Serie TV > The Witcher
Ricorda la storia  |      
Autore: fefi97    09/12/2020    2 recensioni
[geraskier; post rottura sulla montagna; stavano insieme prima che Geralt facesse l'idiota]
Cinque volte in cui Geralt tenta di scusarsi e Jaskier non lo perdona + una volta in cui Jaskier ha pietà della dichiarazione d'amore peggiore della storia.
La storia è tutta qui, sì.
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

To apologize

 

 

 

1)

 

-Geralt? Geralt, cos'hai? -

Ciri gli tira l'armatura, ma Geralt ha occhi solo per Jaskier. Non lo vede da quanto, tre anni? Geralt non è sicuro di quanti anni siano passati dalla montagna. Eppure Jaskier adesso è lì, identico all'ultima volta in cui Geralt l'ha visto, tranne per il fatto che adesso sta sorridendo a non finire cantando quella canzone oscena sulla figlia del pescatore, mentre Geralt ricorda fin troppo bene l'espressione di Jaskier, i suoi occhi quando Geralt aveva pronunciato quelle parole.

Se la vita potesse darmi una benedizione...

Geralt si schiarisce la gola, gli occhi fissi sulla schiena di Jaskier, che si sta allontanando verso il bancone della locanda tra gli applausi.

-Aspetta qui – mormora, ma ovviamente Ciri non lo ascolta e lo segue saltellandogli accanto.

Quando è abbastanza vicino da poterlo toccare, Geralt si rende conto di non sapere come approcciarlo. Allunga una mano, per un attimo rimane sospesa sulla spalla di Jaskier, avvolta in un ridicolo abito blu elettrico, ma poi la abbassa impacciato.

-Jaskier – si limita a dire e Jaskier si volta di scatto.

Il sorriso si congela sul viso del più giovane, gli occhi azzurri si spalancano e per un attimo Geralt teme che stia per svenire proprio lì, che dovrà prenderlo al volo.

Ma Jaskier si ricompone velocemente e assume l'espressione più dura che Geralt gli abbia mai visto, almeno rivolta a lui.

-Ah. Gerard. -

-Si chiama Geralt – interviene Ciri, guardando Jaskier con curiosità.

-Sa come mi chiamo – sibila Geralt, irritato.

Ma Jaskier adesso sta guardando Ciri, gli occhi più morbidi, valutativi.

-Ah. Tu devi essere la... -

-Non dire il suo nome – sbotta Geralt, guardandosi nervoso intorno.

Non voleva che le sue parole uscissero così dure, non ce l'ha con Jaskier, ma è terrorizzato all'idea che qualcuno scopra l'identità di Ciri.

Jaskier si irrigidisce e assume di nuovo quell'espressione dura e sulla difensiva e Geralt conosce quell'espressione precisamente da cinque minuti, ma già la odia.

Non sta bene sul viso di Jaskier, non mentre guarda lui.

-Sì. Perdonami – Jaskier stringe le labbra, perforandolo con gli occhi azzurri – Volevi qualcosa? -

La verità è che ci sono tantissime cose che Geralt vorrebbe dirgli. E iniziano quasi tutte con mi dispiace e finiscono con ti prego perdonami.

Apre la bocca per dirgliele, ma scopre con orrore che dalla sua bocca non esce niente. Sente che Ciri lo sta fissando come se fosse scemo e nemmeno lo sguardo insofferente e annoiato di Jaskier aiuta.

Alla fine grugnisce, distogliendo lo sguardo dal bardo.

-Io... mh, ti trovo bene. -

Questo deve essere il tentativo più patetico di scuse che sia mai stato fatto. Anzi, non sono nemmeno delle scuse, Geralt è un totale disastro.

Non ha il coraggio di guardare Jaskier, gli basta il suo odore deluso e arrabbiato.

-Sì. Grazie – una breve pausa, piena di sarcasmo – Ti trovo bene anche io, nonostante la vita che ti sommerge di merda e tutto il resto. -

Ciri emette una risata strozzata, che soffoca in un colpo di tosse sotto lo sguardo di Geralt.

Jaskier le rivolge un debole sorriso, il più piccolo degli inchini e poi se ne va, liuto in spalla e testa alta, senza degnare più Geralt di un solo sguardo.

Geralt rimane a guardare la sua schiena allontanarsi, sentendosi impotente e frustrato come non mai.

-Chi era? - chiede Ciri, curiosa.

-Nessuno – risponde Geralt automaticamente, perché non ha davvero voglia di parlane adesso.

Ciri si stringe nelle spalle, seguendo allegramente Geralt verso un tavolo vuoto.

-Beh, chiunque sia non penso che tu gli stia molto simpatico, Gerard. -

 

 

 

 

 

2)

 

Nonostante Geralt continui a dirsi che ha accettato quell'incarico a Novigrad solo per la paga buona, non può negare che la sua presenza alla festa del conte c'entri più con un certo bardo che con la sicurezza del nobile in questione.

Questa volta Geralt si è preparato un discorso, non può sbagliare.

Proprio come aveva pensato, Jaskier è lì, bello in modo ridicolo in quell'assurdo completo dorato che aveva messo anche a Cintra.

Sta parlando con una dama e Geralt è ancora troppo lontano per sentire le parole, ma gli basta il modo in cui la donna arrossisce e ridacchia imbarazzata per intuire la natura del discorso.

Non può trattenere una cupa soddisfazione quando la dama lo nota alle spalle di Jaskier, sbianca e si allontana in tutta fretta, mormorando delle scuse.

Jaskier si volta, confuso e perplesso, e Geralt fa del suo meglio per rimanere impassibile davanti all'espressione di puro astio del bardo.

-Non ti hanno mai detto che indossare due spade dietro la schiena ammoscia un po' l'atmosfera di una festa, Geralt? -

È ancora incredibilmente aggressivo e astioso, ma ha usato il suo vero nome e Geralt quasi sorride davanti al familiare sarcasmo mordace dell'altro.

