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Autore: Arkady    13/12/2020    0 recensioni
Dal testo:
< sei il mio migliore amico, Sirius. >.
< appunto, sono il tuo migliore amico e tu sei il mio. Non ti metterei mai nella condizione di dover scegliere tra me e la tua… ragazza. Se anche fosse antipatica, brutta, odiosa, fastidiosa ed insopportabile, me la farei andare bene. Anche se io e lei dovessimo essere incompatibili, la sopporterei per te, James.>.
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Un breve racconto di come i rapporti tra Lily James e Sirius sono diventati indissolubili, scritto dal punto di vista di Lily.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Capitolo 1
 

< Mi piace, Pad… >.
 
Ma questa è la voce di Potter!
Riconoscendola, mi appiattisco contro il muro del corridoio del sesto piano, che stavo percorrendo per rientrare nella Sala Comune di Grifondoro in questo tiepido pomeriggio di fine Marzo.
Non è da me mettermi a origliare, ma il tono come addolorato del ragazzo mi incuriosisce.
E io sono curiosa da morire.
 
< Che ti piace c’ero arrivato anche da solo, e già da un po’, Prongs >.
 
La risposta dell’inseparabile Black è divertita e lievemente allusiva.
Stanno sicuramente parlando di Emily Jones, la Tassorosso del 5° anno che da mesi, e sempre più spesso, ho visto assieme a Potter.
Anche se da quest’anno è stata nominata Prefetto, non la conosco bene. Essendo più piccola e di un’altra casa non è quasi mai capitato di fare ronde con lei, e comunque non avevo motivo per entrarci in contatto.
Emily Jones già dall’anno scorso è una Cacciatrice nella squadra di Quiddich della sua casa, e probabilmente è così che lei e Potter si sono conosciuti.
 
< no, Pad. Mi piace proprio. >.
 
Potter ha marcato bene le parole, e adesso il tono sembra contrariato, come se la cosa gli desse profondamente fastidio, ma da dove sono nascosta non riesco a vedere i volti di nessuno dei due, e mi piacerebbe poter osservare le loro espressioni.
Rimango ferma immobile, non voglio farmi scoprire ed interrompere così la loro interessante discussione.
Oggettivamente Emily Jones è molto carina: fisico atletico, leggermente muscoloso ma non per questo sgraziato, anzi. Non è molto formosa, ha le curve giuste al posto giusto e questo, unito ai ridenti occhi azzurri che illuminano il piccolo viso ovale incorniciato da lunghi e setosi capelli neri, rende il suo aspetto decisamente invidiabile.
Con me stessa posso ammetterlo: la invidio un pochino anche io.
Da quello che ho visto o sentito dire in giro, poi, oltre che nel Quiddich è molto brava anche a scuola. Lavora sodo per non restare indietro con lo studio per via degli allenamenti e dei doveri di Prefetto, e ha moltissimi amici, sia maschi che femmine, sia di Tassorosso che di altre case. Sembra davvero una persona tranquilla e amichevole.
In una parola: deliziosa.
 
< oh >.
 
Mmh.
La laconica risposta di Black, solo leggermente sorpresa, potrebbe confermare il dubbio che mi sta sorgendo, a cui però non voglio affatto dare un nome, così mi concentro sulla conversazione che prosegue, dopo un attimo di silenzio.
 
< beh, cosa vuoi che ti dica, Prongs? >.
 
< tu… tu come la vedi, Pad? >.
 
L’insicurezza nella voce di Potter mi stupisce: è una cosa assolutamente nuova per le mie orecchie.
 
< Certo non puoi tenere un piede in più scarpe. Ma se ti piace e lei ci sta, buon per te! Che c’entro io?>.
 
< sei il mio migliore amico, Sirius. >.
 
< appunto, sono il tuo migliore amico e tu sei il mio. Non ti metterei mai nella condizione di dover scegliere tra me e la tua… ragazza. Se anche fosse antipatica, brutta, odiosa, fastidiosa ed insopportabile, me la farei andare bene. Anche se io e lei dovessimo essere incompatibili, la sopporterei per te, James.>.
 
Ascoltare questa conversazione sta demolendo quello che pensavo di sapere su Black e Potter.
Sono tre le cose che mi lasciano letteralmente a bocca aperta.
La serietà con la quale i due ragazzi stanno parlando tra loro e la profondità dell’ultima risposta di Black.
Questi due elementi non possono che confermare definitivamente quello che non ho voluto pensare poco fa: Potter si è proprio innamorato, non discutono di una storia da una botta e via o di una semplice cotta.
In secondo luogo, le loro parole dimostrano una maturità per me inimmaginabile se associata a loro due.
Il terzo fatto che mi spiazza, è il dispiacere che sto provando nell’apprendere che James Potter si è innamorato di Emily Jones.
Attraverso i vestiti, sento il freddo della pietra alle mie spalle, che sta reggendo il mio peso. Non so da quanto ho stretto i pugni, ma ora che li riapro e guardo i palmi, ci vedo i solchi delle lunette delle unghie.
 
