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Autore: Dioni    15/12/2020    1 recensioni
In un mondo di eroi,mostri,uomini e dei,dove immense nazioni si fanno guerra per la supremazia,Milziade,un uomo dalle mille professioni e abile combattente viene contattato da Lucilla,una giovane sacerdotessa di Apollo per scortarla fino alla città-stato di Aegis,dove sa di poter trovare rifugio dalle grinfie di Nova,l'impero che lui legioni si spandono sempre più per posare il vessillo della'aquila dorata su nuove terre e su nuove razze e dal suo imperatore,Lucio Cornelio Silla,il segreto per la quale la ragazza e perseguitata,intrecciando così il suo destino con quello del mercenario,trascinandolo in un avventura che li porterà alla ricerca di un antichissimo potere,pari forse a quello degli dei stessi e che nelle mani sbagliate può cambiare il destino del loro mondo per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non ci volle molto per Milziade,Nym e Gordlack fuggire dall'accampamento degli invasori,l'intenso aroma floreale che volteggiava nell'aria dietro di loro si stava diffondendo a macchia d'olio per tutto il campo,soldati ogni tipo,razza e grado veniva invaso da quella che sembrava una nebbiola bluastra che si formava qualche secondo dopo che la presenza di quel dolce aroma invadeva il naso e facesse crollare a terra coloro che lo sentivano.

In nome di Odino,che diavolo è quella roba?” Chiese il nano mentre osservava il dilagarsi di quella nebbia dall'aspetto sinistro.

Tu pensa a muovere quel cavalluccio e non perderti in cose inutili,per ora allontaniamoci da qui.”,disse Nym con tono calmo e distaccato. Il ritmo sostenuto delle tre cavalcature era molto e spinto al massimo della loro prestanza,anche il più piccolo stava dando sfogo a tutte le sue energie e in qualche modo,nonostante le zampe tozze e la statura più piccola riuscì a stare al passo con gli altri due cavalli,nonostante anche il peso dell'armatura che il nano si portava appresso, Milziade era rimasto stupito da quanto quel piccolo equino potesse essere resistente. Arrivarono nei pressi dell'ingresso principale e la,dove i soldati a guardiato del perimetro del castrum presidiavano la porta,ancora incerti sul da farsi,in quanto incerti e confusi su quello che stava accadendo all'accampamento,dal loro punto di vista c'erano i tre figuri che avevano fatto passare all'interno del campo e ora stavano correndo verso l'uscita,dopo che una nube blu si stava spostando per tutto l'accampamento. Per loro era chiaro come il sole che c'entrassero qualcosa con tutto quello che stava succedendo. Milziade li vide e sospettò che avrebbero cercato di formare il muro di scudi,così da impedire loro di fuggire dal campo,mentre gli arcieri posti sul muro li avrebbero bersagliati una volta bloccati,bisognava fare qualcosa affinché ciò non accadesse. Fortuna che tra loro tre ci fosse un arciere.

Nym,che ne dici se....”,Milziade fece per parlare all'elfo ma questo aveva estratto l'arco e aveva già scagliato un paio di frecce contemporaneamente e aggiustando leggermente la mira scoccò,lasciando che le tue asticelle appuntite facessero il loro lavoro. Mentre i soldati si prepararono ad un approccio difensivo le due frecce andarono a colpire i due soldati al centro della formazione di scudi avrebbe tentato di trattenerli. Con tutto il metallo che avevano addosso era difficile che un colpo diretto sarebbe stato mortale per loro,ma c'era un buon motivo se gli elfi erano conosciuti come tiratori provetti. Fece volare le due frecce che andarono dritte contro due soldati al centro della formazione incompleta,il tempo di sentire le frecce sibilare vicino ai loro volti che andarono a sbattere contro le spalliere segmentate delle corazze e finire contro l'orlo degli elmi,sorprendendo le due guardie che non riuscirono a chiudere il muro per tempo,poiché si stavano già trovando contro i tre fuggiaschi a tutta velocità contro di loro. La devastante carica dei tre fu così intensa e aggressiva che i soldati che tentarono di bloccarli furono travolti dai cavalli e chi di loro fu spintonato o investito si ritrovò a terra,ancora vivo ma molto dolorante,permettendo così ai tre di uscire dalla porta principale e dirigersi in città e far ritorno alla torre. Entrare in un accampamento imperiale, sconfiggerne il comandante e uscire vivi non era un impresa che si poteva compiere come se nulla fosse e facendo sorgere il dubbio che forse solo una volontà divina avrebbe potuto compiere un miracolo simile. Ma poi il mercenario si ricordò che era spuntata quella nebbia bluastra che stava infestando l'intero castrum e pensò che ci fosse state veramente un intervento divino e quel dio ci tenesse veramente a lui allora non avrebbe salvato con quella comparsa inaspettata del loto azzurro,per cui no, semplicemente se l'erano cavata per un soffio. Quanto era bella quella sensazione,sapere di essere ormai al sicuro e che anche gli arcieri posti sulle mura tentavano di colpirli nonostante i loro bersagli fossero a cavallo e ormai lontani tentarono comunque di colpirli,senza il ben che minimo successo e lasciandoseli scappare,solo per finire anche loro travolti da quel profumo inebriante e collassare a terra anche loro.

