Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: evil 65    12/12/2020    5 recensioni
Al termine della battaglia decisiva per il destino dell'umanità, Eren Yeager e Annie Leonheart si ritrovano catapultati in un mondo molto diverso dal loro. Un mondo in cui i titani possono essere trovati solo nei racconti per bambini. Un mondo pieno di eroi e cattivi...
(Attack on Titan x Marvel )
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Leonhardt, Eren Jaeger
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccovi un nuovissimo capitolo!
Vi auguro una buona lettura, e spero che troverete il tempo di lasciare un commento ;)



We are like ghosts

Per un attimo, Annie credette di aver capito male.
Rimase immobile, in completo silenzio, aspettando pazientemente che Eren le spiegasse per quale motivo avesse fatto una battuta così assurda. Quando il ragazzo si limitò a fissarla, tuttavia, capì che non stava affatto scherzando.
<< Un…un altro mondo >> ripetè lentamente << Cosa… cosa te lo fa dire? >>
Eren inarcò un sopracciglio.
<< A parte la città con un livello di tecnologia secoli avanti rispetto a Marley, la potenza mondiale considerata l’apice del progresso umano? >> domandò retoricamente, indicando gli enormi palazzi che spuntavano al di là della cittadina.
“A parte l’ovvio, sì” fu il pensiero traditore che attraversò la mente di Annie, la quale riuscì a mala pena a trattenere un rossore imbarazzato. Dio, quanto le mancavano quei giorni in cui riusciva a mascherare le proprie emozioni meglio di qualunque altro Guerriero del suo plotone.
Di fronte a lei, Eren sollevò lo sguardo in direzione della volta celeste.
<< La mia connessione con i titani è sparita >> cominciò pazientemente << Questo può significare solo due cose: o tutti i titani e gli abitanti di Eldian sono stati uccisi nello stesso istante, il che è alquanto improbabile…o noi siamo stati trasportati in un luogo in cui mie è impossibile percepirli. >>
Tornò a fissare Annie dritta negli occhi.
<< E visto che il Sentiero percorre tutto il pianeta… beh, ho semplicemente fatto due più due >> terminò con una scrollata di spalle disinvolta, come se l’intera situazione non lo preoccupasse nemmeno.
Annie assottigliò lo sguardo. << Però sei riuscito a trasformarti in un Gigante. Senza il Sentiero non dovresti esserne capa…>>
<< Non ho mai detto che il Sentiero è sparito >> la interruppe prontamente il ragazzo, suscitando uno sguardo visibilmente sorpreso da parte della bionda.
Eren si portò una mano alla testa e cominciò a picchiettarsi la tempia.
<< Posso ancora sentirlo…vederlo…è un po’ difficile da spiegare >> borbottò con una smorfia << Ma sembra…diluito? >>
Scosse la testa.
 << No. È semplicemente… diverso >> concluse con un cenno soddisfatto.
Annie gli invio un’occhiata scettica, non del tutto sicura di come interpretare le sue parole.
Notando la sua confusione, il compagno mutaforma sospirò stancamente.
<< Io stesso so ancora molto poco di come funziona il Sentiero >> ammise << Ma è del tutto possibile che la sua influenza non sia limitata al nostro mondo. >>
“ È un’ipotesi azzardata…ma per ora è il meglio che abbiamo” pensò Annie con evidente fastidio. Odiava le incognite, ma vista la situazione da cui era scampata suppose che quella attuale era quasi un miglioramento.
Brevemente, si chiese cosa stesse succedendo a Marley. L’assenza di Eren aveva davvero fermato il Rumbling?  Armin, Mikasa e il resto del loro gruppo erano ancora vivi? E se non fossero stati solo loro due ad esse trasportati in questo strano posto?
Scosse la testa per liberarsi da quelle domande.  Ora non era certo il momento di soffermarsi su simili questioni.
<< E ora…che cosa facciamo? >> chiese al suo compagno di sventure.
Eren arricciò appena le labbra in un piccolo sorriso.
<< La prima cosa che si fa quando ci si ritrova in un territorio sconosciuto: chiediamo informazioni. >>
 
