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Autore: vanessie    11/12/2020    1 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

 

Capitolo 16

“Colpo drastico”

 

 

POV Matt

La festa del Ringraziamento si avvicinava, mancavano tre giorni, almeno avrei potuto approfittare di quattro giorni di relax. “Buongiorno Matt” mi salutò Michael, uno dei miei coinquilini, quando lo raggiunsi in cucina per fare colazione “Giorno” “Sono appena rientrato dal turno di notte, scusa se sembro uno zombie” affermò di rientro dal suo orario lavorativo di anestesista. Lui aveva già finito gli studi e lavorava a tempo pieno. “Figurati, ti capisco” “Per il Ringraziamento torno come sempre dai miei genitori, non vedo l’ora di staccare, perché nell’ultimo periodo al lavoro ho dovuto fare pure doppi turni, un incubo” spiegò. Poco dopo anche Daniel ci raggiunse. Lui, proprio come me studiava ancora, voleva specializzarsi in cardiologia e nel mentre lavorava al pronto soccorso, un po’ come tutti gli specializzandi a dire il vero. “Parlate di Ringraziamento?” ci chiese “Sì” risposi “Anch’io al solito andrò dalla mia famiglia” ci informò. Durante quella festività, infatti, entrambi si recavano nelle loro città d’origine, in visita ai parenti, com’era giusto che fosse. Erano americani e con un semplice e veloce volo aereo giungevano a destinazione. Di certo io non potevo fare altrettanto. Solitamente restavo da solo a casa in quel lungo weekend, ne approfittavo per studiare, per rilassarmi, per andare in palestra senza trovarci la ressa, ovviamente non mi facevo mancare qualche spesa durante il venerdì del Black Friday. Loro carinamente mi avevano sempre invitato a seguirli a casa dell’uno o dell’altro, ma avevo rifiutato perché mi sentivo di troppo. “Dan ti vedo bello rilassato” disse Michael “Oh sì, anch’io” confermai ridendo “Che volete che vi dica?” rispose lui, capendo l’allusione alla sua ultima conquista, Zoey, che spesso veniva a casa nostra. Ci mettemmo a ridere tutti e tre “Matthew sei l’unico che non invita ragazze da un bel po’” affermò Daniel “Sì è vero, come mai? Tu sei un tipo abbastanza discreto, ma adesso è da tanto che non vedo più belle ragazze in giro in camera tua” precisò Michael “Sono molto impegnato” mi giustificai. Avevano ragione, da quando ero tornato dopo l’estate a Dublino, non avevo mai invitato nessuna. Non mi andava molto di andare a letto con qualcuna. Era vero che le mie giornate erano molto piene, ma il punto più importante era che da quando era successo con Katelyn, mi era preso un qualcosa dentro. Noi non stavamo insieme, non avevamo nessuna storia d’amore in corso, tuttavia non facevo altro che pensare a lei, che scambiarci messaggi e non mi andava di tradirla, se così si poteva dire. “Scusate ragazzi, ma tra poco ho le lezioni in facoltà, devo scappare” dissi alzandomi da tavola per non dover dare spiegazioni.

 

cap-16

 

Mi preparai e mi recai all’università. Raggiunsi l’aula per la prima lezione, mettendomi seduto vicino ai miei amici di corso. Salutai Natalie quando passò, ci era capitato di parlare più spesso dopo quella colazione insieme. Un messaggio. Tirai fuori dalla tasca lo smartphone, era Kate.

 

Ciao, ho pensato di fare una cosa il weekend del Ringraziamento! Tu hai programmi?

 

Innescammo una conversazione, in attesa che il prof arrivasse.

 

M: Ciao, non ho nessun impegno, tu invece cosa stai organizzando?

K: Vorrei far visita ad un amico, sento troppo la sua mancanza

M: Chi?

K: Ti darebbe fastidio se mercoledì verso le 12.00, ora di Dublino, prendo l’aereo e vengo a trovarti?

M: Stai scherzando? Non mi dai nessun fastidio, anzi sarei felicissimo!

K: Beh allora, visto che sono davanti al pc confermo l’acquisto del biglietto aereo! Potrei ripartire il lunedì mattina, ti va?

M: Certo che mi va!!! Non posso crederci che tra tre giorni ti vedo!

K: Nemmeno io *__* ma non sapevo aspettare le vacanze di Natale, ho bisogno di stare un po’ con te

M: Anch’io! Lasciami un messaggio con i dettagli. Se parti alle 12 da Dublino impieghi cinque ore di volo, arriveresti alle 17! Grazie al fuso orario guadagni ore, per cui sarebbero le 17 di New York, confermi? Che dice il sito? E in quale aeroporto atterri? Devo saperlo perché così vengo a prenderti. Lasciami scritto tutto perché ora devo staccare, è appena arrivato il prof per una lezione!

 

Mi sforzai al massimo per seguire le parole del professore, ero troppo su di giri all’idea di stare con Kate. Neurologia pediatrica era una materia piuttosto difficile e serviva concentrazione. Dopo le due ore di corso, mi alzai per cambiare aula, dovevo andare alla lezione di Dermatologia infantile. Mi affrettai perché volevo leggere gli aggiornamenti di Kate. Presi posto e mi fiondai su Whatsapp.

 

K: Sì, alle 17 ora di New York. Atterro all’aeroporto JFK! Ripartirei il lunedì alle 10 ora vostra, dall’aeroporto Newark, in quel caso però perdo ore di fuso orario e anche se sono le solite cinque ore di viaggio, mi becco cinque ore di fuso orario in più, atterrando a Dublino alle 20

M: Lo so, purtroppo il viaggio America-Irlanda è una fregatura, però consolati che con Irlanda-America ci guadagni! Ti aspetto con ansia, non puoi capire come sono felice!