Ci è andata bene,questa volta abbiamo rischiato veramente grosso,di un po' matto di un umano,come ci riesci?”, Chiese Gordlack dubbioso diretto a Milziade.

Riesco in cosa?”

A inimicarti tutti quelli con cui a che fare,ti conosciamo da meno di ventiquattro ore e ti abbiamo visto combinare più casini di un orco in una taverna.”

Forse è dovuto al mio fascino,voglio dire,non sono io che cerco i casini sono i casini che cercano me. Io sono solo un umile mercenario che cerca qualche incarico solo per poter riempire lo stomaco...e la coppa del vino.”

Sarà ma secondo me porti sfortuna.”

Il mercenario non disse nulla riguardo a quel giudizio,anche perché sentire Gordlack parlare non era esattamente tra le sue priorità e perciò non gli importò molto. La sua mente era diretta completamente altrove e diede un sguardo al castrum che si erano lasciati indietro,un intera guarnigione pronta alla battaglia ora giaceva a terra,addormenta e completamente indifesa,facile da uccidere anche nel caso qualcuno fosse stato tanto resistente da non giacere al suolo come tutti gli altri,si sarebbe ritrovato con gli stessi effetti che sente un uomo dopo una gara di bevute con l'ubriacone del villaggio e perciò vulnerabile. Il loto azzurro,conosceva bene i suoi effetti e quanto potente potesse essere, ma c'era una persona sola che conosceva in grado di farne una nebbia tanto grande e densa da stendere così tante persone in così poco tempo e lui sperava vivamente che non fosse li in città di Aegis .Perché se le cose stavano a così allora sarebbe stato meglio tenersi pronti all'ennesimo incontro,cosa che non aveva intenzione di fare. Ora che erano fuori pericolo poterono tornare nella città-stato di Aegis,dove le grinfie dell'impero non avrebbe potuto raggiungerli,non con un esercito fuori gioco dal profumo di un fiore.


Aveva perso,lei era stata mandata per sottomettere la città dalla bianche mura e aveva perso,era andata per catturare,o in quel caso,uccidere una principessa traditrice e dichiarata nemico dallo stato e lei aveva perso. Era stata insultata,umiliata e sbeffeggiata di fronte ai suoi soldati,da un banale e patetico uomo da niente e lei aveva perso per mano sua e di quel dannato cavallo. Era la giornata più nera di tutta la sua carriera militare. Il suo esercito era impotente,le sue mire sulla principessa andate in fumo e lei era stata sconfitta di fronte a tutti i suoi uomini e onta peggiore di quella non poteva immaginarla. Lei non era caduta sotto l'influsso del loto azzurro per via dell'elmo,reso magico anche quello e quindi poteva fornire una protezione eccellente anche dalle sostanze volatili come quelle. Ma anche se non respirava la stessa cosa che aveva steso la sua legione era chiaro che la battaglia era ormai persa in partenza e l'assedio era stato un fiasco completo e quando l'imperatore sarebbe venuto a saperlo,perché sarebbe venuto a saperlo,avrebbe dovuto dare spiegazioni di persona per quella disfatta e lei sapeva bene che farlo arrabbiare era un rischio molto alto per essere uccisi di sua mano,nel senso letterale del termine. Ma proprio quando le sorprese erano finite ecco che ne arrivava un altra. Nel mezzo della fitta nebbia blu intravide a malapena la figura di un uomo ancora in piedi,ma non riusciva a definirlo con esattezza e quindi non poteva vedere con chiarezza chi era ne tanto meno cosa voleva.

Non temere,Nevia Placidia Sannita,sappi solo che la tua ora non è ancora giunta e che il tuo imperatore ha bisogno ancora di te.”

Chi sei tu?”, disse lei debolmente mentre a malapena riusciva a reggersi in piedi.

La figura si fece ancora più vicino a Nevia mostrandosi più chiaramente allo sguardo della donna. Era un uomo giovane,dai capelli corti e castani, con gli occhi verdi e indossava una lunga veste bianca con sopra un corto mantello rosso decorato con due fibule nere,al cui centro erano intagliati in un immagine di Giove e nell'altra quella di Apollo.

Chi sei? E perché tu non sei svenuto come tutti gli altri? Conosco ogni sacerdote dentro la mia legione e tu non sei nessuno di loro.”

Il mio nome è Permone e in questo preciso istante non mi trovo di fronte a te.”

Che stai dicendo? Ti vedo con i miei stessi occhi.

