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Autore: sallythecountess    13/12/2020    0 recensioni
Lia, Zoe e Mari sono tre ragazze nate e cresciute nel piccolo paesino di Playa del Monte. Migliori amiche storiche, hanno una cosa in comune: le estati a lavorare al bancone del Chaos. Cristallizzate in storie sbagliate e ormai morte, saranno in grado di affrontare i cambiamenti che la vita gli proporrà in dodici mesi speciali?
(Tratto dal testo)
"Sono tre anni che la aspetto, tre anni in cui non ho mai avuto nessun margine per sperare, eppure l’ho amata lo stesso. In silenzio, a distanza, contando fino a cinque ogni volta che mi concedevo di guardarla, per non sembrare il pazzo che sta ore a fissarla. Tre anni che mi tormento, analizzando ogni suo gesto e ogni parola, nella speranza che lei stia cercando di farmi capire qualcosa, ma allo stesso tempo con la paura di poter fare o dire troppo e dimostrarle il mio amore, rovinando l’affetto che ci lega. L’ho consolata quando stava male, ho sorriso quando lei era felice, anche se spesso stavo morendo dentro. Ho sopportato di vederla con un altro, ho anche sperato che tornassero insieme, solo perché volevo che lei fosse felice..."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo: piccoli eredi
Zoe fu probabilmente l’unica futura mamma ad avere due padri e altre due madri ad accompagnarla a fare la prima ecografia. I ragazzi del Chaos si erano presi l’impegno di restarle accanto, e lo fecero.
Nel momento stesso in cui la dottoressa le fece vedere quel piccolo cosino nella sua pancia, la nostra rossa capì che lo avrebbe difeso per sempre, perché era la prima vera famiglia che avrebbe mai avuto.
Nelle settimane successive ignorò i mille tentativi di parlare di Pablo, ma quando se lo trovò sotto casa decise di affrontarlo a brutto muso. Scese dall’auto e aprendo il cancello gli disse serissima “stai per diventare padre, comunque…” spezzandogli totalmente il cuore. Lui chiese di cosa diavolo parlasse, e lei rigidissima rispose “aspetto tuo figlio. Mi servono soldi, ad essere sincera, quindi se vuoi mettergli il tuo cognome, aiutami con le spese, perché fino ad ora ci hanno pensato Max e Jin, ma non posso permettere che continuino a farlo, perché non sono loro i padri…”
Pablo rimase senza parole, non aveva idea di cosa dire e non sapeva neanche se fosse un bizzarro e contorto modo per ferirlo. Provò ad avvicinarla, a toccarla, ma lei si ritrasse e furiosa gli porse un fogliettino e lui morì vedendo la prima immagine di suo figlio. Le urlò che era una donna crudele, che non si fa del male così ad una persona, perché non si toccano i figli, ma Zoe si strinse nelle spalle e ruggì “è mio figlio. Il mio bambino, e se lo vorrai, non ti impedirò di conoscerlo e crescerlo, ma devi aiutare. Se invece non ti interessa di lui, ok, io ti ho detto come stavano le cose e non puoi certo biasimarmi.”
“Voglio sposarti Zoe e crescere questo mio piccolo con te…” le disse piano, ma Zoe scosse la testa e spiegò che quello era fuori dal tavolo delle trattative.
“Io e te non torneremo mai insieme. Mai. Perché non potrò mai perdonare quello che hai fatto e probabilmente per colpa tua avrò difficoltà ad avvicinarmi a qualsiasi altro uomo. Però sei padre, ed io rispetto il tuo bisogno di partecipare alla vita di tuo figlio…”
Pablo le disse che le avrebbe dato qualsiasi cosa, e nei giorni successivi fu incredibilmente dolce con lei, ma Zoe non aveva voglia di farsi fregare di nuovo e lo tenne sempre molto a distanza.
In quei giorni, però, nel cuore della piccola Mari si stava svolgendo una vera e propria guerra. Lei era innamorata di Max, e moriva di desiderio per lui, ma qualcosa la faceva sentire in colpa. Si era detta più di una volta che adesso che Pablo si era tolto dai piedi, avrebbe dovuto lasciare a Max e Zoe la possibilità di formare una famiglia. Era convinta che fosse quello che lui volesse, così con il cuore in gola provò a chiudere con lui la sera dopo l’ecografia di Zoe.
