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Autore: _Almach_    11/12/2020    2 recensioni
[ZhuiLing - Modern Au][Buon compleanno Athe]
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Nel suo guardarsi intorno, la sua attenzione venne attirata dalla figura di un ragazzo, anche lui di circa la sua età, seduto da solo a uno dei tavoli vicino a una delle finestre che dava sul paesaggio fluviale.
Un ragazzo immerso e concentrato nella lettura di un libro che, però, non esitò ad alzare lo sguardo, posandolo su JingYi ,nel momento in cui si avvicinò poggiando sul tavolo un piatto con dei waffle.
Il sorriso che gli rivolse era uno dei più belli e dolci che Jin Rulan avesse mai visto.
Un sorriso capace di attirarlo e affascinarlo al tempo stesso, eppure si limitò a fissarlo senza fare nulla, forse anche un po' troppo considerando che si risvegliò dal suo torpore sobbalzando nell'udire il tipico rumore del piatto poggiato davanti a lui con davvero poca eleganza.
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Jin Ling/Jin Rulan, Lan Yuan/Lan Sizhui
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Da: Ouyang Zizhen
A: Jin Ling
Oggetto: Ma insomma!


Certo che se non mi faccio sentire io…
Meno male che sono il tuo migliore amico!!!
Che c'è? Ti stai impegnando troppo nel tirocinio perché hai paura che tuo zio ti spezzi le gambe?
Come stai? Come sta andando questa tua trasferta in quel di Caiyi?
Mio padre ha deciso di passare qualche settimana a Qinghe, tra le montagne, quindi fa fresco ma non prende bene.
Tu vedi comunque di rispondermi senza metterci una vita.
Non fare il prezioso come tuo solito.

XX
Zizhen


 


 

Da: Jin Ling
A: Ouyang Zizhen
Re:Oggetto: Ma insomma!

Io non faccio il prezioso!
Non sono in vacanza, contrariamente a te.
Hai già finito la sessione? Complimenti, secchione.
No ma dico, lo conosci mio zio, sembra emettere fulmini quando si incazza.
Nulla a che vedere con i suoi pazienti pelosi, bah!
Caiyi è molto, troppo, tranq


 


 

«Jin Ling? Jin Ling, stai perdendo tempo come tuo solito? Scendi. Adesso.»

Udendo la voce di suo zio, le dita del ventenne fermarono la sua corsa su quella tastiera dai tasti ormai usurati dal tempo, troncando una parola a metà. Non poteva non considerare curioso il tempismo considerando che aveva appena finito di scrivere di lui lamentando della poca pazienza che il parente soleva avere nei suoi riguardi… o nei riguardi degli esseri umani in generale.No, decisamente non poteva perdere secondi preziosi per ultimare l’email indirizzata al suo migliore amico, non quando lo zio materno aveva espressamente richiesto la sua presenza.
L’avrebbe completata più tardi, in serata, sperando di non dimenticarsene preda di qualsivoglia stanchezza.
Abbassò lo schermo del portatile, e si alzò dirigendosi verso la porta con passi piuttosto pesanti, giusto per far comprendere al piano inferiore che stesse arrivando senza ricevere un altro richiamo. Scendendo le scale si legò, al contempo, la chioma castana semi lunga in una alta coda, con il suo nastro dorato preferito, come faceva sempre quando voleva essere più comodo. Ai piedi di essa, vi era il parente che aveva appena finito di indossare il camice dell’ambulatorio e, come vide il ragazzo, gli lanciò quello suo personale invitandolo così a metterlo a propria volta.
«Devo essere sempre io a chiamarti? O magari ti ricordi da solo che sei qui per un motivo e non per bighellonare nella tua stanza?»
«Jiujiu… l’ambulatorio è qui di fianco.»
«Questo non è un motivo sufficiente per arrivare all’ultimo. Hai vent’anni, non fare il ragazzino.»
Jin Ling gonfiò le guance con fare indispettito, ma non replicò oltre vestendo a propria volta il camice seguendo poi il parente fuori dall’abitazione verso lo studio.
Frequentava la facoltà di medicina veterinaria, decisione che aveva maturato tra il primo e il secondo anno di scuola media quando, trovandosi con i genitori a Yunmeng aveva trovato un cucciolo di husky ferito portandolo alla clinica di suo zio, medico affermato in suddetto campo, che lo curò con dedizione e accuratezza, una passione che arrivò immediatamente al cuore del ragazzino che decise che era quella la strada che più faceva per lui. Fata fu il nome di quel cucciolo che Jin Rulan prese con sé una volta perfettamente guarita. Era molto legato a quel cane, nonostante delle volte fosse talmente appiccicoso da farlo ammattire, oltre ovviamente a saltare sul suo letto ogni mattina per svegliarlo, e no… non era affatto leggera.
Un’ombra che gli mancava da quando era lì a Caiyi. Aveva deciso di non portarla in modo da non lasciare sua madre completamente da sola considerando che suo padre era via spesso per importanti viaggi d’affari.
A maggior ragione, maturando quella sua scelta di carriera, aveva scelto di passare quella parte di anno insieme a suo zio, Jiang Cheng, con la speranza di ottenere i crediti facenti parte del programma di tirocinio che, ogni studente, doveva seguire a partire dal terzo anno di università.
Il motivo per cui si trovavano entrambi a Caiyi era molto semplice: la migliore amica di suo padre, Luo Qingyang, era da poco entrata in maternità ed essendo molto amica di Jiang Cheng, nonché quasi una zia per Jin Ling, aveva chiesto loro il favore di prendersi cura della clinica al posto suo finché lei non fosse stata in grado di tornare a lavorare in modo autonomo.
Per suo zio non vi era stato problema alcuno a spostarsi, alla sua clinica di Yunmeng poteva contare su assistenti fidati ma con i quali si sentiva a giorni alterni per puro scrupolo e per assicurarsi che andasse tutto per il meglio.
Il cambio improvviso al vertice della clinica venne accolto da una diffidenza iniziale da parte dei proprietari degli animali che li si recavano per i motivi più vari, complice anche il fatto che la rigidezza e l'essere poco accomodante di Jiang Cheng era qualcosa che difficilmente passava inosservato, e che sotto sotto incuteva anche un po' timore. Però era bastato il suo rapportarsi con gli animali, e il suo essere altamente attento e professionale per sciogliere anche l’espressione più dubbiosa di chi si trovava a interagire con lui.
Lo stesso Jin Ling ne era affascinato ogni volta, usciva stanco da quella clinica ma con la consapevolezza di aver imparato qualcosa di nuovo, anche se delle volte veniva ripreso sul fatto che fosse davvero troppo tecnico, che doveva imparare ad alleggerire il suo linguaggio per renderlo comprensibile alle orecchie di chi si ritrovava ad ascoltarlo.
E il parente non mancò di ripeterglielo anche nel corso di quella dura giornata che stava per giungere al suo termine, anche se le sue parole contenevano dei complimenti velati a dimostrazione del fatto che il nipote stava procedendo con una certa serietà nel percorso di studi da lui scelto.
Una volta tornati presso l’abitazione, Jin Rulan venne informato del fatto che l’indomani la clinica sarebbe stata aperta solo per le emergenze e che, di conseguenza, avrebbe avuto la giornata libera con l’opportunità di andare dove volesse. Probabilmente lo zio materno si era reso conto che non aveva, ancora, avuto modo di farlo da quando erano arrivati in città e voleva rimediare a suo modo.
Certo, doveva comunque tornare ad un orario accettabile per concentrarsi sullo studio, una raccomandazione che non poteva ignorare e che doveva seguire necessariamente.
Una volta in camera il suo sguardo cadde necessariamente sul portatile, e si ricordò che doveva fare ancora qualcosa prima di concedersi una doccia e un sano riposo. Sedendosi alla scrivania sollevò delicatamente lo schermo che si riaccese mostrando quell’email lasciata incompleta ore prima e che era finita nelle bozze.
Gliene erano arrivate altre in quel frangente, magari non da parte di Ouyang, ma decise di ignorarle.


Caiyi è molto, troppo, tranquilla.
Domani avrò l’occasione di visitarla come si deve, spero solo non mi deluda.
E tu vedi di portarmi qualche souvenir da Qinghe, altrimenti ti tolgo il saluto.

Jin Ling.

 

In realtà non aveva bisogno, necessariamente, di un ricordo di un paese che aveva avuto modo di visitare più volte, ma il suo era un modo come un altro per mettere in difficoltà il suo migliore amico.Pretenzioso e un po' viziato, Jin Rulan, non era facile stupirlo con un oggetto qualsiasi, ed era quasi un peccato non poter assistere all’espressione di Zizhen nel leggere quell'ultima riga che no, non cancellò anzi premette invio con un sorrisetto furbo a tendergli le labbra.
Una volta accertatosi dell’effettivo invio della mail, chiuse il computer alzandosi da quella scrivania per concedersi una doccia e del sano riposo in vista della giornata di domani.
Aveva, finalmente, ottenuto il suo momento di libertà e non se lo sarebbe fatto sfuggire per nulla al mondo.