Puoi star certa che non mi trovo fisicamente qui e se lo fossi non potrei parlare con te. Ora,tu è il tuo esercito non potete combattere contro le forze di Aegis,tuttavia,posso offrirti protezione.”

E come?”

Abbi fede comandante,poiché il futuro si trova sulle ginocchia di Giove.”

E così dicendo l'immagine dell'uomo si dissolse poco alla volta,come una nube di fumo soffiata via da un vento immateriale,lasciando basita la donna che non seppe spiegarsi cosa fosse appena successo. Rimase da sola nel suo accampamento,senza possibilità di vittoria,senza alcun soldato pronto al combattimento e senza alcuna risposta su quello che era successo. Poteva solo aspettare senza poter fare nulla.


I tre fuggiaschi si erano ormai messi in salvo dalle grinfie della legione che stava per assediare Aegis e nell'avvicinarsi alle bianche mura videro i soldati alleati marciare nella loro direzione. Le prime linee di fanteria erano ben visibili e si distinguevano molto chiaramente per la loro formazione tipica degli opliti,una lunga linea di uomini,armati di tutto punto che sfruttavano la presenza dell'hoplon, il grande scudo rotondo originario delle terre di Argo e con gli elmi visibili da lontano,tanto che erano riconoscibili a grande distanza e dietro di essi vi erano anche le unità più leggere,come gli arcieri e i frombolieri,uomini dotati della frombola,una lunga fionda fatta di cuio il compito principale era lanciare sassi rotondi attentamente levigati per poter avere la massima efficienza contro i nemici,che anche se ben protetti rischiavano di restare tramortiti per colpa del sasso scagliato contro le loro teste e nei casi più gravi anche la morta immediata,cosa che faceva di quei propulsori di pelle animale delle armi tanto semplici quanto letali. Ai lati della fanteria pesante e dei tiratori erano presenti altre truppe,molto differenti da quelli presenti nella zona centrale. Piccole squadre formate da individui di ogni razza presente ad Aegis formavano le squadre più disparate,ma tutte formate in modo da formare unità solide e compatte. Come ad esempio i nani armati di lunghe lance a due mani in grado di respingere le unità di cavalleria,gli gnomi spadaccini protetti da leggere protezioni metalliche e armati solo di una spada corta dalla lama ricurva,ideale per attacchi veloci e schermagli improvvisate,dato il vantaggio della loro bassa statura erano in grado di spostarsi nella mischia generale con relativa facilità e rendere più difficile colpirli negli scontri ravvicinati.

I tre si arrestarono un attimo di fronte all'armata che gli si muoveva incontro e videro l'enorme muro prima linea avanzare come un sol uomo,con una marzialità e una precisione tali da non invidiare per nulla le formazioni e l'addestramento delle legioni di Nova.

E per oggi abbiamo dato abbastanza ragazzi,consiglio vivamente di tornare in città e goderci una pausa più che meritata. Sia chiaro però,io per almeno mezza giornata non voglio vedervi,giusto il tempo di riposarmi per conto mio.”,disse Milziade con tono rilassato.

E con il consiglio come fai? Vorranno sapere com'è andata al campo dei noviani e capire cos'era quella nebbia blu comparsa all'improvviso.”, Disse Nym con tono serio.

Sono certo che voi due saprete compiere questa nobile impresa anche senza di me,lascio tutto nelle vostre mani,ripongo una grande fiducia nelle vostre capacità oratorie.”

Mentre avanzavano verso le truppe i tre rallentarono la corsa,ormai in prossimità della prima fila di opliti. Tra loro però vi era presente anche un individuo che col resto dell'esercito non centrava assolutamente nulla. Era il mago,facilmente distinguibile con il suo vecchio abito blu e il suo bastone,anche perché stava fluttuando sopra le truppe in movimento. All'improvviso l'intero esercito si arrestò di colpo e l'unico a muoversi tra di loro fu la figura del mago che sorvolando i soldati si avvicinò al trio in traiettoria rapida e lineare.

Che notizie portate dall'accampamento dei nostri assalitori?”, Chiese il mago in tono piatto.

E tu che ci fai qui? Credevo che saresti rimasto a palazzo insieme a quei simpaticoni del consiglio.”, Disse Milziade con tono rilassato.

Sono venuto a verificare di persona se l'esito degli eventi e stato proficuo per la nostra situazione. E poi, ho percepito la presenza di un altro individuo,ma non saprei dire chi sia veramente. Voi intanto andate,parleremo dopo.”

Non me lo faccio ripetere due volte.”, e senza neanche pensarci su Milziade si rimise in marcia verso la città,seguito dal nano e dal suo piccolo destriero,mentre si facevano spazio tra le formazione dell'esercito cittadino. Nym invece restò fermo sul posto,mentre distrattamente osservava la sagoma del mercenario farsi sempre più piccola all'orizzonte,con dubbi e domande su chi fosse veramente quello strano umano.

