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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    02/12/2020    1 recensioni
[Storia partecipante alla challenge “Caro Babbo Fanwriter” indetta dal gruppo fb Naruto Fanfiction Italia] [Letterina n°2]
Tenzo annuì debolmente e non riuscì a trattenere un rantolo di dolore: “K-Kakashi … Lasciami qui… Io p-posso tenerli occupati p-per un po’.”
“Non pensarci neppure.” Kakashi lo fissò con l’unico occhio visibile: “Tornerai con me o non torneremo affatto.” gli replicò con tono asciutto e severo, “Ho fasciato la ferita meglio che potevo ma devo riportarti indietro al più presto.”
“M-Mi hai fasciato la ferita?” chiese Tenzo con voce roca: “Ma non avevamo nessun tipo di materiale medico…”
“Ho dovuto ingegnarmi ma ora cerca di non sforzarti.”
Mentre Kakashi si accucciava a pochi passi da lui per sbirciare fuori, Tenzo si mise seduto e, combattendo la nausea e i brividi di freddo, tastò con cautela il punto dove era stato ferito: benchè il sangue continuasse a uscire, effettivamente c’era uno spesso bendaggio avvolto attorno alla sua vita che veniva inzuppato dalle lente ma costanti stille di liquido rosso.
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kakashi Hatake, Yamato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Naruto

Rating: Verde

Personaggi/Pairing: YamaKaka, Kakashi Hatake, Yamato

Tipologia: One-shot

Genere: Sentimentale, Hurt-Comfort

Avvertimenti: Trans!Kakashi (FtM)

Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.

Note: Storia partecipante alla challenge “Caro Babbo Fanwriter” indetta dal gruppo fb Naruto Fanfiction Italia.

TOO TIGHT

Con la testa di Tenzo poggiata contro la propria spalla e il respiro affannoso del compagno ferito che gli fischiava nell’orecchio, Kakashi sbirciò fuori dal loro nascondiglio nella selva profonda, a una manciata di chilometri dai confini della Foglia.

I suoi occhi abituati all’oscurità distinsero subito le sagome dei loro inseguitori che – appostati a loro volta sugli alberi – scrutavano tutto attorno nella speranza di trovare il loro rifugio e colpirli nel momento in cui erano più vulnerabili.

Con un tsk appena sussurrato, l’ANBU più anziano ritrasse la testa e cercò di respirare mentre un dolore forte al petto glielo rendeva difficoltoso; con un’imprecazione sotto forma di mormorio, lui si appoggiò con la mano al terreno duro sotto di loro per sorreggersi e non cadere rovinosamente a terra: non avrebbe potuto proteggere né se stesso né Tenzo se fosse svenuto.

“Dovrò parlarne con Masako-san…” si disse: “Questa trovata è comoda ma, ogni volta che tolgo la fascia, fatico a respirare…”

Con espressione inquieta da dietro la maschera di fredda porcellana, Kakashi lanciò un’occhiata critica al tessuto bianco che, visibilissimo da sotto la casacca del compagno, celava la profonda ferita da kunai che stava togliendo sangue e forze a Tenzo, la cui febbre saliva con il passare dei minuti per quel taglio profondo che partiva da poco sopra l’anca e attraversava parte della schiena.

Fasciatura di fortuna, per nulla adatta a quel tipo di lesioni e che ben presto sarebbe stata inutile, ma al momento era l’unica opzione che avevano per guadagnare tempo e sperare di mettersi in salvo.

L’uomo inspirò profondamente e, seppur a disagio per la mancanza del suo invisibile sostegno e con il dolore che lo assaltava a ondate continue, si concentrò sulle opzioni che avevano e su come poter sfuggire ai nemici.

“K-Kakashi …”

La voce roca di Tenzo distolse Kakashi alle sue elucubrazioni mentali e il capitano si ritrovò con la mano rovente del compagno sul polso, il che gli strappò un sussulto sorpreso; gli occhi velati per la febbre del più giovane lo scrutavano con agonia e sofferenza; l’ANBU gli posò una mano sulla bocca per impedirgli di fare rumore poi, con attenzione, gli passò il braccio attorno alla vita e lo spostò – praticamente di peso – ancora più all’interno dell’anfratto tra le piante e le rocce dove avevano trovato rifugio.

Quando si ritenne soddisfatto della posizione, Kakashi poggiò la schiena del compagno contro la parete rocciosa più vicina e si accovacciò davanti a lui: “Tenzo, non parlare.” soffiò il più anziano, “Hai una ferita piuttosto brutta e hai perso molto sangue.” lo avvertì.

Tenzo annuì debolmente e non riuscì a trattenere un rantolo di dolore: “K-Kakashi … Lasciami qui… Io p-posso tenerli occupati p-per un po’.”

“Non pensarci neppure.” Kakashi lo fissò con l’unico occhio visibile: “Tornerai con me o non torneremo affatto.” gli replicò con tono asciutto e severo, “Ho fasciato la ferita meglio che potevo ma devo riportarti indietro al più presto.”

“M-Mi hai fasciato la ferita?” chiese Tenzo con voce roca: “Ma non avevamo nessun tipo di materiale medico…”

“Ho dovuto ingegnarmi ma ora cerca di non sforzarti.”

Mentre Kakashi si accucciava a pochi passi da lui per sbirciare fuori, Tenzo si mise seduto e, combattendo la nausea e i brividi di freddo, tastò con cautela il punto dove era stato ferito: benchè il sangue continuasse a uscire, effettivamente c’era uno spesso bendaggio avvolto attorno alla sua vita che veniva inzuppato dalle lente ma costanti stille di liquido rosso.