“Sono molto impegnata e lo sarò sempre di più e…” provava a dire, cercando di giustificare la sua frase di apertura, ossia “tra noi è finita!”.
“Non ti toglierò tempo Mari, me ne starò buono e quando avrai tempo per me comparirò, te lo giuro…” le disse, pianissimo prendendole le mani, ma lei scosse la testa e sconsolata sussurrò “…credo di doverti lasciare la possibilità di stare con qualcuna che possa darti di più…” concluse, asciugandosi una lacrima e Max serissimo ribattè “adesso dimmelo guardandomi negli occhi, grazie…”
Mari stava davvero morendo, e non riuscì a guardarlo senza piangere e lui sorridendo la strinse forte e disse piano “…dimmi che sta realmente succedendo, per favore…” facendola morire.
Ci mise qualche minuto a trovare il coraggio, e poi disse tutto di seguito “…io so che Zoe per te conta tanto, e lei adesso ha bisogno di una persona speciale vicino, e…” ma lui non la lasciò finire e mettendole due dita sulle labbra le disse piano “io adoro Zoe. Farò da zio a suo figlio, l’aiuterò sempre, ma io amo te…”
Mari spalancò gli occhi, e lui aggiunse piano “…e so che avrai sempre molto da fare, ma non mi importa. Io sono un uomo tenace, ma ho poche pretese, perché non sono abituato ad essere davvero amato, quindi mi accontento anche solo di cinque minuti del tuo tempo al giorno, ma ti amo troppo per lasciarti andare…”
“Anche io…” sussurrò piano, in preda a mille singhiozzi, e Max sorridendo rispose “eh lo avevo capito…” e la tenne stretta per tutta la notte.
Nel frattempo anche la famiglia Lim stava per affrontare grossi stravolgimenti. Lia e Jin erano partiti per il loro weekend a Parigi, e si erano amati in modo intenso e dolcissimo senza separarsi un secondo. Era stato un viaggio incredibilmente romantico, ma una volta tornati si erano resi conto che qualcosa era cambiato nei loro gatti. Vedete, Don e Mimi erano stati a casa con Mariela e il suo cane buonissimo, ma Mimi aveva il terrore dei cani e per questo si era alleata con Don nella speranza che lui la difendesse probabilmente. Erano diventati inseparabili, dormivano sempre accoccolati e si facevano anche le fusa, tanto che una mattina Lia osservò distratta “…dobbiamo sterilizzare Mimi, prendiamo appuntamento per la prossima settimana che dici?” e Jin annuì soltanto. Passarono ulteriori tre settimane, e qualcosa in quel periodo cambiò.
“E’ incinta. E anche da un bel po’ direi! Almeno un mese…” disse il veterinario, che aveva immediatamente capito che Mimi non poteva essere sterilizzata perché era già in stato interessante.
“La famiglia Lim si allarga, avremo degli eredi…” disse Jin allegro, ma in realtà non immaginava quello che stava dicendo. Si attrezzarono per la nascita e iniziarono a cercare persone interessate a futuri gattini, e poi un giorno mentre chiudevano il Chaos, Lia disse piano “che strano…” attirando la sua attenzione.
“Non riesco a ricordare quando ho avuto il ciclo l’ultima volta, e ho un dolore al seno fortissimo. Mi starà venendo?”
Era stata abbastanza nervosa in quel periodo, così Jin annuì soltanto e le disse piano che dovevano stare attenti a questa cosa delle date, perché “quando proveremo ad avere un bambino ci servirà sapere tutte queste date…”
Lia lo strinse forte e gli sussurrò che era troppo dolce a parlare sempre di bambini, ma lui le disse piano che non avrebbe voluto altro che una famiglia con lei.
“Ce l’hai, Sanny. Avremo presto un sacco di gattini…” rispose lei dolce, ed entrambi risero tantissimo.