La città di Caiyi era costituita da una ricca rete di fiumi, ad una prima occhiata a Jin Ling non poteva non ricordare una città dove suo padre era stato in uno dei suoi viaggi d’affari e di cui, attualmente, non ricordava il nome. Un canale più ampio e lungo divideva la città in due sponde che si collegavano tra loro mediante un ponte ad arco che si trovava in quella zona ove erano soliti riunirsi i commercianti che vendevano la loro merce o su delle barche messe li appositamente oppure all’interno di negozietti tipici. Prettamente sulle barche vi erano ceste di frutta e le nespole andavano per la maggiore, ed erano anche molto buone, lo aveva constatato al loro quando suo zio aveva deciso di comprarne qualcuna al loro arrivo.
Il fiume principale, poi, si collegava al lago Biling e che si poteva raggiungere soltanto mediante imbarcazione, un po’ scomodo dal punto di vista pratico ma Jin Ling era già curioso di visitarlo ma decise di rimandare la cosa al prossimo momento di libertà, ora era deciso a vedere più posti possibili sfruttando la forza delle proprie gambe. Ad eccezione dei vari commercianti che, giustamente, richiamavano l’attenzione dei passati per vendere le merci, non si era allontanato poi di molto dalla prime impressioni blande che aveva scritto nell’email di risposta al suo migliore amico: era davvero una città silenziosa e prettamente avvolta in una bolla di tranquillità. Da una parte meglio, il troppo rumore gli dava alla testa soprattutto se sgradevole.
Era già l’ora di pranzo, e Jin Ling decise di non tornare a casa onde evitare che suo zio ponesse fine al suo momento di esplorazione mandandolo in camera per continuare a sgobbare sui libri. Si allontanò appena dalla città arrivando in una zona completamente immersa nel verde con un piccolo fiumiciattolo e fare da sfondo, e con la presenza di un unico locale di medie dimensioni con accanto un piccolo parcheggio dove, per lo più, vi erano
delle moto. Il ventenne si avvicinò per vedere che cosa trattasse, ed effettivamente aveva trovato ciò che stava cercando: un locale di cucina Hunan1..
Nulla di strano se non fosse per il nome sull’insegna che portò il ragazzo ad aggrottare le sopracciglia in quella che non era altro che una vera e propria espressione perplessa.
«Zhá jī2 !? Quale persona sana di mente chiamerebbe un locale in questo modo?»
Jin Ling era turbato dalla scoperta appena fatta, ma nonostante il nome discutibile decise comunque di varcare la soglia del locale constatando la presenza di qualche persona al suo interno, persone a cui non prestò che una semplice occhiata sedendosi alla prima sedia utile davanti al bancone. Tendenzialmente vicino alla porta in modo da scappare in caso di necessità.
«Ma salve! Cosa posso portarti?»
Chiese un ragazzo da dietro il bancone con un tono vocale anche troppo squillante per i gusti di Jin Rulan, soprattutto considerando che nessun cameriere esordiva così di fronte a un cliente, specie se sconosciuto.
Il ragazzo sembrava avere circa la sua età, con degli affilati occhi color cenere, e dei capelli corvini di media lunghezza caratterizzati da un vistoso ciuffo sul lato sinistro del viso.
«Qualcosa che non contenga del pollo. Possibilmente.»
«Ohoh… ma chi abbiamo qui? Il tipico ragazzetto di città con la puzza sotto il naso abituato ai locali dai nomi raffinati? Guarda che l’ho vista la tua espressione costernata all’ingresso, che ti credi.»
«Prego? Vedo che il proprietario di questo locale ha degli standard molto bassi in merito al suo staff.»
«Sono il co-proprietario!»
«Di bene in meglio qui…»
L’altro stava per ribattere quando una mano grande e gentile si posò sulla sua spalla. Apparteneva a un uomo dal gentile sguardo castano e capelli corvini di media lunghezza tenuti legati in una coda laterale morbidamente poggiata sulla spalla destra. Un tocco gentile che portò il ragazzo ad irrigidirsi e ad alzare gli occhi sull’adulto dietro di sé.
«JingYi, quante volte ti ho detto di non essere sgarbato? Voglia perdonare la non creanza di mio figlio.»
«Ah, nessun problema.»
Rispose Jin Ling rivolgendo all’uomo un breve cenno del capo prima di vederlo allontanarsi ed essere lasciato di nuovo con l’altro ragazzo che stava cercando di trattenere la sua irritazione per essere stato ripreso dal genitore in tal senso. Digrignò i denti, prima di rivolgere al cliente un sorriso stentato.
«Posso portarle… delle uova strapazzate e gamberetti con del tè?»
«Sarebbe fantastico. Grazie»
Jin Rulan stava gongolando dentro in una maniera assurda, e si poteva evincere dal sorrisetto sfrontato dipinto sul suo volto, un sorriso che il ragazzo chiamato JingYi non faticò a notare ma si allontanò comunque dal bancone per riferire la comanda alla finestra che dava sulla cucina.
Il castano approfittò del momento di tranquillità apparente per guardarsi intorno con fare discreto. Contrariamente alle aspettative, complice anche l’insegna con quel nome ridicolo, l’interno aveva quel misto di elegante e spartano che lo rendeva un ambiente piuttosto gradevole al suo sguardo… tolta, ovviamente, la cafonaggine di colui che si era presentato come co-proprietario, chiaramente.
Nel suo guardarsi intorno, la sua attenzione venne attirata dalla figura di un ragazzo, anche lui di circa la sua età, seduto da solo a uno dei tavoli vicino a una delle finestre che dava sul paesaggio fluviale.
Un ragazzo immerso e concentrato nella lettura di un libro che, però, non esitò ad alzare lo sguardo, posandolo su JingYi ,nel momento in cui si avvicinò poggiando sul tavolo un piatto con dei waffle.
Il sorriso che gli rivolse era uno dei più belli e dolci che Jin Rulan avesse mai visto.
Un sorriso capace di attirarlo e affascinarlo al tempo stesso, eppure si limitò a fissarlo senza fare nulla, forse anche un po' troppo considerando che si risvegliò dal suo torpore sobbalzando nell'udire il tipico rumore del piatto poggiato davanti a lui con davvero poca eleganza.

Poteva tentare di abbordarlo, certo. Eppure si limitò a consumare il proprio pasto prima di pagare e uscire da quel locale diretto verso la propria abitazione. Era ancora presto, ma dopo quella visione qualunque altra esplorazione sarebbe risultata superflua al suo sguardo.
Non si era mai considerato un seduttore, piuttosto alquanto piacente e lo dimostravano le esperienze avute tra il liceo e l’università sia con ragazze che con ragazzi. Prezioso lo era di certo, nonostante con Ouyang Zizhen affermasse il contrario, ma d’altra parte era pur sempre figlio di suo padre che in gioventù era soprannominato “pavone” da suo zio, per buona pace di sua madre. Con dei geni di questo calibro, Jin Rulan non poteva che crescere in quel modo.
Certo, non era mai inciampato per un sorriso e degli occhi così dolci, a conti fatti non sapeva nulla di quel ragazzo, però da una parte si convinse di aver appena trovato qualcosa in grado di rendere il suo tranquillo soggiorno a Caiyi molto più movimentato del previsto.


Riuscì a tornare al locale soltanto pochi giorno dopo, approfittando di una pausa più lunga concessagli da suo zio che, avendo visto maggiore impegno da parte sua, aveva deciso di premiarlo allentando la cinghia per quella giornata soltanto. Una volta dentro non si diresse verso il bancone ma verso uno dei tavoli liberi vicino alle finestre, di fronte a quello ove era seduto il ragazzo che sperava di poter rivedere, un desiderio che poteva dire essersi realizzato. Sempre immerso nella lettura di un libro e con accanto un piatto di waffle consumato per metà, e adesso che lo stava ammirando da una posizione nettamente più vicina, Jin Ling pensò che non si era sbagliato… era davvero carino! Non sapeva se era per quel suo sguardo così concentrato, il modo elegante con cui teneva quel libro sfogliandone le pagine, o quella treccia morbida semi lunga poggiata sulla spalla destra. Fatto sta, che nel momento in cui si vide coperto da una sorta di ombra umana, alzò lo sguardo incrociando quelle affilate pozze grigie del cameriere o co-proprietario come si era definito al primo incontro.
«Guarda guarda, vedo che nonostante la tua repulsione per il nome sei tornato.»
«Ah ah, senti… non è che potresti portarmi le stesse uova strapazzate dell’ultima volta? Senza gamberetti ma con due fette di pane tostato da ambo i lati? Saresti gentilissimo.»
«Come no, arrivano subito… principessina.»
A quella replica, Jin Ling gli rivolse un'occhiata torva, nessuno si era mai permesso di rivolgersi a lui in quel modo, ma deciso a dimostrarsi molto più maturo rispetto a JingYi lo lasciò andare senza replica alcuna.
O gliel'avrebbe pagata se l'avesse incontrato fuori dal locale. Eccome gliel’avrebbe pagata.
Ma decisamente non era il caso di alimentare una nuova scenata, non con colui che voleva attirare così vicino. La vicinanza del moro cameriere, però, fu provvidenziale, un aiuto inconsapevole che giunse come una sorta di manna dal cielo: passando di fianco al tavolo in modo tanto irritato, aveva smosso e fatto cadere un segnalibro di forma rettangolare che era proprio al limitare del tavolo, un segnalibro che apparteneva proprio a lui. Con fare accorto si alzò dal proprio posto, chinandosi quanto bastava per afferrare con il dovuto garbo il pezzo di carta, prendendosi il giusto tempo per osservarlo in maniera accurata: era in carta di riso con un foro in alto da cui partiva una nappa di colore azzurro. Sembrava essere fatto a mano in quanto si notava una certa sprecisione nei lati più lunghi, o magari era semplicemente una sua particolarità. Ma la parte più bella era il disegno tracciato con quelle che parevano pennellate.
Un coniglio bianco e uno nero intenti a dormire uno di fianco all'altro, uno con una apparente espressione rilassata, quasi felice di poter avere questo privilegio con il candido compagno, mentre l'altro un po' più serio, protettivo anche nel sonno. No, per quanto fosse bello non poteva tenerlo per sé, era il giusto lascito per l’approccio che tanto bramava.
«Chiedo scusa, credo che ti sia caduto questo.»
Asserì attirando l’attenzione del moro che alzò lo sguardo dalle pagine che stava leggendo per puntarlo verso Jin Ling e l’oggetto che teneva tra le mani. Come poteva un semplice pezzo di carta rendere quegli occhi tanto luminosi a quella realizzazione?
«Oh, non mi ero accorto fosse caduto. Grazie, grazie davvero.»
«Figurati! Quel cameriere è piuttosto maldestro.»
«JingYi? Ma no, è solo… molto, molto attivo.»
Le parole del moro furono contornate da una bassa e leggera risata in grado di scaldare l’animo di Jin Ling che mai avrebbe pensato che una voce potesse essere tanto calma, musicale e accogliente. Rivolgendogli sorriso tirato, lasciò scivolare il segnalibro sul tavolo dinanzi all'altro ragazzo.
«Bene. Allora tornerei al mio posto.»
«Se hai piacere potresti sederti qui, d’altronde siamo soli entrambi, no?»
Più facile del previsto. Si ritrovò a pensare il castano che non sorrise come se avesse appena vinto un biglietto, di sola andata, tra le gambe altrui solo per non lasciare adito a possibili sospetti sulla propria persona.
«Sei molto gentile. A proposito… Jin Ling.»
«Lan Yuan. Sizhui come nome di cortesia.»
Lan Yuan. Lan Sizhui. Anche quel suo nome suonava così musicale ai suoi sensi. Non c’era nulla che non andasse in quel ragazzo, a prima vista, cosa che lo portò ancora di più a desiderarle di avvicinarlo, come se la sua permanenza in quel di Caiyi dipendesse da ciò.
«Lan Sizhui. Non ho potuto fare a meno di osservare il tuo segnalibro. E’ molto particolare.»
«Oh, ti ringrazio. Ci tengo molto, è un dono di mio padre, lo ha fatto lui. I nostri conigli sono i suoi soggetti preferiti.»
«Come si chiamano?»
«I conigli? Wang, quello bianco, e Xian il nero.»
«Nomi particolari come il segnalibro. Io ho un cane, si chiama Fata.»
«Fata? E’ davvero un amabile appellativo.»
Rispose il moro con una leggera risata in accompagnamento, una risata totalmente diversa da quella che di solito riceveva quando presentava il proprio cane alle persone che lo incontravano per strada insieme a lei. Una presa in giro che lui mal digeriva considerando quanto era legato a colei che considerava la sua migliore amica praticamente da una vita. Una migliore amica per cui provava una certa nostalgia considerando che non era con lui a condividere il momento come era solita fare. Già solo per questo, Lan Yuan guadagnò ancora più punti ai suoi occhi, d’altra parte non poteva aspettarsi diversamente considerando che sembrava avere una certa sensibilità per determinati tipi di argomenti e questo non faceva eccezione alcuna.
Non si era sbagliato ad avvicinarsi a lui, era davvero una compagnia piuttosto gradevole, soprattutto quando gli raccontò l’aneddoto sul fatto che anche lui, quando era più piccolo, desiderasse un cane ma suo padre non voleva saperne in quanto terrorizzato, al massimo gli avrebbe concesso di prendere un peluche che doveva, comunque, tenere in una angolo remoto della propria stanza lontano dalla sua vista.
La scelta dei conigli aveva messo d’accordo tutti, e sicuramente non valevano di meno rispetto a ben altri animali.
Una sensibilità che, ancora una volta, colpì il castano deciso a voler approfondire quella loro conoscenza. Fortunatamente era riuscito a carpire l'informazione che Lan Sizhui fosse un cliente abituale del locale.