Ma la sua espressione rimane impenetrabile mentre fissa Jaskier dall'alto in basso.

-Sono qui in servizio. E in ogni caso era sicuramente una donna sposata. Ti ho evitato l'ira di qualche marito geloso. -

Per un attimo è tutto talmente familiare che Geralt si sente sopraffatto.

Solo che non sono a Cintra, Geralt non si è vestito come un triste commerciante di seta solo per far contento Jaskier e Jaskier questa volta non vuole decisamente essere salvato da lui.

-Come mai qui? - domanda sollevando il mento in una posa arrogante, anche se Geralt può annusare l'odore dell'ansia e del nervosismo su di lui – Cerchi di rivendicare un'altra bambina sorpresa? L'altra dove l'hai lasciata? -

Geralt si guarda intorno, ma per fortuna il suo aspetto è abbastanza inquietante da creare un vuoto tutto intorno a loro.

-Ciri è al sicuro, con una persona fidata – si limita a dire, il nome di Yennefer rimane sospeso tra loro, Geralt lo può leggere a chiare lettere negli occhi feriti di Jaskier.

-Bene – dice Jaskier dopo un po', aggiustandosi il farsetto, gli occhi azzurri che evadono nervosamente la presa di quelli di Geralt – Lieto che stiano tutti bene. Tra poco devo esibirmi quindi... ciao. -

-Io non sto bene – sbotta Geralt, prima che Jaskier possa allontanarsi di un passo.

Jaskier lo fissa, vagamente allarmato, e Geralt si maledice.

Questo non è il discorso che si era preparato, ma dovrà farselo andare bene comunque.

-Io... - si passa la lingua sulle labbra, desiderando che Jaskier non lo guardi in quel modo, tutto occhi spalancati e luminosi, perché è dannatamente distraente.

– Io non sto bene senza di te. -

Geralt sa che fanno abbastanza schifo come scuse, ma ormai lo ha detto.

Jaskier non dice niente, il suo viso è privo di ogni emozione mentre lo scruta.

Geralt sa che sta aspettando qualcosa, che elabori quel pensiero sconnesso e gli spieghi esattamente perché non sta bene senza di lui, perché non può fottutamente stare senza di lui, in realtà.

E Geralt vuole farlo, davvero, vuole spiegargli tutto, vuole scusarsi, scusarsi davvero, perché Jaskier se lo merita.

Ma in quel momento qualcuno urla e Geralt si ricorda perché si trova lì in primo luogo.

-Merda – impreca, estraendo con un movimento veloce la spada.

Incrocia solo per un breve istante lo sguardo confuso e preoccupato di Jaskier.

-Devo... il conte... stai al sicuro. Ti trovo dopo – borbotta e poi si allontana velocemente, senza aspettare risposta.

Ma quando torna nella sala, coperto di sangue e con dei soldi in più nella sua borsa, Jaskier non è più tra gli invitati.

 

 

 

3)

 

Geralt si incontra con Yennefer a Posada semplicemente perché si trova a metà strada per entrambi. Bevono alla locanda, Yennefer lo aggiorna sui progressi di Ciri e Geralt la aggiorna laconicamente sulla vita sul sentiero.

A un certo punto Yennefer sorride e Geralt sa che quel particolare sorriso non preannuncia nulla di buono.

-Non è il tuo bardo quello che ci sta guardando con il cuore spezzato, Geralt? -

Geralt si volta di scatto e in effetti c'è Jaskier dall'altra parte della stanza, con lo sguardo più ferito del mondo. Non appena incrocia lo sguardo di Geralt arrossisce, imbastisce in fretta e furia un'espressione sprezzante e corre via dalla locanda, borbottando delle scuse verso la ragazza con cui evidentemente stava parlando.

Geralt non aspetta nemmeno mezzo secondo per seguirlo fuori.

Jaskier è in piedi in mezzo alla strada, ha le mani tra i capelli e sta parlando da solo.

-Stupido, sei uno stupido... sempre lo stesso errore. -

Geralt troverebbe ridicolo chiunque altro si trovasse al posto del bardo, ma quello è Jaskier e Geralt prova solo una strana fitta al petto.

Non sa cosa sia peggio, se l'odore della disperazione o quello acido della rabbia e della gelosia.

-Stavamo solo parlando. -

Non sa perché dice questo per prima cosa, forse avrebbe dovuto preannunciarsi in modo più delicato, perché Jaskier trasalisce.

Si volta lentamente e Geralt sente ancora quella fitta al petto, ma più forte, più acuta.

-Non mi interessa cosa stavate facendo – sbotta Jaskier ed è ovvio che sia una bugia, non c'è bisogno dei sensi da witcher per capirlo, qualsiasi umano con un'intelligenza nella media lo capirebbe.

-Sì, chiaramente sei scappato via perché non ti importa – sbotta Geralt, esasperato, e capisce di aver detto la cosa sbagliata quando gli occhi di Jaskier diventano insopportabilmente vulnerabili.

-Scusa – borbotta Geralt, nervoso, cercando disperatamente di recuperare terreno – Volevo solo dire che... Yen e io, siamo solo amici, sai. Da quel giorno sulla montagna io... -

Io non sono stato con nessuno.

-Non mi interessa – ripete Jaskier, senza guardarlo e con voce molto più incerta rispetto a prima – E non nominarmi quel maledetto giorno. -

Cala il silenzio e Geralt sa che cosa deve fare, cosa deve dire.

No, parliamone invece. Parliamo di quel giorno, di quanto sono stato idiota. Parliamo di quanto mi dispiace, di quanto ho bisogno di te. Parliamone, Jaskier.

Sta aprendo la bocca per dirglielo, glielo deve dire, quando Jaskier alza di scatto gli occhi nei suoi, inchiodandolo con uno sguardo di fuoco.

-Di tutti i posti dove potevi portarla, proprio questo? -

Geralt lo fissa, confuso.

