Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lisbeth Salander    15/12/2020    6 recensioni
Raccolta, senza pretese, di brevi momenti di vita tra James e Lily.
1. You're the One that I want
2. Viceversa - che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male
3. Tutta colpa di Trasfigurazione Oggi
4. Once in fifteen minutes [dalla Serata Drabble organizzata da Gaia Bessie su Facebook]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A Gio,
che ha trovato il filo rosso
e non lo ha mai lasciato andare
 
Tutta colpa di Trasfigurazione Oggi

 
Hogwarts
19 dicembre 1976

La professoressa McGranitt non nasconde un sorriso colmo di orgoglio mentre mostra ai «suoi migliori alunni» la lettera del Direttore di Trasfigurazione Oggi che le ha annunciato che Lily Evans e James Potter saranno insigniti del premio Miglior Nuova Promessa1 grazie al loro ultimo saggio.
Lily, con le braccia conserte nel tentativo di reprimere l’agitazione, non può fare a meno di rintracciare con la coda dell’occhio il suo compagno di studi e di premi. 
Non si stupisce nel notare che dondola su se stesso, incapace di star fermo per più di tre secondi.
«Vi renderete conto di cosa significa aver ricevuto questo premio» insiste la Professoressa, fissandoli entrambi ed indugiando qualche istante in più su James.
«Certo, Professoressa» si affrettano a rispondere in coro.
«Dalla rivista mi hanno mandato alcuni appunti per adattare il vostro saggio. Necessita di pochi aggiustamenti ma dovreste lavorarvi per aggiungere un paio di approfondimenti» conclude indicando quelli che sono almeno due rotoli di pergamena mentre Lily sente il proprio sopracciglio destro inarcarsi in segno di disappunto alla parola «pochi».
«Mi scusi, Professoressa» la interrompe James con voce stranamente stridula, «Non mi sembrano esattamente un paio di argomenti».
La McGranitt non esita un solo istante a guardarlo in tralice, mostrando tutto il suo disappunto per il fuoriluogo commento di Potter.
«Potter, lei e la signorina Evans avete ricevuto questo Premio meritatamente, direi. Non vi costerà niente apportare delle migliorie e ricordo ad entrambi che non accetto che vi tiriate indietro dal fare meno di un lavoro esemplare» conclude lapidaria.
Prima che James possa replicare nuovamente e rischiare di indisporre la McGranitt, nonostante sia di gran lunga il suo allievo preferito, Lily decide di prendere le redini della situazione.
«Professoressa, tra due giorni sia Potter che io torneremo a casa per le vacanze di Natale. Entro quando dobbiamo fare questo lavoro?».
La McGranitt sorride enigmaticamente mentre, dopo un impercettibile movimento di bacchetta, compaiono sulla sua scrivania degli enormi volumi.
«Entro il dodici gennaio dovremo inviare gli accorgimenti. Dovrete lavorare nelle vacanze di Natale. Vi ho risparmiato del tempo, selezionando io stessa i libri che dovrete consultare».
«Ma, Professoressa, il Natale!» protesta James avvicinatosi ai libri incriminati.