All’inizio dell’anno, quando Potter aveva iniziato ad ignorarmi, se non evitarmi proprio, ne sono stata entusiasta.
Ero ancora furiosa con lui per quanto successo ai Gufo, anche se ero e sono perfettamente consapevole che, se anche quel giorno le cose non fossero andate così, io e Severus avremmo chiuso la nostra amicizia comunque. Ormai abbiamo intrapreso due strade profondamente diverse, che a lungo andare si riveleranno opposte.
Il primo mese del mio sesto anno mi era quindi apparso gradevolmente tranquillo: niente diatribe con Severus sulle sue nuove discutibili compagnie, niente litigate con le mie amiche per il tempo che passavo (sprecavo secondo loro) con il Serpeverde e niente battibecchi con Potter.
Cosa potevo chiedere di più?
Quando era arrivato metà Novembre, e con lui l’avviso apposto in bacheca per la prima uscita a Hogsmeade, il mio buon umore era andato alle stelle e se n’erano accorti davvero tutti.
Più volte avevo ridacchiato da sola, immaginandomi le trovate originali che avrebbe messo in atto Potter per chiedermi di andarci assieme e preparandomi già le repliche taglienti da rifilargli in risposta.
Il mio entusiasmo aveva iniziato a scemare, man mano che si avvicinava la data della gita e mi rendevo conto che non solo Potter non mi aveva ancora fatto alcuna delle sue solite sceneggiate, ma non mi aveva nemmeno mai rivolto la parola, se si escludevano qualche saluto e qualche obbligatorio scambio di informazioni.
Nemmeno sotto la Cruciatus avrei ammesso che mi mancavano James Potter e la sua impertinenza, ed è stato in quel momento che ho iniziato ad osservarlo di nascosto, a seguirlo dopo le lezioni, a sedermi relativamente vicino ai Malandrini in Sala Comune per sentire cosa si dicevano…
Così ho notato Emily Jones per la prima volta.
Li ho visti studiare assieme in biblioteca, passeggiare assieme nel parco, ridere e scherzare assieme agli altri tre Grifondoro e le amiche di lei.
Ed infine, li ho visti andare assieme ad Hogsmeade, solo loro due.
 
All’epoca ero rimasta basita quando, invece di provare felicità per essermi liberata di James Potter, mi ero sentita delusa.
Ho finto con tutti, esternando una contentezza che assolutamente non provavo e mascherando il mio malumore, e doverlo fare mi ha irritata parecchio.
Per quale assurdo motivo mi sentivo così?
Per quale assurdo motivo rivolevo le scenate con Potter?
Per quale assurdo motivo ero contrariata nel vedere la Jones che girava a braccetto con lui?
 
Poi Natale era arrivato e passato.
Al rientro dalle vacanze io e Potter ci siamo incontrati lungo il corridoio del treno in viaggio verso la scuola e, come se non avesse mai smesso, lui mi aveva punzecchiata sullo stile degli anni passati, con il suo solito ghigno beffardo sul volto.
Ci siamo scambiati un paio di botta e risposta che mi hanno davvero divertita, altra cosa che non avrei mai ammesso. Né allora, né mai. E invece di terminare con il classico < esci con me, Evans? > che non sentivo dal giorno dei Gufo, Potter si era avvicinato con uno sguardo indagatore, mentre ridacchiavo della sua ultima battuta.
Avevo smesso subito, congelandomi, quando mi ero accorta del suo movimento e avevo fatto un impercettibile passo indietro < Evans, stai ridendo? Tu stai ridendo davvero per qualcosa che ho detto io? > era sorpreso e divertito allo stesso tempo.
< non so di che parli, Potter! > avevo risposto, sorridendo di nuovo.
Mi era mancato, a me stessa lo potevo pure dire, e sono quasi sicura che fosse mancato anche a lui.
 
Con il nuovo anno abbiamo ripreso a stuzzicarci, addirittura inizio io molte volte, ma è diverso ora.
Non ci sono inviti ad uscire o mie battute acide sul fatto che preferisco la Piovra Gigante. Sono solo battute scherzose e pungenti tra due… amici?
Forse amici è un po’ troppo per definire me e Potter, alla fine non ci conosciamo davvero.
Lui sta continuando a vedersi con la Jones e io credo che lei ce l’abbia con me, forse per tutte le volte in cui Potter mi ha tormentato gli anni scorsi.
Ne sono convinta perché mentre con tutti è gentile e disponibile, con me è gelida come la lama di un pugnale, e altrettanto tagliente è il tono che mi riserva le rare volte che abbiamo dovuto interagire per una ronda.
 
< grazie, Sirius. È… beh è bello sentirtelo dire >.
 
La voce di Potter, davvero rincuorata, mi riporta al presente e dai rumori che sento, Black deve avergli dato qualche pacca di incoraggiamento, che lui ha restituito, prima di riprendere a parlare.
 
< cosa dovrei fare, secondo te? >.
 
< beh, per prima cosa penso dovresti dirlo alla Jones >.
 
< credo… credo abbia già capito qualcosa, in realtà >.
 
Aggrotto le sopracciglia e mi azzardo a sporgermi un pochino dal mio nascondiglio per riuscire a vedere i due ragazzi. Non capisco perché Potter ne sia così demoralizzato.
Potrei capire se la ragazza non sapesse nemmeno della sua esistenza, o se stesse con qualcun altro, a quel punto doverle confessare di esserne innamorato poteva rivelarsi difficoltoso.
Ma, da quello che ho potuto vedere, il sentimento mi pare essere totalmente ricambiato dalla Jones.
Quindi dov’è il problema?
Ed in ogni caso, dov’è finito il coraggio Grifondoro che Potter si vanta sempre di incarnare?
 