Qualcosa non va Nym?”, chiese il mago con tono garbato.

No....però quel mercenario è un tipo strano.”

Che intendi dire?”

Non lo so nemmeno io....però ho la strana sensazione che non la racconti giusta,temo che dovremmo stare attenti anche a lui.”

Dici che non c'è da fidarsi?”

Assolutamente,non partecipa a questa spedizione per dovere,ma per ricavarne un profitto. Infondo è un mercenario,potrebbe passare dall'altra parte e venderci per un prezzo più alto.”

N'è dubito,gli ho imposto il marchio,sa bene cosa gli succederà se trasgredirà il suo compito. E poi il compenso per le sue imprese è già stato deciso è lui ha accettato di buon grado. Puoi star certo che non ci tradirà così facilmente. Ora vai,stanno per giungere problemi che al momento nessuno di voi può affrontare”

E senza discutere l'elfo avanzò in mezzo ai ranghi deciso a seguire le istruzioni del vecchio incantatore,mentre i soldati,ligi ai doveri cittadini,attendevano immobili l'ennesimo ordine da eseguire. Nel frattempo, Milziade e Gordlack raggiunsero le bianche mura della città,la cui stazza rappresentava in tutto e per tutto il valore difensivo di quella difesa imponente,la cui vista meravigliava e metteva in soggezione chiunque le ammirasse,che fossero viaggiatori,locali o invasori. Fortunatamente il portone era rimasto aperto per far uscire gli ultimi soldati della retroguardia ed approfittando dell'occasione i due entrarono in città senza troppe scuse. Normalmente sarebbero stati fermati dalle guardie che presidiavano la porta,ma visto che erano state date specifiche direttive verso i tre accompagnatori di Lucilla e averli visto sia andare che tornare non ebbero problemi a passare,anche se era piuttosto insolito che degli stranieri potessero oltrepassare le mura cittadine come se nulla fosse,sopratutto in quella situazione critica. L'atmosfera in città era ben visibile già dopo aver fatto i primi passi in città, le molte persone presenti in strada avevano formato una massa preoccupata e timorosa di un attacco nemico,sapendo bene che un esercito stava si assediando le mura della loro città,ma non si aspettavano certo uno scontro in campo aperto,cosa aveva preoccupato la popolazione più del solito,non abituati alla vista di assalti diretti ad Aegis. Vedendo ciò il mercenario girò lentamente il cavallo di lato e si allontanò poco alla volta,un passo dopo l'altro e il nano accortosi della cosa lo richiamò a se.

Ehi,dove pensi di andare?”

L'ho detto prima, ci vediamo dopo.”

Ma dove vai?”

Ovunque possa trovare un minimo di pace,mettermi qualcosa di caldo nello stomaco e riposarmi come merito. E poi dopo quello che ho fatto sono un eroe,merito anche io una pausa no?”

E così facendo Milziade se né andò,lasciando Gordlack da solo col suo piccolo cavallo,mentre la figura del mercenario si allontanava sempre di più,mentre la folla,nervosa,restava nei pressi della porta,in attesa di ricevere risposta dall'esercito che sarebbe tornato in città.