«Signor Potter, tra qualche mese sarà un mago maggiorenne. Immagino che potrà trascorrere le sue vacanze natalizie impegnandosi per il suo futuro e non soltanto a giocare a Sparaschiocco con il Signor Black. Intanto, auguro ad entrambi buone feste e, soprattutto, buon lavoro» conclude, abbandonando l’aula di Trasfigurazione e lasciando soli lei e Potter.
Lily sospira sconsolata all’idea di passare le vacanze natalizie a studiare più del necessario mentre tenta di incastrare alcuni dei libri nella borsa e di impossessarsi della pergamena prima di James.
«Brillante idea tirar fuori il Natale» commenta in tono di rimprovero.
«Evans, il Natale a casa Potter è sacro. È la mia festa preferita e poi quest’anno c’è anche Sirius da noi. Deve essere un Natale speciale» spiega mentre si trascinano fuori dall’aula.
«Ho la sensazione che la McGranitt non sia d’accordo con te, Potter. In ogni caso, credi sia meglio dividerci i libri e poi comunicarci via gufo le modifiche che abbiamo fatto?».
James si ferma a fissarla per un po’ con un’espressione che Lily non è in grado di decifrare.
«Non credo sia una buona idea» sentenzia dopo qualche minuto.
«Nessuno di noi due può ancora Smaterializzarsi, nel caso non lo avessi notato. Quindi, dobbiamo inventarci qualcosa e scordati che io metta la mia testa in un camino per parlare».
«Esiste il Nottetempo o la Metropolvere» puntualizza James piccato.
Lily scuote la testa e riprende a camminare, tormentandosi all’idea di dover conciliare, durante le vacanze natalizie, i suoi due mondi - come se non lo facesse ogni giorno della sua vita.
Riesce a prefigurarsi distintamente il volto contrariato di sua sorella alla sola menzione del premio o di un compagno di studio.
«Non lo dicevo per contraddirti, comunque» le dice Potter, «Nella lettera che ci ha letto la McGranitt, dicono che a piacere è stata la combinazione dei nostri stili, delle nostre voci, il modo in cui avevamo condotto il saggio e credo che farlo a distanza non sarebbe più in linea con il nostro lavoro».
Lei annuisce, consapevole che James è nel giusto, e si tortura la coda nervosamente.
«Non credo che il mio camino funzioni» bisbiglia, memore di quella volta che ha provato a contattare Amber mediante camino con risultati totalmente insoddisfacenti.
Detesta quella parte, quel momento in cui si sente diversa, in cui quelle linee parallele che sono i suoi due mondi decidono di sovrapporsi e di non procedere ciascuna per la sua strada.
James le sorride in modo quasi tenero.
«Non preoccuparti. Prendo io il Nottetempo, se mi dici dove abiti» le dice alzando le spalle e togliendole dalle braccia i due tomi che porta.
«Sei sicuro non sia un problema? Se vuoi, trovo io un modo per arrivare in Galles» ribatte Lily.
«E perdere l’occasione di vedere casa Evans? Impossibile».
«Non ti aspettare campi di Quidditch o unicorni bianchi nel giardino. È una banalissima casa babbana».
«Io non sono mai stato in una casa babbana e poi non credo che il posto in cui sei nata possa essere mai considerato banale» ribatte facendole il verso.
«Non è davvero niente di che» precisa, lievemente innervosita all’idea che James metta piede in casa sua.
«Io sono curioso e mi devi far vedere come funziona il telefisore. Remus ha provato a spiegarmelo una volta ma ora voglio provare ad usarlo».