< sarebbe il caso che glielo dicessi in modo chiaro e diretto, non trovi, Prongs? >.
 
< si, hai perfettamente ragione… >.
 
I due stanno rimanendo in silenzio già da un po’ e sto valutando di uscire dal mio nascondiglio e fare finta di essere sopraggiunta solo in questo momento, ma la voce di Potter mi blocca.
 
< e poi? >.
 
Di nuovo quel tono timido che davvero poco gli si addice. Black sembra pensarla come me, infatti dopo un pesante sospiro riprende a parlare con enfasi.
 
< e poi si vedrà... Merlino, Prongs! Com’è che ti sei ridotto così? >.
 
< ne riparleremo quando capiterà a te, Pad >.
 
< Non ho nessunissima intenzione di finire rincitrullito in questo modo. >.
 
< perché, secondo te io ce l’avevo? L’ho fatto apposta? >.
 
Sorrido, divertita dallo scambio di battute. Forse ho intuito finalmente quale sia il punto: Potter avrebbe voluto continuare a sedurre e fare il rubacuori con la popolazione femminile di Hogwarts, esattamente come il Casanova suo migliore amico.
E invece si è innamorato.
Beh, d’altra parte chi non si sarebbe innamorato della deliziosa Emily Jones?
Scuoto la testa rassegnata e mi decido ad uscire da questa situazione. Dopotutto non sono affari miei.
Striscio un po’ indietro lungo il muro, e poi mi incammino come se niente fosse al centro del corridoio, svoltando l’angolo con noncuranza e trovandomi così di fronte ai due ragazzi.
Entrambi si girano a guardarmi quasi inorriditi dalla mia presenza, con occhi e bocca sgranati. La scena è talmente ridicola che non ce la faccio a restare seria e gli scoppio a ridere in faccia.
 
< Evans, a cosa dobbiamo questa tua ilarità? >.
 
< oh, Potter! Sembravi un cervo davanti ai fari di un’auto! >.
 
Mi asciugo le lacrime dovute alla mia allegria e noto l’occhiata allarmata che Potter lancia a Black, che a sua volta fa un sorriso strano, borbottando qualcosa di molto simile a < proprio un cervo, eh? >, prima di puntarmi gli occhi addosso.
 
< Evans? >.
 
< si, Black? >.
 
< avrei bisogno di una mano con… con il tema di pozioni! Pozioni, si. Saresti così gentile da aiutarmi? >.
 
Black che mi chiede una mano in pozioni? L’unico gesto che tradisce la mia sorpresa è il mio sopracciglio che si inarca.
 
< Pad, che diavolo fai? >.
 
Dal sibilo contrariato che Potter rivolge a Black, a cui si è avvicinato, è chiaro che anche lui è rimasto sorpreso dell’uscita del suo amico.
 
< Prongs, non avevi qualcosa da fare, tu? >.
 
Giusto. Potter deve andare a parlare con la Jones.
Quella di Black è solo una scusa per distrarmi e dare modo al suo amico di andare a fare la sua dichiarazione d’amore.
Mi esce uno sbuffo scocciato, prima che riuscissi a reprimerlo. Entrambi i ragazzi si voltano verso di me e io mi affretto a distogliere la loro attenzione dal mio fastidio.
 
< Black, se ti aiuto cosa ci guadagno? >.
 
< potrei proporti qualcosa che di certo non hai mai provato >.
 
Il ragazzo con il suo miglior sorriso malizioso, inizia a muoversi seducentemente verso di me e passandomi un braccio sulle spalle, mi sospinge poi verso il corridoio da cui ero sbucata.
La sua presa è decisa, ma al tempo stesso gentile e leggera, e mi ritrovo a camminargli abbastanza vicino da avvertire il suo profumo corposo, con una forte impronta maschile e con note speziate. La fragranza è magnetica e trasmette l’idea di un ragazzo energico, risoluto ma al contempo tenero, elegante e leggermente rude.
Ritengo che sia esattamente l’odore che rappresenta appieno l’attraente Sirius Black.
Persa in queste considerazioni, mi ci vuole qualche attimo in più per mettere assieme una rispostaccia sullo stile di quelle che di solito rifilo al suo amico, ma che comunque viene zittita da Potter, che richiama Black quasi indignato.
 
< Padfoot! >.
 
Black ridacchia e si torna a girare verso di lui, mantenendo quella sorta di abbraccio, che inizia ad imbarazzarmi e approfitto della sua distrazione per scioglierlo ed allontanarmi a distanza di sicurezza.
Sirius Black non è affatto il mio tipo, nonostante sia oggettivamente il ragazzo più affascinante di Hogwarts, credo di prediligere bellezze meno ombrose.
 
< io ed Evans ti aspettiamo in biblioteca, quando avrai fatto il misfatto. >.
 
Non ho alcuna intenzione di aiutare Black o passare del tempo con lui in biblioteca, ma d’altra parte in questo modo sarei la seconda a conoscere in tempo reale gli sviluppi dell’operazione di Potter.
E io sono curiosa.
Quindi intimo a Black di tenere le mani a posto e che in cambio lui aiuterà me con incantesimi, materia in cui il ragazzo eccelle più di chiunque del nostro anno. È una cosa indiscussa, per la quale ormai lui nemmeno si vanta più.
Black accetta di buon grado, e lasciato Potter a bocca aperta in mezzo al corridoio, ce ne andiamo via insieme.
 
