Fandom:
Naruto
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
YamaKaka, Kakashi
Hatake, Yamato
Tipologia:
One-shot
Genere:
Sentimentale,
Hurt-Comfort
Avvertimenti:
Trans!Kakashi (FtM)
Disclaimer:
Personaggi, luoghi,
nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho
elaborato la
seguente storia, non mi appartengono.
Note:
Storia partecipante
alla challenge “Caro Babbo Fanwriter” indetta dal
gruppo fb Naruto Fanfiction
Italia.
TOO
TIGHT
Con
la testa di Tenzo
poggiata contro la propria spalla e il respiro affannoso del compagno
ferito
che gli fischiava nell’orecchio, Kakashi sbirciò
fuori dal loro nascondiglio
nella selva profonda, a una manciata di chilometri dai confini della
Foglia.
I
suoi occhi abituati
all’oscurità distinsero subito le sagome dei loro
inseguitori che – appostati a
loro volta sugli alberi – scrutavano tutto attorno nella
speranza di trovare il
loro rifugio e colpirli nel momento in cui erano più
vulnerabili.
Con
un tsk appena sussurrato,
l’ANBU più
anziano ritrasse la testa e cercò di respirare mentre un
dolore forte al petto glielo
rendeva difficoltoso; con un’imprecazione sotto forma di
mormorio, lui si
appoggiò con la mano al terreno duro sotto di loro per
sorreggersi e non cadere
rovinosamente a terra: non avrebbe potuto proteggere né se
stesso né Tenzo se
fosse svenuto.
“Dovrò
parlarne con Masako-san…”
si disse: “Questa trovata è comoda ma, ogni volta
che tolgo la fascia, fatico a
respirare…”
Con
espressione
inquieta da dietro la maschera di fredda porcellana, Kakashi
lanciò un’occhiata
critica al tessuto bianco che, visibilissimo da sotto la casacca del
compagno,
celava la profonda ferita da kunai che stava togliendo sangue e forze a
Tenzo,
la cui febbre saliva con il passare dei minuti per quel taglio profondo
che
partiva da poco sopra l’anca e attraversava parte della
schiena.
Fasciatura
di
fortuna, per nulla adatta a quel tipo di lesioni e che ben presto
sarebbe stata
inutile, ma al momento era l’unica opzione che avevano per
guadagnare tempo e
sperare di mettersi in salvo.
L’uomo
inspirò
profondamente e, seppur a disagio per la mancanza del suo invisibile
sostegno e
con il dolore che lo assaltava a ondate continue, si
concentrò sulle opzioni
che avevano e su come poter sfuggire ai nemici.
“K-Kakashi
…”
La
voce roca di Tenzo
distolse Kakashi alle sue elucubrazioni mentali e il capitano si
ritrovò con la
mano rovente del compagno sul polso, il che gli strappò un
sussulto sorpreso;
gli occhi velati per la febbre del più giovane lo scrutavano
con agonia e
sofferenza; l’ANBU gli posò una mano sulla bocca
per impedirgli di fare rumore
poi, con attenzione, gli passò il braccio attorno alla vita
e lo spostò –
praticamente di peso – ancora più
all’interno dell’anfratto tra le piante e le
rocce dove avevano trovato rifugio.
Quando
si ritenne
soddisfatto della posizione, Kakashi poggiò la schiena del
compagno contro la
parete rocciosa più vicina e si accovacciò
davanti a lui: “Tenzo, non parlare.”
soffiò il più anziano, “Hai una ferita
piuttosto brutta e hai perso molto
sangue.” lo avvertì.
Tenzo
annuì
debolmente e non riuscì a trattenere un rantolo di dolore:
“K-Kakashi … Lasciami
qui… Io p-posso tenerli occupati p-per un
po’.”
“Non
pensarci
neppure.” Kakashi lo fissò con l’unico
occhio visibile: “Tornerai con me o non
torneremo affatto.” gli replicò con tono asciutto
e severo, “Ho fasciato la
ferita meglio che potevo ma devo riportarti indietro al più
presto.”
“M-Mi
hai fasciato la
ferita?” chiese Tenzo con voce roca: “Ma non
avevamo nessun tipo di materiale
medico…”
“Ho
dovuto ingegnarmi
ma ora cerca di non sforzarti.”
Mentre
Kakashi si
accucciava a pochi passi da lui per sbirciare fuori, Tenzo si mise
seduto e,
combattendo la nausea e i brividi di freddo, tastò con
cautela il punto dove
era stato ferito: benchè il sangue continuasse a uscire,
effettivamente c’era
uno spesso bendaggio avvolto attorno alla sua vita che veniva inzuppato
dalle
lente ma costanti stille di liquido rosso.
Nonostante
la
confusione che aveva in testa, il giovane ninja concentrò il
proprio sguardo
sul capitano, ne osservò i movimenti e cercò di
prevederne le mosse: doveva
aiutarlo se volevano tornare a casa, se voleva che almeno lui si
salvasse e
riportasse all’Hokage il rotolo che erano stati mandati a
recuperare dal
Villaggio della Pioggia.
“Questa
missione potrebbe significare grandi cambiamenti per
il nostro Villaggio, Tenzo, non dimenticare il tuo compito.”
