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Autore: DarkDarrik    15/12/2020    1 recensioni
Il mio progetto è quello di fare una versione romanzata della serie TV, aggiungendo delle parti inedite, che però non andranno a cambiare gli eventi della trama originale.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Virginia, 6 Settembre 2009

La notte era scura e senza luna sulla strada asfaltata  che portava a Mystic Falls, una cittadina della Virginia.
Il rettilineo era affiancato da entrambi i lati da antichi e alti alberi a cui se ne aggiungevano altre centinaia, anche essi parte del bosco che circondava la piccola città.
Una Jeep nera sfrecciava sulla strada, all’interno dell’auto vi era una giovane coppia di ragazzi originari di Mystic Falls: Darren e Brooke.
Il ragazzo aveva capelli di media lunghezza castano  scuro, occhi marroni e i lineamenti del suo volto erano molto mascolini e squadrati ; fisicamente era atletico e di statura media.
Darren indossava una giacca a vento color sabbia, sotto di essa una camicia bianca, jeans scuri e scarpe da ginnastica nere.
Brooke aveva lunghi capelli ricci e biondi che le cadevano sulla spalle, occhi azzurri e il viso tondeggiante, come il suo ragazzo anche lei aveva una corporatura e una altezza nella media.
La ragazza indossava una giacca di pelle marrone chiaro,un top bianco, jeans e stivaletti neri.
I due erano appena tornati da un concerto fuori città.

«Ho guidato per più di un ora per sentire un tizio  con la chitarra che strimpellava invece che cantare come si deve» mormorò ridacchiando Darren, lanciando uno sguardo dalla strada deserta e poi a Brooke, seduta vicino a lui sul sedile del passeggero.

«Eddai! Non era poi così male! Non essere tragico!» replicò sorridendo la ragazza, lanciando un’occhiata divertita al fidanzato.

«Mi sembrava la brutta copia di James Blunt, e un James Blunt basta e avanza!» affermò Darren, mentre una fitta nebbia iniziava a provenire dal bosco circostante.

«Allora perché sei venuto con me?» domandò smorfiosamente Brooke guardandolo da sopra la spalla.

«Perché ti amo!» rispose secco Darren con un largo sorriso verso la fidanzata, ma ella non ebbe tempo di replicare perché improvvisamente da in mezzo alla nebbia sembrò comparire una sagoma al centro della strada.
Il giovane alla guida della Jeep provò a inchiodare ma fu troppo tardi, la figura venne travolta dall’auto sfondando il parabrezza e rotolando sul tettuccio per poi cadere rovinosamente alle spalle del veicolo.

Darren perse il controllo del mezzo che finì per impattare con forza contro un albero al lato della strada.

Il panico serpeggiò immediatamente tra i due giovani, che si chiesero reciprocamente più volte se fosse tutto apposto, scoprendo che nessuno di loro era gravemente ferito.

«Oh mio Dio! E spuntato dal nulla, che diavolo ci faceva una persona qui fuori in mezzo al niente?» chiese Darren col cuore in gola.

«Che diamine ne so io! Forse si era perso nel bosco!Un cacciatore, un campeggista! Non perdere tempo vai a vedere se è vivo, maledizione!» rispose urlando e tremando Brooke, spaventata come mai nella sua vita.

Il ragazzo si fece coraggio, precipitandosi fuori dalla Jeep, correndo a più non posso verso la sagoma distesa a terra sull’asfalto.
Era immobile e Darren aveva seriamente la paura di poter aver ucciso qualcuno, si chinò disperato sull’uomo riuscendo a notare al suo dito un grosso anello con una pietra blu e con un incisione sopra.
Dopo pochi istanti il giovane si sentì afferrare al collo da una forza sconosciuta e un attimo dopo percepì un fortissimo dolore sulla giugulare, poi lentamente tutto diventò sfocato per Darren, che giurò di aver visto in un lampo quella persona investita, e quasi sicuramente morta, rialzarsi da terra e aggredirlo.

Brooke era in stato confusionario all’interno dell’auto con il cellulare in mano che però non dava segnale,Darren non era ancora tornato e la cosa le fece venire ancora più il terrore che la situazione fosse gravissima.
La ragazza uscì dall’abitacolo e chiamò più volte il fidanzato, non ebbe risposta per qualche interminabile secondo, poi un forte tonfo la fece voltare terrorizzata: il corpo senza vita di Darren era stato scaraventato da chissà dove sul cofano dell’auto. Con un urlo acutissimo Brooke iniziò a correre lungo la strada, ma nulla poteva con la velocità e la forza di che le dava la caccia,fu afferrata e aggredita pochi istanti dopo e la sua vita terminò nella stessa maniera in cui era finita quella di Darren.