---
 
Io e Black ci siamo seduti su un tavolo abbastanza vicino all’ingresso e io mi sono immersa nel libro di pozioni. Dopo poco mi sono dovuta arrendere all’evidenza di essermi buttata nello studio della mia materia preferita con un impegno eccessivo, solo per non pensare a Potter e la Jones, impegnati a festeggiare l’inizio ufficiale della loro storia con qualche sbaciucchiamento, o altro.
Quando mi rendo conto di aver torturato la mia piuma con quei pensieri fino a far restare praticamente solo il pennino intatto, arrossisco di colpo.
Azzardo uno sguardo verso Black, per cercare di capire se se n’è accorto, ma lui è forse più pensieroso e assente di me.
Ha aperto il libro ad una pagina che non è quella della pozione che avremmo dovuto vedere assieme e la sua pergamena è intonsa. Non ha nemmeno tirato fuori dalla borsa penna e inchiostro.
Si sta girando tra le mani uno strano specchietto rettangolare, e distrattamente si guarda in giro. Nel breve intervallo di tempo che passo ad osservarlo, lui ha puntato lo sguardo verso l’ingresso almeno tre volte e altrettante le ha rivolte allo specchio.
È evidente che nessuno dei due ha la concentrazione necessaria per studiare, così poso quello che rimaneva della mia povera piuma e assumo un tono il più noncurante possibile.
 
< cosa doveva fare di così importante il tuo amico? >.
 
Black drizza subito le orecchie, oserei dire come fanno i cani quando vengono chiamati, e mi rivolge tutta la sua attenzione. È teso, e mi sembra in difficoltà, mettendoci più del dovuto a fingere indifferenza.
 
< James, dici? Oh niente di che… >.
 
Oh, che diamine?!
Voglio informazioni e le avrò! Farò poi i conti sul perché le voglio.
 
< suvvia Black. Pensi che io sia stupida e di avermi fregato con la tua trovata? Non hai nemmeno aperto il libro alla pagina giusta >.
 
< sei tante cose, Lily Evans, ma di certo non sei stupida. >.
 
Mi ritrovo a sorridere per quella specie di complimento, e Black ammicca divertito, chiudendo il libro di pozioni. Non dice altro, e io lo incalzo.
 
< dunque? >.
 
< che io sappia non sei nemmeno una ficcanaso, Evans >.
 
Colpita e affondata. Abbasso gli occhi sul tavolo, sentendomi la peggiore delle pettegole e impiccione. Poi lo guardo di sottecchi, tentennando un po’.
 
< è solo che… beh, lui mi è sembrato titubante e tu… tu sei in ansia. >.
 
Black si gira da un’altra parte, e io sorriso. Adesso è lui ad essere stato colpito e affondato.
 
< James ha deciso di dare una pessima notizia ad una persona >.
 
Lo ha mormorato con tono serio e io devo aver aggrottato la fronte. Black mi ha sorriso, forse scambiando quel mio gesto per curiosità, ma io in realtà sono perplessa.
Perché pessima notizia? Non doveva andarle a dire che l’amava?
Ripensandoci, considerato che è la fine della vita da Don Giovanni di Potter, probabilmente per loro è una orrenda e nociva novità.
 
< non posso dirti di più, Evans. >.
 
Lo capisco, si. Non riesco a pensare ad una cosa più chiara ed inconfutabile della lealtà che lega James Potter e Sirius Black.
 
< si, scusa la mia invadenza >.
 
< mi fa piacere che ti preoccupi per noi >.
 
Questa volta inarco il sopracciglio, e la mia espressione deve essere stata ritenuta divertente da Black, perché mi sta ridendo in faccia.
Ma tu guarda questo!
 
< io non mi preoccupo per voi! Né per te, tantomeno per Potter >.
 
< sei proprio buffa. E non sai mentire. Guarda cosa hai fatto a quella piuma >.
 
Black continua a ridere, e io gonfio le guance indispettita, con il risultato di farlo ridere di più.
All’improvviso, smette di ridere e agguanta lo specchietto con cui aveva giocato fino a poco prima.
Mi pare di avergli sentito mormorare un “arrivo” mentre lo scrutava attentamente, ma non ne sono sicura. Sta di fatto che Black si alza in fretta, raccattando le sue cose e buttandole alla rinfusa nella borsa.
Prima di andare via, pare ricordarsi che esisto e mi rivolge uno sguardo di scuse.
 
< devo scappare. Grazie per… >.
 
Sventola la mano tra noi, probabilmente non trovando le parole per definire cosa abbiamo fatto in questo tempo passato assieme. Studiato no di certo. Chiacchierato? Mah, mi pare un termine fin troppo sostanzioso per quelle poche battute che ci siamo scambiati.
 
< figurati. >.
 
Rispondo alzando le spalle.
Sto per proporgli di tornare in sala comune assieme, ma è probabile che lui non stia andando lì. Mi cade l’occhio sullo specchietto che ancora tiene in mano, e mi immagino che in un qualche qual modo sia una sorta di walkie talkie che usano Black e Potter per comunicare a distanza.
Avrebbe sicuramente un senso e non sarebbe affatto strano o impensabile che loro due fossero stati in grado di creare dei simili oggetti magici, nonostante sicuramente non sappiano cosa siano i walkie talkie.
Per quanto mi scocci anche solo pensarlo, questi due ragazzi sono davvero brillanti e capaci, a dispetto del fatto che si applichino davvero poco nello studio. Ho avuto modo di assistere o vedere in funzione altre loro creazioni, e devo ammettere (almeno con me stessa) che alcune sono geniali.
In silenzio inizio a sistemare con calma le mie cose, non ho mai avuto veramente voglia di studiare, nemmeno pozioni. Andrò in Sala Comune a distrarmi, in attesa che Potter torni a soddisfare la mia crescente curiosità.
 
