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Autore: HerikSigurd    08/12/2020    0 recensioni
Nella terra di Nin Thoulgulf, un giovanissimo guerriero, combatte quasi esclusivamente per denaro e ricchezza. Una vita ormai consacrata alla violenza e al nichilismo, segnata da un passato traumatico. Un passato da cui cerca in ogni modo di fuggire.
Ma il passato ritornerà con rinnovato vigore, per segnare per sempre il suo futuro.
Genere: Dark, Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Threesome
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Quello che vide fu uno spettacolo bizzarro e grottesco secondo lui:
perché vide la bellezza e allo stesso tempo la brutalità.

La sala era enorme con i muri colorati di un bianco pallido e le colonne, che sorreggevano le larghe arcate dell'immenso soffitto, erano di un grigio cosi chiaro che riuscivano a mimetizzarsi alla perfezione con il resto della sala.

In un certo senso era anche strano, perché il ragazzo non riusciva a capire con la stanza era del tutto illuminata quando tutta l'isola era ancora del tutto ricoperta dal buio della notte.

Poi sollevò lo sguardo; il soffitto era sorretto da tre arcate e in mezzo a ognuno un grande lampadario, tutti e tre levitavano in cima alla sala ed emettevano un bagliore intenso.

Si voltò per controllare l'ingresso è notò qualcosa di veramente insolito; sembrava che la luce non creasse ombre.
Magia. Pensò Thoulgulf, ma cosa importava in quel momento?
I soldati entrarono roboanti nella sala, la resistenza delle guardie del castello fu inutile perché gli invasori li superavano di numero.

Il colore intenso del sangue che macchiavano il pavimento entrò in contrasto con il bagliore della luce, i cadaveri si stagliavano in maniera spaiata e il rosso vivo brillava dagli squarci dei loro corpi.
Thoulgulf gli scavalcò quasi uno per uno dando un'occhiata ad ogni persona morta, sul pavimento c'erano solo i soldati meno equipaggiati. Erano tutti soldati di fanteria, ovvero la prima linea, e nessun ufficiale o cavaliere nobile. Capì che tutti i nobili erano fuggiti dal castello.
Carne da macello per i nobili, ecco cosa siete.

Tutti gli oggetti preziosi venivano razziati o gettati per terra, il giovane guerriero prese qualche coppa d'oro e argento con diamanti e pietre incastonate, di colore verde vivido.
Mentre valutava un bicchiere cornuto fatto d'argento, udì un singhiozzo soffocato o quello che sembrava il lamento di una bestia morente.
Un soldato che aveva la corazza completamente macchiata di un sangue rosso porpora, era disteso per terra agonizzante e stava agitando la mano sinistra i maniera ossessiva.

Thoulgulf si guardò alle spalle, poi si avvicinò e lo fissò come se stesse osservando un curioso animale.
Una credenza popolare dice che una persona morente vede per qualche istante tutti i momenti della sua vita,pensò.
È forse quello che stai facendo? Stai vedendo la tua inutile e insulsa vita passarti davanti?

Alzò il suo spadone e appoggiò la punta della lama sulla gola del malcapitato, il colpo fu così tremendo e veloce, che un liquido rosso gli schizzò dalla bocca imbrattando i suoi stivali.
Pensavi di morire eroicamente, vero? E invece è molto probabile che ti sia già cacato nei pantaloni.

In fondo si stagliava quella che sembrava una grande sedia fatta interamente di ebano metallico1 e ornato con diamanti neri che, per quanto scuri, brillavano al cospetto di quella luce.

Il trono, in tutta la sua maestosità, risplendeva su una scalinata di marmo, in modo da risaltare nell'intera sala. In ogni angolo del trono si intravedevano dei corvi intagliati in legno molto pregiato e tutti loro avevano un'aria minacciosa, come il trono stesso volesse incutere terrore a tutti sudditi e a chiunque si prostra ai piedi del re.

A Thoulgulf non faceva paura, a lui faceva solo ribrezzo.
Nobili, quanto posso fare schifo? Non è un caso che non ci sia nessun nobile tra questi cadaveri.