 

7 Settembre 2009

Casa Gilbert

“Caro diario, oggi sarà diverso. Deve esserlo. Sorriderò alla gente... e sarò credibile. Il mio sorriso significherà: "Sto bene, grazie"- "Si', mi sento molto meglio". Non sarò più la ragazzina triste che ha perso i genitori.”

Questo recitava il diario di Elena Gilbert, studentessa al terzo anno al liceo di Mystic Falls, dopo la sua recente grave perdita, la ragazza aveva deciso di prendere questo primo giorno di scuola come un nuovo inizio per ricominciare a vivere e a sperare in una vita migliore, anche se sapeva che non sarebbe mai più stata la stessa.

Elena aveva lunghi e lisci capelli castani, occhi color nocciola, zigomi alti, un naso piccolo e labbra leggermente carnose. Aveva una corporatura snella ed atletica ed era di statura  media.
Per il primo giorno di scuola la ragazza aveva optato per  una maglia rossa con il collo a V, un paio di jeans classici, scarpe di tela nere e un’ampia borsa marrone dove avrebbe riposto il materiale scolastico.

Elena scese le scale trovando al piano di sotto sua Zia Jenna, nonché tutrice legale sua e del fratello Jeremy, dopo la morte dei loro genitori i giovani Gilbert erano stati affidati appunto alla sorella della loro madre.

Jenna Sommers era una donna sulla trentina, molto giovanile i capelli erano lunghi mossi e rossi, i suoi occhi erano di un verde-grigio chiaro,il viso era leggermente tondo, gioviale e sereno e sembrava più giovane della sua vera età.

«Ho realizzato che so fare degli ottimi toast» esordì la donna abbozzando un sorriso, appena vide Elena scendere le scale.

La casa dei Gilbert era su due piani, al piano di sopra vi erano le camere da letto, mentre al piano di sotto il soggiorno e la cucina.

«Il segreto di un ottima colazione è il caffè, Zia Jenna!» ribatté sarcastica la ragazza andando a servirsi da sola una tazza di bevanda color nero.

«Qualcuno ha detto caffè?» domandò una voce maschile proveniente dal corridoio, era Jeremy il fratello di Elena.
Aveva gli stessi colori di occhi e capelli di Elena, un fisico slanciato e un altezza leggermente maggiore della media. Aveva un viso fanciullesco, anche se segnato dal dolore, i suoi capelli erano scompigliati e indossava vestiti neri dalla testa ai piedi:t shirt felpa,pantaloni e scarpe da ginnastica.
Nessuno rispose alla domanda retorica e anche lui imitò la sorella servendosi del caffè in una tazza.

«Ehy tutto bene pronto a iniziare la scuola?» chiese Elena osservando il fratello incuriosita.

«Non iniziare per favore, io comunque mi avvio piedi ci vediamo la» brontolò scontate Jeremy per poi sparire dalla vista della ragazza e di sua zia.

«Mi dovrei muovere anche io! Sono in ritardo!» incalzò Jenna che aveva ancora addosso gli abiti da casa e i capelli legati e arruffati.

«Va bene zia, io vado a casa di Bonnie, mi da un passaggio lei in auto.» ribatté Elena dopo aver bevuto il caffè, aver indossato il suo giubbotto di pelle e aver visto Jenna correre al piano di sopra in tutta fretta.

Per fortuna di Elena, Bonnie era in anticipo e la incontrò appena uscita di casa, guidava la sua berlina bianca e accolse l’amica con un largo sorriso.
Bonnie era una ragazza dalla pelle color ebano con lunghi capelli mossi castani, i suoi occhi erano verde smeraldo,le labbra erano carnose e il suo fisico era simile a quello di Elena.
La ragazza indossava un giubbotto felpato viola, un top azzurro, jeans chiari con una cintura marrone e infine delle scarpe scure.

Dopo essersi salutate, le due iniziarono a chiacchierare mentre Bonnie guidava, ma Elena ad un certo punto sembrava come assente mentre l’amica le parlava.