Nonostante la confusione che aveva in testa, il giovane ninja concentrò il proprio sguardo sul capitano, ne osservò i movimenti e cercò di prevederne le mosse: doveva aiutarlo se volevano tornare a casa, se voleva che almeno lui si salvasse e riportasse all’Hokage il rotolo che erano stati mandati a recuperare dal Villaggio della Pioggia.

“Questa missione potrebbe significare grandi cambiamenti per il nostro Villaggio, Tenzo, non dimenticare il tuo compito.”

Le parole del Terzo gli rimbombarono in mente, chiare come se le avesse appena sentite.

“Kakashi…” Tenzo si raddrizzò e cercò di alzarsi: “Posso essere utile.”

“Mi sei più utile da vivo, da morto dovrei riportarti indietro e pesante come sei non penso di farcela. Da vivo, puoi aiutarmi nella fuga.” disse il più anziano dopo essersi voltato verso di lui: “Ora aspetta che io torni e-“

All’improvviso, sotto gli occhi di Tenzo, Kakashi si portò una mano al petto e si inginocchiò, sgranando l’occhio; tuttavia, mentre il più giovane si scapicollava per raggiungere il superiore, questi alzò l’altra mano e lo fermò: “Sto bene, non preoccuparti per me.” riuscì a dire, “Tra poco passa.”

Agitato, Tenzo scosse la testa e, praticamente strisciando, si avvicinò a Kakashi senza che questi potesse fare nulla per impedirlo e, nonostante la ferita, gli passò il braccio attorno alla vita e lo sorresse: “Sei ferito anche tu?” chiese con urgenza.

Kakashi scosse la testa: “No, è… è tutto a posto.” lo rassicurò, “Solo…”

Tutto accadde troppo in fretta perché Hatake potesse impedirlo: mentre Tenzo lo teneva su per fare meno fatica mentre cercava di avvicinarsi alla parete rocciosa per esaminarne le presunte ferite, la mano del più giovane andò a toccare per errore il seno piuttosto prominente non più celato dalla fascia; Kakashi ne vide l’espressione confusa nella semi-oscurità ma Tenzo non disse nulla, non subito almeno.

Testardo come un mulo, l’altro ANBU lo lasciò andare solo quando entrambi furono con le spalle contro la parete; non lo guardò negli occhi, si limitò a fissare un punto davanti a sé mentre Kakashi, con espressione neutra ma con l’agitazione che gli cresceva dentro, restava immobile.

“Quindi…”

La voce di Tenzo ruppe un silenzio durato una decina di minuti, roca per la debolezza: “Hai bendato la mia ferita con quello che usi per nasconderlo?”

Kakashi annuì e si portò una mano al petto, gesto che non sfuggì all’altro.

Che, finalmente, capì.

“Probabilmente era troppo stretto e la pressione sullo sterno ti ha bloccato il respiro e ti ha causato dolore.” disse lui con tono di rimprovero: “Chi te l’ha consigliato? E soprattutto, la prossima volta non toglierlo così a cuor leggero, potrebbe essere pericoloso.”

Hatake voltò di scatto il viso verso il compagno, sorpreso per la domanda che non era quella che si aspettava: “È questo quello che hai da dire?” domandò questi con l’occhio sgranato.

“Beh… Sì, Kakashi.” rispose Tenzo, altrettanto sorpreso: “Soprattutto visto che siamo compagni e, in missione, dovremmo guardarci le spalle a vicenda. Se svieni per il dolore causata da una fasciatura sbagliata, metti a repentaglio la tua vita. Se fosse stata una missione in solitaria?”

“D’accordo, d’accordo, ho capito.” Kakashi alzò le mani: “Sarei dovuto passare da Masako-san prima di andare in missione ma il briefing con il Terzo mi ha trattenuto più del previsto e ho dovuto fare da me.” confessò.

“La prossima volta, chiedi a me.”

Hatake guardò Tenzo con l’aria di chi deve ingoiare un verme piuttosto grosso: “Puoi ripetere?” chiese in un sussurro.

“Chiedi a me.” ripetè l’altro con espressione seria: “Posso imparare e aiutarti a metterla. E soprattutto, il tuo segreto è al sicuro con me, puoi fidarti. Almeno non rischi di soffocare e ucciderti, sarebbe una morte molto poco onorevole.”

A Kakashi sfuggì una risata sotto la maschera.

“Che c’è?”

“No, è che è strano.” rispose il più anziano: “Parlarne, intendo.”

“Non lo sa nessuno?”

“Nessuno di ancora vivo.”

Nel rifugio cadde il silenzio mentre entrambi si ritrovarono persi nei loro pensieri.

“Il Quarto Hokage lo sapeva?”

“Minato-sensei e Rin…”

“Te l’ha consigliato lei?”

Kakashi annuì.

“Beh, io comunque voglio aiutarti.” ripetè Tenzo con decisione: “E quando torneremo al Villaggio, ti devo una fascia nuova.” disse lui e indicò la benda, “Quindi, gambe in spalla, eliminiamo quei tizi e torniamo a casa.” concluse mentre si alzava; accovacciato, si girò verso il compagno e gli tese la mano.

Mano che Kakashi afferrò senza esitazione.

“Abbiamo una missione da portare a termine, Capitano.”

“Andiamo, allora.”

Un attimo dopo, entrambi scomparvero tra la boscaglia.

   
 
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