Nei giorni successivi, Lia restò serena. Accarezzava la pancia di Zoe e della sua gattina, era particolarmente affettuosa, ma continuò a non badare alle date. Le scadenze non erano il suo forte e aveva sempre avuto un ciclo irregolare. Fu Jin a dirle una notte “…ma poi non ti è più venuto il ciclo?” e a ricordarle del ritardo. Lia non ci badò subito, ma lui le disse piano “hey amore, ma a Parigi…insomma siamo stati molto romantici, ma non abbiamo mai usato precauzioni…”
“Va bene, se ci tieni domani faremo un test, ma non siamo stati poi così romantici…” rispose ridendo e Jin disse piano “hem…insomma. Diciamo che abbiamo fatto tutto quello che serve per avere un bambino Lali…”
Lia non ci credeva, pensava fosse solo il suo solito ciclo incasinato, e dormì serena, ma Jin al mattino dopo si alzò presto per andarle a prendere dei test di gravidanza. Lui aveva il sospetto che potesse essere successo, lo aveva sempre avuto, perciò guidò per un bel po’ per recuperare i test, per non far chiacchierare troppo la gente. L’ultima cosa che voleva era scatenare ulteriormente il gossip su Lia, soprattutto se non era realmente incinta.
Quando lei si svegliò senza di lui le venne un colpo, pensando che fosse stato male qualcuno, ma quando lui rientrò lo tirò a letto e gli disse piano “non farmi più svegliare senza il mio amore e il padre dei miei gattini…”
Jin aveva tremato sentendosi chiamare “padre” ma le porse i test e lei sorridente li fece, dicendogli solo che così si sarebbe messo il cuore in pace.
“Tu non vuoi un bambino con me Lali?” le chiese piano, mentre aspettavano e lei sussurrò solo “Certo che lo voglio!Ho anche deciso con Zoe i nomi l’altro giorno e non sai quanto mi hanno presa in giro per questa cosa…”facendolo sorridere in modo splendido.
“Andiamo, sentiamo questi nomi…” le chiese sbaciucchiandola e Lia sussurrò “Pensavo a May. Tua nonna materna si chiamava Maya e l’altra Mei Ling, no? May mi sembra il compromesso perfetto…”
“E’ un bel nome, infatti…” le disse dolcemente e Lia gli parlò di tutti i nomi che le piacevano per i maschietti, facendolo sorridere.
“E non hai paura di conoscermi troppo poco? Non hai paura di quello che direbbe la gente sapendo che aspetti un figlio?”
Aggiunse preoccupato, accarezzandole i capelli, ma Lia scosse solo la testa e sussurrò piano “io ti conosco da sempre Sanny…” e lo baciò intensamente.
“Deve avere i tuoi occhi, però…” le disse piano accarezzandole le labbra.
 “oh no, voglio che i miei bimbi abbiano gli splendidi occhi a mandorla del padre…”rispose Lia felice, facendolo tremare.
“Che faresti se il test fosse positivo?” le chiese occhi negli occhi, e Lia sorrise e disse “ti stringerei forte per tutto il giorno, piangerei un po’ e mi metterei a dieta probabilmente e tu?”
“Io penso che piangerei come un bambino onestamente. Ma questo in entrambi i casi…” rispose sorridendo, ma Lia non capì e gli chiese cosa intendesse e Jin con il sorriso le sussurrò “piangerei di gioia se davvero avessi realizzato il mio sogno, e l’amore della mia vita aspettasse mio figlio. Allo stesso tempo, sarei triste scoprendo che era un falso allarme, perché io…lo vorrei ora.”
Lia sorrise soltanto, e poi lui aggiunse “…e penso che andrei a prendere l’anello di nonna Maya che tengo nell’armadio dallo scorso Natale e ti chiederei di amarmi per tutta la vita…” facendola ridere forte. Si girò a guardare il test e il sorriso si gelò sulle sue labbra. Jin le chiese cosa ci fosse scritto e Lia disse piano “…che stiamo per avere May…”paralizzandolo totalmente dalla gioia.
Quella notte Lia decise di dirgli una cosa importante, però, così dal nulla gli disse “…io ho abortito due anni fa…” lasciandolo un attimo senza parole.
“Non ne sono felice, non lo farei più, ma ero sola, Tony mi aveva abbandonata e avevo tutti contro. Ho provato a tenerlo lo stesso, avevo deciso di crescerlo io da sola, ma il dottore mi ha detto che avrebbe avuto problemi quindi non l’ho tenuto. Poi ho scoperto che Tony era nato con gli stessi problemi al cuore, che ha subito quei due interventi che mi avevano detto essere super rischiosi, ed è stato bene, e mi sono sentita ancora peggio…”
“Lali, tu vuoi May?” le sussurrò Jin pianissimo e lei bisbigliò “più di tutto al mondo…” e lui stringendosela al petto rispose “e allora cerca di non pensare al passato…pensa al nostro futuro e basta” facendola sorridere.