«Mia nonna sta continuando a dire che la mia famiglia è originaria dalle streghe di Salem, che noi Bennet abbiamo dei poteri e che io sono sensitiva! Povera nonna, sta uscendo di testa dovrebbe… Elena ci sei?» raccontò Bonnie per poi finire con un tono annoiato,quando notò che la sua amica sembrava su un altro pianeta coi pensieri.

«Oh si,scusa stavamo dicendo?» domandò Elena tornando alla realtà.

«Dicevamo che sono una sensitiva!» ribatté ironica Bonnie sorridendole.

«Prevedi qualcosa su di me!» affermò divertita Elena guardando la presunta sensitiva.

Di colpo qualcosa impattò sul finestrino dell’auto per poi volare via subito dopo. Le due ragazze si spaventarono e Bonnie inchiodò in maniera fulminea.

«Oddio,Elena mi dispiace, sarà stato un uccello che voleva basso! Devo averlo colpito di striscio!” si scusò la ragazza sapendo il brutto incidente stradale che aveva colpito recentemente la sua amica e la sua famiglia.
Dopo un attimo di shock, la sua amica fece un lungo respiro e poi si girò verso Bonnie con un sorriso.

«Tranquilla, non posso essere terrorizzata dalle auto per tutta la mia vita, forza andiamo abbiamo tanta gente da salutare!« disse infine Elena cercando di scacciare via i brutti pensieri.

La macchina ripartì e solo un breve tragitto separava le due teenager dal parcheggio della scuola.

«Sono una sensitiva e prevedo che quest’anno sia ricco di emozioni e felicità per noi! Il brutto periodo finirà e ci saranno solo cose belle!» affermò Bonnie cercando di dare forza ad Elena e in fondo anche a se stessa.

Entrando nel Liceo di Mystic Falls, gli occhi di Elena si posarono istintivamente verso l’armadietto di Matt Donovan, quello che fino a prima dell’estate era stato il suo fidanzato, ma che lei aveva lasciato ormai da mesi.

Matt era alto, con un fisco prestante e allenato, infatti era il quarterback della squadra di football, i suoi capelli erano di media lunghezza color biondo cenere e i suoi occhi erano di un blu intenso.
Proprio come pensava Elena il ragazzo era li che aspettava di incrociare il suo sguardo, infatti i suoi occhi blu si posarono con malinconia su di lei.

Matt aveva alle orecchie delle cuffiette bianche, indossava il suo giubbotto rosso e nero della squadra di football, sotto di essa una t-shirt bianca e infine calzava jeans e scarpe da ginnastica.

Elena fece un cenno di saluto verso il suo ex, ma lui la ignorò prendendo i libri dall’armadietto e andando via subito dopo.

«Mi odia…» mormorò tristemente la ragazza verso Bonnie, lei teneva molto a Matt, ma non nel modo che lui voleva.
«Non ti odia,è solo troppo orgoglioso per mostrare che ci è rimasto male della vostra rottura.» Affermò la presunta veggente alzando le spalle.

Una ragazza un po’ più alta di loro, dal fisico atletico e slanciato si incamminò verso le due; aveva lunghi capelli biondi, occhi azzurri e un modo di fare sicuro di se e sprizzante.
Indossava un vestito blu che le arrivava fino alle ginocchia e un paio di stivali marroni, lei era Caroline Forbes un’mica di infanzia di Bonnie ed Elena.

«Oh mio Dio!» si annunciò affranta la ragazza abbracciando Elena in maniera inaspettata e vigorosa.

«Come stai? Oh è davvero bello rivederti!»disse Caroline sciogliendo lentamente l’abbraccio.

«Sta davvero bene? Come ti sembra che stia?»aggiunse la bionda guardando Bonnie intensamente.

«Caroline!Sono qui! E sto bene!»si intromise Elena alzando una mano facendo un mezzo sorriso.

«Sul serio? Sei sicura?» continuò insistentemente Caroline,concentrandosi su Elena.

«Sto molto meglio si» taglio corto infine la ragazza,cercando di stemperare l’irruenza della sua amica.

«Oh piccolina!» concluse con un secondo abbraccio Caroline,per poi congedarsi con un saluto ad entrambe le compagne di scuola.

«No Comment…» brontolò Elena scuotendo lievemente il capo.

«Non dirò nulla al riguardo!» promise Bonnie alzando le mani in segno di resa.

 

   
 
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