Cokeworth
27 dicembre 1976

Se esistesse un modo per uccidere la tensione, Lily lo avrebbe già utilizzato e, come al solito, è tutta colpa di James Potter.
L’eccitazione che sembra aver travolto sua madre e suo padre all’idea che un suo compagno di scuola venga a studiare a casa ha immediatamente superato anche la felicità per il premio ricevuto. 
Probabilmente è stata pari solo al disgusto di sua sorella, che, al secondo giorno di vacanza, ha ridotto ai minimi storici le parole tra loro e ha annunciato di non voler essere presente quel giorno.
Le suppliche dei genitori per tentare di farla rimanere sono state seconde solo a quelle che Lily ha rivolto loro nel tentativo di prevenire situazioni imbarazzanti perché nella mente di Lily nulla può essere più imbarazzante dei suoi genitori che incontrano James Potter.
«A che ora hai detto che arriva?» chiede sua madre dal piano di sotto mentre Lily è intenta a sistemare i libri sulla scrivania.
Lei non risponde, notando rapidamente lo scontato ritardo di James e girandosi istintivamente verso la finestra. 
Un sorriso le spunta sulle labbra in modo istintivo nel vedere un imbarazzatissimo James Potter che fissa, spaesato, il cancello del suo giardino.
Scende le scale intenta a nascondere la tensione ed aspetta qualche minuto, in attesa che il campanello suoni.
Peccato, però, che il campanello resti silente. 
Sbircia dalla finestra e vede James esattamente nella stessa posizione in cui lo ha lasciato, ad osservare perplesso il cancello.
Scuote la testa e non trattiene un sorriso nell’aprire la porta.
«Hai intenzione di rimanere lì tutto il giorno?» chiede, avvicinandosi al cancello e facendo trasalire l’ospite.
«Evans! Mi hai spaventato!» sussulta, lievemente disorientato. 
«Che aspettavi?» chiede Lily incuriosita.
«Non ho capito come dovevo entrare» ammette, non nascondendo il broncio.
«Bussando?».
«Come si bussa ad un cancello?» chiede con viva curiosità.
Lily alza gli occhi al cielo e mostra il piccolo pulsante sotto la targhetta Evans, mentre dall’interno della casa proviene distintamente il rumore del citofono.
«Affascinante» commenta James.
«Non hai mai bussato ad un campanello?».
«I campanelli sono vicino alle porte. Questo rumore è più fastidioso di uno Spioscopio».
«Si chiama citofono. Basta premere questo piccolo pulsante» conclude, invitandolo ad entrare.
Lily lo osserva attentamente mentre si slaccia il mantello e non fa nulla per nascondere la viva curiosità con cui sta passando al vaglio ogni dettaglio della sua casa prima di avvicinarsi e presentarsi ai suoi genitori.
Come ha già avuto modo di notare in passato, James colpisce immediatamente con l’aria da bravo ragazzo che si porta dietro.
È sicura che sua madre, una volta andata oltre i suoi disordinatissimi capelli, non abbia potuto far a meno di notare la cura con cui è vestito e che abbia apprezzato l’enorme scatola di cioccolatini che James le ha porto.
«Ho preparato un dolce per festeggiare il vostro traguardo», dice sua madre con fare ospitale.
«James è venuto qui per studiare. Altrimenti, la Professoressa McGranitt ci farà a pezzi e non ci sarà proprio più alcun traguardo» interviene Lily trascinando via James verso camera sua.
La stanza di Lily tradisce il non vissuto dei mesi precedenti. 
Il baule ai piedi del letto non è stato completamente disfatto ed è lì che sono la maggior parte dei libri scolastici e la divisa.
Alle pareti nessuna foto animata ma soltanto normalissime foto babbane.
James non dice nulla ma resta fermo a ciondolare sulla porta mentre Lily si avvicina alla scrivania, sistemando le due sedie.
«Mi piace casa tua» le dice, continuando a guardarsi intorno.
«Non è grandissima, anzi, però, in fin dei conti, ‘nessun posto è come casa’, no?».
«È una citazione che non ho colto?» chiede, avvicinandosi a lei.
«Il Mago di Oz, Potter. Dorothy? L’uomo di latta? Lo Spaventapasseri? La Malvagia Strega dell’Ovest?».
James ride scuotendo la testa e gioca con una ciocca dei capelli di Lily, annullando le distanze tra loro.
«Sei tu la Malvagia Strega dell’Ovest?» le chiede in tono canzonatorio e guardandola in un modo che non riesce a non farla arrossire.
«La Malvagia Strega dell’Ovest ha un occhio solo. Ti sembra forse  che io abbia un occhio solo?» replica, incapace di spezzare quel contatto visivo.
«Dall’alto dei miei quattr’occhi direi che ne hai ancora due e che sono molto belli» le dice e questa volta Lily è certa che il suo stomaco si sia del tutto liquefatto a giudicare dal modo in cui è arrossita. 
È solo il tentativo di recuperare una parvenza di autocontrollo a farle fare un passo indietro e far cenno a James di sedersi, prima di mettersi all’opera per il saggio.
«Ti ho portato una cosa, comunque» le dice improvvisamente.
Sbarra gli occhi e si sente pietrificata mentre lo osserva trafficare nella sua borsa disordinata tanto quanto i suoi capelli.
«Mi hai fatto un regalo?» chiede, sconvolta.
«Non è un regalo. È una cosa che è più utile a te che a me» dice enigmaticamente mentre le porge un libro antico.
Lily osserva la prima edizione di Old and Forgotten Bewitchments and Charms2 senza avere il coraggio di aprirla o toccarla.
«James, io…».
«A casa ne abbiamo due e ne hai parlato una volta, qualche mese fa. Eravamo in biblioteca e ne stavi parlando con Remus e Thea, io ero lì a disturbare come al solito e mi sono ricordato» si affretta a spiegare, passandosi nervosamente una mano nei capelli.
«Ma è una prima edizione!» obietta Lily, sfogliando il manoscritto. 
«I miei amano collezionare ed è stato mio padre a suggerire di darlo a te, quando gli ho detto quanto amassi Incantesimi».
Lily gli sorride istintivamente, incredula ed intenerita a quel lato quasi inedito di James Potter e allunga timidamente una mano sulla sua gamba, in segno di ringraziamento.
Riesce a sussurrare a malapena un grazie prima che James cominci a raccontarle, come un fiume in piena, di quei pochi giorni di vacanze con Sirius, del Natale magico e a porle ogni genere di domanda sui Babbani.