< potremmo rifarlo, qualche volta, Evans >.
 
La voce di Black, che pensavo se ne fosse già andato, mi spaventa.
Butta lì le sue parole con noncuranza e quando io, realizzando con sorpresa la proposta contenuta nella frase, alzo lo sguardo su di lui, incrocio i suoi profondi occhi grigi, intravedendoci una scintilla che so come interpretare.
È evidente che ha fretta di andarsene, ma resta in piedi a scrutarmi, in attesa della mia risposta.
 
< perché no, Black? >.
 
Mi sorride, oserei dire compiaciuto, e lo osservo filare via, mentre la bibliotecaria gli urla dietro che non dovrebbe correre lì dentro.
Rimasta sola, mi domando cosa esattamente dovremmo rifare, qualche volta. Stare seduti vicini in silenzio ognuno perso nei propri pensieri?
 
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Ieri sera la curiosità mi ha praticamente divorata, e mi sono aggirata in Sala Comune fino a tardi, ma di Potter e Black, o di Remus e Minus, nemmeno l’ombra.
Così stamattina li ho subito cercati alla tavola Grifondoro, come mi sono seduta.
Il primo su cui mi si posa lo sguardo è Black: di diversi centimetri più alto dei suoi amici, lui e la sua trasandata capigliatura mezza legata in un codino, spiccano sempre tra le teste di chi lo circonda.
Ma per quanto spettinato sia Sirius Black, non può nemmeno vagamente competere con l’indisciplinato ammasso di capelli che Potter ha in testa ed insiste a risaltare passandoci costantemente la mano dentro.
Se lo avesse visto Medusa, sarebbero stati lei ed i suoi serpenti a pietrificarsi, altroché.
Mentre Potter, come leggendomi nella mente, si infila una mano nei capelli, io abbasso lo sguardo sul suo viso, trovandolo inspiegabilmente mogio, mentre fa un piccolo sorriso a Remus, seduto di fronte a lui.
Curiosa e perplessa, mi giro verso il tavolo Tassorosso, cercando senza esito Emily Jones.
Troppo contenta per fare colazione assieme ai comuni mortali?
Guardo di nuovo verso Potter, forse da quella distanza ho confuso la sua espressione. Probabilmente è solo stanco dopo una notte sfrenata di sesso con la Jones, che almeno ha avuto il buon gusto di non farsi vedere.
Questi miei pensieri mi stanno infastidendo, e distratta mi accorgo che Black deve aver intercettato il mio sguardo, dato che mi sta sorridendo, sventolandomi una mano a mo’ di saluto.
Assottiglio gli occhi e gli faccio un cenno brusco con il capo. Poi concentro tutta la mia attenzione sulla mia colazione, divorandola con irritazione crescente.
 
---
 
Sono passati due giorni, e c’è qualcosa che non mi quadra.
La Jones è sparita, o meglio non l’ho più vista aggirarsi nei pressi di Potter. C’è anche da dire che ho evitato accuratamente sia lui che i suoi amici, quindi magari sono io che non li ho visti assieme e lei non è affatto sparita.
Ma per la scuola ci sono strani mormorii, e sentendo due ragazze Grifondoro del 5° anno parlarne, con noncuranza mi avvicino a loro e chiedo se sanno cos’è successo.
Una delle due si lancia in un logorroico racconto delle voci più disparate che aveva sentito, e grazie a Merlino la sua amica Emmeline ad un certo punto la interrompe, riportandomi l’ipotesi che pare la più verosimile.
Mano a mano che me la espone, mi ritrovo a rileggere l’intera conversazione che avevo origliato tra Potter e Black sotto un’altra luce.
Pare, infatti, che Potter e la Jones si siano lasciati, o meglio che lui l’ha lasciata perché innamorato di un’altra e lei, giustamente, non l’ha presa bene.
Emmeline, che mentalmente ringrazio di nuovo per avermi salvato dal monologo dell’amica, mi racconta che durante l’ultima ronda è capitata con lei, ed era stato notevolmente evidente che avesse pianto.
Non sapeva se lui le avesse rivelato il nome di quest’altra ragazza, ma se anche fosse, la Jones non lo aveva divulgato.
Ringraziando entrambe, le saluto e mi concedo una passeggiata fuori nel parco.
Mi sento… tante cose assieme.
Sono felice di aver avuto torto nel pensare che Potter si fosse innamorato della Jones.
Mi sento perfida per il fatto di essere felice della sofferenza della Jones.
Sono maledettamente curiosa di sapere chi sia questa altra ragazza.
Ma sono anche in apprensione per questo, perché una parte di me non lo vuole sapere affatto.
Una parte di me vorrebbe che restasse tutto come negli ultimi mesi, tra me e Potter.
Una parte di me si rende conto che penso sempre più spesso a lui, che vorrei passare più tempo assieme a lui, che vorrei andare oltre i nostri botta e risposta.
Una parte di me vorrebbe approfondire la sua conoscenza, vorrebbe apprendere su di lui tutte quello che posso, comprese altre cose singolari come quelle che ho scoperto origliando la conversazione con il suo amico.
Vorrei frequentarlo davvero, sapere cosa si nasconde sotto quella maschera di strafottenza e arroganza che mi riserva sempre. Anche se negli ultimi mesi si è mostrato più giocoso e simpatico, che altezzoso e sbruffone.
Vorrei essere sua amica.
Questo pensiero mi riempie la testa come un ronzio, sovrastando tutti i rumori che mi circondano.
 