                                                                                                                                   * * *
 
I due Mutaforma impiegarono meno di mezz’ora per scovare un negozio di libri.
Si ritrovarono piuttosto sorpresi nel constatare quanto fosse grande rispetto a quelli di Marley. Le sue dimensioni erano più o meno le stesse della biblioteca della Mura, ma proprio come nelle librerie del continente vi erano decine di copie dello stesso volume, a testimonianza del fatto che pure questa società facesse uso della carta stampata.
Superarono un bancone a cui sedeva una donna di mezza età dagli spessi occhiali verdi, e dopo una rapida esplorazione del negozio si fermarono proprio davanti alla sezione dedicata alla Storia. Una volta lì, cominciarono a controllare i vari libri.
Con loro grande sollievo, constatarono che la lingua in cui erano scritti i testi era l’equivalente del dialetto Marleyano, anche se in questo mondo era chiamato “Inglese”. Solo una delle numerose informazioni che i due ragazzi appresero dopo una rapida lettura di un Dizionario lì vicino.
Entrambi scansionarono attentamente ogni libro presente nello scaffale, fino a quando Annie non trovò quello che stavano cercando.
<< Che dici, pensi che potrebbe andare? >> chiese rivolta a Eren, mentre gli porgeva tra le mani un manoscritto piuttosto spesso.
Il ragazzo inarcò un sopracciglio e ne analizzò la copertina con occhio critico.
<< Storia del Mondo >> lesse ad alta voce << Molto comodo. >>
Alzò lo sguardo verso Annie. << Hai dei soldi? >>
Com’era prevedibile, la bionda scosse prontamente la testa. << Neanche una moneta di rame. E tu? >>
Eren sorrise ironicamente.
<< Non avevo esattamente bisogno di soldi nell’ultima fase del mio piano >> ammise con una scrollata di spalle. Poi, lanciò una rapida occhiata alle sue spalle.
<< Ci sono delle guardie in giro? >> chiese con il tono di voce più basso che riuscì a trovare.
Annie fece finta di controllare un altro libro e scansionò rapidamente gli interni del negozio.
<< Nessuna che io possa notare >> disse dopo quasi qualche minuto di indagine.
Eren annuì soddisfatto. << Cammina affianco a me. Cercherò di nascondere il libro sotto la giacca. >>
La ragazza gli diede un cenno impassibile e fece come richiesto. Poi, entrambi cominciarono a incamminarsi verso l’uscita con passo disinvolto.
Superarono la sezione di pagamento senza alcun problema e la donna al bancone non li degnò nemmeno di uno sguardo.
Ormai erano a soli un paio di metri dalla porta della libreria. Ancora pochi passi e sarebbero usciti dal negozio senza destare alcun sospetto…
PING!
Un suono acuto e ritmato riecheggiò per tutta la lunghezza del negozio nel momento esatto in cui Eren attraversò l’uscita. Entrambi i ragazzi si fermarono di colpo.
“Ma che…” fu tutto quello a cui Annie riuscì a pensare, mentre una luce rossa cominciò a lampeggiare sopra di loro.
<< Signore…può mostrarmi cosa tiene sotto il cappotto? >> chiese la voce della libraria alle loro spalle.
Eren non si voltò nemmeno.
<< Corri! >> urlò, per poi afferrare la mano di Annie e lanciarsi in una fuga rocambolesca al di fuori della libreria. E dopo qualche secondo speso ad evitare i passanti, sentirono ancora una volta la proprietaria dello stabilimento che gridò verso di loro un: << Fermateli! >>
I due mutaforma non smisero di correre e svoltarono al primo incrociò dell’area perdonale.
Ignorarono le proteste e le imprecazioni dei passanti contro cui sbatterono occasionalmente e cercarono di usarli come copertura.  
Con la coda dell’occhio, Eren notò un paio di uomini vestiti interamente di blu che avevano cominciato a inseguirli.
