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Autore: Biblioteca    02/12/2020    0 recensioni
Salazar Serpeverde, Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero stanno ultimando la costruzione del castello quando ricevono una visita inaspettata: un fantasma che si fa chiamare Frate Grasso, che vuole infestare il castello.
Ma chi è questo fantasma? Perchè proprio Hogwarts? E perchè Godric sembra non accettarlo?
Queste e altre domande troveranno risposta nella storia che leggerete...
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frate Grasso, Godric Grifondoro, Priscilla Corvonero, Salazar Serpeverde, Tosca Tassorosso
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Quattro fondatori per un castello'
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“Priscilla sta bene. Probabilmente avrà il raffreddore dopo questa avventura, ma si riprenderà presto. Deve solo ” Disse Tosca calma “E Salazar invece?”
“Anche lui sta bene.” Rispose Godric “Mi ha mandato per sapere di Priscilla e vorrebbe anche un po’ di vin brulé caldo.”
“Verrò a preparare un calice al più presto. Torna pure da lui e avvisalo che è va tutto bene. Forse più tardi Priscilla vorrà anche vederlo per ringraziarlo meglio.”
Godric salutò la strega con un inchino e tornò dove aveva lasciato Salazar: nella cucina davanti al camino, in compagnia del Frate Grasso.
Camminando lungo il corridoio, Godric pensò a lungo a quanto accaduto: sarebbe dovuto essere lui quello che avrebbe dovuto buttarsi nel lago visto la sua fama di mago coraggioso. E invece era stato Salazar, spinto forse da qualcosa che andava ben oltre il semplice coraggio. Qualcosa che però non avrebbe mai ammesso nemmeno a se stesso, chiuso com’era.
“Però questo dimostra chiaramente che anche Salazar ha un lato chiaro… oscurità e luce coesistono in ogni mago.”
Arrivato in cucina, Godric notò che Salazar teneva nel palmo della mano il medaglione dorato che gli aveva passato prima di buttarsi in acqua. Lo stava mostrando al Frate Grasso, che tuttavia non sembrava entusiasta.
“Questo è molto, molto più di un cimelio di famiglia. È stato fatto apposta per me, quando diventai un uomo dopo un lungo e logorante esame che ho affrontato da solo nella palude. È il simbolo della nostra famiglia, l’iniziale del mio nome, la prova che io, Salazar Serpevere, ho superato le prove  magiche imposte da mio padre. È la prova che io ho la potenza e posso averne ancora!” spiegava orgoglioso il nobile mago.
Il fantasma del Frate Grasso annuiva: “Certamente è un pezzo di nobile fatturato, ma da frate scelsi di rinunciare alle ricchezze terrene, quindi ammetto di non capirne molto.”
Solo quando Godric fece un colpo di tosse, si accorsero di lui.
Immediatamente Salazar si alzò in piedi nervoso.
“Allora!?”
“Priscilla sta bene. Tosca dice che potrebbe avere un raffreddore, ma che è sicura che si riprenderà. Più tardi potrete anche andarla a vedere.”
Gli occhi di Salazar per un momento parvero illuminarsi, poi però distolse lo sguardo e diventò cupo: “Sarebbe sconveniente avvicinarla adesso. La saluterò quando se la sentirà di uscire dalle sue stanze.”
“Io credo, milord, che se milady Priscilla è stata salvata da voi è più che giusto andarla a trovare anche durante un’eventuale convalescenza. Non credete anche voi, milord Godric?” fece il Frate Grasso sorridendo.
Godric per la prima ricambiò il sorriso del fantasma. Poi si rivolse, sempre sorridente, a Salazar: “Penso anch’io così, anzi, lo pensa anche Tosca. Priscilla vorrà sicuramente ringraziarvi.”
Salazar sembrò arrossire sotto la barba, ma era difficile dirlo perché fissava le fiamme e non replicava a nessuno dei due.
“E Tosca sta venendo qui per il vin brulé.” Aggiunse Godric
“Ah!” fece il Frate Grasso “Sarà bello poter sentire di nuovo la cannella.”