FA COME VUOI RAZZA DI STUPIDO,MA SE POI QUANDO TORNI A PALAZZO TI DANNO UNA STRIGLIATA NON VENIRE A LAMENTARTI DA NOI CHIARO?”,urlò il nano per farsi sentire in mezzo alle mille voci li presenti,ma l'umano non si girò e continuò per la sua strada senza che abbia ascoltato una singola parola del suo basso compagno di squadra,che rimase li,in attesa di Nym che era rimasto indietro per ragioni che il nano in quel non comprendeva. Milziade nel frattempo si allontanato abbastanza da poter di nuovo sentirsi libero,proprio come lo era il giorno precedente,prima si fosse unito a quello che lui considerava una specie di circo ambulante. Molte persone intorno a lui spingevano e sgomitavano per farsi spazio e giungere nei pressi delle mura,dalla quale le guardie avrebbero dato notizia sull'esito dello scontro con l'esercito invasore,che si era occupato poco fuori alla città. Milziade sorrideva con amarezza pensando a tutta la fatica che aveva fatto per sopravvivere allo scontro quella pazza furiosa del comandante noviano,giunto al campo solo per invitare,a modo suo,un intera legione a lasciar perdere l'assedio e tornare a presidiare i confini imperiali. Ci era riuscito rischiando anche di perdere la testa e per questo non sarebbe stato ringraziato,fare la vita del mercenario sarà stata anche fruttuosa per certi versi,ma buona parte del tempo era una vita ingrata. Potevi essere assunto per fare la guardia ad un nobile che si era inimicato un rivale politico e a fine contratto,se tutto andava bene,ricevevi per intero la paga prestabilita e tanti saluti,senza neanche troppe cerimonie,oppure potevi essere ingaggiato come cacciatore di mostri occasionale,non molti uomini prezzolati andavano a scontrarsi con qualcuno che non fosse un umano o una creature simile,troppi rischi e la maggior parte di loro non tornava a casa. Ma per Milziade era diverso,aveva una certa esperienza anche con creature all'infuori dell'ordinario,buona parte delle volte erano delle tane di goblin oppure uno stormo di arpie che aveva preso di mira nave di un commerciante di pesce. Ogni lavoro andava bene,purché non fosse troppo immorale,rifiutava sempre lavori come sicario o la riscossione dei debiti,incarichi fin troppo personali e di solito andavano a prendere un qualche poveretto che probabilmente o non c'entrava niente o si era ritrovato in una situazione sfortunata,Milziade era fatto così,nulla di più e nulla di meno, incarico,soldi,un altro incarico e altri soldi,la sua vita era così e a lui non dispiaceva...il più delle volte. Si era inoltrato ancor di più tra le strade vicino alle mure allontanandosi dalla marmaglia che si era compattata vicino alle bianche difese della città. Le strade erano quasi vuote e lui continuò per la sua strada incrociando di tanto in tanto qualche cittadino che si rintanava in casa oppure un gruppo di ragazzini che venivano portati a forza da i genitori a rientrare in casa per paura che potesse succedergli qualcosa visto che buona parte delle guardie e dei soldati erano fuori dalle mura a combattere e per strada c'era il timore che squadre di furfanti e sciacalli occasionali girassero per le vie secondarie e approfittare dell'occasione per derubare qualcuno o entrare a casa di un ignaro cittadino e portare via denaro e oggetti preziosi. Stava svoltando ad un angolo di una stradina deserta,quando ad un certo punto sentì un leggero profumo farsi appena sentire nell'aria del vicolo,subito Milziade sentì il bisogno di mettere mano alla spada nel timore che anche lui svenisse come era successo ai legionari nell'accampamento,ma subito si accorse che l'odore era diverso,ugualmente buono,ma diverso. A naso avrebbe potuto dire che ricordava un misto di latte e menta,cosa che lo fece desistere dall'estrarre la lama,ma non per questo lo rese più rilassato e con sguardo perso nella via di fronte a lui si diede per vinto capendo ormai con cosa avesse a che fare...o con chi.

Puoi anche uscire allo scoperto Amunet,immagino che lo spettacolo che ti sei goduta prima ti sia decisamente piaciuto.”

E da uno dei vicoli adiacenti uscì la snella figura di una ragazza dai tratti ameniti,ricordava bene i suoi occhi di gatta e il suo sguardo furbo,con un leggero tratto di malizia nei suoi occhi,cosa che la rendeva sensuale e al tempo stesso pericolosa,cosa che lui sapeva bene e dalla quale cercava di stare attento il più possibile.

Vedo che dopo tutto questo tempo ti ricordi ancora di me,allora dimmi,com'è il tuo nuovo incarico?”, disse lei mentre si appoggiava al muro adiacente con fare attraente.

Ne ho avuto di migliori,ma non mi lamento più di tanto,tu piuttosto perché sei qui? Non dirmi che anche tu centri con questa storia.”

Io? Mah chissà,forse percorriamo la stessa strada ma con obbiettivi differenti. Vedo che ti trovi bene con i tuoi nuovi amici,conoscenze interessanti?”

A tal punto che intendo averci a che fare il meno possibile,tu del resto da quello che ricordo non sei il tipo di persona che fa amicizia con qualcuno se non né ricava un profitto.”

Così mi ferisci soldatino,fai di me il mostro che non solo,sappi che non fosse stato per me saresti caduto in mano di un esercito noviano e tu sai bene che le legioni non ci vanno tenero con i prigionieri di loro interesse.”

E se non fosse per me tu saresti stata spacciata decine di volte se non fossi intervenuto io a salvarti,ti sei dimenticata di quella volta che hai pensato bene di derubare un signore della guerra delle tribù libere nella sua stessa tenda?”

Mi era stato detto che il campo era libero e non correvo rischi,quella guardia corrotta mi ha tradito all'ultimo. Tu piuttosto non ti eri ritrovato solo,all'interno di una piramide dove guarda caso la sottoscritta e giunta in tempo a salvarti la vita da un branco di scarabei giganti?”

E stato un caso che avessero fatto il nido vicino alla camera del tesoro e se proprio vuoi saperlo potevo anche scappare senza bisogno del tuo aiuto,erano grossi ma per niente veloci. Comunque, se hai qualcosa da dirmi fa in fretta,perché sto morendo di fame e sentirti parlare non riempirà il mio stomaco.”

Conosco un posto in città dove fanno autentica cucina Amenosita degna di un faraone. Vieni ti faccio strada.”