-Di cosa stai parlando? -

Jaskier sbotta in una risata sarcastica, di quelle che fa quando vuole mettere al proprio posto qualche signore che ha alzato un po' troppo la cresta.

-Ovvio che non ricordi. Di cosa mi stupisco? -

-Smettila – ringhia frustrato Geralt, facendo un passo avanti. Il modo in cui Jaskier indietreggia subito è peggio di una pugnalata al cuore.

-Se devi dire qualcosa dilla e basta. -

Gli occhi azzurri di Jaskier sono velenosi mentre lo fissa.

-Bene, lo dirò e basta allora! Potevi portarla a Kaer Morhen, potevi raggiungerla a Vengerberg o potevate costruirvi una romantica capanna in qualche landa sperduta, non mi importa! Ma qui! Qui no, maledizione! Non a Posada, non in questa locanda, non a quel tavolo! -

Geralt ci mette davvero poco a connettere tutti i pezzi. Gli attraversano la mente varie immagini che si succedono rapidamente, tutte coloratissime come il ridicolo vestito che Jaskier indossava quel giorno.

Mi piace il modo in cui stai in un angolo e rimugini.

Cazzo, non si era nemmeno reso conto che fosse lo stesso tavolo, si era limitato a seguire Yennefer in modo passivo, la mente altrove.

Ma adesso si rende conto che agli occhi di Jaskier ha commesso un affronto imperdonabile.

-Jaskier, non significa niente – tenta comunque, in un brontolio esasperato – Ci siamo incontrati qui per caso, per parlare. -

Jaskier inarca le sopracciglia.

-Certo. Parlare. È noto che tu sia un gran conversatore. Per non parlare di Miss Preferisco Sparire Mentre Dormi Piuttosto che Affrontare una Discussione Spiacevole. Ma sai che ti dico? Era ora che voi due imparaste a “parlare”, almeno smetterete di incasinare la vita di chi per sventura vi sta intorno! -

-Parli tu! - ringhia Geralt, senza più riuscire a trattenersi – Parli tu che sei scappato via da Novigrad, un anno fa, piuttosto che parlarmi! -

-Non sono scappato! - urla Jaskier, il viso rosso e deformato dalla rabbia – Ti ho aspettato! Ti ho aspettato per tre giorni! -

-Stronzate! Non eri più nel castello quando sono tornato! -

-Tu mi hai detto di stare al sicuro! Così me ne sono andato e ho preso una stanza nella locanda del paese! E ti ho aspettato, Geralt, ma tu non mi hai trovato! -

Geralt sente la propria rabbia sgonfiarsi come per magia.

-Oh. Io non... non lo sapevo. -

Jaskier gli ha voltato le spalle adesso e Geralt ha l'atroce sensazione che si stia asciugando gli occhi.

-Sì, è evidente. -

La voce di Jaskier è tesa e spezzata e Geralt non osa dire più nulla perché teme di romperlo definitivamente.

-Dimmi cosa devo fare – mormora infine, quasi disperato – Dimmi cosa deve fare perché tu smetta di odiarmi. Per favore. -

Jaskier si volta di nuovo a guardarlo e per fortuna non sta piangendo perché Geralt non avrebbe potuto sopportarlo. Sembra solo incredibilmente sfinito e Geralt lo abbraccerebbe, se non fosse sicuro che al momento finirebbe solo per beccarsi un pugno o un calcio ben assestato allo stomaco.

-Per ora... - Jaskier sembra esitare, un sottile profumo di imbarazzo si libera da lui – Per ora puoi limitarti a non portartela a letto? Per favore. -

-Ti ho già detto cento volte che non lo sto facendo – sibila Geralt, frustrato – Ti ho detto che non sto bene senza di te, cosa diavolo pensi che significhi? Pensi che lo direi se nel frattempo fossi tornato con lei? -

-Non lo so cosa significhi! - sbotta Jaskier, avvicinandosi inconsapevolmente – Tu butti fuori frasi del genere dopo avermi detto che conoscermi è stata la cosa peggiore che potesse capitarti! E io che dovrei pensare? -

Geralt sa che è quello il momento giusto, è quello il momento in cui deve scusarsi. Ma Jaskier è più vicino di quanto lo sia stato negli ultimi quattro anni ed è così bello e a Geralt è mancato così tanto. È facile chiudere la distanza tra loro, prendere Jaskier tra le braccia e baciarlo.

Le labbra di Jaskier sono morbide proprio come Geralt ricordava e per un meraviglioso istante sembra essere tornato tutto alla normalità, gli sembra quasi che Jaskier ricambi il bacio, la sua bocca che si apre timidamente, cedendo a quella di Geralt. Ma poi le mani di Jaskier fanno pressione sul suo petto e Geralt non può ignorarle, anche se Jaskier non potrebbe mai spostarlo da solo.

Rispetta troppo Jaskier per fare finta di niente, quindi lo lascia andare, riluttante, e fa un passo indietro.

Jaskier ha il fiatone e i suoi occhi sono più grandi e brillanti che mai, ma il suo odore non è ancora quello giusto, sa ancora di rabbia e disperazione e Geralt lo odia.

-Ho... ho bisogno di tempo per pensare – ansima infine Jaskier, indietreggiando da Geralt – Per favore non cercarmi. Mi farò vivo io, va bene? -

Geralt annuisce, anche se ogni parte di lui vorrebbe protestare.

Ma non può negare a Jaskier questa cosa, non ne ha il diritto.

Anche Jaskier annuisce, un po' guardingo.

-Bene. Io... io adesso andrò a farmi un giro. Tornerò verso sera. Ti prego, fate in modo di non essere qui. -

Solo l'uso del plurale fa ricordare a Geralt la presenza di Yennefer e vorrebbe dirglielo, vorrebbe dirgli: un bacio basta a farmi dimenticare qualsiasi cosa non sia tu e dubiti che voglia stare solo con te?

