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Autore: heliodor    13/12/2020    1 recensioni
Valya sogna di diventare una grande guerriera, ma è solo la figlia del fabbro.
Quando trova una spada magica, una delle leggendarie Lame Supreme, il suo destino è segnato per sempre.
La guerra contro l’arcistregone Malag e la sua orda è ormai alle porte e Valya ingaggerà un epico scontro con forze antiche e potenti per salvare il suo mondo, i suoi amici… e sé stessa.
Aggiunta la Mappa in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Mossa segreta
 
“Concentrati” disse Ferg annoiato. Sedeva a gambe incrociate su di una panca appoggiata al muro e la osservava con aria annoiata.
Valya era in piedi, in equilibrio su di un solo piede, una spada tenuta di piatto in ogni mano. Era in quella posizione da troppo tempo e iniziava a sentire le braccia pesanti come macigni, ma non voleva cedere.
“Sono concentrata” disse stringendo i denti.
“Concentrati di più.”
“È tutta la giornata che mi fai fare questi esercizi” disse con uno sforzo. “Potresti almeno dirmi a che cosa servono.”
“Lo scoprirai.”
“Io voglio saperlo ora.”
“Lo saprai quando io lo riterrò necessario” rispose Ferg con un’alzata di spalle. “Ma se sei stanca e vuoi riposarti…”
“No” disse Valya perentoria. “Continuerò” aggiunse.
Ferg le rivolse un ghigno. “In tal caso, prosegui.” Si alzò di scatto e camminò fino alla rastrelliera delle armi.
Un valletto si avvicinò dopo averlo salutato con un inchino. “Comandante” disse dopo essersi schiarito la gola. “La governatrice vuole sapere come procede l’organizzazione del torneo.”
Ferg grugnì qualcosa. “Dille che passerò da lei dopo pranzo.”
“La governatrice vuole essere informata subito” replicò il valletto.
“Torneo?” fece Valya sorpresa. “Che torneo?”
Le braccia le tremarono e la gamba su cui era in equilibrio quasi cedette costringendola a un rapido movimento con la schiena per riguadagnare la posizione e non cadere.
“Non è niente che ti riguardi” disse Ferg. Tornò a rivolgersi al valletto. “Informa la governatrice che andrò subito da lei se avrà la compiacenza di ricevermi.”
Il valletto sembrò soddisfatto e corse via.
Ferg camminò verso di lei scuotendo la testa. “Questi dannati ragazzini diventano sempre più impertinenti.”
“Il torneo” disse Valya ondeggiando sull’unico piede a terra. “Dimmi del torneo. Lo stai organizzando tu?”
Ferg sospirò. “Un’idea di mio fratello. Secondo lui è il modo migliore di far trascorrere il tempo alle reclute che stanno arrivando in città.”
“Sono tante?” chiese Valya sbuffando.
“Per ora ne abbiamo contate almeno quindicimila.”
“È l’armata che marcerà contro Malag?”
“Una parte. Ci vorranno molti più soldati per battere il rinnegato.”
“Quanti?”
Ferg ghignò. “Questo lo sanno i nostri saggi comandanti.”
“Tu sei un comandante” disse Valya con tono d’accusa. “Ma non sei affatto saggio.”
Lui ridacchiò e scosse la testa mentre tornava alla panca.
“Voglio partecipare a quel torneo” esclamò Valya all’improvviso, dando voce a un pensiero che le aveva attraversato la mente.
“No, no, no. È riservato alle reclute.”
“Allora vuol dire che mi arruolerò.”
Ferg rise. “E stanotte una luna cadrà.”
“Io ci andrò” disse con tono di sfida.
“E io mi assicurerò che Olethe ti chiuda nella stanza per tutta la durata del torneo.”
“Olethe non mi fa paura” disse sicura.
“Davvero?” fece Ferg stupito. “Se devo essere sincero, mi terrorizza.”
