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Autore: Carme93    12/12/2020    4 recensioni
La Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts ospita nuovamente il Torneo Tremaghi.
Le delegazioni di Durmstrang e Beauxbatons sono ormai giunte e i Campioni sono stati selezionati.
Le prove stanno per iniziare. Nicole Barbier, giovane strega francese, riuscirà a vincere la prestigiosa Coppa Tremaghi?
[Questa storia partecipa al contest "Torneo Tremaghi" indetto da Artnifa sul forum di EFP]
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Olympe Maxime
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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[Questa storia partecipa al contest "Torneo Tremaghi" indetto da Artnifa sul forum di EFP]






 
Cuore a nudo
 





Il cielo era cupo, probabilmente sarebbe presto scoppiato un temporale. Rabbrividì non essendo abituata a quelle temperature, ma lo era a mantenere un comportamento dignitoso; perciò rinunciò a strofinarsi le braccia in cerca di calore o a saltellare lamentandosi, come aveva visto fare più volte alle sue compagne in quei giorni.
Compagne che le avevano a malapena augurato buona fortuna.
Mise la mano in tasca e strinse la lettera che le aveva inviato suo padre quella mattina. Sospirò appannando leggermente il vetro. Lui era fiero di lei.
«Nicole».
La ragazza sobbalzò al richiamo di Madame Maxime. Dal tono non doveva essere il primo. Le si avvicinò compuntamente, ignorando la sua occhiata severa. Fortunatamente non l’avrebbe rimproverata davanti a tutti.
Un uomo alto e biondo, dalla carnagione pallida, un tale Draco Malfoy, si schiarì la voce e iniziò a presentare la prima prova del Torneo Tremaghi.
Nicole si estraniò nuovamente: sapeva già quello che avrebbe dovuto affrontare. Era tradizione imbrogliare al Torneo Tremaghi, così le aveva detto Madame Maxime.
Ne approfittò per osservare gli altri due Campioni, che in quei giorni aveva considerato ben poco, preferendo studiare ed esercitarsi. La Campionessa di Durmstrang non le ispirava particolare simpatia: aveva un’espressione dura, furba e falsamente amichevole; al contrario il Campione di Hogwarts era socievole, simpatico e di bell’aspetto.
Madame Maxime le diede un colpetto sulla spalla e si schiarì la voce.
Monsieur Malfoy le stava porgendo un sacchettino. Lo fissò stranita per un attimo, poi comprese che doveva pescare qualcosa e agì di conseguenza. Forse le sue compagne avevano ragione a pensare che lei non era adatta a rappresentare l’Accademia di Magia di Beauxbatons. Eppure non avevano il coraggio di dirlo davanti a Madame Maxime.
Pescò il numero due.
Nicole fu sollevata quando gli adulti lasciarono la sala. Sedette su un divano, ignorando le occhiate superiori dell’altra ragazza che, per fortuna, non aveva voglia di parlare.

Fu quasi contenta quando giunse il suo turno: almeno si sarebbe tolta il pensiero. Sospirò e si diresse verso l’aula allestita per la prova. Probabilmente veniva abitualmente utilizzata dagli studenti, ma quel giorno era stata ampliata con la magia per far entrare su tre lati gli spalti per gli spettatori. Non guardò in quella direzione: lì c’erano i suoi compagni e Madame Maxime.
Prese un bel respiro e scrutò l’armadio, unico oggetto, posto in fondo alla stanza. Sbatacchiava.
Estrasse la bacchetta e la strinse con sicurezza. Si era documentata: le prove del torneo erano sempre molto pericolose, quella invece non lo sarebbe stata; avrebbe messo a nudo ogni Campione davanti a un pubblico, però. Il che era peggio naturalmente. Conosceva perfettamente l’incantesimo per sconfiggere un molliccio, l’aveva studiato al terzo anno. Il problema era in che cosa si sarebbe trasformato il suo. A tredici anni era apparsa sua nonna e non l’aveva affrontato: non aveva avuto il coraggio di renderla ridicola. Meglio beccarsi un brutto voto. Ora, però, la situazione era diversa: doveva affrontare per forza il molliccio e non era per nulla sicura che si sarebbe trasformato ancora in sua nonna. Era cresciuta e aveva imparato a sopportarla.
Strinse più forte la bacchetta quando vide l’anta dell’armadio aprirsi lentamente e pian piano uscire da lì una figura familiare.
Rimase impietrita sul posto: non se lo sarebbe mai aspetta. A primo acchito pensò che fosse assurdo: lei non aveva paura di lui! Poi, comprese.
Il molliccio con le sembianze di suo padre aveva assunto un’espressione corrucciata e la fissava deluso.
Aveva smesso di temere sua nonna, ma non avrebbe mai immaginato che la sua paura più profonda fosse quella di deludere il padre. Eppure percepiva che era vero.
Si sentì stringere il cuore osservandolo avvicinarsi a lei scuotendo la testa e oscurandosi sempre di più in volto.
Deglutì.
Come avrebbe dovuto comportarsi? Doveva sconfiggere il molliccio o avrebbe fatto cattiva figura, allora sì che suo padre ci sarebbe rimasto male. Lui era veramente convinto che lei avrebbe potuto vincere il Torneo Tremaghi. In una situazione del genere, però, avere un quoziente intellettivo al di sopra della media era inutile.
Avrebbe dovuto renderlo ridicolo, ma come?
Si mordicchiò il labbro. Il molliccio-padre era sempre più vicino.
Sollevò nuovamente la bacchetta, ignorando il chiacchiericcio che si stava sollevando intorno a lei e pronunciò forte e chiaro: «RIDDIKULUS».
I capelli del molliccio-padre cominciarono a crescere e gli legarono le gambe, finché non inciampò.
Forti risate si levarono dagli spalti e persino lei sorrise: quello non era suo padre. Non gli assomigliava per nulla. Ridacchiò addirittura quando vide il molliccio tentare di sollevarsi e inciampare nuovamente. La sua risata segnò la sua definitiva vittoria, il molliccio scoppiò.
La sala proruppe in un applauso.
Nicole sorrise leggermente in direzione degli spalti.
Aveva superato la prima prova.
 
 
 
 
 
 
   
 
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