«Devo ammettere che non sei così male come compagno di studi», commenta Lily soddisfatta, dopo aver riletto, per la cinquecentesima volta, come sottolinea James, il loro saggio.
«Arrivata a questo punto, puoi anche ammettere che sono il tuo preferito» le dice, solleticandole il naso con la piuma.
«Non credo che ti darò mai questa soddisfazione» controbatte, cercando di sottrarsi al solletico, «però sei un valido compagno di studio». 
«Non avresti vinto quel premio con nessun altro».
«Disse Mr. Modestia».
«Puoi sempre provare il contrario» la stuzzica scarabocchiando un pezzo di pergamena avanzato.
«Non disegnare cose di Quidditch sulla mia pergamena» protesta fintamente offesa, scarabocchiando anche lei.
«Hai rovinato un’opera d’arte».
«Era solo una Pluffa».
«Veramente era un Boccino» puntualizza James, aggiungendo le ali alla palla.
«È un Boccino un po’ troppo grande».
«Dipende dalla prospettiva».
«Credevo che a te interessasse solo la Pluffa» ribatte, con tono vagamente polemico, Lily.
«Oh, Evans, anche se sono un Cacciatore seguo sempre la regola suprema del Quidditch» le dice serio.
«Quale sarebbe?».
«Non inseguire la Pluffa, se non puoi vedere il Boccino» le dice scrivendolo a caratteri cubitali sulla pergamena mentre Lily scoppia a ridere.
Non lo ammetterà mai ma studiare con James, nonostante le loro incredibili difficoltà caratteriali, la rilassa. 
Dev’essere per il modo in cui lui riesce a stemperare la tensione, a fare una battuta persino sull’argomento più noioso del mondo o il fatto che non si prenda mai sul serio ma Lily ha scoperto che la sua compagnia è un toccasana per il suo umore, che James ha lo straordinario potere di darle una leggerezza che da sola non riesce mai a trovare.
«Ti posso chiedere una cosa?» gli domanda non distogliendo lo sguardo dagli scarabocchi.
James annuisce mentre sistema sulla scrivania di Lily il terribile disegno di Quidditch che ha appena terminato.
«Come spenderai i soldi del premio?».
Lui si irrigidisce appena e distoglie sorprendentemente lo sguardo, fissando un punto imprecisato della carta da parati.
«Vorrei cercare di darli ai miei amici ma, ovviamente, non li accetteranno mai» spiega, alzando le spalle.
Lily si sorprende a sorridere, affascinata ed intenerita dal legame che hanno quei quattro scapestrati.
«È generoso da parte tua» lo conforta, appoggiandogli la mano sulla spalla.
«Fortunatamente, presto sarà il diciassettesimo compleanno di Remus e di Peter e questo compito sarà più facile. Tu, invece, come hai intenzione di spenderli?» le chiede tornando a guardarla.
«Non ho un’idea precisa. Vorrei una cosa simbolica».
«Come un uovo di drago?».
«Sono vietate le uova di drago».
«Era per dire».
«E poi dove lo dovrei mettere un drago?».
«In giardino andrebbe benissimo. Quell’angolo è perfetto» le dice indicando una porzione di giardino che si intravede dalla finestra.
«Non sono sicura che mia madre sia favorevole ed opterei per qualcosa di più discreto» commenta Lily con un sorriso, «Ad ogni modo, sono contenta che tu abbia pensato ad un drago e non ad un manico di scopa».
«Tu mi sottovaluti, Evans».
«Sei tu che parli sempre di Quidditch! Non ti sottovaluto, affatto» protesta.
«Io non parlo così tanto di Quidditch e te l’ho ampiamente dimostrato durante le nostre stressanti sessioni di studio» sentenzia James.
«Stai insinuando che io ti stressi?».
«Non tu, lo studio».
«Non me la conti giusta, Potter» gli dice puntandogli il dito contro con aria minacciosa mentre James le tira una ciocca di capelli, finendo per far ridere entrambi.
«Com’è che si chiamava la strega con un occhio solo?» le chiede avvicinandosi impercettibilmente con la sedia. 
«La Malvagia Strega dell’Ovest».
«Dovrò informarmi sul suo conto», sussurra con un tono di voce che a Lily provoca un brivido.
Nel tentativo di scappare da qualsiasi cosa le stia succedendo, lo sguardo le cade sulla mensola con i suoi libri di bambina.
«Se vuoi, posso aiutarti» gli dice, alzandosi ed afferrando un libro dalla copertina verde leggermente rovinata ed usurata dal tempo, Il meraviglioso mondo di Oz, e porgendolo a James.
«Qui troverai tutte le informazioni su di lei» puntualizza Lily con un sorriso.
«È un regalo?» chiede sospettoso.
«È una cosa più utile a te che a me, come diresti tu».
Lily ricorda di non aver mai visto James sorridere così, in modo vittorioso e intenerito.
«Ti farò sapere se le somigli, allora» le dice soddisfatto, iniziando a sfogliare le pagine del libro.