Lucilla era ancora spossata per quello che le era successo quella mattina. Le era stato portato un piatto di minestra di verdure,con pane morbido come contorno nel caso il suo appetito avesse bisogno di qualcosa di più sostanzioso che riempire lo stomaco,ma mangiò quanto bastava per rimettersi in forze e si rimise a letto,coperta e tenuta al caldo nonostante fosse estate e fuori facesse un discreto caldo. Il suo corpo era ancora debole e brividi freddi dovuti allo sforzo e alla perdita di sangue che aveva vomitato in precedenza la rendevano debole e incapace di fare un qualunque sforzo per potersi di nuovo muovere con le proprie gambe. Osservava il soffitto,mentre con una mano si stuzzicava l'anello che si era rimesso al dito facendolo girare,cosa che faceva tutte le volte che sentiva il bisogno di tornare alla mente a ricordi per lei importanti,se non addirittura indispensabili. Ripensò a casa sua,vicino alla città di Nova,dove la villa di famiglia sorgeva in mezzo ad una natura bucolica e tranquilla e le colline facevano da sfondo per il rilassante panorama.

Ricordava come i campi d'erba risplendevano alla luce del sole come un grande mare di smeraldo e le colline erano grandi onde di terra immobili che si illuminavano di un pallido arancione quando il sole sorgeva e poi si tingevano di un forte arancione al tramonto. Da quello che ricordava le era sempre piaciuto il giorno,il momento della giornata più energico e vitale si potesse vivere e quando usciva per giocare in giardino o quando leggeva i testi degli antichi saggi sotto le fronde del grande Olmo del suo giardino sentiva quella luce raggiungerla anche tra le fronde degli alberi sentiva il calore del sole toccarla delicatamente,dandogli un senso di benessere unico nel suo genere e quella grande stella che svettava nel cielo come un re glorioso la faceva sentire protetta e al sicuro. Ma crescendo si accorse che per quanto caldo fosse il sole non poteva distruggere il male che dimorava sulla superficie del mondo illuminato,male che aveva travolto lei e suo padre due anni prima che lei lasciasse la Domus Lucis senza il consenso imperiale e che il farlo l'aveva resa una fuggitiva,una reietta della sua stessa casa,del suo stesso trono e del suo stesso impero,che per diritto le aspettava e che le era stato sottratto da Lucio Cornelio Silla,un uomo spietato e violento. Non avrebbe mai potuto dimenticare,nemmeno volendo,il giorno in cui la sua vita era cambiata per sempre,il giorno in cui aveva perso tutto per colpa di un solo,singolo,uomo. Ricordava ancora il suo volto,lo vide una sola volta,ma gli fu sufficiente per ricordarsi il suo aspetto, occhi azzurri privi di qualsiasi pietà,pieni di un incandescente ferocia mentre sul volto,liscio e scultoreo,la rigidità dei muscoli del volto non traspiravano alcuna emozione, se non un impassibile volontà di avanzare.

Padre...”

Disse la giovane mentre una lacrima traditrice le scese da un occhio rivelando a se stessa che era tornata con la mente ad eventi più oscuri del presente. All'improvviso però udì due colpi alla porta,qualcuno stava bussando.

Lucilla,sei sveglia? Sono Braxus,posso entrare?”

Lei si riprese dai suoi pensieri e portandosi una mano sulla parte bagnata del volto si tolse i segni della goccia che le aveva rigato il viso e si tolse dagli occhi l'acqua restante,scacciando insieme ad essa buona parte della malinconia.

Si...entra pure.”,disse lei sforzandosi di alzare la voce.

La porta si aprì e il giovane entrò nella stanza,poi chiuse la porta lentamente e in pochi passi fu vicino al letto dove Lucilla stava passando la sua convalescenza. Sul volto di Braxus si poteva leggere chiaramente uno sguardo preoccupato, poiché vedere la ragazza ridotta in quelle condizioni lo spaventava più di affrontare un branco di leoni,circondato ed armato solo di un pugnale.

Come stai?”,chiese lui titubante.

Bene,il mago dice che sono fuori pericolo,ma che ho ancora bisogno di un po' di riposo. Pare che abbia rischiato di bruciarmi da sola,sono proprio una stupida non trovi?”,disse lei ridacchiando alla fine della frase,come a voler sdrammatizzare la sua situazione.

Ma che dici? Non pensarlo neanche per scherzo,tu sei stata fortissima a giungere fin qua con così poche persone a proteggerti,quello che è successo oggi è stata una cosa inaspettata certo,ma devi tenere conto anche del fatto che ti sei sottoposta ad uno sforzo immenso per poter arrivare ad Aegis giunto in tempo per poterti sottrarre alle grinfie di Silla,questo deve pur dire qualcosa.”

Spero di si,ho rischiato di morire per colpa di un incantesimo che ancora non so gestire al meglio,mi spiace solo di darvi così tante preoccupazioni.”