“Probabilmente sono i gendarmi di questo mondo” fu la conclusione logica a cui arrivò il suo cervello.
La coppia di ragazzi aumentò il passo e compì numerose deviazioni.
Continuarono a correre per quasi cinque minuti buoni, fino a quando non furono sicuri al 100% di non essere stati seguiti. Per fortuna, la loro resistenza era di gran lunga superiore a quella di qualunque essere umano, motivo per cui riuscirono a seminare la presunta coppia di gendarmi senza troppe difficoltà.
Svoltarono nei pressi di un vicolo e si nascosero dietro ad un grosso contenitore di metallo verde.
<< Pensi che li abbiamo seminati? >> chiese Annie, ricevendo un grugnito affermativo da parte di Jaeger.
Sospirò sollevata e si portò una mano tra i capelli.
<< Che diavolo era quel suono? >> ringhiò, visibilmente infastidita da quella svolta inaspettata degli eventi.
Per l’ennesima volta, Eren si limitò a scrollare le spalle, cosa che la bionda aveva cominciato a trovare piuttosto irritante. Il suo modo di affrontare la situazione era troppo disinvolto…e la innervosiva. Tutto di quel ragazzo riusciva a innervosirla, in realtà.
<< A quanto pare, in questo posto hanno sistemi di sicurezza molto più avanzati dei nostri >> commentò il Titano Fondatore, mentre estraeva il libro da sotto il cappotto << Temo che d’ora in avanti avremo assolutamente bisogno di soldi… >>
<< Fermi dove siete! >>
Il suono di quella voce li costrinse a voltarsi.
All’entrata del vicolo aveva appena preso posto la figura di uno dei gendarmi che solo pochi minuti prima aveva cercato di catturarli. Oh…e teneva tra le mani una pistola.
Annie si rimproverò mentalmente per la loro disattenzione. Non aveva preso in considerazione l’idea che avrebbero continuati a cercarli, anche dopo aver perso le loro tracce. Ormai era troppo abituata all’incompetenza del corpo di polizia delle mura.
<< Alzate le mani e non fate scherzi >> disse duramente l’uomo, pur mantenendo una posizione relativamente rilassata. Era più che ovvio che non li vedesse come un ‘effettiva minaccia, e ciò non sorprese la bionda nel minimo. Dopotutto, avevano solo rubato un libro.
Con quel pensiero in mente, cominciò ad avvicinarsi cautamente al gendarme e questi si irrigidì di colpo.
<< Ho detto di non muoverti! >> ripetè con maggiore enfasi.
Ma Annie non lo ascoltò e continuò a camminare verso di lui con un’espressione completamente impassibile.
<< Dico sul serio! Fai un altro passo e… >>
Non ebbe la possibilità di terminare la frase.
Annie scattò in avanti come una vipera e coprì in meno di un secondo la distanza che li separava. Poi, gli afferrò il braccio e fece pressione sulle gambe.
Il corpo dell’uomo venne sollevato da terra e sbattuto violentemente al suolo. La bionda tirò un calcio alla pistola e lo colpì un paio di volte alla testa, mettendolo a dormire.
Dopo essersi assicurata che fosse effettivamente K.O, iniziò a tastare i vestiti del gendarme in cerca del suo portafoglio.
Eren le si avvicinò con un sorriso vagamente divertito ed Annie lo scrutò con la coda dell’occhio.
<< Avevamo bisogno di soldi, no? >> domandò retoricamente.
Il Titano Fondatore grugnì in accordo, per poi afferrare la pistola poco distante.
Annie lo fissò sospettosa.
<< Potrebbe tornarci utile >> disse il ragazzo con una scrollata di spalle << Non sembra molto diversa da quelle del nostro mondo. >>
Inutile dire che la bionda non sembrava molto contenta all’idea di concedergli un’arma. Tuttavia, accettò la cosa con un sospiro ed estrasse il portafoglio dalla tasca dei pantaloni del gendarme.
“Solo un altro problema da aggiungere alla lunga lista di quelli che ho già…”

