Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: padvaniglia_EFP    17/12/2020    1 recensioni
Il suo nome è Nessuno e si trova tra di noi. Ciascuno ha una storia da raccontare, una situazione che lo ha segnato nel profondo. Nessuno è prima un bambino, poi un ragazzo e infine un uomo con una storia che potrebbe essere anche la nostra. Tutti potrebbero essere Nessuno, e Nessuno potrebbe essere uno o tutti.
Tratto dalla storia:
"[...] Ha pianto, ha lasciato scorrere tutte quelle lacrime che aveva represso per troppo tempo, ed infine mi ha ringraziato, anche se non sapevo bene per che cosa. Per averla ascoltata, in silenzio, accogliendo dentro di me il suo dolore o per quello che stavo facendo a favore delle persone che come lei erano state maltrattate? Non ne ero a conoscenza e non glielo ho chiesto: era uno di quei "grazie" pronunciati a bassa voce, con timore e reverenza, rivolti a chi li diceva, quasi un segreto che per sbaglio era stato rivelato."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NESSUNO 

Il mio nome è Nessuno, ho dieci anni e adoro giocare a calcio. Da grande mi piacerebbe diventare un calciatore professionista, famoso e acclamato da tutti. Quando confido questo sogno ai miei genitori, loro mi sorridono e papà mi scompiglia i capelli, dicendo che otterrò qualunque cosa io voglia, se solo diventassi più forte. Più uomo. Lui non è entusiasta che io passi quasi tutte le mie giornate con le bambine della mia classe, ma a me piace aiutarle a fare i compiti, ascoltare i loro discorsi talvolta frivoli, talvolta riflessivi. Papà dice che un vero uomo non deve trattare le donne come sue pari, ma relegarle al di sotto della sua figura, proteggerle ed impedir loro di compiere le scelte sbagliate. Ho tradotto queste sue frasi in una sola: "Impedisci loro di vivere". La mia maestra dice sempre che si impara e si cresce riconoscendo i propri errori, e allora perché per le donne dovrebbe essere diverso? Papà dice che le ragazze non sono intelligenti e forti quanto gli uomini, ma la mia compagna di banco è una delle persone più incredibili sulla Terra e la ammiro molto. Da grande vorrei essere proprio come Violet. Lei adora leggere e studiare, e i miei amici la prendono in giro per questo: Violet però risponde sempre che la capacità di osservare senza giudicare è la più alta forma di intelligenza1, e gli altri non sanno mai come controbattere. E' proprio questo il bello delle donne: ti stupiscono continuamente, in modi sempre diversi ed inaspettati.

Il mio nome è Nessuno, ho quattordici anni e paura di mio padre. Da pochi mesi ha preso il vizio di bere ed ogni sera torna a casa completamente ubriaco: non va più a lavorare, siamo in ristrettezze economiche e la mamma è preoccupata di non potermi iscrivere ad una buona università dove studiare e laureami in giurisprudenza, come lei desidera. Qualche tempo fa ha rinfacciato a mio padre la sua inettitudine e ha detto di aver trovato un impiego part-time come baby sitter in città. Lui non ne è stato per niente contento, le ha urlato che le donne devono solo stare a casa a badare alla famiglia e poi le ha tirato uno schiaffo. E' stato un suono orrendo, uguale a quello che avevo sentito nei film gialli di cui tanto ero appassionato: la guancia di mamma è subito diventata rossa e lei è scoppiata a piangere, accasciandosi a terra. Papà l'ha abbracciata e le ha chiesto scusa, le ha promesso che non sarebbe più accaduto, ma sono passate solo poche settimane e il suo viso ormai è completamente tumefatto. Non esce più di casa, passa le sue giornate chiusa in camera eccetto per i pasti, quando deve cucinare, altrimenti papà si arrabbia. Cercavo di aiutarla il più possibile, ma da quando lui mi ha scoperto e picchiato non oso più disobbedire ai suoi ordini. So bene che dovrei denunciarlo, ma non ne ho il coraggio, perché è pur sempre mio padre ed anche la mamma sembra pensarla così: non rinuncia mai a rivolgergli un sorriso, seppur stanco, quando torna da un appuntamento al buio o da una nottata di bagordi. Non ci sono quasi più soldi in casa, e i pochi spiccioli che porto grazie al misero lavoro da cameriere ad un pub sono spesi in alcool e il necessario per sopravvivere. Mi manca la vita di prima, quando tornavo dopo la scuola contento per un buon voto, i miei genitori mi baciavano e mi portavano fuori a cena per festeggiare, fieri di come crescevo. Non so perché papà sia diventato d'un tratto così violento e poco rispettoso della famiglia che lui stesso aveva contribuito a creare, ma forse in passato c'erano già stati dei segnali ed io ero stato troppo stupido per notarli: come il non voler far lavorare mamma, cosa che giustificava dicendo di aver paura della sua salute cagionevole, o il suo astio verso i vecchi compagni di lei che invitava spesso per ricordare i bei tempi andati. E' questo il brutto delle donne, pensava papà: sono sempre pronte a tradirti con il primo che passa e poi amarti come il primo giorno che vi siete incontrati.

