Serie TV > Criminal Minds
Segui la storia  |       
Autore: H_A_Stratford    05/12/2020    2 recensioni
«Io…» mormorò Spencer ancora con la mano sulla maniglia della porta. Che fare ora?
Aveva pensato a tutta la notte alle parole della ragazza e in quel momento nessuno dei discorsi pre impostati sembravano funzionare.
«Ho realizzato che niente è normale tra di noi. Tu sei tu, io sono io e insieme… il caos cosmico» ammise la ragazza mordicchiandosi leggermente il labbro. Reid stava per ribattere sul caos cosmico ma si rese conto che non era il momento. Camminavano già abbastanza sui cocci per poter aggiungere carne al fuoco. Però allo stesso tempo non riuscì a trattenere un sorriso.
«E non voglio perdere quello che abbiamo, qualunque cosa sia» continuò guardandolo. «Prometto che ti lascerò tutto lo spazio che ti servirà, tu credi di poter creare un posto nella tua vita per me?»
___________________________________________________________________
Spoiler ottava stagione. Non segue linearmente la serie.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 21
 
"Quanto sono fortunato ad avere qualcosa che
rende così difficile dire addio?"
- Adam Alexander Milne
 
Mancava poco più di una settimana al rientro di Athena ed Helen a Yale e già nell’aria si poteva sentire un senso di tristezza e malinconia dell’estate. Era quasi incredibile quanto velocemente fossero passate quelle settimane e Beth stava già organizzando una festa per la loro partenza. Non era ancora psicologicamente pronta a lasciarle andare, si era affezionata alla loro routine. Le sembrava strano tornare a vivere da sola, non avere più qualcuno in casa con cui dividere ogni cosa. Soprattutto ora che stava finalmente ingranando a lavoro e tornava a casa con la forza di spiccicare almeno due parole di fila.
Theo, d’altro canto, era felice dell’imminente arrivo delle ragazze in università, così da poter riunire il mitico trio. Gli erano mancate le loro serate e le quantità assurde di cibo spazzatura ingerita con contorno di caffè. Certo, la vita universitaria non era la più salutare che potesse esistere, ma preferivano assicurarsi di avere almeno un briciolo di sanità mentale. Quindi le ragazze avevano passato l’estate a pagarne le conseguenze e si erano ripromesse di non rifare gli stessi errori dell’anno precedente.
Theo aveva scommesso che sarebbero durate appena due settimane.
 
 
«Sei in ufficio tardi» disse Hotchner passando davanti alla scrivania di Reid. Il ragazzo in tutta risposta mormorò qualcosa di incomprensibile e continuò a leggere il suo file. Gli occhi bruciavano e la testa pulsava ma voleva assolutamente finire il suo lavoro. L’ultima volta che aveva controllato l’orologio erano le dieci passate ed era sicuro di essere l’unico rimasto in ufficio del suo team. Avevano avuto una settimana relativamente tranquilla, solamente delle consultazioni da Quantico, quindi ogni membro si era rimesso in pari con le vecchie scartoffie e vari aggiornamenti importanti.  
«Spencer?» ripeté Aaron inarcando appena un sopracciglio. Il ragazzo aveva avuto la sua bella parte di nottate al BAU, ma mai quando la fidanzata era in città.
«Anche tu» rispose Spencer recuperando un foglio per appuntare qualcosa. Non era in vena di grandi discorsi, la sua mente non avrebbe retto per molto. Era da un paio di giorni che il mal di testa non gli dava tregua, lasciandolo sveglio di notte e stanco di giorno. Subito aveva provato a resistere, ad incolpare lo stress. Poi aveva realizzato che non sarebbe passato ignorando la situazione ma ancora non voleva preoccupare la fidanzata.
«Jack è ad un pigiama party, ma se quel che dice Penelope è vero, Athena è ancora in città. Perché non finisci domani e vai da lei?» ritentò girandosi completamente verso di lui. «Questo è un ordine» aggiunse lasciandosi sfuggire un sorriso. Anche se non lo lasciava trasparire spesso, teneva molto al ragazzo. Sperava, dove poteva, di riuscire ad aiutarlo a gestire la sua vita privata e quella lavorativa, cercando di evitargli le sofferenze che aveva vissuto in prima persona con la sua ex moglie.
Reid alzò finalmente lo sguardo e abbozzò un sorriso a sua volta. «Solo se torni a casa anche tu».