                                                                                                                         * * *

Dopo aver preso più distanza possibile tra loro e l’ufficiale svenuto, giunsero nei presi di un’area piena di tendoni. Doveva essere una specie di mercato, perché ad ogni stabilimento erano presenti numerose persone apparentemente impegnate a visionare articoli che andavano da semplici vestiti a strani oggetti simili al dispositivo di comunicazione dell’uomo che aveva urtato Annie, passando per banconi pieni di cibo e gioielli.
Eren scansionò rapidamente l’area e i suoi occhi si posarono sull’unico tendone che al momento non aveva alcun cliente. Ai piedi dello stabilimento spiccavano decine di statuette in legno raffiguranti animali, piante o persone, tutti lavori di artigianato di impeccabile fattura.
Il suo proprietario - un uomo di colore vestito con abiti piuttosto sgargianti – era attualmente impegnato a fabbricare una statuetta a forma di serpente.
Eren si avvicinò cautamente all’uomo da dietro e gli picchiettò la spalla.
<< Mi scusi >> disse con tono gentile, attirando la sua attenzione.
Il venditore  inarcò un sopracciglio. << Posso aiutarla? >>
<< Sa dove potremmo trovare un luogo in cui passare la notte? >> chiese il mutaforma, cercando di apparire il più umile possibile.
L’uomo sbattè lentamente le palpebre. << Ehm…tipo un Hotel? >>
<< Qualcosa di meno costoso >> si intromise Annie << Forse una locanda. >>
Il mercante passò brevemente lo sguardo da un eldiano all’altro.
<< Siete stranieri, non è vero? >> domandò con un sorriso un po’ beffardo, e allora Annie si rese conto di aver appena detto qualcosa di sbagliato. Tuttavia, Eren fu rapido nel disinnescare la situazione.
<< Ci ha beccati >> ammise con una scrollata di spalle e un sorriso di suo.
L’uomo grugnì comprensivo e indicò una strada poco distante. << C’è un Motel a circa duecento metri in quella direzione. >>
<< La ringrazio >> disse Eren, porgendogli un rispettoso cenno del capo. Non sapeva cosa fosse un Motel, ma suppose che in questo mondo doveva essere l’equivalente di una locanda.
Il mendicante si limitò ad alzare gli occhi.
<< Sì, sì, nessun problema >> borbottò stizzito << Ora levatevi dai piedi, mi spaventate i clienti. >>
“Quali clienti?” avrebbe voluto dire Annie, ma si costrinse a tenere la bocca chiusa. In effetti, con i loro vestiti mal ridotti e sporchi non avevano certamente un’aria raccomandabile.
Ecco perché acconsentirono senza proteste alla richiesta dell’uomo e cominciarono a camminare verso la direzione indicata.
 
                                                                                                                               * * * 
 
Appena entrati nella reception del Motel, Eren ed Annie vennero accolti dal puzzo sgradevole di fumo e sigarette usate.
L’odore era così forte che per poco non costrinse i due mutaforma ad uscire da quel luogo seduta stante e recarsi allo spiazzo d’erba più vicino per poter vomitare.
I loro occhi vagarono sulla figura di una donna piuttosto sovrappeso e dai capelli rossi raccolti in una crocchia, seduta dietro a quello che doveva essere il bancone per ricevere la clientela.
<< Salve >> salutò Eren con il suo miglior sorriso << Vorremmo una camera per la notte. >>
La donna, tuttavia, si limitò a fissarlo con un’espressione vuota.
<< Letto singolo o matrimoniale? >> domandò impassibile.
Il mutaforma inarcò un sopracciglio. << Prego? >>
La proprietaria sospirò stancamente. << Volete una camera con un letto solo oppure preferite dormire in letti separati? >>
<< Che differenza farebbe? >>
<< La tariffa è diversa. Per la camera con due letti è più costosa >> spiegò con un cipiglio << E se ha animali, cani, gatti, dieci dollari extra.>>
<< Non abbiamo animali >> rispose prontamente Eren, per poi lanciare una rapida occhiata nei confronti di Annie. La domanda inespressa nei suoi occhi era abbastanza chiara: sarebbe riuscita a dormire nello stesso letto con lui? Oppure sarebbe stato costretto ad usare le loro risorse limitate per passare la notte in due letti separati?
Con sua sorpresa, la bionda si limitò a scrollare le spalle, dandogli il tacito consenso di scegliere qualunque opzione preferisse.
<< E…vorremmo la stanza con un solo letto >> disse il ragazzo dopo qualche attimo di esitazione.
La donna grugnì soddisfatta e borbottò: << Sono 25 dollari per notte. >>
Eren annuì ed Annie cominciò a scavare dentro il portafoglio. Non era ben sicura di come funzionasse la tariffa monetaria di questo mondo, ma per fortuna le banconote che si ritrovò tra le mani erano tutte segnate da numeri a caratteri cubitali.
Non le fu difficile stabilire il prezzo di ogni pezzo di carta.
Consegnò il denaro alla donna e questa non perse nemmeno tempo a contarlo.
<< Lo colazione è domani mattina alle 10:00 >> disse con la sua voce impassibile, mentre porgeva loro le chiavi della loro stanza.
I due mutaforma la ringraziarono con un cenno del capo e fuoriuscirono subito dallo stabilimento, per nulla desiderosi di passare un secondo di più in quella stanza puzzolente.
Una volta trovata la loro camera, aprirono la porta…e i loro occhi si posarono su una stanza che avrebbe fatto impallidire qualunque taverna di Marley.
Un letto di candide coperte, lampade ai lati, uno specchio e una scrivania…sembrava quasi una camera d’albergo. C’era pure un bagno al lato opposto della stanza!
Annie sbattè le palpebre un paio di volte.
<< E questo sarebbe l’equivalente di una locanda? >> domandò incredula.
Affianco a lei, Eren si ritrovò ad annuire concorde. << In questo mondo sembrano essere ben abituati. >>
<< Più che ben abituati >> fu la fredda risposta della bionda, prima di puntare verso il bagno << Vado a farmi una doccia. E dovresti farlo anche tu, perché puzzi da fare schifo. >>
Eren inclinò appena la testa e si diede una rapida annusata.
<< …sì, credo di averne bisogno. >>
 