Ma invece non dice niente e resta a guardare Jaskier che si allontana sempre di più, fino a diventare solo un puntino colorato nell'orizzonte.

 

 

4)

 

 

Geralt,

Mi raggiungi a Cidaris? C'è un torneo bardico tra due mesi. Possiamo parlare lì, se ti va. Spero che la bambina stia bene.

Jaskier

 

 

La lettera di Jaskier è scarna e piuttosto fredda, ma Geralt l'ha letta talmente tante volte che ormai la sa a memoria. Apprezza che Jaskier non abbia fatto il nome di Ciri, non si può mai sapere. La lettera è arrivata a Kaer Morhen e a giudicare dalla data che Jaskier ha scarabocchiato sul retro, Geralt l'ha letta con un mese di ritardo, il che significa che anche se è appena arrivato deve ripartire subito se vuole raggiungerlo per tempo.

Vesemir inarca le sopracciglia quando gli comunica la sua partenza, ma non commenta.

Geralt di solito è sempre attento a rispettare i ritmi di Roach, ma questa volta non le concede tregua.

Questa potrebbe essere la sua ultima occasione per chiarire con Jaskier e non può sprecarla.

Geralt si veste addirittura bene per l'occasione, anche se si sente incredibilmente a disagio. Non importa comunque, farebbe qualsiasi cosa per riavere Jaskier indietro.

Geralt fa del suo meglio per essere puntuale, ma quando arriva a Cidaris la competizione è già iniziata da un pezzo. Jaskier è seduto da solo a un tavolo, con il suo liuto come unica compagnia, e osserva il palco con una mano appoggiata alla guancia.

-Ehi – mormora Geralt, mentre si siede accanto a lui.

Jaskier lo guarda e Geralt nota con sollievo che per la prima volta non c'è rabbia o disperazione nel suo odore. Non è nemmeno come prima, ma è già un inizio. Gli sorride addirittura, anche se non arriva agli occhi.

-Ciao. -

Geralt osserva le dita della mano che Jaskier tiene sulla tavola e impreca a bassa voce. Le punte sono un po' rosse e macchiate di olio per lubrificare gli strumenti.

-Merda. Ti sei già esibito? -

Jaskier annuisce e ancora una volta non sembra arrabbiato.

-Sì, ma non importa. Ti ho fatto venire qui solo per parlare.-

-Avrei voluto vederti – insiste Geralt, frustrato con se stesso.

Jaskier sorride con un angolo della bocca e per un attimo è talmente simile al Jaskier che Geralt conosce – ama – che vorrebbe baciarlo di nuovo.

-Non ti sei perso niente. Solo una torta senza ripieno, giusto? -

Cazzo, forse dovrebbe scusarsi anche per questo.

Apre la bocca, mortificato, ma Jaskier lo interrompe con una risata leggera.

-Va bene, lasciamo perdere. Siamo in una situazione già abbastanza complicata senza dover rivangare il passato. -

Geralt lo fissa, poi in un moto di coraggio copre la mano di Jaskier con la propria. Jaskier sussulta appena, ma non ritrae la mano e per Geralt è già qualcosa.

I suoi occhi azzurri ricambiano con diffidenza lo sguardo ardente di Geralt, ma non osano lasciarli nemmeno per un secondo.

-Ti voglio con me, testa di cazzo – borbotta Geralt, la voce ruvida e dolce insieme, mentre con il pollice lascia una carezza impacciata sul dorso della sua mano.

Jaskier lo fissa, il labbro tra i denti, e Geralt vorrebbe che non lo facesse, perché è già abbastanza difficile trattenersi dal baciarlo senza che faccia quelle espressioni.

-Per quanto? - sussurra infine e Geralt è spiazzato dalla domanda.

Che significa per quanto?

-Per tutto il tempo che vorrai – prova Geralt, ma Jaskier scuote la testa.

Le sue dita stanno lentamente ricambiando le carezze di Geralt, come se stesse riprendendo confidenza con il suo corpo.

-Non sono io il problema, Geralt. Tu per quanto tempo mi vorrai? -

Geralt prova un dolore sordo al petto, perché quella domanda è semplicemente crudele.

Jaskier non lo sa che non dipende da lui? Se dipendesse da lui, la risposta sarebbe semplice. Per sempre.

Ma Jaskier è umano e il per sempre non esiste per gli umani, soprattutto quando il loro compagno è un witcher.

Sa che non è giusto arrabbiarsi con Jaskier per questo, sa che dovrebbe spiegargli e scusarsi, cazzo, deve scusarsi.

Invece ritira la mano da quella di Jaskier, che stringe la sua a pugno, come a volersi difendere.

-Si tratta ancora della montagna, vero? - chiede Geralt, la voce tesa – Non mi perdonerai mai. -

Jaskier sbatte le palpebre, sinceramente sorpreso.

-No, io... io cercavo solo di capire, Geralt. Non puoi... - fa un respiro profondo e poi i suoi occhi sono quasi dolci in quelli di Geralt – Non puoi dirmi oggi che mi vuoi con te e poi domani dirmi che dovrei togliermi dai piedi, lo capisci, vero? Capisci che non potrei più sopportarlo? -

-Ma non succederà più – quasi ringhia Geralt, frustrato – Ti giuro su tutto ciò a cui tengo che non succederà mai più. Dammi un'altra possibilità. -

Jaskier lo fissa in silenzio per un lungo istante, poi allunga quasi timidamente una mano verso il suo viso. Geralt chiude gli occhi mentre accetta il tocco esitante delle dita di Jaskier sulla sua guancia e poi sullo zigomo, per finire infine sul suo sopracciglio. Sembra che Jaskier voglia tracciare il viso di Geralt nella sua mente, non è chiaro se per ricordarselo in futuro o se per riprendere familiarità.

Geralt spera che sia la seconda.

