 
 
“Forse sono pazzo di te, Isabella.”
“Forse stiamo solo impazzendo entrambi.”
 


 
 

 
 
 
Note dell’autrice:
Eccomi di nuovo qua con questa one shot che partecipa al contest “Voglia di tè (II edizione)” indetto da elli2998 e Inchiostro_nel_Sangue sul forum di EFP. Il prompt da me scelto è Infuso ai frutti di bosco + chi sta impazzendo tra noi due? – spero di averlo reso abbastanza bene!
Al Liceo non sono mai stata una cima in latino, ma il titolo “Amantes amentes” dovrebbe voler dire “gli amanti sono dei pazzi”. È una citazione di Terenzio, mi sembrava coerente con la one-shot.
Come sempre, mi piacerebbe sapere una vostra opinione (sia positiva che negativa – ovviamente).
Un bacio, a presto
 
Carlotta
   
 
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