Aveva da poco finito di piovere quando Jin Ling fece il suo ingresso nel locale che, considerato il meteo, appariva semi deserto al suo sguardo.
Ma chi gli interessava di più era già seduto al solito posto, con tra le mani il solito libro e accanto lo stesso piatto di waffle anche se ancora da consumare. Chissà perché, Lan Sizhui, era alquanto abitudinario in ciò che consumava all'interno di quel posto ma, al tempo stesso, a Jin Ling non era davvero interessato a conoscerne la risposta.
A passo svelto si diresse verso il tavolo occupato dal moro, occupando il posto di fronte a lui tirando fuori, al contempo, una foto dalla tasca dei pantaloni facendola scivolare vicino al piatto rotondo.
«Non mi sembrava corretto il mio non averti fatto vedere Fata.»
Asserì il castano con un certo sorriso vittorioso dipinto sul volto, ma ciò che non si sarebbe mai aspettato fu l'occhiata perplessa che ricevette dal moro una volta distolto lo sguardo dal libro. Lo abbassò sulla foto per poi alzarlo verso il diretto interessato.
«È molto bella ma.. perché me la stai facendo vedere?»
«Ah? Come perché? Ne avevamo parlato qualche giorno fa!»
«Scusa? Io.. non ti ho mai incontrato prima.» Prima che Jin Ling potesse replicare in una qualsivoglia maniera, avvertì il tipico rumore di qualcosa di metallo e di vetro che veniva sbattuto velocemente contro una qualsiasi superficie, dei passi svelti e una mano che gli afferrò saldamente il braccio. Sapeva già chi fosse ancor prima che alzasse gli occhi su di lui: JingYi!
«Ah ah, perdonalo Sizhui! È il tipico ragazzetto pazzo di città, non ci fare caso.»
«Tu...!»
«Fa silenzio, e vieni con me!»
Soffiò il co-proprietario del locale tirandolo di forza affinché si alzasse, poi poi trascinarlo verso l'esterno. Da dietro, la voce perplessa di Lan Yuan che affermava che non fosse successo nulla e di non picchiarlo. Gentile da parte sua, ma questo non faceva che aumentare la visibile confusione stampata sul volto di Jin Rulan che, una volta fuori dal locale, strattonò velocemente il braccio per obbligare JingYi a mollare la presa su di lui nel modo più repentino possibile. Quel cameriere da strapazzo stava mettendo a dura prova la sua pazienza, anzi.. era già arrivato al limite massimo di sopportazione.
«Devi stare lontano da Sizhui!»
«Come prego!?»
«Ahhh, ma perché a voi ragazzi di città bisogna sempre spiegare tutto..»
«Sto per darti un pugno!»
A quelle parole, JingYi si lasciò sfuggire un sospiro piuttosto pesante scuotendo il capo al tempo stesso. Anche lui voleva tanto mettere le mani sul bel visino del castano, ma Lan Sizhui aveva chiesto espressamente di non farlo e lui teneva sempre molto in conto ciò che gli chiedeva.
«Okay okay, ascoltami perché non lo ripeterò una seconda volta! Sizhui è molto diverso dalla gente comune.»
«Cosa stai cercando di dire con ciò?»
«Circa un anno fa, ha avuto un terribile incidente d'auto. Lui e suo padre, mio zio, si stavano recando in un paese vicino dove sapevano esserci una piantagione di fiori di loto. Volevano fare una sorpresa al suo altro padre per il giorno del suo compleanno con qualcosa che gli ricordasse la sua infanzia, che sapevano essergli gradita...»
«Aspetta..zio? Siete parenti!?»
«Siamo cugini! Non interrompermi e lasciami finire!»
Lan JingYi sbuffò ancora una volta incrociando le braccia al petto con fare indispettito. Ma decise comunque di continuare il suo racconto, sebbene si vedesse che tutto ciò non era facile da narrare; Mentre stavano tornando dal paese, un cavallo tagliò loro la strada facendo perdere al padre il controllo del mezzo che andò violentemente a sbattere contro un albero vicino. L’uomo riportò la frattura di qualche costola, mentre Lan Sizhui riportò un grave trauma cranico, perdendo la memoria a breve termine. Aveva ancora la sua memoria antica, posta in un punto diverso del cervello. Ricordava tutta la sua vita fino al giorno dell’incidente.
Solo che non riusciva più a registrare più nessuna nuova informazione.
La mente di Lan Yuan era diventata una gigantesca lavagna che si cancellava la notte mentre lui dormiva.
Tutto ciò non poté che aumentare ancora di più la visibile confusione dipinta sul volto di Jin Rulan.
«No.. tutto questo è assurdo!»
«Credi che io mi stia inventando tutto!? Lui non si ricorda di averti conosciuto qualche giorno fa! Come non si ricorda della vostra conversazione.
Lui ogni mattina si sveglia convinto che sia ancora il trentuno Ottobre dell'anno scorso, il giorno del compleanno del padre.»
«Dai, significherebbe vivere fuori dal mondo! Come fa a non accorgersi che tutto sta andando avanti meno che lui?»
«Ovviamente lo aiutiamo, idiota! I suoi genitori impostano la stessa data, continuamente, per ogni dispositivo che usa. Idem per quello che legge! Io stesso andavo alla biblioteca per posporre i prestiti dei libri che prende affinché non gli facessero problemi, poi hanno compreso la situazione.»
Era, probabilmente, una delle situazioni più assurde e complesse che Jin Ling avesse mai sentito in vita sua. Non aveva mai sentito di un disturbo mentale di questa entità, forse perché lui frequentava la facoltà di medicina veterinaria, di conseguenza le problematiche affrontate erano nettamente diverse rispetto a quelle che potevano insorgere negli uomini. Scosse le spalle, non sapendo se fosse il caso di addentrarsi o meno in una storia del genere, anche se Lan Sizhui era davvero interessante.. avrebbe voluto davvero parlargli di più.
Dall'esterno del locale, gli lanciò una nuova occhiata attraverso la vetrata della porta.
Sembrava così tranquillo e normale in quel suo addentare il waffle con eccessiva eleganza mista ad educazione. Non poteva avvicinarlo ancora, non con quanto era successo poco prima.
Lanciò una breve occhiata a JingYi prima di ritornare sui suoi passi lasciando la struttura del locale.


Quello stesso giorno, a un'ora di distanza dallo spiacevole episodio al locale, Lan Sizhui tornò verso la propria abitazione per vivere quello che, per lui, non era altro che lo stesso giorno da oltre un anno.
Sul suo viso calmo era già stampato un sorriso felice per quella consapevolezza che a breve sarebbe andato a raccogliere i loti con suo padre per rendere più lieto il compleanno del suo altro padre.
Un sorriso che si trasformò in una linea perplessa quando, entrando in casa, notò la presenza di suo padre, nei pressi della cucina, con, tra le braccia, un mazzetto di fiori e radici di loto.
«Papà.. ma quelli?»
Sentendo quella domanda, l'uomo si voltò posando l'intenso sguardo color cenere sulla figura del figlio, per poi avvicinarsi a lui scompigliandogli i capelli con un leggero movimento della mano.
«Lan Zhan li ha trovati, fortunatamente, al mercato e ha ben pensato di portarmeli.»
«E la nostra tradizione?»
«Oh A-Yuan, mio piccolo ravanello, non dispiacertene. Che ne dici di fare altro quest'oggi? Tuo padre ha deciso di rivoluzionare la biblioteca di Famiglia, ti piacerebbe sistemare i libri a tuo gusto?»
«Posso farlo davvero? Certo, grazie papà!»
Rispose il moro recuperando, in parte, il sorriso perso con il suo ingresso in casa. Ma, prima di salire al primo piano, non dimenticò di rivolgergli un inchino augurandogli un sereno e felice compleanno prima di sparire per assolvere al compito che gli era stato assegnato. Il genitore si lasciò sfuggire un leggero sospiro prima di voltarsi avvertendo il peso leggero di una mano poggiatasi contro la sua spalla.
«Wei Ying..»
«Beh? Non trovi che mi stia tenendo particolarmente giovane con tutti gli anni che sto compiendo?»
«.. Wei Ying.»
«Lo so, Lan Zhan. Vorrei fare di più per lui, ma al tempo stesso mi sento impotente. Dovrei solo ringraziare che, entrambi, siate vivi dopo quel maledetto incidente»
«Ma il peso di questa vita non può essere ignorato. Si risolverà»
«Hai ragione. Dai, prepariamoci a festeggiare il mio compleanno giornaliero.»
Un compleanno che, nelle sue dinamiche, si svolgeva esattamente uguale al giorno precedente: gli stessi discorsi, gli stessi video visti, lo stesso cibo e torta e lo stesso regalo. Un disco rotto che, probabilmente, non si sarebbe aggiustato mai più. Ciò si poteva evincere nel momento stesso in cui Lan Sizhui andava a dormire, per lui la giornata era giunta al suo termine ma per i suoi genitori era appena iniziata.
Scambiandosi una sguardo d'intesa, si diressero in cucina eliminando ogni residuo della cena di compleanno affinché non rimanesse nulla in grado di far sorgere un sospetto minimo al figlio.
Impacchettarono nuovamente il regalo ponendolo nello stesso punto in cui sapeva tenerlo Lan Yuan, quello spartito per dizi inutilizzato e che Wei Wuxian aveva appreso ormai a memoria anche senza il bisogno di poggiare le labbra sul proprio strumento per emettere un qualche tipo di suono. Entrambi si spostarono al primo piano, ove Lan Wangji si diresse verso la biblioteca per riposizionare i libri che il figlio aveva spostato quel pomeriggio, mentre Wei Ying si spostò in camera del figlio, assicurandosi che dormisse prima di avviare ogni suo dispositivo per cambiare l’orario con il favore della mezzanotte.
Tutto questo era consuetudine di ogni giornata da oltre un anno, e chissà per quante altre ancora.