-Sei venuto qui anche se detesti le feste e i luoghi affollati – sussurra poi Jaskier, la sua mano che indugia sulla mascella ruvida di barba di Geralt – E ti sei vestito bene solo per me. -

Geralt socchiude gli occhi, incontrando l'azzurro.

-Come un triste commerciante di seta – mormora e Jaskier ride e il mondo torna ad avere un senso per Geralt, solo per questo, solo per la risata di Jaskier.

-Dove sei diretto? - chiede poi Jaskier, tornando serio e abbassando la mano.

Geralt scuote la testa e si arrende a essere patetico mormorando: - Dove vuoi tu. -

Jaskier ride di nuovo e Geralt chiude un istante gli occhi, gustandosi quel suono.

-Beh, come rifiutare di venire con te, a questo punto. Non sono mai stato in carica. -

-Non sei in carica nemmeno adesso – brontola Geralt con affetto, ma è piuttosto chiaro che sta mentendo.

Non importa, comunque. Tutto quello che importa è che Jaskier ha detto che verrà con lui. Si sporge per baciarlo, ma Jaskier volta la testa all'ultimo secondo e le sue labbra finiscono sulla guancia del bardo.

Geralt rimane immobile, come paralizzato, ma Jaskier si allontana sorridendo, come se non fosse successo niente di strano.

-Bene, allora. Se ce ne stiamo andando vado a prendere la mia roba, sì? Così possiamo partire subito dopo che mi avranno proclamato vincitore.-

Geralt si limita ad annuire, lo sguardo piatto fisso sul bardo.

Jaskier gli scocca un ultimo sorriso nervoso, gli accarezza una spalla e poi si alza fin troppo velocemente dalla panca.

Geralt lo osserva allontanarsi da lui, una sensazione strana e oscura che gli serpeggia nel petto.

Ma va tutto bene, vero?

Jaskier ha detto che sarebbe venuto con lui, ha parlato di partire insieme.

Significa che lo ha perdonato, deve significare che lo ha perdonato.

-Non penserai sul serio che ti abbia perdonato, vero? -

Geralt si volta al suono della voce beffarda e indolente insieme, incrociando un paio di occhi che brillano nella penombra.

L'uomo si stacca dalla colonna alla quale era appoggiato e fa un passo in avanti, permettendo alla luce delle fiaccole di mostrarlo a Geralt.

È un uomo alto e magro, con una barbetta nera e un ridicolo cappello con la piuma che nasconde in parte i folti ricci scuri. Le labbra sottili sono sollevate in un ghigno e Geralt ha capito chi è senza bisogno di presentazioni.

-Valdo Marx, trovatore di Cidaris, a tuo servizio, witcher – dice comunque l'uomo, esibendosi in un inchino pomposo che Geralt sospetta abbia la precisa funzione di prenderlo in giro.

-So chi sei – borbotta Geralt, dandogli le spalle e afferrando la birra mezza finita di Jaskier giusto per avere qualcosa da fare – Sono qui per bere da solo. -

Valdo Marx non sembra incline ad accettare un non poi tanto sottile invito a sparire e si lascia cadere con disinvoltura sulla panca davanti a Geralt.

Geralt si chiede, con una punta di irritazione, se tutti i bardi facciano così o se quella di scocciare gli sconosciuti sia una cosa che Jaskier e Valdo hanno in comune.

-Calma, witcher. Voglio solo darti qualche consiglio su Jaskier. Credimi, ne hai bisogno. -

Geralt sbuffa, svuotando in un solo sorso il boccale di birra.

-Non ho bisogno di consigli su Jaskier da parte tua. Lo conosco bene, meglio di te. -

Valdo inarca le sopracciglia, apparendo cordialmente scettico.

-Dici? Conosco Julian molto bene e da molti anni, oserei dire da prima che si unisse a te per fare... cos'è che fa, esattamente, a parte seguirti in giro per il continente senza nessuna classe?-

Geralt lo fissa, non avendo più scuse per ignorarlo.

-Chi cazzo è Julian? -

Valdo lo fissa sorpreso per un istante, poi sorride.

-Oh, mio caro. Hai un disperato bisogno d'aiuto. -

-Non voglio il tuo aiuto – sbotta Geralt, poi decide di ricorrere alla meschinità pur di liberarsi dell'altro e aggiunge: - Dici di conoscere bene Jaskier, ma scommetto che non sai cosa ha fatto qualche anno fa? -

Con sua sorpresa, Valdo sbuffa, annoiato.

-Intendi il banale tentativo di farmi fuori esprimendo un desiderio al gingin? -

-Djinn – corregge Geralt in modo automatico, cominciando a sentirsi un po' disorientato – Jaskier te lo ha detto? -

-Jaskier mi dice tutto, tra un battibecco e un tentativo di omicidio – si stringe nelle spalle e questa volta il suo sorriso appare un po' malinconico a Geralt – È lo scotto da pagare quando sei allo stesso tempo il grande amore, il migliore amico e l'acerrimo nemico di qualcuno. Che è la stessa cosa che sta succedendo a te, per inciso. -

Geralt rimane in silenzio, lo sguardo vuoto, e Valdo sospira.

-Ascolta. Jaskier non è una persona misurata, come avrai notato, se lo conosci un minimo. Quando ama lo fa senza limiti e quando odia altrettanto. Non ha un buon rapporto con il perdono. Una volta che rompi il suo piccolo e fragile cuore, è difficile che ti permetta di rimettere insieme i pezzi. E allora ecco che parte l'eterna giostra dell'amore travolgente alternato all'odio e al risentimento. Molto facile salirci, difficile scendere. Io ne so qualcosa. All'inizio sembrerà tutto normale tra voi e tu penserai che sia tutto a posto, che ti abbia perdonato. E Jaskier ci proverà a perdonarti, oh eccome se ci proverà. Ma non ci riuscirà, non è nella sua natura. E alla fine prevarrà il risentimento e l'odio, ma non riuscirà comunque a lasciarti andare, perché ti ama, ovviamente. Quindi finirà con voi intrappolati in questa ragnatela di rancore e passione a chiedervi perché nessuno dei due riesca a dire basta. -

Il cervello di Geralt ronza, non riesce a concentrarsi e tutto ciò che esce dalla bocca del bardo gli sembra criptico e senza senso, sciocchezze da poeta.