Capitolo: donne e gatte incinte
La convivenza al Chaos, con due donne incinte stava diventando abbastanza tosta, ma Jin era troppo felice all’idea di diventare padre, e gestiva Lia con molta dolcezza. Lo avevano detto subito a Zoe, per correttezza, ma non avevano voluto dirlo a nessun altro per paura che ci potessero essere problemi, eppure lui aveva fatto una cosa davvero impegnativa.
Voleva sposarla, e adesso non aveva più motivi per temporeggiare, così aveva deciso di voler provare a convincere la famiglia di Lia. Qualche giorno dopo aver saputo che stava per diventare papà, si recò all’azienda della famiglia Sarton, con la complicità di un po’ di persone per fare un discorso molto serio.
Fu molto educato e cerimonioso, e la signora Sarton non capì perché diavolo ci fossero quattro persone con lui, ma salutò Zoe.
Jin chiese di parlare con entrambi i genitori di Lia e quando giunse il padre, incredibilmente scocciato, iniziò il suo monologo.
“Io mi chiamo Sung Jin Lim, sono di origine coreana, ma mia madre è spagnola. Ho un bar con annesso stabilimento balneare, vivo in una casa di proprietà e questa è la mia dichiarazione dei redditi dello scorso anno…” disse, porgendo ai genitori di Lia dei documenti.
“…non ho mai avuto problemi con la legge, solo una multa per una dichiarazione dei redditi sbagliata, ma non è stata colpa mia, e l’ho saldata. Non ho mai avuto problemi con i dipendenti, sono una persona gentile, aiuto le vecchiette ad attraversare la strada, e amo vostra figlia alla follia…”
La mamma di Lia gli sorrise soltanto, e lui ricambiò e aggiunse “…queste persone sono qui per parlarvi di me. Per farvi capire chi sono, dateci una chance per favore…”
La prima a parlare fu Zoe, che raccontò di quanto fosse un buon capo, gentile e affettuoso e di tutti i prestiti che le aveva fatto e il padre di Lia commentò che sarebbe fallito così, ma Zoe disse piano che avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutare Jin e il Chaos. Poi parlò uno dei suoi fornitori, che lo descrisse come una persona attenta e precisa. Venne il turno di Max, che spiegò loro quanto lui avesse amato Lia in quegli anni e quanto la amasse ora e poi giunse Mariela che disse rigida “…nessun figlio mi avrebbe mai reso tanto orgogliosa quanto lui. E’ un testone, va sempre per la sua strada, ma di tanto in tanto si gira e ti prende per mano se vede che hai difficoltà a percorrerla. E’ buono, è cortese, aiuta tutti, è affidabile e ama da morire la vostra Lia. E anche io la amo, perché sono troppo felice di vederla con lui. E se una persona come lui non vi piace solo per i suoi occhi, fatevelo dire, non valete proprio niente.”
Jin la strinse forte e basta in quel momento, e disse piano al padre di Lia che voleva il suo permesso per chiedere a sua figlia di sposarlo, ma lui glielo negò e Jin sbuffando disse piano che avrebbe aspettato.
“…ma non c’è molto tempo, quindi decidete in fretta…” disse prima di uscire, riferendosi alla gravidanza di Lia, di cui però nessuno era a conoscenza. Si sentì mostruosamente sconfitto uscendo da quella casa, ma il giorno dopo ricevette una chiamata della madre di Lia che gli disse che forse potevano cambiare idea, e ne fu felicissimo.
Finalmente Mimi partorì, e la loro casa divenne piena d’amore con l’arrivo di tre gattini neri che miagolavano a tutte le ore. Jin era pazzo di loro, e quando lui e Lia ci giocavano insieme si sentiva davvero terribilmente felice. Fece però un grosso errore: provò a trovare una nuova casa a quei gattini, chiedendo praticamente a chiunque al Chaos e fuori se volessero un gattino. Così un giorno disse felice a Lia che aveva trovato una signora anziana dolcissima che avrebbe adottato Gene e Ace, e lei reagì in modo assurdo. Alzò lo sguardo e lo fissò con occhi pieni di lacrime e bisbigliò “…e con che diritto togliamo a Mimi i suoi bambini?” spezzando il cuore di lui. Jin la strinse soltanto, ma Lia iniziò a singhiozzare, spiegando che sarebbe morta se le avessero tolto il suo piccolo, e che probabilmente anche Mimi avrebbe sofferto così. Jin capì che non c’era molto da controbattere, così le disse solo che avrebbe fatto il possibile per tenere insieme la famiglia, ma che era complesso con un bambino in arrivo gestire cinque gatti.