Valya sentiva le braccia sempre più intorpidite ma non voleva cedere. Non ancora. La prima volta che aveva fatto quell’esercizio, Ferg aveva contato fino a trenta prima che lei cedesse facendo cadere le spade.
Ora aveva perso il conto ed era certa che anche lui se ne fosse accorto.
“Davvero ti fa tanta paura?”
Ferg annuì. “Credo che intimorisca anche la governatrice. In fondo lei è qui da più di chiunque altro. È per questo che Hylana l’ha voluta al suo servizio dopo che il vecchio governatore l’aveva cacciata via.”
“Su serio? Che aveva fatto?”
“Non lo sa nessuno” disse Ferg. “Ma alcuni dicono che i due fossero amanti e che lui l’abbia scacciata per vendetta, dopo che si erano lasciati.”
Valya sgranò gli occhi. “Olethe aveva un amante” disse sorpresa. “Non ci credo.”
“Non raccontarlo in giro” disse Ferg. “E se lo fai, non dire che te l’ho detto io.” Guardò in alto, verso il maschio. “È ora di andare. Non è saggio far attendere la governatrice. In fondo è dalla sua borsa che attingo le monete che mi servono per vivere.” Si sollevò dalla panca e guardò nella sua direzione. “Stai ancora giocando con quelle dannate spade? L’addestramento è finito per oggi.”
Valya abbassò le braccia lasciando cadere le spade ed emise un sospiro di sollievo. “Cominciavo a sentire la stanchezza” disse. In verità era stata vicina a cedere almeno un paio di volte ed era sicura che se avesse cercato di sollevare un braccio le sarebbe venuto un crampo.
“Pulisci e rimettile a posto” le ordinò Ferg prima di andare via.
Valya mise le spade nella rastrelliera dopo averle pulite con un panno e si assicurò che fosse tutto in ordine. Ancora intorpidita per il tempo passato in piedi, decise di andare alla sala d’arme per assicurarsi che la spada fosse al suo posto.
Ci andava ogni giorno, a volte anche più di una volta, usando sempre una scusa diversa con sé stessa. non ne avrebbe avuto bisogno, ma la rendeva più tranquilla il pensiero di aver sempre un buon motivo per passare di lì e gettare un’occhiata distratta al pomello a forma di sfera che spuntava da dietro lo scudo e trovava conforto nel pensiero che lei fosse lì ad attenderla.
Più di una volta si era avvicinata per sfiorarla e avvertire il brivido sommesso che le trasmetteva quel semplice gesto. In quei momenti doveva lottare per non sguainarla e presentarsi all’addestramento con Ferg impugnandola spavalda.
Era certa che con quella spada sarebbe riuscito a batterlo invece di solita sconfitta seguita da una lezione su che cosa aveva sbagliato e cosa non doveva fare.
Valya ogni tanto cercava di provocarlo, ma aveva notato che insistere sui suoi ridicoli baffi non serviva a molto, per questo era passato ad altro.
“Insegnami una tua tecnica segreta” lo aveva sfidato una volta, in una pausa tra uno scambio e l’altro.
“Chi ti dice che ne abbia una?” le aveva chiesto lui.
“Tutti i grandi guerrieri ne hanno una. Margry Mallor…”
Ferg aveva sbuffato. “Sono tutte sciocchezze.”
“Ma conoscerai un colpo segreto che sai solo tu” aveva insistito.
“Per esempio?”
“Non lo so.” Si era stretta nelle spalle. “Se mi ritrovassi accerchiata da tre nemici, come potrei uscirne? Esiste una mossa segreta o qualcosa del genere?”
“Ma certo” aveva esclamato Ferg.
“Quale?” gli aveva chiesto speranzosa.
“È semplice. Non farsi accerchiare da tre nemici.”
Valya lo aveva fissato interdetta.
“Non era la risposta che ti aspettavi?”
“No” aveva risposto brusca.
