Era
pieno inverno e i due migliori agenti della Fenice inseguivano da
parecchio un pericoloso terrorista in fuga lungo una strada di
montagna quando Jack, all'ennesima curva a velocità
sostenuta, perse
improvvisamente il controllo dell'auto, che dopo un pauroso
testacoda, arrestò la sua corsa contro il muro della
galleria che
avevano appena oltrepassato. Il guidatore avrebbe poi scoperto che la
causa dell'incidente era una lastra di ghiaccio del tutto invisibile,
ma al momento poté solo registrare l'inutile avvertimento di
Mac di
fare attenzione a qualcosa e la pioggia di vetri che li
investì
entrambi alla rottura del parabrezza.
Appena
gli airbag si sgonfiarono, permettendogli di vedere di nuovo cosa
succedeva intorno a sé, scoprì con orrore, alla
mancata risposta
alle sue domande, che l'amico era privo di sensi.
Liberatosi
a fatica della cintura di sicurezza, si affrettò allora a
controllarne il battito appoggiandogli due dita sul collo, ma ben
presto, accortosi che toccarlo e parlargli era del tutto inutile,
afferrò il telefono per chiamare i soccorsi.
Con
il cuore in gola per la preoccupazione, capì a malapena le
istruzioni della donna che gli aveva risposto e l'ambulanza
sembrò
metterci ore ad arrivare.
In
realtà erano passati solo pochi minuti ma Mac era sempre
più
pallido, fatta eccezione per i lividi scuri che si stavano formando
nei punti in cui aveva picchiato la testa. Ripensandoci, Jack aveva
poi realizzato che a un certo punto, mentre la macchina si muoveva
per conto suo, l'aveva sentito finirgli addosso e gemere di dolore
prima di venire probabilmente sbalzato verso la portiera, contro la
quale era rimasto fino a quel momento. Gli era stato infatti
raccomandato di non muoverlo fino all'arrivo dei medici e l'ex
soldato, sia pure a fatica, aveva obbedito. Di danni ne aveva
già
fatti anche troppi quel giorno e non voleva rischiare di peggiorare
le cose.
Finalmente
avvistò nel buio le luci dell'ambulanza e di lì a
poco furono
entrambi fuori dall'auto, ridotta ormai a un ammasso di lamiere. In
un angolo del suo cervello, realizzò all'improvviso che il
criminale
era riuscito a fuggire indisturbato, ma in quel momento aveva occhi
solo per Mac. Non aveva capito molto delle parole dei paramedici ma
la situazione sembrava grave ed erano tutti intorno al ragazzo per
cercare di stabilizzarlo prima della corsa verso l'ospedale.
Con
le lacrime che pungevano agli angoli degli occhi, continuava a
sentire la sua voce che gli diceva di rallentare poco prima dello
schianto e il senso di colpa gli tolse quasi il respiro. Non se lo
sarebbe mai perdonato se gli fosse accaduto qualcosa di irreparabile,
visto oltretutto che lui, a parte qualche ammaccatura, ne era uscito
praticamente illeso.
Dopo
un tempo che gli parve infinito, uno degli uomini lo chiamò
e Jack,
salito con loro sull'ambulanza, prese delicatamente la mano
dell'amico, ancora privo di sensi, nel disperato tentativo di
convincersi che era vivo e sarebbe guarito come tante altre volte.
Le
ore in ospedale in attesa di notizie furono una vera tortura e la
diagnosi di un grave trauma cranico non migliorò certo le
cose.
Secondo i medici, era stato ancora fortunato, vista la dinamica
dell'incidente, ma la situazione era comunque seria e non era
possibile, per il momento, fare previsioni su un'eventuale ripresa.
Per questo motivo l'ex soldato si sentì rinascere quando
l'infermiera che se ne stava occupando giunse un attimo dopo ad
avvisarli che Mac aveva aperto gli occhi, nonostante tutto, e il
dottore, visibilmente sorpreso, gli permise di entrare per qualche
minuto.
Osservando
il suo sguardo stranamente vacuo, Jack non avrebbe saputo dire, in
realtà, se l'amico fosse consapevole o meno della sua
presenza ma a
un certo punto fu quasi sicuro che avesse ricambiato la sua stretta
per un singolo istante e questo bastò a restituirgli un
briciolo di
speranza. Non poteva e non voleva credere che la loro avventura
insieme fosse già finita e il tempo, per fortuna, gli diede
ragione.
La
convalescenza fu lunga e difficile ma alla fine il ragazzo, accudito
amorevolmente per mesi dal suo partner e dal resto della squadra,
sempre pronti a incoraggiarlo quando gli ostacoli sembravano
insormontabili, poté riprendere la sua vita di agente
segreto che
troppe volte aveva temuto di dover abbandonare, ma nessuno di loro
avrebbe mai dimenticato quel periodo con tutto il suo carico, nel
bene e nel male.
Prompt: Schianto
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi
sia piaciuta e che mi farete sapere che ne pensate, se vi va. Grazie
intanto per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo.
<3
Come
ho accennato nell'introduzione, la fic partecipa all'iniziativa
“Advent Calendar 2020”
indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort
Italia - Fanfiction & Fanart
(gruppo nuovo perché quello vecchio è stato
abbandonato, si spera
temporaneamente, per problemi di facebook). Mi raccomando,
ringraziate anche l'admin se questa cosina vi è piaciuta,
perché
senza di lei non sarebbe probabilmente mai nata. ;)
Se a
qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime
opere, saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto
augurandovi una buona notte e buona giornata per domani.
Bacioni
e alla prossima!
Ellygattina
P.S:
Una mia amica ha fondato da poco un gruppo facebook dedicato a Mac e
Jack. Passate a trovarci a
questo indirizzo, se anche voi amate questa coppia! ;)