Lia lo supplicò di trovare un’altra soluzione e Jin annuì, perché avrebbe fatto qualsiasi cosa in quel periodo per renderla felice. Fortunatamente nonna Mariela, che aveva capito qualcosa, si offrì di prenderne due solo per dare una tregua a quel suo ragazzo che sembrava già parecchio incasinato così e Lia disse piano “…ma Mimi potrà vederli di tanto in tanto?” e Jin le disse di sì, calmando le sue ansie.
I nove mesi di gravidanza di Lia furono scanditi da momenti dolcissimi e qualche buffo inconveniente. Decisero di annunciare presto la sua gravidanza, perché con l’inizio della stagione balneare Lia era costantemente in costume, e se ne sarebbero comunque accorti. Jin le chiese di aspettare ancora un po’, perché voleva farle prima la famosa proposta, e lei accettò anche se tutti le chiedevano se fosse ingrassata ormai.
E poi giunse una bellissima serata di maggio, e Jin le fece una proposta di matrimonio estremamente romantica in spiaggia, sotto le stelle. Riempì di candele una piccola zona e con la scusa del loro mesiversario, la convinse a cenare in spiaggia. Lia se lo aspettava, ovviamente, ma fece finta di nulla e tremò quando trovò la spiaggia totalmente illuminata dalle candele.
Jin era bellissimo, e mostruosamente emozionato le disse pianissimo“…a Capodanno ci siamo detti che questo sarebbe stato solo il primo di mille anni insieme, ed io ci credo sul serio. E se il primo è così felice, non posso fare a meno di chiedermi come saranno quelli a venire. Lo sai, te l’ho detto dal primo giorno che vorrei stessi con me per sempre, ma ero sempre troppo sbronzo o triste per essere preso sul serio. E adesso che sta per arrivare questo piccolo, vorrei che mi dicessi se per te è giunto il momento di fare il grande passo e giurarmi amore eterno. Perciò stanotte, in questo posto che ha significato tutto per noi, dove abbiamo cominciato ad avvicinarci, ci siamo amati in silenzio e a distanza, e abbiamo riso, litigato e pianto, ti chiedo se vuoi sposarmi…”
Lia sorrise in modo splendido, e lo strinse fortissimo sussurrando piano “…sì amore” rendendolo mostruosamente felice. Decisero di sposarsi con rito civile, per velocizzare le cose, e iniziarono a progettare insieme quel matrimonio così voluto.
Nascosero la gravidanza finchè poterono, ma quando poi fu tutto sotto controllo e tranquillo, lo annunciarono a Mariela prima e al resto del mondo poi, attraverso una foto bellissima di loro due in spiaggia in cui Jin le baciava il suo pancino da ballerina. Le vecchiette di paese impazzirono, e Tony riapparve a Playa del Monte, solo per dirle che non avrebbe mai accettato quel bambino, ma Lia gli rise in faccia e disse solo “sono sua moglie ormai, fattene una ragione” anche se non erano ancora legalmente sposati.
La festa per il loro matrimonio fu incredibilmente semplice al Chaos e in spiaggia, ma erano entrambi molto felici.  Il padre di Jin ovviamente non si fece vivo, perché non approvava la condotta del figlio, ma lui si strinse soltanto nelle spalle. La famiglia di Lia invece partecipò, perché essendo lei incinta avevano accettato il matrimonio anche se il signor Sarton rimase sempre molto prevenuto nei confronti del povero Jin.
Nelle settimane successive, il futuro papà non fece altro che occuparsi della sua Lia, impedirle di affaticarsi, allontanarle i gattini quando esageravano e la mordevano troppo forte, e comprare tutto per il suo piccolo. Sorprendeva Lia con piccoli regali di continuo, e lei si occupava di lui con molta tenerezza.