 

Dall'altra parte di Caiyi, nell'appartamento vicino all'unica clinica veterinaria, Jin Rulan si stava girando e rigirando nel letto da un tempo indefinito cercando di prendere quel sonno che ancora non riusciva ad arrivare. Quel racconto, e la situazione del moro, lo aveva scosso più del dovuto. Certo, avrebbe potuto abbordarlo e, complice il fatto che la memoria di Lan Sizhui si resettasse ogni mattina, sparire prima dell'alba come se niente fosse accaduto. D'altra parte, era un pensiero talmente ignobile che maledisse se stesso anche solo per aver riflettuto su una possibilità di questo calibro. Forse doveva semplicemente lasciare stare e farsi gli affari propri, in fondo la sua non era una permanenza duratura, prima o poi sarebbe ritornato a Lanling. Con questa riflessione riuscì, finalmente, a chiudere gli occhi abbandonandosi al sonno.
Doveva essere proprio masochista e recidivo quando, il giorno seguente, si ritrovò nuovamente davanti al locale alla stessa ora di tutte le altre volte consapevole del fatto che ci avrebbe trovato l'oggetto di ogni sua visita.
Si avvicinò lentamente alla porta come se sperasse di cambiare idea e di tornare indietro, dimenticarsi per sempre di quel ristorante dal nome ridicolo, invece sentendo la propria mano sulla maniglia comprese che era già troppo tardi, non poteva più ritrattare ciò che la sua volontà gli stava urlando di fare.
Non fece in tempo nemmeno a fare un passo, però, che venne avvicinato da un Lan JingYi con una evidente espressione scocciata dipinta sul volto.
«Hey hey, cosa stai facendo qui!?»
«Ma non lavori mai? Sono qui solo per vedere Lan Sizhui, e magari.. salutarlo.»
«Non credo che lui ne abbia voglia.»
«Ah no? Scommetto quaranta yuán3 che riesco a convincerlo a pranzare insieme a me.»
«Tu.. e va bene, ma non venire a piangere da me. Te li faccio pagare i fazzoletti.»
Il castano gli lanciò uno sguardo di sfida, era talmente orgoglioso da non piangere di fronte agli adulti, sicuramente non lo avrebbe fatto per la soddisfazione di un ragazzo della sua età.
Sfortunatamente, la fortuna non sembrava essere dalla parte di Jin Rulan che, in quello e nei giorni che seguirono, fallì ogni suo intento. Vuoi per la scelta di parole sbagliate, di pessimo momento o di tempismo, Lan Sizhui sembrava così maledettamente distante nonostante fossero fisicamente a poca distanza.
Ma lui, oltre ad essere orgoglioso, era anche tremendamente testardo e tutto ciò che voleva riusciva ad ottenerlo, in un modo o nell’altro, specie se questo voleva dire mettergliela in quel posto a Lan JingYi dato che, ogni suo fallimento, si traduceva in una pernacchia e una presa in giro. Molto maturo ma d’altra parte, lui non era da meno.
All'alba del quarto tentativo, decise di utilizzare un altro tipo di approccio, magari un po' subdolo ma inconsciamente non poteva non sperare funzionasse.
Menù alla mano, si sedette a uno dei tavoli vicino a quello dove era solito sedersi Lan Yuan, anche quel giorno impegnato nella lettura del solito libro. Abbassando lo sguardo sulle varie voci della carta assunse un'espressione stranita fino a lasciarsi andare a dei versi di frustrazione mista a disperazione alquanto alti in modo da attirare le attenzioni di tutti coloro che affollavano il locale quel giorno. Da dietro il bancone, Lan JingYi lo guardò come se fosse pazzo facendo cenno a suo padre di non intervenire ad aiutarlo, nonostante l'adulto sapesse dell'interesse del Jin nei confronti del nipote non lo aveva reputato chissà che minaccia… fino a quel momento almeno.
Fatto sta che i versi del castano attirarono l'attenzione dell'unica persona con cui desiderava davvero interagire: Lan Sizhui. Distolse lo sguardo dalla propria lettura per poi alzarsi per raggiungere il tavolo ove era seduto il Jin che intimamente stava iniziando a gongolare. Aveva ben compreso il suo carattere gentile e altruista, sapeva che non avrebbe esitato a dare una mano a chiunque ne avesse bisogno.
«Scusami, hai bisogno di aiuto?»
«No.. aspetta! Fr.. aaah! Perché diamine ‘sto menù ha scritte così piccole!?»
«Non riesci a leggere?»
La domanda del moro non voleva essere una presa in giro, tanto che in una presa di posizione si sedette accanto a Jin Ling senza chiederglielo, un gesto che l’altro non si sarebbe aspettato in modo tanto repentino.
«Ho dimenticato gli occhiali, e non ho familiarità con i piatti. È la mia prima volta qui.»
«Oh, se vuoi posso darti una mano.»
«Che imbarazzo, davvero mi dispiace.»
«Tranquillo, può capitare una dimenticanza. Ciò che prima stavi provando a leggere è la frittata di riso, è molto buona, la prendo spesso.»
«Voglio fidarmi. Ma non ti dispiacerebbe, che so, leggermi tutto il menù? Sai.. per avere più opzioni.»
«Certamente! Vuoi sederti con me? Così pranziamo anche insieme.»
Quello era proprio ciò che Jin Rulan voleva sentire, peccato che doveva mantenere alto il livello della sua finzione, così si limitò ad annuire assumendo uno sguardo da cucciolo bisognoso contento di aver trovato il buon samaritano della situazione. Alzandosi, approfittando di un momento in cui Sizhui non lo stava guardando, rivolse uno sguardo a JingYi uno sguardo vittorioso per poi ignorarlo.
Era decisamente piacevole ascoltare la voce di Lan Yuan, così tranquilla, gentile e lenta volta a far comprendere il castano cosa si celava nei meandri di quel menù, anche se la sua scelta ricadde, infine, sull’opzione iniziale, ovvero la frittata di riso.
Passando molto più tempo insieme, rispetto alla prima volta, Jin Rulan scoprì che il suo amabile interlocutore lavorava come bibliotecario, e che spesso si recava in ospedale per leggere ai bambini che erano ricoverati, motivo per il quale portava spesso i suoi capelli corvini raccolti in una morbida treccia, a loro piaceva.
Sicuramente non faticava a comprendere il perché ai bambini piacesse passare del tempo con il Lan dato il suo essere meravigliosamente gentile, oltre che apparentemente attento ad ogni esigenza. E da una parte, stava cominciando a dispiacersi della cosa, chissà da quanto non stava vedendo quei bambini essendo che la sua mente si resettava facendogli vivere lo stesso giorno da oltre un anno.
D’altra parte, Lan Sizhui, si scoprì sorpreso di sapere che l’altro stava lavorando, insieme a suo zio, alla clinica veterinaria ove era solito portare i suoi due conigli per le consuete visite. Erano quindi avvezzi alla struttura, chissà che negli archivi dei vari pazienti non ci fosse qualche informazione in più su di lui. Ora che lo sapeva avrebbe sicuramente controllato.
Finito il pasto, uscirono insieme dal locale per recarsi insieme verso il parcheggio adiacente ove, Lan Sizhui, a quanto pare aveva un motorino color carta da zucchero con un adesivo a forma di nuvola bianca sulla fiancata destra, un mezzo davvero carino che ben si adattava al ragazzo, almeno dal punto di vista di Jin Ling che, comunque, si preparò a congedarsi nel momento in cui vide l'altro prendere il casco dal sellino.
«Beh.. allora, ci vediamo. E grazie per l'aiuto.»
«Non c'è di che, Jin Ling. Anche se.. utilizzi spesso questa scusa per avvicinarti a qualcuno?»
«Ah? Come prego?»
«Dici di non vederci senza occhiali, eppure ti ho visto più volte guardare il mio libro senza problemi.»
«No, ecco… veramente io…»
Lan Sizhui lo guardò con la tipica espressione di chi mal sopportava le bugie ma comunque gli rivolse un cenno del capo in segno di saluto prima di salire a bordo del proprio mezzo, mettere in moto allontanandosi lasciando Jin Ling inebetito sul posto.
«Aspetta! … maledizione!»
Il castano imprecò, ma invece di tornare indietro decise di seguirlo nonostante si fosse già allontanato. Qualcuno doveva pur sapere dove abitava, in caso avrebbe chiesto le dovute informazioni.
Da dentro il locale, JingYi, osservò la scena apparentemente senza parola. Ma non poteva credere che quel pazzo avesse deciso di seguirlo e magari rovinare ogni cosa. Si voltò verso il genitore lanciandogli una occhiata esplicativa: era il caso di mettersi in contatto con i suoi zii.