Oltre quella scalinata, il giovane passò sotto un'arcata che dava su lungo corridoio, dove la luce era meno intensa e assumeva una sfumatura giallastra.
Sembrava di essere da un'altra parte; quella parte del castello era fortemente diversa dalla sala di marmo che aveva visto prima.
Il corridoio che si estendevano davanti i suoi simili a quelle di uno scoglio, Thoulgulf udiva il rimbombo delle urla che venivano da sotto.
«Hanno rapito la principessa! Hanno rapito la principessa!»
Hanno rapito la principessa? Che se ne fa Volg di una principessa? Per tenerla come una schiava e concubina personale, nonostante ne abbia già tante? No probabilmente le taglierà la gola davanti ai soldati per dimostrare il suo potere. Elfi...

Ma non importa, devo pensare a prendere dell'oro e andarmene.

Aveva iniziato a riempire la sua sacca da quando era entrato in quella sala, dentro c'era oro qualsiasi oggetto vagamente prezioso ai suoi occhi.

Poi ad un tratto Thoulgulf si bloccò, dal fondo del corridoio vide saettare due figure all'apparenza sospette. Sembrava che volessero fuggire.

«Dobbiamo andare, è troppo tardi per aiutare vostra sorella.»

Al suono di quella voce, si nascose dietro il primo angolo chi trovò.
Lui che ci fa qui?

La figura più piccola stava piagnucolando, era la voce di una ragazza, ma tutto quel frignare gli dava quasi un tono infantile. Per Thoulgulf equivaleva al dolore, alla tortura o alla castrazione.
«Dobbiamo aiutare Dreya, non possiamo lasciarla in mano agli elfi noriani!»

La figura con la voce maschile le prese il polso, con un impeto di disperazione.
«Principessa Xanda è troppo tardi, i noriani ci hanno colto all'improvviso.
Gli ordini di vostra sorella maggiore sono chiari, se le fosse successo qualcosa io dovrò proteggervi a qualunque costo. Andiamo!»

Quando i due svanirono, uscì dall'ombra che lo nascondeva, guardando a destra e a sinistra.
Si mise l'elmo dalla forma ferale, che si era tolto prima di entrare nella fortezza, e si inoltrò nelle scalinate che portavano ai piani più bassi.
Non dovrei seguirlo, è nel mio passato ed è li che deve rimanere.
Ma che ci fa qui? E chi è quella ragazza?

Per quanto detestasse ammetterlo, la sua curiosità prendeva spesso il sopravvento sul suo buon senso.
Per quanto la sua armatura non glielo permettesse, Thoulgulf cercò di fare il più piano possibile per fare poco o nessun rumore, quello era uno di quei momenti in cui rimpiangeva di non indossare una corazza più leggera.
Ma infondo ormai era abituato ad indossare robe pesanti, all'età di otto anni ebbe la sua prima armatura d'acciaio e imparò ad usarla: all'inizio fu molto difficile avere dei movimenti lineari e dare i fendenti con la spada nella giusta direzione, ma poi con il tempo l'acciaio era diventato la sua seconda pelle.
L'acciaio era il suo protettore, l'unica cosa che lo ha difeso da ogni male del mondo; nessun uomo e nessuna donna, ma solo l'acciaio.
Quanto è profonda questa scalinata?

Stava scendendo sempre più in profondità e la scala sembrava infinita, come se quella scalinata niente meno che l'ingresso dell'Undumë2.

Se finirò nell'Undumë avrò sicuramente un bel po' di conti in sospeso con qualcuno, tanto non penso di finire altrove quando morirò.

Mentre penetrava sempre più in profondità, l'unica luce era un bagliore bluastro che a fatica riusciva a illuminare ogni angolo. La luce era così debole che fu una fortuna per Thoulgulf trovare una torcia accesa, anche se la fiamma poteva spegnersi da un momento all'altro.
Il ragazzo capì che quella scalinata portava agli scogli, al livello più inferiore dello strapiombo, da dove si ergeva il castello.