Quando scoprirono che stavano davvero aspettando una bambina, piansero di gioia tanto da non riuscire a fermarsi per ore, e quando lo dissero a Mariela iniziò a piangere anche lei.
Zoe invece aspettava un maschietto, e lei e Lia iniziarono a pensare a come sarebbero stati da grandi i piccoli eredi del Chaos. Tutti si occuparono di Zoe e del suo Micheal, e quando nacque, Pablo che nel frattempo aveva ufficialmente divorziato, restò accanto alla madre per tutto il tempo. Lui era ancora innamorato perso di lei, e sperava che con il tempo lei sarebbe riuscita a perdonarlo, ma Zoe era troppo ferita e non voleva più sentire parlare di uomini che non fossero il suo Micheal.
In quei mesi successe un’altra cosa speciale: la zia Mari iniziò il suo dottorato, e Max decise di prendere casa in città per poterle stare vicino il più possibile. Jin gli disse solo “mi abbandoni, con tutte queste donne allora…” ma era molto felice per lui e Max di fatto rimase a Playa del Monte a lavorare, quindi riuscì a star vicino a lui e a Zoe, pur vivendosi la sua indaffaratissima Mari, che faceva di tutto per viversi quella stupenda storia d’amore con lui e per stare accanto alle sue due amiche.
E poi giunse anche il momento di Lia, che pianse terrorizzata per giorni, perché temeva di non sapere come fare a far nascere May. Jin e Mariela le rimasero accanto per tutte le ore del travaglio, che fu incredibilmente lungo e penoso, ma che dimenticò immediatamente una volta stretta al petto quella bambina bellissima con gli occhi a mandorla.
Epilogo
A tre anni esatti dal matrimonio di Lia e Jin, due uomini stavano mangiando insieme al Chaos quando furono interrotti. Jin stava dando la merenda a Micheal, quando qualcuno disse in modo molto scortese “…non ti assomiglia neanche, e tu hai rovinato tutta la tua vita per una donna che chissà cosa diavolo ti ha fatto credere…”
Jin alzò soltanto gli occhi al cielo e senza guardarlo rispose “…sì, mi sei mancato anche tu, papà…” facendolo irrigidire ulteriormente.
Jae Jin Lim era molto arrabbiato con suo figlio, ma anche con il mondo in generale. Aveva appena scoperto di avere un cancro, e che avrebbe avuto al massimo un altro anno di vita. Aveva immediatamente deciso di andare da suo figlio, per convincerlo a prendere in mano quella società che amava tanto, ma sapeva che avrebbe dovuto scontrarsi con la sua tenacia.
Lo rimproverò per un po’, ma Jin non ascoltò e continuò a dare la merenda a Micheal e all’ennesimo insulto di suo padre sul fatto che Micheal non gli somigliasse, disse piano “non mi somiglia perché non è mio figlio. E’ il figlio di una mia amica che aveva bisogno di aiuto oggi pomeriggio. Mia figlia (e sapresti almeno che è femmina se ti importasse qualcosa di me) è con la madre…”
“Bene. Pensavo che questa fosse una femmina, ha i capelli lunghissimi…” disse, rivolto a Micheal che lo guardò malissimo.
“Che cosa vuoi papà?” chiese Jin spazientito e lui gli spiegò della società, ma non della sua malattia, però Jin non ascoltò e disse piano “scusa, ma non mi interessa. Questa è la nostra casa, amiamo il Chaos e vogliamo vivere vicino al mare. Anche May lo adora e vogliamo che lei e suo fratello o sorella crescano così…”
“Aspetti un altro figlio, mi stai dicendo? Cosa sei un cane?” ruggì il padre, ma Jin scosse la testa e spiegò che non volevano avere figli troppo distanti per età, così ci avevano provato dopo un annetto e c’erano riusciti subito.
“E questa donna, la ballerina, dov’è? Non pensi che avresti dovuto almeno presentarla alla famiglia prima di sposarla? Che forse sarebbe stato più corretto?” ruggì serissimo, perché la diagnosi di cancro lo aveva spinto a riconsiderare il rapporto con suo figlio.