Wei Wuxian aveva appena finito di parlare al telefono con suo cognato quando, alla finestra, vide il ragazzo di cui gli aveva parlato avvicinarsi alla sua abitazione. Evidentemente era riuscito a trovare la strada giusta per arrivare, e non era tornato indietro complice anche il motorino di suo figlio in bella vista davanti casa, un mezzo che visto il colore non passava inosservato. Si lanciò uno sguardo d'intesa con il suo compagno, rimasto tutto il tempo accanto a lui ad ascoltare il racconto del fratello maggiore, uscendo poi insieme a lui bloccando il castano prima che si avvicinasse alla porta.
«Ah, vogliate perdonare l'intrusione, ma volevo chiedere scusa a Lan Sizhui»
Provò a dire Jin Ling prima di essere afferrato bruscamente, da un braccio, da Wei Wuxian ed allontanarlo dall'abitazione quanto bastava per evitare che anche solo una parola della conversazione venisse ascoltata dal figlio.
«Senti, non so che intenzioni hai, ma devi stare lontano da A-Yuan. Hai la minima idea degli sforzi che facciamo io e suo padre per salvaguardarlo?»
«Sì! Sì, lo so. E avete tutta la mia ammirazione per questo.»
Rispose Jin Rulan prima di compiere un semplice passo indietro quando l'uomo più alto si affiancò a quello più basso scrutandolo con il suo intenso e freddo sguardo dorato.
Ah, se solo uno sguardo potesse uccidere. Pensò.
«Conosci la sua condizione. Domani si dimenticherà già tutto.»
«Okay, non so cosa avete capito di me. Ma io non cerco una botta e via con lui.»
«Jin Ling, non hai capito, tutto con A-Yuan è una botta e via. Fai un favore a te stesso e a noi, stai lontano da lui e dal locale.»
«Bene.. vogliate scusare il disturbo, allora.»
Se questo era il volere dei suoi genitori Jin Ling non poteva insistere oltre. Ciò non gli vietò di assottigliare lo sguardo con una leggera irritazione che in esso bruciava prima di alzare i tacchi e tornare indietro.
Per quanto potesse comprendere bene il punto di vista dei due uomini, non voleva dire che gli risultasse facile accettare una situazione di questo calibro.


L'irritazione di Jin Rulan non faticò ad essere notata da suo zio una volta tornato a casa. Non aveva nulla da rimproverargli considerando quanto si stesse comportando bene a livello di tirocinio eppure, ultimamente, erano più le volte che stava fuori casa nei momenti liberi rispetto al loro arrivo in quel di Caiyi.
In più, l'umore del nipote cambiava ogni volta che rientrava, ma quella sua espressione cupa lo insospettì più di ogni altra volta. No, non poteva ignorarlo, nonostante non fosse più un ragazzino aveva comunque promesso a sua sorella di tenerlo d'occhio e di prendersi cura di lui.
«Ti manca Fata?»
«Ah?»
«Sei di pessimo umore perché ti manca il cane? Posso chiedere a tua madre di mandarla qui.»
«No Jiujiu, mi manca ma non è per lei.»
«Allora? Hai intenzione di farmi perdere tempo a suon di tentativi, oppure sputi il rospo da te?»
Jin Ling sospirò, ma non poté esimersi dal raccontare tutta la situazione a suo zio, non facendosi problema alcuno a dire senza troppi preamboli che si era infatuato di un ragazzo considerando che lui, come anche i suoi genitori, erano già consci da tempo della sua bisessualità. Toccare un argomento riguardante l’amore non era mai facile con suo zio materno, considerando il fatto che lui non aveva mai avuto fortuna in questo campo per via del suo carattere difficile e anche troppo pretenzioso, ma per fortuna si limitò ad ascoltarlo senza interromperlo mezza volta sebbene si vedesse che anche lui era perplesso circa il problema di Lan Sizhui, oltre a lanciargli più volte una occhiata alla ‘ti piace proprio complicarti l’esistenza’.
«Effettivamente non hanno tutti i torti.»
«Jiujiu…!!»
«Svia, A-Ling. D’altra parte ti hanno detto di stare lontano dal locale»
Rispose l'adulto con tanto di furbo sorriso a tendergli le labbra verso l'alto prima di alzarsi e di recarsi in cucina per la preparazione del pasto serale. Suo zio non aveva tutti i torti! I genitori di Lan Sizhui gli avevano detto di stare lontano dal locale, ma avrebbe potuto sempre incontrarlo fuori uscendo dallo stesso in procinto di tornare presso la propria abitazione. Conosceva la strada, con la sua inventiva sicuramente avrebbe trovato tante situazioni diverse con cui approcciarlo anche solo per scambiarci qualche parola.
Bastava davvero questo a Jin Rulan, non aveva davvero altre pretese… per il momento almeno.


Nei giorni che seguirono, adottando una strategia che stava riuscendo a collaudare volta dopo volta, Jin Ling riuscì a incontrare e fermare un paio di volte Lan Sizhui. Delle volte fingendosi uno smemorato passante da poco giunto in città che non ricordava la strada. Altre simulando di essere un addetto alla manutenzione della strada che lo indirizzava verso un’altra direzione, dopo essersi assicurato lo portasse comunque a destinazione ovviamente. Ci aveva ormai preso un certo gusto, considerando che tutte le volte riusciva a scambiare più di qualche parola di circostanza insieme all'altro ragazzo. Una cosa era certa, se avesse fallito come veterinario si sarebbe potuto benissimo dare all’attività attoriale, non era sicuramente un motivo di vanto ma fin da piccolo era sempre stato cresciuto con il mantra di seguire sempre l'impossibile e questa era sicuramente un’impresa impossibile che, probabilmente, non avrebbe mai visto la luce nel modo in cui sperava il castano. Un tentativo, però, non avrebbe mai fatto male a nessuno.. forse solamente al suo spirito.
Posizionato al lato della strada, stava attendendo il motorino di Lan Sizhui pronto a inscenare un nuovo esperimento, un motorino che, con il passare del minuti, non arrivò. Al suo posto, però, una macchina che il castano era convinto di aver già intravisto si fermò accanto a lui e non appena il finestrino si abbassò non poté non sobbalzare notando la figura di Wei Wuxian che lo fissava con il suo intenso sguardo grigio, uno sguardo da cui non traspariva alcun tipo di rabbia ma che, dalla sua ottica, risultava comunque non molto leggibile.
«Hai finito con questi teatrini con mio figlio? Dai, sali»
«… Perché?»
«C’è qualcosa che devo mostrarti a casa. Sali in macchina, forza.»
Dal suo punto di vista, Wei Wuxian faceva meno paura rispetto a suo marito ma questo non voleva dire che lo inquietasse di meno averci a che fare, specie dopo la sfuriata di giorni addietro. Nonostante tutto, non disponeva di molte alternative, poteva anche andarsene a seguito di quello strano invito e lasciarlo a piedi come se niente fosse, così si convinse ad aprire lo sportello della macchina, lato passeggero, salendo sul mezzo che ripartì una volta chiusa la portiera.
Non conosceva il motivo di quel cambio di rotta improvviso, ma per fortuna il viaggio verso l’abitazione dei Lan fu più breve del previsto. Ad attenderli, davanti alla porta e con una postura marziale a braccia incrociate, Lan Wangji con il suo solito gelido sguardo da omicida seriale.
«Entra, seguici e cerca di fare meno rumore possibile.»
Asserì ancora Wei Wuxian conducendo Jin Ling dentro l’abitazione e portandolo al piano superiore verso l’ultima stanza situata in fondo al corridoio. La porta era socchiusa e si poteva intravedere Lan Sizhui intento a sistemare i libri sui vari scaffali con in sottofondo una canzone emessa dalle sue stesse labbra.
«.. qún fēng yǐn yǐn yún shēn chù yán mián zì yǒu xiāng sī dào4…»
Era davvero una melodia molto bella e intonata, Jin Ling sarebbe rimasto volentieri ad ascoltarlo cantare se non fosse stato per Wei Wuxian che picchiettò la mano sulla sua spalla invitandolo a scendere nuovamente al piano inferiore e fuori dall’abitazione onde evitare di essere uditi dal diretto interessato. Il castano non riusciva a comprendere la situazione, quindi guardò i due adulti in attesa di una spiegazione che non tardò molto ad arrivare.
«Quella è la canzone che Lan Zhan mi ha dedicato al nostro matrimonio. La facevamo ascoltare spesso a A-Yuan quando era più piccolo.»
«Oh, è molto bella, ma…»
«La canta solo i giorni in cui vede te.»
Intervenne Lan Wangji interrompendo a metà la replica di Jin Rulan. Sicuramente non poteva non sentirsi onorato della cosa, ma al tempo stesso lo aveva affermato in un modo talmente asettico da non sapere se sentirsi in colpa oppure no.
«Ah, e non vi piacerebbe sentirlo cantare tutti i giorni? Indipendentemente da me, intendo.»
«Si, sarà un’impressione ma lo vedo anche più tranquillo.»
«Posso farvi una domanda? Cosa succederà in futuro? Un giorno Lan Sizhui si sveglierà, si guarderà allo specchio e scoprirà di essere invecchiato di dieci anni in una notte.»
«Vuoi una risposta, Jin Ling? Ci pensiamo ogni giorno.»
Come poteva non comprendere, d’altra parte per loro che erano i genitori la situazione era tremendamente più difficile proprio perché dovevano far fronte a una situazione che si ripeteva sotto i loro occhi ogni giorno. Ma non si poteva nemmeno continuare in questo modo, forse era arrivato il momento di affrontare la situazione insieme al diretto interessato, metterlo di fronte alla vera realtà delle cose e magari riuscire a vedere se si poteva risolvere in qualche modo. Poteva essere un’operazione difficile, ma Jin Ling chiese loro di tenersi pronti a ogni evenienza, oltre che il permesso di poter tornare a frequentare il locale per poterci interagire in modo più consono. Fortunatamente, entrambi anche se restii, gli offrirono il loro supporto.