-Il punto qual è? Che te la facevi con Jaskier, hai fatto una stronzata e adesso ti odia? - domanda pungente, perché sente di dover mantenere le proprie difese alzate – Questi sono affari tuoi. Tra me e Jaskier le cose sono diverse da come lo sono tra voi. -

Valdo lo guarda per un po', poi scuote la testa con un sospiro drammatico, come per arrendersi.

-Va bene, ci rinuncio. Non spreco il mio tempo a mettere in guardia chi non vuole esserlo. -

-Non ho bisogno di essere messo in guardia – sbotta Geralt, alzando un po' la voce – Le cose tra me e lui non sono come quelle tra voi – ripete, come per convincere se stesso.

Valdo sorride enigmatico, mentre si alza in piedi.

-Può darsi, witcher, ti do il beneficio del dubbio – di nuovo un velo di malinconia si insinua negli occhi scuri – Dopotutto ti ama più di quanto abbia mai amato me. Se c'è qualcuno a cui potrebbe dare il perdono, quello sei tu. -

Poi Valdo Marx scivola via e Geralt rimane solo a un tavolo vuoto, il petto più pesante che mai.

 

 

5)

 

Sono passati alcuni mesi da quando Jaskier ha ripreso a viaggiare con lui e ancora Geralt non riesce a capire se stia andando bene o male.

Jaskier sembra normale, chiacchiera a non finire, canta e si prende cura di Geralt nelle piccole cose, come aiutandolo a lavarsi i capelli o pulendo la sua armatura.

Sono i dettagli che non vanno bene.

Prima Jaskier avrebbe afferrato la mano di Geralt con naturalezza e lo avrebbe trascinato verso qualsiasi sciocchezza in grado di attirare la sua attenzione per più di due secondi, oppure avrebbe colto ogni occasione per premerlo contro un albero e baciarlo, fino a togliergli un po' il fiato.

Jaskier, o la sua nuova versione, come lo chiama Geralt nella sua mente, sembra rifuggire il contatto fisico, quando non è necessario.

Sì, c'è stato qualche rapido bacio e hanno dovuto condividere più volte un letto e Jaskier non ha mai protestato quando Geralt gli passava un braccio intorno attirandolo vicino, ma in qualche modo niente sembra come prima e le parole di Valdo Marx stanno uccidendo Geralt.

Non penserai sul serio che ti abbia perdonato, vero?

Geralt vorrebbe affrontare il discorso, magari chiedergli scusa come si deve, ma in fondo è solo un codardo e ha troppa paura di spezzare quel fragile ma funzionale equilibrio e perdere Jaskier di nuovo.

Sempre per questa paura, Geralt si riscopre molto più accondiscendente del solito verso Jaskier. Qualsiasi cosa desideri Jaskier, anche la più idiota e senza senso, Geralt non riesce a negargliela.

Così dice di sì quando Jaskier insiste per accompagnarlo durante una caccia pericolosa perché, oh Geralt ti prego non ho mai visto un grifone dal vivo.

C'è un motivo per cui non ha mai visto un grifone dal vivo e Geralt vorrebbe davvero che questa condizione si mantenesse, ma non riesce a dire di no agli occhi eccitati e così dannatamente azzurri di Jaskier.

Geralt sa che è una cattiva idea.

Sa che Jaskier non è bravo né ad ascoltare né a prendere ordini e che quando gli urlerà di scappare Jaskier non lo farà, non finché non sarà certo che anche Geralt sia al sicuro, perché è davvero così idiota.

Geralt pensa di non essere mai stato così terrorizzato in tutta la sua vita come in quel momento, con il grifone che punta Jaskier, gli artigli pronti a colpire.

Geralt lo afferra e lo spinge via, ma sa dal piccolo gemito di dolore di Jaskier che si è mosso tardi.

Non ha tempo per verificare i danni, grugnisce a Jaskier di rimanere giù e per la successiva mezz'ora sono solo lui e il grifone.

Quando tutto è finito, Geralt barcolla fino a Jaskier, che è seduto contro un albero.

È arruffato e sporco, ma sembra illeso.

O quasi.

Geralt crolla in ginocchio davanti a lui, gli occhi che subito individuano la ferita sulla spalla destra del bardo.

Il graffio non sembra troppo grave, abbastanza profondo da lacerare il ridicolo vestito giallo di Jaskier e la pelle sottostante, ma non abbastanza da danneggiare veramente i muscoli.

Jaskier si riprenderà facilmente in pochi giorni, ma Geralt è troppo fottutamente arrabbiato, troppo fottutamente spaventato, per razionalizzarlo.

E poi Jaskier, Jaskier che ha il coraggio di sorridere e di sembrare allegro come se non fosse successo niente, apre quella maledetta bocca.

-Per tutti gli dei, hai idea di che ballata verrà fuori da questo? È stato epico. Ti informo che nella mia canzone dirò che il grifone mi ha quasi strappato un braccio e non potrai fare niente per impedirmelo!–

I suoi occhi poi mettono a fuoco Geralt, facendosi preoccupati.

- Tu stai bene, Geralt? Sei ferito? -

Inaspettatamente, è quell'ultima domanda che fa scattare Geralt.

Jaskier sobbalza quando il pugno di Geralt si abbatte sulla corteccia sopra la sua testa, con tanta violenza che piccoli pezzi di legno volano intorno.

Geralt è davvero troppo furioso per curarsi dello sguardo allarmato e perso del bardo.