Il mio nome è Nessuno, ho diciotto anni e provo vergogna per l'uomo che sono diventato. Mia madre è morta un anno fa, papà l'ha uccisa perché si era fermata a parlare con un uomo al supermercato: lui la seguiva sempre. Ricordo ancora il suo corpo steso sul pavimento del salotto, immerso in un lago di sangue, il petto brutalmente squarciato e gli occhi color del cielo spalancati su un mondo che non avrebbe mai più visto. Papà era seduto sul divano dalla stoffa sbiadito, sudicia e sporca del sangue che gocciolava da un coltello. Non ho urlato, non ho pianto: sono corso fuori di casa, le mani candide che credevo di aver macchiato con la mia omertà, il cuore appesantito, un conato di vomito che cercavo di reprimere. Quando la polizia ha fatto irruzione nel nostro appartamento lo hanno trovato nella stessa posizione in cui l'avevo lasciato, a sorseggiare una tazza di cioccolata calda, la sua bevanda preferita, la nostra
Subito dopo mi sono trasferito nell'appartamento di un ragazzo che ho conosciuto al liceo e che è diventato il mio miglior amico. Passiamo le giornate a giocare alla play e studiare per gli esami: il sabato ci divertiamo in discoteca. È proprio fuori una di queste che ho visto un gruppo di giovani picchiare una ragazza: lei urlava e si dimenava, loro ridevano e la pestavano. Sono rimasto immobile, impietrito difronte quella scena così simile ad una delle tante vissute a casa mia. Non sono corso in suo aiuto, ma anzi, sono fuggito mentre le sue urla mi rimbombavano nella testa. Non ho chiuso occhio quella notte, né quelle a venire: sarei voluto andare dalla polizia, ma chi avrei potuto denunciare? Quattro ragazzi con vestiti di nero e una ragazza nascosta nell'ombra? Quella volta ero rimasto in silenzio, come se fossi ritornato ai tempi delle molestie di mio padre, ma mi feci una promessa: non sarebbe accaduto mai più. Poco tempo dopo mi sono iscritto alla scuola militare2: il mio sogno era cambiato. Sarei diventato un poliziotto e avrei cercato di aiutare le persone in difficoltà, esortandole a denunciare ciò che subivano costantemente, nell'omertà più assoluta. Perché a volte le persone più vicine a te paiono quelle più distanti.