Quando si è offerta di accompagnarlo fuori, non aveva messo in conto che sarebbe tornata quella strana tensione.
Non capisce ancora perché ci sia quella stretta allo stomaco che in alcuni momenti fa capolino mentre si trova in compagnia di James Potter. 
Probabilmente, è il fatto che non siano poi così amici e che, nonostante tutto, si siano trovati, di recente, a condividere buona parte del loro tempo.
«Davvero non hai mai preso il Nottetempo?» chiede James, spezzando il silenzio tra di loro.
«Non mi è mai capitato, per il momento. Magari la prossima estate potrei provare» spiega Lily.
«Non andarci sola, però. Non so se è prudente» le dice con una preoccupazione che lei sa essere sentita.
«Va bene, nonno James».
«Non meriti la mia preoccupazione, Evans» borbotta lui.
Lily si stringe nella pesante giacca invernale, ridendo di James. 
Se si ferma a pensare soltanto un secondo, è tutto il pomeriggio che ha sorriso, nonostante quella situazione così anomala, quella collisione di mondi che non si sarebbe mai aspettata e che, anzi, avrebbe continuato ad evitare con la sua solita ostinazione.
«La prossima volta devo ricordarmi di premere quel bottone» dice James indicando il citofono.
«Che cosa ti fa pensare che ci sarà una prossima volta?».
«Sono il tuo compagno di studi preferito e, poi, ai tuoi genitori sono simpatico» le dice lui sicuro di sé.
«Guarda che è tutta colpa di Trasfigurazione Oggi, se sei qui» incalza lei, con aria dispettosa.
James la osserva, con la bacchetta nascosta sotto il mantello ed un movimento impercettibile per chiamare il famoso autobus dei Maghi.
«Se è così, andrò via, cara la mia Malvagia Strega dell’Ovest» ribatte con una smorfia.
È un secondo prima che il Nottetempo inchiodi davanti a loro, quasi sbalzandoli da terra. 
Lily sente le braccia di James tenerla, evitandole di cadere, e si scopre delusa per quel contatto durato troppo poco, quando vede James dinanzi a sé, pronto a salutarla.
«Ci vediamo a scuola, Evans» le dice, avvicinandosi e pizzicandole la guancia con dolcezza.
Le dita di James sfiorano appena la pelle di Lily, che avvampa immediatamente, e lei è certa che, anche questa volta, uno dei suoi organi sia completamente andato e che forse quella sensazione allo stomaco è da far vedere ad un medico o, quanto meno, da studiare.
Non dice nulla ma si limita ad annuire e ad accompagnarlo con lo sguardo.
Prima che il Nottetempo chiuda le sue porte e riparta più veloce che mai, richiama ancora una volta la sua attenzione.
«James, la prossima volta farai bene a premere quel dannato bottone o ti lascerò fuori al freddo».
Lui, inizialmente spiazzato, si affaccia dal finestrino nonostante il gelo di fine dicembre.
«Stai certa che lo farò, Lily».

Il Premio non è una mia invenzione ma è citato nei libri e sia Silente che la McGranitt sono indicati come Vincitori.
Si tratta di uno dei libri consultati da Harry, Ron ed Hermione per la Seconda Prova del Torneo Tremaghi.

Note: La storia nasce nell'ambito dell'iniziativa Una storia tutta per te del Gruppo Facebook Caffè e Calderotti ed è dedicata alla mia cara Traumerin_, che, da sempre, ama James Potter alle prese con il Magico Mondo dei Babbani. Ci siamo incontrate con le storie su James e Lily e non avrei mai potuto pensare di regalarle qualcos'altro. 
Questa storia si incastra con altre mie storie, una su tutte Twenty cygarettes to fall in love,  che non è necessario aver letto per questa, ed è essenzialmente legata al mio headcanon secondo cui James e Lily si sono avvicinati grazie ad una combinazione di elementi, tra cui, appunto, la ricerca di Trasfigurazione. La storia è idealmente ambientata durante il Natale del sesto anno, in un momento in cui James e Lily ancora non sono insieme ma si stanno progressivamente avvicinando.
Vi ringrazio ancora per aver letto fino a qui.
Un abbraccio
Fede
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lisbeth Salander