-Questo è esattamente il motivo per cui non ti volevo intorno in primo luogo! - urla Geralt, il viso vicinissimo a quello di Jaskier, tutto occhi spalancati e labbra tremanti – Tu... tu non ascolti mai, dannazione! E un giorno mi morirai proprio così, davanti agli occhi, senza che io possa fare nulla per impedirlo! E cazzo, non volevo questo dalla vita! Non volevo dovermi preoccupare di ogni tuo fottuto passo perché sei solo un umano e ogni tuo respiro potrebbe essere l'ultimo! Invece eccomi qui, incastrato con te, per il resto della mia fottuta vita! -

Il silenzio che segue le parole di Geralt è quasi assordante.

Geralt respira pesantemente, quasi addossato a Jaskier, una mano posata sul tronco sopra la testa del bardo per sostenersi.

Jaskier non dice nulla, i suoi occhi sono vuoti, le sue labbra appena schiuse. È pallidissimo e Geralt non pensa che sia per la perdita di sangue.

-Bene – mormora dopo un po', con una voce che non sembra nemmeno la sua – Allora... mi toglierò dai piedi, dopotutto. -

Sono quelle parole che riportano Geralt alla realtà. Improvvisamente si rende conto che deve apparire quasi minaccioso incombendo in quel modo su Jaskier, che deve averlo terrorizzato con il suo pugno e le sue urla.

Ma Jaskier non sembra terrorizzato, solo ferito a morte.

Ci mette un po', ma alla fine si rende conto di come debbano essere suonate le sue parole.

-Cazzo – mormora Geralt, cadendo seduto e strisciando un po' indietro sul terreno – Jaskier, mi... -

Ma Geralt non ha il tempo di formulare quelle che con tutta probabilità saranno le scuse più patetiche della storia.

Jaskier scatta in piedi, con un'agilità sorprendente per una persona ferita, poi comincia a correre.

Geralt rimane paralizzato per diversi minuti, prima di rendersi conto di ciò che è successo. Impreca ad alta voce, si alza e corre dietro a Jaskier.

 

 

+1

 

-Jaskier, dannazione! Aspetta un attimo! -

Jaskier, come prevedibile, non lo ascolta, continuando a radunare come una furia le sue cose dalla stanza che lui e Geralt hanno condiviso negli ultimi tre giorni.

-Fammi almeno medicare la tua spalla, per favore! Ti verrà un'infezione se non la bendi- tenta Geralt, sentendosi frustrato e impotente.

Jaskier emette una risata sarcastica, senza guardarlo e senza fermarsi nemmeno per un secondo.

-Tranquillo, non ho intenzione di... com'era? Morirti davanti agli occhi. Andrò a tirare le cuoia lontano da te, in modo da non crearti disturbo. In fondo non voglio che tu rimanga incastrato con me per il resto della tua vita. -

Geralt trattiene a malapena un ringhio, perché sa che se Jaskier si sta comportando da piccola merda è colpa sua.

-Non la intendevo così. -

-Davvero? - chiede Jaskier distrattamente, mentre piega con cura i suoi vestiti e li ripone nella sua sacca. È una fortuna che Jaskier abbia davvero troppi vestiti, perché dà a Geralt il tempo di pensare alla sua prossima mossa – E come la intendevi? -

-Ascolta – mormora Geralt, facendo un passo avanti e cercando di mantenere la calma – Non mi piace quando ti fai male e sì, non mi piace particolarmente l'idea che tu sia umano. -

-Sì, lo hai reso piuttosto chiaro prima – commenta Jaskier, la voce fredda.

-Ma ci ho pensato, in questi anni – continua Geralt ignorandolo – E sono giunto alla conclusione che non mi importa se sei umano o se sei condannato a vivere una vita infinitamente più breve della mia. Non importa. Non ho comunque intenzione di sopravviverti a lungo in ogni caso. -

Finalmente, Jaskier si blocca e i suoi occhi azzurri scattano in quelli di Geralt.

Sembra confuso e furioso insieme e Geralt non pensa che sia un buon mix.

-Geralt. Cosa. Cazzo. Stai. Dicendo – scandisce, stringendo il suo abito azzurro tanto forte da farsi venire le nocche bianche.

Geralt aggrotta la fronte, perché davvero non gli sembra un concetto tanto difficile da capire.

-Ho vissuto una vita abbastanza lunga da potervi porre fine senza rimpianti. Ormai l'unico rimpianto che potrei avere è perdere te. -

Gli sembra una spiegazione più che sufficiente, ma Jaskier sembra ancora totalmente perso.

-Geralt, cosa stai dicendo? Il tuo piano è... cosa, esattamente? Lasciare che io ti stia intorno perché tanto hai intenzione di ucciderti alla mia morte? -

-Sì – risponde subito Geralt, grato che Jaskier abbia capito.

Peccato che Jaskier non sembri molto contento della risposta. Geralt lo osserva perplesso lasciar andare di scatto il suo vestito per portarsi le mani tra i capelli, una risata isterica che gli sfugge dalle labbra.

-Oh, Melitele, dammi la forza! Ti rendi conto di quanto sia assurdo, Geralt? Non puoi dire semplicemente cose come questa e aspettarti che non dia i numeri! -

-Che ho detto di male? - si difende Geralt, cominciando a risentirsi.

Non che si aspettasse che Jaskier gli saltasse in braccio per baciarlo selvaggiamente, ma aveva fatto una dichiarazione fottutamente romantica.

Jaskier lo fissa incredulo, la bocca spalancata.

-Geralt, come puoi non rendertene conto? Non è... non è una cosa normale da dire! Che cazzo dovrebbe significare poi? -

Il solco sulla fronte di Geralt si fa più profondo mentre fa un altro passo avanti.

-Pensavo che fosse chiaro il significato. Che non posso vivere senza di te. -

Gli occhi di Jaskier sono più grandi che mai adesso ed è talmente pallido che Geralt comincia a preoccuparsi.

-Jaskier, dannazione, siediti e fammi controllare quella dannata ferita. -

Ma Jaskier non si muove, sembra una statua.