Dall’altra parte della città, Athena era pensierosa. Entro pochi giorni sarebbe tornata nella sua adorata classe elementare e subito dopo tra i banchi universitari. Lei e Helen erano determinate a mantenere i loro allenamenti e assolutamente non fallire nessuna classe. Era un piano pronto a cedere in ogni momento. Anche la più piccola cosa avrebbe fatto crollare tutto miseramente. In più Spencer le dava qualche pensiero, era assolutamente certa di averlo sentito rigirarsi tutta notte e la mattina era uscito di casa prima del previsto, come per evitarla.
«Ho patatine e milkshake» esordì Spencer entrando in casa, facendo sussultare la fidanzata. Athena chiuse il libro che stava provando a leggere e provò a sorridere al massimo delle sue possibilità. Dall’espressione del fidanzato capì che non era riuscita a convincerlo.
«L-lo so che stai provando a mangiare sano ma-ma ho pensato che t-ti avrebbe…» provò a giustificarsi il ragazzo stringendosi appena nelle spalle. Non sapeva neanche lui il motivo della reazione di lei e perché si fosse messo subito sulla difensiva. Entrambi erano talmente presi dal non mostrare nulla all’altra persona che erano finiti per renderlo più evidente del dovuto.  
«No, no! Sono contenta per la sorpresa» rispose immediatamente la ragazza alzandosi di scatto. «È perfetto».
Spencer rilassò i muscoli del viso ma rimase comunque confuso dalla reazione di lei. Athena gli si avvicinò e si alzò sulle punte per lasciargli un leggero bacio sulle labbra. «Tavolo o divano?» mormorò poi prima di lasciargli un secondo bacio.
Spencer sapeva che non sarebbe riuscito a nascondere il mal di testa ancora per molto, anzi, era quasi convinto che la fidanzata stesse solo aspettando il momento giusto per chiedere.
Athena aveva resistito fino alla decima patatina quando sentì la domanda esplodere dentro di sé. «Perché mi nascondi quando stai male?» le sfuggì dalle labbra prima di realizzarlo. Spencer rimase con la mano a mezzaria, incapace di rispondere.
«Scusa» disse Athena prendendo la mano di lui tra le sue. «Non volevo essere così diretta. Quello che intendevo era se c’è qualcosa che non va» aggiunse abbozzando un sorriso.
«È solo mal di testa» rispose Spencer facendo una piccola smorfia. La ragazza in tutta risposta inarcò un sopracciglio, sapeva quando il fidanzato mentiva e in quel caso non stava neanche provando ad impegnarsi. Sapeva che aveva sbagliato approccio ma era veramente preoccupata. Anche se era abituata alle sue stranezze, negli ultimi giorni aveva raggiunto livelli troppo alti persino per lui.
Spencer la guardò negli occhi per qualche secondo e poi abbasso lo sguardo, scuotendo appena la testa. «Non volevo farti preoccupare, ogni tanto mi succede. In realtà non mi capitava un episodio del genere da 20 mesi e 50 giorni ma in passato erano più frequenti» provò a spiegarsi facendole cenno di sedersi sulle sue gambe, sentendo il bisogno del suo contatto fisico. «Ci sono due farmaci che mi aiutano ma ci mettono un po’ a funzionare e non volevo allarmarti. Ma credo che il mio comportamento lo abbia fatto comunque, giusto?» aggiunse dopo averla stretta tra le sue braccia. Il tono era leggero, la testa gli pulsava e non voleva peggiorare la situazione alzando la voce. Ora che però aveva la fidanzata così vicina, era riuscito a rilassarsi almeno un pochino.
Athena gli prese il viso tra le mani e gli lasciò un bacio sulla tempia. «Vorrà dire che ti sgriderò quando starai meglio» disse ridacchiando appena. «Perché non sei più da solo, Spencer. La notte quando non dormi, sono accanto a te, capito? Credo che ormai ti sia guadagnato un bonus per svegliarmi nel cuore della notte. Quando è un’emergenza» mormorò facendo toccare appena le loro fronti. Spencer in tutta risposta annuì appena e le lasciò un tenero bacio.
«Agli ordini capitano».
 
 
«Mi mancherete tantissimoooo» esclamò Beth abbracciando da dietro Athena che stava cucinando una torta. La bionda sussultò e per poco non prese un infarto. Era completamente immersa nei suoi pensieri, tanto da isolarsi dalla realtà circostante.