Il mio nome è Nessuno, ho trentatré anni e sono fiero del mio lavoro: sono diventato sceriffo, sto per sposarmi e diventare padre. Ho timore di non essere il miglior modello da seguire, avendo avuto un genitore  violento e alcolizzato, ma sono pronto a mettermi in gioco assieme alla donna che amo. E che rispetterò sempre, quando litigheremo, quando ci criticheremo a vicenda, quando lei deciderà di lasciarmi per un altro...3 perché siamo umani ed è nostro diritto sbagliare. Non ho dimenticato la massime che la mia amica Violet mi elargiva quando ero giù di morale ed avevo paura di fallire: a volte quando si perde si vince4. Ho perduto mia madre ma ho trovato il modo per renderle giustizia: non sono riuscito a salvare una ragazza, ma l'ho cercata e nonostante lei non sapeva chi io fossi le ho chiesto scusa, e le ho promesso che avrei salvato decine, centinaia di donne. Lei mi ha sorriso, quello che spunta timido sul viso di chi è stato forte troppo a lungo ed ha solo bisogno di lasciarsi andare. Ha pianto, ha lasciato scorrere tutte quelle lacrime che aveva represso per troppo tempo, ed infine mi ha ringraziato, anche se non sapevo bene per che cosa. Per averla ascoltata, in silenzio, accogliendo dentro di me il suo dolore o per quello che stavo facendo a favore delle persone che come lei erano state maltrattate? Non ne ero a conoscenza e non glielo ho chiesto: era uno di quei "grazie" pronunciati a bassa voce, con timore e reverenza, rivolti a chi li diceva, quasi un segreto che per sbaglio era stato rivelato. Ogni settimana la vado a trovare, le porto un mazzo di gigli - i suoi preferiti - e la rendo partecipe della mia vita. È come se fosse la sorella che non ho mai avuto, la confidente e l'amica sempre pronta ad elargire saggi consigli. La mia futura moglie è completamente rapita da lei, così tanto che quasi passa più tempo con Asa e i suoi nuovi amici che con me. Ma non posso di certo controbattere: chi sono io per controllare la sua vita e le sue relazioni? Un semplice uomo, che non deve fare alle donne ciò che non vorrebbe sia fatto a lui: ho accettato di diventare suo marito, non il suo padrone. 

 


ANGOLO AUTRICE:
Come avete potuto notare è una piccola one-shot che si concentra brevemente sul corso della vita di un uomo, dalla sua infanzia (caratterizzata da una tragica situazione familiare) fino alla sua quasi completa maturazione, dove ha raggiunto dei traguardi inaspettati ma che lo rendono orgoglioso. Questa storia è stata ispirata dal monologo di Paola Cortellesi "Violenza sulle donne" (David di Donatello 2018) e ampiamente modificata: ho scelto di cambiare il mio stile di scrittura in uno più semplice per meglio rappresentare la drammaticità dei fatti (spero vivamente di essere riuscita nell'intento). La storia si basa sul racconto (molto semplificato) di questo uomo, a cui ho scelto di non dare un nome poiché ciascuno di noi potrebbe vivere questa situazione, che si trova in disaccordo con i discorsi misogini del padre e crescendo si rende conto del vero e proprio odio di egli nei confronti delle donne. La madre è vittima di violenza domestica, quella più frequente secondo le statistiche, e quest'ultima è consumata nell'omertà sia del figlio che dei vicini (che è molto probabile sospettino qualcosa) fino a sfociare nell'omicidio. Ho scelto di raccontare anche dell'episodio di violenza su una ragazza in discoteca come "spinta" a Nessuno di intraprendere la carriera di poliziotto: lui si sente colpevole di non aver agito in soccorso della donna e decide di diventare, come si suol dire, "paladino della giustizia". 
È una storia con una "trama" nata da pensieri molto confusi e non credo sia uno dei mie migliori lavori, ma sono comunque contenta di aver narrato il punto di vista di un uomo che, con un esempio genitoriale del genere, ha avuto la forza di tener fede alle sue "filosofie", nonostante sarebbe stato più probabile (secondo alcuni studi psicologici) diventare simile al padre.

N.B.:
1: Jiddu Krishnamurti, "La capacità di osservare senza giudicare è la più alta forma di intelligenza" (1895-1986)
2...alla scuola militare... : di solito l'iscrizione alla scuola militare avviene al terzo anno di quella superiore, ma per ragioni funzionali allo sviluppo della storia ho ipotizzato che l'iscrizione potesse avvenire anche all'ultimo anno di liceo.
3...quando lei deciderà di lasciarmi per un altro... : la causa principale della violenza sulle donne è il rifiuto da parte dell'uomo di accettare la separazione con la partner. 
4: Robin Williams, "What dreams may come", 1998.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: padvaniglia_EFP