“Ascolta” aveva detto lui. “L’abilità non sta nell’uscire da una situazione impossibile o rischiosa, ma nel non andarsi a cacciare in certe situazioni. Se sai di dover affrontare tre nemici insieme, scappa. Se il nemico che devi affrontare è troppo forte per te, scappa.”
“Fuggire è da vigliacchi” aveva ribattuto lei.
“I vigliacchi sopravvivono.”
“Per un po’.”
Ferg aveva scrollato le spalle. “Le cripte traboccano delle ossa di guerrieri coraggiosi.”
“Scusa se ti disturbo” disse il valletto interrompendo il filo dei suoi ricordi.
Valya tornò alla sala e si accorse di stare fissando la spada appesa alla parete con sguardo assente. Scosse la testa e rivolse un sorriso al valletto. “Scusami tu. Ero distratta” rispose, usando la formula che Olethe le aveva insegnato.
“Padron Doryon mi ha mandato a cercarti.”
“Dem” esclamò. “Voglio dire, Doryon ti ha mandato a cercare me?”
Il valletto annuì.
“È per riferirmi un suo messaggio?”
“Vorrebbe che tu andassi a trovarlo non appena hai tempo.”
Che cosa vorrà? Si chiese.
Non lo vedeva da qualche giorno e Olethe era attenta a regolare le sue visite. Diceva che non poteva stancarsi troppo e che la pozione che stava usando ora richiedeva lunghi periodi di riposo e tranquillità per fare effetto.
“Digli che andrò subito da lui” disse senza esitare.
Il valletto annuì e corse via.
Valya tornò nella sua stanza e si cambiò d’abito, indossando una blusa e la gonna che Olethe la costringeva a usare quando era nel palazzo e non doveva allenarsi con Ferg.
Raggiunse le stanze di Doryon, dove trovò un soldato di guardia. Lui la squadrò per qualche istante e poi si fece da parte.
Valya bussò due volte come Olethe le aveva detto di fare quando passava a trovare l’amico.
“Entrate” disse una voce debole dall’interno.
Valya aprì la porta e si infilò all’interno. La stanza era immersa nel buio tranne che per poche candele che ardevano negli angoli. Le imposte erano calate nonostante fosse ancora giorno.
Doryon sedeva alla scrivania, rannicchiato sopra la sedia come un uccellino sul trespolo, il corpo nascosto da una spessa coperta imbottita.
“Hai freddo?” domandò Valya avvicinandosi con cautela.
Doryon sollevò il viso, mostrandole due profonde occhiaie e un pallore accentuato dalle candele. “I guaritori dicono che è l’effetto delle pozioni.”
“E tu stai meglio?”
Doryon scrollò le spalle. “Maestro Abbylan ti sta ancora addestrando?”
Valya sorrise. “Tra poco supererò il signor baffetto, anche se lui non vuole ammetterlo.”
“Signor baffetto?”
“È per via di quei ridicoli baffi.”
Doryon strizzò gli occhi come se stesse ricordando e sorrise a sua volta. “Non si arrabbia quando lo chiami così?”
“Lui dice di no ma si vede che si innervosisce.” I suoi occhi caddero sul libro aperto sulla scrivania. Mostrava una serie di simboli che riempivano la pagina.
Non li aveva mai visti prima ma un paio somigliavano a quelli incisi sulla spada.
“Li hai tradotti?” domandò dimenticando Abbylan e i suoi baffi.
Doryon annuì piano. “Alcuni e li ho tradotti solo in parte” fece una pausa. “Ma credo di aver almeno colto il senso dell’iscrizione.”
“E cosa dice? È una formula magica per caso?” Il solo pensiero le procurava un brivido lungo la schiena e acuiva il desiderio di avere di nuovo la spada lì con lei.
“Non direi” disse Doryon perplesso. “Somiglia più a una invocazione. O a una maledizione.”

Note
Modem distrutto da un fulmine e connessione altalenante, ma sono ancora qui :)
In settimana recuperiamo il capitolo perso ;)
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