L’inizio della consapevolezza iniziò il giorno seguente. Alla solita ora di sempre, Jin Ling entrò all’interno del locale ove era già presente Lan Sizhui immerso nelle pagine del solito libro, per fortuna non trovando chissà che rimostranze da parte di JingYi che, nonostante si fosse ormai abituato a non avere intorno la presenza la Jin Ling, non lo aggredì come era solito fare. Probabilmente i suoi zii, o suo padre, gli avevano raccomandato di essere gentile nei suoi riguardi. Senza troppi preamboli, né un copione studiato ad hoc, si avvicinò al tavolo emettendo un leggero colpo di tosse per attirare l’attenzione del moro.
«Ah scusami tanto. Ho notato che stiamo pranzando da soli, che ne dici di farlo insieme, seduti allo stesso tavolo?»
«Cosa? Aspetta.. c’è un agente nel parcheggio, vicino al mio motorino.»
Asserì il moro alzandosi di scatto dalla sedia. Non era così difficile poter vedere il parcheggio considerando una delle finestre del locale dava proprio su quello spiazzo, non poteva quindi essere ignorato da colui che fondamentalmente prestava sempre attenzione ad ogni particolare. Certo, quello non era un dettaglio studiato da Jin Ling tanto che si stupì a propria volta della novità che gli aveva rovinato l’approccio.
«Che stai facendo? Fermalo!»
Sbottò Lan JingYi vedendo il cugino ormai fuori dal locale, richiamo che fece destare Jin Ling stesso che seguì il co-proprietario dietro l’altro ragazzo, anche se era ormai troppo tardi dato che stava asserendo le sue pacate rimostranze nei confronti dell’agente che stava scrivendo sul tipico blocchetto dei richiami.
«Non è possibile sia scaduto il bollo. Siamo a Ottobre, dovrebbe essere rinnovato a Luglio. Ci deve essere un errore, non può controllare meglio?»
«E’ scaduto, non c’è nessun errore.»
Rispose secco il vigile allungando il foglio sanzionatorio a Lan Sizhui prima di andarsene a tornare al proprio lavoro. Il moro non poteva crederci tanto che comunque abbassò lo sguardo sul foglio che aveva in mano sbarrandolo quando si accorse che la data che vi era impressa non era il trentuno Ottobre ma il quattordici Luglio. Si voltò verso i due ragazzi, afferrando senza troppi preamboli, il cellulare che JingYi teneva in mano per verificare la data su schermo. Anche quella, quattordici Luglio.
«Sizhui…»
«Devo andare a casa..»
Asserì il ventenne in un evidente stato di confusione, restituendo il cellulare al cugino, prima salire sul proprio mezzo ed allontanarsi dal locale in maniera repentina. Fortunatamente, Jin Ling, aveva deciso di prendere in prestito il motorino di suo zio, in modo da raggiungere Lan Sizhui più velocemente rispetto al farsi tutta la strada a piedi, correndo, come si era abituato a fare tutte le altre volte. Questa era una situazione diversa, non si
poteva fare diversamente.
I suoi genitori se lo aspettavano, e lo stavano aspettando inconsciamente ancora non del tutto pronti per affrontare un discorso di tale portata, ma al tempo stesso non era più possibile rimandarlo. Specie nel momento in cui videro Lan Sizhui entrare in casa in un apparente stato confusionale, il suo sguardo bramava delle risposte mentre il suo labbro tremava anche se ancora non si lasciava andare alle lacrime. Lacrime che arrivarono nel momento stesso in cui i suoi genitori gli mostrarono un congelatore esterno dedicato alla conservazione dei fiori e radici di loto che prendevano ogni notte per far credere al figlio di averli già per il giorno seguente con una qualsiasi scusa che si inventavano sul momento.
Lacrime a cui Jin Ling assistette e a cui si strinse il cuore in quanto impotente a fare qualsiasi cosa se non ascoltare i dettagli dell'incidente di cui era ancora all'oscuro, specie quando Lan Wangji prese la cartella medica donandola al figlio affinché lui potesse sfogliarla. Una cartella contente i referti, la diagnosi, l'articolo di giornale di quel giorno, persino la foto di come era arrivato il figlio in ospedale. Era rimasto in coma ben tre mesi prima di svegliarsi e scoprirsi con quel problema che lo stava attualmente condannando da oltre un anno. Gli lasciarono il giusto tempo per elaborare la cosa, ogni informazione, finché non fu lui stesso a prendere la parola.
«Non c'è modo di parlare con il dottore?»
«Ci hai già parlato molte volte con lui, A-Yuan.»
«Davvero?»
Wei Wuxian si limitò ad annuire, per il momento esitò a ricordargli che, in realtà, il dottore in questione lo conosceva piuttosto bene, d’altra parte aveva sempre avuto una sorta di terrore reverenziale per quell'uomo da quando si era avvicinato a colui che poi era diventato suo marito.
«Posso portarcelo io! Credo.. di aver bisogno di ascoltare anche io.»
Esordì Jin Rulan in modo del tutto improvviso, che fino a quell’ istante era rimasto in silenzio e più indietro rispetto agli altri come a non volersi intromettere più di tanto in una discussione già delicata di per sé.
Non poterono fare altro se non mettersi in macchina tutti e quattro insieme.


La clinica Meandri delle Nuvole era situata a pochi kilometri da Caiyi. Era una struttura dal sentore antico collocata in mezzo alle montagne, principalmente specializzata in medicina generale e malattie mentali area, quest'ultima, che occupava gran parte della stessa. Il posto era decisamente molto evocativo, degno del nome che portava, recante un’atmosfera di calma e di silenzio assoluto, un luogo che era l’ideale per chi soffriva di determinate patologie e aveva bisogno di una certa tranquillità.
Direttore e primario della clinica, era Lan Qiren.. lo zio paterno di Lan Wangji e, di conseguenza, prozio di Lan Sizhui. Un uomo alto, dall'aspetto austero e severo, capace di punire qualcuno per un nonnulla.
Jin Ling, nel momento in cui lo vide, comprese perché Lan Wangji si comportasse in quel modo di fronte alle altre persone, oltre a riflettere sul fatto che a Lan Sizhui non mancasse la famiglia considerando che dovunque andasse c’era sempre qualcuno di loro pronto a tenerlo d’occhio in qualsiasi occasione.
Lo stesso Sizhui realizzò di conoscerlo, giustamente, sebbene avesse visitato spesso la clinica insieme al cugino quando erano entrambi più piccoli, poi era Lan Qiren che andava a trovarli quando aveva più tempo a propria disposizione.
Una volta all'interno della struttura ospedaliera, Lan Yuan venne condotto in una stanza apposita per essere sottoposto a una tac approfondita al cervello, i cui risultati furono portati nemmeno una mezz’ora dopo nell'ufficio del direttore dove già erano presenti tutti loro. Lan Qiren si prese il giusto tempo per osservare e mettere a confronto la lastra con quella dell'anno scorso prima di donare il proprio responso.
«Sizhui, mi duole dirti che non ci sono stati miglioramenti. Il lobo temporale ha sofferto un trauma molto grave. Vi è la presenza del tessuto cicatriziale che impedisce alla tua memoria a breve termine di convertirsi in memoria antica mentre dormi. Questa condizione è definita sindrome amnesica anterograda.»
«Quindi? Vai al dunque. Cosa si evince da questa condizione?»
«Wei Ying, vedo che sei sempre molto paziente. È stabile, ma purtroppo permanente. Vedila così, poteva andare molto peggio.»
«Certo che è molto diretto..»
Sbuffò Jin Ling In direzione del più anziano accorgendosi dell'espressione mesta che aveva assunto Lan Sizhui alla menzione di quella notizia non del tutto piacevole da ascoltare. Vero che domani l'avrebbe dimenticata, ma la giornata era ancora troppo lunga.
«No, è giusto che dica le cose come stanno senza girarci troppo intorno.»
Anche in questa sua condizione, Lan Sizhui si sentì in dovere di difendere l'operato del proprio prozio nei suoi riguardi, e agli occhi di Jin Rulan questo non poteva che essere un gesto piuttosto onorevole e di buon cuore.
La visita, comunque, giunse al suo termine, e i quattro uscirono dalla clinica per tornare verso la macchina. Lan Sizhui era di fianco a Jin Ling, poco più dietro rispetto ai suoi genitori, e non poté fare a meno di voltarsi verso il castano con fare interrogativo.
«Quindi.. da quanto tempo ci conosciamo io e te?»
«Ah, da un po', diciamo che il più delle volte cerco di convincerti a mangiare insieme a me.»
«Io ti piaccio, allora. Ma.. non abbiamo fatto ancora nulla, vero?»
Chiese il moro, una domande che portò gli adulti a voltarsi nello stesso istante verso Jin Ling scrutando la sua espressione che, per via della domanda, si era fatta imbarazzata come quella del diretto interessato.
«A-affinché lo sappiano tutti i presenti, no! Non è successo ancora nulla tra di noi.»
Per quanto Jin Ling volesse arrivare a quella fase insieme all'altro, ma non era il caso di asserirlo a voce più alta del necessario, specie considerando che aveva una dannata paura di Lan Wangji e di essere incenerito da un solo suo sguardo. Quell'uomo non parlava praticamente mai, oltre ad avere una espressione indecifrabile, proprio per questo provava un certo timore nei suoi riguardi.
Tornarono nei pressi di Caiyi quando ormai era calata la sera, per fortuna la clinica veterinaria era nel suo giorno dedicato alle sole emergenze, in questo modo Jin Ling non si era sentito necessariamente in colpa del fatto di non aver offerto il proprio supporto a suo zio per tutta la giornata.. d’altra parte la continuazione del suo percorso universitario dipendeva anche dai crediti del tirocinio, e sapeva che suo zio non glieli avrebbe dati senza un minimo di impegno, cosa su cui spingeva al massimo quando non si trovava a dover cercare un modo per interagire con Lan Sizhui.
«Allora, è il caso che io torni dentro. Ti vedrò anche domani?»
«È mia intenzione, si. Riposa bene, Lan Sizhui, è stata una giornata piuttosto stressante per te.»
«Lo farò. Grazie per oggi, Jin Ling.. mi ha fatto piacere averti insieme a me.»
Il castano gli sorrise prima di vederlo entrare un casa e rimanere da solo insieme agli altri due adulti.
Wei Wuxian si avvicinò a lui passandogli un braccio intorno alle spalle con fare amichevole, nonostante il buco nell'acqua di quel pomeriggio, non aveva motivo di sfogare le sue frustrazioni su di lui come aveva fatto il primo giorno che gli era apparso davanti in modo tanto improvviso. Vista la situazione, anche per l'interesse che nutriva nei confronti del figlio, lo invitò a passare un altro po' di tempo insieme a lui anche per conoscerlo meglio e comprendere il suo punto di vista su alcune questioni. Ovvio che, dal punto di vista di Jin Ling, bisognava sviluppare un qualcosa di più rapido per raccontare la verità a Sizhui, che probabilmente era maggiormente rimasto scosso dal fatto che gli avessero mentito per tutto quel tempo, se aveva capito parte della sua psicologia. Chiese quindi il permesso di poter prendere in prestito la cartella clinica per farci qualcosa che ancora doveva studiare meglio. Per fortuna gli fu concesso, a patto che gliela restituisse presto senza rovinarla in alcun modo.