Tu adesso non pensarci e continua a riposarti,devi riprendere le energie se no non potrai riprendere la missione. E comunque per ora non potremo andare da nessuna parte finché quell'armata noviana resta accampata fuori dalle mura,quindi adesso stai calma e guarisci,va bene?”

Lei annuì con la testa mentre lui le rimboccava la calda coperta che la circondava,poi si guardò attorno e vide che la camera del mago era piena zeppa di pergamene,pietre runiche e altre curiosità magiche. C'erano ben tre scaffali,di cui due pieni zeppi di rotoli di papiro e altri scritti di vario genere e un altro pieno di oggetti curiosi,come una palla di cristallo,un mucchietto di pietre runiche,un piccolo specchio col manico a forma di serpente e altre cose della quale Braxus non ci capiva niente e che sapeva bene era meglio non toccare.

Comunque,ti ringrazio per esserti unito anche tu in questa impresa. Il tuo aiuto è più che apprezzato in questo gruppo.”

Figurati e poi da quanto tempo ci conosciamo? Quattro-cinque anni al massimo? Se non fosse stato per tuo padre io avrei continuato a combattere nell'anfiteatro fino alla mia liberazione o fino a quando non sarei morto per mano di un altro gladiatore o tra le fauci di una bestia feroce. Se sono libero e ho acquistato la mia dignità come persona lo devo a lui. Non hai nulla di cui dover ringraziare,anzi sono io che devo a te e a tuo padre la persona che sono oggi.”

Grazie,sei un buon amico.”

Si...amici.”

E in quel momento la ragazza tornò a sorridere sapendo che al suo fianco aveva persone come Nym,Gordlack e Braxus della quale poteva fidarsi ciecamente e sulla quale poteva contare quando lei si sentiva più sola e l'aiuto di una mano amica si sarebbe mostrata a lei con lo stesso candore della luce di un sole di primavera pronto a scacciare le tenebre quando più si sarebbero fatte cupe ed opprimenti. Braxus dal canto suo sapeva che Lucilla era una ragazza sensibile e che quando ne sentiva il bisogno avrebbe dovuto avere qualcuno vicino a rincuorare la sua amica quando più l'avrebbe vista a terra e sconsolata. Ma dentro di lui qualcosa gli fece sentire un piccolo vuoto vicino al cuore,sentirsi chiamare amico in qualche modo lo faceva sentire bene quando stava con lei,ma allo stesso tempo era come se una fitta nel petto lo facesse sentire male. Non sapeva definirlo e forse era solo una sua impressione, ma in ogni caso le sarebbe stato accanto per sempre,fino a che non sarebbe stato libero dal suo giuramento,ma forse da qualche parte nel suo essere sperava che quel giuramento non dovesse mai essere mai sciolto.



Ci avevano impiegato meno di un ora a giungere nella taverna indicata da Amunet. La vacca abbondante, una bettola che dall'aspetto esterno non sembrava nulla di che,si trovava vicino alla strada principale. Dall'aspetto non sembrava un posto così esclusivo,l'aspetto era quello di una classica taverna amenita,un grande edificio rettangolare ricoperto da stucco bianco e l'immagine di una grossa vacca dalle lunghe corna appuntite,con un grosso disco rosso in mezzo ad esse a simboleggiare il sole,disegnata di profilo,nel tipico stile del regno delle piramidi. Era facile dedurre che nonostante il richiamo alla terra natia quella bettola non poteva essere stata fatta allo stesso modo dello stile che voleva imitare,primo perché se fosse stata fatta veramente con mattoni di fango allora in caso di pioggia violenta non sarebbe resistita nemmeno un giorno e inoltre il tetto era fatto di legno e non con un semplice rivestimento di paglia com'era tipico dei territori più caldi,per qualcuno che aveva viaggiato tanto come lui ne aveva viste di cose e di certo Milziade avrebbe riconosciuto gli evidenti errori stilistici lontano miglia. Ma aveva troppa fame per badare con voglia a queste attrazioni da locali che avevano voglia di mangiare qualcosa di esotico e decise di seguire la donna senza fare troppe storie dentro la locanda,ma prima avrebbe lasciato Briseide nella piccola stalla li vicino,per comodità avrebbe potuta legarla fuori,ma essendo estate ed era mezzogiorno passato era chiaro che la giornata sarebbe stata calda anche se si fossero trovati in montagna e non se la sentiva di lasciarla sotto il sole,per cui ci mise il suo tempo a legarla all'ombra vicino all'abbeveratoio e ad una balla di fieno nel caso avesse avuto fame,prese i soldi che aveva ricevuto come paga per scortato la principessa fino ad Aegis e li divise a metà,una parte se la sarebbe tenuta con se e l'altra l'avrebbe lasciato dentro la borsa,così nel caso avesse perso i soldi in un modo o nell'altro né avrebbe avuto una parte con la sua fedele compagna così da aver un gruzzolo d'emergenza e alla fine entrò. Il locale all'interno era molto più apprezzabile di quello che sembrava dall'esterno,l'atmosfera all'interno era colmo dell'odore del pane appena sfornato e il dolce aroma delle tante pagnotte calde lo aveva già preso alla gola,mentre nel contempo aveva seguito la ragazza ad un basso tavolo,un piccolo tavolino quasi a raso terra dove i clienti mangiavano sopra una stuoia di papiro poggiata a terra sulla quale Milziade non si sentiva poi così scomodo come credeva. Era molto che non aveva a che fare con le usanze tipiche di quella civiltà del deserto. Arrivarono le pietanze per entrambi:Amunet aveva preso un piatto d'anatra accompagnata con verdure miste,un po' di pane non lievitato e un bicchiere di vino rosso,mentre Milziade aveva preso un grosso pezzo di manzo cotto in una salsa d'erba cipollina ed aglio,portato insieme ad un piattino di dolci fatti di zucchero e mandorle,il tutto accompagnato da un grande bicchiere di birra scura.