“Perdonatemi Frate, vorrei chiedervi una cosa.” Fece Godric. “So che non esiste un modo delicato per chiederlo quindi sarò diretto: qual è stata la causa della vostra morte? E perché siete un fantasma?”
La domanda stupì molto Salazar che si voltò di scatto a osservare l’altro mago.
Il fantasma del Frate Grasso, invece, si rabbuiò molto.
“Purtroppo, posso rispondere con certezza assoluta solo alla seconda domanda. Per la prima, purtroppo, la verità è che non lo so con esattezza. Tra i vivi circolano due versioni diverse ed entrambe sono valide. Come vi ho detto stamane, sono cresciuto in convento e lì addestrato alla magia. Ma sono rimasto tra i frati per Fede sincera. Vedevo la mia magia come un dono del Signore, qualcosa di utile per aiutare gli altri. Avevo anche un sogno: diventare cardinale. Volevo farlo per mettere pace tra la Chiesa e il mondo magico, per favorire la magia a scopi benefici per tutti. Anche per questo, quando il vaiolo appestava la gente, non mi facevo scrupoli a usare la bacchetta e le pozioni per curarli. Sapevo che c’erano tanti altri come me, credevo sarei stato al sicuro. Ma molti fratelli non capirono il mio dono. Cedettero che era frutto di qualche forma di patto con il Diavolo, la figura più negativa nella nostra religione. Ebbene, ora devo confessare che avevo un solo grande peccato dal quale non riuscivo a liberarmi: quello della gola. Ogni tanto, di notte, scendevo nelle dispense e prendevo qualcosa da mangiare… una notte, dopo il mio solito pasto notturno, ho avuto un forte mal di pancia. Ma mentre tornavo nella mia cella… sono morto…”
Scese un cupo silenzio nella cucina, che durò un bel po’.
“Qualcuno sapeva e ha avvelenato il cibo. Non so se sono stati i miei confratelli perché mi credevano un demonio o il cuoco perché sospettava che ci fosse un ladro notturno. Comunque sono stato avvelenato. Ho vissuto tutto questo come una profonda ingiustizia, provando una rabbia immensa, a cui è seguita la paura profonda: la paura di finire all’Inferno o peggio di essere deluso, di scoprire all’improvviso che tutta la mia Fede fosse in realtà una bugia. E poi ho sentito anche un dolore profondo per non essere diventato cardinale, per non aver realizzato il mio sogno…”
Ora il fantasma del Frate Grasso sembrava veramente completamente distrutto dal dolore.
“E alla fine mi sono ritrovato… così. Suppongo mi sia anche andata bene. L’oltre forse è un mistero che è meglio non svelare.”
Seguì un’altra cupa e lunga pausa. Poi Godric avanzò e disse: “Puoi restare con noi, Frate Grasso.”
Il fantasma spalancò occhi e bocca dalla sorpresa.
Anche Salazar osservò l’altro mago con chiaro stupore.
“D’ora in poi, se lo vorrai, questo castello sarà la tua casa. Se un giorno vorrai andare via potrai farlo, ma queste mura saranno sempre pronte a riaccoglierti. E così, credo, faremo anche con i fantasmi che verranno dopo di te.” Spiegò Godric continuando a sorridere “Benvenuto a Hogwarts. Sei il nostro primo ospite ufficiale.”
“Oh Milord! Grazie! Grazie davvero!!” esclamò il Frate imitando un abbraccio per quanto possibile.
Godric rabbrividì sentendo il freddo del fantasma che lo avvolgeva e fu ben felice quando questo, ridendo di gioia, attraversò la parete per andare a esplorare il castello.
Rimasto solo con Salazar, Godric prese uno sgabello e si sedette accanto al fuoco.
“Godric, voi…” iniziò Salazar.
Ma Godric lo interruppe: “L’incidente di oggi mi ha dato da pensare. Questo luogo è pieno di magia, ma è anche pericoloso. Ora sappiamo che il lago contiene degli Avvincini. Ma potrebbero esserci anche altre creature. E che dire delle foreste qui intorno? Sappiamo forse quello che c’è? Ancora no. Potrebbero vivere mostri peggiori. In parole povere, per quanto possiamo lavorare per rendere sicuro questo luogo, la morte continuerà a essere presente. La morte colpisce tutti: piante, animali, creature magiche, babbani e maghi. Non importa quanto siamo potenti o abili. Prima o poi anche per noi arriva il turno.”