«Beth!» riuscì solo ad esclamare a sua volta, sorpresa, richiamando anche l’attenzione di Helen che era in sala. La stretta dell’amica quasi la faceva sentire in gabbia, bloccata nella sua posizione.
«Sto cucinando una torta, non sto partendo per il Vietnam» borbottò poi la bionda inarcando le sopracciglia. Non voleva essere rude ma aveva appena due ore per finire il dolce e prepararsi al brunch a casa di JJ. Si era svegliata all’alba per i mille impegni e non voleva assolutamente tardare. Soprattutto perché il fidanzato era peggio di un orologio svizzero. Impossibile tardare anche solo di un minuto con Spencer, anche per situazioni informali come un pranzo da JJ.
Spencer negli anni aveva iniziato a passare molte domeniche a casa della migliore amica, soprattutto da quando era nato il primogenito. Henry e Reid erano un duo inseparabile, anche grazie alla grande passione per la magia che li univa. Micheal era ancora piccolo per unirsi attivamente alle attività, ma sicuramente anche il piccolo ne era rimasto affascinato. Per Spencer, la famiglia di JJ era diventata anche la sua famiglia, e ora voleva integrare anche la fidanzata in quel quadro familiare. JJ ovviamente era a dir poco entusiasta dell’inserimento di Athena e pian piano aveva iniziato ad affezionarsi a sua volta.
«Ma tra una settimana partirete e io non vi vedrò più» continuò a piagnucolare Beth riportando l’amica alla realtà, stringendo l’amica in un abbraccio quasi fatale.
«Okay, okay! Che succede?» disse Helen entrando a grandi passi in cucina, richiamata dalle voci delle coinquiline.
«Non guardare me» mormorò Athena con lo sguardo meravigliato, con ancora la spatola piena di glassa al cioccolato in mano.
«Beth?» disse Helen inarcando un sopracciglio, cercando di rimanere seria. Doveva ammettere che trovava la situazione alquanto divertente ma doveva mantenere un certo ritegno o Athena l’avrebbe sbranata.
«Mi mancherete tanto» ripeté Beth senza lasciare la presa, come un bambino con la mamma il primo giorno d’asilo.
«Va bene signorina, ora basta. Che succede?» disse Athena liberandosi completamente dalla presa dell’amica. Si girò verso di lei con la fronte corrugata e la scrutò da cima a fondo, c’era decisamente qualcosa che non andava.
Beth abbassò lo sguardo e riluttante prese posto su una sedia vicino a lei. «Con Jake non sta andando bene» ammise facendo spallucce. «Non ho paura di tornare single ma mi ero abituata a stare con voi, avere la casa piena di voci e…»
«Oh, Beth» mormorò Athena addolcendosi subito, era talmente distratta che quasi si era dimenticata della nuova avventura amorosa dell’amica. «Siete solamente alla quinta uscita, devi dare tempo al tempo» continuò avvicinandosi a lei. «Prenderla più alla leggera» aggiunse poco prima di sporcarle la punta del naso con la cioccolata. Questo scatenò una fragorosa risata tra le tre ragazze e allentò un po’ la tensione che si era creata.
«I ragazzi sono diversi, impossibile capirli in così poco tempo» disse Helen recuperando una sedia per sedersi di fianco all’amica. «Ma non credo di poter dir qualcosa, l’ultima volta che sono uscita con qualcuno non esistevano ancora i social media.»
«Non erano i tempi di Dracula?» ribatté Beth beccandosi una piccola gomitata.
«Secondo me erano i tempi di Giulio Cesare» si unì Athena ridendo divertita.
«Ehi! Non tutte possiamo avere un sexy agente dell’FBI con un’intelligenza a dir poco stellare al proprio fianco» le rinfacciarono le due quasi in coro. Athena alzò le mani in segno di resa piuttosto divertita.
«Ehi! Il mio ragazzo ancora non riesce a mangiare il cibo dal mio piatto e disinfetta ogni superfice con ogni prodotto possibile. Direi che ad ognuno il suo, eh» disse Athena facendo una smorfia.
«Facciamo a cambio? Divento sponsor ufficiale della candeggina» disse Helen ammiccando.
«Oh, no. Lui è il mio caso umano» chiuse il discorso la bionda puntando il dito come per enfatizzare il concetto.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: H_A_Stratford