< Evans che ti ha fatto quell’erba che stai crudelmente strappando? >.
 
Mi sembra di sentire qualcuno che mi parla, ma è così lontano…
 
< Evans? Stai bene? >.
 
Qualcuno mi sfiora e il peso leggero che si posa sulla mia spalla mi fa sussultare, il ronzio si zittisce e mi ricollego con il presente, ritraendomi di scatto da quel contatto.
Ho il fiato corto e respiro a piccoli sorsi. Ho caldo, un sacco di caldo e mi sento le mani sudate.
Davanti ho il soggetto dei miei pensieri, inginocchiato accanto a me con ancora il braccio con cui mi ha toccato a mezz’aria.
In piedi, dietro di lui, vedo Black che mi sorride, con accanto Remus e Minus che stanno salutando con la mano.
 
< Ciao >.
 
Il mio sussurro è così flebile che forse non lo ha sentito nemmeno Potter che è il più vicino.
 
< Cosa… Cosa c’è? >.
 
Ci riprovo, con un po’ più di decisione.
 
< stavi estirpando questi poveri fili d’erba manco ti avessero offesa >.
 
Abbasso gli occhi sulle mie mani e mi rendo conto che Potter ha ragione, i piccoli cadaveri verdi sono ovunque attorno a me e mi sono pure sporcata la gonna di terra.
 
< dì la verità, stavi pensando a me. Questi rappresentano i miei indiscutibilmente eccezionali capelli >.
 
< cosa? >.
 
Mi è uscita una voce stridula che nemmeno una Mandragola reggerebbe il confronto.
Son sicura di essere arrossita come, se non di più, i miei capelli. Mi sento la faccia bruciare e le mani ancora più sudate.
 
< Evans, sei sicura di stare bene? >.
 
Il suo sguardo divertito, ora è preoccupato. Mi scruta dalla punta dei piedi a quella dei capelli, soffermandosi a lungo sul mio viso.
 
< non è che hai la febbre? >.
 
Mi si avvicina, allungando una mano verso la mia fronte.
Ho giusto il tempo di rendermi conto di non essere mai stata così vicina a Potter da vedergli quella sfumatura dorata nelle iridi nocciola, prima di alzarmi di scatto e allontanarmi da lui ed il suo braccio teso.
 
< no che non ho la febbre, idiota! >.
 
Lo dico con rabbia, e registro la perplessità della sua espressione, come anche l’imbarazzo che deve colorare la mia, il divertimento su quella di Black e la preoccupazione di Remus.
Mi giro e scappo via da loro, complimentandomi per il modo così coraggiosamente Grifondoro con il quale ho affrontato la situazione.
 
---
 
Ho dovuto aspettare una settimana prima di riuscire a non scappare a gambe levate davanti a Potter.
L’ho evitato come il vaiolo di drago, e sono certa che sia lui che i suoi amici se ne siano accorti.
Io…
Maledizione!
Ho scoperto di provare interesse per lui. Per il nemico!
Ma come diavolo ho fatto a cascarci?
No, no! Non posso dargli questa soddisfazione!
Assolutamente, sarà un segreto che mi porterò nella tomba.
Nemmeno lo conosco, come Merlino è possibile che mi piaccia?
Però mi manca…
Mi mancano i nostri battibecchi, e sono io stessa ad evitarli.
Sono l’incoerenza fatta persona.
 
< ma si può essere così idioti? >.
 
< di nuovo a pensare a James, Evans? >.
 
Non mi sono accorta di averlo detto ad alta voce, finché Black non fa quella stupida battuta.
Arrossisco all’istante, ma trovo la dignità di ribattere.
 
< al contrario di te, Potter non è il centro del mio universo >.
 
Lo potrebbe star diventando, però. E questo non va bene.
Non. Va. Bene. Affatto.
 
< ok, ok… non ti scaldare. Senti, sei stata un po’ latitante ultimamente e noi abbiamo in sospeso quell’aiuto su pozioni da parte tua, e quello di incantesimi da parte mia >.
 
Lo guardo perplessa, e lui sorride.
 
< Merlino, Evans! Ma cos’hai sta settimana? Non ti ricordi più del nostro accordo? >.
 
< pensavo… pensavo che fosse solo una scusa >.
 
Replico io, cercando di eliminare mentre parlavo il tono titubante che mi è uscito.
 
< beh, in quel momento ammetto che lo era, ma ora mi serve davvero una mano con l’Elisir dell'Euforia e a te serve per l’incantesimo evanescente >.
 
Mi stupisco, è così evidente che non mi è proprio riuscito quell’incantesimo?
 
< si l’ho notato >.
 