Salazar non era d’accordo con quell’ultima affermazione, ma non lo interruppe.
“Nessuno” proseguì Godric “ne è immune. Nemmeno i ragazzi. Noi non possiamo sapere se alcuni di loro verranno magari già malati per poi peggiorare e morire; se faranno degli incantesimi sbagliati o berranno pozioni disgraziatamente velenose; se cadranno da una scala in movimento o affogheranno per il freddo nel lago. Anche con tutte le regole possibili, non saremo in grado di controllare tutto. La presenza di un fantasma, però, potrà ricordare loro che la morte fa parte di questo mondo. Che è da accettare ma anche da evitare il più possibile. Che può essere cruda e violenta, ma questo dipenderà dalle proprie scelte. E che ogni scelta, influirà sugli altri. Potrà condannarli o proteggerli.”
“Vi ha fatto pensare tanto questo evento.” Mormorò Salazar.
“Già, e credo anche voi avete pensato molto.”
Ancora una volta, Godric non capì se Salazar arrossiva o se erano solo le fiamme a illuminargli in altro modo il volto.
“Salazar, Godric, eccovi.” Tosca fece il suo ingresso nella cucina “Priscilla si è già ripresa. Andate da lei Salazar.”
“Ma veramente…”
“Sbrigatevi!” insistette la strega “È molto stanca e potrebbe addormentarsi! Ma vuole ringraziarvi ora!”
Dopo una breve esitazione Salazar si alzò e uscì.
“Non potevate usare parole migliori.” Mormorò Godric.
“Già…  Immaginavo che non si sarebbe voluto presentare a lei. Fa parte del suo orgoglio.” Disse Tosca iniziando a preparare il vin brulé. “Piuttosto, ho sentito il frate che rideva come un pazzo di gioia. Cosa è accaduto?”
“Ve lo spiego subito…”
 
Salazar arrivò davanti alla stanza privata di Priscilla. La porta era socchiusa. Entrò.
Era stesa sul letto, con i lunghi capelli neri aperti all’aria sul cuscino e il corpo coperto da una pesante coperta di lana finemente ricamata.
“Dorme già.” Pensò il mago pronto ad andarsene.
Ma Priscilla aprì gli occhi e si mise seduta sul letto, tenendo la coperta stretta attorno al corpo: “Salazar eccovi!”
Salazar rimase immobile impettito.
“State bene Priscilla?” domandò freddo.
“Oh sì! Devo dire che è stato sciocco da parte mia farmi prendere così alla sprovvista. Grazie per quello che avete fatto per me Salazar. Mi dispiace di aver messo in pericolo la vostra vita.”
“Non ho corso nessun pericolo, sono un ottimo nuotatore, ho solo fatto il mio dovere.” Disse il mago sempre sull’attenti.
Priscilla allora gli sorrise e allungò il braccio come per porgerli la mano“Grazie comunque. È stato un gesto nobile e coraggioso.”
Salazar prese la mano della strega e, con grande sorpresa di quest’ultima, invece di stringerla, le diede un bacio sul dorso, prima di uscire a passo veloce dalla stanza.
 
FINE
 

(esistono due versioni della morte del frate grasso, entrambe provenienti da siti fan ufficiali di Harry Potter. La prima che lo vede ucciso dai suoi confratelli perché scoperto mago: https://www.potterpedia.it/?v=Frate_Grasso 
La seconda che lo vede avvelenato per la sua golosità: https://harrypotter.fandom.com/it/wiki/Frate_Grasso
Ho deciso di combinarle in un’unica misteriosa possibilità, anche perché da Mirtilla si sa che non sempre i fantasmi sono consapevoli di cosa li uccide.
Tutte le versioni coincidono sul suo desiderio di diventare cardinale che ho deciso di motivare così. Per il resto ho deciso di aggiungere anche “Het” alle note per i chiari accenni tra Salazar e Priscilla. Grazie ai lettori per essere arrivati fino a qui. Alla prossima!!)
  
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