Le
parole del Terzo
gli rimbombarono in mente, chiare come se le avesse appena sentite.
“Kakashi…”
Tenzo si
raddrizzò e cercò di alzarsi: “Posso
essere utile.”
“Mi
sei più utile da
vivo, da morto dovrei riportarti indietro e pesante come sei non penso
di farcela.
Da vivo, puoi aiutarmi nella fuga.” disse il più
anziano dopo essersi voltato
verso di lui: “Ora aspetta che io torni e-“
All’improvviso,
sotto
gli occhi di Tenzo, Kakashi si portò una mano al petto e si
inginocchiò,
sgranando l’occhio; tuttavia, mentre il più
giovane si scapicollava per
raggiungere il superiore, questi alzò l’altra mano
e lo fermò: “Sto bene, non
preoccuparti per me.” riuscì a dire,
“Tra poco passa.”
Agitato,
Tenzo scosse
la testa e, praticamente strisciando, si avvicinò a Kakashi
senza che questi
potesse fare nulla per impedirlo e, nonostante la ferita, gli
passò il braccio
attorno alla vita e lo sorresse: “Sei ferito anche
tu?” chiese con urgenza.
Kakashi
scosse la
testa: “No, è… è tutto a
posto.” lo rassicurò,
“Solo…”
Tutto
accadde troppo
in fretta perché Hatake potesse impedirlo: mentre Tenzo lo
teneva su per fare
meno fatica mentre cercava di avvicinarsi alla parete rocciosa per
esaminarne
le presunte ferite, la mano del più giovane andò
a toccare per errore il seno
piuttosto prominente non più celato dalla fascia; Kakashi ne
vide l’espressione
confusa nella semi-oscurità ma Tenzo non disse nulla, non
subito almeno.
Testardo
come un mulo,
l’altro ANBU lo lasciò andare solo quando entrambi
furono con le spalle contro
la parete; non lo guardò negli occhi, si limitò a
fissare un punto davanti a sé
mentre Kakashi, con espressione neutra ma con l’agitazione
che gli cresceva
dentro, restava immobile.
“Quindi…”
La
voce di Tenzo
ruppe un silenzio durato una decina di minuti, roca per la debolezza:
“Hai
bendato la mia ferita con quello che usi per nasconderlo?”
Kakashi
annuì e si
portò una mano al petto, gesto che non sfuggì
all’altro.
Che,
finalmente,
capì.
“Probabilmente
era
troppo stretto e la pressione sullo sterno ti ha bloccato il respiro e
ti ha
causato dolore.” disse lui con tono di rimprovero:
“Chi te l’ha consigliato? E
soprattutto, la prossima volta non toglierlo così a cuor
leggero, potrebbe
essere pericoloso.”
Hatake
voltò di
scatto il viso verso il compagno, sorpreso per la domanda che non era
quella
che si aspettava: “È questo quello che hai da
dire?” domandò questi con l’occhio
sgranato.
“Beh…
Sì, Kakashi.” rispose
Tenzo, altrettanto sorpreso: “Soprattutto visto che siamo
compagni e, in
missione, dovremmo guardarci le spalle a vicenda. Se svieni per il
dolore causata
da una fasciatura sbagliata, metti a repentaglio la tua vita. Se fosse
stata
una missione in solitaria?”
“D’accordo,
d’accordo,
ho capito.” Kakashi alzò le mani: “Sarei
dovuto passare da Masako-san prima di andare
in missione ma il briefing con il Terzo mi ha trattenuto più
del previsto e ho
dovuto fare da me.” confessò.
“La
prossima volta,
chiedi a me.”
Hatake
guardò Tenzo
con l’aria di chi deve ingoiare un verme piuttosto grosso:
“Puoi ripetere?”
chiese in un sussurro.
“Chiedi
a me.” ripetè
l’altro con espressione seria: “Posso imparare e
aiutarti a metterla. E soprattutto,
il tuo segreto è al sicuro con me, puoi fidarti. Almeno non
rischi di soffocare
e ucciderti, sarebbe una morte molto poco onorevole.”
A
Kakashi sfuggì una
risata sotto la maschera.
“Che
c’è?”
“No,
è che è strano.”
rispose il più anziano: “Parlarne,
intendo.”
“Non
lo sa nessuno?”
“Nessuno
di ancora
vivo.”
Nel
rifugio cadde il
silenzio mentre entrambi si ritrovarono persi nei loro pensieri.
“Il
Quarto Hokage lo
sapeva?”
“Minato-sensei
e Rin…”
“Te
l’ha consigliato
lei?”
Kakashi
annuì.
“Beh,
io comunque
voglio aiutarti.” ripetè Tenzo con decisione:
“E quando torneremo al Villaggio,
ti devo una fascia nuova.” disse lui e indicò la
benda, “Quindi, gambe in
spalla, eliminiamo quei tizi e torniamo a casa.” concluse
mentre si alzava; accovacciato,
si girò verso il compagno e gli tese la mano.
Mano
che Kakashi
afferrò senza esitazione.
“Abbiamo
una missione
da portare a termine, Capitano.”
“Andiamo,
allora.”
Un
attimo dopo,
entrambi scomparvero tra la boscaglia.