Ma che fa, legge nel pensiero adesso?
Assottiglio gli occhi, come a sfidarlo a farlo ancora, ma lui rimane confuso dal mio comportamento.
Mi arrendo, sospirando.
La dimostrazione pratica con Vitius per l’incantesimo evanescente è tra pochi giorni e io non sono riuscita nemmeno a far sbiadire gli oggetti su cui mi sono esercitata. Mary e Alice non se la cavano meglio di me.
Quindi il suo aiuto mi serve.
 
< ok. Possiamo fare dopo cena o preferisci domani? >.
 
< perché non ora? >.
 
< non avete gli allenamenti? >.
 
Mi sono studiata gli orari della settimana, sapendo di poter stare tranquilla in quei frangenti, anche se è evidente che non è servito a nulla, dato che Black mi ha pizzicato a pensare al suo amico.
Lui aggrotta le sopracciglia, come se ci stesse pensando davvero, poi mi rivolge un sorriso splendente.
Un brivido mi corre per tutta la schiena.
Ho un brutto, bruttissimo presentimento. Il mio corpo urla “pericolo” e quella scintilla che gli vedo negli occhi non fa che aumentare la mia preoccupazione.
 
< hai ragione. Dopo cena è perfetto. Sala comune? Diciamo le 20? >.
 
< o-ok >.
 
Ho balbettato. Merlino, ho balbettato!
Ma che diamine mi prende?
Mi giro e fuggo, prima che lui possa iniziare a mettermi in seria difficoltà.
Cosa si era bevuto il cappello per mettermi nella casa dei cuori impavidi, dato che è evidente che sono più incline a scappare come una vigliacca??
Ed il bello arriverà solo stasera.
 
---
 
Non sono riuscita a toccar cibo a cena, sono in ansia.
Seduta sulla mia poltrona preferita fisso le fiamme nel camino, ma non riesco a rilassarmi nemmeno così.
Perché poi sono così agitata per un paio di ore di studio con Black?
 
< Ciao Evans >.
 
Black si siede nel divano accanto al mio, e poco dopo Potter lo imita.
Che diamine ci fa Potter qui?
 
< Ciao Black, Potter >.
 
Grazie a Merlino non mi trema la voce e sono riuscita ad infilarci il giusto quantitativo di finta indifferenza.
Dopo qualche minuto di silenzio, nel quale noi tre spostiamo gli occhi dall’uno all’altro, come se fossimo in un film western, Black alza le braccia.
 
< eccoci qui. Da cosa vuoi partire? >.
 
Perché non partiamo dal capire perché Potter è qui?
A saperlo, avrei insistito di più almeno con Mary. Ad Alice è stata proposta una serata assieme ai ragazzi del settimo anno, e lei ha accettato subito con entusiasmo, ben felice di passare del tempo con Frank Paciock, la sua cotta dall’inizio del 5° anno. Ha esteso l’invito a me e Mary, e tra le due cose, la mia migliore amica ha scelto la cosa più divertente.
Inspiro e poi butto fuori l’aria dal naso, sarà una serata lunga, temo.
 
< hai già scritto il tema di pozioni e hai bisogno di rivederlo o devi cominciarlo di sana pianta? >.
 
< la seconda, sia io che James. >.
 
E ti pareva.
Guardo Potter, sperando che capisca da solo che vorrei sapere perché si è autoinvitato.
Non ho fortuna, e quindi glielo chiedo in modo indiretto.
 
< anche tu non hai capito l’Elisir dell'Euforia? >.
 
< non capisco perché ci sia bisogno di una pozione del genere, ad essere onesti. >.
 
< non tutti sprizzano gioia costantemente da tutti i pori come te, Potter >.
 
Replico io con un tono più tagliente di quello che volevo dargli.
 
< questo lo so, Evans. Ma a che serve essere di buon umore per finta? >.
 
Anche la risposta di Potter è pungente e rimango un po’ spiazzata dalla seconda parte.
Per fortuna è Black a riprendere subito a parlare.
 
< McGregor ne ha preso un calderone intero quando lo abbiamo battuto all’ultima partita, ed è rimasto in infermeria una settimana, a cantare a squarciagola e ridere in modo incontrollabile. >.
 
Sorrido, mentre loro due ridacchiano, ripensando all’episodio di qualche settimana prima.
 
< Aggiungendo un ciuffetto di menta piperita si possono controbilanciare gli effetti collaterali del canto esagerato e del pizzicore al naso. >.
 
Entrambi mi guardano sorpresi. Potter inizia anche a prendere nota di quello che ho enunciato, poi aggrotta la fronte e cancella quello che ha scritto.
Io inarco un sopracciglio, guardandolo perplessa e quando lui incrocia il mio sguardo sorride.
 
< non è credibile che io sappia una cosa del genere. Lumacorno penserebbe che ho copiato il compito. >.
 
In effetti ha ragione.
Mi incupisco appena, pensando che l’unico studente della nostra classe che potrebbe scriverlo sul tema, oltre a me, è Severus Piton.
Sospiro pesantemente e chiudo gli occhi per un secondo.
 
< vuoi che te la prepariamo? >.
 
Riapro gli occhi e guardo Potter. Ha usato uno strano tono nel pormi la sua domanda, un misto tra divertito, preoccupato e contrariato.
 
< a che serve essere di buon umore per finta? >.
 