K: Anch’io Matty <3

 

Tornai ai miei doveri di studente dopo averla salutata. In quei tre giorni meditai cosa fare con lei. Non era mai stata a New York e volevo farle vedere la città, perlomeno i luoghi simbolo. Volevo anche farle provare il Black Friday americano, magari potevamo fare un giretto al centro commerciale quel giorno, dedicandoci poi alla visita della città. Ovviamente volevo trovare del tempo per stare con lei a parlare, rilassandoci insieme. Buttai giù una lista di luoghi imperdibili per un turista alla sua prima esperienza nella Grande Mela. Il mercoledì avevo lezione solo la mattina. Mangiai un panino veloce e andai a fare la spesa, almeno avremo avuto qualcosa di sfizioso in frigorifero, anche se talvolta l’avrei portata a pranzo o a cena fuori. Daniel e Michael a quell’ora erano già partiti. Tornai a casa con la spesa, la sistemai, poi una doccia e un po’ di relax ancora in accappatoio. Se atterrava alle 17, mi bastava partire alle 16.00. Il viaggio tra il centro città e JFK, infatti, era di sessanta minuti. Lei però una volta scesa a terra, avrebbe dovuto fare i controlli di frontiera, particolarmente lunghi per chi arriva la prima volta in America, l’avrebbero impegnata per almeno mezz’ora. Mentre mi rilassavo un pochino davanti alla tv, non riuscivo a scacciare il desiderio che sentivo di vederla, di abbracciarla, di respirare il suo profumo e risentire la sua voce. Mi mancava così tanto, speravo davvero che fossero giorni bellissimi insieme. Era inutile negare che fossi alquanto eccitato all’idea di mostrarle quella che ora era la mia città e la mia nuova vita, sebbene l’eccitazione maggiore fosse quella fisica. Sì perché in realtà oltre al desiderio di vederla, provavo un’irrefrenabile voglia di lei e non in senso platonico. Andai a vestirmi, i jeans erano difficili da indossare con tutta quell’attrazione fisica che mi pervadeva, soprattutto dopo tre mesi completamente in bianco. Scesi a prendere un taxi. Il viaggio era lunghino, un’ora passata in fibrillazione mentre non facevo che ripensare a tutte le belle esperienze trascorse con Kate da quando eravamo piccolini, ma soprattutto ripensando alla scorsa estate. Pagai il tassista e mi diressi al gate degli arrivi internazionali.

 

giphy

 

Il monitor segnava che il suo volo era atterrato, bene, era in orario. L’orologio da polso diceva che erano le 16.10, almeno altri venti minuti buoni prima di vederla sbucare dalle porte scorrevoli. Mi misi comodo su una sedia e controllai il telefono.

 

Sono atterrata!!!! Sto facendo i controlli. Non posso credere che stiamo respirando la stessa aria :D

 

Diceva il suo messaggio di una decina di minuti prima.

 

M: Sono qua ad aspettarti, mi metto sulla tua sinistra, così quando si apriranno le porte degli arrivi mi vedi meglio

K: Avevi paura che non ti riconoscessi?

M: No, dai sbrigati!

K: Mica dipende da me! Ora urlo: fatemi passareeeeee

M: Che colore di maglia hai? Così ti riconosco alla svelta

K: Mmmm ho una novità, non so se mi riconoscerai

M: Tipo?

K: Sorpresa!

 

Smettemmo di messaggiare e la aspettai con curiosità…una novità…chissà a cosa si riferiva. I minuti passarono e finalmente le porte scorrevoli si aprirono. I passeggeri iniziarono ad arrivare e ben presto si formò la calca di parenti o amici, venuti a prendere coloro che erano scesi dall’aereo. Mi feci largo per avere un posticino. Ad un certo punto la riconobbi…una novità? Una grossa novità, proprio non me lo aspettavo! Era bionda! Alzai una mano e la chiamai, lei mi vide e mi venne incontro. “Ciao” “Ciao, non mi aspettavo una cosa del genere! Ti sei tinta i capelli?” domandai poggiando la fronte sulla sua, prima di abbracciarci.

 

giphy

 

“Sì, avevo bisogno di farlo. Sai, si dice che una donna dia un colpo drastico ai suoi capelli con una tinta o un taglio netto, quando ha avuto un cambiamento di vita” spiegò “Parli di Thomas?” “Sì, è durata quasi due anni e poi anche del lavoro. Tra pochi giorni ne inizierò uno nuovo!” “Avremo modo di parlarne, adesso andiamo” la spronai prendendola per mano e portandola all’esterno, dove salimmo sul primo taxi disponibile diretti nel cuore di Manhattan, dove abitavo.

 

NOTE:

Buongiorno, Daniel e Michael sono due ragazzi simpatici e alla mano, hanno un rapporto molto stretto e confidenziale con Matthew. Quando penso all'amicizia maschile la immagino sempre così, una relazione scherzosa e schietta su una molteplicità di temi tra cui quello intimo. Katelyn intanto decide che non resiste fino alle vacanze di Natale senza rivederlo, fa una pazzia acquistando un volo per New York, che le permetterà di raggiungerlo per dei miseri 5 giorni e mezzo. Considerando il fuso orario è una scelta abbastanza irrazionale, infatti nemmeno nei precedenti sette anni le era mai venuta in mente una cosa simile, ma stavolta le cose sono diverse. Ora che si sono nuovamente ritrovati, seppur per breve tempo, come si comporteranno a vicenda? Abbandoneranno l'idea di un'amicizia profonda in favore di una storia d'amore? Vi aspetto venerdì prossimo, baci,

Vanessie

   
 
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