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Autore: Crateide    13/12/2020    1 recensioni
| Storia partecipante all'event Maritombola 11 indetto da Lande di Fandom |
La disperata discesa di Raoul nel Regno del Fantasma è accompagnata da pensieri e paure.
Scacciò le lacrime, pensando a quanta paura stesse provando Christine nelle mani di quella creatura immonda. E se non fosse riuscito a liberarla? Le aveva promesso che l’avrebbe protetta per sempre, ma aveva fallito. Il Fantasma dell’Opera l’aveva rapita, l’aveva condotta chissà dove e Dio solo poteva sapere quali progetti poteva avere in serbo per lei... e per lui.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Christine Daaé, Erik/The Phantom, Raoul De Chagny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Event: Maritombola 11.

Sito: Lande di Fandom.

Prompt: 61 – “Hai fatto del tuo meglio, [eroe/eroina], ma la vittoria è comunque mia”.

Note: Raoul non è in cima alla lista dei miei personaggi preferiti e credo che lo si capisca, ma ho comunque cercato di dar voce ai suoi pensieri, che sono quelli di un uomo innamorato in preda alla disperazione e alla paura. Spero possa essere comunque una buona lettura!

 

 

 

 

Forse era stato tutto inutile, forse non sarebbe riuscito a salvarla e sarebbe stato ucciso senza nemmeno aver avuto il tempo o l’opportunità di rivederla un’ultima volta.

Raoul correva fra i corridoi dei sotterranei, con il braccio sollevato davanti al viso, esattamente come gli aveva suggerito Madame Giry. Zuppo da capo a piedi e con il cuore che gli rombava nelle orecchie, svoltava angoli temendo di ritrovarsi quel mostro davanti, pronto a ucciderlo.

Scacciò le lacrime, pensando a quanta paura stesse provando Christine nelle mani di quella creatura immonda. E se non fosse riuscito a liberarla? Le aveva promesso che l’avrebbe protetta per sempre, ma aveva fallito. Il Fantasma dell’Opera l’aveva rapita, l’aveva condotta chissà dove e Dio solo poteva sapere quali progetti poteva avere in serbo per lei... e per lui.

Raoul deglutì. Era sceso nel suo Regno senza armi, certo che contro quel demone sarebbero state inutili. Contava non senza ingenuità nella polizia, nella folla inferocita che forse lo aveva seguito e non aspettava altro che accanirsi su quel diavolo sfigurato. Sì, avrebbe dovuto solo attendere l’arrivo di tutti e approfittare della confusione per prendere Christine con sé e portarla via e restituirla alla luce. Un piano assurdo, dettato dalla disperazione e, forse, dalla pazzia che iniziava a prendere piede nella sua mente.

Raoul arrivò alla fine dell’ennesimo corridoio, trovandosi davanti l’entrata a una sorta di grotta. In cima a una scalinata, Christine gli dava le spalle, ma gli occhi febbrili del Fantasma incontrarono subito i suoi, mentre un orrendo sorriso gli piegava le labbra. Afferrò Christine e la costrinse a voltarsi, indicandoglielo.

«Guarda chi abbiamo qui...» sussurrò il demone. Lei lanciò un grido e rantolò il suo nome, cercando di sottrarsi a quella presa.

«Lasciala andare, io l’amo!» urlò Raoul e la sua voce si perse in un’eco.

La risata del Fantasma gli fece accapponare la pelle. Lasciò Christine e le si parò davanti, avanzando verso di lui. Raoul irrigidì tutti i muscoli, mentre l’entrata a quel luogo si chiudeva alle sue spalle.

«Lasciala andare», ripeté e la sua voce suonò simile a una supplica. Avrebbe umiliato se stesso se fosse stato necessario.

«Siete giunto nel mio Regno senza armi», scandì il Fantasma, che continuava ad avvicinarsi, «credete che l’amore che provate per la mia Christine valga qualcosa o possa essere temibile ai miei occhi?»

«Lei non ti ama e non ti amerà mai.»

Gli occhi del Fantasma si incupirono, ma fu solo un attimo.

«Voi credete, Visconte?» gli chiese.

«Ne sono certo.»

Raoul non ebbe nemmeno il tempo di reagire, che si ritrovò con un cappio stretto al collo e con quelle mani ghiacciate simili a quelle di un morto addosso, che lo tenevano fermo, impedendogli ogni movimento. Christine urlò con disperazione e implorò, inascoltata.

«Hai fatto del tuo meglio, monsieur, ma la vittoria è comunque mia», gli sussurrò il Fantasma a pochi centimetri dal viso. «Christine imparerà ad amarmi e amerà anche l’oscurità che mi accompagna da sempre.»

Raoul digrignò i denti, mentre il cappio si stringeva sempre di più, togliendogli il respiro. La realtà iniziò a sfumare, diventando simile a un incubo dal quale non era in grado di svegliarsi.

Tacque e con uno sguardo accorato chiese perdono a Christine, che ormai lontana e irraggiungibile gridava ancora il suo nome.

 

 

 

 

   
 
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