“Se aspetti, tornerà presto. Mi farebbe molto piacere che conoscessi lei e tua nipote, se ne hai voglia…” rispose serio, ma anche vagamente preoccupato, perché non si aspettava quel gesto di suo padre e aveva provato per mesi a convincerlo a conoscere Lia prima del matrimonio e poi prima della nascita di May. Aveva inviato a lui moltissime foto per fargli conoscere sua nipote, ma lui era sempre rimasto impassibile e a questo punto Jin realizzò che non le aveva neanche viste, altrimenti non avrebbe mai pensato che Micheal fosse suo figlio.
“Sei davvero così felice da rinunciare a tutti i soldi che potresti guadagnare con la società?” chiese rigido, e Jin disse piano che erano felici, vivevano la vita che volevano e non avrebbero cambiato solo per motivi economici.
Discussero ancora per un po’, fino a quando non apparve Lia alla porta, con una piccola bambina dagli occhi a mandorla in braccio.
“Papà ho fatto una spaccata!” gli disse entusiasta e Jin fissò Lia che scosse solo la testa, ma disse piano “…signor Lim?” attirando la sua attenzione.
Lui si presentò in modo molto formale, e Lia fu molto dolce, ma quando provò a metterla contro il marito, dicendole che stava facendo una scelta sbagliata e avventata, Lia disse solo “…noi siamo felici così, mi dispiace. Resti però, sarei felice di offrirle una cena e parlare di qualcosa che non sia il lavoro. Potrebbe giocare un po’ con questa peste di sua nipote…”
Jae Jin nel frattempo non aveva perso un attimo di vista suo figlio che teneva in braccio la suddetta peste che davvero gli assomigliava molto. May era letteralmente la fotocopia di Jin da piccolo, e Lia diceva che quasi non sembrava sua figlia. La piccola Lim continuava a sbaciucchiare il padre e a raccontargli di quello che aveva fatto con la mamma.
“…e poi siamo passate a ritirare il tuo regalo di anniversario…”
“Hey May è un segreto,” ruggì la mamma seria e Jin, guancia contro guancia, le disse piano “dai dimmi che cos’è, così scopro se il mio regalo è abbastanza bello…”
May urlò alla madre che avrebbe avuto anche lei un regalo, facendola sorridere e spingendo Jin a dire a Micheal che alcune ragazze non sanno tenere i segreti e dunque non c’è da fidarsi.
Jae Jin decise di andarsene, allora, ma prima di farlo chiese a May un abbraccio e un bacio e le disse piano che a proposito di regali, aveva qualcosa per lei. Lia lo ringraziò e disse che non doveva assolutamente disturbarsi, ma Jin sorrise quando vide che si trattava di una cospicua somma di denaro.
“Per il suo futuro…” disse serio e poi aggiunse “ e questo è per il vostro matrimonio, anche se in ritardo. Almeno potrete festeggiare un anniversario in grande…” Jin non guardò quella busta ma gli disse serio “ho bisogno di un padre, non di soldi. Se vuoi, solo tu puoi occupare quel ruolo…” ma Jae Jin scosse la testa e lo salutò, troppo arrabbiato per cedere all’affetto.
Jin rimase per un attimo solo con Lia e i bambini, e lei accarezzandolo piano gli disse “vai a salutarlo come si deve…”. Negli anni successivi, quella frase di Lia rimase nel cuore di Jin, perché se non fosse stato per lei, non avrebbe mai più abbracciato suo padre.
Jin lo rincorse nel parcheggio, e bloccò la sua macchina, chiedendogli di scendere. Il signor Lim lo fece di malavoglia e Jin stringendolo forte disse piano “…so di essere una delusione per te, ma sono una brava persona. Ho una bella famiglia, e vorrei tantissimo che tu ne facessi parte, perché mille volte ho dubbi su come si fa il padre. E so che non sei fiero di me, e non importa, però puoi amarmi lo stesso?”
Jae Jin non disse una parola, e mille volte si pentì di quel silenzio, ma versò una lacrima che fece sorridere il figlio e scombinandogli i capelli lo salutò con un cenno della mano. Jin non ci pensò più di tanto, pensò che fosse stato solo l’ennesimo tentativo di coinvolgerlo nella società, e solo molti mesi dopo, quando si ritrovò inginocchiato al capezzale di suo padre per dargli l’ultimo saluto, sentì piano “ti amo, sono fiero di te…”
Rientrò un po’ triste, ma subito vedere Lia con May gli restituì il sorriso. Lia gli corse incontro per coccolarlo, perché immaginava che lui non stesse bene. Rimasero sdraiati sui divanetti del Chaos a guardare a distanza quelle due pesti mentre giocavano.