Jin Ling conosceva ormai a menadito gli orari che era solito fare Lan Sizhui, così che si presentò direttamente sotto casa del ragazzo al suo ritorno dal locale. Aveva deciso di andare direttamente lì invece che passare per vie traverse, sperando che ciò che aveva in mente funzionasse. Il rombo del motorino del moro non tardò molto a farsi udire da lui, e una volta toltosi il casco si avvicinò a lui richiamando la sua attenzione, donandogli un pacchetto quadrato incartato da una sottile carta di riso con su illustrati dei conigli a seguito di un breve scambio di battute. Scambio che fu notato dai genitori del ragazzo che uscirono dall’abitazione chiedendo una spiegazione al castano, il quale rispose che era il suo tentativo alternativo e che nel caso di fallimento avrebbero sprecato solamente un giorno a fronte di altri in cui tentare.
All'interno del pacco vi era un cd che il moro inserì nel lettore che aveva in salotto facendo partire il filmato in esso contenuto. Jin Ling, al suo interno, aveva inserito i fatti più importanti di ciò che era successo in quell'anno trascorso, fatti che Sizhui non poteva comprendere o donare la giusta collocazione temporale. Il suo grigio sguardo assunse un'espressione perplessa finché il video non raggiunse la parte più importante o saliente, ovvero il giorno del suo incidente. Sbarrò gli occhi nel momento in cui gli passarono di fronte le immagini dell'articolo di ciò che era successo il giorno del compleanno del padre, tanto che si voltò verso il diretto interessato per avere una risposta che ottenne mediante un breve cenno di assenso.
Infine, il video sfumò in un breve filmato di Jin Rulan davanti al locale, un filmato in cui lui spiegava le dinamiche dei loro incontri, quali fossero le argomentazioni principali dei loro discorsi, e il fatto che lui gli piacesse e che anche l'altro provava un minimo interesse.. a giorni alterni almeno.
Il filmato giunse al suo termine, e il moro rimase a guardare lo schermo della televisione ormai scuro per una manciata di secondi prima di voltarsi verso la sua famiglia.
«Quante volte l’ho visto questo?»
«È la prima volta.»
Rispose Lan Zhan avvicinandosi al lettore togliendo il cd riponendolo nell'apposita custodia consegnandola al figlio, che la prese prima di alzarsi dalla sua posizione uscendo dall'abitazione, ma rimanendo sempre nei pressi, seguendo la volontà di rimanere da solo a fronte della scoperta.
«Dai, probabilmente piangerà un po', adesso, ma vedrete che si sentirà meglio a breve.. o fra un po'. Insomma, non pensate che questo video possa essergli d'aiuto? In questo modo potrà ricominciare a riprendere lentamente in mano la sua vita.»
«Solo se sarà lui a volerlo.»
Tutti loro sapevano che Jin Ling non aveva tutti i torti, però era anche vero che la decisione finale spettava sempre e comunque al diretto interessato dell'intera faccenda, ovvero Lan Sizhui.
Passò un po' di tempo, ma la porta dell'abitazione si socchiuse permettendo al moro di rientrare, la sua espressione era neutra ma il suo sguardo era leggermente arrossato, aveva pianto davvero nonostante lo avesse fatto nel modo più silenzioso possibile.
A seguito di un breve momento di stasi invitò Jin Ling ad andare fuori insieme a lui, deciso probabilmente a recarsi nell'ultimo luogo che ricordava prima dell'incidente.
Al tramonto, infatti, si ritrovarono di fronte all'albero ove la macchina di suo padre era andata a sbattere, la perdita di controllo dovuta al cavallo che aveva tagliato loro la strada improvvisamente.
«La corteccia si è ormai rimarginata.»
«È vero! Il tuo prozio ha detto che il danno è permanente, ma io voglio credere il tuo cervello saprà rimarginarsi esattamente come questo albero.»
«Sei così gentile, Jin Ling. Come ho iniziato a interessarmi a te?»
«Semplice! Mi è bastato indossare, più volte, i miei jeans griffati, sculettare davanti a te e hai perso la testa.»
Per quanto la sua fu una battuta altamente squallida, o spudorata, ottenne l’effetto desiderato: Lan Yuan si lasciò andare a una risata liberatoria, per poi donargli un leggero pizzico sul fianco chiamandolo stupido con fare scherzoso. Una risata condivisa appieno anche dal castano.
«Perché non ti ho conosciuto un giorno prima dell'incidente?»
«Oh credimi, sono poche le persone che mi sopportano giornalmente.»
«Uhm, mi ritengo una persona molto paziente.»
«E ci credo! Dovrebbero darti un premio per non averla ancora persa con il cugino che ti ritrovi.»
«Dai, JingYi non è così male.»
«Forse per te che lo conosci da una vita.»
Lan Sizhui scosse il capo a quella affermazione, da una parte dava ragione a Jin Ling, ma dall'altra non sarebbe mai andato contro un suo parente, specie al cugino a cui teneva tanto.


Da quella rivelazione cominciarono a frequentarsi in modo un po’ più assiduo. L'incipit di ogni giornata iniziava sempre nel medesimo modo, con Lan Sizhui che guardava il video scoprendo cosa gli fosse successo, e con Jin Ling che gli lasciava i suoi tempi per fargli elaborare ogni informazione ricevuta, per poi parlare con lui, tessere nuovamente quel rapporto che stavano faticosamente mettendo insieme e che, ogni mattina, subiva una inevitabile battuta d'arresto per poi ricominciare.
Era la prima sera che passavano insieme da quando era iniziata quella loro strana conversazione. Stavano camminando in riva al fiume situato a poca distanza dell’abitazione del moro. Aveva una telecamera in mano, e stava riempiendo il castano di domande in modo da conservarle in maniera del tutto fisica.
«Ho un'ultima domanda»
«Dai, spara.»
«Tu sei.. innamorato di me? Ah, te lo chiedo per il video, per conservare questa informazione.»
«C-certo.. amare è una parola grossa. Ma ogni primo pomeriggio mi reco al ristorante, ti osservo leggere e insomma… lo sono si. E lo sei anche tu, o non faresti una domanda simile. Quindi..»
Mormorò Jin Ling allungando delicatamente la mano poggiandola sul polso del moro, in modo da applicare una leggera pressione portandolo ad allontanare quella telecamera da quel suo viso.
Tutto mentre diminuì la distanza che li separava. La loro altezza si poteva dire uguale, per questo il volto del tirocinante non si dovette sforzare più di tanto per raggiungere quello del bibliotecario, e per fortuna non trovò alcuna resistenza quando le loro labbra si sfiorarono. Un bacio dall’iniziale sentore dolce e delicato che poco dopo mutò in uno più passionale e sentito. Schiusero le labbra permettendo ad entrambe le lingue di incontrarsi, iniziare una danza umida e breve condividendo quelli che non erano altro che stessi respiri ed emozioni. Da parte di Lan Sizhui c’era l’impacciataggine di quello che doveva essere il primo bacio in assoluto, ma a Jin Ling non dispiacque proprio per questo. Non avevano bisogno di parole per comprendersi, non quando erano i loro sguardi a parlare direttamente per loro. Ciò si evinse una volta giunti nella camera personale del moro, ove il silenzio venne riempito da brevi e bassi ansiti.


Ciò che Jin Rulan non potè prevedere fu l'addormentarsi tra le di lui braccia, come non poté prevedere il fatto che il moro fosse molto più mattiniero di lui. Spalancò gli occhi di scatto quando sentì un urlo al proprio fianco, urlo che lo portò a staccarsi velocemente cadendo dal letto senza troppa gloria. Fuori era già l'alba.
«Calmati! Sizhui, calmati»
«Perché eravamo… chi saresti tu?»
«Fammi spiegare! Sono Jin Ling, noi stiamo insieme, e…»
«Non ti credo!»
La voce di Lan Yuan era più alta e agitata rispetto al normale, comprensibile considerando il fattore memoria che non poteva essere ignorato in una situazione del genere e che per Jin Rulan si era tramutata in una dimenticanza e disattenzione fatale. Fortunatamente, la porta della stanza del moro si spalancò. Wei Wuxian e Lan Wangji avevano compreso nell'immediato la situazione, così che invitarono il castano a prendere i propri vestiti e aspettarli al piano inferiore mentre loro sarebbero rimasti in quella stanza nel tentativo di calmare loro figlio. A Jin Ling dispiaceva questa situazione, ma non poté fare altro che acconsentire. Non gli era mai capitata una situazione così, si sentiva talmente imbarazzato che avrebbe voluto prendere una pala e sotterrarsi senza uscire dal terreno mai più.
Dopo una manciata di minuti, che ai suoi occhi parvero infiniti, venne raggiunto da Wei Wuxian. Fortunatamente non lesse rabbia in quello sguardo color cenere.
«Come sta Sizhui?»
«Lan Zhan è con lui, si è calmato un po' e adesso sta guardando il video. Ti avevo avvisato che tutto con lui sarebbe stato una botta e via.»
«No! Bisogna soltanto insistere, io sento che sta migliorando»
«Potrebbe essere una tua semplice impressione, Jin Ling. Oggi dovrebbe venire a trovarci Lan Qiren, magari ha qualche novità.»
«Va bene, allora meglio che io vada. Se arrivo in ritardo in clinica rischio davvero che mio zio mi spezzi le gambe. Puoi dire a Sizhui che non ce l’ho con lui per quanto successo?»
Wei Wuxian si limitò ad annuire rivolgendogli un breve sorriso prima di accompagnare il ragazzo alla porta e vederlo allontanarsi.