Chiedo con un mezzo sorriso, usando le sue stesse parole, e lui me ne restituisce uno stiracchiato che raramente gli ho visto.
Spiego loro l’intero procedimento, facendogli vedere anche i movimenti con la bacchetta ed entrambi mi sorprendono prestando attenzione alle mie parole e prendendo appunti sulle modalità e sull’ordine con il quale è corretto preparare gli ingredienti.
Certo non sono mancate le interruzioni con qualche battuta inopportuna da parte di entrambi, e abbiamo anche avuto modo di perderci in qualche chiacchiera leggera. Ma devo ammettere che invece di infastidirmi, sono state delle divertenti piccole pause che hanno alleggerito il tempo di studio.
Terminato l’argomento pozioni, sarebbe il momento di cominciare a vedere incantesimi, così chiudo il libro e guardo Black.
Lui guarda Potter e anche io sposto lo sguardo sull’altro ragazzo, chiedendomi di nuovo perché sia lì con noi, non che la sua presenza mi abbia disturbato, anzi. È stato stranamente piacevole studiare con loro due.
 
< dunque? >.
 
Chiedo, dopo che il silenzio si è protratto per più di un minuto.
 
< Evans come te la cavi con l’incantesimo Snuffifors? >.
 
La domanda di Black mi spiazza, ma non doveva aiutarmi con l’incantesimo evanescente? Che c’entra l’ultimo incantesimo che ci ha spiegato la professoressa McGranitt a trasfigurazione?
 
< a lezione non mi è venuto, ma ammetto di non averci messo troppo impegno, è un incantesimo abbastanza inutile >.
 
Mi dispiace dirlo, ma non vedo perché mi dovrebbe interessare, a me o a qualcun altro, di trasformare un libro in un topo.
 
< ci avrei giurato >.
 
Potter ridacchia e io gli sorrido divertita.
 
< tu immagino che lo sia riuscito a fare subito, vista la tua avversione per i libri. >.
 
Black si mette a ridere, Potter mi sorride e si passa una mano nei capelli, raddrizzandosi compiaciuto.
 
< ebbene si, sono l’unico che ha soddisfatto la cara Minerva l’altro giorno >.
 
< ora che abbiamo assistito alla quotidiana dose di strabordante strafottenza di Potter, mi spiegate che c’entra lo Snuffifors? >.
 
< Come hai fatto? >.
 
Remus è appena arrivato in Sala Comune, di rientro da una ronda immagino, e ha quasi urlato la sua domanda.
Sta guardando tutti e tre incredulo, e non posso dargli torto: io Potter e Black che pacificamente studiamo insieme deve essere una visione bizzarra per tutti.
Mi sfugge a chi sia rivolta la domanda: a me che li ho fatti studiare, a Black che è riuscito a convincermi a passare una serata insieme a lui e Potter, o a quest’ultimo che non si è ancora fatto affatturare da me.
Scoppio a ridere, perché la faccia di Remus è davvero comica, e gli altri due ragazzi mi seguono a ruota.
Black gli parla del nostro accordo sull’aiuto reciproco, e dopo aver lanciato un’occhiata a Potter, Remus guarda me stupito.
Io scrollo le spalle e poi mi alzo. Se Remus è rientrato dalla ronda devono essere quasi le 23, questo significa che io Potter e Black abbiamo passato insieme quasi tre ore.
 
< vista l’ora, direi che ci riaggiorniamo >.
 
Il tempo è davvero volato e quasi mi dispiace doverli salutare. Sono state ore davvero piacevoli, contro ogni mia aspettativa.
Ma ora è Black a dover tenere fede alla sua parte di accordo, quindi ripeteremo sicuramente l’esperienza ancora una volta.
Mi volto a guardare Potter, chiedendomi ancora perché si sia voluto imbucare, e lui mi sorride.
 
< allora buona notte, Evans >.
 
< Buona notte, Potter. >.
 
Penso sia la prima volta in sei anni che ci auguriamo la buona notte, e dal sorriso storto che ha, credo stia pensando la stessa cosa.
 
< Buona notte anche a voi >.
 
Aggiungo guardando prima Black e poi Remus, ed infine mi dirigo verso le scale del dormitorio femminile.


---
Ciao a tutti coloro che sono giunti fin qui.
Ecco a Voi il primo capitolo di 4, la storia è già tutta scritta, e spero vi piacerà.
E' un'idea, confido di Vostro gradimento, che mi è venuta mentre sono alle prese con un'altro racconto ben più lungo e articolato, sempre riferito al contesto Malandrini, e che vorrei finire prima di iniziare a pubblicare.
Ho letto molte di queste storie e si assomigliano un po' tutte, a meno che non si prendano strade che si muovono lontane da quelle poche e sporadiche informazioni disseminate nei libri o in qualche dichiarazione che zia Row ha rilasciato.
Non ricordo di aver letto cose similari da cui posso aver preso l'ispirazione, ma se qualcuno dovesse accorgersi di eventuali rassomiglianze con qualche suo scritto e/o storie che ha letto, non esitate a segnalarmele.
Qualsiasi Vostro parere è ben accetto, positivo o negativo che sia.
Mi auguro che il mio modo di scrivere sia lineare e scorrevole, e che sia riuscito a trasmettervi quello che desideravo.
Scrivo per divertirmi, è un passatempo gradevole che vorrei coltivare, e confido in Voi per migliorarmi, soprattutto in vista dell'altro racconto che è ancora in stesura.
Grazie a tutti per l'attenzione.
Arkady

 
   
 
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