 



Eren dormiva…e sognava. Anche se la linea di demarcazione tra realtà e sogno era davvero nitida.
Era crollato nel letto subito dopo aver letto alcune pagine del libro che lui ed Annie avevano rubato solo qualche ora prima. Evidentemente, dopo tutti gli sforzi che era stato costretto a sopportare negli ultimi giorni, la stanchezza aveva finalmente avuto la meglio.
Il ragazzo si guardò attorno: era in un campo verde pieno di fiori, circondato da una catena montuosa. Il cielo era completamente limpido, privo di nuvole…quasi innaturale.
A qualche metro di distanza…una quercia. E accanto a quella quercia…una figura minuta di cui il mutaforma non riuscì a distinguere le caratteristiche fisiche.
Era come se di fronte a quella persona fosse stato calato un velo semitrasparente. L’immagine che incontrò gli occhi del mutaforma era opaca, sfocata…irriconoscibile.
<< Eren… >> sussurrò una voce distintamente femminile.
Il ragazzo sussultò. Avrebbe potuto riconoscere quella cadenza ovunque. Apparteneva a colei che aveva dato il via a questa storia.
<< Ymir? >> chiese con esitazione.
Ymir…il primo Titano Fondatore. La ragazza che secoli prima aveva ottenuto la capacità di trasformarsi in gigante e conferire quello stesso potere alla sua discendenza. Una dea tra gli uomini e la stessa entità che aveva conferito ad Eren la sua benedizione e il controllo sul Titano Fondatore.
<< Eren…Jeager… >> disse la figura, ma il suono giunse alle orecchie dell’Eldiano sotto forma di rumore di fondo. Pochi secondi dopo, l’immagine della ragazza cominciò a sfumare.
<< Aspetta! >> esclamò Eren, lanciandosi verso di lei nel tentativo di afferrarla. Tuttavia, la figura di Ymir scomparve completamente prima che potesse anche solo toccarla.
Il ragazzo imprecò mentalmente. Poco dopo, un lampo di luce avvolse il mondo in cui si trovava. Ad esso seguì la consapevolezza che stava per svegliarsi.