“Sei stanca?” le sussurrò piano, perché Lia ormai era al sesto mese e aveva una grossa pancia, e lei annuì soltanto, prendendosi le sue carezze.
“Vuoi rimandare la cena di anniversario?” chiese dolce, ma lei si rifiutò categoricamente e disse che avrebbe preso un caffè e avrebbe reso quella notte indimenticabile.
“…tu sei indimenticabile, non mi serve assolutamente nient’altro” le disse, baciandole la fronte e poi aggiunse “e non prendere il caffè che ti fa peggiorare l’acidità di stomaco…” facendola sorridere.
In quel momento, però arrivò Zoe che interruppe le loro effusioni per chiedere se May potesse mangiare la pizza con loro a cena. Avevano uno strano accordo per il babysitting: si coprivano a vicenda e sembrava funzionare tutto perfettamente.
“Pablo vuole portarci fuori…” concluse Zoe seria e Lia le disse con un sorriso “…e perché non gli dai una chance? Dai, è sempre stato fantastico, ma nell’ultimo anno è diventato il marito perfetto. Si è anche trasferito qui solo per stare vicino a te…”
“A Micheal, in realtà. Non mi ha più chiesto di tornare insieme, comunque. Quindi piantiamola con queste love story immaginarie…” rispose lei seria e Lia scosse solo la testa perché sapeva benissimo che non lo aveva fatto solo perché Zoe aveva detto chiaro di aver bisogno di stare sola.
In quel momento, però, mentre Zoe accarezzava la panciona di Lia e le chiedeva se fosse incinta di due gemelli, entrò qualcuno che aveva grandi notizie.  Mari e Max avevano trascorso l’ultimo anno a distanza, perché lei aveva fatto uno stage presso un’università americana e lui l’aveva aspettata, sopportando il fuso orario e tutto.
Vedete, Max aveva finalmente scoperto cosa volesse dire essere amato incondizionatamente, ed era felicissimo, oltre che mostruosamente orgoglioso della sua donna super geniale, così quando lei gli aveva detto di aver trovato un lavoro importante in Spagna abbastanza vicino a Playa del Monte, lui era impazzito di gioia, ma non aveva voluto dirlo a nessuno. Lia e Jin gli dicevano da tempo che doveva fare il grande passo e chiederla in sposa, ma Max pensava non fosse una cosa adatta alla sua Mari, senza sapere che in realtà lei aveva confidato più volte a Lia di volersi sposare con lui.
Apparvero a sorpresa al Chaos con regali per i bambini e tutti impazzirono quando Max confessò che aveva deciso di sposarla. Si separarono nel pomeriggio, e Lia corse a fare la ceretta per la sua serata romantica, mentre Zoe si preparava per trascorrere il pomeriggio e la sera con Pablo. Era sempre molto dolce con lei, e impazziva per Micheal. Quella sera fu un amore anche con May, e disse piano a Zoe che avrebbe desiderato avere anche lui una figlia femmina, perché sono così dolci, ma lei rispose solo che non conosceva abbastanza May per dire una cosa simile.
A cena, poi le chiese piano “…ma tu Zoe hai qualcuno?” e lei scosse la testa.
“Vedi…io so che tu non mi vedi più in quel modo, però ci tenevo a dirti che per me tu sei sempre la donna più importante. Ho provato ad uscire con altre ma nessuna è come te ed io mi sento morire quando non ci sei. E so di aver fatto degli errori, ma so che è passato molto tempo quindi…”
“Possiamo provare a uscire. Senza dirlo a Micheal, però…” rispose seria, e lui sorrise in modo splendido. Aveva fatto la sostenuta, ma evidentemente c’era una speranza. E così quella notte, mentre Jin coccolava la sua Lia che aveva messo una sottoveste sexy ma si era addormentata durante il massaggio sensuale, Zoe metteva a letto Micheal e May, Max e Mari sceglievano le partecipazioni per il matrimonio, Pablo sorrideva, sperando di poter avere anche lui un finale felice con la donna che amava.
Nota:
Ciao a tutti, e grazie per essere arrivati fino a qui. Allora vi siete un po' emozionati per i nostri protagonisti? Vi è piaciuta questa storiellina? fatemi sapere, vi aspetto
   
 
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