Poi, lentamente, comincia a piangere. Inizia con i suoi occhi che diventano lucidi e presto Jaskier sta singhiozzando rumorosamente, appoggiandosi all'armadio di legno per sostenersi.

Ecco, adesso Geralt è ufficialmente nel panico più totale.

Si avvicina rapido a Jaskier, i suoi occhi che lo percorrono in modo frenetico.

-Jaskier, che succede? Ti fa male la spalla? Per favore, parlami. -

Allunga una mano nella sua direzione, ma prima che possa sfiorarlo, Jaskier gli ha gettato le braccia al collo e sta soffocando singhiozzi prepotenti contro il petto di Geralt.

Geralt sbatte le palpebre, perplesso, ma poi stringe le braccia contro la figura tremante del bardo, perché davvero non c'è molto altro che possa fare.

-Sei...sei un coglione – borbotta Jaskier contro il suo petto e per Geralt è un sollievo che sia ancora in grado di insultarlo – Tu...tu non puoi dire cose del genere dal nulla, senza preavviso. -

Geralt aggrotta la fronte. Si sente ottuso, ma davvero non riesce a capire quale sia il problema.

-Non capisco. Pensavo che fosse evidente che ti amo e tutto il resto – borbotta, esasperato.

Forse anche quella è una cosa sbagliata da dire, perché Jaskier si irrigidisce tutto tra le sue braccia, i singhiozzi cessano all'improvviso.

Poi ricomincia a tremare, ma questa volta Geralt si rende conto che sta ridendo.

-Oh Geralt – mormora Jaskier contro la sua armatura e il suo tono affettuoso scalda Geralt nel profondo – Ti rendi conto che “quando muori mi uccido” è la dichiarazione più schifosa della storia, vero? -

-Ma è vero – protesta Geralt e Jaskier ride di nuovo.

Finalmente alza un po' il volto, permettendo a Geralt di incrociare gli occhi azzurri, ora arrossati e umidi. Sente una fitta al cuore perché odia vedere Jaskier triste, soprattutto se a causa sua.

Gli passa una mano ruvida sulla guancia e Jaskier si appoggia al suo tocco con una naturalezza che avevano perso negli ultimi mesi.

-Mi dispiace, Jaskier – mormora, fissandolo seriamente negli occhi – Mi dispiace per quello che ho detto sulla montagna, mi dispiace per quello che ho detto oggi e mi dispiace per il ritardo con cui mi sto scusando. So di non meritarmi il tuo perdono, ma non c'è altra cosa al mondo che desidererei di più. -

Jaskier scuote la testa, liberando una mano per poter anche lui toccare la guancia di Geralt.

-Geralt, io ti amo. Adesso capisco perché hai detto certe cose. E ti perdono. -

Per un attimo Geralt è sopraffatto dalla felicità di sentire Jaskier confessare il suo amore così candidamente, ma poi le parole di Valdo Marx lo colpiscono senza preavviso al cuore.

-Sei sicuro? Sei certo di potermi perdonare? -

Jaskier aggrotta la fronte, perplesso.

-Certo. Perché? -

-Beh, a Cidaris Valdo Marx ha detto... -

Jaskier sbuffa e gli posa con delicatezza una mano sulla bocca per interromperlo.

-Qualsiasi cosa ti abbia detto Valdo, è una bugia. È solo geloso perché non sono più andato a letto con lui da quando noi due stiamo insieme, lo stronzo senza talento. -

L'ego di Geralt è in parte confortato da quelle parole, ma continua a sentirsi inquieto.

Jaskier sembra accorgersene, perché i suoi occhi si addolciscono.

-Immagino cosa ti abbia detto ed è vero, non perdono facilmente. Ma si tratta di te, Geralt. Non puoi davvero non sapere quanto tu sia speciale per me. Nemmeno io posso vivere senza di te, idiota. -

Geralt sente i propri occhi ammorbidirsi in modo patetico e non può fare altro che baciare il palmo di Jaskier, ancora sulla sua bocca.

Gli occhi di Jaskier si scuriscono, pieni di desiderio, e improvvisamente Geralt si trova pressato contro l'armadio, il corpo di Jaskier che lo schiaccia in modo quasi prepotente e le loro bocche unite insieme.

Geralt lo stringe fortissimo, sentendosi finalmente felice dopo anni di nulla.

Viene riportato alla realtà solo quando Jaskier si stacca un po' da lui, con un piccolo gemito sofferente.

Geralt allenta subito l'abbraccio, guardandolo preoccupato.

-Adesso basta. Ti sto sistemando quella spalla – annuncia, con un tono che non ammette repliche.

Jaskier non protesta mentre Geralt lo fa sedere sul letto e lo spoglia delicatamente del farsetto, per poter medicare la ferita.

Geralt è concentrato sul suo lavoro, ma può sentire gli occhi di Jaskier bruciargli la pelle per l'intensità con cui lo sta fissando.

-Geralt? -

-Mh? -

-Se parlerai ancora di ucciderti dopo la mia morte, ti soffocherò io stesso nel sonno. Sono sicuro che possiamo trovare soluzioni più produttive alla mia mortalità che non comportino il tuo suicidio. -

Geralt trattiene a stento un sorrisetto davanti al tono allegro e allo stesso tempo minaccioso di Jaskier, perché quanto cazzo gli era mancato.

-Mh – dice solo, ultimando con attenzione la fasciatura.

Una volta che è a posto, Geralt preme delicatamente le labbra sulle bende, in una muta promessa.

Non ti farò mai più del male.

Una mano di Jaskier trova delicata i suoi capelli e Geralt ha l'impressione che il bardo gli stia promettendo la stessa cosa.

 

 

ANGOLINO

 

Schifezza melensa che spero faccia almeno sorridere <3

Un bacione a tutti,

Fede <3

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Witcher / Vai alla pagina dell'autore: fefi97