Fortunatamente, nonostante non avesse il motorino con sé, riuscì ad arrivare in perfetto orario ma, venne sgridato comunque da suo zio per il semplice fatto che non aveva avvertito che sarebbe rimasto fuori per tutta la notte. Era vero che Jin Ling aveva vent’anni, ma era comunque sotto la sua supervisione in una città città che non era la loro, e decisamente non voleva avere alcun tipo di ripercussioni con sua sorella, di base già molto sensibile e protettiva nei confronti del figlio, e con suo cognato. Jin Ling chiese scusa promettendo che si sarebbe impegnato più del dovuto nel corso di quella lunga giornata che lo attendeva, anche perché con gli occhi di suo zio perennemente puntati alla schiena non poteva permettersi distrazione alcuna. Delle volte si sentiva davvero un animale braccato dal cacciatore più abile in circolazione, e almeno non si era mai ferito nel tentativo di sfuggirgli.
Una lunga giornata che per fortuna giunse al suo termine e, quando il castano varcò l’ingresso per uscire dalla clinica, si ritrovò davanti Lan Sizhui. Chissà da quanto tempo era li e non aveva mai avuto il coraggio di entrare temendo di disturbare.
«Jin Ling…»
«Ehi, ti senti meglio?»
«Si, ti volevo chiedere scusa per il mio comportamento indecoroso di questa mattina.»
«Non preoccuparti, tu non c’entri nulla. E’ stata una mia disattenzione.»
«Mi sembra comunque doveroso scusarmi. Comunque, sono qui per mostrarti questo..»
Rispose il Lan avvicinandosi a lui quanto bastava per mostrargli il quaderno dalla copertina bianca e blu che teneva tra le mani. Di primo acchito non riusciva a capire perché glielo stesse mostrando, ma la spiegazione del bibliotecario non tardò molto ad arrivare: Il suo prozio, in uno degli incontri passati, gli aveva consigliato di cominciare a scrivere un diario per annotare cosa facesse durante le sue giornate compresi i suoi pensieri. Ovviamente lo aveva continuato a fare nonostante il video che Jin Rulan aveva confezionato per lui, non perché non gli piacesse cosa c’era registrato al suo interno, ma perché sembrava un semplice spettatore di una vita che lui non conosceva e raccontata da altri, mentre attraverso delle pagine scritte di suo pugno riusciva a ritrovarsi facilmente tra le varie annotazioni.
«Ho voluto mostrartelo anche per un motivo. Forse… è meglio mettere un punto a questa nostra storia.»
«Eh? Come scusa?»
«Tu sei qui solo temporaneamente, prima o poi tornerai a Lanling. Lo sai, la mia situazione è complicata, mi sento di aver già rovinato la vita dei miei genitori, non lo meriti anche tu.»
«Dopo tutto quello che abbiamo passato. Io non capisco… mi vuoi relegare a un semplice ricordo del tuo diario?»
«No! So che è egoista, ma ho intenzione di eliminare ogni pagina che parla di te.»
Jin Ling non riusciva a credere a cosa stesse sentendo. Capiva perfettamente il punto di vista di Lan Sizhui, ma al tempo stesso sentiva di aver appena mandato a meretrici ogni suo sforzo delle ultime settimane.
Sua madre era solita ripetere spesso un detto, ‘se ami qualcuno lascialo libero’, ed era quello che il moro stava facendo nei suoi riguardi per non condannarlo più del necessario, viste anche la loro età e le strade diverse che avrebbero percorso a livello lavorativo. Lo capiva, eppure si sentiva così frustrato ma non poteva non rispettare il suo volere, sarebbe stata una assoluta mancanza nei suoi confronti, anche se l’indomani avrebbe probabilmente dimenticato tutto, o forse no.
Si offrì comunque di aiutarlo ad archiviare, al computer, le pagine del diario che non riguardassero lui prima prima di privarsene cominciandone uno nuovo e, per fortuna, l’altro accettò.
Pioveva. Il che offriva al momento un’atmosfera drammaticamente ironica. Seduto alla scrivania di Lan Sizhui, Jin Ling batteva sui tasti della tastiera allo stesso ritmo della pioggia che picchiettava sul vetro della finestra, come se volesse offrirgli la giusta colonna sonora per ciò che stava trascrivendo sotto dettatura. Ogni tanto si fermava quando il moro trovava delle annotazioni riguardanti lui, scritte con talmente tanta innocenza e accuratezza che il Jin non poteva non sorridere ogni volta che ci posava lo sguardo.
Non poteva decisamente crederci che tutto questo stesse per raggiungere il suo termine. Impiegarono una manciata di ore, ma infine il file fu stampato a dovere e i fogli rilegati in quello che sarebbe stato il nuovo diario di Lan Yuan a partire da domani. Entrambi, poi, si spostarono al piano interrato dell’abitazione, la zona adibita a garage dove diedero alle fiamme il video e le pagine con tutto ciò che riguardava Jin Ling, di ogni ricordo di ciò che era successo tra di loro non vi era rimasto altro cenere.
«Beh, immagino che questo sia tutto. Allora.. addio, Sizhui.»
«Addio, Jin Ling..»
Mormorò il moro prendendo un lungo respiro prima di avvicinarsi a lui azzardando un abbraccio che, per fortuna, venne ricambiato dal castano. L’ultimo contatto fisico prima di separarsi per sempre.
Jin Ling posò un lungo bacio contro la fronte altrui prima di sparire sotto la pioggia ormai incessante, come incessanti furono le lacrime che rigarono i visi di entrambi.


Da quel giorno passarono qualche settimane, settimane in cui Jin Ling si era buttato a capofitto sul suo tirocinio alla clinica nonostante, ogni tanto, gli tornasse alla mente il pensiero di Lan Sizhui, specie quando si ritrovò davanti i suoi genitori con i due conigli da visitare. Ne aveva approfittato per chiedere sue notizie, e non poteva che essere contento del fatto che avesse ripreso a lavorare in biblioteca, oltre che svolgere le sue attività di volontariato per i bambini dell’ospedale. La sua memoria non era tornata, ma almeno il diario lo stava aiutando a rendere più semplice quella che era la sua condizione.
Nonostante questo, non tornò più nei pressi del ristorante per assicurarsi che stesse bene di persona, anche solo per guardarlo da lontano senza interagirvi. Ormai era consapevole che la sua permanenza a Caiyi stava per giungere al suo termine; Luo Qingyang era in procinto di ritornare a lavoro a seguito della fine del periodo di maternità, non aveva più bisogno che loro rimanessero lì per occuparsi della clinica, per quanto non aveva parole per dimostrare la sua gratitudine per la gentilezza che avevano dimostrato nei suoi riguardi, e sicuramente avrebbe speso le meglio parole per Jin Ling con i suoi genitori per tutto il suo preziosissimo lavoro e impegno. Suo zio gli aveva, infatti, riconosciuto, i crediti del tirocinio, necessari per proseguire con il suo percorso di studio. Era felice, ma non abbastanza, sentiva che gli mancava qualcosa o forse… qualcuno.
Stava preparando le sue cose, la partenza era ormai imminente, eppure non poteva non sentirsi inquieto, e per quanto si considerasse patetico non poteva più resistere. Prima che se ne accorgesse, le sue gambe si erano messe a correre in direzione della biblioteca di Caiyi. Doveva vederlo, anche solo per l’ultima volta, e magari assicurarsi che non si ricordasse davvero di lui. Stava per andare a sbattere contro un duro e gigantesco muro di cemento, magari si sarebbe fatto male ma non gli importava.
«Sizhui! Lan Sizhui!»
Gridò il castano non appena entrò all’interno della struttura e, come se se lo aspettasse di trovarlo proprio quel giorno, il moro si affacciò dal bancone della receptionist dove stava attualmente svolgendo servizio.
«Lo sai che è una buona norma non gridare all’interno della biblioteca, vero?»
«Lo so, lo so.. scusa. Tu, non ti ricordi di me, vero?»
Il bibliotecario lo osservò in modo attento e a lungo per qualche istante prima di emettere un leggero sospiro dalle labbra scuotendo il capo in un cenno di diniego.
«No, ti chiedo scusa. Qual è il tuo nome?»
«Jin Ling… e certo, come potevo anche solo sperare che tu ti ricordassi.»
«Aspetta! Puoi venire con me?»
Chiese gentile il moro uscendo dalla porticina che collegava il bancone della reception alla sala principale della biblioteca, facendogli cenno di seguirlo verso una stanza posta sul retro. Jin Ling lo osservò restio, ma considerando che non aveva nulla da perdere decise di incamminarsi dietro di lui.
Quella stanza era assolutamente normale, se non fosse che lì dove era l’armadietto destinato a Lan Yuan vi era un disegno a matita che ritraeva proprio il volto di Jin Rulan.
«Cosa…»
«I bambini a cui leggo, un giorno, mi hanno chiesto di raccontare una storia da zero, non avevo mai sentito il tuo nome prima, eppure è quello che ho deciso di donare al protagonista maschile. Il tuo volto è esattamente come avevo immaginato quello del mio racconto. E non so perché, mi ritrovo ad avere una sorta di affinità con questo volto e questo nome, tanto da renderlo protagonista di ogni storia che mi ritrovo a narrare.. perché?»
«Cosa penseresti se ti dicessi che quel diario che leggi ogni giorno, un tempo era pieno di aneddoti riguardanti me?»
«Penserei che la cosa è molto sensata.»
«Direi che è chiaro, no? Tu sei il ragazzo dei miei sogni, come io lo sono dei tuoi. Non ti azzardare più ad allontanarmi perché credi di rovinarmi la vita.»
«Non lo farò. E’ un piacere conoscerti di nuovo, Jin Ling.»
«E’ un piacere anche per me, Sizhui..»
Mormorò il castano prima di suggellare in un lungo e passionale bacio il suo essersi ritrovato con Lan Sizhui, un bacio che lui stesso ricambiò come se non avesse atteso altro da tutta una vita.

Non sapevano ancora cosa l’esistenza avrebbe riservato loro.
Non sapevano se la memoria di Lan Yuan avrebbe riservato loro altre sorprese.
Ma erano pronti a vivere e affrontare ogni cosa insieme.

 

 

 

 

1 Cucina Hunan: una cucina piccante e speziata, i cui piatti sono generalmente fatti saltare in padella, cotti al vapore o affumicati.

2 Zhá jī (炸鸡): pollo fritto.. il nome lo ha fatto scegliere Lan Xichen a un baby JingYi chiedendogli qualcosa che gli piacesse, caso volesse che quel giorno stava mangiando del pollo fritto e beh… vi aspettavate qualcosa di diverso da lui?

3 Quaranta yuan: circa cinque euro

4 Il verso proviene dalla WangXian dell’audio-drama

 

Angolo Autrice:

TANTI TANTI AUGURI ATHEEEE <3

Sono felice di essere riuscita, in tempo, a pubblicare una ff per il compleanno di questa splendida persona e a cui voglio un sacco bene. Questa è tutta per te, quindi spero possa piacerti almeno un pochino <3
Devo dire che non torno da tanto, troppo, tempo a ammorbarvi con miei nuovi scritti e credo che questo sia valsa tutta l’attesa. E’ la OS più lunga che io abbia mai scritto, e mi ha consumato di ogni energia mentale peggio dell’Hanahaki.
Questa volta, essendo la mia bellissima beta la festeggiata, non potevo chiederle di controllare quanto ho scritto, ma so che sarà spietata e attenta durante la fase di lettura pronta a bacchettarmi per ogni minimo refuso (tvb), ma spero di averle donato un minimo giustizia alla ZhuiLing, la coppia di cui lei è letteralmente una dea, nonché il mio massimo esempio di ispirazione.
Che dire di questa OS? Beh.. diciamo che non è tutta farina del mio sacco, in quanto si ispira a una delle mie commedie romantiche preferite, e io di base non sono molto amante del genere romantico ma questo film mi è entrato particolarmente nel cuore, in più volevo scriverla da un sacco di tempo proprio con questa Pair, quindi il compleanno della nostra Athe è giunto proprio al momento giusto per costringermi a mettermi a scriverla e depennarla dalla mia magra lista di ff u.u
E niente, sono mentalmente morta, quindi se avete curiosità, dubbi, perplessità, sarò ben lieta di rispondere a ognuna di esse nei commenti, nei messaggi, o dove volete.
Io per il momento vi saluto qui, e ancora augurissimi alla splendida Athe (<333)

   
 
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