Allora Amunet,mi spieghi perché ti trovi in città?”,chiese Milziade mentre con un coltello tagliava una parte di carne e se la portava alla bocca.

Sei serio? Sai già la risposta a questa domanda.”,disse lei mentre masticava un po' di pane.

Ma perché qui ad Aegis,se anche sei immischiata con questa assurdità sapevi benissimo che saremmo giunti fin qua,immagino però che tu sia giunta qui ben prima del nostro arrivo.”

Una settimana fa per l'esattezza,ma come ben sai non posso dirti nulla,se non che tu e i tuoi nuovi amici siete in gravi guai.”

Davvero? Avanti dimmi qualcosa che non so.”,disse lui prima di bere un sorso di birra.

Lei prese qualche pezzo d'anatra insieme a un po' di cipolla che mandò giù con un sorso di vino,si guardò attorno e poi ricominciò a parlare.

Posso solo dirti questo e sappi che te lo dico solo perché sei tu. Il regno di Amenosi ha iniziato a mandare spie in tutto l'impero,con lo scopo di tenere conto delle vostre traccie,ovviamente sanno della fuga di Lucilla dai suoi doveri come sacerdotessa di Apollo e queste ha destato preoccupazioni al vertice del potere,sapendo che se l'imperatore dovesse mettere le grinfie sul vostro bottino sarebbe una catastrofe.”

Posso immaginarlo.”

Passò una decina di minuti mentre tra un morso e un altro finivano il loro pasto in tutta tranquillità,sopratutto per Milziade che finalmente era riuscito a staccarsi dal nano e dall'elfo e avere così del tempo tutto per se e potersi godere del meritato riposo. Certamente non poteva dire che stare a contatto con quella gatta di Amunet lo facesse sentire al sicuro,ma se non altro si poteva dire che lei era del suo stesso ambiente e la cosa lo faceva sentire più suo agio pur non dimenticando di non adagiarsi sugli allori. Ora che i piatti erano vuoti e il loro bere era concluso il mercenario si guardò attorno,notando che molti dei presenti erano ancora intenti a mangiare e pensare agli affari propri,poi si rivolse alla ragazza con tono tranquillo.

Bene Amunet,adesso che abbiamo finito che ti va di fare?”

Non saprei,tu a cosa pensavi?”,disse lei in maniera provocante,alludendo a un qualche poco velato doppio senso.

Alla stessa cosa che pensavi tu...ma senza che i tuoi amici ci seguano,sai,certe cose mi piace farle ancora alla vecchia maniera.”,disse lui indicando due energumeni a qualche tavolo indietro. Dalla faccia di Amunet si capiva la delusione di non essere riuscita a farla al vecchio collega e che i suoi due scagnozzi che gli facevano da guardie del corpo non erano passate inosservate. Sapeva bene che Milziade era un tipo guardingo e attento ai dettagli,ma si chiedeva sempre come riusciva ad essere così intuitivo.

Forse la prossima volta mio caro,oggi la mia lista e piena di impegni e non vorrei arrivare in ritardo.”

Come immaginavo...”

Il guerriero si alzò,lasciò due scudi d'oro sul tavolo.

Tranquilla offro io. E stato un piacere rincontrarti,ci vediamo.”

Disse lui prima di allontanarsi ed uscire dal locale,mentre lei lo osservava allontanarsi seguendo con lo sguardo interessato i movimenti di quel corpo scultoreo e dei muscoli ben allenati del mercenario che poco alla volta sparivano dalla sua vista.

Prego soldatino,il piacere e stato tutto mio.”

Parlò tra se e se mentre pensò con riluttanza al dover sopprimere i suoi istinti animali,sapendo bene e più di una volta come Milziade sapesse quali fossero le abilità di Milziade,anche quelle sotto le coperte. Tirò un sospiro di rassegnazione e si consolò a malapena sapendo che quello non sarebbe stato il loro ultimo incontro.

  
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