Tastò sotto la sua scarsella di metallo e con la mano controllò di non aver dimenticato il suo pugnale, invece era proprio lì pronto ad essere usato se qualcuno gli avesse teso un'imboscata.
«Milord, la nave è pronta.»
«Bene soldati, preparate tutto per la partenza.»
«Io non voglio lasciare mia sorella da sola, dobbiamo tornare indietro e salvarla.» Diceva la voce femminile, che Thoulgulf aveva sentito più di cinque minuti fa.
«Non possiamo principessa, non possiamo! Se torniamo indietro andrete incontro a morte certa!» Tuonava la voce dell'uomo, che tratteneva la principessa tenendola dalle spalle.
I due si trovavano in una terrazza rocciosa, con il tetto di mattoni fatto ad arco, e il luogo era adibito come un molo. C'erano tre imbarcazioni: lunghe, ma allo stesso tempo strette e basse.
«Ma io...» Xanda ad un tratto si blocco, aveva qualcosa di sospetto nell'ombra, qualcosa che li stava osservando. «Qualcosa ci sta osservando.» Disse infine.
L'uomo si girò e guardò il cunicolo da cui erano sbucati. «Non qualcosa, qualcuno.»
Thoulgulf si aspettava che prima o poi lo avessero scoperto, l'armatura pesante limita considerevolmente la sua furtività.
L'uomo, che era un elfo,  era alto e da sotto il cappuccio del suo mantello la luce blu notte illuminava un volto grigio scuro, sottile, con un mento lungo e a punta. Gli occhi erano neri e dolci, ma penetranti come frecce.
«Vieni avanti, chiunque tu sia!»
Il ragazzo uscì dall'ombra, tutti e cinque i soldati sguainarono le spade.
«No!» Urlò l'elfo ai soldati. «Prendete la principessa e portatela sulla nave.»
«Sì, Lord Randal.»
I soldati accompagnarono la principessa, che piagnucolava, su una delle navi.
«Sapevo che un giorno ci saremo incontrati di nuovo.» Disse l'elfo di nome Randal.
«Io speravo di no, ma a quanto pare gli dei non mi sono favorevoli, maestro.» Rispose Thoulgulf.
«Maestro? Vedo che certe cose non le hai dimenticate.»
«Per quanto mi sforzi, è una cosa che non mi sono dimenticato.»
«Ne sono felice.»
«Io no.» Ribatté il ragazzo in tono freddo.
Randal indossava un'armatura dorata che rifletteva la luce lunare.
«Combatti per re Volg?»
«No!» Esclamò Thuolgulf. «Mi hanno pagato, devo pur vivere in qualche modo.»
«Certo, certo! Dimmi, lui è morto? Lo hai ucciso vero?» Chiese Randal con voce paterna.
Thuolgulf rimase in silenzio, fu di nuovo l'elfo a parlare.
«A cosa ti ha portato la vendetta? Ad essere uno spregevole mercenario? Se ti conosco-.»
«Tu non mi conosci!» Gli sibilò velenosamente  a denti stretti.
«Ma certo, ma certo.» Sorrise garbatamente Randal.
«Sei il protettore di quella ragazza vedo, quanto ci metterà a morire come lei?»
Randal lo guardò con i suoi penetrante occhi scuri.
«Mi vuoi uccidere, Thuolgulf?»
«Nessuno mi ha pagato per questo.»
Randal sorrise e si allontanò, dandogli le spalle.
«Questo è un addio oppure un arrivederci-.»
«È sicuramente un addio.» sbottò il ragazzo.

1Il metallo di ebano prende il nome dal legno di ebano, in quanto sono due materiali molto preziosi e costosi.

Con l'ebano si possono forgiare armi e armature quasi indistruttibili, migliori dei già pregiati metalli nanici, elfici e orcheschi.

È un gradino sotto il metallo aelesiano, quest'ultimo non è altro che ebano santificato con la magia degli Aelesia.

2 L'Undumë, chiamato il Grande abisso infernale, luogo dove finiscono le anime peccatrici e coloro che in vita si sono comportati in maniera spregevole ed esso viene governato dai baroni daelesiani. La sua controparte è il Qundumë, il Grande prato ancestrale, ovvero la terra degli Dei (Aelesia).

 

   
 
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