                                                                                                                           * * *

Eren aprì gli occhi…e si ritrovò a fissare direttamente le pupille azzurre di Annie.
La ragazza era sopra di lui, inginocchiata sul suo petto, con un coltello da cucina sorretto nella mano destra e posizionato proprio sopra la sua fronte.
Il volto della ragazza era una maschera impassibile di rassegnata apatia. Sembrava quasi che non fosse nemmeno presente nella stanza. Assomigliava più a un fantasma che a un essere umano in carne ed ossa.
I due ragazzi rimasero completamente immobili, accompagnati solo dal rumore del vento che soffiava al di fuori del Motel.
<< …Dove diavolo hai preso un coltello? >> fu la prima cosa che Eren riuscì a chiedere, trattenendo a stento un sorriso a causa della bizzarra situazione in cui era finito.
Annie rimase in silenzio per qualche secondo.
<< …Non è stato difficile recuperarlo dalla cucina di questo posto >> borbottò stancamente << Lo sai che sono brava a non farmi notare >>
<< Dipende dai punti di vista >> ribattè l’altro con un ghigno canzonatorio. La ragazza rispose avvicinando la punta del coltello alla sua fronte.
<< Lo trovi divertente? >> sibilò freddamente.
Il mutaforma si limitò a sbuffare.
<< Scusa. È solo che…beh, Guardaci >> rispose con una scrollata disinvolta, nonostante il pericolo della lama sospesa sopra di lui. << Tu sopra di me, io completamente alla tua merce…non ti sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando eravamo solo due reclute?  Io con il sogno di abbattere tutti i giganti, tu che volevi solo infiltrarti senza troppe complicazioni…per le Mura, sembra passata un’eternità. >>
Anche questa volta, Annie rimase in silenziò e lo fissò con un’espressione completamente vuota.
<< …Hai ucciso mio padre >> dichiarò dopo quasi un minuto di quiete assoluta.
Eren inarcò un sopracciglio.
<< E tu i miei amici >> replicò impassibile << Eppure ho scelto di risparmiarti. >>
La bionda strinse ambe gli occhi in un paio di linee sottili. << Pensi che questo mi fermerà dall’ucciderti?  Farei solo un favore all’umanità, bastardo suicida. >>
<< Penso, Annie Leonheart…che al momento possiamo contare solo l’uno sull’altra. >>
Al sentire quelle parole, la ragazza si ritrovò incapace di trattenere un sussulto. Che fosse per paura o sorpresa non riuscì a capirlo, perché il mutaforma sotto di lei non glie ne diede la possibilità.
Si limitò a sorriderle e allungò una mano verso di lei, accarezzandole la guancia.
<< E non importa quello che pensi di me. Per quanto mi riguarda, tu sei ancora un’Eldiana…e finchè non troveremo un modo per tornare nel nostro mondo, sei anche l’unica famiglia che mi resta >> sussurrò dolcemente.
Annie digrignò i denti e avvicinò la punta del coltello, abbastanza da intaccare la pelle del ragazzo e provocare una piccola fuoriuscita di sangue. Eren, tuttavia, non perse mai il suo sorriso. Sembrava quasi che la prospettiva di morire in quel letto per mano della bionda non lo disturbasse nemmeno.
<< Ecco perché ora ti farò una promessa: non importa quanto le cose si faranno brutte d’ora in avanti. Non permetterò a niente e nessuno di farti del male >> continuò implacabile << Ti proteggerò fino alla fine… dovessi morire provandoci. >>
Annie lasciò andare il coltello. Le sue braccia ricaddero pesantemente ai bordi del materasso e la lama saltellò fino al pavimento, producendo un sonoro tintinnio.
I suoi occhi erano pieni di un’inevitabile consapevolezza: non poteva ucciderlo. Per quanto lo odiasse per quello che aveva fatto a suo padre e al resto dell’umanità…Eren Jaeger non era poi così diverso da lei. Entrambi erano solo bambini che erano stati costretti a crescere troppo in fretta e a combattere in una guerra con cui non avrebbero mai voluto niente a che fare.
E aveva ragione. Ormai…erano rimasti solo loro due. Lui era tutto ciò che le restava.
Ucciderlo sarebbe stato l’equivalente di annientare una parte di se stessa…l’ultima parte ancora collegata al suo vecchio mondo. E proprio per questo non sarebbe mai riuscita a piantare un coltello nella testa di quello sventurato ragazzo trasformatosi nel nemico della razza umana.
<< Che stronzo… >> sussurrò, per poi accasciarsi sul suo petto e stringerlo con forza.
L’azione sembrò sorprendere non poco il Titano Fondatore. << Annie? >>
<< Di un’altra parola e ti pugnalerò nel sonno >> borbottò nella sua camicia.
L’Eldiano strabuzzò gli occhi. << Ma non stavi per fare proprio…>>
<< Eren >>
<< Ok, scusa>> borbottò, avvolgendo ambe le braccia attorno a lei.
E fu così che passarono il resto della notte, in pace la prima volta da molti giorni.




Com'era? Spero che vi sia piaciuto! 
Fatemi sapere se sto affrontando l'evolversi del rapporto tra Eren ed Annie e il loro approcciarsi al nostro mondo in maniera realistica. 
Nel prossimo capitolo entreremo nel vivo del Marvel-verse. 

 
  
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